di Timothy Matthews 1
Satana desidera che la maggior parte
del suo lavoro nel mondo rimanga nell'ombra Per questa ragione, ho
cercato recentemente di fare luce
Cos'era la Scuola di Francoforte? Nei giorni che seguirono la Rivoluzione bolscevica in Russia si credeva che la rivoluzione dei lavoratori si sarebbe rapidamente estesa all'Europa ed, eventualmente, anche agli Stati Uniti. Ma non fu così. Verso la fine del 1922, l'Internazionale Comunista (il Komintern) cominciò a prendere in esame le ragioni di questa mancata espansione. Su iniziativa di Lenin venne organizzata una riunione segreta all'Istituto Marx-Engels di Mosca. Lo scopo della riunione era di chiarificare il concetto di rivoluzione culturale marxista e renderla effettiva. Fra i presenti c'erano:
Come ha scritto lo studioso Ralph de Toledano (1916-2007), l'autore conservatore e co-fondatore della National Review, «si trattò di una riunione forse più dannosa per la civiltà occidentale di quanto non lo fosse la stessa Rivoluzione bolscevica» 4. Lenin morì nel 1924. A partire da quel momento, tuttavia, Stalin (1879-1953) iniziò a sospettare che Münzenberg e Lukács fossero pensatori revisionisti. Nel giugno del 1940, Münzenberg fuggì nel Sud della Francia dove, su ordine di Stalin, una squadra di sicari della NKVD (la polizia segreta sovietica) lo raggiunse e lo impiccò ad un albero. Nell'estate del 1924, dopo essere attaccato per i suoi scritti dal 5º Congresso del Komintern, Lukács si trasferì in Germania dove presiedette la prima riunione di un gruppo di sociologi filo-comunisti, un incontro che portò alla fondazione della Scuola di Francoforte.
Questa «Scuola», il cui progetto era di arricchire il programma rivoluzionario, venne inizialmente impiantata nell'Università di Francoforte, nell'Institut für Sozialforschung. All'inizio. la Scuola e l'Istituto erano indistinguibili. Nel 1923, l'Istituto venne ufficialmente stabilito e fondato da Felix Weil (1898-1975). Quest'ultimo era nato in Argentina, ma all'età di nove venne mandato a frequentare la scuola in Germania. Egli frequentò le Università di Tübingen e di Francoforte, dove si laureò con un dottorato in Scienze Politiche. Mentre frequentava queste Università crebbe in lui l'interesse per il socialismo e per il marxismo. Secondo lo storico intellettuale Martin Jay, il tema della sua disquisizione furono «i problemi pratici nel perfezionare il socialismo». Carl Grünberg (1861-1940), il direttore dell'Istituto dal 1923 al 1929 era un marxista dichiarato, anche se l'Istituto non fosse affiliato ufficialmente ad alcun partito.
Ma nel 1930, Max Horkheimer (1895-1973) assunse il controllo e credette che la teoria di Marx doveva essere la base delle ricerche dell'Istituto.
Quando Adolf Hitler (1889-1945) salì al potere, l'Istituto venne chiuso e i suoi membri, per vie diverse, fuggirono negli Stati Uniti e si installarono nelle migliori Università (Columbia, Princeton, Brandeis, California e Berkeley). La Scuola annoverava fra i suoi membri il guru della nuova sinistra degli anni '60 Herbert Marcuse, Max Horkheimer, Théodor Adorno (1903-1969), il popolare scrittore Erich Fromm (1900-1980), Leo Löwenthal (1900-1993) e Jurgen Habermas, probabilmente il rappresentante più influente della Scuola di Francoforte. Fondamentalmente, la Scuola era convinta che finché un individuo ha la fede - o anche la speranza in una credenza religiosa - è persuaso che il dono divino della ragione possa risolvere i problemi della società.
In queste condizioni, quella società non avrebbe mai raggiunto lo stato di disperazione e di alienazione giudicata necessaria per provocare una rivoluzione socialista. Il loro compito, perciò, era di minare il più rapidamente possibile l'eredità cristiana. Per raggiungere tale obiettivo, essi applicarono la critica distruttiva più negativa possibile ad ogni sfera della vita allo scopo di destabilizzare la società e abbattere quello che essi consideravano l'ordine «oppressivo». Essi speravano che le loro idee si sarebbero diffuse come un virus, «continuando l'opera dei marxisti occidentali servendosi di altri mezzi», come disse uno dei membri della Scuola.
Per favorire la loro «pacifica» rivoluzione culturale - ma senza rivelare a nessuno i loro piani per il futuro - la Scuola raccomandò (fra le altre cose):
Una delle idee principali della Scuola di Francoforte era quella di sfruttare l'idea freudiana di «pansessualismo», della ricerca del piacere, dello sfruttamento delle differenze tra i sessi e dell'abbattimento delle relazioni tradizionali tra uomini e donne. Per favorire la realizzazione dei loro scopi essi si prefiggevano:
Münzenberg riassunse l'obiettivo a lungo termine della Scuola di Francoforte con queste parole: «Corromperemo così tanto l'Occidente che puzzerà» 5. La Scuola credeva che ci fossero due tipi di rivoluzione: (a una politica e (b una culturale. La rivoluzione culturale demolisce dall'interno. «Le forme moderne di sottomissione sono caratterizzate dalla dolcezza» 6. Essi lo considerarono un progetto a lungo termine e per vie delle loro concezioni si concentrarono sulla chiaramente sulla famiglia, sull'istruzione, sull'informazione, sul sesso e sulla cultura popolare.
l
La famiglia La «teoria critica» della Scuola ha insegnato che la «personalità autoritaria» è un prodotto della famiglia patriarcale, un'idea presa direttamente in prestito dall'opera di Friedrich Engels (1820-1895) intitolata L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1884), un libro che promuove il matriarcato. Già Karl Marx aveva scritto, sia ne Il Manifesto del Partito Comunista (1848) che in L'ideologia tedesca (1845), parlando della nozione integrale della «comunità delle donne», parole denigratorie sull'idea della famiglia come unità di base della società. Si trattava di uno dei dogmi fondamentali della «teoria critica»: la necessità di abbattere la famiglia contemporanea. Gli studiosi dell'Istituto sostenevano che «anche un crollo parziale dell'autorità dei genitori all'interno della famiglia avrebbe potuto aumentare la capacità di una futura generazione di accettare un cambiamento sociale» 7.
Seguendo Karl Marx, la Scuola sottolineò il fatto che la «personalità autoritaria» è un prodotto della famiglia patriarcale (come abbiamo visto, fu Marx che denigrò l'idea della famiglia come unità basilare della società). Tutti ciò preparò il terreno ad una guerra contro il genere maschile condotta negli anni Sessanta da Herbert Marcuse (1898-1979) sotto le sembianze della «liberazione della donna» e del movimento della nuova sinistra. Essi proposero di trasformare la cultura occidentale in un modello di società dominato dalla donna. Nel 1933, Wilhelm Reich (1897-1957), uno dei membri della Scuola, scrisse nell'opera Psicologia di massa del fascismo che il matriarcato era l'unico tipo di famiglia genuino di una «società naturale».
Anche Eric Fromm era un fautore attivo della teoria matriarcale. La mascolinità e la femminilità, diceva Fromm, non erano dovuti alle diversità sessuali «essenziali», come avevano pensato i romantici, ma derivavano «dai diversi ruoli nella vita che in parte erano già socialmente determinati» 8. Il suo dogma fu il precedente su cui si fondarono le dichiarazioni delle femministe integrali che, oggi, appaiono su quasi tutti i giornali più conosciuti e in molti programmi televisivi. I rivoluzionari sapevano benissimo quello che volevano fare e come farlo. E ci sono riusciti.
Il Dr.
Timothy Leary (1920-1996) ha dedicato uno riferimento fugace
al lavoro della Scuola di Francoforte nel suo resoconto dell'operato dell'Harvard University
Psychedelic Drug Project intitolato
Flashbacks. Egli cita una conversazione avuta
con
Aldous
Huxley (1894-1963), iol quale gli disse: «Queste droghe
cerebrali, prodotte in massa nei laboratori, provocheranno cambiamenti enormi
nella società. Ciò accadrà
Il Lindesmith Center, finanziato da Soros, è diventato il portavoce principale di quegli americani che vogliono depenalizzare l'uso delle droghe. «Soros è il papà della legalizzazione delle droghe», ha affermato Joseph Califano Jr., del Columbia University's National Center on Addiction and Substance Abuse 11.
Adorno divenne il capo dell'unità sugli «studi sulla musica». Basandosi sulle sue teorie sulla musica moderna, egli promosse la prospettiva di diffondere musica popolare atonale come un'arma per distruggere la società, e forme degenerate musicali in grado di causare malattie mentali. Adorno disse che gli Stati Uniti sarebbero stati messi in ginocchio mediante l'uso della radio e della televisione incoraggiando una cultura del pessimismo e della disperazione. Alla fine degli anni '30, lui e Horkheimer emigrarono a Hollywood. Anche la diffusione dei videogiochi violenti rientra negli scopi perseguiti dalla Scuola di Francoforte.
Nel suo libro The Closing of the American Mind («La chiusura della mente americana»), il filosofo Allan Bloom (1930-1992) osserva come Marcuse attrasse gli studenti universitari negli anni Sessanta presentando una combinazione di Marx e di Freud. In Eros e Civiltà (1955) e in L'uomo a una dimensione (1964), Marcuse promette che la sopraffazione del capitalismo e della sua falsa coscienza avrebbe dato luogo ad una società in cui le più grandi soddisfazioni sarebbero state quelle legate al sesso. La musica rock tocca nel giovane lo stesso tasto. La libera espressione sessuale, l'anarchia, la penetrazione dell'inconscio irrazionale e il poter andare a briglie sciolte è ciò che essi hanno in comune.
I mass media moderni - incluso il New York Times,
diretto dal 1992 da Arthur «Pugno» Sulzberger Jr.
- si sono fortemente ispirati allo studio della Scuola di Francoforte
intitolato The Authoritarian Personality
12. Nella sua libro
Arrogance 13,
l'ex reporter della CBS News Bernard
In un'allocuzione dell'agosto del 1999 indirizzata all'Accademia Navale degli Stati Uniti, il Dr. Gerald L. Atkinson fornì un'informativa di fondo sulla Scuola di Francoforte, ricordando al suo pubblico che egli fu il «fante» della Scuola di Francoforte che introdusse le tecniche di «sensitivity training» utilizzate nelle scuole pubbliche già nei trent'anni precedenti (e ora impiegate dall'esercito degli Stati Uniti per istruire le truppe sulle «molestie sessuali»). Durante le sedute di «sensitivity training» nelle scuole, agli insegnanti venne detto di non insegnare, ma di «agevolare». Le classi divennero dei centri di introspezione in cui i bambini parlavano dei loro sentimenti soggettivi. Questa tecnica venne progettata per convincere i bambini che erano l'unica autorità nella loro vita.
Atkinson continuò affermando: «L'opera "The Authoritarian Personality", preparata in America dalla Scuola di Francoforte negli anni Quaranta, spianò la strada alla guerra successiva contro il genere maschile promossa da Herbert Marcuse e dalla sua banda di rivoluzionari sociali sotto le sembianze di "liberazione della donna" e di "movimento della nuova sinistra" degli anni Sessanta. L'evidenza che queste tecniche psicologiche destinate a cambiare la personalità erano in realtà destinate alla castrazione del maschio americano, è offerta da Abraham Maslow, fondatore di "Third Force Humanist Psychology" e promotore della psicoterapia di classe, il quale scrisse che "il prossimo passo nell'evoluzione personale sarà una trascendenza della mascolinità e della femminilità in una umanità generale"».
Il 17 aprile 1962, Abraham Maslow (1908-1970) tenne una conferenza ad un gruppo di suore all'Università del Sacro Cuore, la facoltà delle donne cattoliche del Massachusetts. Egli annotò sul suo diario come il suo discorso riscosse un «grande successo», ma che aveva trovato questo fatto sconcertante. «Esse non dovrebbero applaudirmi - scrisse - ma attaccarmi. Se fossero completamente consapevoli di ciò che sto facendo dovrebbero contrastarmi» 14.
Se permetteremo che la sovversione dei valori continui, sarà inevitabile che le generazioni future perderanno tutto ciò per cui i nostri antenati hanno sofferto e sono morti. Siamo stati avvisati, dice Atkinson. Una lettura della Storia ci dice che stiamo per perdere una delle cose più preziose che abbiamo: la nostra libertà individuale. «Ciò che stiamo attualmente sperimentando - scrive Philip Trower in una lettera all'autore - è una miscela di due scuole di pensiero; la Scuola di Francoforte e la tradizione liberale che risale all'illuminazione intellettuale del XVIII secolo. La Scuola di Francoforte ha chiaramente le sue origini remote nell'Illuminismo del Settecento. Ma come il marxismo di Lenin, essa è un movimento di rottura. Gli scopi immediati del liberalismo classico e della Scuola di Francoforte sono stati principalmente gli stessi, ma la mèta finale è diversa. Per liberali si trattava di "migliorare" e "perfezionare" la cultura occidentale, mentre la Scuola di Francoforte vuole provocare la sua distruzione. A differenza dei marxisti della linea dura, la Scuola di Francoforte non ha pianificato alcun futuro. Ma tale Scuola sembra essere più perspicace dei nostri classici liberali laicisti. Almeno essi sembrano consapevoli del fatto che le deviazioni morali che promuovono renderanno la vita sociale impossibile o intollerabile. Ma questo lascia un grande punto interrogativo sul futuro che ci vogliono regalare». Nel frattempo, la «rivoluzione pacifica» avanza...
Note
1 Traduzione dall'articolo originale inglese The Frankfurt School: Conspiracy to Corrupt («La Scuola di Francoforte: la congiura della corruzione»), a cura di Paolo Baroni. Scritto reperibile alla pagina web http://www.thetruthseeker.co.uk/oldsite/article.asp?ID=13488 2 Cfr. C. Dawson, Enquiries into Religion and Culture, Catholic University of America Press, 2009, pag. 259. 3 Cfr. P. Ploncard d'Assac, Le nationalisme français («Il nazionalismo francese»), pag. 26. 4 Cfr. R. de Toledano, The Frankfurt School, pag. 11. Trattasi di uno studio che dimostra come è nata l'idea di rivoluzione culturale che fu pilotata dalla Scuola di Francoforte. 5 Cfr. R. de Toledano, op. cit., pag. 26. Anche l’italiano Toni Negri si esprime con gli stessi termini in Imperium (Rizzoli 2002) (N.d.T.). 6 Trattasi di una formula socialista del '68. A questo riguardo, vedi ulteriori dettagli in P. Bernardin L'Empire Écologique («L'impero ecologico»), cap. V, Techniques of Non-aversive Control («Tecniche di controllo non-coercitive»), e l'articolo Ecology and Globalism («Ecologia e globalismo»), in Apropos, marzo 2003. 7 Cfr. M. Jay, The Dialectical Imagination: A History of the Frankfurt School and the Institute of Social Research, 1923-1950 («L'immaginazione dialettica: una storia della Scuola di Francoforte e dell'Istituto di Ricerche sociali, 1923-1950»), University of California Press, 1973, pag. 135. 8 Ibid., pag. 95. 9 Cfr. M. Minnicino, The Frankfurt School and Political Correctness («La Scuola di Francoforte e la correttezza politica»), in Fidelio, vol. I, nº 1, Inverno 1992, KMW Publishing, Washington DC. 10 Cfr. T. Leary, Flashbacks, Tarcher, 1997. 11 Cfr. The Nation, del 2 settembre 1999 12 Harper, New York 1950. 13 Warner Books, 1993. 14 Cfr. A. Maslow, Journals («Diari»), pag. 157.
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