Sopra: Screamin' Jay
Hawkins, cantante statunitense, famoso soprattutto per la sua
potente voce e per le esibizioni live selvaggiamente
teatrali, accompagnate da macabri oggetti di scena sul palco
(teschi, costumi gotici e simboli vudù).
Premessa
Fin dalla sua nascita, il rock è stato
oggetto - soprattutto negli Stati Uniti - di infinite polemiche tra
i suoi sostenitori e chi invece ne sottolineava i gravi pericoli per
la moralità della gioventù. Col passare degli anni, tale
controversia si è lentamente spostata sul contenuto dei testi, sui
discutibili costumi delle rockstar o sui messaggi segreti
celati in certe canzoni, trascurando così uno degli aspetti più
importanti di questo genere musicale: il cordone ombelicale che lo
lega indissolubilmente al blues e, in ultima analisi, alle
religioni afro-americane importate dagli schiavi nei secoli passati.
Tra queste, la più importante e certamente la più sulfurea è il
vudù, un culto incentrato sull'adorazione di «dèi» (i loa),
«divinità» che nel corso di lunghe cerimonie, accompagnate
dall'incessante rullio dei tamburi, prendono possesso di alcuni
astanti, che diventano così canali tra i loa (gli spiriti) e gli uomini.
L'Autore di questo scritto dimostra in modo incontrovertibile come
tale eredità religiosa e musicale sia sopravvissuta passando per il
blues fino al rock
dei nostri giorni e come l'odierno uso delle percussioni sia
finalizzato, come nel vudù, al raggiungimento di uno stato di
trance e, in definitiva, al congiungimento con le antiche
divinità afro-americane.
Sopra: una donna
posseduta da un loa
nel corso di un
rituale vudù.
In tal modo, la magia haitiana è andata a
sovrapporsi all'occultismo occidentale e al misticismo orientale dando luogo ad un intruglio
di cui oggi traboccano il rock, il pop, il rap, l'hip
hop,
ecc...
Paolo Baroni
C'è un collegamento tra rock e vudù? 2
Solitamente, i difensori del
cosiddetto rock cristiano3
negano che ci sia una connessione tra il vudù, gli stregoni
africani e la musica rock. Lo scrittore Steve Lawhead,
nel suo libro Rock Reconsidered («Il rock
riconsiderato»), cita il regista e scrittore britannico Tony
Palmer, secondo cui l'idea che
«il rock e il suo
"ritmo maligno" avrebbero origine dagli schiavi africani è un
concetto razzista che non sta in piedi»4.
Sopra: Steve Lawhead,
e il
suo libro Rock Reconsidered.
Autori come i fratelli Dan e
Steve Peters presentano lo stesso nonsenso a pagina 187 del
loro libro What about Christian Rock? («E allora il
rock cristiano»?). Tale negazione denota un'assoluta cecità
spirituale.
Sopra: Dan e
Steve Peters e il loro
libro What about Christian Rock?
Il Dr. William Sargent (1907-1988), Direttore del
Dipartimento di Psicologia al St. Thomas Hospital di Londra,
ha affermato che «i Beatles e gli stregoni africani praticano
un tipo di lavaggio del cervello molto simile»5.
Vudù e percussioni
Leonard J. Seidel, un
pianista da concerto ed un insigne docente universitario di musica,
ha condotto ricerche su questo argomento e ha smascherato la
menzogna secondo cui non ci sarebbe un nesso tra il vudù e la
musica rock:
«Gli incessanti
ritmi politecnici battuti dalle percussioni cilindriche (delle tribù
africane) sono i catalizzatori del rhythm and blues, del rock & roll
e dell'heavy metal di oggi. È stupefacente constatare come le
reazioni che si vedono ai concerti rock odierni siano la copia
esatta di quello che succedeva nelle celebrazioni di Pinkster
(festival nero di New York) o al Place Congo (le danze degli schiavi
neri a New Orleans) durante il periodo anteguerra. Ogni analisi che
neghi questo fatto impedisce alla cristiani di comprendere il legame
che c'è tra l'Africa e il movimento rock del XX secolo».
Nel libroStairway to Heaven:
the Spiritual Roots of Rock'n'Roll,
Davin Seay cita il cantante inglese Robert Palmer
(1949-2003), un'autorità in materia6:
«Nel suo vero
senso, il rock era implicito nella musica che i primi africani
avevano portato con sé nel Nord America. Era anche implicito che
nella loro musica ci fossero accumulati secoli di riti, di cerimonie
e di fervore religioso. La musica di questi primi schiavi
brutalizzati e confusi, intontiti da culture antiche come le
piramidi, questi canti antichi e queste musiche sincopate non
evocavano semplicemente gli spiriti e gli dèi della foresta; essi li
animavano e li immortalavano»7.
Sopra:
il libro di Davin Seay Stairway to Heaven:
the Spiritual Roots of
Rock'n'Roll.
Tali implicazioni devono guidarci
verso una più profonda analisi cercando di focalizzare il nostro
interesse sugli schiavi che vennero deportati nelle isole
caraibiche. Uno dei libri più significativi che sia mai stato
pubblicato a riguardo è lo studio della regista ucraina Maya Deren (1917-1961)
per la Fondazione Guggenheim del 1953, che narra la storia
delle origini delle tribù africane, dei demoni, degli dèi e dei riti
vudù ad Haiti.
Il libro della Deren The Divine Horseman: The Living
Gods of Haiti («Il divino cavaliere: gli dèi viventi di
Haiti»), racconta della deportazione degli schiavi dalle coste
occidentali dell'Africa alle isole caraibiche. Questi schiavi furono
deportati dalle stesse tribù degli schiavi delle colonie.
Senegalesi, bambarasi, arades, congolesi, kangasesi, fons e
fulas.
Quando il primo schiavo sbarcò ad Haiti correva l'anno 1510. Insieme
alle colonie di schiavi, essi portarono con sé il loro culto degli
dèi, le loro danze e il loro battere incessante di tamburi. La
musicologa e scrittrice statunitense Eileen Southern
(1920-2002) afferma nel suo libro The Music of Black Americans:
«È fuor di dubbio
che Haiti fosse il punto centrale in cui le religioni africane
tradizionali [...] si fondevano con le credenze cattoliche e
con le pratiche vudù [...]. Le cerimonie erano incentrate
sull'adorazione del dio serpente Damballa attraverso canti,
danze e la possessione spiritica»8.
Sopra: Eileen Southern e il suo
libro
The Music of Black Americans.
Il loro culto religioso era basato
sulle percussioni e sulle danze, e quando adoravano un dio o un
demone, il loro vero scopo era che quell'essere gli
entrasse nel corpo per possederli. I rituali erano
grossolanamente basati sul sesso e di natura sadica. Stabilmente
collocata nelle isole caraibiche, la pratica prese la via verso le
rive degli Stati Uniti, soprattutto verso la città di New Orleans.
Storicamente, gli schiavi furono deportati verso gli Stati Uniti
durante la rivoluzione haitiana del 1804, ma probabilmente il
vudù esisteva da prima, in quanto lo Stato della Louisiana aveva
deportato schiavi dalle Indie Occidentali nel 1716, e questa pratica
venne importata anche nel Missouri, nella Georgia e in Florida. I
nomi delle danze di New Orleans vennero dai riti di adorazione degli
dèi del vudù.
Il samba era dedicato al dio Simbi,
divinità della seduzione e della fertilità. Il conga derivava
dal demone africano Congo. Il mamba derivava dalla
sacerdotessa vudù che offriva sacrifici ai demoni durante i
rituali. Lo scrittore e poeta americano Selden Rodman
(1909-2002), autore diHaiti, the Black Republic,
(«Haiti, la repubblica nera»), descrive queste danze e le ricollega
a quelle di oggi.
Sopra: Selden Rodman e il suo
libro
Haiti, the Black Republic.
È interessante notare che nell'album del 1981 My life in the Bush of Ghosts («La mia vita nel cespuglio
dei fantasmi»), di Brian Eno e David Byrne, dei
Talking Heads,
ci sia un collegamento tra gli spiriti africani e il passato oscuro
del rock stesso. La più precisa osservazione di Maya Deren
riguarda il percussionista, i ritmi e il beat (il «battito»):
«Tutte le
caratteristiche sono collegate alle attività rituali del
percussionista, il cui ruolo sembra quasi analogo a quello di un
virtuoso individuale [...]. I riti haitiani richiedono
un'esplicita abilità, preparazione e pratica superiore ad ogni altra
attività rituale»9.
Sopra: la cover di
My life in the Bush of Ghosts.
Essa osserva come i danzatori siano
obbligati a salutare i percussionisti prima di entrare in qualsiasi
parte della cerimonia. È ovvio che senza il percussionista, il
rituale non può procedere. C'è un impressionante parallelo con le
moderne rock band. Il batterista è sempre situato al centro
del palco, di solito più in alto, dietro il cantante. Senza la
batteria (o in molti casi senza il basso) la rock band
cesserebbe di esistere. Più avanti, Maya Deren scrive che è
«il
percussionista che induce i partecipanti ad integrarsi
collettivamente. È il rullare dei tamburi che fonde cinquanta o più
individui in un unico corpo, facendoli muovere come uno solo, come
se tutti questi singoli corpi venissero collegati alle fila di una
singola pulsazione, una pulsazione che batte [...] portando
il corpo ad un lento movimento ondulatorio, simile a quello del
serpente che comincia dalle spalle, per poi passare alla spina
dorsale, alle gambe fino alle anche»10.
Pearl Primus (1919-1994), una
nota esperta di danze vudù, ha affermato:
«I percussionisti
insistono con il loro tremendo battito e il loro ritmo, i quali
facilitano realmente agli adoratori il possesso della sensibilità.
Alcuni osservatori hanno raccontato che le percussioni riescono a
trasportare una persona ad un punto in cui la divinità (il "loa")
prende possesso dei loro corpi. La persona è priva di difese mentre
viene schiaffeggiata da ogni colpo del percussionista che batte il
ritmo del loa (il dio) nella sua testa. Essa si fa sempre più
piccola ad ogni singolo battito come se la percussione la colpisse
come una mazza abbattendosi sul suo cranio fino a rimbalzarle
ciecamente sul resto del corpo»11.
Non si può negare che ci sia una
forte relazione tra quello che abbiamo scoperto nelle danze
demoniache vudù e nella loro copia nella città di New Orleans
e nelle altre città del Sud. Non si può neanche negare che il
movimento moderno del rock'n'roll si sia parzialmente evoluto
partendo dalle danze precedentemente descritte procedendo attraverso
diversi stili: la rumba, il rhythm and blues, il
rock'n'roll, la disco music, l'heavy metal e il
punk rock. Ci sono, naturalmente anche altri elementi che hanno
portato la musica rock ad evolversi; a questo riguardo non ci
sono dubbi. Circa la disco music, la Southern scrive:
«L'insistente
pulsare ritmico della musica da discoteca spinge le armonie e
melodie convenzionali verso posizioni subordinate [...] in
una maniera che ricorda molto da vicino le descrizioni delle recite
juba che accompagnavano le danze nelle piantagioni del
diciannovesimo secolo»12.
Vudù e jazz
Nella loro opera Literature and Music, Ruth Tooze e
Beatrice Perham Krone (1902-2000) riferiscono che
«lo stesso istinto
dei ritmi pulsanti che è presente nelle canzoni dei neri è
stato trasposto nell'uso dei loro strumenti [...].
Nelle piantagioni e più tardi nelle città, i banjio vennero
adattati alla tromba, al clarinetto e al trombone. Con il
loro innato talento per l'improvvisazione essi crearono un
nuovo genere musicale. Noi lo chiamiamo "jazz"»13.
Sopra: il libro Literature
and Music.
È inconfutabile che parte delle origini del
rock'n'roll provengano dalle tribù dell'Africa. Ogni analisi
scritta su questo argomento porta a conoscenza del fatto
che il rock affonda le proprie radici nel jazz e nel
rhythm and blues. A causa della relazione tra la musica nera
americana e quella africana, è stato coniato un termine oggi assai
in voga: «musica afroamericana»14.
Joseph Machlis (1906-1998), docente di musica al Queens
College, scrive nel suo voluminoso libro The Enjoyment of
Music («Il divertimento della musica»):
«"Jazz", è un
termine rozzo che proviene dall'idioma musicale
afroamericano. Esso fa uso di elementi ritmici, melodici e
armonici dell'Africa, e di melodie e armonie dalla
tradizione musicale europea. L'influenza del jazz e
dell'associato idioma afroamericano sono stati così
persuasivi, che ora gran parte della nostra musica popolare
è in lingua afroamericana, e persino elementi del jazz sono
penetrati nella nostra musica da concerto»15.
Sopra: Joseph Machlis e il suo
libro The Enjoyment of
Music.
Dedurre da tutto ciò che queste sono le uniche
radici della musica rock porterebbe fuori strada. Un attento
studio del rock ci porta a capire che la realtà è molto più
complessa; tuttavia, negare che ci sia un collegamento tra i ritmi
africani e quelli del moderno rock sarebbe disonesto. La
dichiarazione secondo cui un certo ritmo o beat sia «maligno»
non può essere totalmente provata.
La cosa più importante è che è
storicamente certo che l'attività demoniaca è stata osservata in
collegamento a riti in cui le percussioni e il beat ritmico
fungevano da catalizzatore. Se questa possibilità fosse reale
occorrerebbe mettere in guardia i cristiani, dato che Satana può e
userà qualsiasi mezzo in suo potere per «portare l'umanità ad
adorarlo come se fosse Dio stesso, portando così a compimento il suo
proposito più malvagio: essere glorificato dall'uomo»16.
Le rockstar e il vudù
Il collegamento tra il rock'n'roll e il
vudù è stato ammesso persino da musicisti rock e
ricercatori. Un percussionista britannico da studio di registrazione
britannico, Rocki - Kwasi Dzidzornu - o Dijon -
(1932-1993), che ha suonato con molti gruppi e musicisti famosi come
i Rolling Stones, gli
Spooki Thooth e
Peter «Ginger» Baker (batterista dei
Cream), aveva capito
che la musica di Jimi Hendrix (1942-1970) era simile alla
musica vudù. Ecco una stupefacente dichiarazione estratta
dalla biografia di Hendrix:
«Jimi aveva avuto la
possibilità di vedere Rocki e altri musicisti africani sulla
scena londinese. Egli aveva provato piacere a suonare i suoi
ritmi sui loro poliritmi. Sarebbero poi andati completamente
fuori, in un altro tipo di spazio, cosa che prima era
accaduta abbastanza raramente [...]. Il padre di
Rocki era un sacerdote vudù e il capo percussionista di un
villaggio del Ghana, nell'Ovest dell'Africa, e il vero nome
di Rocki era Kwasi Dzidzornu. Una delle prime cose che Rocki
chiese a Jimi era da dove avesse preso quei ritmi vudù.
Quando Jimi sollevò i suoi dubbi a riguardo, Rocki spiegò
nel suo inglese haitiano che molti riff ritmici che Jimi
suonava con la chitarra erano spesso gli stessi che suo
padre suonava nelle cerimonie vudù. Il modo in cui Jimi
danzava sui ritmi delle proprie note ricordava a Rocki i
ritmi nelle danze cerimoniali che suo padre suonava ad
Oxun, il dio del tuono e del fulmine. La cerimonia
veniva chiamata "vudushi". Da bambino, nel villaggio
Rocki intagliava statuette di legno che rappresentavano gli
dèi, e anche i suoi antenati. Quelle erano le divinità che
il suo popolo adorava. Essi suonavano improvvisando
parecchio in casa di Jimi. Una volta, mentre stavano
suonando, Jimi si fermò e chiese a bruciapelo a Rocki: "Stai
comunicando con Dio, vero"?, e Rocki rispose: "Sì,
sto comunicando con Dio"»17.
Come abbiamo notato, ci sono sostenitori del «rock
cristiano» che hanno un idea «razzista». Tuttavia, nella biografia
di Hendrix, (che non è stata scritta da un cristiano), vediamo che
il figlio di un sacerdote vudù vede un collegamento diretto
tra la musica del chitarrista Jimi Hendrix e l'idolatria vudù.
Secondo voi il percussionista rock di colore Rocki Dzidzornu
può essere accusato di razzismo per aver fatto una tale
affermazione? Le sue osservazioni non possono essere
convenientemente respinte come le farneticanti affermazioni di un
fondamentalista cristiano. Anche il Newsweek ha evidenziato
il legame che c'è tra la musica vudù africana e la disco
music:
«Essa (la "disco
music") ha preso dalla musica latina le percussioni
filtrate e i suoi ritmi sensuali e palpitanti, mentre della
musica afrocubana ha ripreso la ripetizione di semplici
strofe come succede nei canti vudù»18.
Artisti noti come l'ex
Genesis
Peter Gabriel non
hanno dubbi sul fatto che ci sia un collegamento diretto tra
l'Africa e il rock:
«Ci sono cose come
il ritmo di Bo Diddley che ho sentito battito per battito
nei modelli congolesi. Quella che noi consideriamo parte
della nostra eredità musicale ha origini africane. Punto»19.
Il già citato Robert Palmer, noto critico e
storico, collega la musica rock direttamente al blues,
il quale a sua volta è collegato direttamente all'Africa. Egli
afferma nell'opera Deep Blues: A Musical and Cultural
History, From the Mississippi Delta to Chicago's South
Side:
«La musica africana,
dalla quale il blues fondamentalmente deriva, venne
importata negli Stati Uniti del Sud dai primi schiavi
africani»20.
Sopra:
Robert Palmer e il suo libro Deep Blues: A Musical and Cultural History, From the Mississippi Delta to Chicago's South
Side.
Palmer ha osservato che l'influente chitarrista
Robert Johnson (1911-1938) usava le ritmiche come espediente
che
«erano una copia
esatta del rullare dei tamburi dell’Africa dell'Ovest, e le
usava nella maniera africana, accatastando in ordine ritmi
l'uno sopra l'altro per costruire una densa e stratificata
complessità ritmica»21.
Nel suo libro Rock & Roll: an
Unruly History («Il rock: una storia sregolata»), Robert
Palmer è ancora più esplicito a proposito della connessione diretta
che c'è tra il vudù e la musica rock:
«L'idea che certi
ritmi siano i modelli o le sequenze usati come canali per
veicolare energie spirituali e per collegare la coscienza
umana dell'individuo agli dèi, è fondamentale per le
religioni della tradizione africana e per i derivati degli
stessi culti in tutte le Americhe. E sia che stiamo parlando
storicamente o musicalmente, il motivo ripetuto, i passaggi
veloci, le figure del basso e le ritmiche della batteria
fanno in modo che il rock può essere ricondotto alla musica
africana, soprattutto alla sua natura spirituale o a quella
rituale. In un certo senso, il rock è una sorta di "vudù"
radicato in una forte tradizione di natura celebrante (quella
che la Bibbia definisce "la carne") e uno spirito
lontano dai sobri valori patriarcali che è stato adottato da
coloro che si sono autonominati guardiani della cultura
occidentale»22.
Sopra: il libro di Robert
Palmer
Rock & Roll: an
Unruly History.
Nel 1982, intervistando uno dei padri del
rock, Jerry Lee Lewis (1935-2022), lo studioso Steve
Turner chiese a Jerry Lee quale potere lo possedesse mentre
suonava. Lewis replicò: «Il potere del vudù»23.
Little Richard (1932-2020), un
altro dei padri del rock, ha proferito queste parole:
«Ciò che credo
veramente a proposito del rock - e ci sono state molte frasi
attribuite a me in tutti questi anni - può essere così
riassunto: questo genere musicale è demoniaco
[...]. Molti ritmi della musica contemporanea sono
stati copiati dal vudù, dai tamburi vudù. Se
studi i ritmi musicali, come ho fatto io, capirai che questa
è la verità [...]. Sono convinto che questa musica
allontani le persone da Cristo, e la cosa è
contagiosa»24.
Potrebbe essere semplice, suppongo, per un
sostenitore del rock cristiano sminuire la testimonianza di
Little Richard, probabilmente a causa della sua strana personalità e
di altro ancora a suo riguardo, soprattutto per via dei suoi strani
rapporti con il cristianesimo. Rispondete a questo, però: può un
difensore del rock cristiano sapere davvero di più a riguardo
del carattere del rock di Little Richard, che ne è stato uno
dei creatori?
I Rolling
Stones e altri gruppi rock hanno registrato cerimonie
occulte in cui venivano usati i tamburi e le hanno introdotte nella
loro musica. L'album Goat's Head Soup («Zuppa
di testa di capra»; Rolling Stones 1973) degli
Stones contiene
presumibilmente tali registrazioni, inclusi il vizioso tambureggiare
e le grida dei seguaci delle sètte vudù posseduti dal loa
o da altri spiriti maligni.
Sopra: nel booklet
dell'album Goat's Head Soup appare
l'immagine di una testa di
capra all'interno di un calderone. Nel mondo dell'occulto, la capra
rappresenta il demonio, mentre il calderone è un richiamo alla
stregoneria. Questo LP contiene un brano intitolato Dancing with
Mr. D, ossia «Ballando con il Sig. D», dove la lettera «D» sta
per Devil («Diavolo»).
John Lennon (1940-1980) diceva
che il rock entra direttamente nelle persone a causa del suo
ritmo vudù:
«Questa musica è
abbastanza primitiva e non ha balle, davvero; è la cosa
migliore: ti penetra con il suo battito, va nella giungla,
dove loro hanno il ritmo, ed esso si diffonderà in
tutto il mondo. La cosa è molto semplice»25.
Il fotografo inglese Tony Sanchez (†
2000), che ha viaggiato con gli
Stones per tanti anni
e ha scritto un libro su di loro, ha descritto la musica suonata
durante il loro infame concerto di Altamont, durante il quale molte
persone vennero ferite e uccise, come un «battere di tamburi
vudù e di urla primitive»26.
Egli ha anche descritto la musica della canzone dei
Rolling Stones
Gimme Shelter («Dammi un rifugio») come «ritmo vudù
ipnotico»27.
Anche Malcolm
McLaren (1946-2010), che è stato il manager di gruppi
discutibili come i Rolling
Stones, i Sex
Pistols e Adam and the
Ant, ha incluso musica tribale zulu nel suo album del
1983 Duck Rock (Charisma Records 1983).
Sopra: Malcolm
McLaren e il suo album Duck Rock.
Il musicologo
John Miller Chernoff, autore del libro African Rhythm
and African Sensibility, ha studiato le percussioni in Africa e ha anche
partecipato a sacrifici animali e ad altre cerimonie pagane per
propiziarsi gli spiriti dei tamburi. Dopo aver suonato nel corso di
queste cerimonie demoniache, egli ha affermato che le sue braccia
non erano per nulla affaticate e che «gli sembrava di non aver
mai fatto alcun errore». Chernoff ha inoltre evidenziato lo
stretto legame che c'è tra il tipo di culto tambureggiante del
vudù africano e il rock:
«Grandi
percussionisti, aficionados e studiosi possono collegare i
ritmi dei palazzi di New York e dei culti cubani e
brasiliani con quelli dell'Africa occidentale. Ad Haiti, ho
constatato di persona che per alcuni percussionisti i nomi
di diversi ritmi di culti Yeve (africani) erano abbastanza
familiari a quelli haitiani»28.
Sopra:
John Miller Chernoff
e il suo album
African Rhythm and African
Sensibility.
Il succitato David Byrne ha girato un
documentario intitolato Ilé Aiyé (The House of Life) («Ile
Aiye - La casa della
vita»; 1981), sui rituali con tamburi e sui canti della religione
africana candomblè che si è radicata in Brasile, durante i quali i
partecipanti
vengono posseduti dai loro dèi:
«Se si ripercorre la storia della
musica
popolare americana è possibile trovare certi elementi della cultura
yoruba (vudù) che l'hanno influenzata. Ci sono gli stessi ritmi
[...]. C'è
persino Little Richard. Se tu cresci con
quelle cose, ne hai già avuto un assaggio.
Così, quando vedi il candomblè, dici a
te stesso: "Ehi, questa è una parte da
dove è venuto il tutto"»29.
Sopra: Ilé Aiyé (The House of Life),
il documentario di David Byrne.
Prima della
sua morte, Brian Jones (1942-1969) dei
Rolling Stones andò in Africa a
registrare la musica trance delle
confraternite marocchine dei dervisci
«che avevano la reputazione di guarire
malattie e di lenire disagi mentali con il
battere ipnotico dei tamburi, con il
canto monotono e con il tetro suonare dei liuti»30.
Brian Jones
«viaggiò
su carri
trainati dai buoi verso le colline a Sud di Tangeri per catturare
l'antica
musica offerta alla divinità caprina Pan, e per diversi mesi fu
impegnato
nella produzione di quello che alla fine sarebbe poi diventato il
disco
postumo "Brian Jones Presents the Pipes of Pan at Joujouka"»31.
Sopra: la cover
dell'album Brian Jones
Presents the Pipes of Pan at Joujouka.
Il libro di David P. Szatmary
intitolato A Time to Rock'n'Roll: A Social History of Rock'n'Roll («Il
tempo per il rock: una storia sociale del rock») paragona il rock ai
ritmi africani. Nel paragrafo intitolato «The Birth of the Blues»
(«La nascita del blues») questo storico laico del rock
scrive:
«Il blues è stato
una creazione indigena degli schiavi neri che adattarono la
loro eredità musicale all'ambiente americano. Pur prendendo
diverse forme e passando attraverso diverse mutazioni nel
corso degli anni, il blues ha formato la base del rock
[...]. Il fatto più rilevante è che gli schiavi, abituati
a danzare e a cantare al suono dei tamburi, hanno
accentuato il ritmo anteponendolo all'armonia»32.
Mickey Hart, batterista dei
Grateful Dead, ha
studiato il collegamento che c'è tra la musica rock e la
religiosità africana. Nel libro Drumming at the Edge of Magic:
A Journey into the Spirit of Percussion, egli ha
affermato che il rock è «l'ultima estensione del backbeat
africano»33. Hart ha anche detto
che «il ritmo madre dell'Africa occidentale ha subito una
mutazione diventando il rock»34, e
ha tracciato una connessione diretta tra il rock e i ritmi
degli stregoni e di chi pratica il vudù:
«Quando le navi
negriere cominciarono a solcare le acque che separano
l'Africa dal Nuovo Mondo, tutti pensarono che trasportavano
solo corpi robusti e sacrificabili, mentre in realtà ne
stavano importando la loro cultura personale - e forse anche
la cultura della divinità madre - preservata nella forma del
ritmo dei tamburi che può essere chiamata dai loro tempi ai
nostri "Orisha". Nei Caraibi e in Sud America, agli
schiavi venne permesso di tenere le loro percussioni, e così
preservarono il loro vitale collegamento con l'Orisha,
sebbene l'improvviso mescolarsi di così tante diverse tribù
produsse nuove variazioni come il candomblè, la santeria e
il vudù [...], e da questi nacquero il jazz, il
blues, il backbeat, il rhythm & blues e il rock'n'roll,
parte dei ritmi più potenti del pianeta [...]. È
difficile individuare l'esatto momento in cui capii che la
mia tradizione - il rock - aveva un aspetto spirituale,
e che c'era stato un ramo della famiglia che aveva
mantenuto l'antico rapporto tra il tamburo e gli dèi»35.
Sopra: Mickey Hart e il suo
libro Drumming at the Edge
of Magic:
A Journey into the Spirit of Percussion.
L'album del cantante di colore statunitense Michael D'Angelo
Archer, del 1999, è intitolato Voodoo. Egli
asserisce di averlo chiamato così in quanto
«a causa delle miriadi di
influenze reperibili in questo disco, è possibile tracciare un
percorso che va dal blues, indietro nella storia, fino alle canzoni
cantate [...] nelle cerimonie religiose (vudù)»36.
Sopra: all'interno
della cover di questo album di Michael D'Angelo
Archer appare una sacerdotessa vudù mentre sacrifica una
gallina al suono dei tamburi.
In questo modo, Archer ha ammesso apertamente
l'intimo legame che c'è tra le religioni pagane dell'Africa e la
musica rock contemporanea. La musica non è neutrale.
Esiste una musica che incoraggia l'attività demoniaca,
e c'è una musica che eleva l'uomo. Esiste una
musica che esalta il lato sensuale dell'uomo, ed esiste una musica
che glorifica l'aspetto spirituale dell'uomo. La musica rock
è sempre stata associata al lato carnale e demoniaco. Non c'è posto
per lei nella vita cristiana. Afferma infatti San Paolo:
• «Ora, io non
voglio che voi entriate in comunione con i demoni; non potete
bere il calice del Signore e il calice dei demoni; non potete
partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni. O
vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di
lui»? (1 Cor 10, 21-22).
•
«La carne infatti ha desideri
contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne;
queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che
vorreste» (Gal 5, 17-18).
Se dunque il rock ha come antenati il
blues e, in ultima analisi, il vudù, essendo quest'ultimo
una forma di religione incentrata sulla possessione dell'adepto da
parte di entità spirituali (i loa), non è poi così strano che
le stelle del rock possano diventare dei canali medianici
tra il nostro mondo e quello preternaturale (infero), sia per
quel che riguarda le loro composizioni musicali che la stesura dei
loro testi. Questa Appendice lo conferma appieno.
Nelle dichiarazioni che seguono, i musicisti
testimoniano il potere esterno che si è impadronito di loro
mentre scrivevano e suonavano musica rock. Molti di loro
hanno identificato questo potere con la forza demoniaca. Fayne
Pridgeon (1940-2021), la ragazza di Jimi Hendrix, ha dichiarato:
«Jimi parlava
sempre di qualche diavolo o qualcosa del genere che era
dentro di lui. Non sapeva cosa lo faceva comportare in
un certo modo e chi gli faceva dire le cose che diceva, e le
canzoni e altre cose come quelle [...]. L'unica cosa
che sapeva era che uscivano da lui. A me sembrava che fosse
così tormentato e lacerato, ed era come se fosse davvero
ossessionato da qualcosa di realmente malvagio»37.
Sopra: Fayne
Pridgeon e Jimy Hendrix.
Come ha detto Bruce Springsteen,
«alla fine guardi la canzone e non sai esattamente da dove sia
venuta»38.
Robert Plant
e Jimmy Page, rispettivamente cantante e chitarrista dei
Led Zeppelin, hanno
entrambi dichiarato che non sanno chi abbia scritto il testo della
loro canzone occulta
Starway to Heaven. Plant ha affermato:
«Pagey aveva scritto
gli accordi e li aveva suonati per me. Io tenevo in mano la
carta e la penna, e per qualche ragione ero davvero di
cattivo umore. Poi, improvvisamente, la mia
mano scrisse le parole[...]. Io ero
seduto là e quando guardai le parole per poco non saltai
dalla sedia»39.
Sopra: Jimmy Page e Robert
Plant.
Da parte sua, Bill Ward, batterista dei
Black Sabbath, ha
dichiarato:
«Ho sempre pensato
che ci fosse un modo in cui eravamo in grado di incanalare
l'energia, e che quell'energia potesse provenire da un'altra
fonte, se vuoi, come un altro potere o qualcosa del
genere, che stava effettivamente facendo il lavoro.
Ho spesso pensato a noi come a creature terrestri che
suonavano la musica perché era soprannaturale. Parte della
musica che usciva era davvero soprannaturale»40.
Dal canto suo, Stevie Nicks, dei
Fleetwood Mac, che
aveva fama di essere una strega, ha dichiarato:
«È stupefacente,
perché qualche volta,
mentre eravamo sul palco, sentivo che qualcuno stava muovendo le
pedine[...] e io andavo. "Oh Dio, non possiamo controllarlo". E
questa è
magia»41.
Angus Young, prima chitarra degli AC/DC, soprannominato
«il chitarrista diavolo», ha ammesso che qualcosa prende il
controllo
della band durante i loro concerti:
«È come se andassi con il pilota
automatico. Quando siamo a metà del primo pezzo, qualcun altro
incomincia a manovrarmi, e io sono solo insieme a lui nel viaggio.
Quando salgo sul palco vengo posseduto»42.
Ecco invece
un'affermazione di Keith Richards, chitarrista dei
Rolling Stones:
«Riceviamo le nostre
canzoni tramite ispirazione, come in una seduta
spiritica»43.
Ecco come si è espresso Little Richard:
«Ero guidato
e controllato da un altro potere: il potere delle tenebre. Colui che
tante
persone non credono che esista: il potere del diavolo, Satana»44.
Marc
Storace, cantante maltese della band heavy metal svizzera
Krokus, ha detto:
«È una
cosa
indescrivibile (suonare musica rock). Posso solo dire che è come se
una
misteriosa energia arrivasse da un piano metafisico ed entrasse nel
mio corpo. È quasi come essere un medium»45.
Ecco quanto asserito da Yoko Ono, la
vedova di John Lennon, anche lei in odore di stregoneria:
«I Beatles erano come
medium. In realtà non erano coscienti di tutto quello che
dicevano; era qualcosa che arrivava attraverso di loro»46.
Della sua musica Lennon disse:
«È come essere posseduti:
una specie di telepatia o di medianità
47 [...]. Mi sento come un tempio vuoto riempito da
tanti spiriti: ognuno passa attraverso di me, resta per un po' e
se ne va per essere rimpiazzato da un altro»
48.
Dal canto suo, Michael Jackson
(1958-2009) ha dichiarato:
•«Mi risveglio da
qualche sogno e parto: "Wow, mettilo su carta". L'intera cosa è
strana. Senti le parole, è proprio tutto lì di fronte a te. Sento
che la cosa è stata fatta in qualche luogo e io sono solo un
corriere che la trasporta in questo mondo»49.
• «Quando
arrivo sul palco tutto all'improvviso una sorta di "magia" arriva da
qualche parte e lo spirito mi colpisce, e io perdo il
controllo di me stesso»50.
• «Succede
subliminalmente. È la musica che mi costringe a farlo. Non ci
pensi, succede. Sono schiavo del ritmo»51.
Ray Manzarek (19139-2013), tastierista
dei Doors, ha
dichiarato:
«Quando lo sciamano
siberiano è pronto ad andare in trance, tutti gli abitanti
del villaggio si radunano [...] e suonano qualsiasi
strumento che hanno per mandarlo fuori (in trance e
possessione) [...]. Era lo stesso metodo che usavamo
quando suonavamo durante i concerti [...]. Penso che
la nostra esperienza con le droghe ci abbia portato lì
[...] (nello stato di trance) più velocemente [...].
Sopra:
sciamano siberiano.
Era come se Jim (Morrison) fosse lo sciamano
elettrico e noi la band dello sciamano elettrico, che lo
spingeva da dietro. Qualche volta non riusciva ad entrare in
quello stato, ma la band continuava a spingerlo, e a poco a
poco riusciva a portarlo su. Dio! Potevo inviargli shock
elettrici attraverso l'organo. John poteva farlo con i suoi
colpi di batteria»52.
Così si è espresso Robert Fripp,
chitarrista e leader dei
King Crimson:
«Quella specie di
sentimento che mi avvolgeva era spesso lo stesso che provavo
con i primi King Crimson. Sarebbero successe cose
stupefacenti: telepatia, intendo un tipo di energia, cose
che non avevo mai provato prima di suonare [...].
Non riesci a dire se è la musica a suonare il musicista o il
musicista a suonare la musica»53.
Jim Kerr, dei
Simple Minds, ha
detto:
«Credo che
l'ispirazione mi arrivi per attraversarmi e che io ne sia un
canalizzatore»54.
John McLaughlin, leader della
Mahavishnu Orchestra,
ha affermato:
«Una notte stavamo suonando
e all'improvviso lo spirito entrò dentro di me, e io stavo
suonando, ma in realtà non ero più io a farlo»55.
Glen Tipton, chitarrista dei
Judas Priest, ha
raccontato:
«Divento pazzo quando salgo
sul palco [...]. È come se qualcun altro prendesse
possesso del mio corpo»56.
Nel 1974, la cantautrice canadese Joni
Mitchell raccontò alla stampa dello spirito femmina che la aiuta
a scrivere la sua musica:
«Joni Mitchell attribuisce
la sua creatività ad una "musa femminile" che lei identifica con il
nome di "Arte". Essa non ha preso solo il controllo della sua
musica, ma anche della sua vita. Essa si sente sposata a
questa energia, e spesso vaga nuda con questa entità nel suo podere
di quaranta acri. Questa energia ha così potere su di lei che la
porta a scusarsi per i party ai quali partecipa e ad abbandonare gli
amanti ogni volta che le viene "ordinato"»57.
Ginger Baker (1939-2019), batterista dei
Cream, ha affermato:
«Succede abbastanza spesso:
mi sento come se non fossi io a suonare il mio strumento.
È qualcun altro a suonarlo, e allo stesso tempo sta anche
suonando tutti e tre i nostri strumenti. È questo ciò che intendo
quando dico che a volte la cosa mi impaurisce. Forse stiamo
tutti suonando la stessa frase che esce dal nulla. E ci succede
davvero spesso»58.
Negli
anni '70, Baker volle studiare da vicino la musica africana e i suoi
ritmi, e si recò in Nigeria e in altri Paesi africani. Il cantante britannico Joe Cocker, che
si contorce grottescamente durante le sue performance, ha
dichiarato che qualcosa si «impadronisce» di lui quando canta59.
Nel corso di un'intervista con
Timothy White, il cantante e tastierista statunitense
Daryl Hall, del
duo Hall and Oates, ha
affermato:
«Quando sto cantando e sono
in contatto con l'energia che sto generando non ho nessuna
consapevolezza di dove sono. L'ego scompare, e io e ciò che mi
circonda con esso [...]. È questa la ragione per cui sono nel
mondo musicale: per raggiungere quella sensazione»60.
La registrazione originale diI Put a
Spell on You («Ti lancio un incantesimo») fu fatta dopo che
Screamin' Jay Hawkins (1929-2000) e i membri della sua
band si erano ubriacati, e «una sorta di presenza si era
impossessata di lui». Cominciò a
«grugnire, a ringhiare, ad
urlare, a gorgogliare in strani linguaggi sconosciuti, e a danzare
selvaggiamente nello studio di registrazione»
61.
Sopra: la cover del 45
giri I Put a
Spell on You,
di Screamin' Jay Hawkins
Hawkins era famoso soprattutto per la sua
potente voce e per le esibizioni live selvaggiamente teatrali,
accompagnate da macabri oggetti di scena sul palco (teschi, costumi
gotici e simboli vudù). Così si espresse David Bowie
(1947-2016) nel corso di un'intervista:
«Il rock è sempre stata
la musica del diavolo, non puoi convincermi del contrario.
Onestamente, credo in tutto quello che ho detto: credo che il rock
sia pericoloso [...]. Sento che siamo solo dei messaggeri
di qualcosa che è persino più oscuro di noi stessi»62.
Concludiamo con questa dichiarazione del
celebre rocker
Ozzy Osbourne
concessa alla rivista Hit Parader:
«Vorrei davvero sapere
perché ho fatto certe cose in questi anni. Non so se sono un
medium di qualche fonte esterna. Comunque sia, francamente,
spero che non sia quello che penso: Satana»63.
APPENDICE II
IL RITMO DEL ROCK
A cura del
Centro Culturale San Giorgio
Scritti laici sul rock si riferiscono
continuamente al ritmo di questa musica definendolo «osceno», «sexy»,
«volgare», «sensuale», «violento», «impulsivo», ecc... Questo ci fa
ricordare che la musica non è neutrale. Persino senza parole, la
musica riesce a parlare. Molti hanno notato l'effetto della musica
sui bambini
Quando la nostra figlia più grande era molto piccola ed
eravamo a casa di qualche amico, essa ascoltò una canzone rock
per la prima volta e cominciò a ballare anche se non ne aveva mai
ascoltata prima di allora e non era stata condizionata in alcun
modo. Oltre tutto, essa non capiva le parole. Il ritmo della musica
stessa faceva effetto su di lei fisicamente. Le dichiarazioni che
seguono di musicisti rock e di ricercatori confermano questo
fatto. Eccone una di Hendrix:
«Le atmosfere arrivano
attraverso la musica, perché la musica in se stessa è una cosa
spirituale[...]. È possibile ipnotizzare la gente
e riportarla indietro al loro stato naturale che è puro e positivo
[...]. E quando li hai portati al loro punto più debole, puoi
predicare al loro subconsciente qualsiasi cosa gli vuoi dire
[...]. Ai nostri giorni, le persone vogliono percorrere qualsiasi
tipo di strada. L'idea è di farlo nella forma più appropriata. Si
sentono come se entrassero in un altro mondo, un mondo più chiaro.
La musica fluisce nell'aria; è per questo che mi metto in
contatto con uno spirito; e quando arrivano a questo sballo
naturale, vedono meglio, sentono cose diverse»64.
Timothy Leary
(1920-1996), guru del
New Age e
grande promotore dell'LSD (acido lisergico), e convinto di
essere la reincarnazione del mago nero
Aleister Crowley, ha affermato:
«Non ascoltare le
parole; è la musica ad avere un proprio messaggio [...].
La musica mi ha mandato in sballo molte volte»65.
Il vescovo anglicano Graham Cray, ex
presidente del Comitato Greenbelt, ha a sua volta dichiarato:
«In tutta la musica
pop, le parole sono secondarie. La musica pop è sentimento,
e parla principalmente al corpo e solo
secondariamente all'intelletto»66.
Il
socio-musicologo britannico Simon Frith, professore di Sociologia
all'Università di Warwick, in Inghilterra, ha scritto nel suo libro
Sound Effects:
«La maggior
parte
dei dischi rock ha un impatto soprattutto musicale. Le parole, se
sono in
qualche modo notate, sono assorbite dopo che la musica ha impresso
il
suo marchio»67.
Sopra: Simon Frith e il suo
libro
Sound Effects.
Il musicista New Age Steven Halpern, dello
Spectrum Research Institute,
ha
a sua volta dichiarato nella sua opera Tuning the Human
Instrument:
«Nel migliore dei casi, le parole sono al
massimo
secondarie, oppure monotone e stupide. Ma il punto è che esse non
hanno alcuna importanza. Ciò che ti fa danzare è il beat, il basso e
la
batteria. E con questo mix e con il volume, il ritmo non solo viene
percepito, ma addirittura diventa palpabile. Sotto questo aspetto, è
tutta la
sezione ritmica a prendere il sopravvento sulla melodia e
sull'armonia» 68.
Sopra: Steven Halpern e il suo
Tuning the Human Instrument.
Aggiunge Simon Frith:
«Siamo sensibili alla materialità del suono del rock, e l'esperienza
di
questa musica è essenzialmente erotica»69.
Il Dr. David Elkind,
Presidente del Dipartimento degli Studi sui Minori all'Università di
Tuffs, nel Massachusetts, ha asserito nel suo libro The
Hurried Child:
«C'è una gran quantità di
energia, benché subliminale, che stimola sessualmente
sia nel ritmo che nelle parole della musica rock»70.
Sopra: David Elkind e la sua
opera
The
Hurried Child: Growing Up Too Fast Too Soon.
Ecco il parere del compositore Tom McSloy:
«Il rock è viscerale, ti
colpisce all'interno del corpo. A dispetto della tua volontà, ti fa
eccitare, muovere al ritmo della musica [...]. Per entrare
nel rock devi arrenderti ad esso, entrarci dentro, fluttuare con
lui, fino al punto in cui ti consuma, e tutto quello che puoi
sentire, ascoltare o pensare è la musica [...] così
apertamente sensuale»71.
Sopra:
durante un concerto all'O2
Arena di Londra, il 22 dicembre 2011, la popostar Rihanna
ha mimato la masturbazione davanti al pubblico mentre si esibiva.
Il già citato William Sargent non ha in
proposito alcun dubbio:
«Adolph Hitler, gli antichi
oratori greci, i Beatles e gli stregoni africani praticavano un tipo
somigliante di lavaggio del cervello [...]. Alle persone può
essere praticato il lavaggio del cervello per farle credere a ciò
che è sensato o a ciò che non lo è [...]. Il ritmo e i balli sono
modi di arrivare al sistema nervoso. Alcuni film dimostrano come i
ritmi primitivi dell'età della pietra delle tribù del Kenia e
un'orchestra da ballo londinese conducano ad uno stato emozionale
molto simile allo stato di trance»72.
Lo studioso olandese Hendrik «Hans»
Roelof Rookmaaker (1922-1977) ha constatato nel suo libro
Modern Art and the Death of a Culture:
«È emersa una nuova musica,
ancora una volta completamente non intellettuale, con un ritmo
battente e voci urlanti, piena di odio e di insulti verso tutti i
valori occidentali [...]. La protesta è nella musica stessa
oltre che nelle parole, e parlando a tutti quelli che pensano che
tutto questo sia una cosa di poco conto e nient'altro che puro
intrattenimento, voglio dir loro che non hanno mai prestato la
necessaria attenzione a certe cose»73.
Sopra: Hendrik
Roelof Rookmaaker e il suo
libro Modern Art and the Death of a Culture.
Così si è espresso il marxista statunitense
Irwin Silber (1925-2010):
«La grande energia della
menzogna del rock sta nel suo beat [...]. Essa è una
musica fondamentalmente sessuale, priva di morale
[...] e una minaccia contro modelli e valori»74.
Scrive Jon Stebbins nel suo libro Dennis Wilson: The Real Beach Boy:
«Descrivendo la canzone di
successo dei Beach Boys dei primi anni '60 intitolata "Surfin' USA"
e la sua influenza, il biografo del batterista Dennis Wilson ha
osservato: "La voce del solista aveva lo stesso suono che avrebbe
avuto quella di un teppistello trattenuto per punizione nella locale
High School. Quello che ammiravo maggiormente della canzone era il
suo ritmo primitivo[...], quel beat. Semplici
ed eccitanti, le percussioni portavano con sé il linguaggio della
libertà, una danza di liberazione [...]. Era Dennis
Wilson a presentarsi con il suo atteggiamento (ribelle) al mondo"»75.
Sopra: Jon Stebbins e il suo
libro
Dennis Wilson: The Real Beach Boy.
Ecco il parere in proposito del critico
musicale Larry Nager nel suo libro
Memphis Beat:
«Per la Memphis bianca, i
piaceri proibiti di Beale Street erano sempre stati nascosti nei
ritmi pulsanti del blues [...]. Il rock'n'roll di Elvis
offriva questi piaceri, da tanto tempo familiari al pubblico di
Memphis, ad un nuovo pubblico»76.
Sopra: Larry Nager e il
suo libro
Memphis Beat.
Il già citato Robert Palmer ha affermato:
• «Credo nel potere trasformativo del rock [...]. Questo potere non è molto inerente alle parole delle canzoni
o agli atteggiamenti delle star, ma nella musica stessa, nel suono e
soprattutto nel beat»77.
• «Le origini
(del rock) sono fondamentalmente africane e afroamericane
[...]. Il ritmo è spiritualizzato e la spiritualità ha un beat
sul quale puoi danzare»78.
• «Certi ritmi e le
loro graduali accelerazioni giocano un ruolo importante (nel
gozzovigliante stile di vita dei seguaci degli dèi della
dissolutezza, Shiva, Pan e Dioniso) [...]. Un alto livello di
suono è usato per indurre in uno stato di trance [...]. Le
danze e il rumore delle percussioni avrebbero l'effetto di creare
una zona di sicurezza e di allontanare la sfortuna»79.
Sopra: da sinistra, il
dio Pan, l'indù Shiva e Dioniso. Pur provenienti da culture
diverse e lontane tra loro, essi rappresentavano per le popolazioni
pagane le divinità dell'orgia e dell'ebbrezza, accompagnate da una
musica ripetitiva atta a scatenare i sensi. Non a caso, a Pan i
Led Zeppelin fanno un
riferimento in Stairway to Heaven, mentre Jim Morrison si
identificava con Dioniso.
Scrive il musicologo John Chernoff:
«Nella musica tradizionale africana, è il
ritmo stesso il principale argomento»80.
Una sacerdotessa della macumba brasiliana ha asserito: «Il
ritmo è più importante del significato delle parole. I nostri dèi
rispondono innanzi tutto al ritmo»81.
Quando molti protestarono per il comportamento erotico sul palco di
Jimi Hendrix, egli replicò: «Forse (il mio rock) è sexy
[...]. Ma quale musica con un grande beat non lo è»82? Il bluesman Robert Johnson disse:
«Questo sound (il blues)
faceva effetto sulla maggior parte delle donne in un modo che non
sono mai riuscito a capire»83.
Professor Longhair (1918-1980), il
famoso pianista di boogie-woogie, è stato descritto come un
«collezionista di ritmi». Egli aveva combinato
«una folle jambalaya di jump
blues, boogie-woogie, jazz, calipso, rumba, samba, e una propria
peculiare danza ritmica»84.
Questi particolari ritmi causavano nelle donne
«sussulti e contorcimenti»85.
Il già citato Mickey Hart, batterista dei
Grateful Dead,
osservava:
«Ovunque guardi nel pianeta,
le persone usano le percussioni per alterare la coscienza
[...]. Ho scoperto, insieme a molti altri, lo straordinario
potere della musica, particolarmente delle percussioni che
influenzano la mente e il corpo dell'uomo [...]. Ci sono
state molte occasioni in cui mi sono sentito come se la batteria mi
avesse trasportato ad una porta che si apriva verso un altro mondo»86.
Ancora il musicologo John Chernoff:
«Il vocabolo
"estatico", che alcune persone applicano alla musica africana, ha
origini greche e significa letteralmente "ritornare allo stato nel
quale si era". Tale termine non potrebbe essere maggiormente
inappropriato per descrivere la musica africana in generale»87.
Alla fine del XIX secolo, il ragtime
(musica da pianoforte) suonato nelle case di tolleranza in alcune
città come New Orleans, St. Louis e Memphis, era descritto come un
«suono sincopato e sensuale». Scrive il già citato critico musicale Larry Nager:
«Come nei postriboli a New
Orleans e St. Louis, le case "gayoso" provvedevano a dare un impiego
ai primi pianisti ragtime di Memphis [...]. I bordelli "gayoso"
diedero a molti abitanti bianchi di Memphis la loro prima dose di
sincopatura e di blues, a confronto delle pallide ballate e delle
sentimentali "canzoni d'amore" che l'era vittoriana aveva offerto,
quella "musica da casino" sarebbe stata eccitante in qualsiasi
situazione. Essa dava un sapore piccante al frutto proibito, rompeva
tabù sociali e morali. Quel suono sincopato e sensuale si dimostrò
irresistibile»88.
Anche da adolescente il celebre chitarrista
B. B. King (1925-2015) osservò che i ritmi del
boogie-woogie nei bar con i juke-box aveva un effetto
sessuale sulle donne. Così egli descrive la prima notte in cui suonò
dal vivo in un blues club:
«Quella notte non riuscivo a
dormire per le immagini che correvano nella mia testa. Le donne
erano in quelle immagini, certo. Le vedevo vestite e svestite
[...]. La mia mente viveva al suono della mia stessa musica e
alla maniera in cui le donne avevano reagito alla mia voce. I loro
corpi fluivano al ritmo che usciva fuori dalla mia chitarra»89.
Questa franca descrizione dei pensieri di un
bluesman (che per motivi di decenza non abbiamo potuto
trascrivere per intero), distrugge il mito secondo cui il blues/rock
sarebbe una musica innocente che può essere suonata anche in chiesa.
Essa non è né innocente, né salutare. Essa è sensuale, materiale e
demoniaca.
APPENDICE III
UN PO' DI TESTI
A cura di
Francesco Santia D'Apice
Riportiamo di seguito alcuni testi o stralci di
liriche che hanno a che fare con l'argomento trattato: il legame tra
rock e vudù.
Carlos Santana; brano
Black Magic Woman/Gypsy Queen («Donna della
magia nera/Regina gitana»), dall'album
Abraxas90 (Columbia 1970):
Black
Magic Woman
Donna della
magia nera
«I got a black
magic woman
I got a black
magic woman
Yes, I got a
black magic woman
She's got me
so blind
I can't see
But she’s a
black magic woman and she's trying to make a devil out of me
Don't turn your back on me, baby
Don’t turn
your back on me, baby
Yes, don't
turn your back on me, baby
Don't mess
around with your tricks
Don't turn
your back on me, baby
'Cause you
might just wake up my magic sticks
You got your
spell on me, baby
You got your
spell on me, baby
Yes, you got
your spell on me, baby
Turnin' my
heart into stone
I need you so
bad
Magic woman I
can't leave you alone».
Ho una
donna della magia nera
Ho una donna
della magia nera
Sì, ho una
donna della magia nera
Mi ha fatto
diventare così cieco che non riesco a vedere
Ma lei è una
donna della magia nera e sta cercando di farmi diventare
un diavolo
Non voltarmi
le spalle, bambina
Non voltarmi
le spalle, bambina
Sì, non
voltarmi le spalle, bambina
Non fare la
furba con i tuoi trucchi
Non voltarmi
le spalle, bambina
Perché avresti
appena potuto risvegliare le mie bacchette magiche
Mi tieni
sotto incantesimo, bambina
Mi tieni sotto
incantesimo, bambina
Sì, mi tieni
sotto incantesimo, bambina Hai fatto diventare il mio
cuore pietra Ho un tremendo bisogno di te
Donna della
magia non ti posso lasciare.
Sopra: Carlos Santana
e l'ellepì Abraxas.
Eagles; brano Wichty Woman («La
donna della stregoneria»), dall'album The Eagles (Asylum
1972):
Wichty
Woman
Donna della
stregoneria
«Raven hair
and ruby lips
Sparks fly
from her finger tips
Echoed voices
in the night
She's a
restless spirit on an endless flight
Wooo hooo
witchy woman, see how
high she flies
Woo hoo witchy woman she got
The moon in
her eye
She held me
spellbound in the night
Dancing
shadows and firelight
Crazy laughter
in another
Room and she
drove herself to madness
With a silver
spoon
Woo hoo witchy
woman see how high she flies
Woo hoo witchy
woman she got the
moon in her eye
Well I know
you want a lover
Let me tell
your brother, she's been sleeping
In the Devil's
bed
And there's
some rumors going round
Someone's
underground
She can rock
you in the nighttime
'Til your skin
turns red
Woo hoo witchy
woman
See how high
she flies
Woo hoo witchy
woman
She got the
moon in her eye».
Capelli
corvini e labbra vermiglie
Scintille
volano dalle sue dita appuntite Voci echeggiavano nella
notte
Lei è uno
spirito senza riposo in un volo senza fine
Woo hoo donna
della stregoneria, guarda come vola in alto
Woo hoo donna
della stregoneria lei ha La luna negli occhi
Lei mi ha
tenuto sotto incantesimo nella notte
Danzando tra
le ombre e la luce del
fuoco
Pazze risate
nell'altra stanza
E lei conduce
se stessa alla follia
Con un altro
mestolo
Woo hoo donna
della stregoneria guarda come vola in alto
Woo hoo donna
della stregoneria lei ha la luna nell'occhio
Bene lo so che vuoi un amante
Lascia che ti
dica fratello, lei sta dormendo
Nel letto
del diavolo
E ci sono
rumori qui attorno
Qualcuno è sottoterra
Lei può farti
tremare di notte
Fino a quando
la tua pelle diventerà rossa
Woo hoo donna
della stregoneria
Guarda come
vola in alto
Woo hoo donna
della stregoneria
Lei ha la luna
nell'occhio.
Sopra: gli
Eagles e il singolo
Witchy Woman.
Screamin' Jay Hawkins;
brano I Put a Spell on You («Ti faccio un
incantesimo»):
I Put a
Spell on You
Ti faccio
un incantesimo
«I put a spell
on you
Because you're
mine
You better
stop
The things you're
doin'
I said "Watch
out"!
I ain't lyin',
yeah!
I ain't gonna
take none of your
Foolin' around
I ain't gonna
take none of your
Puttin' me
down
I put a spell
on you
Because you're
mine
All right»!
Ti faccio un
incantesimo
Perché sei mia
È meglio che
la smetti
Con le cose
che stai facendo
Ho detto
"attenta"!
Non sto
mentendo, sì!
Non accetterò
nessuna delle tue
Prese in giro
Non accetterò
nessuno dei tuoi modi
Per buttarmi
giù
Ti faccio un
incantesimo
Perché sei mia
Va bene!
Rolling Stones; brano Brown Sugar
(«Zucchero di canna»91), dall'album Sticky Fingers (Rolling Stones 1971):
Brown Sugar
Zucchero di
canna
«Gold coast
slave ship bound for cotton fields
Sold in a
market down in New Orleans Scarred old slaver know he's doin'alright
Hear him whip
the women just around
midnight
Ah brown sugar
how come you taste so good
(A-ha) brown
sugar, just like a young girl should a-huh
Drums beating,
cold english blood runs hot
Lady of the
house wond'rin where it's gonna stop
House boy
knows that he's doin' alright You should a heard him just
around
midnight
Ah brown sugar
how come you taste so good
(A-ha) brown
sugar, just like a black girl should A-huh
I bet your
mama was a tent show queen, and all her
Boy friends
were sixteen
I’m no
schoolboy but I know what I like You should have heard me
just around midnight
Ah brown sugar
how come you taste so good
(A-ha) brown
sugar, just like a young girl should
I said yeah, I
said yeah, I said yeah, I said
Oh just like a
black girl should».
La nave di
schiavi della costa d'oro è diretta per i campi di cotone
E gli schiavi
saranno venduti in un mercato giù a New Orleans
Il vecchio
schiavista sfregiato sta bene Sentitelo frustare le donne
verso mezzanotte
Ah zucchero di
canna com'è che è così
buono il tuo gusto?
Ah zucchero di
canna, solo come una ragazzina dovrebbe
I tamburi
battono, il freddo sangue inglese scorre caldo
La signora
della casa si chiede dove
si fermerà
Il ragazzo di
casa sa che sta bene
Lo puoi
sentire verso mezzanotte
Ah zucchero di
canna com'è che è così buono il tuo gusto?
(A-ha)
zucchero di canna, solo come una ragazza nera dovrebbe
A-huh
Scommetto che tua mamma era la reginetta del circo
E tutti i suoi
amici erano dolci sedicenni Non sono uno scolaretto, ma so
cosa mi piace
Dovresti
avermi sentito verso mezzanotte
Ah zucchero di
canna com'è che è così buono il tuo gusto?
(A-ha)
zucchero di canna, solo come una ragazzina dovrebbe
Ho detto sì,
ho detto sì, ho detto sì, ho detto
Oh proprio
come una, proprio come una
ragazza nera dovrebbe
Ho detto sì,
ho detto sì, ho detto sì, ho detto
Oh proprio come, proprio come una ragazza nera dovrebbe.
Sopra: i
Rolling Stones e
l'album Sticky Fingers.
Sopra: quando nel 2006
in durante il loro tour in Brasile, i
Rolling Stones hanno
cantato Sympathy fot the Devil («Comprensione per il
diavolo»), sul maxi-schermo alle loro spalle sono apparsi simboli
apertamente satanici (la testa del diavolo, il Pentacolo rovesciato,
la Croce del Leviatano, ecc...), ma anche fregi in stile tipicamente
vudù.
Del resto, se si ascolta la versione ufficiale di questo brano,
oltre al suono della batteria è possibile sentire anche il rullare
ossessivo dei congas:
The Jimi Hendrix Experience; brano Voodoo Chile («Bambino
vudù»), dall'album Electric Ladyland (Reprise 1968):
Voodoo Chile
Bambino vudù
«Well I'm a vooodoo chile
Lord I'm a
voodoo chile
Yeah well the night i was born
Lord I sware the
moon turned a fire red The night I was born/ I sware the. moon
turned a fire red
Well, my poor
mother cryin' out
"Oh Lord the
gypsy was right"
And I seen her
fell down right dead
Have mercy
Well, mountain
lions found me there waitin'
And set me on
a eagles back
Well, mountain
lions found me there
And set me on
the eagles wing
It's the
eagles wing baby, what can i say?
He took my
past the outskirts of infinity
And when he
brought me back
He gave me
Venus witch's ring
Hey! And he
said "fly on"
Fly on because
i'm a voodoo chile, baby
Voodoo chile,
hey
Yeah!
Well i'll make
love to you
And Lord knows
you'll feel no pain
I said I make
love to you in your sleep And Lord knows you felt no pain,
have mercy
Because i'm a
million miles away
And at the
same time
I'm right here
in your picture frame
Yeah! what did
i say now
Beacause i
said I'm a voodoo chile
Lord knows I'm
a voodoo chile».
Bene, sono
un bambino vudù
Signore sono
un bambino vudù
Bene, la notte
che sono nato
Signore giuro
che la luna era diventata rosso fuoco
Bene, la mia
povera madre gridò
"Oh Signore,
la zingara aveva ragione"!Ed io la vidi cadere morta
Abbi pietà
Bene, i leoni
di montagna mi trovarono in attesa
E mi misero
sul dorso delle aquile
Bene, i leoni
di montagna mi trovarono E mi misero sulle ali delle aquile
È l'ala dell'aquila bambina, cosa posso dire?
E mi portò indietro ai confini dell'infinito
E quando mi
riportò indietro
Mi diede
l'anello di una strega di Venere
Hey! E disse "Vola"
Vola perché
sono un bambino vudù, bambino
Bambino vudù,
hey
Bene, faccio
l'amore con te
E il Signore
sa che non sentirai dolore Dico, faccio l'amore con te
mentre dormi
E il Signore
sa che non hai sentito dolore, abbi pietà
Perché lontano
milioni di miglia
E allo stesso
tempo sono qui nella cornice del tuo quadro
Sì! Cosa ho detto adesso?
Perché sono un
bambino vudù
Il Signore sa
che sono un bambino vudù.
Sopra: Jimy Hendrix e
l'album Electric Ladyland.
Robert Johnson; brano Me and the Devil Blues
(«Io e il diavolo blu»):
Me and the Devil Blues
Io e il diavolo blu
«Early this mornin' when you knocked upon my door
Early this mornin' when you knocked upon my door
And I said "Hello, Satan, I believe it's time to go"
Me and the Devil was walkin' side by side
Me and the Devil, ooo, was walkin' side by side
I'm goin' to beat my woman until I get satisfied
She say you don't see why that I will dog her 'round
(Spoken: "Now, baby, you know you ain't doin' me right, now"
She say you don't see why, oo, that I will dog her 'round
It must-a be that old evil spirit so deep down in the ground
You may bury my body down by the highway side
(Spoken: "Baby, I don't care where you bury my body when I'm
dead and gone"
You may bury my body, ooo, down by the highway side
So my old evil spirit can get a Greyhound bus and ride».
Questa mattina
presto, quando hai bussato alla mia porta
Questa mattina
presto, ooh, quando hai bussato alla mia porta
E io ho detto:
"Salve Satana, credo che sia ora di andare"
Io e il
diavolo, stavamo camminando fianco a fianco
Io e il
diavolo, ooh stavamo camminando fianco a fianco
Vado a
picchiare la mia donna, fino a quando non sarò soddisfatto
Lei dice che
tu non capisci perché io la manderò brutta in giro
(Parlato:
"Ora, bambina tu sai che non potrai farmi stare bene, ora")
Lei dice che
tu non capisci perché io la manderò brutta in giro
Deve essere
stato il mio spirito maligno, dal profondo del suolo
Puoi
seppellire il mio corpo, al margine dell'autostrada
(Parlato:
"Bambina non mi interessa dove seppellirai il mio corpo
quando sarò morto e andato")
Puoi
seppellire il mio corpo, ooh, al margine dell'autostrada
Così il mio
vecchio spirito maligno, potrà
prendere un autobus Greyhound92
e viaggiare.
Raf; brano Il Battito Animale,
dall'album Cannibali (1993). Il testo insiste
sull'importanza del beat, come qualcosa di connaturato
all'uomo:
Il Battito Animale
Credo abbiam
perso la testa
O soltanto
perso di vista le cose più vere nel mare in tempesta e forse
non basta
Ti confesso di
avere paura e non mi era ancora successo
Paura del
mondo, di te e a volte di me stesso
No no non
passa
Abbiamo un
battito che batte come un martello pneumatico in noi, ma
se lo controlli col senno di poi
Non batterà
mai
Abbiamo un
battito sano che ci prende la mano come una moto che va che
va controvento in velocità
È un rischio
si sa
Se questo
mondo non è mai come lo volevi tu se ti vien voglia di
gridare e non fermarti più
È il
battito animale batte come non ce n'è e c'ha un tiro
micidiale
Che ti
prende, che ti porta via con sé no che non smette
di picchiare fino a quando non sarà
Il tuo battito
normale
Quell'istinto
naturale che c'e in te, dentro te
Batte ogni
volta che suono con la mia band
Batte più forte, batte fino alla morte a volte batte nella
musica pop e va controtempo è la parte di te più vera che
c'è
E allora prova
a lasciarti andare che ti sale su va dritto al centro del
tuo cuore e non si ferma più
È il
battito animale
Batte come non
ce n'è e c’ha un tiro micidiale che ti prende, e che ti
porta via con sé
No che non
smette di picchiare fino a quando non sarà
Il tuo battito
normale
Quell'istinto
naturale che c'è in te
Dentro te
Batte e
ribatte che sa di tribale
È il nostro
essere naturale che batte batte batte e si ribella a questa
nostra vita
E al mondo che
ci ha cambiati molto sì, ma non fino in fondo no no non
passa
A allora
batte, batte, batte interminatamente
È il battito
animale che è nella gente e se lo vuoi ascoltare ti dirà; no
no non passa.
Sopra: Raf e l'album
Cannibali.
Sopra: tre esempi di
album dedicati al tema del vudù. Da sinistra, Voodoo
Lounge (Virgin Records 1994), dei
Rolling Stones;
Voodoo People (XL Recording 1994), dei
Prodigy; Voodoo
(Norman Recording 1998), del satanista dichiarato King Diamond.
Sopra: il video del brano di
Zucchero Baila (2001) contiene molti elementi che
richiamano il vudù.
Una forma di spiritismo diffusissima nel Sud
America, dove è diventata una vera e propria religione basata sul
culto degli spiriti, è quella dei riti macumba e vudù,
caratterizzati dall'«incorporazione provocata». Così li descrive
Silvana Radoani94:
«La macumba importata in Sud
America dagli schiavi africani si è sviluppata in due branche
principali: l'umbanda e il candomblè, intorno alle
quali attualmente soprattutto in Brasile si sono costituite molte
sètte che contano più di quattro milioni di seguaci. Caratteristica
principale e comune dei riti umbanda e candomblè è farsi
possedere da uno spirito che nel rito umbanda si manifesta nel
corpo del sacerdote-medium che l'ha chiamato durante una trance,
mentre nel rito candomblè si incorpora anche in una o più persone
che partecipano al rito (e che vengono al momento della possessione
chiamati "cavalli").
Sopra: sacerdotessa
del'umbanda.
Al termine della possessione durante la quale
lo spirito avrà comunicato con i fedeli, la persona non ricorderà
nulla di quanto gli è accaduto. Poiché lo spirito che è stato
inviato si pensa che abbia poteri che l'uomo non ha, i
sacerdoti-medium mentre sono posseduti da essi emettono responsi e
fanno veri e proprî riti magici o con finalità malefiche o con
finalità benefiche. Nel culto dell'umbanda, gli spiriti che si
presentano sono chiamati "orixa" e sono creduti divinità
della natura e delle sue forze (in origine in Africa erano
considerati antenati che venivano divinizzati perché in vita avevano
stabilito vincoli che gli garantivano il controllo delle forze della
natura).
Sopra: culto
candomblé.
In un ibrido sincretismo con il cattolicesimo e per dargli
una connotazione benefica, questi spiriti sono identificati anche
con i Santi della Chiesa cattolica che durante tali riti
opererebbero presunti prodigi e guarigioni. Nel culto candomblè,
invece, sono considerati semplicemente "spiriti della luce". Altri
riti simili, provenienti da etnie africane, sono quelli del santo
daime, della santeria, del palo mayombe e il vudù
che presentano qualche differenza rispetto al candomblè sul piano
del culto, differenza che però è solo esteriore, ma non sostanziale.
Sopra: rituale della
santeria.
Santeria e palo mayombe rappresentano i culti più sanguinari e
negativi che vi siano, e non disdegnano grande spargimento di sangue
di animali e anche di uomini (ricordiamo la famosa carneficina di
Matamoros, una cittadina messicana al confine con gli Stati Uniti,
dove nel 1989 furono immolate ventiquattro persone al culto del palo
mayombe, per ingraziarsi l'esportazione degli stupefacenti).
Sopra: l'americano di
origini cubane
Adolfo de Jesús Constanzo (1962-1989), El Padrino de Matamoros,
a metà degli anni '80 seminò il panico e l'orrore nel Messico del
Nord con il suo culto del palo mayombe. Constanzo ha compiuto
una serie di atrocità supportato dai suoi seguaci e da La Madrina
(Sara Aldrete), la donna al
suo fianco durante i sacrifici rituali del culto, effettuati per
ottenere dagli dèi la protezione dei narcotrafficanti e per
diventare sempre più ricco e potente. Ma la sua sete di sangue, che
lo portò a torturare e ad uccidere uno studente e un numero
imprecisato di persone (forse sette, forse più), segnò la fine.
Al vudù
(praticato moltissimo nell'isola di Haiti, dove recentemente si è
giunti all'aberrante decisione di farne religione ufficiale, e a
Cuba, nelle Antille e in Brasile), dobbiamo tutti quei segni
stranissimi e arzigogolanti chiamati "vévé" che a volte
vediamo sui giornali esoterici o in ritrovamenti presso cimiteri. In
questo rito si crede all'esistenza dei loa, spiriti animistici della
natura, che possono essere buoni o cattivi: quelli cattivi indicati
con l'appellativo di "diabs" ("diavoli") richiedono offerte
in superalcolici, ma anche in animali e sacrifici umani (molte volte
in America sia del Sud che del Nord sono stati ritrovati resti umani
con intorno disegni vévé). I vuduisti si riuniscono anche per
invocare i diabs (diavoli) contro qualcuno. Sono dei veri e proprî
malefici molto temuti in Sud America anche da chi non è in contatto
con gli ambienti dello spiritismo».
È un culto sincretistico diffuso soprattutto ad
Haiti e praticato in massima parte dalla popolazione nera
discendente dagli schiavi deportati dall'Africa. Il nome «vudù»
deriva da una parola dei dialetti della tribù Ewe (Togo Orientale,
Dahomey) che significa «nume», «genio», «spirito
protettore». Con questo termine vengono definite le divinità o
le entità spirituali; la supposta origine della parola da un
ipotetico veau d'or (in francese «vitello d'oro»), attorno al
quale si celebrano danze sacre, non sembra fondata.
In altre isole
dei Caraibi, il vudù è diffuso con il nome di santeria
o naniguismo. Il culto contamina elementi delle religioni
africane occidentali con concezioni e riti del cristianesimo; un
missionario cristiano ha osservato che «i quasi cinque milioni di
haitiani sono cattolici per l'83% e per il 100% vuduisti». Il
vudù è una delle nuove religioni dell'America Latina. Haiti, la
più grande delle isole Antille dopo Cuba, venne scoperta nel 1492 da
Cristoforo Colombo. In sostituzione della popolazione india, vennero
deportati schiavi dall'Africa perché considerati più resistenti alla
fatica.
Rispettivamente nel 1697 e nel 1795, le parti occidentale e
orientale dell'isola passarono sotto il dominio francese. I riti
religiosi africani erano stati rigorosamente vietati dal Codice per
i negri del 1685; il vudù venne allora praticato segretamente
in luoghi nascosti, sulle montagne. Questa forma religiosa
rappresentava l'ultimo legame rimasto agli schiavi con le proprie
radici africane e costituiva una forma di autocoscienza politica.
Nella notte del 14 agosto 1791, il culto si manifestò infatti come
potente fattore rivoluzionario.
Lo schiavo e sacerdote vudùDutty Boukman († 1791) diede il segnale della rivolta durante
una cerimonia vudù: la fede nelle divinità della patria
africana e nel potere del culto dette ai neri haitiani, la forza di
cominciare una guerra di liberazione contro le truppe coloniali
francesi, dodici anni più tardi, nel 1803, venne finalmente
raggiunta l'indipendenza dopo una lotta sanguinosa.
La rivolta degli
schiavi del 1791 viene oggi celebrata come festa nazionale dei
vuduisti. Il culto, tuttavia, tornò ad essere considerato illegale
poco dopo la vittoria degli schiavi: parte della classe dirigente di
colore, infatti, accettò i modelli cultuali francesi e ripudiò le
tradizioni di origine africana. Nel 1957, venne eletto Presidente il
medico François Duvalier (1907-1971), sostenitore del culto.
Il leader nazionalista, chiamato «papa Doc» dai
seguaci del vudù, si proclamò presidente a vita e, nel 1964,
mobilitò le masse dei poveri per una nuova rivoluzione contro
l'oligarchia mulatta. Ne conseguì una vera e propria guerra razziale
fra neri e mulatti.
Duvalier, considerando il culto vudù come
«religione della liberazione», elevò diversi riti al rango della
religione nazionale, sebbene il cattolicesimo restasse ufficialmente
la religione di Stato; per questo motivo il presidente Duvalier
venne scomunicato dal Vaticano. Nel 1971, Jean-Claude
Duvalier (1951-2014), detto «baby Doc», successe
al padre come Presidente a vita; è sua la massima «Piti tig cé
tig» (in creolo «il piccolo di tigre è anch'esso una tigre»).
Il 7 febbraio 1986, Duvalier venne destituito e, insieme alla sua
famiglia, fu costretto alla fuga, dopo gravi
disordini durati parecchi mesi.
Le divinità vudù di origine
africana, spesso assimilate a figure sacre del cristianesimo, sono
dette loa od orisea, e talvolta anges (dal
francese «angeli»), o saints («santi»). A capo di esse sta il
Bon Dieu («buon dio»). Agwe è la divinità dei mari e
di tutto ciò che vive dentro o sopra di essi: pesci, vegetazione
marina, imbarcazioni e così via; è il protettore dei pescatori e dei
marinai e suo simbolo e strumento di culto è il corno di conchiglia,
con il quale il marinaio invoca il vento favorevole. Il corno era
usato anche per richiamare a raccolta i militanti neri durante le
rivolte degli schiavi.
Azak-Tonnerre è la divinità del
lampo e del tuono, protettrice degli agricoltori; il suo simbolo è
il cesto di vimini. Ayida-Weddo è la signora del
Serpente celeste, ovvero dell'Arcobaleno, ed è sposa di
Damballah. Quest'ultimo (detto anche Damballa) è la
divinità della fertilità che vive sugli alberi posti nelle vicinanze
delle sorgenti. Poiché questa divinità è rappresentata da un
Serpente, i vuduisti venivano anche chiamati «adoratori di
serpenti».
Sopra: da sinistra,
Agwe, Ayida-Weddo e da Damballah.
Erzulie (o Ezili) è la dea dell'abbondanza,
della ricchezza e dell'amore. I Guede (o Ghede)
formano una famiglia di circa trenta divinità della morte. Ne fanno
parte Baron Samedi (samedi, in francese «sabato»),
Baron La Croix (la croix, in francese «la croce») e Maman
Brigitte. A capo di queste divinità c'è Baron Cimetière.
Vengono tutte rappresentate come becchini che indossano cilindro,
soprabito nero e occhiali scuri. Durante la festa dei defunti viene
danzata la banda, un ballo a forti tinte erotiche.
Sopra: da sinistra,
Erzulie, Baron La Croix e Maman Brigitte.
Il loa
invocato per primo durante le cerimonie è Legba (o Papa
Legba); egli traduce le preghiere umane nella lingua delle
divinità e svolge quindi un ruolo di mediatore tra i loa e
gli uomini. Suo compito è anche sorvegliare la barriera che divide
il mondo dei loa da quello degli uomini, così che nessuna
forza divina possa raggiungere i fedeli senza il suo assenso e
viceversa. Il suo simbolo è la croce di Legba in cui la trave
verticale rappresenta il tramite fra mondo superiore celeste e mondo
terreno, come pure il cammino delle divinità verso la terra.
Sopra: Papa Legba, la
sua croce e un altro simbolo vudù legato a questa divinità.
Il
punto iniziale del tragitto è situato immaginariamente in Africa. La
trave orizzontale, invece, simboleggia la vita terrena. Il punto di
intersezione della croce rappresenta l'incontro tra la sfera divina
e quella umana: compito di Legba è quindi di vigilare su questo
luogo di comunicazione tra loa e uomini. Legba viene invocato
così:
«Atibon Legba, solleva la
barriera per me. Papa Legba, solleva la barriera affinché io possa
entrare. Quando ritornerò saluterò i loas. Voodoo Legba, solleva la
barriera per me affinché io possa ritornare. Quando ritornerò
ringrazierò i loa».
Sopra: Baron Samedi,
un'altra divinità
importante nel
pantheon vuduista.
Loco, la divinità della medicina e del
mondo vegetale, viene venerato sotto forma di albero; Ogun
Ferraille è il dio del ferro e del fuoco; Ogun Badagri è
la divinità della guerra; Zaka viene venerato come nume
pacifico dei lavoratori della terra e come protettore
dell'agricoltura. Gli elementi essenziali del variegato rituale sono
di origine africana occidentale.
Sopra: Ogun Badagri.
Per le offerte sacrificali vengono
uccisi galli, maiali o tori, dopo aver chiesto loro il «consenso»;
se, infatti, l'animale accetta il cibo offertogli prima del
sacrificio, significa che manifesta il consenso alla sua uccisione.
Se invece il cibo viene rifiutato, l'animale è immediatamente
sostituito con un altro. Un ruolo centrale nel culto è svolto dalle
danze rituali, necessarie a stabilire uno stretto legame tra uomini
e divinità.
In genere, il sacerdote da il segnale di inizio della
danza con un sonaglio di zucca; i tamburi e i canti, poi, spingono
al parossismo la frenesia dei danzatori, i quali vengono «afferrati»
dalle divinità e «cavalcati» secondo il movimento ritenuto tipico di
ciascun nume celeste; ad esempio, il danzatore afferrato da Damballa
striscia contorcendosi come un serpente, mentre quello cavalcato da
Agwe imita il movimento del rematore.
Il clero è suddiviso
gerarchicamente secondo le funzioni specifiche; donne e uomini hanno
pari diritto sacerdotale. Se uomo, il sacerdote prende nome
oungan, se donna, mambo. II ministro del culto
di rango più elevato ha nome papaloa o, se donna, mamaloa.
Il responsabile delle danze rituali è
detto la place. Le cerimonie vengono celebrate in
luoghi di culto detti ounfo, edifici che solo in
piccola parte si differenziano nell'aspetto dalle grandi case
haitiane degli agricoltori.