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titolo il liberalismo

di Arnaud de Lassus 1

 

postato: 2 dicembre 2020

 

la strada della libertà

 

 

I

PROMEMORIA SUL

CONCETTO DI LIBERTÀ

 

 

Si definisce liberalismo la teoria che fa della libertà un assoluto. Prima di andare oltre, è utile spiegare cosa si intende per libertà. La parola «libertà» implica l'assenza di un legame. Alle diverse categorie di legami corrispondono diverse categorie di libertà. Distinguiamo: la libertà fisica, la libertà psicologica e la libertà morale.

 

La Libertà fisica (o immunità di coercizione)

 

Essa corrisponde all'assenza di un collegamento fisico. Ad esempio: sono (fisicamente) libero di lasciare la mia stanza se non ci sono rimasto dentro chiuso a chiave.

 

Libertà psicologica (o libero arbitrio)

 

Essa corrisponde all'assenza di un legame psicologico. Deriva dal fatto che la mia intelligenza e la mia volontà funzionano normalmente. Essa è definita come «la facoltà di scegliere i mezzi che permettono di raggiungere un determinato fine». Il libero arbitrio appartiene unicamente agli esseri intelligenti. Gli animali non ce l'hanno (sono mossi dai loro istinti); i pazzi l'hanno persa.

 

La libertà morale

 

Essa corrisponde all'assenza di un legame morale, ovvero di un obbligo morale che vieti l'atto previsto. Ad esempio: sono (moralmente) libero di mangiare carne se, su questo punto, non sono vincolato da un obbligo (il precetto della Chiesa sull'astinenza dalla carne al venerdì). Perché un atto sia libero, devono essere presenti i tre aspetti della libertà. Ad esempio: sono libero di andare a trascorrere le mie vacanze in Perù:

  • Se ho il denaro per prendere il mio biglietto aereo e se ho il visto richiesto sul mio passaporto (libertà fisica);

  • Se ho la capacità di prendere questa decisione (libertà psicologica);

  • Se nessun obbligo mi trattiene in Italia (libertà morale).

Vera libertà e libertà liberale

 

Le definizioni precedenti derivano da due concezioni di libertà:

  • La vera concezione: si tratta di una libertà ordinata, cioè regolata dall'ordine del vero e dall'ordine del giusto. Così concepita, la libertà non è un assoluto (non si è mai liberi, ad esempio, di commettere un crimine) e presuppone l'esistenza di un ordine trascendente imposto all'uomo. Essa può essere definita come «la capacità di muoversi nel bene» o «la capacità di raggiungere il proprio scopo senza ostacoli».

  • Una falsa concezione, detta «libertà liberale»: si tratta di una libertà considerata come un assoluto (il che presuppone che venga rimossa la componente «libertà morale»); si finisce così con una libertà anarchica che si contrappone alla libertà ordinata precedentemente definita.

libertà morale

 

 

II

DEFINIZIONE DI LIBERALISMO

 

 

Nel Vocabulaire de la philosophie, di Padre Regis Jolivet (1891-1966), alla voce «Liberalismo» c'è una definizione più esplicita di quella già data:

 

«Liberalismo: dottrina secondo la quale libertà, affrancata da tutti gli impedimenti, è l'unico mezzo per raggiungere il progresso, l'armonia e la pace sociale».

 

regis jolivet - vocabulaire de la philosophie

Sopra: Padre Regis Jolivet e il

suo Vocabulaire de la philosophie.

 

Ecco alcune osservazioni di Padre Augustin Roussel (1888-?) nel suo ottimo libro Libéralisme et catholicisme 2:

 

«In un senso molto generale, il liberalismo può essere definito con le parole usate da Padre de Pascal: "In tutti i campi, esso comporta la deregolamentazione della libertà". O, più completamente: "Il sistema che pretende di giustificare la sregolatezza pratica della libertà attraverso il rovesciamento teorico dei valori". La vera libertà non è nient'altro che la "facoltà di scegliere i mezzi, osservandone l'ordine al fine" 3: quindi, non esiste una libertà legittima se non è ordinata, secondo la legge che determina mezzi e scopi [...]. Ora, il liberalismo è precisamente la negazione dell'ordine, del governo e dell'autorità che lo impone. Ma esso è ancor meno di una dottrina coerente, un sistema formulato da una malattia dello spirito, una perversione dei sentimenti basata sull'orgoglio, un orientamento piuttosto che una scuola, uno stato d'animo prima ancora di essere un sètta» 4.

 

roussel - libéralisme et catholicisme

Sopra: l'opera di Padre Roussel

Libéralisme et catholicisme.

 

Teniamo a mente questi due aspetti del liberalismo: una dottrina incoerente e uno stato d'animo.

 

 

III

SVILUPPO STORICO DEL LIBERALISMO

 

 

Ecco alcuni estratti presi dal capitolo I della prima parte del già citato libro Libéralisme et catholicisme di Padre Roussel.

 

La Riforma: Lutero (1483-1546)

 

«Lutero erige in linea di principio la libertà individuale nel dominio religioso. Egli proclama il "libero esame". La virulenza di questo principio fondamentale doveva diffondere le sue devastazioni in campo filosofico, con Cartesio e Kant, e in campo sociale e politico, con Rousseau e Tolstoj» 5.

 

martin lutero

 

La filosofia «separata» 6: Cartesio (1596-1650) e Kant (1724-1804)

 

«Liberandosi orgogliosamente dalla vera tradizione scolastica, Cartesio ha voluto ricostruire da sé l'intero edificio filosofico. Soprattutto, egli è riuscito a spargere i semi degli errori più contraddittori: idealismo e materialismo, empirismo e soggettivismo [...]. Egli è già il liberale nella sua pura essenza: l'intelligenza non è più tenuta a sottomettersi umilmente alla realtà, ma è indipendente dalle cose, in attesa di ricrearle e plasmarle a suo piacimento e su misura [...]. Della "rivoluzione cartesiana", ciò che il pensiero moderno ha maggiormente conservato è proprio questo spirito di libera ricerca che fa della ragione individuale il giudice del vero e del falso» 7.

 

 

Il filosofismo: Bayle (1647-1706), Diderot (1713-1784) e Voltaire (1694-1778)

 

«Logicamente derivato dal protestantesimo di Locke, Hume e altri, il filosofismo dichiara di ammettere solo le verità che la ragione può raggiungere e dimostrare. Esso si presenta spesso sotto i tratti di un amabile scetticismo, ma in fondo è un fanatico adoratore della natura e della ragione. Il filosofismo sostiene la tolleranza universale, ma a condizione che avvantaggi solo l'errore, perché manifesta un odio virulento contro Gesù Cristo, la sua Chiesa e tutto il soprannaturale» 8.

 

bayle - diderot - voltaire

 

La filosofia rivoluzionaria: Rousseau (1712-1778) e la Rivoluzione

 

«Anche in questo caso, il protestantesimo apre la strada con il pastore Jurieu (XVII secolo) e il ginevrino Rousseau, il "santo della natura" come lo chiama Jacques Maritain. L'influenza di questo eloquente sofista è penetrata nella società contemporanea più profondamente di ogni altra idea. [...]. Secondo Rousseau, l'uomo è originariamente ed essenzialmente buono per natura; da questo principio ne consegue la negazione del peccato originale e della Redenzione, il rifiuto di ogni vincolo, di ogni limitazione e di ogni autorità che pretende di frenare e regolare una simile natura [...]. Le "società del pensiero" e le Logge massoniche furono le fabbriche dove si svilupparono le formule del nuovo culto naturalista e razionalista, i seminari dai quali uscirono i suoi apostoli fanatici e sèttari» 9.

 

 

Il romanticismo: Madame de Staël (1766-1817), Chateaubriand (1768-1848), Michelet (1798-1874) e Victor Hugo (1802-1885)

 

«Quando si parla di romanticismo si potrebbe definirlo un "flagello" [...]. Esso ha formato, plasmato e modellato le menti nel XIX secolo. Tale corrente proviene da Rousseau, da Madame de Staël, da Chateaubriand; ma fiorì anche con Michelet e Victor Hugo. Lo si ritrova nella sua forma più autentica nella mentalità dei grandi pontefici e dei moderni "teologi" della democrazia e del laicismo, e segna con un'impronta indelebile i migliori prodotti della scuola ufficiale» 10.

 

romanticismo

 

Il liberalismo moderno 11: Tolstoj (1828-1910), Jaurès (1859-1914) e Buisson (1841-1932)

 

«Erede e confluenza di tutti gli errori precedenti, il liberalismo moderno è solo il nuovo nome di un naturalismo e di un razionalismo molto antichi, ma l'enfasi, invece di essere posta sulla natura, sulla ragione o sulla scienza, riguarda la libertà. Il liberalismo dell'Ottocento, infatti, sostiene in tutti i campi una libertà anarchica e sregolata, l'assoluta autonomia dell'individuo, della sua ragione e della sua volontà, la libertà di pensiero, la libertà di coscienza e il progresso indefinito fino alla deificazione dell'uomo» 12.

 

libero pensiero

 

 

IV

DIVERSE CATEGORIE DI LIBERALISMO

 

 

Il liberalismo può essere applicato nell'ordine del pensiero, della religione, della politica e dell'economia. Da qui le diverse categorie che esamineremo successivamente.

 

Il liberalismo intellettuale (liberalismo nell'ordine del pensiero)

 

Definizione

Ognuno è libero di pensare ciò che vuole: «a ciascuno la sua verità». Non ci sarebbe un ordine stabile delle cose, indipendente dall'uomo, nessuna verità universale, nessuna moralità immutabile... La nozione stessa di dottrina scomparirebbe. Una tale ideologia corrisponde a quello che in filosofia viene definito «nominalismo»; come tale essa è prossima alla concezione protestante di libero esame. Nel tentativo di dargli un carattere rispettabile, i razionalisti e i massoni la chiamano «libertà di pensiero».

 

Come sfuggire alla tentazione del liberalismo intellettuale?

Il liberalismo intellettuale è ormai molto diffuso. Per evitare di cadere in questa trappola, è necessario innanzitutto specificare il vocabolario utilizzato, perché molto spesso liberali e antiliberali usano le stesse espressioni, dando loro significati diversi. Ecco alcuni esempi:

 

La libertà di coscienza

 

- In senso cattolico: il libero esercizio del diritto di seguire, secondo la propria coscienza, la volontà di Dio e di adempiere i Suoi precetti (il che presuppone il rispetto della verità e della giustizia);

- In senso liberale: il diritto rivendicato di pensare e credere ciò che si vuole, anche nella religione e nella morale, e di diffondere le proprie opinioni in pubblico a proprio piacimento.

 

La libertà di culto

 

- In senso cattolico: il diritto di praticare la vera religione senza ostacoli;

- In senso liberale: il presunto diritto che tutte le religioni avrebbero di praticare pubblicamente il loro culto, pur rispettando l'ordine pubblico.

 

preghiera pubblica islamici

Sopra: preghiera pubblica degli islamici a Roma.

 

La libertà di stampa

 

- In senso cattolico: il diritto di scrivere ciò che si vuole, di esprimerlo, di pubblicarlo purché siano rispettate la verità e le regole di moralità e prudenza;

- In senso liberale: la libertà di esprimere in pubblico ciò che si pensa senza dover tenere conto del vero e del giusto.

 

La libertà di istruzione

 

- In senso cattolico: il libero esercizio del diritto di insegnare ciò che è vero e ciò che è giusto;

- In senso liberale: il diritto rivendicato di insegnare ciò che si vuole, senza tener conto delle verità naturali e delle verità rivelate.

 

Il liberalismo religioso

 

Esso consiste nell'applicazione al dominio religioso del liberalismo intellettuale secondo cui ognuno è libero di pensare ciò che vuole; da qui la formula «a ciascuno la sua verità». Tutte le religioni sono considerate accettabili, il che porta a conciliare gli inconciliabili, ad esempio il voler conciliare i principî su cui è stata fondata la Francia cristiana con quelli che hanno strutturato la Rivoluzione Francese del 1789.

 

assisi 1986

Sopra: il 27 aprile 1986, Giovanni Paolo II (1920-2005) ha riuniti nella Basilica di San Francesco ad Assisi i rappresentanti di tutte le religioni; è il trionfo dell'ideale ecumenico liberal-massonico dell'uguaglianza di tutte le religioni.

 

Il liberalismo politico

 

Autonomia dello Stato

Lo Stato è libero; non deve sottomettersi ad alcuna regola a lui esterna o ad un ordine morale trascendente, un fatto che si traduce nella separazione tra Chiesa e Stato.

 

La sovranità popolare

L'autorità, poiché ce ne vuole una, non proviene da Dio, ma dal popolo, cioè dall'uomo considerato collettivamente: questa è la teoria della sovranità popolare.

 

Conseguenze

Come conseguenze del liberalismo politico, otterremo:

  • O uno Stato soggetto alla volontà di potere del più forte;

  • O l'anarchia e il caos risultanti dalla lotta tra le autorità locali e i gruppi di pressione; e comunque: la società permissiva.

Gli ultimi due punti si trovano nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1789 13. Inoltre, possiamo constatare l'equivalenza tra i principî del 1789 e le idee liberali (nel senso del liberalismo politico).

 

Il liberalismo economico

 

Teoria che stabilisce una separazione assoluta tra morale ed economia; quest'ultima dev'essere libera, svincolata da ogni regola morale. La legge del libero mercato dovrebbe bastare a regolare tutto per il bene di tutti. Il liberalismo economico viene spesso definito «capitalismo selvaggio». È così definito nel già citato Vocabulaire de la philosophie:

 

«Dottrina secondo la quale si raggiungerà la prosperità pubblica escludendo ogni intervento dello Stato, attraverso il ruolo della libera concorrenza» 14.

 

capitalismo selvaggio

 

Conosciamo gli effetti disastrosi prodotti ai nostri giorni dal principio liberale della libera concorrenza considerato come unico regolatore dell'economia. Interi settori dell'industria tendono a scomparire se lo Stato non li protegge (o non li protegge abbastanza) dalla concorrenza dei Paesi a basso salario.

 

 

IV

UN LIBERALISMO FUORI DAL COMUNE:

IL LIBERALISMO CATTOLICO

 

 

Trattasi di una forma di liberalismo speciale, in quanto è una teoria che si presenta come «cattolica» e che si rivolge esclusivamente ai cattolici.

 

Uno stato d'animo associato ad una corrente di idee politiche

 

Come definire questa teoria? Non è una dottrina poiché esiste una contraddizione formale tra i fattori che associa, il pensiero liberale e la fede cattolica (il che ci permette di parlare di incoerenza del liberalismo cattolico). Questo è ciò che Padre Emmanuel Barbier (1851-1925) nota nel suo libro Histoire du catholicisme liberal et du catholicisme social en France:

 

«Il liberalismo cattolico è più una tendenza che una dottrina, un modo di concepire, di parlare o di agire. Non si racchiude in proposte chiare e decise, in formule precise come quelle del liberalismo puro» 15.

 

emmanuel barbier - histoire du catholicisme liberal et du catholicisme social en france

Sopra: Padre Emmanuel Barbier e il suo libro

Histoire du catholicisme liberal et du catholicisme social en France.

 

 

Questo stato d'animo è in realtà duplice:

  • Una tendenza ad esaltare la libertà come valore primario;

  • Una tendenza a riconciliare la Chiesa e il mondo com'è divenuto dopo la Rivoluzione Francese, di riconciliare la Francia di Santa Giovanna d'Arco e la Francia di origine rivoluzionaria.

Nella logica di questo stato d'animo, compaiono disposizioni politiche che ai cattolici liberali stanno molto a cuore:

  • Non dobbiamo mettere la forza (dello Stato) al servizio della verità religiosa, per evitare di contaminarla 16 e per permettere a tutte le religioni di esprimersi liberamente;

  • Ẻ necessario chiedere come statuto per la Chiesa la legge comune (quella di cui beneficiano tutte le società profane) e nient'altro che il diritto comune (per la Chiesa qualsiasi privilegio sarebbe più pericoloso che utile);

  • Dobbiamo separare la Chiesa dallo Stato e abbandonare ogni idea di religione di Stato;

  • Occorre accettare il pluralismo religioso, necessaria conseguenza della libertà concessa a tutte le religioni.

laicità

 

Di conseguenza, il liberalismo cattolico può essere considerato sia uno stato d'animo (esaltazione della libertà, conciliazione rispetto ai principi della Rivoluzione Francese) che una corrente di idee politiche. Ecco alcuni testi che illustrano questa corrente di pensiero.

 

- Mons. Gérard Defois, Arcivescovo di Reims:

 

«I valori laici e i valori cristiani sono chiamati a consolidarsi vicendevolmente per promuovere fraternamente la libertà e l'uguaglianza nell'odierna società nascente» 17.

 

mons. gérard defois

 

- Pierre de Boisdeffre (1926-2002), scrittore ed ex ambasciatore:

 

«L'identità francese che celebreremo (nel 1996) con il 15º centenario della conversione di Clodoveo [...] mette insieme due realtà, ieri contraddittorie, oggi unite: una tradizione cristiana e monarchica; un innesto rivoluzionario e libertario. La stessa Francia cristiana di ieri è oggi quella dei Diritti dell'Uomo» 18.

 

pierre de boisdeffre

 

Possiamo vedere il movimento del pensiero: tradizioni cristiane e innesti rivoluzionari non si contraddicono più, sono uniti. Valori laici e valori cristiani non si contrappongono più, ma sono chiamati a consolidarsi vicendevolmente. Ecco altri testi che vanno nella stessa direzione:

 

- Jacques Maritain (1882-1973), filosofo cattolico:

 

«La nazione sarà veramente unita solo quando un ideale sufficientemente potente la condurrà verso una grande opera comune in cui si riconcilieranno le due tradizioni della Francia di Giovanna d'Arco e della Francia dei Diritti dell'Uomo» 19.

 

jacques maritain

 

- Albert de Broglie (1821-1901), uomo politico:

 

«Invece di scegliere tra i principî della Rivoluzione Francese e i dogmi della religione cattolica, purifichiamo i principî attraverso i dogmi e facciamoli lavorare di concerto» 20.

 

albert de broglie

 

Storia del liberalismo cattolico

 

Ecco il riassunto fornito da Marcel Prélot (1898-1972), un costituzionalista, nel suo libro Le Libéralisme catholique:
 

l'avenir«(Il liberalismo cattolico) è già presente nella circolare "Eckstein" del 1814; esso balenò con l'ascesa de L'Avenir, nell'autunno del 1830; conobbe vittorie e crisi alternate fino a quando il messaggio del Concilio Vaticano II ai governanti non segnò la sua fine, essendo le sue rivendicazioni fondamentali messe alla prova, purificate e infine accolte dal Concilio [...]. Tuttavia, ci è sembrato che la storia del liberalismo cattolico non avesse ricevuto la sua vera e rassicurante conclusione, se l'esito fornito dalla Chiesa docente non fosse stato esposto al lungo dibattito che inizialmente gli si oppose volutamente, poi, ricondotto alle basi e ai limiti conformi all'ortodossia. È con il Vaticano II che si chiude spiritualmente la vita del liberalismo cattolico, poiché il Concilio ha legittimato le sue posizioni essenziali» 21.

 

marcel prélot - le libéralisme catholique

Sopra: Marcel Prélot e il suo

libro Le Libéralisme catholique.

 

Alcune figure di spicco del liberalismo cattolico

  • Félicité de Lamennais (1782-1850), sacerdote. È considerato il padre del liberalismo cattolico, Egli fu condannato due volte da Gregorio XVI: con l'Enciclica Mirari Vos (agosto 1832), per ciò che scrisse su L'Avenir, e con l'Enciclica Singulari nos (giugno 1834), in riferimento al suo libro Paroles d'un croyant;

  • Charles de Montalembert (1810-1870) discepolo e compagno di Lamennais;

  • Mons. Félix Dupanloup (1802-1878), un Vescovo che nel 1844 scrisse: «Accettiamo, invochiamo i principî e le libertà proclamati dalla Rivoluzione Francese».

lamennais - montalembert - dupanloup

 

La qualità umana di un numero abbastanza elevato di leader e seguaci del movimento liberale cattolico è indiscutibile. A quelli appena citati, dovremmo aggiungere personalità come Chateaubriand, Lacordaire, Marc Sangnier, ecc... Uomini di alto profilo e forse in buona fede. Ma nulla è più pericoloso dell'errore proclamato da persone per bene, soprattutto se sono anche brillanti.

 

 

VI

FATTORI CHE HANNO CONTRIBUITO

ALL'ESPANSIONE DEL LIBERALISMO

 

 

Ne evocheremo tre: il protestantesimo, la Massoneria e l'educazione scolastica.

 

Il protestantesimo

 

È una religione adogmatica che potrebbe essere definita con le parole del ministro evangelico Richard Molard:

 

«Il protestantesimo, estraneo ad ogni dogma fisso, ad ogni morale immutabile e soprattutto a qualsiasi regola definitiva, deve andare incontro, nelle parole e nei fatti, alle esigenze del Vangelo nella società così com'è oggi» 22.

 

richard molard

 

Ecco un'altra definizione, fornita, come la precedente, da un pastore protestante, il reverendo Alfred Monod:

 

«"Chi sono i riformati?" È una riunione, sotto un nome comune, di uomini che non hanno una vera comunità di sentimenti se non su alcuni principî relativi alla religione naturale: l'esistenza di Dio e l'immortalità dell'anima; ma che, a riguardo della religione rivelata, hanno solo una comunità di sentimenti negativi: intendo dire che hanno in comune di non essere cattolici [...], e che, inoltre, non hanno in comune alcun principio chiaro e fisso. Non si tratta di un insulto, ma di un dato di fatto. Alcuni credono che la Bibbia sia di origine divina, altri credono che sia un'opera umana [...]; alcuni la interpretano in un modo, altri in modo opposto. Anche coloro che non credono che essa sia di origine divina sono divisi tra loro [...]. Ciascuna di queste divisioni viene ulteriormente suddivisa; cosicché i riformati sono alcuni ortodossi, altri ariani, altri sociniani, altri deisti, altri incerti. Alcuni [...] professano la libertà di opinione illimitata come carattere distintivo della Riforma» 23.

 

Una religione senza dogmi fissi, senza principî chiari come il protestantesimo ha contribuito necessariamente all'espansione del liberalismo intellettuale che si riassume nella formula «a ciascuno la sua verità».

 

La Massoneria

 

La mentalità massonica nei Gradi inferiori è essenzialmente liberale. Essa è caratterizzata dal rifiuto di qualsiasi verità universale (ogni verità è personale e variabile nel tempo):

 

«Essere un uomo significa non avere certezze [...]. La verità di ieri è morta e quella di domani deve ancora essere costruita» 24.

 

massoneria

 

Un simile errore è chiamato soggettivismo o relativismo; per i massoni, il relativismo viene eretto a dogma. Ecco un esempio di propaganda massonica liberale:

 

attenzione relativismo«La nostra propaganda non deve avere lo scopo di sostituire una credenza con un'altra, come farebbe la propaganda religiosa; neanche opponendo l'ateismo al deismo, o evocando il materialismo che attacca violentemente lo spiritualismo. Si tratta di affermazioni che cercano di imporsi mediante la fede, vale a dire di altre forme di religione. Ciò che dobbiamo proporre è la convinzione che ciascuno deve crearsi le proprie opinioni, come risultato delle sue riflessioni personali o per mezzo degli insegnamenti che ha ricevuto e che gli sono sembrati buoni. E se ciascuno ha il diritto di farsi una sua opinione delle cose, deve rispettare questa stessa libertà negli altri, e non irritarsi se il suo prossimo la pensa diversamente, e rende manifesto il suo pensiero; e poiché l'errore è una debolezza comune alla specie umana, è più che probabile che fosse lui che si sbagliava. Ecco l'insegnamento della pura dottrina massonica, che non è fatta per essere chiusa nei templi con i suoi simboli, ma al contrario propugnata all'esterno» 25.

 

L'educazione scolastica
 

Vincent Peillon, ex ministro della Pubblica Istruzione francese, ha chiaramente dimostrato che l'educazione scolastica si basa su una nuova religione, laica, liberale e ostile a qualsiasi idea di dogma:

 

«È una religione di libertà, di diritti umani, di umanesimo condiviso [...], contraria ai dogmi [...], una religione assai lontana dall'ortodossia cattolica [...]. La morale laica è l'opposto del dogmatismo» 26.

 

vincent peillon

 

I dogmi dovrebbero quindi essere distrutti, ossia si deve accettare l'errore liberale «a ciascuno la sua verità».

 

 

VII

IL LIBERALISMO HA INVASO

QUASI TUTTI GLI AMBIENTI

 

Per rendersene conto, è sufficiente osservare quanto siano diffuse le seguenti idee, tipicamente liberali:

  • A ciascuno la sua verità, la sua moralità;

  • Accettazione del diritto di essere diversi (qualunque sia la differenza);

  • Apologia del pluralismo, considerato come un elemento di civiltà.

Conclusione

 

Rifiutiamo il liberalismo in tutte le sue forme, e specialmente il liberalismo intellettuale; e manteniamo il senso della verità. Così scriveva Mons. Charles-Émile Freppel (1827-1891), Vescovo di Angers:

 

«La più grande disgrazia, per un secolo o per un Paese, è l'abbandono o la diminuzione della verità. Possiamo rialzarci da tutto il resto; non ci rialzeremo più se sacrificheremo i principî [...]. Niente è perduto finché le vere dottrine rimangono nella loro integrità. Con esse si può ricostruire tutto, prima o poi, uomini e istituzioni, poiché siamo sempre capaci di tornare al bene quando non abbiamo abbandonato il vero. Ciò che toglierebbe anche la stessa speranza di salvezza sarebbe l'abbandono dei principî, al di fuori dei quali non si può costruire nulla di solido e duraturo» 27.

 

mons. charles-émile freppel

 


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Note

 

1 Traduzione dall'originale francese Le libéralisme (Action Familiale et Scolaire, 2ª ed., Parigi 2018), a cura di Paolo Baroni.

Sito web AFS | Action Familiale et Scolaire

2 Pubblicato nel 1926 e rieditato nel 2002 dall'Institut Civitas.

3 Noi diremmo piuttosto: la facoltà di scegliere i mezzi tenendo conto del fatto che devono essere ordinati al loro fine.

4 Cfr. P. A. Roussel, Libéralisme et catholicisme, pag. 16.

5 Ibid., pag. 20.

6 Filosofia «separata» nel senso che non si sente più costretta a sottomettersi al reale.

7 Cfr. P. A. Roussel, op. cit., pagg. 21-22.

8 Ibid., pagg. 22-23.

9 Ibid., pag. 24.

10 Ibid., pagg. 25-26.

11 Si tenga conto che il libro citato è stato scritto nel 1926.

12 Cfr. P. A. Roussel, op. cit., pag. 26.

13 Ecco l'osservazione di Jacques Chirac durante la sua campagna per le elezioni presidenziali del 1995: «No ad una legge morale che avrebbe la precedenza sulla legge civile» (cfr. Journal du dimanche, Inchiesta sui candidati alla presidenza della repubblica, del 2 aprile 1995).

14 Cfr. R. JOlivet, op. cit., pag. 34.

15 Cfr. P. E. Barbier, Histoire du catholicisme liberal et du catholicisme social en France («Storia del cattolicesimo liberale e del cattolicesimo sociale in Francia»), vol. I, pag. 52.

16 Si tratta di un'idea errata: la verità non viene contaminata anche se difesa con la forza.

17 Cfr. Mons. G. Defois, «Le paradoxe républicain: un État laïc peut-il commémorer un baptême chrétien»? («Il paradosso repubblicano: uno Stato laico può commemorare un battesimo cristiano»?), in Bulletin SNOP, del 6 settembre 1996.

18 Cfr. P. de Boisdeffre, «Une triple identité exemplaire: le parcours du Cardinal Lustiger, premier archevêque d'origine juive de notre histoire, est riche d'enseignements» («Una triplice identità esemplare: il percorso del Cardinale Lustiger, primo Arcivescovo di origine ebraica della nostra storia, è ricca di insegnamenti»), in La Croix, del 15 marzo 1996.

19 Così Maritain su Le Figaro, del 7 dicembre 1944.

20 Così de Broglie su Le Correspondant (1856); cit. in J. Ousset, Pour qu'il règne («Affinché Egli regni»), pag. 290.

21 Cfr. M. Prélot-F. Gallouédec Genuys, Le Libéralisme catholique («Il liberalismo cattolico»), Armand Collin, 1969, pagg. 8, 45. Marcel Prélot è stato deputato e poi senatore del Doubs, e infine vice‑presidente della Commissione delle leggi Costituzionali.

22 Così il ministro evangelico Richard Molard nell'articolo «La vraie nature du protestantisme» («La vera natura del protestantesimo»), in Le Figaro, del 30 maggio 1974.

23 Definizione del protestantesimo fornita nel 1830 dal pastore Alfred Monod e citata da Marie Carré nel suo libro J'ai choisi l'unité («Ho scelto l'unità»; DPF, pag. 221). In questo libro, Marie Carré, una protestante che si è convertita al cattolicesimo all'età di vent'anni, racconta le più importanti tappe intellettuali della sua conversione.

24 Così Georges Marcou, Gran Maestro della Gran Loggia di Francia, sulla rivista confidenziale di questa obbedienza (1583, n° 48); cit. in J. Ploncard d'Assac, Lettres politiques (n° 87).

25 Cfr. «L'évolution de la maçonnerie» («L'evoluzione della Massoneria»), nella rivista massonica L'Acacia (marzo 1908), in cui si definiva il programma massonico per quello stesso anno; cit. in P. E. Barbier, op. cit., vol. V, pag. 488.

26 Cfr. Le Monde des religions, marzo 2012.

27 Cfr. J. Ousset, op. cit., pag. 399.

 

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