Spesso sentiamo parlare del tema della libertà senza che sia definito il contenuto di questa parola. Presentiamo qui alcuni richiami sulla nozione di libertà, così importante sia nel campo politico che in quello religioso, e sui concetti nozioni connessi all'ordine e al liberalismo... Ricordiamoci che in politica, come in ogni altro campo, vale questa regola aurea: «Le idee approssimative e mal definite non hanno mai spinto all'azione».
I LA NOZIONE DI ORDINE
Perché cominciare dall'ordine quando si cerca di precisare il concetto di libertà? Perché la vera libertà, essendo una libertà ordinata e non un assoluto, non si comprende, come vedremo, che in riferimento ad un dato ordine.
Partendo da esempi correnti (l'ordine nella camera, nel laboratorio; un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto...), diviene lampante che la nozione di ordine si ricollega a quella di finalità. E quando la finalità cambia, cambia anche l'ordine. Prendiamo l'esempio di un motore d'automobile. I pezzi di questo motore possono essere in disordine se, essendo il motore smontato, si trovano dispersi sul pavimento della rimessa. Essi sono necessariamente in un certo ordine quando il motore funziona.
Sono sempre in ordine (ma un ordine diverso) quando sono disposti su un quadro per uno scopo didattico..., o stoccati come pezzi di ricambio in un magazzino. A tre disposizioni dei pezzi corrispondono tre finalità diverse e tre ordini distinti. Da qui le definizioni classiche dell'ordine:
Diceva Mons. Jacques Bénigne Bossuet (1627-1704), Vescovo di Meaux:
Esistono due grandi categorie di ordini che Bossuet definisce «ordine degli agenti fisici e ordine delle volontà libere».
Essa può essere definita come
Essa fu data agli ebrei sul monte Sinai e contiene i Comandamenti di Dio, o Decalogo (codificazione della legge naturale), e i precetti morali, liturgici e giudiziari che Israele doveva osservare fino alla venuta del Messia.
Essa è opera di Cristo ed è espressa particolarmente nel «Discorso della Montagna».
Dio ha fondato due tipi di società i cui i capi emanano delle leggi in Suo nome: una società spirituale che è la Chiesa, e delle società temporali. La legge della Chiesa, o legge ecclesiastica, comprende soprattutto i precetti della Chiesa e il Codice di Diritto canonico. La legge civile, codificata nelle diverse legislazioni nazionali, si definisce come
Le nozioni di ordine e di legge sono fondamentali in politica. La vera condivisione delle idee politiche si stabilisce infatti non tanto sui concetti di destra e di sinistra (dal contenuto spesso mal definito), ma sulla fedeltà all'ordine delle cose, naturale e soprannaturale, o sul rifiuto di questo stesso ordine.
II LA LIBERTÀ
La parola «libertà» implica l'idea di assenza di legame (o di costrizione). Si è liberi quando non si è legati. Alle diverse categorie di legami (o di costrizioni) corrisponderanno le diverse categorie di libertà. Normalmente si distingue:
Illustriamo queste distinzioni con un esempio: sono libero di partire per la Svizzera per andare a sciare:
Quando queste tre condizioni sono soddisfatte, vale a dire quando non ci sono costrizioni fisiche, né costrizioni psicologiche, né costrizioni morali che si oppongono all'atto considerato, questo può essere detto pienamente libero. Tale è il vero concetto di libertà. Si tratta di una libertà ordinata, ovvero regolata dall'ordine del vero e dall'ordine del giusto. Si vede subito che non c'è opposizione tra le libertà così concepita e la legge:
Ė altrettanto evidente che non c'è opposizione tra la libertà e le autorità. Normalmente, l'autorità del capo ha per oggetto di ordinare la libertà dei suoi subordinati, di fissargli una cornice.
III FALSA LIBERTÀ E LIBERALISMO
La vera libertà comporta dunque tre componenti: fisico, psicologico e morale. Nessuno mette in dubbio la realtà del componente fisico; quella del componente psicologico è generalmente ammessa; quella che si vede spesso eliminata è la componente morale. Questa falsa concezione di libertà senza riferimento morale viene definita libertà liberale (o licenza).
I sostenitori della libertà liberale non tengono conto delle costrizioni morali perché, secondo loro, la morale è qualcosa di facoltativo, di puramente soggettivo: in queste condizioni, come potrebbe trasformarsi in obbligo universale ciò che è solamente materia di opzione? Le conseguenze di una libertà così concepita sono ben visibili - ad esempio - nella questione dell'aborto:
Una tale concezione di libertà è al centro di ciò che viene definito «liberalismo». Quest'ultimo si definisce come la teoria che fà della libertà un assoluto. In questo sistema, la libertà viene considerata come la nozione rispetto alla quale nell'ordine umano tutto dev'essere regolato; essa non dev'essere ostacolata e regolata dall'ordine del vero e dall'ordine del giusto. Si distingue il liberalismo nell'ordine del pensiero e il liberalismo nell'ordine dell'azione. In questa sede parleremo solo del primo.
- In questo ordine, il liberalismo stima come rispettabili tutte le idee e tutte le opinioni. «Io rispetto le idee degli altri»: ecco un'espressione tipicamente liberale 8. Ne consegue che non esistono più verità universali che si impongono a tutti. La verità (che sia filosofica, religiosa, morale, politica, ecc...) diventa soggettiva (ossia variabile da un soggetto all'altro): la verità di Pietro non è quella di Paolo; essa dev'essere costantemente rimessa in causa. Si arriva alla teoria filosofica detta «nominalismo» (secondo cui i concetti e le idee sarebbero solamente delle etichette e non avrebbero alcuna corrispondenza con la realtà); e si finisce a ciò che oggi viene comunemente definito pluralismo, che sarebbe meglio designato dall'espressione anarchia intellettuale.
Ecco alcune illustrazioni di questa forma di liberalismo:
La libertà di pensiero (poter pensare ciò che si vuole) conduce spesso allo scetticismo più radicale... e all'esaltazione della volontà di potere, secondo l'osservazione di Albert Camus (1913-1960) nel suo libro L'homme révolté (pag. 16):
Sopra: Albert Camus e il suo libro L'homme révolté.
IV IL LIBERALISMO, PARTE INTEGRANTE DELL'IDEOLOGIA MASSONICA
L'ideologia della Massoneria si divide in due componenti: l'occultismo (chiamato talvolta illuminismo) per gli alti Gradi, e il razionalismo per i Gradi più bassi. Scrive Daniel Béresniak (1933-1995): «Dal XVIII secolo, la Massoneria speculativa è spartita tra l'illuminismo [...] e i Lumi» 13. In questa sede non ci interessiamo che del razionalismo (ciò che Béresniak definisce «i Lumi»), e più esattamente alla parte filosofica del razionalismo. Essa può essere così riassunta: «Non c'è verità universale; ogni verità è particolare, soggettiva ed evolutiva». Ritroviamo la stessa caratteristica del liberalismo nell'ordine del pensiero.
Spiega il massone francese Michel Baroin (1930-1987):
Tutto è relativo». Questa affermazione giustifica la definizione del razionalismo massonico fornita dal giornalista di Le Monde Henri Tincq (1945-2020): «Il relativismo eretto a dogma» 15.
V COME LOTTARE CONTRO IL LIBERALISMO?
Il liberalismo - ossia la falsa concezione di libertà - si trova dunque all'origine di buona parte dei disordini politici e religiosi che colpiscono le nostre società cristiane da oltre due secoli. Si comprende il grido attribuito a Madame Roland, quando salì sul patibolo nel 1793: «Oh libertà, quanti crimini si commettono nel tuo nome»!..., e i severi giudizi dei Papi contro il «liberalismo sedicente cattolico» 16, giudizi di cui ecco un esempio:
Dunque, bisogna lottare contro il liberalismo. Sul piano dottrinale, basta dare prova di buonsenso e di possedere alcune basi facilmente acquisibili. Ė abbastanza facile dimostrare come le tesi liberali (rispetto di tutte le opinioni, nessuna verità universale, rifiuto di un ordine trascendente al quale ogni uomo deve sottomettersi, ecc...) siano al tempo stesso contrarie al senso comune e fonti di catastrofi in ogni campo. Con quali dottrine di salvezza occorre sostituire in politica questa ideologia funesta? Con il Decalogo chiarito e completato dalla dottrina sociale della Chiesa:
Ripetiamolo, si tratta di basi dottrinali facili da acquisire che un laico non può ignorare. Cerchiamo di non essere colpevoli di pigrizia intellettuale in questo campo ed eviteremo questo rimprovero di San Pio X (13 dicembre 1908):
Un testo di Joseph de Maistre (1753-1821), scritto nello stile un po' solenne della sua epoca, ci servirà da conclusione:
In un tale combattimento, non bisogna né trovarsi dalla parte sbagliata, né sostenere il ruolo di semplice spettatore, né addormentarsi.
«Ipsa conteret capit tuum» (Gn 3, 15).
Note
1 Traduzione dall'originale francese di un estratto (pagg. 1-11) dell'opuscolo Tolérance, pluralisme et liberté («Tolleranza, pluralismo e libertà»), Action Familiale et Scolaire, a cura di Paolo Baroni. Sito web Action Familiale et Scolaire: https://a-f-s.org/ 2 «Connaissance de Dieu...» («Conoscenza di Dio»), I, VIII; cit. in Dictionnaire Le Robert. 3 Cfr. Dictionnaire de théologie catholique, voce «Legge», col. 889. 4 Cfr. J. Madiran, Court précis de la loi naturelle selon la doctrine chrétienne («Brevi precisazioni sulla legge naturale secondo la dottrina cristiana»), Difralivre, pag. 17. 5 Cfr. Catechismo di San Pio X. 6 Cfr. R. Jolivet, Vocabulaire de la philosophie. 7 Cfr. A. Roussel, Libéralisme et catholicisme («Liberalismo e cattolicesimo»), pag. 11. 8 Una cosa è rispettare la persona che proferisce un'idea falsa, altro è rispettare questa idea falsa in sé stessa. 9 Testo del filosofo A. Fouillée; cit. in R. Beauvais, Nous serons tous des protestants («Diventeremo tutti protestanti»), pag. 12. 10 Cfr. Mons. E. Julien, Bossuet et les protestants («Bossuet e i protestanti»), pag. 325. 11 In tali condizioni, se esisterà ancora una morale imposta dallo Stato, essa non sarà che un riflesso del consenso e varierà a seconda di quest'ultimo. 12 E poiché si deve fare una scelta se si vuole che la società sia governata, ci si rimetterà alla finzione della «volontà generale» che si esprime mediante il suffragio universale o mediante il voto dei deputati. Vedi l'articolo nº 6 della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1789: «La legge è l'espressione della volontà generale». Da notare che questa Dichiarazione costituisce uno dei capisaldi del liberalismo politico. 13 Cfr. D. Béresniak, Juifs et francs-maçons («Ebrei e massoni»), pag. 33. 14 Così Michel Baroin, ex Gran Maestro del Grand'Oriente di Francia durante una trasmissione mandata in onda da Radio-France, il 4 febbraio 1979 e riprodotta dal Corriere settimanale di Pierre Debray, del 22 febbraio 1979. 15 Cfr. Le Monde, del 16 novembre 1985. 16 Cfr. S.S. Pio IX, «Bref aux rédacteurs d'un journal catholique de Rodez», dicembre 1876. 17 Governo rivoluzionario di Parigi, dal 28 marzo al 28 maggio 1871. 18 Cfr. S.S. Pio IX, Allocution à des pèlerins de Nevers, giugno 1871. 19 Cfr. San Pio X, Lettera del 22 ottobre 1913. 20 Joseph de Maistre definisce «filosofismo» l'ideologia dei «Lumi» del XVIII secolo, ossia il liberalismo introdotto nella società cristiana dal protestantesimo e dalla Massoneria. Pur essendo considerato da molti come un punto di riferimento del pensiero cattolico, De Maistre appartenne in gioventù all'Ordine Martinista, un'affiliazione di cui sono ben visibili tracce in diversi dei suoi scritti (N.d.T.).
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