titolo la controcultura in italia

di Francesco Agnoli 1

 

postato: 14 febbraio 2013

 

avanguardia operaia

 

Questo scritto è una sorta di lettera aperta a Livia Turco, che nel periodo 1996-1998 è stata Ministro della Solidarietà Sociale nel governo guidato da Romano Prodi. Pur essendo un po' datato (1999), il suo contenuto rimane di grande attualità. Altri articoli pubblicati in questa o in altre sezioni avevano già tracciato un profilo dei promotori della controcultura d'oltre Oceano. Il pregio di questo scritto è di dare un volto ai propugnatori di questa corrente di pensiero in Italia durante il Sessantotto e negli anni successivi. Molti di loro, dismesso l'eskimo e la kefiah, si sono «imborghesiti» e oggi siedono nelle stanze del potere, quello stesso potere che un tempo essi denunciavano come espressione oppressiva del regime.

 

Al di là di qualche differenza marginale, il copione sembra essere identico a quello già visto negli Stati Uniti: in primo piano la promessa di libertà illusorie da parte dei soliti contestatari di sinistra, e dietro le quinte, in maniera più defilata, l'Alta Finanza, così sensibile ai «problemi» dell'umanità e sempre munifica con chi si impegna a stravolgere l'antico ordine sociale in nome di ideali rivoluzionari. Uguali sembrano anche gli obiettivi da raggiungere: distruzione della famiglia, liberalizzazione delle droghe, libertà sessuale, smantellamento dell'identità dei popoli, spiritualità New Age, ecc... Anche lo scopo finale è sempre lo stesso: la costruzione di una società pluralistica, multietnica e multireligiosa di schiavi (che si credono liberi) nel quadro di un Nuovo Ordine Mondiale, dominato da un'élite ristretta di persone appartenenti al mondo del grande capitale.

 

 

Sessantotto e New Age

 

Porre tre domande al ministro Livia Turco, su quella attività che la vede coinvolta, insieme a compagni di ideologia, nel riconoscimento per legge dei movimenti New Age, per la droga libera e nell'immigrazione di massa, significa riflettere su un passato storico che le grancasse mediatiche livia turcohanno appena concluso di celebrare con particolare enfasi: si tratta del fenomeno del cosiddetto '68. É qui che dobbiamo cercare le radici e le ragioni del comportamento del ministro Livia Turco, a partire dal suo particolare apprezzamento per il movimento New Age e per i suoi lodati aspetti «spirituali». Come mai, ci possiamo chiedere, mentre da molte parti si dimostra preoccupazione per quei lati oscuri - dai Tarocchi, all'esoterismo, all'ufologia, alle invocazioni spiritiche... - che in vario modo al New Age sono riconducibili, i vertici di ideologie (ex comunisti e verdi in primis) che siamo ancora abituati a considerare materialiste, dimostrano invece di voler aiutare a tutti i costi realtà che fanno dello spiritualismo, della ricerca «spirituale» la loro bandiera? Comunismo, materialismo, diritti operai... sono ormai categorie sorpassate da più tempo che non si creda, e, come diceva qualcuno, quando l'uomo non sa più guardare a Dio, la terra si riempie di idoli, anche i più strani e mostruosi. La trasformazione del marxismo in «religiosità», l'incontro del marxismo materialista con le categorie spirituali del New Age, è datato appunto agli anni della rivoluzione sessantottina, ed è determinato dal fortissimo influsso esercitato da quella che noi conosciamo essenzialmente come controcultura, ma che in America sorge legata all'aspettativa di una Nuova Era, una New Age appunto. I leader nostrani della contestazione - provenienti dalle scuole e dalle Università, non dalle fabbriche; sfociati nel giornalismo d'opinione, al servizio dei grandi poteri economici, o nella politica di professione, non nell'attività lavorativa - alternano sit in davanti alle fabbriche alla lettura di Jack Kerouac (1922-1969), Allen Ginsberg (1926-1997), Aldous Huxley (1894-1963), Albert Hoffmann (1906-2008), lo scopritore dell'LSD, La morte della famiglia di David Cooper (1931-1986), La rivoluzione sessuale di Herbert Marcuse (1898-1979), La marijuana fà bene di Guido Blumir: «Quando andavamo in giro a parlare - scrive Mauro Rostagno (1942-1988), uno dei massimi leader del movimento studentesco - non rivendicavamo mai i nostri aspetti più belli, ma soltanto quelli tradizionali e scontati: il rapporto con la classe operaia [...], non le altre cose che poi si sono rivelate più importanti» 2.

 

Detto questo, Rostagno descrive le sue mirabolanti imprese sessuali, l'uso di acidi e sostanze psichedeliche, la lettura e la conoscenza di testi che sarebbero diventati sacri per il New Age, e che queste esperienze orgiastiche e psichedeliche esaltavano. Edmondo Berselli (1951-2010), ex sessantottino, editorialista de La Stampa, celebrando l'anno scorso l'anniversario della rivoluzione del '68, rivendica ad essa il merito di aver anticipato tematiche attuali, «una possibile New Age»: «Abbiamo creduto all'antimedicina [...]. Guardavamo al rosso dell'Oriente [...], lo zen [...], Siddharta».

 

allen ginsberg david cooper herbert marcuse
Allen Ginsberg David Cooper Herbert Marcuse
jack kerouac guido blumir edmondo berselli

Jack Kerouac

Guido Blumir Edmondo Berselli

 

I maestri, lo ripeto, vengono però da lontano: come spiega la Guida internazionale dell'Età dell'Acquario, sono i «provos olandesi», gli «hippie, i figli di fiori, gli iniziati della marijuana, gli esaltati psichedelici», la cultura underground, Timothy Leary (1920-1996), Ginsberg, Huxley, con i quali «l'uso di droghe divenne un mezzo per contestare» e per «aprire le botole segrete della loro coscienza» 3. Sono i fondatori, gli ideologi, o almeno i fruitori, dei santuari New Age, tutti nati proprio in questi anni: Big Sur in California, Findhorn in Svezia (1962), Auroville (1968) e Poona (1974) in India...

 

Droga ed esperienze spiritiche

 

Cosa si faceva e cosa si fà in questi e in tanti altri centri, nati anche in Italia, come quello di Nocera Umbra, proprio nel 1968? Tante cose, ma oggi ce ne interessano soprattutto due, legate agli interessi della Turco (con Luigi Manconi, leader verde, in prima fila), per la spiritualità New Age e per la droga libera: l'evocazione di spiriti angelici ed elementali, e l'uso di droghe, che si traduce poi in richiesta al potere politico di una loro legalizzazione (magari con argomentazioni capziose e strumentali, parlando di eliminazione dello spaccio e simili, come giustificazione di fronte alle masse dei non iniziati, dei profani). Un esempio può essere quello dei già citati provos olandesi, che come dice la Guida internazionale dell'Età dell'Acquario, svegliarono gli gnomi da un lungo sonno; e sono sempre i provos olandesi, come ricorda la rivista antiproibizionista Cannabis 4, a distribuire per le vie di Amsterdam, nel 1967, un proclama di questo tenore: «Noi, Liberi e Illuminati. Noi i Giovani Insofferenti dei tabù, dei divieti [...], rendiamo oggi legale per tutto il pianeta la coltivazione e il consumo della marijuana».

 

Lo spiritismo acquariano non contempla solo entità elementali quali gnomi, folletti, ondine - le stesse in cui credevano, sia detto tra parentesi,  Arthur Conan Doyle (1859-1930) e Gabriele D'Annunzio (1863-1938) - ma anche spiriti ben più terribili, se è vero che troviamo riviste acquariane intitolate Lucifer, librerie dedicate a Bafometto, un culto diffuso per il Serpente e il Capro, simboli eminenti di Satana, o comunque per entità analoghe: «Nel marzo del 1966 - scrive Peter Caddy (1917-1994), fondatore di Findhorn, parlando di un certo Roc - ebbe il primo incontro con un essere elementale. Vide una bellissima figura, alta circa tre piedi, che danzava intorno ad un albero [...], mezzo uomo e mezzo animale, con mento e orecchie appuntite e due piccole corna sulla fronte» 5.

 

luigi manconi la rivista cannabis  peter caddy

Luigi Manconi

Cannabis  Peter Caddy

 

Perché allo spiritismo si affianchi l'uso di sostanze allucinogene non è difficile da comprendere, essendo una costante della Storia: «I derivati della canapa - scrive la già citata rivista Cannabis, che appunto difende l'uso della pianta in questione ­venivano rigidamente usati (alla fine degli anni Sessanta; N.d.R.) come sostanza sacramentale da una estesa e colorata tribù che aveva optato unilateralmente per l'abolizione [...] della proprietà privata, della famiglia [...] e dei tabù sessuali», fra i quali anche l'incesto. «Sostanza sacramentale», secondo gli insegnamenti New Age, intenta a ricercare in ogni filosofia, antica e moderna, occidentale e soprattutto orientale, gnosticismo e buddismo, tracce di un rapporto col mondo dello spirito incentrato sull'irrazionalità e sul nichilismo. Allen Ginsberg, il padre della beat generation, nel 1966 scriveva: «Prendevo un sacco di LSD e psylocybina prima di partire per l'India e, beh, ero in uno stato mentale leggermente disordinato. Pensavo che fosse assolutamente necessario che mi lasciassi del tutto andare allo scopo di ottenere una completa illuminazione, che il mio io si annullasse completamente e che ogni cosa intorno a me si annullasse completamente, allo scopo di raggiungere la perfezione».

 

Nella sua famosissima raccolta poetica Urlo scrive: «Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia [...] trascinarsi per strade nere all'alba in cerca di droga rabbiosa»; «Vomito, sono in trance, il mio corpo è colto dalla convulsione [...], sono qui nell'inferno»; «Sante le visioni, sante le allucinazioni [...], santo l'abisso» 6. E Kerouac - un altro maestro citato ad esempio dal leader sessantottino nostrano Mario Capanna - grande ammiratore del «vuoto mentale» dello zen, frequentatore della comunità New Age di Big Sur, morto alcolizzato, introduce così il suo Le città delle notti rosse 7: «Questo libro è dedicato agli Antichi, al Signore delle Abominazioni [...], Angelo Oscuro di tutto ciò che è escrezione e corruzione, signore della Decomposizione [...], a Ix Tab [...], patrona di coloro che si impiccano [...], al Distruttore [...], al Signore degli Assassini. Niente è vero. Tutto è permesso» 8.

 

Due figure importanti del '68 italiano: Valcarenghi e Pannella; consonanze col D'Alema

 

Come penetrarono, in Italia, questi edificanti ragionamenti? Parlando del nostro Paese, la Guida internazionale dell'Età dell'Acquario cita un personaggio, Andrea Valcarenghi, oggi capo carismatico di una comunità New Age, e il suo libro Underground: a pugno chiuso. Chi è Valcarenghi? É, negli anni della rivoluzione sessantottina, il direttore di Re Nudo, frequentatore, per lo più nella casa di Milano di Francesco Cardella, Margherita Boniver, ex ministro socialista rispuntata fra le file di Forza Italia, Franco Battiato, Mauro Rostagno, Giorgio Pietrostefani, Lidia Ravera, giornalista de L'Unità, Domenico Contestabile, Claudio Martelli, Bettino Craxi... 9.

 

La sua volontà, secondo le sue stesse parole, è «far capire al vecchio proletario che la musica, l'erba, la comune [...] sono roba comunista [...]. Noi dovremo diventare i genitori che dovranno sentirsi in grado di prendere l'acido con i proprî figli». Al suo libro c'è la prefazione di Marco Pannella, colui che diventerà il massimo fautore della legalizzazione, proprio a partire dal '68: «Carissimo Andrea [..], io amo gli obiettori, i fuori legge del matrimonio, i cappelloni sottoproletari anfetaminizzati. Fumare erba non mi interessa per la semplice ragione che lo faccio da sempre. Ho un'autostrada di nicotina e di catrame dentro che lo prova, sulla quale viaggia veloce quanto di autodistruzione, di evasione, di colpevo­lizzazione e di piacere consunto e solitario la mia morte esige ed ottiene. Mi par logico, certo, fumare altra erba meno nociva, se piace, e rifiutare di pagarle troppo cara, sul mercato [...] in carcere» 10.

 

mario capanna andrea valcarenghi lidia ravera

Mario Capanna

Andrea Valcarenghi  Lidia Ravera
la rivista re nudo underground: a pugno chiuso - andrea valcarenghi francesco cardella
Re Nudo Underground: a... Francesco Cardella

 

Ecco le nobili ragioni dell'antiproibizionismo! Affondano le radici in una visione «filosofica», nichilista, della vita e della morte, non certamente in un tentativo concreto di limitazione del danno, riduzione dello spaccio e simili amenità; storicamente nell'azione dei vari Valcarenghi, Pannella,mauro rostagno Massimo D'Alema... 11 in Italia, quando, negli stessi anni e nello stesso contesto ideologico, i maestri d'oltreoceano Leary, Huxley, Ginsberg, Bob Dylan e altri, riunitisi nell'International Federation For Internal Freedom (IFIF), richiedendo a gran voce al presidente americano la liberalizzazione delle droghe allucinogene, senza inutili infingimenti tattici, proclamavano apertamente il loro pensiero: e cioè che esse «dovrebbero essere poste sullo stesso piano della poesia, della musica, della letteratura e dell'arte e messe a disposizione di tutti gli uomini che vogliono migliorare la loro mente ed espandere la loro coscienza», e «che l'LSD è soprattutto un'esperienza religiosa [...], e i distributori di LSD sono missionari» 12. Posizione identica a quella espressa ai nostri giorni, senza l'ipocrisia imposta dall'agire politico, da alcune riviste New Age: «In tutto il mondo - afferma la rivista Il Manifesto extra (dicembre 1995), dedicato al New Age, e in cui si lamenta «l'incostituzionalità delle leggi repressive sulle droghe sacramentali» - sono diffuse piante e funghi la cui assunzione induce nell'uomo profondi stati emotivi, intuitivo visionari, illuminanti [...] per comunicare col mondo degli spiriti e degli dèi [...]. Questi vegetali vengono detti "allucinogeni" o "psichedelici" (rivelatori della mente), o, con un termine coniato in questi ultimi anni "enteogeni" (che rivelano la divinità che è in te. Famosi sessantottini nostrani come Francesco Alberoni - che giunto a Trento promette agli alunni che potranno tranquillamente «fumare erba» (testimonianza di A. Ricci) - il radicale Maurizio Mellini, l'on. Tiziana Maiolo, Franco Battiato, l'editore Giulio Savelli... li vediamo oggi, ma non ci stupisce, partecipare a convegni e scrivere su riviste New Age: non è dunque un caso trovarli per lo più nella scia degli antiproibizionisti, o addirittura, come nel caso di Battiato, intenti ad esaltare l'uso mistico degli allucinogeni.

 

La rivista Cannabis si incontra con il New Age, esalta le capacità delle droghe di provocare «l'estasi, la trance, la possessione», così come chi vi scrive appartiene anche al giornalismo antiproibizionista di partito: Giancarlo Arnao, amico di Manconi, scrive sia sul «fuorilegge» Cannabis 13, ad esempio, un articolo intitolato La guerra al piacere, ma anche sul governativo Il Manifesto, ed è responsabile scientifico del Forum droghe cui appartengono gli importanti onorevoli DS Grazia Zuffo e Gloria Buffo. Luigi Manconi e Livia Turco, che oggi per il New Age reclamano riconoscimenti giuridici, sono parallelamente antichi fautori della legalizzazione.

 

francesco alberoni tiziana maiolo giancarlo arnao

Francesco Alberoni

Tiziana Maiolo Giancarlo Arnao

 

I verdi: un partito nato dal Sessantotto

 

Manconi, in particolare, è stato a lungo il braccio destro dell'editore Savelli, per cui scrivevano anche Gad Lerner e gli antiproibizionisti Mellini e Teodori, e fra le cui opere ricordiamo - oltre a fumetti pornografici, pedofili, omosessuali e sado­masochisti, e al dramma dell'aborto trasformato in ridanciano gioco dell'oca... - opere come Andare in India e Andare in Oriente, e cioè l'esaltazione della moda sessantottina e New Age del viaggio in India, magari a Poona, dove fra le tante libertà c'è anche quella di drogarsi; opere come quella di Claude Lévi-Strauss (1908-2009) che, esaltando il «selvaggio» come la parte sana dell'umanità scampata alla corruzione della ragione, finisce per celebrare il drogato come espressione del rifiuto più radicale possibile della logica e del pensiero: «Il nostro fine - scrive questo caposcuola dello strutturalismo, nel suo La penseè sauvage 14 - non è quello di costruire l'uomo, ma di dissolverlo».

 

Tornando a Manconi, e in genere al partito governativo dei verdi, si può ben dire che il loro decantato ambientalismo passa in buona parte dalla «devozione» all'erba da fumo, se è vero che l'antiproibizionismo costituisce, insieme alla difesa dell'aborto e al controllo delle nascite 15, uno dei capisaldi più antichi del partito, e che la difesa della canapicoltura degli onorevoli verdi Ronchi, Manconi e Alfonso Pecoraro Scanio strappa grida di entusiasmo ai cannati redattori di Cannabis 16. Del resto, quali tracce di un interesse per i problemi ambientali si può rintracciare nell'azione e negli scritti dei vari Manconi, Boato, Paissan... all'epoca in cui partecipavano alla rivoluzione del '68? Quali nella tumultuosa vita del massimo leader sessantottino europeo, oggi onorevole verde, Daniel Cohn-Bendit, il cui grande impegno è stato, appunto, sempre, la legalizzazione via via delle droghe leggere, del metadone e infine dell'eroina. Un po' come Marco Pannella, nella frase citata, anche il Cohn-Bendit ha in certi momenti ammesso la sua simpatia viscerale per le droghe: «L'hashish - così dichiarò in una seduta del parlamento Europeo del 1995 - fà parte della nostra cultura [...]. Io fumo l'hashish e voglio che nessuno me lo proibisca» 17.

 

claude lévi-strauss alfonso pecoraro scanio daniel cohn-bendit

Claude Lévi-Strauss

A. Pecoraro Scanio Daniel Cohn-Bendit

 

Prime conclusioni

 

Come non legare allora l'esaltazione e la richiesta di liberalizzazione delle droghe, fatta dall' ideologia New Age, alla volontà di legalizzarle, da parte di personaggi che nella prima cultura New Age sono cresciuti e che per essa vogliono riconoscimenti giuridici? Come giustificare la contemporaneità dell'arrivo della cultura New Age in Italia (1965-1966) con le prime richieste di legalizzazione portate avanti da Pannella e dall'ancor giovane Massimo D'Alema? Come ancora l'affinità fra le richieste fatte dai centri sociali, noti fruitori di droghe, o da riviste come Cannabis, e i progetti governativi dei ministri Giovanni Maria Flick e Turco?

 

Non si inquadra, forse, in questo contesto la scelta del ministro dell'Istruzione di porre come prova scritta di spagnolo della maturità 1998 per i licei linguistici, un ambiguo tema sui benefici della marijuana? E che dire della decisione di quotidiani notoriamente legati all'antiproibizionismo, come La Repubblica, Il Manifesto e L'Unità, di sostenere una campagna per la liberalizzazione delle droghe che ne esalta esplicitamente le capacità «illuminanti», quando sostiene: «Sigmund Freud: genio o drogato»?; «Verlaine ha cambiato la poesia moderna. Cambia sapere che era un drogato»?; «Grandi artisti e filosofi consumavano droghe, anche pesanti...» 18.

 

New Age, Sessantotto e immigrazione. Famiglie e popoli

 

Analizzato (ma lo riprenderemo) lo stretto rapporto esistente fra New Age e libertà di droga, occorre passare al tema dell'immigrazione. Che relazione ci può essere fra New Age e immigrazione, fra la simpatia che il ministro Turco, per fare un nome, dimostra per questo movimento società multietnicareligioso e il suo coinvolgimento in prima fila - tanto da essere la coautrice della legge in materia - nel problema immigrazione? Non vogliamo qui sviscerare una tematica così grave, quanto domandarci se vi sia una componente ideologica, fondamentalmente errata, nell'approccio ad essa, vissuto come esaltazione pregiudiziale della cosiddetta società multiculturale e multietnica. É un fatto che ben prima che la caduta del comunismo e una serie di altri eventi riversassero in Europa, a partire dal 1989, una marea di genti diverse, sradicate, in preda spesso alla povertà, alla disperazione e talora alla necessità di delinquere, si andava affermando, col movimento New Age in generale e il '68 in particolare, il cosiddetto «ideale arcobaleno», l'«utopia multicolore»: un mondo unito, in cui tutte le religioni e le razze si mescolassero in un sincretismo totale, portatore di pace e di felicità. La famiglia tradizionale, si diceva, «è solo un cancro al cuore, l'origine della maggior parte delle alterazioni, perturbazioni e malattie mentali di cui soffre l'adulto; della sua incapacità di amare e della sua sfiducia nei confronti degli altri» 19; occorre quindi «aprirla», negare la monogamia, il concetto reazionario di padre e di madre, aprirla appunto alla comunione di donne, di figli... Così bisogna ugualmente fare per le grandi famiglie delle razze, per la grande famiglia del mondo: «Riavvicinare il bianco al nero, il bianco-nero al rosso, il bianco-nero-rosso al giallo, rinchiudendo il circolo sacro delle quattro razze [...] e dare vita, con la combinazione delle quattro culture ad un nuovo tribalismo: il tribalismo dell'arcobaleno» 20.

 

É il concetto, ormai noto a tutti, di «villaggio globale», che trova la sua origine in opere come La cospirazione dell'Acquario, un best seller New Age di Marilyn Ferguson (1938-2008); e ha il suo centro propulsore incontro il razzismo e la diversità sessuale tante associazioni acquariane, magari legate a filo doppio coll'ONU e coll'UNESCO: l'associazione dei Triangoli, la Scuola Arcana... 21. Oppure un'associazione come Il Governo Globale dell'Umanità, con sede a Roma, che con accenti di esaltazione religiosa, in nome di un oscuro Governo dell'Altissimo, si propongono la realizzazione di una «sola Nazione, una sola Religione, una sola Famiglia, una sola Razza...». In questo mito ideologico di una società perfetta e felice solo se multirazziale, multiculturale, multireligiosa e cosmopolita, sono cresciuti quei leader del '68 che oggi ci governano: da D'Alema a Walter Veltroni, a Manconi alla Turco; da Gerhard Schröder a Fischer; da Tony Blair a Bill Clinton... 22. In Europa, quello che fu il grande leader della rivoluzione studentesca, Daniel Cohn-Bendit, lo troviamo oggi grande sostenitore della liberalizzazione delle droghe leggere e detentore del primo assessorato agli «Affari multiculturali» della Germania (a Francoforte): se un tempo, nel Sessantotto, si augurava - insieme alla abolizione della famiglia e «del matrimonio in quanto istituzione politica, religiosa, giuridica, civile» 23 - anche l'abolizione di «tutte le frontiere cancellando financo l'idea di patria» 24, oggi può finalmente, con gioia, veder realizzata quella che lui stesso definisce «Patria Babilonia» 25, in onore della quale vorrebbe organizzare le «feste dei colori» 26. Questi stessi ideali li troviamo alle radici anche del '68 italiano, magari veicolati attraverso un universalismo sedicente cattolico, pervertito e trasformato in devastante utopia. Un cattivo maestro del '68 - a detta di Paolo Sorbi, l'autore del famoso controquaresimale di Trento, oggi su posizioni ben diverse da un tempo - Padre Ernesto Balducci (1922-1992), nel suo Le tribù della Terra: orizzonte 2000, scrive cose che ricordano troppo da vicino quelle già lette in Arcobaleno: un popolo senza confini: «Le tribù della Terra si stanno svegliando, trasformando il cosmo politico in caos e rendendo impellente un ordine nuovo [...]. Questa è la fase nuova che nel mio auspicio dovrà essere quella autenticamente planetaria [...]. Dobbiamo comprendere la fecondazione reciproca delle razze», essere «cittadini del mondo» in un mondo in cui anche gli «immigrati» sono «cittadini del mondo» e quindi «non c'è più lo straniero»: questa strada, conclude, può aprirla l'attuale guerra del Golfo.

 

walter veltroni

Marilyn Ferguson

Walter Veltroni Padre Balducci

 

Siamo di fronte a pura ideologia, senza nessun rispetto per la realtà, per quella creazione che Dio ha voluto multiforme e molteplice, per quegli iracheni con cui il pacifista Balducci dice di stare, ma nella cui sventura vede poi l'alba radiosa di una Nuova Era. É la stessa ideologia che vivifica, o sarebbe meglio dire mortifica, i nostri centri sociali, espressione radicale, ma ben coccolata dal potere, del '68 e della controcultura. La loro è una società «aperta», cioè senza famiglia, senza doveri, antiproibizionista 27, fondata sulla religione New Age della libertà degli istinti, della libertà di droga, ma anche dell'utopia multirazziale: e non è un caso trovarli spesso come istigatori degli immigrati nell'uso della violenza e nell'occupazione abusiva. É un'ideologia che si esprime in immagini prerazionali, in concetti vagamente piacevoli e imprecisi: perché non ha la forza della realtà e della verità: si parla di «sogno della società a colori», di «festa dei colori», si pubblicizza questo mito attraverso le immagini accattivanti di un Oliviero Toscani (vedi nota nº 18) e di un Luciano Benetton: «United Colors of Benetton, United Colors of the World» 28.

 

Mentre i serbi e i kosovari si scannavano fra di loro, l'ex capo della CIA, James Schlesinger, sosteneva che ciò era dovuto anche al fatto che «Washington intendeva affermare a livello internazionale il principio della società multietnica. Come risultato abbiamo avuto quasi un decennio di guerre nei Balcani» 29. Di fronte a questi fatti, pensatori di sinistra come Michele Serra si chiedevano, stupiti, poiché ci avevano creduto e lo sostenevano, dove sia finito il «cosmopolitismo» dei beatnik e della generazione del '68, basato sul rock e sul cinema 30; mentre Giovanni Mariotti se la prendeva sia coi kosovari che coi serbi e affermava: «Per esempio, non si dice con chiarezza che un mondo dove siano rispettati i diritti dell'uomo sarà un mondo per forza di cose più omogeneo (etnicamente) di quello in cui viviamo» 31.

 

Forse, come per Balducci con la guerra del Golfo, anche per il Mariotti questa guerra porterà frutti buoni: due etnie in meno, «per forza di cose», due popoli in fuga, mescolatisi con gli altri, in un mondo più bello perché più «omogeneo»! Noi invece riteniamo che come l'«apertura» della famiglia segna in realtà la sua morte 32, ugualmente un mondo senza «case», l'«apertura» delle razze, dei confini, verso l'unica razza indistinta e monotona, non può essere un'ideologia radiosa e un ideale da perseguire, come la cultura dominante ci vuole imporre, bensì un dramma catastrofico.

 

oliviero toscani luciano benetton michele serra

Oliviero Toscani

Luciano Benetton Michele Serra

 

Esso invero nasce dalla violazione di una regolarità naturale, si afferma nella miseria, nel dolore, nello sradicamento e si risolve in una societas che non è più tale, divisa, conflittuale, lacerata come quella dei ghetti americani o, appunto, dell'ex Iugoslavia. Noi non crediamo che chi affronta il dramma dell'immigrazione con la deformazione ideologica che lo porta a benedirlo, ad esaltarlo, ad augurarlo, possa poi affrontarlo in modo corretto: come farà a capire il problema? Come potrà battersi per lo sviluppo dei popoli nei loro Paesi se ritiene un nemico le case, le nazioni, le patrie: se giunge al razzismo di negare le razze, vale a dire le diversità e le peculiarità qualificanti delle varie stirpi? 33.

 

Esempi dal passato: Conan Doyle e D'Annunzio

 

Tornando un po' indietro, sarebbe utile fare qualche chiosa ad alcuni argomenti già accennati, fare alcune note storiche, dal passato al presente. Citavamo, fra i padri del New Age, Conan Doyle e Gabriele D'Annunzio. Il primo è conosciuto come un ferreo positivista, un esponente di quel cosiddetto razionalismo che esordisce con l'ipotesi cartesiana dell'esistenza di un «genio maligno»... L'inventore del logicissimo Sherlock Holmes è in realtà un appassionato spiritista, al punto che due ragazzine, se non erro le nipoti, decidono un giorno di fargli un brutto tiro: ritagliano due folletti di carta, li collocano sullo sfondo di un prato e li fotografano. Conan Doyle prende tanto sul serio la cosa da gridare ai quattro venti che ha finalmente la prova «scientifica» dell'esistenza, appunto, dei folletti.

 

Ebbene, il Doyle era un cocainomane come il suo Holmes, il quale, in mezzo alle varie avventure, trova il tempo per siringarsi via endovena soluzioni al 7% di morfina e di cocaina; quest'ultima, riconosce Holmes, è una sostanza dannosa, ma «trascendentalmente stimolante e chiarificante per la mente». Un altro personaggio in voga nell'ambiente New Age è D'Annunzio, al pari del suo esaltatissimo maestro, Friedrich Nietzsche (1844-1900), la cui vita «eroica» si concluse delirando abbracciato al collo di un cavallo. In un articolo intitolato La santa Kabbala, apparso su La Tribuna, del 29 ottobre 1887, costui afferma di essere un «ardentissimo novizio della scienza occulta», di saper «ragionare con gli spiriti», e che «tutto è un'emanazione della sostanza una, infinita, eterna». Come i newager più coerenti, il poeta soldato crede allo spiritismo, all'Astrologia, agli amuleti (il prediletto è un «anello che porta per gemma un piccolo teschio consunto fra due tibie»), e si dedica alla evocazione di spiriti elementali: «Le driadi sono fuggite, con le oreadi, i tritoni silvani; ma per me i silfi ancora sospirano nell'aura: le ondine piangono, gli gnomi [...]. Tutte queste creature [...] sono assai buone e servizievoli e graziose, ma bisogna saperle evocare» 34.

 

Ebbene, D'Annunzio - adoratore del Serpente, che scelse come simbolo della sua Reggenza del Carnaro, insieme ai vari idoli orientali più o meno mostruosi che pullulano nel suo Vittoriale - è anch'egli un grande sperimentatore di droghe allucinogene come «esperienze cognitive» e di annullamento «nirvanico».

 

arthur conan doyle gabriele d'annunzio uroboro carnaro

Arthur Conan Doyle

Gabriele D'Annunzio Reggenza del Carnaro

 

Vengono in mente le esperienze conoscitive, che D'Annunzio avrebbe certo apprezzato, di una ragazza di oggi: «Mi sentivo trasparente, una ragazza di cartilagini, un alieno. Poi un giorno sono arrivate le voci. Urla agghiaccianti, lamenti, insulti [...]. Lo hai mai visto il diavolo? Io sì. Era nero e i suoi filamenti pelosi entravano e uscivano dalle mie vene. Lui prendeva vita da me. I ragazzi che incontravo per le strade e nelle stazioni lo conoscevano bene anche loro. Chi ha preso l'ecstasy ha visto l'inferno» 35.

 

Mauro Rostagno: un testimone eminente del '68 italiano

 

centri socialiMa veniamo ad un personaggio più recente, quel Mauro Rostagno che fu tra i principali leader e fondatori di Lotta Continua, o lobby continua, movimento da cui provengono molti antiproibizionisti di oggi: da Pietrostefani, l'amico di Sofri, agli onorevoli verdi Mario Paissan, Marco Boato, Manconi, il suicida Alexander Langer (1946-1995), l'azzurra Maiolo... 36. Ebbene Rostagno scrive: «Consiglio alla gente di fumare (l' erba) [...]. L'esperienza psichedelica è importante e così l'acido». Tra una fumata e l'altra si appassiona di qualche autore New Age; poi fà amicizia, a Trento, con un certo Tino Tomba. Lo descrive così: «Comunicava con gli spiriti ed era vero. Gli diciamo di venire a vivere con noi [...]. Allora ci convincemmo che lui era la reincarnazione di un azteco [...]. Lasciammo le candele accese e scendemmo sotto casa per fare un giro al fiume. Tornammo e ci accorgemmo da sotto che le luci erano spente [...]. Ci prese una paura tremenda e non volevamo più salire. Ma le luci ­ erano candele - si riaccesero. Eravamo ubriachi ma questa cosa qua era successa proprio» 37. Ad un certo punto, Rostagno decide di andare in Messico a «mangiare peyote» e ad occuparsi di «macrobiotica, di yoga, di ecologia»; poi, dopo essere stato arrestato per questioni di droga, parte per l'India, seguendo una moda sempre più diffusa tra i suoi stessi amici: é stato Valcarenghi (lo abbiamo già conosciuto) ad avvicinarlo alle dottrine del santone indiano Bhagwan Shree Rajneesh (1931-1990) e Rostagno inizia a vestirsi di arancione, vive qualche tempo a Poona, in India, con Francesco Cardella, e poi in Brasile «a studiare i riti di trance, la macumba e i condonblè» 38.

 

Tornando in Italia fonda insieme a Cardella la comunità di Saman, in cui si vive secondo lo stile New Age d'ispirazione orientale. Il comunicato di fondazione è firmato da Rostagno e da Valcarenghi. Rostagno afferma: «Noi non siamo contro la droga o contro l'alcolismo [...]. Noi non siamo contro nulla. Se tu ti fai, e sei contento non ho niente da dirti [...]. Il loro modello (della regione Sicilia, che non vuole riconoscere Saman; N.d.R.) è il lager come San Patrignano [...] e magari uno alla Muccioli che dice sempre parole solenni: valori del lavoro, la dignità, il rispetto [...]. Ho provato tutte le droghe del mondo» 39. Dal 1981, anno in cui Saman nasce come associazione 40, al 1990, è nato un impero: ventotto sedi in Italia e in Europa, centri a Malta e in Tunisia, castelli in Francia, palazzi e immobili a Budapest, in Somalia...

 

mario paissan marco boato alexander langer

Mario Paissan

Marco Boato Alexander Langer

 

Il fatto è che i soldi gli piovono addosso come fiumi, e le fonti sono i già citati Craxi, suo figlio Bobo, Claudio Martelli (quello della prima legge sull'immigrazione, richiamato oggi dalla Turco); il santone, sempre vestito di bianco e presente in fotografia su tutti i muri è Francesco Cardella;lotta continua Saman è una comunità per la «conoscenza e la pratica di tecniche di meditazione», ma in poco tempo si fà in modo che vi giungano tossicodipendenti in semilibertà da tutta Italia. Però - sono i giornalisti Bolzoni e D'Avanzo a raccontare - molti di loro muoiono in circostanze misteriose, alcuni vengono trovati sulla spiaggia imbottiti di droga: sembra che la stessa direzione della comunità gestisca un mercato di stupefacenti interno. Rostagno, cofondatore, per qualcuno (ma in realtà non è chiaro) è ora un po' isolato e messo da parte, sembra che qualcosa non gli vada più a genio: verrà ucciso in circostanze misteriose il 26 settembre 1988. Le indagini riguardarono i suoi vecchi amici, Cardella e altri dirigenti di Saman; qualche sospetto cadde anche sui suoi ex compagni di Lotta Continua, ora tutti onorevoli o direttori di giornali, in quanto ci fu chi sostenne che Rostagno, essendo stato chiamato a testimoniare, volesse dire la propria sull'omicidio del commissario Calabresi 41. Altri ancora sostennero che era stato un delitto di mafia: il che può essere vero, ma è significativo che Boato, Sofri e altri si schierino decisamente e pressoché unicamente per quest'ultima ipotesi: comprensibile che difendano sé stessi e i vecchi compagni, ma perché sottovalutare la possibilità, esistentissima, di un coinvolgimento più o meno diretto di Cardella: forse perché anch'egli aveva amicizie nell'ex Lotta Continua? Cardella viene arrestato nel 1995 una prima volta; sembra possa profilarsi uno scandalo analogo a quello che aveva travolto il guru Bhagwan Shree Rajneesh, fondatore di una delle più mitiche cittadelle New Age, in realtà un affarista che si concede il lusso di girare fra i suoi possedimenti con dodici Rolls Royce di sua proprietà. Poi i processi e le accuse si moltiplicano a dismisura e Cardella si dà alla latitanza: non gli valgono più, forse anche perché fugge senza avvalersene, le antiche amicizie di Craxi, Martelli, Pannella (col quale aveva «collaborato» allorché faceva l'editore pornografico e appoggiava il referendum divorzista), Boniver, Adelina Tattilo (1929-2007), Domenico Contestabile, che sarà anche suo avvocato negli ultimi anni...

 

Non può più aiutarlo neppure Giorgio Pietrostefani, ex Lotta Continua, condannato, non sappiamo fino a quando, viste le sue influenti amicizie, per l'uccisione del Calabresi. Pietrostefani, ancor oggi assertore ascoltato della necessità di legalizzare le droghe cosiddette leggere, era stato rappresentante della Saman in Francia, oltre che amministratore della Gie Solidaritè, «una società senza capitali che ha gli uffici in un appartamento disabitato nel centro di Parigi».

 

Franco Battiato: un cantautore singolare

 

franco battiatoMa passiamo ad un altro personaggio, il cantante Franco Battiato: costui esordisce come cantante alle feste di Re Nudo, legato quindi ad Andrea Valcarenghi e Mauro Rostagno, per fare solo due nomi; prenderà poi la tessera del Partito Radicale, abbracciando evidentemente la sua politica eminentemente antiproibizionista; infine ha appoggiato la candidatura alla Presidenza della Repubblica di quella creatura di Pannella che è Emma Bonino. Battiato è un tipico esponente del New Age, anche se i più, ascoltando le sue canzoni, pur belle, si accontentano di sentirsi originali e colti, pur senza capire i brani in greco, in arabo, o gli accenni esoterici. Battiato è un acquariano perfettamente ortodosso: crede nella reincarnazione, ama la filosofia indiana, il concetto di nirvana; pratica i Tarocchi, l'Astrologia, la lettura della mano, apprezza i Racconti di Belzebù di Georges Ivanovič Gurdjieff (1872-1949), esalta l'omosessualità... Ed è anche uno sperimentatore di droghe e uno spiritista. Sulla sua autobiografia scrive: «Io personalmente ne ho fatto uso (delle droghe; N.d.R.), ma con un criterio che definirei sperimentale e conoscitivo [...]. Ho fatto un'esperienza per ogni tipo di droga. La mescaline è stata la più sensazionale, con visioni eccezionali! [...]. Sono droghe obbiettivamente esatte [...]. É un piacere assoluto» 42. Altrove, rispondendo ad altre domande:

 

- Intervistatore: «E le notti in cui sogni molto, sono le notti in cui riposi meglio»?

- Franco Battiato: «Riposo abbastanza bene da molti anni a questa parte, a meno che non mi trovi in qualche stanza d'albergo con qualche influenza che non mi piace [...]».

- Intervistatore: «Esistono stanze d'albergo con influenza negative»? Perché c'è morto qualcuno o per le persone che vi hanno vissuto»?

- Franco Battiato: «Per molte cose...».

- Intervistatore: «Quindi tu senti delle presenze»?

- Franco Battiato: «Sono una specie di calamita.

- Intervistatore: «I fantasmi e gli spiriti ti si appiccicano addosso»?

- Franco Battiato: «Quello è difficile. Ci provano, ma non li faccio entrare [...]».

- Intervistatore: «Considerata la tua sensibilità ai soffi degli spiriti, avrai visto tanti fantasmi».

- Franco Battiato: «Mi è successo poche volte nella vita. Rispetto al tipo di percezione che ho, le considero poche [...]. Ero vicino a Londra [...]. Eravamo alloggiati in un castello medievale completamente isolato. In questo castello tutti noi musicisti abbiamo avuto esperienze con presenze stranissime che interagivano facendosi sentire con rumori e disturbi [...]. A me tremava il letto ogni sera [...]. A Pio si accendeva il televisore da solo in camera [...]. Nello stesso castello la moglie del tastierista dei Pink Floyd (che era il proprietario) aveva fatto esorcizzare la stanza [...] Erano (i Pink Floyd) terrorizzati» 43.

 

C'è infine una canzone interessante, L'esodo, per quanto riguarda la società multirazziale e multiculturale come mèta ideologica e pregiudiziale: «Prima che la terza Rivoluzione Industriale/ Provochi l'ultima grande esplosione nucleare/ Prepariamoci per l'esodo/ Il grande esodo/ Un esodo/ Per noi giovani del futuro [...]/ Arriveranno da tutte le parti/ Dalle città, dalle campagne/ Dal nord (sud) dal sud (da ponente, da levante) per l'esodo [...]/ Moltitudine, moltitudine/ Non si erano mai viste/ Code tanto grandi, tanto lunghe/ Moltitudine, moltitudine/ Mamma mia che festa».

 

Il disegno di un grande finanziere. I suoi compagni di strada

 

george sorosVorrei ora fare qualche accenno alla figura di George Soros. Costui è forse l'uomo più ricco del mondo, il responsabile del crollo della sterlina il 16 settembre 1992 e di quello della lira nello stesso anno, oltre che la causa della crisi asiatica nel 1997. Per Alexander Lukashenko, presidente della Bielorussia, Franjo Tudjman, presidente della Croazia, Muhamed Mahatir, primo ministro della Malaysia, Soros (che ama scorazzare in questi Paesi economicamente più fragili!) è un inqualificabile pirata della finanza, un destabilizzatore, un avventuriero 44. Il suo nome ritorna insistentemente dietro situazioni poco chiare, dietro la guerra civile in Albania, dietro l'UCK in Kosovo, e del resto non fà segreto di agire, tramite mille ramificazioni, nella vita politica di vari Paesi dell'Est in particolare, di averli rivoltati come calzini (la forza del denaro contro la debolezza degli uomini!). Il suo pallino è l'idea di «società aperta», un'espressione di per sé poco chiara, ma che è già stata accennata prima: in un suo articolo, intitolato Brave New World, alla fine del quale cita l'omonima opera del già citato Aldous Huxley, dice che, sì, effettivamente il suo modello di società aperta può provocare anche qualche piccolo guaio, e cioè legami «meno importanti [...] tra genitori e figli», «eutanasia, ingegneria genetica, lavaggio del cervello». Chi conosca Brave New World di Huxley può capire meglio, fra le righe: in quest'opera del 1932, Huxley, grande sperimentatore e diffusore dell'uso di droghe, un alfiere della controcultura, ipotizza un mondo futuro in cui vi saranno: divorzio, aborto, eutanasia, manipolazione genetica, lavaggio del cervello, donazione, droga libera, distruzione e fine del concetto di famiglia, di razza, di popolo, fine del cristianesimo... 45.

 

É la stessa identica «società aperta» di cui parla Soros, che ad Huxley si rifà espressamente! Così apprendiamo che Soros reinveste parte dei soldi ottenuti con la speculazione proprio per liberalizzare la droga (e Cannabis gli è grata): Corriere Economia, già citato, riporta 25.000.000.000 di dollari spesi per enti antiproibizionisti americani, 1.700.000.000 per «marijuana libera per scopi medici», 1.700.000.000 per «distribuzione siringhe ai drogati»... In compagnia con Hugh Hefner, proprietario di Playboy. É poi stato anche sponsor degli antiproibizionisti nostrani, magari ex proletari che non si vergognano assolutamente di schierarsi con un esponente della più spregiudicata speculazione: Dario Fo 46, il Manconi, Stefano Rodotà, Grazia Zuffo, Ersilia Salvato, Cohn-Bendit, Emma Bonino... 47. Droga libera, droga di Stato, come in Huxley insomma: e per Huxley era un culto, tanto che morì facendosi iniettare dalla moglie una dose di LSD.

 

Poi Soros è anche finanziatore di un «Progetto sulla morte» sull'eutanasia; non conosco nulla sul suo apporto agli studi nel campo dell'ingegneria genetica, della clonazione e del lavaggio del cervello, a cui accenna nella sua autobiografia, presentandoli come tipici di una società aperta. Certo di questa fà parte anche l'ideale multirazziale e multiculturale: come divengono meno importuni i «legami fra i genitori e figli», così il mondo intero deve divenire una famiglia aperta, in cui nessuno ha una casa, perché la casa è il mondo.

 

hugh hefner dario fo stefano rodotà

Hugh Hefner

Dario Fo Stefano Rodotà

 

Di qui il suo sostegno all'idea di mobilità lavorativa assoluta, i 34.000.000.000 spesi per «la concessione del passaporto USA agli immigrati stranieri», l'idea folle e allucinante secondo cui «amici, vicini di casa, mariti e mogli diventano, se non intercambiabili, almeno prontamente rimpiazzabili da sostituti»; i legami tradizionali divengono tutti legami «di carattere contrattuale», con una conseguente «crisi delle relazioni», di quelle relazioni come il vicinato, la parentela, la religione, la patria..., che appartengono ad una «società organica», non però alla sua sognata «società aperta» 48: «Con l'avvento dell'Età dell'Acquario - scrive il domenicano indiano Anthony Elenjimittam (1915-2011), perfetto seguace ideale di Soros, attivo in quella capitale del sincretismo religioso che è oggi, nonostante San Francesco, la città di Assisi - avremo un solo Mondo, una Cultura, uno Stato Mondiale, una Cittadinanza mondiale [...] (realizzeremo) il Dio di tutte le religioni, nazioni, popoli [...]. La famiglia come istituzione non regge più [...]. Ciò preannuncia che la società dell'Età dell'Acquario sarà aperta e libera, e saranno libere le associazioni degli uomini»; libere anche, come si dice anche nel già citato Arcobaleno: un popolo senza confini, grazie alle «biotecnologie», viste come un ottimo arnese di scasso per «aprire» finalmente la famiglia, dell'uomo e degli uomini, distruggendola...

 

Qualche parola sui radicali

 

Come ultima notazione occorre tener presente che in Italia, più di ogni altro, il Partito Radicale di Pannella e di Emma Bonino, condivide il programma di Huxley, del New Age, e di Soros 49, (potrebbe essere la spiegazione dei miliardi e miliardi spesi da un partito di quattro gatti, fino a ieri neppure al 2% 50) fino alle più estrema e nefanda coerenza 51: ha contribuito notevolmente a portare in Italia il divorzio e l'aborto; ha sostenuto e sostiene la droga libera, l'eutanasia (fino alla condanna penale per il Tassinari, schieratosi anche per le manipolazioni genetiche), la sterilizzazione volontaria (estrema manifestazione dell'auto-annientamento nichilista) e il suo opposto, la fecondazione artificiale ad ogni costo 52; è all'origine del meeting annuale anti-cattolico di Fano per lo sbattezzo, e di associazioni quali l'Associazione Italiana per l'Educazione Demografica (AIED), della quale faceva parte quel Luigi De Marchi (1927-2010) che oggi propaganda i referendum «liberisti» - e quindi anche l'idea che l'immigrazione costituisca «una risorsa preziosa e indispensabile» 53 - e allora, con argomentazioni opposte (gli italiani sono troppi: viva l'aborto! 54), sosteneva una mostruosa e ben poco liberista «pianificazione demografica di Stato sino alla regolamentazione legislativa del problema della sterilizzazione e del limite di figli per coppia» (vale a dire che lo Stato può decidere se e chi sterilizzare, se e quanti figli uno possa avere...) 55.

 

associazione dello sbattezzo


banner centro culturale san giorgio

 

Note

 

1 Titolo originale dell'opera: Tre domande al Ministro Turco (e non solo...): New Age, droga libera e immigrazione. Una civiltà verso il baratro. Supplemento alla rivista Controrivoluzione, nº 58.

2 Cfr. A Ricci, I giovani non sono piante, SugarCo, Milano 1978, pag. 131.

3 Cfr. Guida internazionale dell'Età dell'Acquario, Bresci, Torino 1975, pag. 192.

4 Nautilus Editore, Torino, nº 4, 1998.

5 Cfr. Punto luce. Periodico ponte tra i gruppi della Nuova Era, Milano, nº 19, 1992, pag. 7.

6 Cfr. A. Ginsberg, Urlo e Kaddish, Il Saggiatore, Cuneo 1997, pagg. 135, 381, 135.

7 Ripubblicato dall'Editrice Arcana, a Padova, nel 1997.

8 Si notino i termini usati per il «dedicatario», pressoché totalmente presi in prestito dalle definizioni bibliche di Satana; l'accenno alla sètta degli assassini, così detti perché uccidevano sotto l'influenza dell'hashish; e infine la ripresa del motto New Age «Do it», e cioè «fallo», «fai ciò che vuoi».

9 Cfr. A. Bolzoni-G. D'Avanzo-M. Rostagno, Un delitto tra amici, Mondadori, Milano 1997, pagg. 61 e ss.

10 Cfr. A. Valcharenghi, Underground: a pugno chiuso, prefazione di Marco Pannella, Ed. Arcana, Roma 1973. Il Corriere della Sera, del 29 marzo 1998, titolava: «Lo spinello libero invade Londra. Pannella in corteo con migliaia di giovani, punk ed ex sessantottini». Si descrive un corteo per la legalizzazione dell'hashish, cui ha partecipato appunto un giulivo Pannella, corteo da cui «salivano ampie volute di fumo» e slogan del tipo: «Il piacere non è reato»; «Diciamo grazie ai trafficanti di hashish che rischiano la vita per il nostro piacere». Organizzato dalla direttrice dell'Independent on Sunday Rosie Boycott, che dice: «M'arrotolai la prima canna in un giugno rovente in Hyde Park nel 1968». «Nostalgie di sessantottini - continua l'articolo - perciò. Così anche la lista delle personalità che hanno appoggiato la campagna, da Anita Roddick, a Sir Paul McCartney, l'ex Beatle, dal drammaturgo Harold Pinter all'imprenditore della prestigiosa casa discografica Virgin, Richard Brandson».

11 La legalizzazione, afferma Pietro Folena, onorevole DS, che al '68 guarda con grande simpatia, fu «una delle bandiere della FGCI di D'Alema» sin da quegli anni, e continua accennando alla «concezione permissivistica delle droghe leggere diffusa in alcune anime della sinistra» (cfr. Sette, nº 18, 1998, pag. 36).

12 Cfr. E. Malizia, Le droghe, Newton, 1997, pag. 72.

13 Cannabis è una rivista edita a Torino, che presenta articoli sull'antiproibizionismo affiancati da vere e proprie istruzioni per la coltivazione e l'uso dei derivati della canapa: «Coltivatori in erba. Hashish: come si fà»; «Dalla resina all'hashish»: «Si parte da piante ben secche. Una volta che siano state tolte le foglie e i rami avremo il nostro mucchietto di fiori secchi che dovranno essere accuratamente sbriciolati. Ci si può aiutare mettendoli in un sacco di carta o avvolgendoli in un foglio di plastica e battendoli con un bastone» (nº 4, pag. 21). Legata a Cannabis è la rivista Altrove, rivista che «parla di stati di coscienza e di stati modificati di coscienza [...]. Le manifestazioni che chiamiamo Stati Modificati di Coscienza comprendono sì gli stati mentali prodotti da sostanze psicoattive chimiche e vegetali, ma anche tutta una serie di fenomeni molto vasti quali l'estasi, la trance, la possessione, la meditazione» (ibid., ultima pagina). Anche qui, oltre ad un approccio storico all'uso di sostanze allucinogene da parte di popolazioni per lo più extraeuropee, si esalta l'esperienza dell'estasi psichedelica con la pubblicazione delle opere di coloro che hanno diffuso in America e Europa l'uso della mescalina, dell'hashish, dell'LSD ecc... Si vedano le seguenti pubblicazioni: L'esperienza dell'estasi, con scritti di Huxley, Wasson, Graves («Huxley ha contribuito a far conoscere la mescalina al grande pubblico, a farla uscire dal contesto rigorosamente psichiatrico [...] a farci riflettere sul potenziale "spirituale" delle sostanze allucinogene»; dalla presentazione); Almanacco psichedelico; Rospi psichedelici; Funghetti...

14 Plon, Parigi 1962, pubblicato in Italia già nel 1964.

15 Si pensi ad esempio che sulla rivista Panda appaiono frasi di questo tipo: «Nei cinque minuti che avete impiegato a leggere questa pagina sono nati cinque bambini»; «Crescita zero ? Sempre troppi. L'Italia resta un paese sovrappopolato» (cfr. C. Climati, in Avvenire, del 7 giugno 1996).

16 Vedi nº 3, novembre 1997.

17 Cfr. G. Arnao, Tutte le droghe del presidente, con prefazione di Manconi, Sperling e Kupfer, Milano 1996, pag. 254.

18 Cfr. Alto Adige, del 18 gennaio 1998. L'autore di questi intelligentissimi slogan, Klaus Davi, deve buona parte della sua celebrità alla volgarità suina con cui si serve della figura di Cristo e della Madonna per le sue trovate pubblicitarie, analoghe del resto a quelle del suo collega nostrano, grande fautore dell'immigrazione, Oliviero Toscani, fotografo di Benetton, che tra le altre cose, dopo aver paragonato il piercing alla crocifissione, ha dichiarato: «C'è chi prega facendosi di ecstasy... chi recitando l'Ave Maria...» (cfr. La Repubblica, del 26 maggio 1999). Ci sia permesso affastellare qualche altra citazione: «'LSD non solo può dare piacevoli visioni, ma può allargare la coscienza, essere determinante per la distruzione delle inibizioni e quindi aumentare le possibilità di comunicazione fra uomo e uomo» (Da una antologia del pensiero sessantottino, Ma l'amor mio non muore..., Arcana, Roma 1971). G. Blumir, La marijuana fà bene (Tattilo, Roma 1973; la Tattilo è l'editrice italiana di Playboy; Blumir è un sociologo comunista).

19 AA. VV., Arcobaleno: un popolo senza confini, Terra Nuova, Firenze 1968, pag. 4.

20 Ibid., pag. 3. É il caso ancora una volta di sottolineare il rapporto fra i tre termini del nostro titolo: in quest'opera, accanto all'esaltazione del New Age e del '68 convivono l'ideale multiculturale e la esaltazione delle droghe. Spulciando attentamente si scopre che il responsabile editoriale di Terra Nuova è un tale Marcello Baraghini, il quale guarda caso risulta essere pure responsabile di una sezione dell'editrice Stampa Alternativa, vicina ai radicali. Bastano alcuni titoli per comprendere lo stile di detta casa, improntato ad un esplicito proselitismo all'uso di stupefacenti: Eresie psichedeliche; Psichedelica; Marijuana in cucina. 101 ricette gastronomiche a base di hashish e marijuana; Cannabis non solo fumo; Vita Morte Visioni. Il profeta dell'LSD si racconta attraverso scritti, lettere, interviste, ecc... Gli autori privilegiati sono i già citati Ginsberg, Huxley, Leary ecc... Fra le altre pubblicazioni si segnalano per l'«originalità» anche Diario di un pedofilo e Manuale per non suicidarsi. Riguardo agli effetti di quest'ultimo La Repubblica, del 21 maggio 1999, così scrive: «Bologna, un libretto-choc in carriera dello studente che si è buttato dalla finestra. Il vademecum del suicida [...]. Sessantadue pagine che descrivono con dovizia di particolari come si muore per impiccagione, col veleno o la corrente elettrica. Ma che spiegano anche quali attrezzi usare per farlo. Il paragrafo dedicato al "volo" è l'ultimo dell'elenco: alla voce "materiale occorrente" c'è scritto "il proprio corpo vivo da lanciare nello spazio vuoto. Il suicidio a volo è fatto di eccitazione, ebbrezza, consapevolezza". Il libretto, pubblicato per i tipi Millelire-Stampa Alternativa è stato trovato a casa dello studente bolognese di diciassette anni lanciatosi nel vuoto martedì scorso da una finestra della sua scuola».

21 Cfr. Guida internazionale dell'Età dell'Acquario, pag. 35; si noti il riferimento alle realtà arcane, propria anche della citata casa editrice italiana Arcana.

22 Per lo più, guarda caso, simpatizzanti del New Age (Clinton e la moglie consultano addirittura, con regolarità, una medium) e antiproibizionisti.

23 L'inimicizia sessantottina-acquariana verso la famiglia sarebbe documentabile tramite un ameno «florilegio», di cui diamo saggio: Rossana Rossanda: «Un movimento comunista deve battersi per la fine della famiglia» (cfr. Cinque lezioni sul '68, supplemento al nº 34 di Rossoscuola, Torino 1987. Il Manifesto è un quotidiano comunista che ha la sua preistoria nel P.C.I; la Rossanda ne è stata a lungo direttrice, seguita dall'onorevole verde Mauro Paissan, e da altri). Lidia Ravera: «Ricordo di aver preso la parola in un seminario contro la famiglia...» (cfr. Sette, nº 15, 1998; la Ravera è giornalista de L'Unità da molti anni). Jerry Rubin: «Quinto: uccidi il padre e la madre» (titolo di un'opera di un anarchico americano mitizzato dalla sinistra sessantottina italiana). D. Cooper, amico di Rostagno: «La morte della famiglia» ( Einaudi, 1972; altro testo in voga all'interno della sinistra, in cui il matrimonio è un «patto suicida» che porta a dimenticare l'io, mentre noi «apparteniamo solo a noi stessi», e dobbiamo riconoscere la liceità dell'incesto e all'omosessualità; analogo a Contro la famiglia (Stampa Alternativa", Roma 1970, sequestrato, poi ripubblicato nel 1976). «Penso alla fervida ricerca di documentazioni sulle esperienze comunitarie avviata negli anni '50 in Germania per il superamento dell'istituzione famiglia» (cfr. Per il Sessant8, Centro di documentazione di Pistoia, nn. 14-15, 1998, pag. 28). «Verginità, castità, fedeltà, non sono virtù; ma vincoli per costruire e mantenere la famiglia [...]. Siamo contro il matrimonio» (cfr. Rivolta femminile, 1970, cit. in N. Balestrini, P. Moroni, L'orda d'oro, SugarCo, Milano, 1988). «Non siamo figli, né padri di nessuno, siamo uomini che non vogliono credere in niente e a nessuno: senza dio, senza famiglia, senza patria, senza religione, senza legge» (foglio dei provos milanesi; cit. in M. Flores, Il Sessantotto, Il Mulino, 1998, pag. 167). Margherita Boniver: «A chi deve essere delegato in maniera privilegiata il compito dell'informazione educazione sessuale? Non alla famiglia [...] perché è troppo spesso aduggiata da tabù, concezioni erronee, timori, pudori» (Proposta di legge del 2 luglio 1987, fra cui la Margherita Boniver; vedi la Documentazione per le commissioni parlamentari, Camera dei Deputati). Ilona Staller: «La scuola non può più delegare completamente siffatta grave responsabilità alle famiglie, spesso culturalmente inidonee» (Discorso alla camera dell'attrice pornografica, più nota come «Cicciolina», deputata radicale, del 19 agosto 1989). Renato Ballardini: «Noi crediamo che la famiglia di oggi non può educare, ma dev'essere educata» (Proposta di legge dell'onorevole socialista; la Documentazione per le commissioni parlamentari della X legislatura, a cura della Camera dei Deputati, ribadisce in più punti un concetto essenziale: è l'ONU, attraverso le sue varie ramificazioni come l'OMS, a «raccomandare» che tutti i Paesi adottino leggi che rendano obbligatoria l'educazione sessuale e la «pianificazione familiare». Il nostro modello, recitano le direttive, dovrebbero essere altri Paesi come l'Inghilterra, dove vi sono «testi scolastici che spiegano modelli di famiglie composte da omosessuali e figli adottati» (cfr. La Repubblica, del 18 gennaio 1992) e soprattutto la Svezia. Qui, sempre secondo la Documentazione per le commissioni parlamentari, fra i sette e i nove anni, si parla agli alunni di «masturbazione, contraccezione...», e tra i tredici e i sedici anni «degli aborti spontanei e provocati, dei mezzi contraccettivi, delle minoranze sessuali», ossia omosessuali, travestiti et similia. Walter Veltroni ha curato una raccolta di articoli sugli anni '60, in cui, a sentir lui, ci fu la grande «conquista» del divorzio. É interessante leggere quello che scrivono i suoi amici. Ferdinando Adornato, dopo aver citato per intero una bestemmia, scrive un saggio di pornografia, con l'affermazione reiterata: «Volevo violentarla»; Cristiana Ambrosetti, Giuseppe Bertolucci, Giuliano Ferrara, Giuliano Zincone... tutti amici del Walter che da direttore de L'Unità si vantava di aver stampato i Vangeli, esaltano la sfrenatezza sessuale e orgiastica di quei mitici anni, oltre che ricordare che a quell'epoca si iniziava a parlare molto di droghe: «E c'era chi parlava e chi provava» (cfr. F. Guccini, pag. 121) (cfr. W. Veltroni, Il sogno degli anni '60. Un decennio da non dimenticare nei ricordi di 47 giovani di allora, Feltrinelli, Milano 1991). Pablo Echaurren, nella sua raccolta di documenti sul '68, evidenzia con orgoglio il «rifiuto della famiglia», l'amore libero, omosessuale e non, la «marijuana libera negli USA», oltre che il terrorismo e il rifiuto del lavoro.(cfr. P. Echaurren, Parole ribelli. 68 e dintorni, Stampa Alternativa, Graffiti, Roma 1998; Echaurren proviene da Lotta Continua come Manconi, Lerner, Sofri, Boato, Rostagno..., ed è autore di uno dei best seller del '68, Porci con le ali, di L. Ravera).

24 Cfr. G. Marchesi, La nuova sinistra europea, Città Nuova, pag. 75.

25 Cfr. Theoria Ed., Milano 1994.

26 Ritorna l'ideale arcobaleno del suddetto libro; l'arcobaleno, oltre che simbolo del movimento omosessuale, è anche quello principale del New Age.

27 «Nei centri puoi fumare senza le paranoie che avresti in piazza. Ci sono droghe, come le chiama un benpensante come te, che inducono esperienze mistiche, positive e spirituali, aperture mentali incredibili [...]. Potremmo dire, capovolgendo Marx, che l'oppio è la migliore religione per i popoli [...]. Vanno combattute le tre emme di monoteismo, monogamia e monotonia» (intervista di Siro Mazza ad uno squatter venuto dal PCI apparsa su Lo Stato, del 13 gennaio 1999; la monotonia è anche quella di Paesi abitati da genti della stessa origine). «I porci maiali di fatto (i proibizionisti, "paladini della vita al pari degli antiabortisti") si ostinano a suggerire, a imporre, a praticare, legiferare la reclusione anche laddove le persone non fanno male a nessuno e nemmeno a sé stessi, checché ne dicano persino gli interessati, ovvero i tossici [...]. E finiscono col crederci veramente che drogarsi è male» (cfr. Roselvagge, Dirty City, Gelka, Palermo 1991; Roselvagge è lo pseudonimo di un teorico dei centri sociali siciliani).

28 Salvo poi essere accusato di collaborare con la Bermuda di Istanbul, fabbrica dove si dice venga sfruttato il lavoro minorile di quelli che in Italia sarebbero extracomunitari (cfr. Il Corriere della sera, del 12 aprile 1999).

29 Cfr. Avvenire, del 6 aprile 1999.

30 Basi, invero, un po' fragili; vedi La Repubblica, del 16 aprile 1999.

31 Cfr. Il Corriere della sera, del 14 aprile 1999.

32 Perché nonostante che le nuove leggi sponsorizzino le famiglie monoparentali, quelle omosessuali e quelle transessuali, fino a quelle «artificiali», un padre, una madre e una casa nel senso più sacro sono fondamentali per la crescita di un uomo, e così sono per scelta di Dio e della natura.

33 Torna utile un vecchio articolo dell'oggi senatore Gubert, un tempo compagno di studi, a Trento, di Rostagno, Curcio, Boato... e di tanti altri leader sessantottini: «Devo confessare che le posizioni espresse dalla maggior parte delle forze politiche, dai sindacati, da associazioni varie, dalla stampa sul problema del Terzo Mondo mi convincono assai poco, come non mi convince l'accusa di razzismo a chi esprime opinioni contrarie a quelle dominanti. Atteggiamenti di tipo ideologico sembrano prevalere su valutazioni complessive ragionate e lo stigma di «razzista» è usato con la stessa funzione con la quale nel '68 era usato quello di «fascista». Si dice che ogni uomo deve essere solidale con ogni altro uomo, che la Terra è di tutti, che i beni della Terra sono di tutti, che la Storia va verso una società multietnica e multirazziale, ecc..., e in base a questo il fenomeno migratorio è benedetto da alcuni e accettato da altri. Una posizione socio-culturale che per certi aspetti è schizofrenica, incoerente con altre che pur si condividono [...]. Ogni famiglia unita e solidale desidera vivere in casa propria; tale autonomia nel controllo di un proprio spazio non è vista come contraria al principio della fratellanza universale. Essere fratelli, amare un altro vuol dire innanzitutto volere che anch'egli abbia una sua casa, non invitarlo ospite permanente a casa propria. In ogni caso, se l'altro è momentaneamente nel bisogno, può essere ospitato nella propria casa, ma è la famiglia che gli apre la porta, non è l'altro che entra senza chiedere permesso, da clandestino. Se questo che vale per la famiglia non vale per una collettività è perché questa non si sente più un'unità, non ha niente da condividere al suo interno, ha pensò la sua identità e la sua interna solidarietà di rapporti. Ma poiché questo non è vero per gran parte della popolazione [...]. É evidente che si assiste ad un uso ideologico dell'immigrazione proprio da parte di coloro che tale identità e solidarietà vivono meno, i ceti intellettuali, urbani, religiosamente poco praticanti, orientati politicamente a sinistra [...]. Facciamo in modo di ospitare chi è in viaggio, ma agiamo affinché egli possa costituire una sua casa dignitosa assieme alla propria gente, senza dover negare sé stesso o gli altri in una terra diversa per storia e per cultura. Non è fondendo le identità che che si arricchisce l'umanità, ma mantenendole diverse nel confronto e nel dialogo. Il "melting pot", il pentolone dove tutto cuoce mescolato produce cibo non gustoso. Il pastone che diamo alle galline e ai maiali».

34 Cfr. A. Mazza, D'Annunzio e l'occulto, Mediterranee, Roma 1995, pagg. 34, 35.

35 Cfr. Panorama, del 7 maggio 1998.

36 Bisogna infatti ribadire due cose: la diffusione dell'uso di droghe in Italia esplode, per comune consenso, nel 1968; Pannella e D'Alema iniziano proprio in quest'anno la battaglia per la legalizzazione, cioè iniziano da subito, laddove oggi dicono che dopo trent'anni bisogna provare un'altra strada.

37 Cfr. A. Ricci, op. cit., pag. 58.

38 Ibid., pag. 295; Bolzoni-D'Avanzo, op. cit., pag. 33.

39 Cfr. L'utopia concreta, Pullano Editore, Catanzaro 1993, pagg.11, 12.

40 Cfr. Bolzoni-D'Avanzo, op. cit., pag. 40.

41 Luglio 1988: arresto di Sofri, Bompressi e Pietrostefani, considerati responsabili della morte del commissario; settembre 1988: viene ucciso Rostagno; Marino dirà che Pietrostefani, che era stato nel direttivo di Lotta Continua con Rostagno, gli aveva detto che quest'ultimo era stato contro l'uccisione di Calabresi.

42 Cfr. F. Battiato, Tecnica mista su tappeto, EDT, Torino 1992, pag. 14.

43 Ibid., pag. 69.

44 Cfr. Corriere Economia, del 20 ottobre 1997.

45 Nel lontano 1932, si noti bene la data, Aldous Huxley, figlio di un famosissimo biologo e fratello del Premio Nobel per la scienza, descrive nel suo romanzo Brave New World la società del futuro, quella che egli crede potrà essere la società del futuro. Un'opera che godrà di fama immensa, un testo capitale della letteratura inglese, accanto e simile a 1984 di Orwell. Descrive un mondo i cui abitanti sono rigidamente controllati, manipolati, soggiogati dal potere in ogni aspetto della loro vita. La riproduzione stessa è sottoposta ad un controllo centralizzato, gli ovuli fecondati in vitro vengono conservati artificialmente. La nascita è quindi anonima (non esiste più la famiglia), e può essere plurigemina, con la capacità di ottenere fino a novantasei gemelli identici da un solo uovo. Le conoscenze genetiche permettono di studiare la riproduzione a tavolino e di creare caste di uomini superiori, fisicamente e intellettualmente, e, agendo sulla ossigenazione del cervello durante il processo di sviluppo dell'embrione, di uomini inferiori, pronti ad obbedire ed eseguire i lavori più umili. Il numero dei cittadini è fisso. L'intensità demografica viene controllata attraverso:

- la sterilizzazione forzata di un numero consistente di donne;

- le cosiddette «cinture malthusiane», contenenti mezzi contraccettivi;

- un «centro di aborti» la cui attività appare alacre, visto che la castità è considerata una perversione;

- una sorta di eutanasia e di altri provvedimenti analoghi.

La base ideologica è fornita dall'educazione sessuale nelle scuole, che elimina ogni «tentazione» alla famiglia promuovendo rapporti precoci, occasionali e continui. Sulla tematica del controllo demografico Huxley ritorna in Brave New World Revisited, del 1958, dimostrando che la distopia, il mondo da incubo descritto nel precedente romanzo, non gli appare come tale in tutti gli aspetti: «Nel mondo nuovo della mia favola era ben risolto il problema del rapporto fra popolazione umana e risorse naturali. Si era calcolato il numero ideale per la popolazione del mondo e si provvedeva a contenerlo entro quel limite [...]. Ma nel mondo vero contemporaneo non si è risolto il problema della popolazione». Il problema del sovrappopolamento, scrive Huxley, è capitale, la popolazione attuale, due miliardi e ottocentomila persone nel 1958, eccessiva, e non esistono «l'intelligenza e la volontà che quasi mai ritroviamo nel formicaio di analfabeti che popolano il mondo», per attuare la pianificazione familiare, «il controllo delle nascite». «Forse non è impossibile la gestazione in vitro come non è impossibile il controllo centralizzato della riproduzione; ma è chiaro che per molti anni a venire la nostra rimarrà una specie vivipara, che si riproduce a casaccio», laddove invece la dittatura del nuovo mondo sarà forse eccessiva, ma efficace. «Il nostro sregolato capriccio non solo tende a sovrappopolare il pianeta, ma anche, sicuramente, a darci una maggioranza di uomini di qualità biologicamente inferiore». È evidente che Huxley sta dalla parte del grande dittatore; è evidente il suo disprezzo per l'umanità «formicaio di analfabeti», che si riproduce «a casaccio», secondo uno «sregolato capriccio», che abbisognerebbe quindi di un «ordine», di un controllo dall'alto, dell'intelligenza superiore, imposta con la violenza, con l'inganno, con la tecnologia, di uomini «illuminati» come lui. Al fondo vi è la teoria darwiniana della selezione naturale che Aldous eredita dal padre e dal fratello, e che lo porta, pur fra molte ambiguità, a chiedersi, in Brave New World Revisited, in un capitolo intitolato «Qualità, quantità, moralità», se i «mezzi buoni» dell'igiene e della medicina, portando alla salvezza di persone che altrimenti potrebbero morire, non raggiungano in fondo un «fine cattivo», un male quale è il sovrappopolamento e «la progressiva contaminazione del fondo genetico a cui dovranno attingere i membri della nostra specie [...]. Ogni progresso della medicina - continua - sarà frustrato da un corrispondente aumento del tasso di sopravvivenza degli individui che dalla nascita portano con sé una qualche insufficienza genetica [...]. E che dire degli organismi insufficienti per condizioni congenite, che la medicina e i servizi sociali oggi salvano e lasciano proliferare»?

46 Già autore di La marijuana della mamma è la più bella, e il cui figlio è fondatore di una comunità New Age.

47 Cfr. La Repubblica, dell'11 giugno 1998; Il Corriere della Sera, del 6 giugno 1998.

48 Cfr. Soros su Soros, Ponte alle Grazie, Firenze 1995.

49 Si è già detto dell'alleanza sulla tematica droga libera; la Bonino è portavoce di Soros anche per quanto riguarda il progetto di un tribunale internazionale; gli è stata alleata inoltre nella recente guerra in Kosovo, allorché l'antico antimilitarismo dei radicali è stato sostituito da posizioni estremamente guerrafondaie, in strana coincidenza con vicende in cui Soros ha dimostrato di avere parecchi interessi da tutelare (vedi La Stampa, del 24 febbraio 1999).

50 La «Lista Emma Bonino» ha condotto la sua campagna pubblicitaria in stile faraonico: richiesta dove avesse procacciato tanto denaro, dichiarava di aver speso 16.000.000.000 ricavati dalla vendita di Radio Radicale 2 e di altre parti del suo patrimonio (cfr. La Repubblica, del 24 giugno 1999); il giorno successivo, per giustificare i 318 spot televisivi, i siti internet, i 45.000.000 di lettere inviate agli italiani, il giornaletto con fotografie a colori distribuito in tutta la penisola..., si dichiarava di aver speso sì 16.000.000.000, ma più altri 8.000.000.000, e che comunque il partito avrebbe riassestato i bilanci proprio grazie ai soldi di quel finanziamento pubblico contro il quale ha sempre affermato di combattere ("la Repubblica" 25.6.'99). Poi è giunta l'ora dei refe­rendum ed i radicali hanno acquistato intere pagine di quotidiani nazionali e locali, tappezzato le città di manifesti, spedita altri milioni di lettere, noleggiato, per la prima volta nella storia, a quanto ne so, degli acchiappa-firme mercenari da piazzare nei pressi delle raccolte firme, evidentemente per sopperire alla carenza di sostenitori disinteressati e veramente convinti: solo per i «referendum days» di luglio sono stati cooptati 2.500 ragazzi a pagamento, e altrettanto verrà fatto in futuro (cfr. La Repubblica, del 29 giugno 1999 e La Padania di qualche giorno dopo: quest'ultimo è stato, sicuramente, il quotidiano più coraggioso nello smascherare il doppio volto radicale). Un altro finanziatore potrebbe essere Benetton: in una delle lettere che la Bonino ha inviato agli italiani, li invita insistentemente a comperare indumenti da «Benet...», protestando, giurando e spergiurando, che lo stesso non sa nulla della sua iniziativa pubblicitaria; peccato che Benetton sia ufficialmente membro del comitato sostenitore dei referendum!

51 Anche in campo economico, come appare chiaro da alcuni dei nuovi venti referendum liberisti, sostanzialmente promotori della disgregante mobilità lavorativa assoluta cui abbiamo sopra accennato.

52 Recentemente, il dibattito sulla fecondazione artificiale e sulle coppie di fatto ha visto un aspro attacco della sinistra contro i cattolici: gli stessi che si batterono per il divorzio e per l'uccisione dei bambini con l'aborto, oggi si strappano le vesti in in difesa di quanti single, omosessuali, coppie a scadenza... vogliono figli a tutti i costi, contro natura, senza badare se questi cresceranno in situazioni anomale, a rischio di anormalità e di squilibri psichici futuri: figli di una provetta di vetro, di un padre o una madre sconosciuti, di due «padri» o due «madri» (coppia omosessuale), di «genitori» già nonni, ricorsi alla fecondazione (e all'adozione, secondo gli auspici dei verdi) anche oltre i cinquantadue anni... «Tutti questi divieti -afferma la già citata Gloria Buffo dei DS, riferendosi al voto negativo della Camera sulla fecondazione eterologa - sono bambini non nati»: somma ipocrisia in chi, oltre a sostenere la droga libera, difende l'aborto, e cioè il fatto che dei bambini non solo non nascano, bensì che vengano uccisi! (cfr. La Repubblica, del 4 febbraio 1999). Sempre a tale proposito, Fiamma Nirenstein: «Coppie di fatto [...] e persino coppie omosessuali, ebbene sì, che crescono bambini adottati. Il nuovo panorama non consente di restare attanagliati alla garanzia fasulla della famiglia di diritto» (ibid.; analoga la posizione di Walter Veltroni e di Fabio Mussi, capogruppo DS alla Camera...). Gianni Vattimo: «C'è il rischio che degli embrioni si faccia commercio, che si operino manipolazioni illimitate, tali, si sottintende, da creare mostri, individui adibiti a deposito di organi per trapianti, schiavi. Potrà apparire scandaloso ma non lo è poi tanto: dell'embrione come tale non ci importa niente» (poche righe sopra, l'embrione veniva definito «determinato pezzo di materia, risultato anch'esso di un incontro "scandalosamente" casuale di gameti»; vedi La Stampa, del 6 febbraio 1999).

53 Dall'opuscolo di pubblicizzazione dei referendum radicali.

54 Non era identica la falsificazione del famigerato promotore della legge sull'aborto, Loris Fortuna, quando giungeva ad inserire, nelle buone ragioni per introdurla, un ipotetico e fantasioso sovrappopolamento: «Sette miliardi (!?) gli individui che popoleranno la terra nel 2000 [...]. Ipotizzabile come evento futuro, ma non incerto, la catastrofe».

55 Rivedi nota nº 45. Vedi sito internet radicale e Il sessantotto. Materiali per una nuova sinistra, Edizioni Associate, pag. 133. La Bonino si segnalò anche per aver bestemmiato alla radio.
 

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