Jay-Z satanista e massone?

TOP

Il film «Metropolis» e la cultura pop

titolo i canti sacri di daryl hall

di R. C.

 

postato: 5 marzo 2013

ultima modifica 19 agosto 2016

 

daryl hall

 

 

«Sono rimasto affascinato da Aleister Crowley, il mago inglese del XIX secolo che insegnò certe credenze [...]. Fui attratto da lui perché la sua personalità era l'equivalente del tardo diciannovesimo secolo della mia, essendo cresciuto in una famiglia convenzionalmente religiosa e facendo tutto ciò che poteva per oltraggiare le persone che vivevano attorno a lui e anche se stesso».

 

- Daryl Hall

(T. White, Rock Lives: Profiles and Interviews, Henri Holt & Co., New York 1990, pag. 584).

 

«Intorno al 1974, mi sono specializzato in occultismo e ho trascorso sei o sette anni immerso nelle tradizioni cabalistiche e caldee, celtiche e druidiche. Sono stato anche affascinato da Aleister Crowley, il mago del XX secolo che condivideva queste credenze».

 

- Daryl Hall

(Penthouse, marzo 1987, pagg. 60, 62).

 

Daryl Hall è stato uno dei maggiori esponenti del soul e del soft-rock americano degli anni '70 e '80. In coppia con l'amico John Oates ha venduto decine di milioni di dischi, sia singoli che long playing, scalando le classifiche di tutto il mondo.

 

daryl hall - john oates

Sopra: Daryl Hall e John Oates.

 

Tra gli album più significativi ricordiamo Abandoned Luncheonette (1973); Daryl Hall & John Oates (1975); Bigger Than Both of Us (1976), con il singolo Rich Girl; Voices (1980), con il brano Kiss on My List; Private Eyes (1981), che comprendeva la celebre Private Eyes e I Can't Go for That (No Can Do); H2O (1982), con il brano Maneater; Big Bam Boom (1984) con Out of Touch.

 

Similmente a molti altri esponenti del mondo musicale, anche Daryl Hall in passato ha indirizzato il suo interesse verso il mondo dell'occultismo, in particolare verso il noto satanista Aleister Crowley (1875-1947), come da lui stesso dichiarato in più di un'occasione. E come si può ben immaginare tale interesse ebbe ripercussioni sia sulla sua attività musicale che sulle sue frequentazioni.

 

aleister crowley

 

Nel 1974, infatti, Daryl Hall fece la conoscenza del chitarrista Robert Fripp, il leader dei King Crimson, forse il più importante gruppo progressive della storia del rock.

 

robert fripp

 

In quel periodo Fripp si era ritirato dalle scene per frequentare i corsi dell'istituto di John Godolphin Bennett (1897-1974), discepolo e biografo dell'esoterista Georges Ivanovič Gurdjieff (1872-1949) 1.

 

john godolphin bennett

 

La collaborazione tra i due, qualche anno dopo, ebbe come frutto il sorprendente disco solista Sacred Songs, un'opera in cui le sperimentazioni strumentali di Fripp incontravano l'anima pop di Hall.

 

sacred songs - daryl hall

 

L'intenzione iniziale di Robert Fripp era infatti quella di far pubblicare tre album moderatamente d'avanguardia, ma che allo stesso tempo concedessero qualcosa anche ai gusti del mercato discografico.

 

georges ivanovič gurdjief

 

Gli altri due progetti erano Exposure (1979), album solista di Fripp, e Peter Gabriel II (1978), album dell'ex leader dei Genesis Peter Gabriel, prodotto, appunto, da Fripp. In realtà, il piano non ebbe gli sviluppi desiderati, visto che Sacred Songs venne registrato nel 1977, ma la casa discografica di Daryl Hall (la RCA) ritenendolo troppo poco commerciale, lo fece uscire solamente nel 1980.

 

exposure - robert fripp

 

È molto interessante vedere quello che Daryl Hall raccontò riguardo a questa esperienza al sito di musica indipendente Pitchfork, in occasione di un'intervista dell'agosto 2007 2, della quale riportiamo un estratto:

 

Pitchfork: «Il tuo primo album solista, Sacred Songs (registrato nel 1977, ma pubblicato nel 1980) è un album davvero interessante nel tuo catalogo. Come incontrasti Robert Fripp»?

Daryl Hall: «Incontrai Robert grazie ad un amico, all'incirca nel 1974, e diventammo subito amici. Abbiamo molti interessi in comune, e andavamo proprio d'accordo. In quel periodo per la prima volta iniziai a passare parecchio tempo in Inghilterra, così io mi fermavo a casa sua, e lui si fermava a casa mia. Eravamo davvero buoni amici. E poi se ne andò al Gurdjieff Camp: io fui l'unica persona del mondo esterno con cui comunicava» 3.

 

Pitchfork: «Gurdjieff Camp»?
 

Daryl Hall: «Sì, decise che avrebbe seguito gli insegnamenti di (G.I.) Gurdjieff, che in pratica sono come un centro di addestramento della mente. E così io divenni per lui una sorta di contatto con una qualche forma di realtà. Dopo che ebbe attraversato quel periodo, volle rientrare nel mondo della musica, visto che se ne era allontanato. E così lui ed io ci incontrammo e ci dicemmo: "Facciamo qualche progetto". Trovammo Peter Gabriel e varie altre persone, Peter Hammill 4, i Roches - avevamo un gruppo di persone "a maglia larga", e realizzai il mio album, Sacred Songs, poi creammo Exposure, e sto cercando di pensare a cosa accadde dopo… beh, dopo realizzammo l'album di Peter Gabriel (il II, noto anche come "Scratch").

 

Exposure era la seconda collaborazione con me, e credetti di essere il cantante dell'intero album. Dal momento che lui aveva fatto il mio disco, io avrei fatto il suo. Ma al tempo io ero con la RCA, che si impuntò. Non avrebbero permesso che la mia voce finisse su quel disco. Tutte le parti vocali che sentite in Exposure sono idee completamente mie, realizzate il meglio possibile, ma copiate da altre persone, ad eccezione di due o tre canzoni. Ciò fu davvero scoraggiante. Fu così che mi disamorai completamente del music business».

 

gurdijeff - enneagramma

 

Infatti, alla fine la voce di Daryl Hall comparve solo in pochi brani di Exposure. Ma ancora più interessante è quello che Daryl Hall afferma più avanti:

 

Pitchfork: «All'epoca eri anche interessato al misticismo e ti documentavi su Aleister Crowley e cose del genere…».

 

Daryl Hall: «Beh, questo avvenne durante il mio periodo con Robert. Un sacco di gente cerca quel genere di cose. Io le cercai, ne presi molte e molte altre le lasciai perdere. La mia vita era squilibrata in quel periodo, quando facevo quelle cose».

 

Pitchfork: «Ma fu una possibilità di ricevere delle risposte, o una qualche prospettiva»?

 

Daryl Hall: «Non erano propriamente delle risposte. Si trattava più di un'auto-analisi, di una prospettiva… un avvicinarsi alle frontiere della metafisica, tanto quanto vedere quello che è reale e quello che non lo è. Capisci? E questa è un'opinione flessibile».

 

Pitchfork: «C'è una citazione del 1984 5 che ho trovato che mi interessa particolarmente. Hai detto: "In my uncle's time, you were a minister. Two generations before that you were a warlock. Now you're me" ("All'epoca di mio zio eri un ministro. Due generazioni prima che tu fossi uno stregone. Ora tu sei me"). È così che sintetizzi il fatto di essere il frontman, il cantante»?

 

Daryl Hall: (Sorride) «Sì. L'ho sempre visto come fosse un continuum. È vero, e detto fra parentesi, io provengo da una famiglia di ministri. Il mio bisnonno era quello che in Pennsylvania erano soliti chiamare "pow-wow man", in pratica uno stregone. Risale a vecchie pratiche germaniche e inglesi, come il malocchio, proteggere i raccolti dall'avvizzimento, le mucche dalle malattie, e quel genere di cose. Sono solo vecchie cose popolari. Era un guaritore, era solito curare le verruche e dare alla gente ogni tipo di pozione e ogni cosa di quel genere. Aveva inoltre un lato malvagio. Ho sentito alcune storie su di lui. (Sorride) Non l'ho mai conosciuto, ma ho sentito un sacco di storie su di lui».

 

daryl hall - tarocco dello ierofante

Sopra: il gesto della mano destra sollevata e in atto di benedire con pollice, indice e medio appare anche sul Tarocco V, detto «Lo Ierofante».

 

In un'altra intervista del 2009 6, pur restando un po' sul vago, Hall conferma quanto detto in precedenza:

 

Kevin: «Più o meno al tempo di Sacred Songs, ho visto che eri molto interessato agli scritti dell'occultista Aleister Crowley».

 

Daryl Hall: «, me ne interessai in quel periodo della mia vita in cui mi stavo guardando intorno. Credo di avere un atteggiamento metafisico verso il mondo. Tutti vogliamo cercare e formulare opinioni su quello che succede intorno a noi, e su quale sia la natura della realtà. E io fui piuttosto coinvolto in tutte quelle cose. Da ciò imparai molto. E grazie ad esse arrivai ad altre cose ancora. Penso che alcuni dei miei testi riflettano quello che pensavo all'epoca o quello che stavo leggendo, e le ho usate come parte della mia generale filosofia di vita».

 

Dopo aver letto queste affermazioni, se andiamo a leggere i testi di alcuni brani, inevitabilmente, vediamo che essi acquistano un altro significato rispetto a quanto poteva sembrare inizialmente. Prendiamo ad esempio un pezzo dalle influenze blues come Do What You Want, Be What You Are, da Bigger Than Both Of Us (1976), album a firma Hall & Oates.

 

daryl hall - john oates - do what you want, be what you are

 

A prima vista, sembrerebbe solo un invito a fregarsene di tutto e di tutti e a godersi la vita.

 

Do What You Want,

Be What You Are


(D. Hall – J. Oates)

Fa quello che vuoi,

sii quello che sei

 

(D. Hall – J. Oates)

«Do what you want, be what you are
Do what you want, be what you are


There ain't no right er wrong way
Just a play from the heart
Lt ain't a sign of weakness to give yourself away

Because the strong give up and move on
While the weak, weak give up and stay

So do what you want to do
But be what you are
Do you believe in hot cars
Leather bars, or movie stars

Is that what's real
Payin' dues, Earth Shoes, Chicago blues
Is that how you feel?

You can change, but you can't conceal
What's deep inside you
Lt's your game, lt's your deal

So do what you want to do
But be what you are
Do you believe in hot cars
Leather bars, or movie stars

Is that what's real
Payin' dues, Earth Shoes, Chicago blues

Is that how you feel?
You can change, but you can't conceal
What's deep inside you
Let's your game, lt's your deal».

Fa quello che vuoi, sii quello che sei
Fa quello che vuoi ragazza, ma sii quello che sei


Non c
'è un modo giusto o sbagliato
Solo un gioco del cuore
Fa in modo che non ci sia un segno di debolezza per farti scoprire

Perché il forte cede e va avanti
Mentre il debole , il debole cede e si ferma

Così, fa quello che vuoi fare
Ma sii quello che sei
Credi nelle belle macchine
Nei locali sadomaso
, o nelle stelle del cinema


È quello che è reale

Pagare il dovuto, scarpe Earth Shoe, blues di Chicago
È così che ti senti?


Puoi cambiare, ma non puoi dissimulare
Quello che c'è nel profondo dentro di te
Fa il tuo gioco, fa il tuo affare

Così, fa quello che vuoi fare
Ma sii quello che sei
Credi nelle belle macchine
Nei locali sadomaso
, o nelle stelle del cinema


È quello che è reale

Pagare il dovuto, scarpe Earth Shoe, blues di Chicago


È così che ti senti?
Puoi cambiare, ma non puoi dissimulare
Quello che c’è nel profondo dentro di te
Fa il tuo gioco, fa il tuo affare.

 

Ricordiamo però che il motto di Aleister Crowley era proprio «Do what thou wilt», ossia «Fa ciò che vuoi».

 

«Fa ciò che vuoi sarà la pienezza della Legge».

 

E allora, conoscendo l'interesse che Daryl Hall nutriva nei confronti dell'occultista inglese, diventa inevitabile notare come il testo si allinei a questo «insegnamento». Non si tratta perciò di una banale canzonetta. Questa filosofia che esalta il mero soddisfacimento dei proprî desideri materiali infischiandosene di tutto il resto, diventa per Hall anche una sorta di credo, come dichiarato a Rolling Stone nel 1985 7: «Se ho una religione, è la religione del sé. Io non seguo nessuno. E questo spaventa la gente, ma mi piace l'idea di spaventare le persone. Vorrei spaventarla di più, la gente». Ma vale la pena di analizzare anche il testo di Without Tears, tratto dal già citato album solista di Hall, Sacred Songs:

 

Without Tears

(Daryl Hall)

Senza Lacrime

 

(Daryl Hall)

«Too much time is wasted on the world
Too much time is wasted on you, girl
Indifferent or cold
A dragged-up scene from an old dream
Does it surprise you where those feelings can go?

Too much power is wasted on the wrong words
Too much power is wasted on the words
And if there's one thing I've learned through the years
It's how to pour my heart out without tears
Without tears
Earth magic

Looking for the lines
But never knowing that stream
Ley line the spring that's always flowing

Spirals up and down then reverse direction
Don't you wonder where the energy goes?

Too many secrets have been told this way

Too many secrets have been given away
But if there's one thing I've learned through the years
It's how to pour my heart out without tears
Without tears
Earth magic».

Troppo tempo viene sprecato per il mondo
Troppo tempo viene sprecato per te, ragazza
Indifferente o fredda
Una scena rivangata da un vecchio sogno
Ti sorprende dove vanno quelle sensazioni?

Troppo potere viene sprecato per le parole sbagliate
Troppo potere viene sprecato per le parole
E se c'è una cosa che ho imparato negli anni

È come aprire il mio cuore senza lacrime
Senza lacrime
Magia della Terra

Cercando i confini
Ma non conoscendo mai quella corrente
Il limitare del prato la sorgente che sempre fluisce
Sale e scende a spirale poi inverte la direzione
Non ti chiedi dove va l'energia?

Troppi segreti sono stati detti in questo modo
Troppi segreti sono stati rivelati

Ma se c'è una cosa che ho imparato negli anni

È come aprire il mio cuore senza lacrime
Senza lacrime
Magia della Terra.

 

magick without tears - aleister crowley

 

Magick Without Tears è il titolo di una raccolta di lettere scritte da Crowley ai suoi adepti alla metà degli anni '40, pubblicate postume nel 1954 8. Concetti come «magia», «energia», «segreti», evidentemente qui hanno poco a che fare con un rapporto amoroso, ma vanno letti in chiave esoterica. Uno degli scopi di Crowley infatti era di cercare di incanalare il potere dell'immaginazione e la forza di volontà (in greco thélema) per determinare cambiamenti nella coscienza e nell'Universo materiale 9. Molto illuminante a tal proposito è un altro passo dello stesso articolo di Rolling Stone del 1985 citato in precedenza:

 

«Ma Hall ha un credo, per lo meno in se stesso. Due dei suoi zii furono ministri e suo nonno era uno stregone. ("Curava il bestiame e non solo") Racconta: "Crebbi attorno a quel genere di cose tipo "vedere la luce". E adesso io ne rappresento una versione secolare. Al tempo dei miei zii, tu eri un ministro. Due generazioni prima che tu fossi uno stregone. Adesso tu sei me. È proprio una corrente. Io credo nell'abilità di cambiare la realtà attraverso la volontà, e questa è la definizione di magia. E ho la sensazione di aver fatto proprio questo».

 

Il seguire le vie dell'occultismo non ha però impedito a Daryl Hall nel 2006 di pubblicare, sempre in coppia con John Oates, un album interamente dedicato al Natale, intitolato Home For Christmas. Cantare la nascita di Gesù Cristo e allo stesso tempo seguire un satanista come Aleister Crowley sono due cose che non vanno molto d'accordo. Ma evidentemente, quando si tratta di far soldi, allora la coerenza può essere messa da parte per sfruttare anche le festività cristiane. Come al solito, pecunia non olet!

 

daryl hall - john oates - home for christmas

 

 

banner centro culturale san giorgio

 

Note

 

1 Si veda l’articolo I King Crimson: Peter Sinfield e Robert Fripp alla corte di Belzebù. in questa stessa sezione.

2 Si veda Daryl Hall - Pitchfork Interview by Chris Dalen, del 21 agosto 2007; vedi pagina web

http://pitchfork.com/features/interviews/6673-daryl-hall/

3 In realtà, durante i mesi che Fripp trascorse all'Academy of Continuous Education di John G. Bennett, anche Peter Gabriel andò a fargli visita, come si evince da questa intervista rilasciata a Jean-Gilles Blum di Best, nel novembre 1978 (ma uscita nel gennaio 1979), e rintracciabile su:

http://www.elephant-talk.com/wiki/Interview_with_Robert_Fripp_in_Best

4 Il leader dei Van Der Graaf Generator, altro storico gruppo del progressive inglese.

5 Probabilmente si riferisce ad un'intervista uscita su Rolling Stone nel gennaio del 1985 intitolata «The Secret Life Of Hall & Oates». Articolo di Lynn Hirschberg; vedi Rolling Stone nº 439, reperibile alla pagina

http://www.hallandoates.de/material/Rolling Stone 1985-13.htm

6 Si veda la pagina web

http://www.undertheradarmag.com/interviews/of_montreal_vs_hall_and_oates/

of Montreal vs. Hall and Oates Part 1 - Kevin Barnes interviews Daryl Hall, del 28 settembre 2009.

7 Si veda Rolling Stone, gennaio 1985, «The Secret Life Of Hall & Oates». Articolo di Lynn Hirschberg; vedi Rolling Stone nº 439, reperibile alla pagina

http://www.hallandoates.de/material/Rolling Stone 1985-13.htm

8 Vedi pagina web

http://en.wikipedia.org/wiki/Magick_Without_Tears

9 Vedi pagina web

http://en.wikipedia.org/wiki/Sacred_Songs

 

home page