Hotel California è il titolo della canzone contenuta nell'omonimo album degli Eagles, che ne ha vendute 16.000.000 di copie. Scritta da Don Felder, Don Henley e Glenn Frey, è una delle canzoni più famose dell'era degli album oriented rock. Fu in cima alla classifica Billboard Hot 100 per una settimana nel maggio del 1977. Hotel California vinse il Grammy Award per il Singolo dell'Anno nel 1978. La canzone è ben piazzata in molte classifiche di musica rock. La rivista Rolling Stone, ad esempio, l'ha descritta come la quarantanovesima canzone più bella di tutti i tempi 1. È anche una delle «500 canzoni della Rock and Roll Hall of Fame che hanno influenzato il Rock and Roll» (The Rock and Roll Hall of Fame's 500 Songs that Shaped Rock and Roll). L'assolo di chitarra della canzone è stato classificato ottavo dalla rivista Top 100 Guitar Solos. Ma veniamo al testo:
Il testo molto ermetico di questo brano ha dato luogo a diverse interpretazioni. Apparentemente, la canzone narra la storia di un viaggiatore stanco che rimane intrappolato in un albergo terrificante, che all'inizio sembrava invitante e accogliente. La canzone generalmente è interpretata come un'allegoria dell'edonismo e dell'autodistruzione dell'industria musicale della California del Sud nella fine degli anni Settanta; Don Henley l'ha definita «la nostra interpretazione della bella vita a Los Angeles» 4, e in seguito ha replicato: «é essenzialmente una canzone sull'oscura vulnerabilità del sogno americano, che é qualcosa che conosciamo bene» 5. Secondo altri sarebbe un'allusione alla dipendenza da cocaina. Ma secondo altre voci e diversi indizi, questo brano potrebbe contenere riferimenti satanici.
Si è detto di tutto a proposito dell'edificio che appare sulla cover di questo LP: che sarebbe una chiesa sconsacrata, un ex manicomio o addirittura un luogo dove vivevano dei cannibali! Ma si è anche detto che sarebbe il luogo dove Anton Szandor LaVey (1930-1997), Sommo Sacerdote e fondatore della Church of Satan («Chiesa di Satana») di San Francisco, in California, avrebbe scritto The Satanic Bible («La bibbia satanica»). Cosa c'è di vero in tutta questa storia? Dove finisce la leggenda e inizia la verità? Diciamo innanzi tutto che l'edificio che appare sulla copertina dell'album 6 è il Beverly Hills Hotel, meglio conosciuto come Pink Palace, costruito nel 1912 e situato al 9641 di Sunset Boulevard, a Los Angeles. Si tratta di un albergo di lusso frequentato da diverse stars di Hollywood.
Ma cosa c'entra LaVey con tutto questo? La cosa ha avuto inizio da una dichiarazione rilasciata alla stampa da Larry Solters, a quel tempo manager degli Eagles, secondo cui alcuni componenti del gruppo frequentavano membri della Church of Satan 7. Nel corso di un'altra intervista, lo stesso Solters ha ammesso che gli Eagles sarebbero addirittura membri della sètta satanica di LaVey 8. Alcuni fondamentalisti americani si sono spinti ancor più lontano affermando che nella foto della hall affollata di persone (tra cui gli Eagles stessi) dell'albergo contenuta nell'interno aperto della cover di questo LP, sarebbe stato immortalato il capo della Chiesa di Satana in persona! Ecco il commento a questo proposito del chitarrista Glenn Frey: «Quella storia fu messa in giro da un predicatore fondamentalista dell'Oklahoma e si sparse a macchia d'olio per tutto il Sud. Tutto cominciò perché nella foto all'interno della copertina di Hotel California, in alto a sinistra, c'è una modella di colore che appare a malapena affacciata alla finestra. Insomma, questo predicatore s'inventò che era Satana in persona»! Ecco l'immagine in questione.
In effetti, in alto a sinistra, in un loggiato interno formato da tre archi (dietro cui si intravedono tre porte), in quello centrale è possibile vedere una persona, apparentemente calva con baffi e pizzetto, ma e veramente difficile, anche ingrandendo la foto, affermare con precisione se si tratti di Anton LaVey... Secondo altri osservatori, LaVey apparirebbe (seminascosto da un lampadario) nella prima finestra in alto a destra...
Ma anche in questo caso, non c'è evidenza. In realtà, in questa foto storica c'è un altro particolare che è sfuggito a molti e che pone inquietanti interrogativi sull'identità di due strane figure. Tra la gente che posa alle spalle degli Eagles, spuntano due personaggi un po' eccentrici... Giudicate voi!
Proprio alle spalle degli Eagles, si vedono, anche se in ombra, due bizzarre figure poste l'una di fronte all'altra. Quella di sinistra sembra avere le corna, mentre quella di destra ha l'aspetto di una maschera o qualcosa del genere. A questo punto sorge inevitabile la domanda: chi sono? Perché mai due persone si sarebbero camuffate in questo modo e si sarebbero fatte fotografare alle spalle della band? Perché mai gli Eagles o la loro casa discografica avrebbero scelto una fotografia che cela un particolare così stravagante?
Anche in questo caso, non mancano i collegamenti con la Chiesa di Satana. In effetti, tra i riti officiati da questa sètta, ve n'è uno che richiama molto da vicino la foto appena vista. Trattasi del Das Tierdrama (in tedesco, «Il dramma degli animali»), una cerimonia estratta dal libro di LaVey The Satanic Rituals (pagg. 103-105), dove gli uomini rinunciano alla loro natura spirituale e celebrano la loro identità con gli animali. «L'uomo è dio», ripetono i fedeli della sètta, ma anche noi animali «siamo uomini, e quindi siamo dèi» 9. Le maschere animalesche utilizzate dagli adepti somigliano molto agli insoliti volti che appaiono all'interno della cover di Hotel California.
D'altronde, non è un mistero che durante la messa nera o altro riti demoniaci, gli adepti delle sètte sataniche siano soliti indossare maschere spaventose, spesso con fattezze caprine. Questo fatto è attestato anche nell'opera The History of Witchcraft (Citadel Press 1984, pag. 136), del sacerdote cattolico Montague Summers (1880-1948), dove questo Autore parla di covens satanici inglesi i cui membri indossavano maschere da capra.
Ma torniamo al testo del brano: «Allora io chiamai il Capitano/ Per favore portami il vino/ Disse/ Non abbiamo più avuto
quello spirito dal 1969». In inglese, la
parola spirit significa «spirito», ma in alcuni casi può
voler dire anche alcol. Secondo un'interpretazione, il Capitano
della
Il testo si
conclude con queste parole: «Puoi pagare ed andartene
ogni volta che vuoi/ Ma non potrai mai veramente
andartene», frase che potrebbe alludere
all'impossibilità da parte dell'adepto di abbandonare la congrega
satanica senza gravi conseguenze. Inoltre, il nome del brano -
Note
1 Vedi pagina web http://www.rollingstone.com/news/coverstory/500songs 2 Traduzione dal testo originale a cura di Francesco Santia D'Apice, che ringraziamo. 3 La colitas sarebbe un fiore che cresce nel deserto. Sia Don Henley che Don Felder hanno più volte dichiarato pubblicamente che le colitas sono inebrianti fiori del deserto. Secondo altre voci, colitas sarebbe un termine spagnolo che significa «piccole code», in riferimento ai germogli di cannabis. 4 Vedi pagina web http://www.rollingstone.com/news/story/6595894/hotel_california 5 Affermazione di Henley durante lo show televisivo 60 Minutes, andato in onda il 25 novembre 2007. 6 La foto sull'album è stata scattata da David Alexander e John Kosh. 7 Cfr. Time, del 15 agosto 1975. Quasi tutte le opere o gli articoli che parlano di questa intervista sbagliano il cognome del manager chiamandolo Salter anziché Solters. 8 Cfr. Waco Tribune-Herald, del 28 febbraio 1982. 9 Cfr. M. Introvigne, Indagine sul satanismo, Mondadori, Milano 1994, pagg. 285-286. 10 Vedi pagina web http://www.spiritualsatanist.com/articles/magick/ritualtools.html 11 Vedi pagina web http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,917732,00.html 12 Cfr. Time, del 15 agosto 1975. 13 Nel suo libro Il Rock'n'Roll (EUN, Marchirolo 2000, pag. 67) Padre Jean_Paul Régimbal o.ss.t. afferma che tutta la canzone sarebbe un lunghissimo backmasking bifronte che, oltre a parlare di LaVey, descriverebbe la congiunzione carnale di una donna di nome Rosemary con il diavolo per concepire l'Anticristo ( pag. 67). Il nome della prescelta è una chiara allusione alla protagonista della famosa pellicola Rosemary's Baby (1968), del regista Roman Polansky, che vide la partecipazione di LaVey in veste di consulente dell'occulto. Secondo molti suoi biografi, LaVey stesso comparirebbe per un istante mascherato da Satana, nella scena in cui Rosemary (l'attrice Mia Farrow) si accoppia con il maligno.
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