di L. C. Vincent 1
Un lettore del sito http://www.henrymakow.com ha scritto:
Questa lettera mi è stata inoltrata affinché la commentassi. Chi l'ha scritta, come molti lettori ingenui o alle prime armi con Aleister Crowley, è convinto che l'intelligenza, il fascino e l'acume mondano di questo mago siano qualcosa di completamente estraneo con ciò che considera come «satanista». Questo è dovuto anche al fatto che raramente Crowley parlò direttamente di Satana in molti dei suoi scritti.
Se egli potesse essere con noi, riderebbe indubbiamente dell'etichetta di satanista che gli viene affibbiata, riconoscendo segretamente la sua esattezza. Ne consegue che è essenziale iniziare fornendo prima di tutto una definizione condivisa di «satanista» che ci permetterà di rispondere positivamente o negativamente alla domanda se Crowley la pensasse in questa maniera, e soprattutto se agì in questo senso.
Quindi, permetteteci di definire questa espressione: il satanista è un individuo che adora quell'essere spirituale noto come «Satana», spesso incompreso o identificato o con «Lucifero» o con «il diavolo». Un «satanista» adora Satana per schierarsi con lui, o per essere ricettivo verso quei poteri che tale alleanza di Volontà può accordare a coloro che si suppone essere gli adoratori di Satana su questa Terra. Egli sottomette la realtà al suo servizio partecipando di tutti i sette «vizi» del cristianesimo, e nel contempo ponendo al di sopra di tutto la sua Vera Volontà, e quindi avendo la supremazia su ogni altro non-satanista.
Secondo la concezione di Crowley dell'Universo, l'uomo ha in ogni incarnazione un'unica «opera» da compiere su questa Terra: trovare la Vera Volontà od «opera» in questo mondo - lo scopo particolare dell'uomo in ogni incarnazione - e successivamente metterla in pratica. Nella cosmologia di Crowley, è attraverso l'adorazione di Satana - che lui considerava incarnato nel proprio Santo Angelo Custode - che una persona giunge alla perfetta conoscenza della «Vera Volontà». Da quel momento, l'individuo non ha più nessun altro obbligo spirituale che compiere la propria Vera Volontà su questa Terra.
La «Volontà» di un satanista è semplicemente l'adempimento e il godimento dello scopo della sua vita senza il minimo ostacolo alla sua indulgenza ed esecuzione, anche se la sua realizzazione dovesse causare delle sofferenze a qualcuno. Quindi, il satanista adora e sacrifica a Satana allo scopo specifico di raggiungere certe mète. Crowley noterebbe anche che nel mondo dei satanisti, dove ognuno compie la sua Vera Volontà, non ci sarebbe alcun attrito o nessun moto inutile o emozione. Tutti sarebbero in in perfetta conformità con l'Armonia Universale, giacché starebbero perseguendo e attuando le loro Vere Volontà.
Ognuno starebbe seguendo la propria «Stella» particolare (il destino), perché noi soffriamo a causa dei «dis-astri» (allontanandoci dal nostro «astro» o «stella») unicamente quando ci spingiamo troppo in avanti alla ricerca del nostro percorso incarnato, la nostra Vera Volontà. Il più delle volte, purtroppo, la nostra percezione e definizione di «satanista», come quella del grande pubblico, è probabilmente sulla falsa riga di quella di certe stelle del rock che hanno ottenuto grande notorietà grazie al loro modo equivoco di intendere le verità occulte e al loro stile di vita licenzioso o accostandosi a certi personaggi, come l'ex imbonitore da carnevale Anton Szandor LaVey (1930-1997), confidente di tante stars, l'uomo del mistero oscuro che rivelava le verità «sataniche» a gente famosa affinché queste persone ambiziose potessero compiere rituali satanici per «ottenere ciò che vogliono».
Crowley avrebbe mai ammesso di essere un «tipo» di satanista? Oddio, no! Ma concorderebbe sul fatto di non essere stato in assoluto un tipo di satanista? Per rispondere a quella domanda, lasciamo la parola ad Aleister Crowley stesso. A pagina 73 del libro The Confessions of Aleister Crowley («Le Confessioni di Aleister Crowley») 2, il Magus afferma a proposito di cristianesimo e satanismo:
Tra le pagine 512 e 519, troviamo una trentina di fotografie che mostrano Crowley in una varietà di abiti e di attività, inclusa una del 1910 che lo immortala con il copricapo di Horus, mentre fà con i pollici il «Segno di Pan» (il dio caprone cornuto), e un autoritratto del Maestro Therion (Crowley) nelle vesti della Bestia 666, una personificazione nella quale Crowley si riconosceva e che non ha mai abbandonato, ma piuttosto coltivato, in tutta la sua vita.
Inoltre, Crowley fu alla guida di un Ordine magico inglese noto come Ordo Templi Orientis (O.T.O.). Non solo si dice che i Cavalieri Templari adorassero il «dio caprone cornuto» noto come Baphomet, ma Crowley, nel prendere il comando dell'O.T.O. assunse il nome magico di Baphomet! 3. Dal momento che i Rolling Stones identificavano Mister D. (il diavolo) nel loro album Goat Head («Zuppa di testa di capra»), con il dio Baphomet, il dio cornuto con la testa caprina con cui Crowley si identificava personalmente prendendo il suo nome nell'Ordo Templi Orientis, rappresenta Satana incarnato. Kenneth Grant, capo dell'Ordo Templi Orientis in Inghilterra negli anni '50, conferma tutto questo nel suo libro del 1995 The Cults of the Shadow («I Culti dell'Ombra»), dove (a pag. 212) identifica il Baphomet come il dio «adorato dai Templari»... sotto forma di capra.
O considerate l'«invocazione» satanica di Crowley (dove per «evocazione» si intende la ricerca di un'unione sia spirituale che fisica per divenire tutt'uno con chi si evoca), in Magick 4:
O forse questo passo presente a pag. 270 dell'opera di Kenneth Grant intitolata Outside the Circles of Time («Fuori dai cerchi del tempo»): «Crowley stabilì un contatto con la Grande Fratellanza Bianca e si identificò con la Bestia 666, e con Set o Shaitan (Satana)....». Qui Kenneth Grant dice chiaramente che anche il lettore più sprovveduto non può ignorare il fatto che Aleister Crowley si considerò sia la Grande Bestia del Libro dell'Apocalisse che l'invocazione di Satana. Ma permetteteci di procedere oltre.
Noi troviamo il «Saluto a Baphomet» (il dio caprino dei Templari) scritto da Crowley a pagina 210 del libro The Secret Rituals of the OTO («I Rituali Segreti dell'OTO»), di Francis King. E in tutto il libro Aleister Crowley and the Hidden God («Aleister Crowley e il dio ignoto»), di Kenneth Grant, si parla del fatto che Crowley considerasse il suo spirito guida, Aiwass, identico al suo genio più elevato e al suo Santo Angelo Custode. A pagina 18 di questo libro, Grant afferma:
Non può esserci il minimo dubbio che Aleister Crowley si considerasse come l'incarnazione fisica della Bestia 666 di cui si parla nella Bibbia, e quindi, coerentemente al suo pensiero, Crowley adorò il Baphomet, il dio dalla testa caprina a lungo associato a Satana, considerando allo stesso tempo Aiwass, la sua guida spirituale, una manifestazione diretta del suo satanico Santo Angelo Custode. Aleister Crowley era «satanista»? Il Papa è cattolico?
APPENDICE LA DOPPIEZZA O LE CONTRADDIZIONI DI ALEISTER CROWLEY a cura del Centro Culturale San Giorgio.
Per sottrarre Crowley dall'accusa di satanismo, i suoi sostenitori sono soliti citare un passo estratto dal suo già citato libro Magick in cui il Maestro Therion afferma che «il diavolo non esiste» 6:
Oltre alle altre citazioni prese dallo stesso volume in cui Crowley chiama Satana «Padre mio», nella stessa pagina, in nota, il Nostro parla del Serpente tentatore dell'Eden come se credesse alla sua esistenza, e di fatto ne riconosce il ruolo di liberatore dell'umanità oppressa da Dio:
In definitiva, pensiamo che si possa dire che Crowley non era satanista nel senso classico conferito normalmente a questo termine, ma semplicemente ne rifiutava la descrizione che ne fa la Sacra Scrittura.
Note
1 Traduzione dall'articolo originale inglese Was Aleister Crowley a Satanist? («Aleister Crowley era satanista»?), a cura di Paolo Baroni. Scritto reperibile alla pagina web http://www.henrymakow.com/aleister_crowley.html Chi volesse contattare direttamente l'Autore di questo articolo può scrivergli al segeunte indirizzo di posta elettronica 2 Arkana Penguin Books, 1989. 3 Ibid., pag. 916. 4 Cfr. A. Crowley, Magick, Astrolabio, Roma 1976, pag. 434. 5 Cfr. The Confessions of Aleister Crowley («Le confessioni di Aleister Crowley»), 1929, cap. V, pagg. 60-61. 6 Cfr. A. Crowley, op. cit., pagg. 363-364.
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