di Benjamin Garland 1
Spesso ai nostri giorni capita di sentire nei talk show, nelle interviste o nelle tavole rotonde, qualcuno che parla di «crisi dei valori», riferendosi in particolar modo ai valori morali. Stando alle testimonianze (ma basta guardarsi intorno), le ultime generazioni sembrano sempre più affette da strane forme di egoismo, di edonismo, di mancanza di rispetto verso i genitori o gli insegnanti, di volgarità, di oscenità e così via. E non è tutto. Negli ultimi decenni l'età delle prime esperienze sessuali si è abbassata drasticamente rispetto ai decenni passati, forse anche a causa dell'aumento spaventoso dell'offerta di pornografia su Internet fruibile su qualsiasi smartphone (e quindi messa a disposizione anche dei bambini e dei ragazzini). Da una parte c'è chi si lamenta, e qualcuno lancia un grido di allarme, ma poi in concreto non si fa nulla perché la libertà sessuale viene considerata dalla maggior parte dei politici e degli opinionisti una delle conquiste del «Progresso» (con la «P» maiuscola, mi raccomando...) e della società moderna.
L'Autore di questo articolo va dritto al punto e mostra il volto dei responsabili di questo drammatico declino morale, mettendo spesso in risalto le loro ascendenze ebraiche (*). Contrariamente a quanto ci raccontano i libri ufficiali di Storia, la decomposizione della nostra società non è un fatto naturale o il frutto della volontà popolare, ma la messa in pratica di un disegno utopistico di uomini che in odio alle nostre tradizioni hanno scientemente sovvertito i nostri costumi (**), sostenuti in ciò dai mass media e da una politica suicida che sta spingendo l'Occidente verso il baratro dell'inciviltà. La «decostruzione» della civiltà occidentale, o di quel che ne rimane, è davanti agli occhi di tutti. Fermiamola finché siamo in tempo.
(*) L'origine ebraica di quasi tutti gli attori di questo sovvertimento morale è un dato di fatto. Basta leggere l'articolo. A scanso di equivoci, per conoscere la nostra posizione a riguardo, leggere la Nota sull'antisemitismo, in cui spieghiamo che il fatto che a capo di diverse organizzazioni anticristiane ci siano israeliti non è né una questione né di sangue né di razzismo biologico, concetti che rifiutiamo fermamente e che non ci appartengono. Secondo il nostro punto di vista - fondato sul Magistero della Chiesa fino al Concilio Vaticano II (1962-1965) - questo atteggiamento di certi ebrei (non tutti fortunatamente, ma di una piccola cricca) è una conseguenza diretta in primo luogo del rifiuto della messianicità e divinità di Nostro Signore Gesù Cristo (che il Talmud definisce uno stregone che è finito all'inferno), e della ricusa da parte delle comunità ebraiche di integrarsi nelle società cristiane che li hanno accolti. L'isolamento culturale, il rifiuto delle leggi dei Paesi ospitanti e l'indisponibilità all'assimilazione (vietata dai rabbini), e certi comportamenti non sempre corretti (ad esempio, la pratica dell'usura), hanno generato nelle popolazioni cristiane una forma di diffidenza verso gli ebrei, una diffidenza che in certi casi è degenerata (i pogrom...). Tuttavia, ciò non giustifica le azioni di certi israeliti descritte in questo articolo.
(**) L'idea freudiana e della Scuola di Francoforte secondo cui il bambino giunto ad una certa età deve reprimere i proprî istinti e viene in un certo senso «castrato» dai genitori per poter vivere in società, era già stata espressa (anche se non negli stessi termini) dal filosofo illuminista Jean-Jacques Rousseau (1712-1778). Nel suo libro Il contratto sociale (1762), Rousseau afferma che in origine l'uomo viveva liberamente e pacificamente, senza norme che regolassero la sua vita e senza diseguaglianze sociali. Solo dopo l'avvento del cristianesimo e della società organizzata gerarchicamente, l'uomo avrebbe perduto la sua innocenza primordiale (da qui il mito del «buon selvaggio» che vive nella giungla) e sarebbe divenuto malvagio.
La figura più importante nella sessualizzazione dell'Occidente è stato colui che si è autodefinito un «ebreo fanatico», Sigmund Freud (1856-1939) 3. Freud nacque da ebrei galiziani nell'impero austro-ungarico nel 1856 e dall'età di quattro anni visse a Vienna, dove sviluppò le teorie della «psicanalisi» e fondò il movimento psicanalitico. Nel 1906, tutti i diciassette membri del movimento psicanalitico erano ebrei fortemente identificati, il che diede alla psicanalisi la meritata reputazione di «scienza ebraica» 4. Freud evidentemente si credeva in guerra con il mondo gentile (non ebraico), paragonandosi spesso al suo modello, il generale semita che andò in guerra contro Roma, il cartaginese Annibale (247-182 a.C.) 5.
Egli considerava tutti i non ebrei come antisemiti, affermando in un'occasione: «In pratica, sono tutti antisemiti. Sono ovunque. Spesso l'antisemitismo è latente e nascosto, ma c'è» 6. Freud sosteneva, senza alcuna prova concreta, che gli esseri umani sono sessuali fin dalla nascita, che tutti noi vogliamo fare sesso con i nostri genitori e, cosa più importante, che la «repressione sessuale» dei bambini porta più avanti nella vita alla nevrosi e ad altre malattie mentali. Tutte le liberalizzazioni nelle linee-guida del sesso possono essere ricondotte alle sue teorie in un modo o nell'altro. Ad esempio, l'avvocato anti-oscenità Edward de Grazia (1927-2013) scrisse che il primo caso giudiziario di liberalizzazione significativo sull'oscenità, la sentenza Ulysses del 1933, fu una
La prima rivista dedicata alla «sessuologia», che tentò di razionalizzare la perversione sotto le sembianze della scienza, pubblicò un articolo scritto da Freud nel 1908. L'editore della rivista era l'ebreo Magnus Hirschfeld (1868-1935), l'«Einstein del sesso», che nel 1913 avrebbe poi fondato la prima clinica di sessuologia con Iwan Bloch (1872-1922), noto come il «padre della sessuologia», ed Albert Eulenberg (1940-1917).
La seconda clinica di questa natura fu fondata solo pochi mesi dopo dal loro rivale, lo psicologo Albert Moll (1832-1939), e la direzione della rivista di Hirschfeld fu affidata a Max Marcuse (1877-1963) 8. Erano tutti ebrei. Nel 1919, Hirschfeld fondò a Berlino l'Institut für Sexualwissenschaft («Istituto per la ricerca sessuologica»), il primo di questo genere, che divenne riconosciuto a livello internazionale come un centro di ricerca sulla sessuologia.
All'interno di questo Istituto c'era un museo che, secondo lo scrittore Christopher Isherwood (1904-1986), un omosessuale attratto dai ragazzini che lo visitò, era pieno di
L'Istituto era adornato con ritratti di transessuali e vi vennero eseguite le prime operazioni di «cambiamento di sesso» 10. In effetti, il concetto ormai ampiamente noto di «transgenderismo» deriva direttamente da Hirschfeld; in origine era chiamato «transessualismo». Hirschfeld fece anche pressioni per trent'anni per annullare la famosa legge tedesca «Paragrafo 175», che criminalizzava la sodomia, e organizzò il primo congresso per «omosessuali». Durante un tour di conferenze quando Hitler salì al potere nel 1933, Hirshfeld si autoesiliò, sapendo bene che non sarebbe più stato il benvenuto nel suo ex paese ospitante. Morì due anni dopo, mentre era in Francia. Il 6 maggio 1933, l'Institut für Sexualwissenschaft da lui fondato fu saccheggiato da studenti nazionalsocialisti che portarono via un busto di Hirshfeld e circa 10.000 libri, articoli e documenti e li bruciarono in un gigantesco falò, purificando simbolicamente e letteralmente la loro nazione da quello che ritenevano «veleno ebraico».
La maggior parte delle foto dei nazisti che bruciano i libri sono del falò delle opere di Hirshfeld. Il fatto che gli ebrei fossero ritenuti al centro delle giustificazioni pseudoscientifiche per la sessualizzazione della società seguiva logicamente la loro sovrarappresentazione storica di papponi, pornografi e molestatori sessuali, così come la natura sovversiva sessualmente e moralmente delle loro attività nella stampa, nell'arte, nella letteratura e nel teatro.
Sebbene l'attività di Hirschfeld fosse stata chiusa nel 1933, il suo successore, il Kinsey Institute, guidato dal sado-masochista e psicopatico omosessuale Alfred Kinsey (1894-1956), aprì bottega in America nel 1938 e si mise al lavoro per sovvertire la morale sessuale dell'America falsificando dati statistici. Nel 1948, il suo libro Sexual Behavior in the Human Male («Il comportamento sessuale nel maschio umano») entrò con forza nei discorsi degli americani come un virus maligno. Il libro era composto da dati raccolti tramite presunte interviste riguardanti le «storie sessuali» dei soggetti, utilizzando un questionario in gran parte basato su uno che era stato utilizzato da Hirschfeld 11.
Sopra: Alfred Kinsey e il suo rapporto Sexual Behavior in the Human Male.
Kinsey raccolse un'incredibile quantità di affermazioni oltraggiose, come quella secondo cui il 50% degli uomini tradiva le proprie mogli, il 69% aveva frequentato prostitute, il 67-97% aveva avuto rapporti sessuali prematrimoniali, il 37% - «più di un uomo su tre», come Kinsey ha detto allegramente - aveva avuto un'esperienza omosessuale, e il 50% dei ragazzi di campagna aveva fatto sesso con gli animali. Il libro fu un successo travolgente, vendendo la sbalorditiva cifra di 200.000 copie in soli due mesi. «Da "Via col vento" i librai non avevano mai visto niente del genere», osservò la rivista Time 12. Kinsey portò le teorie di Freud sulla sessualità infantile all'estremo.
Egli scrisse citando «Freud e gli psicanalisti»: «Ẻ stato dato per scontato che i neonati siano sessuali». Ma continuò affermando che c'erano «pochi dati specifici» per dimostrarlo 13. Così, Kinsey e il suo team si misero all'opera per «dimostrare» che i neonati sono sessuali. Essi procedettero a molestare sessualmente innumerevoli bambini, e poi documentarono attentamente e scrissero a riguardo apertamente e in maniera dettagliata. I pedofili stimolarono sessualmente i bambini, e poi registrarono quando pensavano che i bambini secondo loro avevano degli «orgasmi». Una delle conclusioni di Kinsey tratte da questa «ricerca» fu che - non lo sto inventando - «è probabile che la metà o più dei bambini in una società disinibita potrebbero raggiungere l'orgasmo entro i tre o quattro anni di età» 14.
Nel 1953, Kinsey pubblicò il suo secondo rapporto, Sexual Behavior in the Human Female, in cui, com'era prevedibile, fece delle affermazioni simili e scandalose. Questi rapporti erano un prerequisito necessario per la Rivoluzione Sessuale.
Essi contenevano dati scientifici apparentemente credibili, molto ben finanziati e ampiamente pubblicizzati, che affermavano che la maggior parte degli americani era già segretamente formata da degenerati sessuali e che, come disse il dottor Charles Socarides (1922-2005), tutti i tipi di attività sessuale, sesso con il sesso opposto, sesso con lo stesso sesso, sesso con entrambi i sessi, sesso con bambini, sesso con fruste e catene, sesso con animali e qualsiasi altro tipo di rapporto sessuale era considerato normale e comune 15.
Gli attivisti ebrei contrari alle leggi sull'oscenità e i «riformatori del sesso» si sono immediatamente attivati per trarre profitto dai dati falsi di Kinsey, che, presi alla lettera, mostravano che il 95% degli uomini e l'80% delle donne erano colpevoli di reati sessuali punibili. La figura più importante favorevole alla diffusione dell'oscenità dell'epoca, l'ebreo Morris Ernst (1888-1976) dell'American Civil Liberties Union (ACLU), che era anche l'avvocato di Kinsey. Egli scrisse insieme ad un altro ebreo, David Goldstein Loth (1899-1988), un libro basato sui rapporti Kinsey, intitolato American Sexual Behavior and the Kinsey Report.
In questo libro, pubblicato nello stesso anno di Sexual Behavior in the Human Male (1948), Ernst e Loth sostennero l'abrogazione di tutte le cinquantadue leggi esistenti sui reati sessuali 16. Essi sostenevano che «praticamente ogni pagina del rapporto Kinsey tocca una sezione del codice legale», e che quindi la legge «è lamentevolmente carente nel basarsi sulla conoscenza dei fatti» 17. Herbert Wechsler (1909-2000), un ebreo che fece parte del collegio del collegio di giudici al processo di Norimberga, presentò poi i «dati» di Kinsey alla comunità giuridica in generale con il suo articolo del 1952 pubblicato sulla Harvard Law Review e intitolato «The Challenge of a Model Penal Code» («La sfida di un codice penale modello»), in cui sosteneva che il tasso di incarcerazione per i criminali sessuali era decisamente troppo alto 18.
Wechsler divenne poi direttore dell'American Law Institute (ALI) e fu capo-relatore nella stesura del Model Penal Code (MPC) del 1955. L'ALI-MPC chiese la riduzione della pena, o addirittura l'abolizione, di tutte le leggi basate sul sesso come quelle contro la sodomia, l'omosessualità, il sesso orale, la prostituzione, l'adulterio e la bestialità. Fu adottato in tutto o in parte in ogni Stato nei due decenni successivi, e tutte le sue note a piè di pagina riguardanti le leggi sul sesso - senza eccezioni - citavano i rapporti Kinsey come unica prova della necessità di liberalizzarle 19.
L'ebreo Gershon Legman (1917-1999) definì l'opera di Kinsey «sciocchezze statistiche», concepite con lo «scopo propagandistico di rispettare l'omosessualità e certe altre perversioni» 20. Vista la fonte, questa è un'affermazione piuttosto incredibile. Legman era uno degli assistenti di Kinsey, ed era lui stesso una figura significativa nella sessualizzazione dell'America, prendendosi persino il merito della creazione del famoso slogan «fate l'amore, non la guerra». Egli aveva anche lavorato come assistente di Samuel Roth (1893-1974), un altro ebreo favorevole alla diffusione di materiale osceno, ed era socio di Fredric Wertham (1895-1981), noto per la sua crociata contro i fumetti violenti.
Un certo professor Jackson ha affermato in un articolo pubblicato sul New York Times:
La pubblicazione ebraica online Tablet ha scritto di Legman:
Legman ha affermato che alcuni compagni di classe gli avevano scritto la parola «kosher» con «succo di merda di cavallo» sulla sua fronte quando era bambino. L'impressione duratura di questo evento (presumibilmente inventato) è ciò che lo ha portato, come affermò successivamente, a quella che è diventata una dedizione per tutta la vita alla convinzione freudiana che la reppressione sessuale porti alla violenza e all'antisemitismo. Nel 1949, egli pubblicò un libro intitolato Love & Death («Amore & Morte»), in cui utilizzò la bizzarra logica freudiana per sostenere la liberalizzazione delle leggi sull'oscenità.
Ci assicura lo scrittore israelita Josh Lambert nel suo libro Unclean Lips: Obscenity, Jews, and American Culture («Labbra sporche: oscenità, ebrei e cultura americana»): «Il libro di Legman, non molto letto al giorno d'oggi, era molto oscuro» 23. E ora che si era nel secondo dopoguerra, l'argomentazione di Legman divenne una leva potente:
Sopra: Josh Lambert e il suo libro Unclean Lips.
Legman non era affatto l'unico a sostenere che la liberazione sessuale avrebbe reso il mondo più sicuro per gli ebrei, e che l'Olocausto poteva essere usato come leva in questo senso. In Unclean Lips, Lambert ci fornisce dettagli su molti altri ebrei che la pensavano allo stesso modo, come gli psicologi Abraham Maslow (1908-1970) e Albert Ellis (1913-2007), che erano due dei più influenti pensatori freudiani di psicologia/sessuologia, e il sociologo Ludwig Lewisohn (1882-1955), che Lambert scrive essere stato «di gran lunga il più importante scrittore ebreo nell'America tra le due guerre», indicando quanto questo punto di vista sia diffuso nella comunità ebraica 25.
Sopra: romanzi a sfondo erotico scritti negli anni '40-'50 da Ludwig Lewisohn.
Sopra: la copertina del libro Sex Without Gulit («Sesso senza sensi di colpa»), di Albert Ellis.
Nel 1923, un gruppo di ebrei freudiano-marxisti fondò l'Institut für Sozialforschung («Istituto per le ricerche sociali»), a Francoforte, in Germania. Un decennio dopo, quando Hitler salì al potere, l'Istituto chiuse i battenti e i suoi membri furono costretti ad andarsene dalla Germania. Arrivarono in America e ripresero il loro lavoro alla Columbia University di New York, e divennero noti come la «Scuola di Francoforte». Quest'ultima sviluppò quella che è nota come «Teoria critica». Tale teoria è fondamentalmente un palese assalto intellettuale ebraico al mondo occidentale, compiuto sotto le mentite spoglie di un idealismo elevato e di una pseudo-moralità. Essa lavora per demolire, criticare e «decostruire» tutta la civiltà e la cultura occidentale, pretendendo di mostrare come sia intrinsecamente e storicamente razzista, misogina, antisemita, omofoba, ecc...
Sopra: in alto, la sede a Francoforte dell'Institut für Sozialforschung. Sotto: una riunione dei membri della Scuola di Francoforte negli Stati Uniti.
In sostanza, è l'ingegneria inversa ebraica della civiltà, con la moralità sessuale su cui la civiltà è stata costruita come obiettivo primario, per la decostruzione, poiché la nozione freudiana di «repressione sessuale» è spesso collocata alla radice di molti dei problemi del mondo moderno. Il libro del 1947 Dialectic of Enlightenment («Dialettica dell'Illuminismo»), degli ebrei Theodor Adorno (1903-1969) e Max Horkheimer (1895-1973), descritto come «senza dubbio la pubblicazione più influente della Scuola di Francoforte sulla teoria critica», descrive l'antisemitismo come una malattia mentale nei gentili (il comportamento ebraico non rientra mai nell'equazione, ovviamente), e afferma che la civiltà occidentale è repressiva e malvagia.
In questo libro essi affermano che nel «passato migliore e prepatriarcale della sessualità», prima della civiltà guidata dall'uomo bianco, del capitalismo e del cristianesimo, gli esseri umani vivevano in armonia senza repressione o disuguaglianza sessuale, notando con approvazione le «orge primitive» 26. Il terrore nazionalsocialista, come mostrato in Dialectic of Enlightenment, «non è stato un'aberrazione della storia moderna, ma era radicato profondamente nelle caratteristiche fondamentali della civiltà occidentale» 27. Gli ebrei della Scuola di Francoforte sono noti soprattutto per aver scritto nel 1950 The Authoritarian Personality («La personalità autoritaria»).
Parte della serie Studies in Prejudice («Studi sul pregiudizio»), finanziato dall'American Jewish Committee («Comitato Ebraico Americano»), The Authoritarian Personality ha patologizzato chiunque avesse opinioni anche solo vagamente di destra (leggi: la stragrande maggioranza di tutte le persone in tutta la Storia umana). Essi hanno ideato anche la «scala F», che presumibilmente misura le tendenze fasciste delle persone. Chiunque sia incluso nello studio e abbia mostrato preoccupazione per la moralità sessuale, sfiducia verso gli ebrei o una visione tradizionale sui ruoli di genere, ottiene un punteggio alto sulla «scala F», ed è descritto come malato di mente.
La loro demenza, hanno affermato questi ebrei, deriva molto probabilmente dalla repressione sessuale, dall'omosessualità nascosta e dall'educazione autoritaria. E probabilmente essi hanno tendenze «sado-masochistiche» radicate. Ed è facile che stanno solo proiettando le loro frustrazioni e insicurezze sulle persone più deboli, per sentirsi meglio («capri espiatori» 28). Roba piuttosto cattiva, certo, ma è ciò in cui gran parte delle nostre Università - vale a dire, le scienze sociali - credono e insegnano, e questo ovviamente ha un effetto molto reale su come la nostra società vede e tratta la sessualità. Si legge in una citazione sulla pagina di Wikipedia dedicata a questo libro: «Nessun volume pubblicato dopo la guerra nel campo della psicologia sociale ha avuto un impatto maggiore sulla direzione dell'effettivo lavoro empirico svolto nelle Università odierne».
Tutto quanto sopra ha contribuito a gettare le basi intellettuali per la Rivoluzione Sessuale portata avanti dalla «controcultura» degli anni '60, guidata politicamente dalla Nuova Sinistra. Gli ebrei in generale erano ampiamente sovrarappresentati tra i radicali e gli intellettuali della Nuova Sinistra, nonostante rappresentassero solo circa il 2% della popolazione americana. Il professor Ernest Van Den Haag (1914-2002) scrisse nel suo libro del 1969 The Jewish Mystique («La mistica ebraica»):
Sopra: Ernest Van Den Haag e il suo libro The Jewish Mystique.
Students for a Democratic Society (SDS) era il principale gruppo della Nuova Sinistra. Al suo apice nel 1968, Students for a Democratic Society contava circa 100.000 membri suddivisi in 400 sezioni. Gli studiosi hanno stimato che oltre il 60% della sua leadership e il 30-50% dei suoi membri di base a livello nazionale erano ebrei 30. Alcuni studi più mirati hanno evidenziato percentuali ancora più elevate. Ad esempio, uno studio condotto presso l'Università della California ha scoperto che l'83% dei radicali di sinistra aveva origini ebraiche, e uno presso l'Università del Michigan addirittura il 90% 31.
Le cifre reali, bisogna dirlo, erano in realtà ancora più alte, poiché molti ebrei di sinistra si spacciavano per «atei» 32. «Schiacciate la monogamia»! divenne uno dei gridi di battaglia rivoluzionari della Nuova Sinistra. Il leader ebreo di Students for a Democratic Society, Mark Rudd, scrisse della dilagante degenerazione sessuale che questi radicali stavano scatenando nel suo libro Underground: My Life with the SDS and the Weathermen («Underground: la mia vita con l'SDS e i Weathermen»):
Sopra: Mark Rudd e il suo libro Underground: My Life with the SDS and the Weathermen.
L'ebreo della Scuola di Francoforte che ebbe di gran lunga l'influenza più diretta sulla Rivoluzione Sessuale fu Herbert Marcuse (1898-1979). Marcuse fu soprannominato il «Padre della Nuova Sinistra». Durante le rivolte studentesche di maggio del 1968 in Francia, che quasi rovesciarono il suo presidente conservatore Charles de Gaulle (1890-1970), gli studenti portavano striscioni con lo slogan «Marx, Mao, Marcuse».
David Allyn scrive nel suo libro sulla storia della Rivoluzione Sessuale Make Love, Not War: «Per i giovani radicali, le idee contenute in "Eros and Civilization" (1955), di Herbert Marcuse, erano la pietra angolare della rivoluzione [sessuale]» 34. Gli scritti di Marcuse sulla liberazione sessuale erano molto, molto strani. Essi erano basati in gran parte sulla fantastica teoria di Freud sulla «perversione polimorfa». Secondo questa teoria i bambini sono sessuali fin dalla nascita e ricevono piacere sessuale o «erotico» da tutte le parti del loro corpo, finché non vengono «repressi» dalla società.
Sopra: David Allyn e suo libro Make Love, Not War.
Ciò accade intorno ai cinque anni, e in seguito la loro sessualità diventa centralizzata nel loro organo sessuale e ottengono l'«amnesia» sul loro precedente stato di perversione polimorfa. Freud stesso non era favorevole alla liberazione sessuale. Egli credeva che la repressione della sessualità fosse necessaria affinché la civiltà esistesse. Freud scrisse in Das Unbehagen in der Kultur («Il disagio nella cultura») che «è impossibile ignorare la misura in cui la civiltà è stata costruita su una rinuncia alle gratificazioni istintive» 35.
Marcuse non era d'accordo con questo sentimento e sosteneva che, poiché la civiltà aveva raggiunto un tale livello di comfort e ricchezza, poteva resistere alla liberazione della passione sessuale e ad un ritorno alla «perversione polimorfa». La sua utopia sessuale teorica avrebbe portato - come scrisse - ad «una riattivazione di tutte le zone erogene e, di conseguenza, ad una rinascita della sessualità poliamorosa pregenitale», e questo avrebbe reso «il corpo nella sua interezza [...] uno strumento di piacere» 36. Difficilmente si potrebbe essere più astratti di così.
Sopra: Marcuse sparge il suo veleno tra i giovani.
In poche parole, come ha affermato il blogger Alt-Right Vincent Law, la piattaforma di Marcuse era «una promessa di un'utopia di sesso a richiesta e di ogni singola perversità di ogni singolo individuo realizzata sulla base del fatto che si basa sulla loro innocenza infantile». Utilizzando il conflitto nel Vietnam come perno, Marcuse, la Nuova Sinistra, la controcultura sessuale e i rivoluzionari fecero del motto di Legman «fate l'amore, non la guerra» la parola d'ordine e l'atteggiamento del giorno.
Ha scritto la professoressa femminista Linda Williams (1946-2025) nel libro Screening Sex, dando un resoconto diretto del suo periodo con la Nuova Sinistra: «Quando cantavamo "fate l'amore, non la guerra", i miei amici che si opponevano alla leva ed io facevamo eco alle parole dei teorici della Scuola di Francoforte» 37.
Sopra: Linda Williams e il suo libro Screening Sex.
Il più radicale di tutti i gruppi della Nuova Sinistra era quello degli yippies (termine slang che sta per Youth International Party - Partito Internazionale della Gioventù - la manifestazione politica degli hippies), fondata e guidata da due ebrei: Jerry Rubin (1938-1994) e Abbie Hoffman (1936-1989). Gli hippies furono ampiamente pubblicizzati dai media dell'epoca e incoraggiarono le forme più estreme di edonismo distruttivo per la nazione che si possa immaginare.
Sopra: gli hippies, i figli della Rivoluzione Sessuale.
Prima di protestare contro la convention nazionale dei democratici del 1968 a Chicago, che notoriamente causò l'arresto di otto di loro che furono in seguito sottoposti ad un processo di alto profilo per cospirazione ed incitamento alla rivolta, scherzarono pubblicamente sul fatto che avevano l'intenzione di versare LSD nella riserva idrica delle città americane. Inoltre dichiararono: «Faremo sesso sulle spiagge! [...]. Chiediamo la politica dell'ecstasy! [...]. Abbandoneremo il conformismo! [...]. E tutto il tempo "Evviva"»! Jerry Rubin scrisse un libro intitolato Do It («Fatelo»), che fu ampiamente distribuito nei campus universitari.
Esso presentava un'introduzione scritta dall'icona delle Black Panther Eldridge Cleaver (1935-1998), che in precedenza aveva ammesso nel suo libro Soul On Ice («Anima sul ghiccio») di aver stuprato delle donne bianche mosso dall'odio razziale. Cleaver era ritenuto un eroe dalla Nuova Sinistra e dalla controcultura proprio perché era uno stupratore di donne bianche, per quanto la cosa sia difficile da digerire. Egli giunse a scrivere:
«Lo stupro era un atto insurrezionale. Mi ha fatto piacere
sfidare e calpestare
la legge dell'uomo bianco, il suo sistema di valori, e profanare le sue donne
[...]. Mi sentivo come se mi fossi
vendicato. Dal luogo dell'atto dello stupro, la costernazione si
diffuse all'esterno in
cerchi concentrici. Volevo inviare ondate di odio a
tutta la razza bianca» 39.
Sopra:
Eldridge Cleaver e il suo libro Soul on Ice. Rubin era un ebreo mentalmente folle, e con l'aiuto dei media dominati da altri ebrei, iniettò la sua follia nella generazione degli anni '60 rendendola «alla moda». In un discorso egli disse alla gente di essere preparati a «uccidere i proprî genitori», perché «sono i nostri primi oppressori». Rubin definì sua madre una «bianca, una buona a nulla, un'idiota asessuata, un veleno canceroso di serpente con i denti aguzzi che mi ha distrutto fin dalla nascita» 40. «Come puoi separare la politica dal sesso»?, si chiese in uno dei capitoli più oltraggiosi di Do It! intitolato «Fuck God». E continuò:
Questo crescendo di sovversiva sporcizia talmudica culmina con la seguente dichiarazione di Rubin:
Sopra: il titolo di uno dei capitoli del libro Do It di Jerry Rubin è un'orribile bestemmia!
È una vergogna che attacchi così sfacciati alle fondamenta della nostra società siano stati tollerati, ma eccoci qui. Il motivo principale per cui non sono stati rintuzzati in modo appropriato è perché provenivano da ebrei, e le storie delle atrocità che avevano subito durante la Seconda Guerra Mondiale avevano catapultato gli ebrei praticamente allo status di intoccabili. Chiunque osasse criticare gli ebrei sarebbe stato ostracizzato dalla buona società e relegato ai margini assoluti della politica, perché sarebbe stato visto come i nazisti, che il mondo ora odiava con una passione ardente. Concluderemo questo segmento con una citazione di uno dei pochi che hanno avuto il coraggio di parlare: il dott. William Pierce (1933-2002), che ha assistito in prima persona allo sconvolgimento provocato della controcultura ebraica mentre lavorava come docente di Fisica all'Università statale dell'Oregon negli anni '60:
La misura in cui certi ebrei sono responsabili della Rivoluzione Sessuale e della sessualizzazione della nostra cultura è ovviamente impossibile da valutare, ma come dimostrano le prove di cui sopra, che graffiano solo la superficie, il loro contributo è stato enorme. Questo fatto dovrà essere preso in considerazione se speriamo di poter riparare il danno che questi rivoluzionari sessuali hanno causato. Tuttavia, nessuna storia della liberazione sessuale sarebbe completa senza discutere dell'operato dell'ebreo Wilhelm Reich (1897-1957), del quale vi invitiamo a leggere questo articolo...
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