Tutti pazzi per Crowley

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Anton LaVey, Rex Church e la musica

titolo uomini di chiesa e rock satanico

di Paolo Baroni

 

postato: 23 aprile 2012

ultima modifica: 4 ottobre 2012

 

bob dylan - giovanni paolo II

Sopra: il 27 settembre 1997, il cantautore e musicista Bob Dylan (vero nome Zushe ben Avraham) si esibisce davanti a Giovanni Paolo II in occasione del XXIII Congresso Eucaristico tenutosi in quell'anno a Bologna.

 

 

«Il rock è sempre stato la musica del diavolo [...]. Credo che il rock sia pericoloso».

 

- David Bowie

(Rolling Stone, del 12 febbraio 1976).

 

«Il rock'n'roll è la forma espressiva più schifosa, brutale e malefica, un afrodisiaco pestilenziale, la musica preferita di tutti i delinquenti della terra».

 

- Frank Sinatra

(Los Angeles Mirror News, del 28 ottobre 1957).

 

«Io conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Oh, fossi tu freddo o caldo! Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca»

 

(Ap 3, 15-16).

 

Premessa

 

L'atteggiamento apatico di tanti consacrati - Vescovi, parroci e religiosi - a fronte di un attacco così violento e macroscopico contro la figura di Cristo e la religione cattolica come quello sferrato da una grande fetta della musica moderna (e dettagliatamente descritto in questa sezione) costituisce senza dubbio uno dei temi più difficili da affrontare, soprattutto per chi come me è credente e praticante.

 

Prima di passare alla trattazione dell'argomento nei suoi vari aspetti, vorrei precisare che come figlio di santa romana Chiesa, anche se povero peccatore, provo un certo disagio nell'affrontare un fenomeno per certi versi incomprensibile. Mi preme anche sottolineare che pur non volendo giudicare nessuno (compito che spetta a Dio solo), non posso in coscienza chiudere gli occhi o fare lo struzzo davanti a certi comportamenti e fingere che in fondo la cosa non mi riguardi o che non sia di grande rilevanza.

 

Quando nel 1986 incontrai a Roma Padre Jean-Paul Régimbal o.ss.t. (1931-1988), il primo autore in ambito cattolico ad affrontare il tema del rock satanico nell'opera Le rock n'roll. Viol de la conscience par les messages subliminaux («Il rock'n'nroll. Violazione della coscienza tramite i messaggi subliminali»), e gli esposi la mia intenzione ad approfondire, sul suo esempio, gli studi su questo argomento per portarli a conoscenza del prossimo, egli mi benedisse e mi spronò a continuare con risolutezza in quella direzione. 

padre jean-paul régimbal o.ss.t.le rock n'roll. viol de la conscience par les messages subliminaux - jean-paul régimbal

Sopra: il religioso trinitario canadese Padre Jean-Paul Régimbal, e a lato il suo libro Le rock n'roll. Viol de la conscience par les messages subliminaux.

 

Solo qualche anno più tardi, quando iniziai a proporre conferenze o incontri nelle parrocchie o in ambiti ecclesiali, capii le ragioni di quell'incoraggiamento... La realtà che cominciai ben presto a sperimentare non era delle più rosee. Tranne qualche caso encomiabile, la maggior parte dei sacerdoti o dei responsabili di comunità religiose non era affatto interessaia ad approfondire queste tematiche, e in molti casi mi è stata chiusa la porta in faccia senza tanti complimenti. Alcuni sacerdoti hanno nascosto il loro diniego dietro futili scuse: «Se parliamo ai giovani di questi argomenti finiremo per fare pubblicità al male»!

 

Altri mi hanno detto che se si fosse parlato in negativo della musica moderna si rischiava di demonizzarla e di allontanare dall'oratorio tanti giovani che l'ascoltavano (o che la suonavano in sacrestia trasformata in sala prove...),  ecc... Anche se a volte può essere doloroso o spiacevole, come insegna San Paolo, quando c'è in gioco la salvezza delle anime o l'onore di Dio la verità va sempre detta «in ogni occasione opportuna e non opportuna» (2 Tm 4, 2), e che il nostro parlare dev'essere, come insegna il Signore, «sì, sì; no, no: quel che vi è di più viene dal maligno» (Mt 5, 37).

 

Le ragioni di un rifiuto

 

L'imbarazzo di tanti consacrati ad affrontare il tema del male ha le sue radici nel clima culturale creatosi in buona parte del clero (e di tanti laici «impegnati») a partire dalla chiusura del Concilio Vaticano II (1962-1965). Certe espressioni-talismano come «aggiornamento», «apertura al mondo», «Chiesa al passo coi tempi», l'ambiguità di certi passi contenuti in documenti conciliari e le numerose omissioni (e addirittura certe dottrine in netto contrasto con il Magistero precedente), hanno contribuito ad instaurare in numerosi ecclesiastici un état d'esprit dominato dall'idea ingannevole secondo cui il Concilio sarebbe una sorta di spartiacque tra la Chiesa pre-conciliare (da rigettare) e quella post-conciliare (da abbracciare).

 

concilio vaticano II

Sopra: il Concilio Vaticano II:

la Rivoluzione nella Chiesa.

 

A partire dal quel momento, la Chiesa avrebbe dovuto non solamente usare un linguaggio più consono ai tempi, ma addirittura eliminare dalla sua predicazione certe verità che avrebbero potuto urtare la sensibilità dell'uomo moderno. La penitenza, il diavolo, l'inferno e il peccato sono stati per così dire messi in disparte quasi costituissero un'offesa all'intelligenza e al progresso (la nuova divinità), o un retaggio della fede medievale da buttare a mare. E così, inspiegabilmente, la preghiera scritta da Leone XIII (1810-1903) in cui si chiedeva a San Michele Arcangelo di difendere la Chiesa di Dio dalle insidie del demonio recitata alla fine di ogni Messa, è stata eliminata dal Novus Ordo Missæ promulgato da Paolo VI (1897-1978) nel 1969. Evidentemente, il diavolo non insidia più le anime...

 

san michele arcangelo

San Michele Arcangelo.

 

papa leone XIII

 

La stessa sorte è toccata alla nozione secondo cui il non battezzato è in qualche modo ancora sotto il dominio di Satana e ai numerosi esorcismi presenti nel vecchio Rito del Battesimo. Quasi tutti i riferimenti al peccato, all'inferno, alla penitenza e alla dannazione eterna sono stati depennati dalle nuove preci eucaristiche e dalle preghiere del proprio di ogni Messa. Il numero degli esorcisti diocesani attivi è notevolmente diminuito. Il diavolo e l'inferno sono praticamente scomparsi anche dalla catechesi. E così via di questo passo.

 

A questa epurazione e visione secolarizzata della fede, hanno contribuito in larga misura molti teologi di tendenza progressista, i quali hanno iniziato a negare più o meno apertamente (e spesso impunemente) nelle loro opere (vendute tranquillamente nelle librerie cattoliche) l'esistenza del diavolo. Peccato che l'azione degli angeli ribelli e dell'eterno castigo siano verità di fede divina, ossia rivelate da Dio stesso, testimoniate dalla Sacra Scrittura e insegnate infallibilmente dalla Tradizione e dal Magistero bimillenario della Chiesa. Ne consegue che chi nega queste verità consapevolmente e in modo pertinace cessa ipso facto di far parte della Chiesa cattolica.

 

Si aggiunga inoltre che alla liquidazione della figura di Satana e dell'azione su questa terra dei suoi satelliti ha concorso in buona misura anche l'instaurazione di un clima irenistico di eccessivo ottimismo, di fratellanza universale (tipica degli anni Sessanta e della controcultura), di distensione e di smisurata fiducia nell'uomo e nella sua grande dignità.

 

controcultura

Sopra: la controcultura degli hippy.

 

Le mancate condanne del marxismo, del laicismo, del liberalismo e della Massoneria da parte dell'assise conciliare, sostituite dall'utopistica e inefficace «medicina della misericordia» e dal dialogo ad oltranza, hanno portato irrimediabilmente all'abolizione indolore tra i cattolici dell'idea stessa dell'esistenza di un lupo da cui difendersi, di nemici esterni e interni della Chiesa di Cristo, e in primis dell'avversario per eccellenza, l'inimicus homini, bugiardo e omicida fin dal principio: il diavolo.

 

Il caos dottrinale, la confusione e la perdita della fede nell'immediato post-concilio sono state fotografate con estrema lucidità da Paolo VI (ma non senza grandi responsabilità da parte sua) in una celebre frase pronunciata il 29 giugno del 1972, che ancora oggi, purtroppo, è di grande attualità: «Da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio» 1.

 

paolo VI

 

Preti al bivio

 

Come ha reagito il clero di fronte a questa immane tragedia? A dire il vero, l'ampiezza di questo disastro e delle sue spaventose conseguenze sono state avvertite da tanti pastori di anime. Purtroppo, molti di essi per timore di apparire disobbedienti, retrogradi, di essere isolati o derisi dai proprî confratelli o dal consiglio pastorale della propria parrocchia, pur non condividendo questo abbraccio indistinto con il mondo profano, il più delle volte hanno finito per chiudersi in un silenzio impenetrabile o hanno approvato in foro esterno ciò che interiormente rigettavano.

 

La mia esperienza personale mi ha dimostrato che solo una piccola parte dei consacrati ha avuto il coraggio di andare apertamente controcorrente. In oltre trent'anni di attività pochi zelanti parroci o responsabili di comunità mi hanno generosamente aperto le porte delle loro chiese e hanno permesso alle pecore a loro affidate di conoscere e approfondire il pericolo dell'occultismo veicolato da una certa musica. In ogni caso, si è sempre trattato di iniziative individuali, e - tranne qualche caso - mai incoraggiate dai superiori.

 

Ma vi è un altro fattore che ha fortemente contribuito a rendere più accettabile il rock a tanti sacerdoti. Con un gesto che non ha precedenti nella Storia della Chiesa, Paolo VI, onde favorire un maggiore «partecipazione attiva» dei fedeli alla celebrazione eucaristica, abolì in un solo colpo la lingua sacra (il latino) e il canto gregoriano, con grave danno alla sacralità del rito stesso.

 

Il vuoto lasciato dal grande patrimonio artistico costituito da canti e inni plurisecolari (alcuni dei quali anche in lingua volgare) è stato colmato da un'insulsa produzione musicale di consumo quotidiano nelle chiese, da vere e proprie lagne, da canzonette di scarso contenuto teologico, da «melodie» di solito zuccherose e sempre prevedibilmente monotone, che vengono inflitte nelle liturgie odierne come condimento «musicale» 2.

 

messa beat

La musica profana in chiesa.

 

Com'era prevedibile, seguendo lo spirito orizzontale insito nella riforma liturgica, al maestoso suono dell'organo e alle corali polifoniche è subentrata la banale schitarrata provvista da qualche ragazzotto di parrocchia. Nel giro di poco tempo, grazie anche all'introduzione della «sperimentazione liturgica», accompagnata in molti casi dalla «creatività» del celebrante, in molte chiese si è sentito e si è visto di tutto: messe jazz, messe beat, messe clown (con tanto di pagliacci...), messe in discoteca o chiese trasformate in discoteche, ecc... In certi casi, l'offertorio è stato accompagnato dalle musiche del film blasfemo Jesus Christ Superstar o da altri orrori dello stesso genere.

 

messa beat

Sopra: sacerdoti (o seminaristi) animano

la liturgia con musica moderna.

 

jesus christ superstar

Sopra: Jesus Christ Superstar è un film del 1973 diretto da Norman Jewison, trasposizione sul grande schermo del musical omonimo. Cristo viene rappresentato come incapace di guarire i malati. La Maddalena appare innamorata di lui, e dopo la crocifissione e morte di Gesù gli Apostoli se ne vanno delusi con un pulmino...

 

In tanti, troppi casi, il santo sacrificio della Messa è stato trasformato in un'assemblea festosa con musiche e balletti stile «Sanremo» in un clima di anarchia totale. Molti fedeli scandalizzati da questi spettacoli indecorosi hanno denunciato questi abusi alle autorità competenti, le quali in qualche caso sono intervenute (tardivamente) per arginare questi fenomeni con scarsi risultati. Le porte della stalla sono state chiuse quando i buoi erano già scappati da un pezzo...

 

messa jazzmessa clown

Sopra: a sinistra: 1º marzo 1969, messa jazz nella cattedrale di Saint-Germain a Parigi. A destra: 17 marzo 2004, messa clown nella parrocchia di San Giacomo a St. Louis, nel Missouri.

 

1969 - vescovo suona la batteria

Sopra: 1969; un Vescovo suona

la batteria in un night club.

 

«Siamo più popolari di Gesù»

 

Ma se pensassimo che questo stato d'animo è partito dal basso clero sbaglieremmo di grosso. Non solo la Gerarchia ha taciuto o ha finto di non vedere certi atteggiamenti, ma - al contrario - il cattivo esempio è venuto proprio dall'alto! Parlando di musica, ad esempio,

 

«il 29 agosto 1986, la Radio Vaticana manifestò apprezzamento per il positivo influsso avuto dai Beatles sul comportamento dei giovani: "Con i loro capelli lunghi e il linguaggio anticonformista hanno evidenziato e cantato temi quali l'amore, la pace e anche la religione 3.

 

Anche la religione? Mentre ci chiediamo cosa abbiano detto i Beatles di così apprezzabile su questo argomento, riecheggiano ancora nelle nostre orecchie le affermazioni tutt'altro che rispettose verso la religione di questi grandi ammiratori del mago nero Aleister Crowley (1875-1945), come quella di Paul McCartney:

 

«Ci catalogano probabilmente come anti-religiosi, perché tra noi nessuno crede in Dio» 4.

 

paul mccartney

 

O quella di Ringo Starr:

 

«In ogni caso, lo crediate o no, noi non siamo affatto anticristi; siamo soltanto anti-papisti e anti-cristiani. Gesù è morto» 5.

 

ringo starr

 

O quelle di John Lennon (1940-1980):

 

«Il cristianesimo si eclisserà. Verrà meno e scomparirà. Non c'è bisogno di addurre argomentazioni; ho ragione, e i fatti dimostreranno che ho ragione. Adesso siamo più popolari di Gesù; non so che cosa scomparirà per primo, se il rock'n'roll o il cristianesimo» 6;

 

«Gesù El Pifico, un mangia-aglio, fascista, puzzolente, grasso, spagnolo, falso e cattolico» 7;

 

«So che i Beatles avranno successo come nessun altro gruppo ha avuto. Lo so esattamente perché per questo ho venduto la mia anima al diavolo» 8.

 

john lennon

 

Tranne le celebrazioni del dio Shiva o del «Signore Krishna» in brani di George Harrison (1943-2001) come My Sweet Lord («Mio dolce Signore») o Hare Krishna Temple («Tempio dell'Hare Krishna»), non riusciamo proprio a capire come si possa affermare che i Beatles abbiano cantato temi religiosi. Di Lennon viene spesso citata a sproposito - anche da certi cristiani - la canzone Imagine («Immagina»; 1971), come se si trattasse di un fulgido esempio di inno all'amore e alla pace universale.

 

Sopra: il beatle George Harrison insieme

agli adepti del culto Hare Krishna.

 

In realtà, il testo di questo pezzo è pesantemente anti-religioso: «Imagine there's no heaven/ [...] And no religion, too»Immagina che non ci sia il paradiso/ [...] E anche nessuna religione») 9.

 

john lennon - imagine

 

Quando nel 1991 fece la sua comparsa nelle librerie cattoliche l'opera del demonologo Mons. Corrado Balducci (1923-2008) Adoratori del diavolo e rock satanico (Piemme 1991), dalle colonne del quotidiano cattolico (e organo ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana) Avvenire, don Claudio Sorgi (1933-1999), impegnato nel mondo della comunicazione, si fece portavoce del pensiero dominante manifestando senza mezzi termini tutta la sua disapprovazione per questa iniziativa editoriale:

 

«É falsa e sciocca l'equazione rock uguale a demonio [...]. La musica moderna fa parte di quel primo famoso "aeropago" della evangelizzazione sul quale il Papa ha richiamato l'attenzione della Chiesa. C'è tutto un mondo che riceve messaggi dal rock. Non comprendere l'importanza e l'opportunità di questo che offre questo fenomeno significa chiudersi un'altra volta nella torre d'avorio» 10.

 

mons. corradon balducci - don claudio sorgi

 

adoratori del diavolo e rock satanico - mons. corrado balducci

Adoratori del diavolo e rock satanico.

 

L'escalation del rock all'interno della Chiesa

 

Nella smania di «gettare un ponte verso il mondo» si è giunti al colmo ospitando spettacoli rock all'interno del Vaticano. Ci riferiamo in particolare al concerto tenuto da Franco Battiato (1945-2021) nell'Aula Paolo VI il 18 marzo 1989, alla presenza di Giovanni Paolo II (1920-2005). Poco prima della sua esibizione, parlando ai giornalisti, Battiato, che oltre ad inserire backmasking nelle sue composizioni, considera il cattolicesimo come «una snaturazione della religione cristiana, una deturpazione dei principî», è seguace del filosofo e mistico armeno Georges Ivanovič Gurdjieff (1867-1949) 11, del sufismo, dell'esoterista René Guenon (1886-1951) - massone elevato al 33º Grado del Rito Scozzese e Vescovo della Chiesa Gnostica - nonché grande ammiratore del movimento New Age, ha dichiarato:

 

«Le mie canzoni [...] avevano molto colpito il mondo cattolico. Il Cardinale Carlo Maria Martini aveva ipotizzato un concerto in Duomo. Sei mesi fa, su invito del Cardinale Pappalardo, sono intervenuto ad Arcireale ad un incontro con Cardinali, Vescovi e preti per l'anno ecumenico [...]. E ho capito che esisteva una grossa volontà di apertura e di rinnovamento da parte di alcuni mostri sacri della teologia, che avvertivano la volontà di abbandonare certi paraocchi nei confronti della nuova realtà [...]. Non c'è quindi in questa mia scelta alcuna adesione ad una religione, ad un'ideologia o ad uno schieramento, ma solo il profondo interesse per questa Chiesa che si rinnova» 12.

 

georges gurdjieff - rené Guenon

 

Franco Battiato: concerto in Vaticano

 

giovanni paolo II - franco battiato

Sopra: 18 marzo 1989: alla fine del concerto tenutosi nell'Aula Paolo VI in Vaticano, Giovanni Paolo II si congratula con Franco Battiato.

 

Sempre Giovanni Paolo II, durante la sua visita apostolica a Sidney, in Australia, il 24 novembre 1986, ha ballato e cantato insieme ad alcuni giovani.

 

Giovanni Paolo II canta e balla in Australia

 

giovanni paolo II canta e balla a melbourne

 

A Melbourne, agli studenti che gli chiedevano che genere di musica ascoltasse abitualmente, egli ha risposto:

 

«Mi piace moltissimo la musica. Forse preferisco la musica classica, ma mi piace anche quella moderna. Non sono un uomo del passato. Io sono molto interessato alla musica contemporanea. Sono anche sostenitore del, come si chiama?, sì, del rock. Posso distinguere i differenti stili» 13.

 

 

 

D'altronde, quasi tutti i viaggi di Karol Wojtyla sono stati costellati di concerti e balli. Fino alla fine del suo pontificato, ogni anno nell'Aula Paolo VI si è tenuto per Natale un concerto di musica leggera. Ma l'apogeo di questo abbraccio ideale con la musica moderna è stato raggiunto nel 1997, in occasione del XXIII Congresso Eucaristico Nazionale, tenutosi a Bologna dal 27 al 28 settembre.

 

Il 27 settembre, al Centro Agroalimentare, su iniziativa del progetto Hope Music («Musica della speranza»), alla presenza di Giovanni Paolo II, della Curia bolognese e di migliaia di giovani, si è tenuto un vero e proprio concerto rock trasmesso in mondovisione. Ospite d'eccezione niente meno che Bob Dylan, il rocker che in almeno due interviste ha ammesso di aver venduto l'anima al diavolo in cambio della fame del successo. Tra gli altri ospiti di quella storica serata ricordiamo Adriano Celentano, Lucio Dalla (1943-2012), Samuele Bersani e Gianni Morandi. Quest'ultimo ha cantato - ovviamente in inglese - insieme a Barbara Cola Imagine, come se si trattasse di un pezzo adatto alle circostanze...

 

Bob Dylan e Giovanni Paolo II

 

bob dylan - giovanni paolo II

 

Quella che a molti è sembrata un'operazione di marketing per avvicinare i giovani alla Chiesa mediante la musica, ha finito per sdoganare ulteriormente il rock negli ambienti cattolici.

 

«Dopo il concerto rock di Bologna, il rap in Vaticano: continua il grande feeling tra la Chiesa cattolica e la musica moderna. E sempre al cospetto di un Papa Wojtyla sempre più divertito di trovarsi nel giro di poche ore in mezzo a migliaia di giovani eccitati dalle note di popstar del calibro di Bob Dylan, Adriano Celentano, Lucio Dalla, Gianni Morandi - come avvenuto al Congresso Eucaristico - o di danze al ritmo di rap e musiche esotiche ammirate ieri nell'Aula "Paolo VI" in Vaticano. Nell'austera e scenografica sala delle udienze ieri, però, c'era un pubblico particolare, circa diecimila tra suore e frati, compresi gli 850 religiosi impegnati fino al 4 ottobre a Roma al Congresso Internazionale Giovanile di Religiosi e Religiose» 14.

 

Break-dance in Vaticano

 

break-dance in vaticano

Gennaio 2004: break-dance in Vaticano...

 

I frutti di questa attitudine verso il rock non si sono fatti attendere. Sono spuntati personaggi come Padre Cesare Bonizzi, in arte «Fratello Metallo», «Frate Metal» o «Frate Rock», un francescano che canta l'heavy metal (ritiratosi dalle scene nel 2009).

 

Frate Metallo: Gods of Metal 2006

 

frate metallo - cesare bonizzi

Sopra: Padre Cesare Bonizzi fa il segno delle corna.

 

C'è pure Padre Maurizio De Sanctis, alias «Padre Nike» (o «Skizzo»), un passionista specializzato in break-dance, rap, hip hop 15. Si badi che tutto questo è avvenuto con il permesso dei superiori.

 

padre nike

 

don davide bruno sacerdote metallaro

Sopra: il 14 aprile 2012, durante la trasmissione a sfondo religioso A sua immagine, mandata in onda su RAI 1, è stato intervistato don Davide Bruno, trentotto anni, leader e tastierista della heavy metal band siciliana Metatrone. Ricordiamo che, come abbiamo visto in altro articolo, Metatron è il nome di un angelo che appare nella Kabbalah ebraica con cui Carlos Santana dice di essere in contatto...

 

Eccoci giunti al paradosso: se da una parte le direttive dall'alto sono di non parlare più del diavolo o dell'inferno, dall'altra viene permesso anche a dei religiosi di suonare o cantare tranquillamente musica metal! La celebrazione dell'antica Messa in latino è proibita, ma si può ballare l'hip hop o la break-dance!

 

L'elenco delle rockstar ricevute in udienza in Vaticano sotto il regno di Giovanni Paolo II sarebbe troppo lungo, così come tantissimi sono ormai i video su Youtube che mostrano frati e suore che cantano e ballano gli ultimi brani di successo della popstar del momento.

 

abate benedettino notker wolf

Sopra: l'abate Notker Wolf, superiore generale dell'Ordine Benedettino in tutto il mondo, vive a Roma a Sant'Anselmo, la sede centrale dell'Ordine. In questa fotografia lo si vede mentre suona la chitarra elettrica nella complesso rock Feedback. Il gruppo, che ha inciso quattro album, si ispira ai Rolling Stones e ai ZZ Top.

 

Sopra: 24 settembre 2013; Padre James Martin mostra il segno delle corna mentre introduce i Metallica sul Colbert Report. Il nome di questo gesuita è è divenuto noto dopo che ha preso pubblicamente posizione in favore del movimento LGBTQ+.

 

don josé antonio da silva coelho

Sopra: don José Antonio da Silva Coelho, parroco di Nostra Signora delle Grazie, nella Diocesi di Santo Amaro, a San Paolo, Brasile. Egli si diletta a fare il DJ suonando per i suoi giovani Electronic Dance Music.

 

 

 

don antoniu petrescu

Sopra: don Antoniu Petrescu, è un rumeno ordinato sacerdote in Italia nel 2004. Oggi è parroco ad Avezzano, in provincia dell'Aquila. La sua grande passione è imitare il suo idolo: Elvis Presley!

 

  oswaldo enrique araque valero 

Sopra: Mons. Oswaldo Enrique Araque Valero, Vescovo di Guanare, nel Venezuela, balla saltellando con i suoi fedeli in chiesa...

 

 

Sopra: religiosi domenicani cantano

e ballano Bad Romance di Lady Gaga.

 

 

Sopra: religiosi francescani cantano

e ballano durante un flash mob a Legnano.

 

 

Sopra: francescani minori di Salerno e della Basilicata.

 

E con le immagini ci fermiamo qui per non provocare mal di pancia a qualcuno debole di stomaco. Non è certo scimmiottando il nostro nemico che attireremo le anime alla fede (sempre che questo sia lo scopo di questo clero rock). Solo la verità rende liberi.

 

La resistenza a questa infiltrazione

 

Fortunatamente, ci sono state anche voci fuori dal coro. Poche, sia ben inteso, e a quanto pare solo negli anni '90. Ad esempio, il Cardinale John O'Connor (1920-2000), Arcivescovo di New York, nel marzo del 1990, dal pulpito della Cattedrale di San Patrizio, a Manhattan, ha usato veementi parole contro quel rock che istiga la gioventù al satanismo e al suicidio:

 

«C'è il diavolo nella musica rock e l'heavy metal è il suo cattivo profeta. Queste canzoni sono una trappola per i giovani, una pornografia sonora, un'istigazione al suicidio [...]. La violenza istigata dal diavolo aumenta di giorno in giorno. E la musica rock contribuisce ad intrappolare la gente, soprattutto i giovani» 16.

 

cardinale john o'connor

 

Qualche anno dopo ha fatto sentire la sua voce anche il Cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha dichiarato: «Attenzione ai messaggi subliminali contenuti in certa musica»! 17.

 

cardinale paul poupard

 

Critico nei riguardi di un certo tipo di rock si è mostrato anche l'allora Cardinale Joseph Ratzinger (1927-2022), il quale, parlando ai musicisti dell'Accademia di Santa Cecilia ha affermato: «L'hard rock, comunque, è in contraddizione con la Chiesa perché tira l'uomo in un'altra direzione».

 

Circa l'esistenza di messaggi satanici in questa musica ha detto:

 

«In parte è vero. Negli Stati Uniti ci sono stati addirittura processi davanti ai tribunali dove questa tendenza è stata provata. Ora non so se tutto ciò continua; certo, in passato è capitato» 18.

 

Tra i sacerdoti, va ricordato in particolare Padre Benoît Domergue, autore di diverse opere sul messaggio negativo lanciato da certi generi musicali.

 

 padre benoît domergue

 

Conclusione

 

Vi sono stati dei momenti particolari nella Storia della Chiesa in cui Dio ha chiesto ai Suoi figli una maggiore coerenza verso i Suoi Comandamenti, nonostante ciò abbia comportato per queste anime l'incomprensione e persino il disprezzo anche da parte di altri figli della Chiesa. Il momento attuale è certamente irto di ostacoli e doloroso, e quel che Dio ci chiede è arduo. Ma è proprio in questi momenti di prova che abbiamo l'opportunità di manifestare la nostra fedeltà al Signore, anche a costo di apparire agli occhi del prossimo ribelli o indisciplinati.

 

Se saremo fedeli alle promesse fatte nel nostro battesimo («Rinuncio a Satana e a tutte le sue opere...»), Gesù Cristo non ci farà certamente mancare la Sua grazia. Non lasciamoci dunque tentare dall'opportunismo, dal timore di essere rifiutati, di non piacere al mondo o dallo spirito di compromesso. Le parole di Cristo in questo senso sono chiare:

 

«Nessuno può servire due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro» (Mt 6, 24).

 

«Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l'iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre? Quale intesa tra Cristo e Beliar»? (2 Cor 6, 14-15).

 

bisogna scegliere

 

Spesso la lotta sembra impari e ci sentiamo soli o sopraffatti, ma quando alla fine di questa vita compariremo davanti al tribunale di Dio non ci verrà chiesto se abbiamo vinto, ma se abbiamo combattuto fino all'ultimo respiro la buona battaglia. La corona di gloria sarà concessa solo ha chi ha perseverato sino alla fine nel bene e nella virtù. Non abbiamo che questa breve vita per piacere a Dio e meritare il paradiso. Non dimentichiamolo mai.

 

gesù cristo caccia satana

Sopra: Cristo tentato da Satana.

 


banner centro culturale san giorgio

 

Note

 

1 In più di un'intervista televisiva o a mezzo stampa, l'esorcista don Gabriele Amorth (1925-2016) ha dichiarato che molti Vescovi e persino dei Cardinali non credono all'esistenza del diavolo.

2 Ecco in proposito l'opinione del maestro Riccardo Muti: «Non capisco le canzonette in chiesa. La storia della musica deve molto alla Chiesa e non mi riferisco solo al periodo gregoriano che è strepitoso, ma anche ai giorni nostri. Ora io non capisco le chiese, tra l'altro quasi tutte fornite di organi strepitosi, dove invece si suonano le canzonette. Probabilmente questo è stato apprezzato all'inizio come un modo di avvicinare i giovani, ma è un modo semplicistico e senza rispetto del livello di intelligenza delle persone. Perché allora mettere quattro cinque ragazzi di buona volontà a strimpellare delle chitarre o degli strumenti a plettro con testi che non commento? E poi se si sente l'Ave Verum di Mozart in chiesa, sicuramente anche la persona più semplice, più lontana dalla musica può essere trasportata in una dimensione spirituale. Ma se sente invece canzonette è come stare in un altro posto» (cfr. ASCA, 21 maggio 2011).

3 Cfr. I. Kögler, L'anelito della musica verso il più. Musica rock, gioventù e religione, SEI, 1995, pag. 63.

4 Cfr. Hit Parader, gennaio 1970, pag. 15.

5 Cfr. Playboy, del 20 febbraio 1965.

6 Cfr. Evening Standard, del 4 marzo 1966.

7 Cfr. J. Lennon, Spaniard in the Works, Simon & Schuster, 1965, pag. 14.

8 Cfr. R. Coleman, Lennon, McGraw-Hill, 1984, pag. 256.

9 Ci riesce dunque assai difficile comprendere come «il teologo Karl Rahner, nel 1968, nella prefazione di un libro comparso nella collana "Scritti sulla catechistica", pose, a proposito delle canzoni dei Beatles, la domanda retorica se chi annuncia la parola di Dio debba o meno conoscere anche i fans dei Beatles, se non vuole predicare solo per sé e per chi è come lui. Rahner si era reso conto che il contenuto dei dischi, per innumerevoli fans, poteva essere l'espressione della loro concezione della vita, e considerava le canzoni come una via per arrivare ai giovani» (cfr. I. Kögler, op. cit., pag. 73). Nonostante le bestemmie e nessun segno di ravvedimento da parte dell'interessato (john Lennon), nel 2008, i lettori dell'Osservatore Romano, quotidiano ufficiale della Santa Sede, si sono trovati di fronte ad un esempio di «perdono» cristiano tutto particolare. In un articolo scritto da Giuseppe Fiorentino e Gaetano Vallini in occasione del quarantesimo anniversario dell'uscita del White Album, si perdona la contestata dichiarazione di un John Lennon che affermò che «i Beatles sono più famosi di Gesù». «Dopo tanti anni - commenta il quotidiano pontificio - suona solo come la "spacconata" di un giovanottone della working class inglese alle prese con un inatteso successo, dopo essere cresciuto nel mito di Elvis e del rock'n'roll'».

10 Cfr. «Ma che diavolo, il rock fa bene», in Il Corriere della Sera, del 16 giugno 1993, pag. 11.

11 L'insegnamento di questo personaggio può essere riassunto in una sua celebre frase: «La nostra via è contro la natura e contro Dio» (cfr. M. Blondet, Gli «Adelphi» della dissoluzione, Edizioni Ares, Milano 1994, pag. 153).

12 Cfr. Il Corriere della Sera, del 18 marzo 1989. Contro Franco Battiato in chiesa è apparso un articolo su Tracce, il mensile di Comunione e Liberazione: «Il musicista siciliano è molto religioso, ma poco cattolico: per avere più giovani in chiesa sarebbe meglio far suonare Vasco Rossi o Madonna». La rivista commenta ironicamente il fatto che il cantautore stia girando le chiese italiane con la sua ultima opera Messa Arcaica. «Un'iniziativa singolare, dal momento che i Vescovi hanno ridotto drasticamente la possibilità di eseguire concerti in edifici sacri». E poi Battiato «ha omesso nel suo Credo la parte che riguarda la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica... Nemmeno il massone Mozart l'aveva fatto» (cfr. Il Corriere della Sera, del 31 ottobre 1993).

13 Cfr. R. D'Agostino, «Vade retro rock», in L'Espresso, del 6 maggio 1990, pag. 36.

14 Cfr. La Repubblica, del 1º ottobre 1997.

15 Oltre Oceano c'è stato l'infelice tentativo (di marca protestante) di «battezzare» il rock con un certo successo (15% del mercato musicale). Gruppi come gli Stryper, i Petra, i DC Talk, i Deliverance, i White Heart, o cantanti come Amy Grant, Michael Card, Sandi Patti, Michael English, Carman, Michael W. Smith, Steve Taylor, cantano le lodi del Signore al suono del beat, lanciando Bibbie dal palco, ma imitando in modo patetico gli atteggiamenti delle rockstar del rock secolare. Qui in Italia, il fenomeno della CCM (Contemporary Christian Music), o «rock cristiano», è quasi sconosciuto. Ci hanno provato senza grande successo certi «cantautori di Dio» come don Giosy Cento, don Stefano Varnavà, don Mimmo Iervolino, don Paolo Auricchio, don Stefano Mazzilli, Suor Cristina Damonte, Fra Leonardo Civitavecchia, Mario Migliarese, Padre Gottardo Gherardi, Fra Micheal Daniels, don Paolo Spoladore, don Gaetano Borgo, don Carlo Cavallin, Suor Piera Cori, Roberto Bignoli, Aurelio Pitino, Marcello Marrocchi, Michele Paulicelli, Claudio Chieffo, ecc...

16 Cfr. F. Gaeta, «Tra demonio e santità», in Donna moderna, maggio 1995, pag. 92.

17 Cfr. La Repubblica, del 27 febbraio 1996.

18 Cfr. «Ratzinger ai giovani: "Il rock è diabolico"», in La Repubblica, del 25 ottobre 1996.

 

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