

ultima
modifica: 11 ottobre 2022
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Premessa
Una delle obiezioni più
comunemente avanzata a proposito della presenza di
backmasking bifronti
1 è la
casualità della loro origine. I sostenitori di questa tesi
argomentano partendo dalla possibilità che, ascoltando a
rovescio qualsiasi registrazione, è possibile sentire
emergere parole di senso compiuto. In effetti, a causa di
fenomeni fonetici del tutto accidentali, può succedere che
durante l'ascolto al contrario di un brano o anche della
lettura di uno scritto si formino parole sensate.
è il caso
della
pareidolia acustica, ossia quando nelle
percezioni uditive si crede di sentire suoni, parole o frasi
significative in rumori casuali, come appunto quelli
ottenibili da registrazioni eseguite al contrario. Ma è
quasi impossibile che si formino lunghe frasi
grammaticalmente esatte e di senso compiuto, che si
riferiscono ad un argomento ben preciso.
è il caso dei
messaggi rinvenuti nelle composizioni dei
Led Zeppelin,
una band storica considerata da molti critici
musicali come la capostipite del genere hard rock.
Come dimostreremo abbondantemente in queste pagine, la
presenza di backmasking satanici nei loro album è
confermata da altri elementi esterni che, nel loro insieme,
formano una prova, a mio avviso schiacciante,
dell'intenzionalità di inserire backtracks nei loro
dischi.

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«Ho
impiegato il suo sistema (di Crowley)
in ogni singolo giorno della mia vita».
-
Jimmy Page
(Led Zeppelin. In Their Own Words, Omnibus
Press, 1981, pag. 103). |
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Il Maestro Therion
Jimmy Page, virtuoso
chitarrista degli Zeppelin,
ha dichiarato in più occasioni di essere un fervente discepolo del
mago nero britannico
Aleister Crowley
(1875-1947), un personaggio molto apprezzato nel mondo della musica
rock. Page, oltre ad essere un devoto lettore delle sue opere
fin dagli anni della scuola 2
- ad undici anni per essere precisi - ad aver
condotto lunghe ricerche su di lui, ad essere uno dei maggiori
collezionisti di materiale «crowleyano», come i cappelli, le canne
da passeggio, i libri, i manoscritti, i quadri, i suoi
paraphernalia (ossia i paramenti e gli attrezzi usati dal mago
inglese durante i suoi riti), ha persino acquistato nel 1970 la
Boleskine House, un antico maniero a Iverness, sul Lago di Loch
Ness, in Scozia, di proprietà di Crowley dal 1900 al 1918,
trasformandola in un santuario dell'occultismo
3.
Page, che in questa casa ha praticato sedute spiritiche con
l'intento di entrare in contatto con lo spirito del Maestro, ne ha
inoltre commissionato al satanista
Charles M. Pace la
decorazione, con motivi che rappresentano le diverse forme di magia
rituale 4.
Parlando di questo
cottage, Page ha asserito:
«La casa di Crowley che comprai è sulle rive di
Loch Ness, è appartenuta a due o tre proprietari prima di Crowley;
fu anche una chiesa che poi bruciò con tutta la congregazione
all'interno. Sono successe strane cose in quella casa che non hanno
niente a che vedere con Crowley, e quelle cattive vibrazioni ci
sono ancora» 5.
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Lo stesso
Robert Plant, vocal del gruppo, pur avendo ammesso di essere
affascinato come Page dalla magia nera, invitato da quest'ultimo, si
è categoricamente rifiutato di visitare l'ex residenza di Crowley,
temendo le maledizioni che ancora la abitano
6.
Due
inquadrature diverse della famigerata Boleskine House.

Jimmy Page
davanti alla Boleskine House.

Il 23 dicembre 2015, la
Boleskine House (che fu di proprietà di Page dal 1970
al 1992) ha preso fuoco e a quanto pare oltre il 60%
dell'edificio è stato devastato prima che i vigili del fuoco
riuscissero ad arginare le fiamme. La casa era vuota al
momento dell'incidente. Nel luglio del 2019 la casa è stata
oggetto di un altro incendio (probabilmente doloso
come il primo), e attualmente è in fase di ricostruzione. |
Di ritorno da un viaggio all'isola di
Rodi, Page ha tentare di comprare anche ciò che rimane di un'altra
abitazione acquistata nel 1920 da Crowley, l'«abbazia di Thelema»
a Cefalù, in Sicilia 7.
Sopra: l'abbazia di
Thelema.
Nel 1974, Page,
sempre più coinvolto in questo morboso interesse per il «Maestro
Therion» (in greco «Bestia»), decise di aprire al nº 4 di
Holland Street, a due passi da Kensington
High Street, a Londra, una libreria specializzata in occultismo,
esoterismo e magia che chiamò The Equinox (The
Equinox Booksellers and Publishers).
L'insegna della Equinox,
la libreria di Page che chiuse i battenti nel 1979.
«è
stato faticoso - ha dichiarato Page - andare nei vari posti
per procurarmi i libri che volevo»
8.
La scelta di questo nome è tutt'altro che casuale: oltre alla chiara
allusione al sopraggiunto Equinox of Gods («Equinozio
degli dèi») annunciato dal Genio Superiore Aiwass (il
demone che si manifestò a Crowley), The Equinox è
anche il titolo di un periodico pubblicato da Crowley a partire dal
1909 9.
Da sinistra:
due raccolte della rivista Equinox e l'opera di
Crowley
The Equinox of the Gods. Notate l'Occhio di
Horus nelle prime due copertine.
Questi ed altri fatti, che fra breve
andremo ad esporre, hanno fatto sì che la devozione di Page per
Crowley creasse attorno agli
Zeppelin un'aura malefica che non li ha abbandonati fino allo
scioglimento. Inoltre, alcune voci che giravano nell'ambiente
musicale attribuirono proprio alla smodata passione di Page per
Crowley le varie disgrazie accadute negli anni '70 ai componenti del
gruppo e ai loro amici e colleghi:
«Nel 1976, il socio dei Led,
Keith Harwood, morì in circostanze misteriose; Keith Relf,
ex membro degli Yardbirds, che formarono poi il nucleo dei Led
Zeppelin, si suicidò; la moglie dell'amministratore di tournée,
Richard Cole, perse la vita anche lei. Nel 1977, un bambino di
cinque anni, Karac, figlio di Robert Plant, contrasse
un'infezione virale mentre il gruppo era in tournée in America e
morì [...]. Nel '79, Philip Hale, un fotografo amico
di Jimmy Page, morì in una villa di Page dopo aver ingerito una
quantità eccessiva di morfina, cocaina e alcool; nel 1980, in
un'altra ancora delle ville di Page, John Bonham incontrò la
sua fine prematura. Graham Bond, uno dei migliori organisti
di R&B in Inghilterra, sentì anch'egli una forte attrazione per
Aleister Crowley (per un certo periodo Bond era stato cantante di un
gruppo chiamato "Magick"). Negli anni '70, lo scarso successo
incontrato parve sommarsi alla sfortunata convinzione che lo
ossessionava di essere il figlio illegittimo di Crowley. Nel 1974,
quest'illusione prese il sopravvento nella sua mente malata e il
giovane si uccise gettandosi sotto un treno mentre "era in uno stato
di estremo squilibrio mentale"» 10.
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Inoltre, nel 1975, Plant e la moglie
Maureen ebbero un terribile incidente stradale mentre erano
in viaggio sull'isola di Rodi.
Il 27 settembre 1980, l'Evening
News, in un articolo intitolato «La magia nera dei Led
Zeppelin», scrisse:
«Robert Plant e
tutti quelli che sono vicini al gruppo sono convinti che le pratiche
di magia nera di Jimmy Page siano la causa della morte di Bonham e
delle altre tragedie. [...] I tre membri rimasti dei Led
Zeppelin, ora, saranno un po' spaventati al pensiero di ciò che
potrebbe accadere la prossima volta».
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Da parte sua, Page,
anche per fugare queste voci insistenti, oltre ad aver sottolineato
di prendere le sue precauzioni per la magia nera, ha sempre
manifestato una certa riluttanza a parlare ai giornalisti delle sue
convinzioni magico-religiose e del suo coinvolgimento nelle pratiche
magiche, limitandosi ad accennare, molto vagamente, ai misteri cui
era stato iniziato, ed a quelli che gli restavano da scoprire.
Questo atteggiamento sdrammatizzante, e allo stesso tempo molto
schivo, traspare anche in questa sua dichiarazione a riguardo del
suo guru:
«Era un poeta dell'occulto.
Cercava la libertà assoluta dell'individuo attraverso i poteri della
magia e del soprannaturale, cose ridimensionate con l'avvento
del cristianesimo [...]. Credo che Aleister Crowley sia
il genio incompreso del XX secolo; la sua mèta era la
liberazione della persona, dell'entità, e diceva che le restrizioni
rovinano, portano alla frustrazione, la quale a sua volta conduce
alla violenza o alla pazzia. Più la nostra era di tecnologie e
alienazione va avanti, più le sue teorie sembrano manifestarsi. Il
suo scopo come detto era la totale liberazione: se vuoi fare una
cosa falla. Non voglio dire che sia una cosa adatta a tutti -
neanche a me piacciono tutte le sue teorie - ma trovo che parecchie
di esse siano rilevanti, ed è per questo che è stato attaccato e
incompreso. Non voglio parlare di questo troppo a lungo [...],
molta gente si annoierebbe. Non voglio nemmeno far avvicinare
nessuno a Crowley, non più almeno di come sono io nei confronti di
che so... Charles Dickens. A un certo punto, Crowley esplorò
la "self-liberation", e fu come avere un occhio puntato sul mondo»
11.
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Non una parola sulla magia sessuale,
sulle cerimonie evocatorie, sulle sue donne finite tutte in
manicomio o morte suicide, o sui suoi figli (tutti deceduti in
età infantile), e su tutto quello che avrebbe potuto turbare i suoi
fans...
Una scala per l'inferno
Nel 1984, di fronte al Consumer
Protection and Toxic Materials Committee of the California State
Assembly («Comitato per la
Protezione del Consumatore e per il Materiale Tossico dell'Assemblea
Legislativa della California»), furono sottoposti alcuni backmasking
satanici rinvenuti in Stairway to Heaven («La scala per il
paradiso»), la famosissima ballata contenuta nel IV album (Atlantic
1971) dei Led Zeppelin.
Alla voce
«Led Zeppelin», dopo aver
velocemente elencato i capi d'accusa di filo-satanismo a carico di
questa storica formazione, Stefano Marzorati, nel suo
Dizionario dell'horror
rock, senza darsi minimamente la pena di fornire uno
straccio di prova a sostegno di quanto afferma, li liquida
scrivendo:
«Tutti questi elementi, unitamente ai pesanti attacchi di
fondamentalisti in cerca di messaggi subliminali e di musicisti da
crocifiggere, hanno fatto sì che il leggendario gruppo britannico
venisse indicato tra i capostipiti dell'ondata satanica rock [...].
In particolare il capolavoro della band, la dolcissima ed evocativa
"Stairway to Heaven" [...], è stata più volte inserita nel libro
nero di queste associazioni, a causa dei suoi presunti messaggi
subliminali dai contenuti "satanici". In realtà l'amore nutrito da
Jimmy Page e da Robert Plant, cantante del gruppo, per una cultura
che ha radici nelle antiche tradizioni celtiche, la grande
attrazione per argomenti misteriosi, e la profonda vena mistica che
pervadono molte delle loro composizioni, hanno poco a che fare con
il culto di Satana» 12.
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Sopra:
Stefano Marzorati e il suo
Dizionario dell'horror
rock.
Marzorati prosegue scrivendo che anche
l'infatuazione di Page per il mago nero Crowley va riletta
nell'ottica del quadretto mistico-romantico-sentimentale appena
descritto.
Che per la composizione dei testi di Stairway to Heaven Plant si sia
rifatto alle antiche saghe celtiche sembra un dato accertato.
Quello che Marzorati non dice è che Plant era quel tempo un avido
lettore delle opere dello scrittore inglese specializzato in
occultismo Lewis Spence (1874-1955), e che tra
le fonti per le liriche di questo album ha ammesso di aver attinto -
guarda un po' - al suo libro The Magic Arts in Celtic Britain («Le arti
magiche nella Britannia celtica»; 1905)
13, un'opera
sui misteri druidici e sulla magia nera, nonché alcuni testi di
mitologia egizia.
Sopra:
Lewis Spence e la sua
opera The Magic Arts in Celtic
Britain.
Pochi però sanno che diverse persone vicine agli
Zeppelin nei giorni in cui
Stairway to Heaven venne composta, hanno
asserito di aver visto Page sedere esausto per giornate intere in
una stanza buia davanti ad una tavola imbandita con coltelli di
diverso tipo e candele accese. Egli stringeva tra le mani la sua
chitarra come se fosse in attesa di qualcosa. Quello che «giunse» a
Page è uno dei pezzi classici più popolari del
rock: Stairway to
Heaven 14. Quanto al testo di questa canzone, Plant ebbe a
dichiarare che esso è frutto di quel fenomeno noto agli spiritisti
come «scrittura automatica»:
«Jimmy Page ha scritto gli accordi e li
ha suonati per me. Io me ne stavo con carta e matita in mano, e, per
qualche ragione, ero di pessimo umore. Allora, tutto d'un tratto, la
mia mano cominciò a scrivere buttando fuori parole. Io stavo seduto
guardando le parole e quasi saltavo sulla sedia dallo stupore»
15.
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Ma veniamo a fatti più concreti. Posto di fronte all'imbarazzante
domanda del giornalista J. D. Considine sull'inserimento di
backmasking in Stairway to Heaven, Page sospirò e rispose
laconicamente: «Preferisco non commentare».
Ma cosa si celava
realmente dietro questo no comment di Page? Nel corso di un'altra
intervista, Page aveva già dovuto rispondere ad un'altra
imbarazzante domanda postagli dal giornalista Pete Frame. Essa
riguardava la presenza di un'insolita frase incisa sul vinile del
III album (Atlantic 1970) nello spazio vuoto tra l'ultima
track e
l'etichetta centrale.
«C'è una strana scritta sul
bordo del disco vicino all'etichetta... dice: "Do what thou wilt, so
mote it be". Un messaggio da
parte tua ai critici o un commento del tizio che ha fatto la stampa
del disco»?
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Risponde impacciato Page:
«L'idea è stata mia. La storia
che c'è dietro è troppo lunga da raccontare, ma l'intenzione era
quella di dare un piccolo tocco esoterico... Speravo che nessuno la
vedesse e nessuno l'ha vista tranne te, il che dimostra quanto
manchi di spirito d'osservazione molta gente e quanto osservatore tu
sia. Qualcun altro l'ha notato, da quel che so, perché Robert è
venuto da me un giorno dicendomi che l'Atlantic aveva ricevuto delle
lettere riguardo ad una strana scritta sul disco... vedi, ero
l'unico del gruppo a saperne qualcosa»
16.
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Il motto di
Aleister Crowley Do what thou wilt, so
mote it be sul
vinile di Led Zeppelin III.
E così, l'iniziato Page,
che nell'armadio conserva l'ingombrante scheletro di Crowley, fa
esotericamente incidere il motto del Maestro sulle sue composizioni
sperando nella miopia dei suoi fans! Frame incalza, e in chiusura
dell'intervista pone un'altra fastidiosa domanda:
«Prima di
concludere, ritorniamo al quarto album. Penso che nessuno abbia mai
cercato di scoprire il significato di quei simboli che racchiudono
il titolo. Vuoi parlarci di quei... quei caratteri runici islandesi,
o cos'altro sono? Risposta di Page: "Non sono islandesi, quello è un
equivoco che circola, e solo i due di mezzo sono realmente
caratteri runici. Accadde che ciascuno di noi si scelse un
simbolo e tutti insieme andarono a costituire il titolo del disco.
Robert disegnò il suo: la piuma, simbolo base di tutte le filosofie
con un retaggio molto interessante... ad esempio rappresenta il
coraggio, per le tribù pellerossa. Il simbolo di John Paul Jones, il
secondo da sinistra, è tratto da un libro sulle rune, rappresenta la fiducia e
l'abilità (infatti è difficile da disegnare con precisione). Quello
di John Bonham è tratto dallo stesso libro (i tre cerchi). Il mio
simbolo l'ho disegnato io stesso, ma molti l'hanno confuso con la
parola "zoso", e negli States c'è stato chi ha messo in giro la voce
che il titolo dell'ellepì era "zoso", il che fu un peccato perché
non si doveva supporre che fosse una parola completa, ma qualcosa
del tutto differente... e con un differente significato"»
17.
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Ecco cos'ha affermato in proposito
Plant:
«Non potete crederci, ma una volta Pagey mi prese da una
parte e mi disse: "Attento, sto per rivelarti il significato di
questo simbolo, poi non te ne parlerò mai più o almeno non te ne
parlerò per molto tempo e, credetemi, mi sono scordato cosa fosse, e
ora Pagey non me lo vuole dire. So che lo trovato in un vecchio
libro. Questo è ciò che so»
18.
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Sopra: il simbolo di
Robert Plant.
«Le rune sono simboli semplicemente
applicati ad ognuno di noi. Non voglio dire cosa significano.
Ognuno di noi ne ha scelto uno»
19.
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Ma, come abbiamo
appena visto, Robert Plant, al contrario di Bonham, ha affermato che
è stato Page a scegliere i simboli per ciascun componente del gruppo
senza che loro ne conoscessero il vero significato!

Sopra: il simbolo di
John Bonham.
Parlando del simbolo di Bonham, Plant ha aggiunto:
«Suppongo che
si tratti di una trilogia, uomo, donna e figlio. Sospetto che abbia
a che fare con le fondamenta delle credenze di tutti i popoli»
20. Ma davvero quegli strani
four symbols («quattro simboli»),
che ha scelto Page e che
compaiono sulla custodia e sull'etichetta del IV album sono simboli
filosofici o runici? Niente di più falso, e lo dimostriamo!
Cominciando dai due caratteri centrali, quelli di Jones e Bonham,
diciamo subito che essi non figurano in nessuna delle diverse
raccolte di caratteri runici che abbiamo consultato:

Dei due simboli centrali nessuna
traccia...
Ma se non sono «simboli runici», come afferma anche Marzorati,
allora cosa sono? Secondo
Padre Jean | |