Con il termine «apparato democratico» si intendono quelle forze (caratterizzate dalla loro struttura, dalla loro organizzazione e dai loro metodi d'azione) che influenzano e manipolano gli odierni regimi democratici e che al tempo stesso salvaguardando il loro aspetto popolare (governo del popolo tramite il popolo). Che queste forze esistano, la cosa è riconosciuta da ogni serio osservatore del mondo politico. Essa è stata presentata così dallo storico François Furet (1927-1987; un uomo originariamente di sinistra) nel suo libro Penser la Révolution Française («Pensare la Rivoluzione Francese»), pubblicato nel 1979: «In ogni potere democratico c'è un'oligarchia nascosta, contraria ai suoi principî e al tempo stesso indispensabile al suo funzionamento» 2.
Si tratta di un argomento importante e trattato assai di rado. Lo scrittore cattolico Jean Ousset (1914-1994) ha fatto spesso notare che, nello studio del processo rivoluzionario (di cui il fenomeno democratico è una parte) l'aspetto ideologico è stato trattato in profondità, mentre l'aspetto dei metodi e del procedimento è stato troppo trascurato.
I PERCHÉ I REGIMI DEMOCRATICI, COSÌ FACILI DA MANIPOLARE, SONO COSÌ FREQUENTEMENTE SCELTI
Prima di tutto, occorre ricordare in generale una caratteristica importante dei regimi politici. Essendo le nazioni per loro natura degli insiemi di famiglie, e lo Stato l'apparato dell'organizzazione di una nazione, è dunque normale che il potere politico si trasmetta per eredità, com'è nell'ordine delle cose che, nel campo familiare, il potere si trasmette per via di sangue. E se guardiamo la Storia, constatiamo che, fino ad un'epoca relativamente recente, i poteri politici sono stati effettivamente trasmessi più spesso per via ereditaria che per mezzo di un sistema elettivo.
Charles Maurras (1868-1952) ha spesso insistito su questo punto, specialmente nel suo libro La démocratie religieuse («La democrazia religiosa»): «L'assoluto, l'immutabile in materia politica, in scienza politica, non sono la monarchia o il governo di uno solo, ma il governo ereditario, che dev'essere esercitato da un capofamiglia o per numerosi capifamiglia» 3. Il governo ereditario esercitato da un capofamiglia è illustrato dal regime capetingio che è durato per otto secoli. Il governo ereditario esercitato da un'aristocrazia (raggruppando un piccolo numero di capifamiglia) è illustrato dalla Repubblica di Venezia che è durata undici secoli (dal 697 a 1797).
Ecco un'altra formula di Maurras: «Ciò che è eterno, è il principio di eredità, è la bontà (detta anche efficacia, il carattere normale) del governo delle famiglie». Questa caratteristica è stata ben compresa dai finanzieri. A partire dal Medioevo, e probabilmente anche prima, essi si sono organizzati in dinastie finanziarie in cui il potere economico si trasmette per via ereditaria: Scrive l'economista, saggista e banchiere francese Jacques Attali: «I finanzieri si costituiscono, all'inizio del ventesimo secolo, in una doppia élite del denaro e della cultura per via dinastica. Ci si sposa solo tra banchieri - ebrei, per quelli che lo sono - al fine di estendere l'impero, per evitare che esso non si spezzetti e per conservare i segreti affaristici all'interno di una cerchia più ristretta» 4.
Quando nel XVIII secolo le dinastie finanziarie hanno iniziato ad allungare le mani sui poteri politici, si sono ingegnati a distruggere nella società il principio dinastico, detto anche sistema di trasmissione ereditaria del potere. Da qui la democrazia e la repubblica, regimi in cui il potere si trasmette non per via ereditaria, ma per elezione. Così essi hanno conservato per sé stessi i vantaggi del principio dinastico e hanno potuto dominare più facilmente i poteri politici dai quali questo principio era stato bandito, e che per via di questo fatto sono più facilmente manipolabili.
II LA SOCIETÀ DI PENSIERO, PRINCIPALE FORMA DI ORGANIZZAZIONE DELL'APPARATO DEMOCRATICO
È stato Padre Augustin Barruel s.j. (1741-1820) che nelle sue libro del 1797 Mémoires pour servir à l'histoire du jacobinisme («Memorie per servire alla storia del giacobinismo»), ha studiato per primo quella struttura tutta particolare che si chiama «società di pensiero». Studio che venne ripreso dallo storico Augustin Cochin (1876-1916), morto prematuramente durante la Prima Guerra Mondiale. Il pensiero di Cochin è stato ottimamente riassunto da François Furet nel capitolo intitolato «La théorie du jacobinisme» («La teoria del giacobinismo»), dal suo libro Penser la Révolution Française.
Sul piano interno, le società di pensiero si presentano come piccole cooperative intellettuali il cui funzionamento è regolato da quattro principi (dei quali solo tre sono ammessi ufficialmente): libertà, uguaglianza e fratellanza (nel senso massonico), e un principio non dichiarato: la sottomissione a superiori sconosciuti. All'esterno, il loro obiettivo è innanzi tutto quello di creare in seno alla società civile una nuova opinione pubblica, un nuovo consenso, un nuovo stato d'animo.
Un corpo sociale, qualunque esso sia, è fondato su una comunione di interessi. Esso è unito da un bene comune da difendere o da promuovere (club di calcio, municipio, università, ecc...). In una società di pensiero, il bene comune e la comunione di interesse non esistono. Entrandone a far parte, i membri di queste società si spogliano delle loro particolarità per esercitare un libero pensiero che non deve tener conto di nessuno imperativo di tradizione o di esperienza. Un corpo sociale è fondato sul reale, su interessi reali e su di un bene comune reale. Una società di pensiero è più o meno disconnessa dal reale; da qui la denominazione «cooperativa intellettuale» usata precedentemente. Le prime società di pensiero furono le Logge massoniche: è la Massoneria che ha messo a punto per sé stessa questa formula di lavoro in comune, e in seguito si è sforzata di estenderla all'insieme della società.
Il socialista Louis Blanc (1811-1882), politico e storico francese, caratterizzava così la Massoneria del XVIII secolo: «Alla vigilia della Rivoluzione, la Massoneria presentava l'immagine di una società fondata su alcuni principî contrari a quelli della società civile». Ecco il significato di questa osservazione. La società civile dell'Ancien Régime era regolata sul Decalogo e organizzata in corpi. La Massoneria ha sostituito il Decalogo con l'ideologia dei Diritti dell'Uomo, e l'organizzazione in corpi con le società di pensiero. L'opposizione tra società civili e Massoneria verteva così non solo sul piano delle idee e della morale, ma anche sul piano dell'organizzazione.
Sul piano interno, l'obiettivo di tali società è duplice: creare un consenso tra i suoi membri e formare degli uomini capaci di condurre un certo tipo d'azione politica. La «classe politica» che ha fatto la Rivoluzione del 1789 era interamente costituita da uomini generati da quelle società di pensiero che erano le Logge massoniche. I tre principî (pubblicamente ammessi) di libertà, di uguaglianza e di fratellanza, che regolano il funzionamento della società di pensiero, vanno compresi nel seguente modo:
É evidente che una società che funzionasse secondo questi tre principi di libertà, di uguaglianza e di fratellanza finirebbe immediatamente nell'anarchia intellettuale. Ora, ciò non avviene nelle società di pensiero perché esiste un quarto principio inconfessato che non viene reso pubblico, ma che è fondamentale: il principio di ubbidienza a dei superiori sconosciuti, detto anche «principio di sottomissione ad un nucleo dirigente».
Le società di pensiero sono gerarchicizzate. Una società di un dato rango ignora ciò che si trama nel rango immediatamente superiore, ma non l'inverso. Ecco perché. Prendiamo una società di rango N. Un piccolo numero dei suoi membri (diciamo cinque su cinquanta, ad esempio) appartengono anche al rango N+1, ma non sono conosciuti come tali dai loro colleghi del rango N. Questi membri che sono al tempo stesso N e N+1, si conoscono, si concertano e costituiscono, tramite il loro accordo, un nucleo dirigente, mentre gli altri membri della società sono mossi dalla loro individualità e non hanno assolutamente nessuna ragione per essere d'accordo tra loro.
Beninteso, i membri del nucleo dirigente possono agire solamente per suggestione e senza dare ordini, altrimenti verrebbero scoperti. La loro appartenenza al rango superiore deve restare segreta. Anche, il segreto fà parte integrante del governo mediante un nucleo dirigente. É così che viene ottenuto un risultato che può sembrare paradossale: l'ubbidienza ai superiori sconosciuti. La tabella sottostante rende un'idea di questo funzionamento
Ecco una precisazione presa dal vocabolario. L'espressione «nucleo dirigente» appartiene al vocabolario comunista. Nella Massoneria, l'espressione più spesso utilizzata è «cerchio interno»; si parlerà anche di «profani» e di «iniziati»; gli iniziati del rango N sono profani rispetto a quelli del rango N+1.
Mediante i principî di libertà, di uguaglianza e di fratellanza, e tramite la presenza di un nucleo dirigente costituito dai superiori sconosciuti, l'azione della società di pensiero è orientata, senza che i suoi membri lo sappiano, nella direzione voluta dai Gradi superiori. Così viene creato un sistema di una temibile efficacia:
È ciò che François Furet definisce «la conquista dell'opinione profana mediante il filosofismo», dove quest'ultimo termine designa l'opinione della società di pensiero. Tale conquista si opera con l'aiuto di molteplici intermediari delle società di pensiero (in effetti, della Massoneria); intermediari di cui si possono elencare esempi come il Rotary Club o il Lion's Club.
Ecco alcune precisazioni su questi circoli. Nel n° 30, dedicato alla Massoneria, e favorevole a questa, la rivista Historia dedica un articolo al Rotary Club e al Lion's Club: «Talvolta, si dice che il Rotary e il Lion's Club sono delle emanazioni anglosassoni della Massoneria. La maggioranza dei francesi rotariani o Lion's sono sinceramente contrari ad una simile affermazione; essi dicono di non essere massoni, e ciò è vero. Alcuni di loro sono addirittura anti-massoni convinti perché sono ostili all'immagine sèttaria della Massoneria fornita dal Grand'Oriente di Francia. E, tuttavia, questi club sono di essenza massonica; essi sono un veicolo di ideali massonici, di fratellanza, di solidarietà, di universalità e molti dei loro dirigenti sono massoni». Influenzati dalla Massoneria quanto al loro spirito, il Rotary Club e il Lion's Club sono peraltro guidati da nuclei dirigenti massonici. Come lo si sa? Perché esistono delle Fratellanze massoniche del Rotary Club e del Lion's Club 5.
L'esistenza delle società di pensiero giustifica ciò che affermava il rivoluzionario Léon Gambetta (1838-1882) nel 1870: «Sappiamo che il suffragio universale siamo noi». Del resto, il pensiero di Gambetta si accorda con quello di Papa Pio IX (1792-1878) che soleva dire: «Suffragio universale, menzogna universale». Citiamo ancora François Furet: «La chiave segreta del giacobinismo è la macchina nascosta all'ombra del popolo» 6. «Dove la libertà regna, è la macchina che governa». Non si può comprendere nulla del funzionamento dei regimi democratici di oggi se si fà astrazione dei dati che abbiamo appena rievocato.
III MODALITà D'AZIONE DELL'APPARATO DEMOCRATICO
Ecco una rassegna molto sommaria:
Per raggiungere il loro scopo (fare avanzare la Rivoluzione), la Massoneria e le società di pensiero che la ispira devono dissimularlo. Esse si presentano un'immagine di sé diversa dalla realtà: quella di società filantropiche, di tolleranza, di amicizia e di progresso. E questa immagine data all'esterno è molto importante per queste società. Come ha notato Paul Copin-Albancelli (1851-1939) 7, una società segreta al 100% non può riuscire. Da qui la necessità di una facciata sociale, di scopi apparenti di pubblico dominio, ma diversi dagli scopi reali. In definitiva, ciò che è segreto in una società segreta, non è la sua esistenza, ma il suo scopo e la sua organizzazione.
La cosa è già stata vista. È ciò che Copin-Albancelli definisce agire accuratamente «tramite influenze individuali dissimulate».
Essa è una conseguenza logica del segreto. La cosa è già stata vista più sopra.
A questo titolo, l'assassinio di personalità fastidiose (eventualmente camuffato in incidente, in malattia o in suicidio) è un mezzo correntemente impiegato.
- Il Terrore
del 1793 non è stato un incidente di percorso della
Rivoluzione Francese, ma una necessità: bisognava eliminare i principali
avversari e terrorizzare gli altri. La cosa è stata decisa nelle
Logge massoniche.
Per eliminare gli avversari (reali o potenziali) bisogna prima individuarli. La cosa è resa ancora più facile dai moderni mezzi di comunicazione:
Per potere manipolare una società, bisogna «fluidicarla», ossia renderla sensibile agli orientamenti nascosti, ai segnali di debole ampiezza non individuabili nel brusio generale delle discussioni e delle controversie. Come ottenere questo risultato? Un'immagine permetterà di comprendere meglio: quella di un mucchio di sabbia bagnata su una placca di lamiera. Se la lamiera non vibra, occorrerà un'inclinazione abbastanza forte per far colare la sabbia in una data direzione. Se la lamiera è sottoposta a deboli vibrazioni, la più piccola inclinazione farà colare i sabbia nella direzione voluta. La vibrazione della lamiera fà fluidificare la sabbia. Bisogna far fluidificare in modo simile la società.
Come far fluidificare la società? Principalmente mediante la dialettica, una tecnica che consiste nel sistematizzare, a tutti i livelli, le opposizioni e gli antagonismi di ogni tipo. All'inizio, fu l'opposizione operaio-padrone che venne privilegiata. In seguito, molte altre opposizioni furono sistematizzate, in parte in occasione della Rivoluzione culturale: uomini contro donne (il femminismo), giovani contro vecchi («sei troppo vecchio per capire»...), neri contro bianchi, ecc...
Ciò facendo, si fomenta l'odio, che è più efficace quando si esercita in gruppo. La dialettica ha qualcosa di diabolico in quanto si oppone allo spirito del Vangelo: «Siate uno, come il mio Padre celeste è io siamo uno» (Vangelo di San Giovanni). Come esempio di dialettica, si possono citare I sette comandamenti della sovversione di una società (documento di origine trotzkista):
Quattro di questi sette punti (1, 2, 4 e 5) corrispondono a forme particolari di dialettica.
Diversi avvenimenti della Storia meriterebbero di essere esaminati
sotto l'aspetto della gestione dei contrari: ad esempio, la lotta
tra giacobini e girondini, la Prima Guerra Mondiale o la guerra tra
la Germania nazista e la Russia sovietica. Un'illustrazione del
metodo di gestione dei contrari è fornita dalla corrispondenza tra
massoni d'alto Grado del diciannovesimo secolo: l'americano
Albert Pike (1809-1891) e l'italiano Giuseppe Mazzini
(1805-1872). Albert Pike giocò un ruolo di primo piano nella
Massoneria statunitense nella seconda metà del XIX secolo. Egli creò
una struttura massonica che dominava le altre: il palladismo.
Quest'ultimo è ben conosciuto soprattutto tramite il suo libro
Morals and Dogma, |