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L'unica difficoltà nel discutere delle eresie di Giovanni Paolo II (1920-2005) è decidere da dove cominciare. Le sue eresie sono così numerose che si è quasi sopraffatti dalla decisione di dove iniziare. Un buon punto di partenza è il suo coerente insegnamento della salvezza universale. L'idea che tutti gli uomini siano salvi è contraria alle chiare parole del Vangelo e a numerosi dogmi cattolici, in particolare a quelli secondo cui al di fuori della Chiesa cattolica non c'è salvezza, e che tutti coloro che muoiono in peccato mortale non possono essere salvati. Papa Gregorio X (1210-1276), durante il Secondo Concilio di Lione, 1274, ha insegnato:
Sempre lui, nell'Enciclica Redemptoris Missio, del 7 dicembre 1990 (§ 4), afferma:
E nell'Enciclica Centesimus Annus, del 1º maggio 1991 (§ 53), Karol Wojtyla ha dichiarato:
Notate l'espressione «per sempre» in tutte e tre queste citazioni. Sì, in tre diverse Encicliche, Giovanni Paolo II ha affermato senza mezzi termini che ogni uomo è unito a Cristo per sempre per il solo fatto dell'Incarnazione. Ciò significa che tutti gli uomini sono salvi. L'inferno è la separazione eterna da Dio, ma secondo Giovanni Paolo II nessuno verrà mai separato da Dio. Tutti sono uniti a Dio per sempre. Questa è la salvezza universale. Ci sono molte altre citazioni che potremmo riportare per dimostrare che Giovanni Paolo II ha insegnato che tutti gli uomini sono salvi. Ad esempio, nel 1985, Giovanni Paolo II spiegò come il Sangue redentore di Cristo non sia semplicemente disponibile per tutti (il che è vero), ma che in realtà raggiunge tutti e salva tutti. Ad esempio, nell'omelia del 6 giugno 1985 egli ha affermato:
Al contrario, l'insegnamento dogmatico della Chiesa cattolica afferma che il Sangue di Cristo non raggiunge tutti né salva tutti. Papa Paolo III (1468-1549), durante il Concilio di Trento (6ª Sessione) ha insegnato:
Solo coloro che sono liberati dal peccato originale mediante il Battesimo e uniti a Lui attraverso i Sacramenti e la vera fede, ricevono i benefici derivanti dalla morte di Cristo. Ciononostante, Giovanni Paolo II, nell'omelia del 27 aprile 1980 ha affermato:
Ancora Giovanni Paolo II nel corso dell'Udienza generale, del 27 dicembre 1978:
Con una dottrina come questa, chi non verrebbe lodato dal mondo? Giovanni Paolo II piaceva ed era amato dalle masse perché accettava la religione di tutti e insegnava che tutti sono uniti a Cristo, indipendentemente da ciò che credevano o facevano. Questo indifferentismo religioso ha caratterizzato tutto il suo pontificato.
Oltre alla sua incredibile dottrina della salvezza e della giustificazione universale, ci sono molte altre eresie di Giovanni Paolo II che dovremmo esaminare. Di particolare rilievo è il suo insegnamento sulla Terza Persona della Santissima Trinità, lo Spirito Santo. Ciò che Giovanni Paolo II ha insegnato sullo Spirito Santo è così blasfemo ed eretico da essere probabilmente la sua peggiore eresia. Nella sua già citata Enciclica Redemptor Hominis (§ 6), egli afferma:
Karol Wojtyla ha dichiarato che la ferma fede dei seguaci delle religioni non cristiane proviene dallo Spirito Santo, lo Spirito di Verità. Poiché sappiamo dalla Sacra Scrittura e dall'insegnamento cattolico che Satana è l'autore di tutte le religioni non cristiane, ciò che Giovanni Paolo II afferma qui è che lo Spirito Santo, lo Spirito di Verità, è in realtà lo spirito della menzogna: Satana. Questa è un'incredibile bestemmia contro Dio. La Sacra Scrittura e la Tradizione ci insegnano che le religioni non cristiane appartengono al diavolo e che gli «dèi» che esse adorano sono in realtà demoni.
Sopra: divinità buddista.
Dice il salmista (Sl 95, 5): «Tutti gli dèi delle nazioni sono demoni» 7. E San Paolo: «No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demoni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demoni» (1 Cor 10, 20).
Sopra: divinità azteche.
Poiché Giovanni Paolo II ha insegnato che la fede di queste false religioni è frutto dello Spirito di Verità, è stato ripetutamente lodato, promosso dal mondo e ha persino pregato con i membri e i leader delle religioni non cristiane. Nell'Enciclica Redemptoris Missio (§ 29) egli ritorna su questo argomento:
Qui Giovanni Paolo II ha affermato che il rispetto per le religioni non cristiane è dettato dal rispetto per l'azione dello Spirito nell'uomo. Ciò significa chiaramente che lo Spirito è responsabile di queste religioni non cristiane, il che significa ancora una volta che lo Spirito Santo viene confuso con lo spirito di menzogna: Satana. Sempre nella stessa Enciclica (§ 56) egli afferma:
Karol Wojtyla ha dichiarato che le altre religioni ci stimolano a scoprire la presenza e l'opera dello Spirito. Ciò significa che le religioni non cristiane sono opera dello Spirito - lo Spirito Santo - il che, ancora una volta, significa equiparare lo Spirito di Verità allo spirito di menzogna: Satana.
Tale atteggiamento è stato condannato da Papa Pio IX (1792-1878) nell'Enciclica Qui Pluribus (§ 15), del 9 novembre 1846, con queste parole:
L'indifferentismo religioso di Giovanni Paolo II era forse la caratteristica più comune di tutti i suoi volumi di scritti e discorsi. Egli ha lodato e stimato costantemente le religioni non cristiane, negando così la SS.ma Trinità e la necessità di credere nell'unica vera religione cattolica, mentre si è fatto beffa della morte dei martiri. In un discorso all'aeroporto di Seul, in Corea, il 3 maggio 1984, Wojtyla ha affermato:
«Il vostro è un
popolo fiero e forte [...] che porta frutti splendidi
nell'arte, nella religione e nella vita umana. I
vostri antenati hanno abbracciato mondi spirituali
travolgenti come il confucianesimo e il buddismo, eppure li
hanno fatti proprî, li hanno valorizzati, li hanno vissuti e
persino trasmessi ad altri. Wonhyo e Sosan [...]
esprimono con eloquenza questa impresa»
8.
La parola «impresa» significa «atto straordinario». Quindi Giovanni Paolo II ha affermato che false religioni come il buddismo e il confucianesimo sono frutti splendidi nella religione, e che è stato un atto straordinario che i coreani abbiano trasmesso queste religioni di Satana ad altri! Papa Gregorio XVI (1765-1846), nel Breve Apostolico Probe Nostis (§ 6), del 18 settembre 1840, insegna:
«Quale motivo di letizia
non offrono a Noi e alla Chiesa tutta i copiosi frutti di quelle
missioni e i progressi della fede in America, nelle Indie e
anche in altre terre d'infedeli? Non ignorate infatti,
Venerabili Fratelli, come, anche nei Nostri tempi, in quelle
regioni siano ampiamente cresciuti il numero e lo zelo indefesso
di uomini apostolici che senza alcun sostegno di danaro e di
armi, ma muniti soltanto dello scudo della fede, non solo con la
voce e con gli scritti, in privato e in pubblico non temono di
combattere, con grande successo, "le battaglie del Signore"
contro le eresie e l'incredulità, ma anche infiammati
dall'ardore di carità e per nulla dissuasi dalle asperità del
cammino o dal peso delle fatiche, per terra e per mare
cercano coloro che giacciono nelle tenebre e nell'ombra
della morte per chiamarli alla luce e alla vita della
religione cattolica.
Perciò, intrepidi al
cospetto di ogni pericolo, percorrono con grande coraggio le
selve e le caverne dei barbari, li attirano a poco a poco con
soavità cristiana alla vera fede e li dispongono alla
vera virtù: infine col lavacro rigeneratore li sottraggono
alla schiavitù del demonio e li restituiscono alla libertà
dei figli adottivi di Dio».
Nel suo secondo viaggio in Asia, nel 1984, Giovanni Paolo II ha visitato un tempio buddista. Prima di raggiungerlo, ha espresso il suo desiderio di incontrare «Sua Santità, il supremo Patriarca Buddista nel Tempio». Il 10 maggio 1984, pochi giorni prima di recarsi al tempio, Giovanni Paolo II ha dichiarato:
«Il mondo guarda
alla Corea con particolare interesse. Infatti, il popolo
coreano nel corso della storia ha cercato, nelle grandi
visioni etiche e religiose del buddismo e del confucianesimo,
la via del rinnovamento di sé [...]. Vorrei rivolgere
un saluto particolare ai membri della tradizione buddista
che si preparano a celebrare la festività della Venuta
del Signore Buddha. Che la vostra gioia sia completa e
il vostro gaudio sia pieno» 9.
Sopra: il 10 maggio
1984, durante il suo viaggio in Thailandia, Giovanni Paolo II si è
recato al tempio buddista di Bangkok per rendere omaggio a Vasana
Tara, il sommo sacerdote del buddhismo della regione. Nella foto
sopra, Giovanni Paolo II offre un dono al guru. Durante
l'intera intervista, il monaco buddista non si degnò di alzarsi per
ricevere il suo visitatore. Più tardi, quello stesso giorno,
nell'omelia della Messa, Giovanni Paolo II ha elogiato la
«saggezza» buddista e la «purificazione e liberazione
interiore».
Wojtyla è entrato quindi nel tempio dell'idolatria e si è inchinato davanti al Patriarca buddista che stava di fronte ad una gigantesca statua del Buddha. Questo costituisce un atto di apostasia. Nel corso dell'Udienza generale, dell'11 gennaio 1995, così si espresse: «Colgo volentieri questa occasione per assicurare a quanti seguono la religione buddista il mio profondo rispetto e la mia sincera stima» 10. Papa Leone XIII (1810-1903), nell'Epistola antimassonica Custodi di quella Fede, dell'8 dicembre 1892, insegna:
«Con
gente sospetta di appartenere alla Massoneria o a sodalizi
ad essa aggregati procuri ognuno di non aver amicizia o
dimestichezza: dai loro frutti li conosca e li fugga. E non
solo di coloro che, palesemente empi e libertini, portano in
fronte il carattere della sètta, ma di quelli si eviti il
tratto familiare, che si occultano sotto la maschera di
universale tolleranza, di rispetto a tutte le religioni».
Al contrario, Giovanni Paolo II, nell'omelia del 12 aprile 1997, ha affermato: «La Chiesa, che cerca solo di poter predicare liberamente [...] nel rispetto [...] di ogni religione» 11.
Il 2 febbraio 1986, Giovanni Paolo II ha ricevuto sulla sua fronte il Tilak o Tika, la pasta rossa in polvere degli induisti, segno di riconoscimento degli adoratori di Shiva. Questa è totale idolatria e apostasia.
Sopra: nello stadio di
Nuova Delhi, prima della celebrazione della Messa, Giovanni Paolo II
ha ricevuto sulla fronte il Tilak, il segno degli adoratori
di Shiva, la divinità induista della distruzione.
Inoltre, nel marzo del 1986, egli si è recato a Nuova Delhi, in India, presso il luogo in cui fu cremato il Mahatma Gandhi (1869-1948), un pagano, un idolatra e un teosofo che adorava falsi dèi. Si è tolto le scarpe davanti al monumento di Gandhi ed ha affermato: «Oggi, come pellegrino di pace, sono venuto qui per rendere omaggio al Mahatma Gandhi, eroe dell'umanità» 12. Quindi, secondo Giovanni Paolo II, un idolatra e un pagano era un «eroe dell'umanità». Karol Wojtyla ha deposto anche dei fiori sulla tomba di Gandhi per onorare e commemorare quest'uomo.
Sopra: Giovanni Paolo II depone una corona di fiori sulla tomba del Mahatma Gandhi.
San Tommaso d'Aquino (1225-1274) spiega che così come ci sono affermazioni eretiche, ci sono anche azioni eretiche e apostate. Nella sua Summa Theologica (Pt. I-II, Q. 103, A. 4) egli insegna:
«Tutte le cerimonie
sono professioni di fede, in cui consiste il culto interiore
di Dio. Ora, l'uomo può fare professione della sua fede
interiore, sia con i fatti che con le parole: e in entrambe
le professioni, se fa una falsa dichiarazione, pecca
mortalmente».
Nella Summa Theologica (Parte II-II, Q. 12, A. 1, Ob. 2), lo stesso Santo ci fornisce anche un esempio: «Se qualcuno [...] adorasse la tomba di Maometto, sarebbe considerato un apostata». Si può manifestare la propria apostasia con le parole o con i fatti. Con ciò che ha fatto, oltre a ciò che ha detto, Giovanni Paolo II ha manifestato l'equivalente di adorare la tomba di Maometto venerando un induista.
Il 27 ottobre 1986, Giovanni Paolo II ha invitato i principali leader di tutte le false religioni del mondo ad Assisi, per una Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace. Egli ha pregato con oltre 100 diversi leader religiosi di varie false religioni, rinnegando così l'insegnamento della Sacra Scrittura e 2.000 anni di insegnamento della Chiesa cattolica che proibisce di pregare con aderenti alle false religioni. L'intera giornata di preghiera con i pagani, gli infedeli e gli eretici fu una sua idea.
Durante questo incontro, il Dalai Lama pose una statua buddista sul tabernacolo della chiesa di San Francesco.
Tra i vari leader delle false religioni presenti ad Assisi c'erano rabbini, mufti islamici, monaci buddisti, shintoisti, vari pastori protestanti, animisti, giainisti ed altri. Durante l'incontro, un membro di ciascuna falsa religione si è fatto avanti e ha offerto una preghiera per la pace, preghiere blasfeme, ad esempio, come recitava una preghiera induista: «Pace su tutti gli dèi». (Il leader animista ha pregato il «Grande Pollice»). Ma come abbiamo visto sopra, i loro dèi sono demoni, e quindi durante la Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace, sponsorizzata dal Vaticano, si è pregato per la pace invocando degli spiriti maligni (che hanno creato queste false religioni!). La religione del Concilio Vaticano II (1962-1965) vuole che siate in comunione con i demoni.
L'ex Gran Maestro del Grand'Oriente della Massoneria italiana Armando Corona (1921-2009), parlando dell'incontro interreligioso di Assisi ha dichiarato:
Nel 1928, Papa Pio XI (1857-1939), con l'Enciclica Mortalium Animos (§ 10), del 6 gennaio 1928, ha condannato autorevolmente qualsiasi attività interreligiosa e l'ha denunciata come apostasia dalla vera fede:
Qualche giorno prima della riunione ad Assisi, Giovanni Paolo II, durante un discorso all'Angelus, il 12 ottobre 1986, ebbe a dire:
Nella già citata Enciclica Redemptoris Missio (§ 55), Karol Wojtyla ha affermato:
Sopra: Giovanni Paolo II con il Dalai Lama.
Qui troviamo ancora una chiara espressione dell'apostasia di Giovanni Paolo II. Egli afferma che Dio si rende presente attraverso le ricchezze spirituali dei popoli, di cui le loro religioni sono l'espressione principale. Ciò significa che Dio si rende presente ai popoli attraverso le religioni non cristiane, il che significa che le religioni non cristiane sono vere e ispirate da Dio, pur contenendo «lacune, insufficienze ed errori». Papa Pio VIII (1761-1830), nell'Enciclica Traditi humilitati, del 24 maggio 1829, insegna:
Nel suo Discorso, del 22 maggio 2002, Karol Wjtyla ha affermato: «Lode a voi, seguaci dell'islam [...]. Lode a voi, popolo ebraico [...]. Lode in modo particolare a voi, Chiesa ortodossa» 14. Papa Gregorio XVI, nell'Enciclica Mirari Vos (§ 13), del 15 agosto 1832, insegna:
Diversamente, nell'Enciclica Redemptoris Missio (§ 10), Wojtyla ha affermato:
Sopra: Giovanni Paolo II con il guru induista Sri Chinmoy (1931-2007).
Papa Eugenio IV (1383-1447), durante il Concilio di Firenze, parlando del Credo Atanasiano, insegnò:
Giovanni Paolo II ha proseguito con il suo folle programma di apostasia, totalmente condannato dall'insegnamento della Chiesa cattolica, dopo l'evento di Assisi. Egli ha sponsorizzato incontri di preghiera pagana a Kyoto (1987), a Roma (1988), a Varsavia (1989), a Bari (1990) e a Malta (1991), oltre a numerosi incontri successivi al 1991. Nel 1987, nel corso di un rituale pagano, egli venne «benedetto» da uno sciamano indiano 16.
Sopra: uno sciamano indiano invoca la benedizione del Grande Spirito.
Nel 1999 ci fu l'oltraggioso incontro di preghiera pagana, soprannominato ufficialmente «Incontro Pancristiano», in occasione del quale un folto gruppo di persone appartenenti a false religioni si recò in Vaticano su richiesta di Giovanni Paolo II.
L'8 agosto 1985, Giovanni Paolo II ha pregato con gli animisti africani (degli stregoni vudù). Egli ricordò l'incontro con queste parole:
Sopra: Giovanni Paolo II con diversi stregoni vudù.
È stato detto che, mentre era in Togo, egli rese omaggio ai serpenti sacri. A Cotonou, in Africa, il 4 febbraio 1993, alcune ragazze che cantavano si esibirono davanti Giovanni Paolo II in una danza vudù «che induceva uno stato di trance». Karol Wojtyla prese parte anche a numerosi eventi, sia a Roma che all'estero, in cui era presente un rito pagano autoctono. Questi rituali provengono da culture interamente demoniache e sataniche sotto ogni aspetto delle loro pratiche religiose organizzate, eppure furono inclusi in molti degli eventi liturgici.
Sopra: Giovanni Paolo II con uno stregone vudù ad Assisi.
Una Messa celebrata da Giovanni Paolo II nel 2002 a Città del Messico, comprendeva i riti della cultura demoniaca azteca. Gli indiani danzavano davanti all'altare indossando copricapo e corazze, e alcuni avevano il ventre scoperto. Durante l'esecuzione, si udivano il sibilo serpentino dei sonagli e il battito dei tam-tam. Lo stesso Giovanni Paolo II fu addirittura il destinatario di un rituale pagano di «purificazione» officiato da una donna (vedi foto sotto).
Il 7 novembre 1999, Giovanni Paolo II, fu circondato da un gruppo eterogeneo di pagani e idolatri, tra cui uno seminudo, durante un altro dei suoi innumerevoli incontri di preghiera interreligiosa. Egli li lodò ed espresse la sua stima per le loro religioni del demonio. Questo non è altro che occultismo generalizzato. Questo incontro fu chiamato «Incontro Pancristiano». Ciò è interessante considerando che, nella sua Enciclica Mortalium Animos, Papa Pio XI descrisse gli eretici che promuovevano l'indifferentismo religioso come «pancristiani».
Tra gli eventi accaduti durante l'incontro panreligioso di Giovanni Paolo II dell'ottobre 1999 figurarono anche un indiano d'America che si aggirava per Piazza San Pietro al tramonto «benedicendo i quattro angoli della Terra», e diversi musulmani che avevano steso giornali in Vaticano e si erano inginocchiati verso la Mecca in preghiera 18. Papa Leone X (1475-1521), durante il Concilio Lateranense V (Sessione IX), il 5 maggio 1514, insegnò:
Il 24 gennaio 2002, Giovanni Paolo II tenne un altro incontro di preghiera interreligioso nella città di Assisi, una ripetizione dell'evento abominevole che ebbe luogo nel 1986. Tuttavia, questo incontro di Assisi fu persino peggiore del primo. Durante questo evento, ai rappresentanti di ogni falsa religione coinvolta fu permesso di salire sul pulpito e tenere un sermone sulla pace nel mondo. Alla presenza di Giovanni Paolo II, un sommo sacerdote vudù (uno stregone) salì sul pulpito fuori dalla Basilica di San Francesco e diede la ricetta vudù per la pace nel mondo.
Pertanto, per disposizione di Giovanni Paolo II, da un pulpito fuori dalla storica Basilica di San Francesco, ad uno stregone fu permesso di tenere un sermone e fornire la sua ricetta per la pace nel mondo! Questo rito avrebbe comportato lo sgozzamento di capre, polli, colombe e piccioni, e il drenaggio del sangue dalle arterie. Una donna induista disse a tutta la folla che ognuno di noi è Dio, il tutto sotto lo sguardo di Giovanni Paolo II. Dopo che l'ebreo, il buddista, il musulmano, l'induista, lo stregone vudù e gli altri ebbero finito di predicare, i vari leader religiosi si divisero in locali diversi per pregare i loro falsi dèi. Wojtyla aveva predisposto in anticipo che ad ogni falsa religione fosse assegnata una stanza separata in cui adorare i proprî dèi.
Tutti i crocifissi furono rimossi e quelli che non potevano essere rimossi furono coperti. Egli si assicurò che infedeli, stregoni e pagani non vedessero traccia di Gesù Cristo. I musulmani avevano bisogno di una stanza rivolta ad Est, verso la Mecca, e questa fu loro concessa. Gli zoroastriani avevano bisogno di una stanza con una finestra, in modo che il fumo dei trucioli di legno che bruciavano al demonio potesse fuoriuscire, e anche questa fu loro concessa. Gli ebrei volevano una stanza che non fosse mai stata benedetta prima; in altre parole, una stanza che non fosse mai stata benedetta nel nome di Gesù Cristo, e Giovanni Paolo II ne fornì loro una. Un abominio, una bestemmia e un rifiuto del vero Dio più grandi non si possono immaginare. Al Concilio di Elvira, del 305, fu deciso:
Come possiamo vedere da questo Concilio regionale, nella Chiesa dei primi secoli entrare in un tempio pagano (come ha fatto Giovanni Paolo II in Thailandia) per adorare gli idoli era considerato il colmo dell'empietà. Rappresentava un'apostasia tale dalla fede che coloro che si pentivano venivano ammessi solo alla confessione (non alla Comunione). Se entrare nel tempio pagano era considerato un'apostasia così grave, cosa direbbero di un presunto leader della Chiesa che trasforma le chiese cattoliche stesse in templi pagani affinché gli idolatri possano adorarvi falsi déi? Lo considererebbero senza dubbio il colmo dell'apostasia. Papa Pio XI, nell'Enciclica Ad Salutem (§ 27), del 20 aprile 1930, insegna:
Il 14 maggio 1999, Giovanni Paolo II ha baciato il Corano. Quest'ultimo è il libro sacro dei musulmani che bestemmia la Santissima Trinità e nega la divinità di Gesù Cristo. Venerare il libro sacro di una falsa religione è sempre stato considerato un atto di apostasia, un rifiuto totale della vera religione. Questo atto da solo ha reso Giovanni Paolo II un apostata; poiché equivale ad adorare la tomba di Maometto, cosa che, come abbiamo visto, secondo San Tommaso, renderebbe apostati.
Durante la sua visita in Germania, il 17 novembre 1980, Giovanni Paolo II ha incoraggiato i musulmani a «vivere la vostra fede anche in terra straniera» 21. Il 24 febbraio 2000, Giovanni Paolo II incontrò il Gran Sceicco islamico Mohammed. Giovanni Paolo II commise un altro atto di apostasia nel suo discorso ai musulmani:
Wojtyla ha ringraziato coloro che diffondono la cultura islamica! Ha ringraziato gli infedeli per aver diffuso una cultura che nega Gesù Cristo, la SS.ma Trinità e la fede cattolica su larga scala, e che tiene centinaia di milioni di persone nelle tenebre del demonio. Di tutti i mali del mondo a cui si possa pensare, la cultura islamica si colloca probabilmente tra le prime cinque. Papa Callisto III (1378-1458) ha insegnato: «Giuro di [...] esaltare la vera fede e di estirpare la sètta diabolica del reprobo e infedele Maometto in Oriente» 23.
Il Medioevo fu una costante battaglia spirituale e fisica tra l'Occidente cristiano e le orde islamiche. Questa affermazione di Giovanni Paolo II costituisce un rifiuto di Gesù Cristo e un'apostasia formale. Nessun vero cattolico farebbe mai una simile affermazione, nemmeno una volta.
Il 21 marzo 2000, Giovanni Paolo II chiese a San Giovanni Battista di proteggere l'islam, la falsa religione che nega la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo e la SS.ma Trinità, e tiene centinaia di milioni di anime nelle tenebre del demonio. Il 21 marzo 2000 egli disse: «Che San Giovanni Battista protegga l'islam e tutto il popolo di Giordania» 24. Questo per chiedere a San Giovanni di proteggere chi nega la divinità di Cristo e lavora per la dannazione delle anime. Il 12 aprile 2000, Giovanni Paolo II incontrò Hassan II (1929-1999) il re del Marocco, discendente del falso profeta dell'islam, Maometto. Karol Wojtyla gli chiese: «Tu sei un discendente del Profeta, non è vero»? 25.
Sopra: Giovanni Paolo II e re Hassan II.
Il 6 maggio 2001, Giovanni Paolo II culminò i suoi atti di apostasia con i musulmani recandosi nella Grande Moschea degli Omayyadi di Damasco. Mentre era nella moschea, egli si tolse le scarpe in segno di riverenza verso il tempio dell'infedeltà. Qui incontrò il Gran Mufti, lo sceicco Ahmed Kuftaro (1915-2004). Mentre si trovava nella moschea, Giovanni Paolo II era seduto su una sedia identica a quella del Gran Mufti. Ecco la dichiarazione che Giovanni Paolo II rivolse ai musulmani quel giorno, il 6 maggio 2001:
Sopra: Giovanni Paolo II e lo sceicco Ahmed Kuftaro.
Il fatto che la moschea che Wojtyla ha visitato portasse il nome di un gruppo così rappresentativo dell'anticristianesimo non fa che aggiungere un insulto alla sua apostasia. Il sangue di tutti i fedeli cattolici morti combattendo gli Omayyadi per la sopravvivenza stessa della Spagna cristiana grida contro di lui. Ẻ scritto nel Libro dell'Apocalisse (Ap 17, 6): «E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore».
Nella Dichiarazione Nostra Ætate (§ 3), del 28 ottobre 1965, il Concilio Vaticano II afferma: «La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra». Giovanni Paolo II ha ripreso questa eresia del Concilio innumerevoli volte. Nella sua Enciclica Sollicitudo rei socialis (§ 47), del 30 dicembre 1987, egli ha affermato: «[...] a coloro che, come noi, credono in Dio giusto e misericordioso, ossia i musulmani, rivolgo parimenti questo appello».
E nell'omelia del 13 ottobre 1989: «[...] i seguaci dell'islam che credono nello stesso Dio buono e giusto» 28. Sempre lui, nell'omelia del 28 gennaio 1990: «[...] i nostri fratelli e sorelle musulmani [...] che adorano come noi l'unico Dio misericordioso» 29. E nel corso dell'Udienza generale, del 16 maggio 2001, Wojtyla ha affermato: «[...] i credenti dell'islam, ai quali siamo uniti dall'adorazione dell'unico Dio» 30. Udienza generale, del 5 maggio 1999: «Oggi vorrei ripetere ciò che ho detto ai giovani musulmani alcuni anni fa a Casablanca: "Noi crediamo nello stesso Dio"» 31. Questa è blasfemia e apostasia.
I musulmani rifiutano la SS.ma Trinità. Non adorano l'unico vero Dio. Affermando ripetutamente che musulmani e cattolici credono nello stesso Dio, Giovanni Paolo II ha negato ripetutamente la SS.ma Trinità. Inoltre, colpisce la specificità con cui Giovanni Paolo II (proprio come il Concilio Vaticano II) ha negato Gesù Cristo in molte di queste citazioni. Ad esempio, nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica (§ 841), approvato in prima stesura da Giovanni Paolo II con la Costituzione Apostolica Fidei Depositum (dell'11 ottobre 1992), e in forma definitiva il 15 agosto 1997, è scritto:
Qui troviamo l'insegnamento del Catechismo di Giovanni Paolo II secondo cui il dio dei musulmani (che non è Uno e Trino e non è Gesù Cristo) giudicherà l'umanità nell'ultimo giorno. Ciò significa che non sarà Gesù Cristo a giudicare l'umanità nell'ultimo giorno, ma Allàh, il dio che i musulmani adorano. Questa è una negazione della Seconda Venuta di Gesù Cristo per giudicare i vivi e i morti. Papa San Damaso I (305-384), durante il Concilio di Roma del 382 (§ 15), ha stabilito: «Se qualcuno non dice che Gesù Cristo [...] verrà a giudicare i vivi e i morti, è un eretico» 32.
Il 13 aprile 1986, Giovanni Paolo II si è recato nella Sinagoga di Roma, dove ha partecipato ad una funzione religiosa ebraica. Partecipando a questo rito, Giovanni Paolo II si è macchiato di un atto pubblico di apostasia, dimostrando ancora una volta di essere un eretico manifesto e un apostata. Si noti che Giovanni Paolo II e il rabbino-capo Elio Toaff (1915-2015) si sono salutati come se fossero grandi amici da lungo tempo. Durante la sua permanenza alla sinagoga, Giovanni Paolo II ha chinato il capo mentre gli ebrei pregavano per la venuta del loro «Messia».
Questo incredibile atto di apostasia da parte di Karol Wojtyla era direttamente collegato al suo insegnamento eretico secondo cui l'Antica Alleanza sarebbe ancora in vigore. Al contrario, la Chiesa cattolica ha sempre insegnato che con la venuta di Gesù Cristo e la promulgazione del Vangelo, l'Antica Alleanza (ovvero l'accordo stipulato tra Dio e gli ebrei attraverso la mediazione di Mosè) è cessata ed è stata sostituita dalla Nuova Alleanza stipulata da Nostro Signore Gesù Cristo sul Calvario.
È vero che alcuni aspetti dell'Antica Alleanza sono ancora validi perché inclusi nella Nuova ed Eterna Alleanza di Gesù Cristo, come i Dieci Comandamenti; ma l'Antica Alleanza stessa (ossia l'accordo tra Dio e il popolo ebraico) ha cessato di esistere con la venuta del Messia. Pertanto, affermare che l'Antica Alleanza è ancora valida equivale ad affermare che l'ebraismo è ancora una vera religione, e che Gesù Cristo non è realmente il Messia. Significa anche negare un dogma cattolico definito, come l'insegnamento del Concilio di Firenze, che definì ex cathedra che l'Antica Legge è ormai morta e che coloro che tentano di praticarla (vale a dire, gli ebrei) non possono essere salvati. Così ha insegnato Papa Eugenio IV, durante il Concilio di Firenze del 1441:
Papa Benedetto XIV (1675-1758), nell'Enciclica Ex Quo Primum (§ 61), del 1º marzo 1756, insegna:
Giovanni Paolo II ha ripetutamente ripudiato questo dogma, con parole e azioni, un dogma insegnato dalla Chiesa cattolica per 2.000 anni, definito infallibilmente dal Concilio di Firenze e affermato chiaramente dai Papi Benedetto XIV e Pio XII. In un discorso agli ebrei a Magonza, nella Germania dell'Ovest, il 17 novembre 1980, Giovanni Paolo II ha parlato dell'«Antica Alleanza, mai revocata da Dio» 34. Papa Benedetto XIV, nella già citata Enciclica Ex Quo Primum (§ 59) ha insegnato:
«[...] però
non intendono in nessun modo osservare i precetti
dell'antica Legge, che sono stati abrogati con la venuta
di Cristo, come a tutti è manifesto».
Dobbiamo dunque constatare che Papa Benedetto XIV ha condannato l'eresia insegnata da Giovanni Paolo II, secondo cui l'Antica Alleanza non è mai stata revocata da Dio! Giovanni Paolo II ha ripetuto la stessa audace eresia in un discorso del 31 ottobre 1997, in occasione dell'Incontro di studio su «Radici dell'antigiudaismo in ambiente cristiano»:
«Questo popolo
[il popolo ebraico] è invitato e guidato da Dio, Creatore
del cielo e della terra. La sua esistenza non è dunque un
puro fatto di natura o di cultura, nel senso in cui,
attraverso la cultura, l'uomo utilizza le risorse della
propria natura. Si tratta bensì di un fatto
soprannaturale. Questo popolo persevera a dispetto di
tutti perché è il popolo dell'Alleanza e perché, nonostante
le infedeltà degli uomini, il Signore è fedele alla sua
Alleanza».
Sopra: Giovanni Paolo
II riceve in Vaticano Abraham Foxman, direttore nazionale dell'Anti-Defamation
League (ADL), il braccio armato del B'nai B'rith,
pronto a portare in tribunale chiunque si azzardi a criticare la
politica di apartheid attuata dallo Stato di Israele o gli
atti o le dichiarazioni della Comunità ebraica. Intervistato circa
la presenza di numerosi ebrei nella produzione e nella distribuzione
della pornografia a livello mondiale, Foxman ha risposto che questi
israeliti inseguono il sogno americano...
È importante notare che l'Arcivescovo di Strasburgo Mons. Joseph Doré, ha ricordato con gioia la suddetta eresia di Giovanni Paolo II sull'Antica Alleanza. Si noti che Mons. Doré ha ammesso che il Vaticano II ha modificato l'insegnamento tradizionale della Chiesa sulla cessazione dell'Antica Alleanza.
In un discorso alla sètta ebraico-massonica del B'nai B'rith, nell'agosto del 2003, egli ha affermato:
Sopra: il 22 marzo 1984 Giovanni Paolo II ha ricevuto in Vaticano una delegazione del B'nai B'rith.
La stessa eresia sull'Antica Alleanza si trova anche nel nuovo Catechismo (§ 121), ancora una volta in diretta opposizione al dogma cattolico: «[...] poiché l'Antica Alleanza non è mai stata revocata». Ecco un breve riassunto del messaggio di Giovanni Paolo II del 2004 in commemorazione della sinagoga:
Infatti insegna San Paolo: «Perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede» (Gal 3, 14); «E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa» (Gal 3, 29). Papa San Gregorio Magno (540-604) insegna:
Lo stesso Pontefice nella Lettera A Flaviano (449), letta al Concilio di Calcedonia (451), ha insegnato:
Questo discorso si colloca tra i vertici delle bestemmie e delle eresie di Giovanni Paolo II. Quest'uomo era totalmente a favore della negazione di Cristo insegnando più volte che l'Antica Alleanza è ancora in vigore. Ha negato totalmente Gesù Cristo e la fede cattolica e ha mostrato la sua apostasia in faccia al mondo intero. Coloro che sostengono che questo palese eretico e apostata fosse cattolico, pur essendo consapevoli di questi fatti, e si rifiutano di denunciarlo come eretico, sono veri nemici di Dio. Insegna infatti San Giovanni:
Non a caso, il migliore amico di Giovanni Paolo II, Jerzy Kluger (1921-2011), era ebreo. Naturalmente, Giovanni Paolo II non ha mai cercato di convertire Kluger. Quest'ultimo ha affermato esplicitamente che Karol Wojtyla non ha mai mostrato la minima intenzione di volerlo convertire. Piuttosto, Kluger attribuisce al suo rapporto duraturo con Giovanni Paolo II il merito di averlo «fatto sentire più ebreo». Da giovane, Wojtyla giocava a calcio come portiere nella squadra ebraica con Kluger; giocavano contro i cattolici. In una lettera a Kluger, del 30 marzo 1989, in merito alla distruzione di una sinagoga durante la Seconda Guerra Mondiale, Giovanni Paolo II scrisse quanto segue: «Venero [...] anche questo luogo di culto [la sinagoga], che gli invasori hanno distrutto» 38. Questa è apostasia schietta.
Sopra: Giovanni Paolo II e Jerzy Kluger.
Venerando la sinagoga, Giovanni Paolo II ha venerato la negazione da parte degli ebrei che Gesù Cristo sia il Messia. Ma Jerzy Kluger non è stato l'unico ebreo a sentirsi più ebreo grazie a Karol Wojtyla. C'è stato anche Gilbert Levine, il famoso direttore d'orchestra israelita. Levine ha osservato che, nel loro pluriennale rapporto, Giovanni Paolo II non gli aveva mai dato la minima indicazione di cercare la sua conversione. Levine ha ricordato anche pubblicamente che, dopo aver conosciuto Wojtyla, è ritornato alla pratica della religione ebraica. Giovanni Paolo II chiese a Levine di dirigere un concerto in Vaticano per commemorare l'Olocausto. Il direttore acconsentì e, alla presenza di Wojtyla, il concerto ebbe luogo in Vaticano. Tutti i crocifissi furono coperti.
Sopra: Giovanni Paolo II e Gilbert Levine.
Giovanni Paolo II rimase seduto accanto al rabbino-capo di Roma Toaff durante il Concerto sull'Olocausto. Esso iniziò con il Kol Nidre, la preghiera cantata nel giorno più sacro del calendario ebraico. Alcuni dei numerosi ebrei presenti accesero anche delle candele durante la cerimonia, che divenne rapidamente una funzione religiosa ebraica. Dopo il concerto, Levine commentò: «Era come se fossi in una funzione liturgica ebraica in Vaticano. È stata una notte di preghiera [...], di preghiera ebraica» 39. Dopo il concerto, Giovanni Paolo II chiese a Levine di ricevere l'onorificenza di Cavaliere del Vaticano. Levine divenne Commendatore dell'Ordine Equestre di San Gregorio Magno.
Giovanni Paolo II scelse il Cardinale Jean-Marie Aron Lustiger (1926-2007), Arcivescovo di Parigi, per conferire l'onorificenza. Lo stesso Lustiger, cresciuto in una famiglia ebraica, ha dichiarato in un'intervista del 1981: «Sono ebreo. Per me le due religioni sono una sola» 40. L'onorificenza che Giovanni Paolo II ha conferito a Levine è una delle più alte che possano essere ricevute da un laico. Ciò dimostra che Giovanni Paolo II ha ufficialmente incoraggiato la pratica dell'ebraismo; che ha ufficialmente promosso la negazione di Cristo; che ha ufficialmente aiutato le persone a praticare l'Antica Alleanza; e che ha celebrato con loro l'osservanza della religione ebraica.
Alla luce di questi fatti,
chiunque affermi che Giovanni Paolo II non fosse un apostata non
cattolico nega semplicemente Gesù Cristo: punto. Ecco un estratto
dall'intervista al Larry King Live, condotta dall'ebreo
Lawrence Harvey Zeiger (alias Larry King),
mandata in onda dalla CNN:
Si noti che Gilbert Levine voleva utilizzare la musica dell'ebreo convertito Gustav Mahler (1860-1911) per il concerto, ma Giovanni Paolo II lo ha scoraggiato sottolineando che Mahler era un ebreo convertitosi al cattolicesimo!
Il 26 marzo 2000, Giovanni Paolo II ha pregato al Muro del Pianto a Gerusalemme. Il Muro è ciò che resta in piedi del tempio ebraico di Gerusalemme, distrutto dai Romani nel 70 d. C. Gli ebrei pregano al Muro del Pianto, il luogo più sacro dell'ebraismo talmudico post-biblico. La distruzione del tempio nel 70 d. C., che lasciò in piedi solo questo Muro, è sempre stata interpretata dai cattolici come un simbolo del castigo di Dio sugli ebrei deicidi. La distruzione del Tempio impedì agli ebrei di offrire sacrifici, il che segnò la fine della loro religione. La distruzione del Tempio fu il potente segno di Dio per gli ebrei che il Messia era venuto, che l'Antica Alleanza era cessata e che il tempio era stato sostituito dalla Chiesa cattolica. Quindi, quando un ebreo prega al Muro del Pianto, o lascia una preghiera nelle fessure tra una pietra e l'altra, nega che Gesù sia il Messia; afferma che l'Antica Alleanza è ancora in vigore; ed è un pietoso e triste tentativo ignorare il segno molto evidente di Dio che gli ebrei devono abbandonare il tempio distrutto ed entrare nella Chiesa cattolica, il nuovo Israele.
Sopra: il tempio di Gerusalemme distrutto dai soldati romani delle legioni di Tito nel 70 d. C.
Quindi, quando Giovanni Paolo II ha pregato come un pio ebreo al Muro del Pianto nel marzo del 2000, si è trattato di un tentativo di riabilitare l'ebraismo. Ẻ stata la negazione del fatto che Gesù Cristo è il Messia, un'indicazione del fatto che egli sosteneva che l'Antica Alleanza fosse ancora in vigore, e una presa in giro del chiaro segno di Dio secondo cui gli ebrei non sono più il popolo eletto. Un commentatore informato ha sottolineato che, quando Giovanni Paolo II ha pregato al Muro del Pianto, la maggior parte della nazione d'Israele stava guardando la televisione. Ciò significa che ogni spettatore ha ricevuto da Giovanni Paolo II l'impressione di non aver bisogno di convertirsi a Gesù Cristo perché non è il Messia. La preghiera che Giovanni Paolo II ha lasciato tra le pietre del Muro del Pianto chiedeva perdono per i peccati compiuti dai cristiani contro il popolo ebraico.
Sopra: Giovanni Paolo II al Muro del Pianto e la preghiera che ha infilato in una fessura tra le pietre.
Ed ecco il testo della preghiera:
Alla fine del 2001, una Commissione biblica vaticana guidata da Giovanni Paolo II ha pubblicato un Documento intitolato Il popolo ebraico e le Sacre Scritture nella Bibbia cristiana. Tale Documento sostiene che l'attesa degli ebrei per la venuta del Messia è ancora valida.
Il 12 agosto 2002, i Vescovi americani, in unione con Giovanni Paolo II, hanno pubblicato un altro Documento sugli ebrei intitolato Riflessioni sull'Alleanza e la Missione.
Redatto dal noto apostata Mons. William Keeler (1931-2017), Vescovo di Baltimora, e senza la minima obiezione da parte di Giovanni Paolo II, il Documento dichiara pubblicamente:
Tutto ciò dimostra che Giovanni Paolo II e i suoi Vescovi erano (e sono) degli apostati completi.
Abbiamo già esaminato e denunciato in dettaglio l'innegabile apostasia di Giovanni Paolo II nei confronti del paganesimo, dell'islam e dell'ebraismo. Oltre alle numerose dichiarazioni e atti di eresia e apostasia da lui commessi nei confronti di queste false religioni, vi sono anche le sue incredibili eresie riguardanti i non cattolici battezzati e le loro sètte ereticali. Ad esempio, Giovanni Paolo II ha insegnato che per salvarsi gli scismatici non hanno bisogno di aderire alla vera Chiesa.
Nel 2001, Giovanni Paolo II, nella Cattedrale siro-ortodossa di San Giorgio, ha incontrato i Patriarchi scismatici Ignatius Zakka I (1931-2014) e Ignatius IV di Antiochia (1920-2012). Karol Wojtyla in quella sede ha insegnato che gli scismatici orientali (i cosiddetti «ortodossi») non hanno bisogno di convertirsi alla Chiesa cattolica. Tanto per intenderci, gli scismatici orientali rifiutano il dogma del primato petrino, il che significa che rifiutano l'autorità suprema di tutti i Sommi Pontefici su ogni singolo fedele. Di conseguenza, essi rifiutano il dogma dell'infallibilità pontificia, ossia la verità secondo cui il Romano Pontefice gode dell'infallibilità quando insegna alla Chiesa universale in materia di fede e di morale.
Sopra: Giovanni Paolo II abbraccia in Vaticano il Patriarca «ortodosso» Ignatius Zakka I.
Essi rifiutano il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria SS.ma, si rifiutano di accettare gli insegnamenti degli ultimi tredici Concilî della Chiesa e consentono ai loro fedeli il divorzio e un secondo matrimonio. Giovanni Paolo II, nel corso dell'omelia del 23 maggio 2002, ha dichiarato: «Desidero ripetere ancora una volta: onore anche a te, santa Chiesa Ortodossa» 43. Nel suo scandaloso Direttorio per l'applicazione dei principi e delle norme sull'Ecumenismo (§ 125), Giovanni Paolo II ha incoraggiato il culto interreligioso con gli scismatici orientali ed ha affermato: «[Occorre] evitare ogni proselitismo, anche solo apparente».
Come vedremo più avanti, Giovanni Paolo II ha confermato gli insegnamenti del Direttorio sull'ecumenismo nell'Enciclica sull'ecumenismo Ut Unum Sint (§ 58) e altrove.
Fare proselitismo significa cercare di convertire qualcuno portandolo così alla verità. Pertanto, Giovanni Paolo II ha sostenuto che si deve evitare qualsiasi tentativo di convertire gli scismatici orientali. Ecco le parole di un vero Pontefice cattolico, Papa Benedetto XIV, sullo stesso argomento. Nell'Enciclica Allatæ Sunt (§ 19), del 26 luglio 1755, egli insegna:
Si può facilmente osservare la differenza tra due religioni antitetiche: la vera religione cattolica afferma che tutti i suoi insegnamenti devono essere accettati e che i non cattolici per salvarsi devono convertirsi. La religione conciliare di Giovanni Paolo II insegna che la fede cattolica è priva di significato e che i non cattolici non devono convertirsi per ottenere la salvezza. Il Cardinale Walter Kasper, membro di alto rango della «chiesa conciliare», ha compreso questa opposizione molto bene. Egli è stato nominato Cardinale e presidente del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani da Giovanni Paolo II. Benedetto XVI (1927-2022) ha confermato Kasper nella sua carica. Esprimendo il punto di vista sia di Giovanni Paolo II che di Benedetto XVI, Kasper ha affermato:
Nella sua Enciclica del 23 dicembre 1945 Orientales Omnes Ecclesias, Papa Pio XII fornisce alcuni esempi nella storia di cattolici che furono torturati e uccisi perché non vollero abbandonare la fedeltà al Papato e diventare scismatici orientali. San Giosafat Kuncewycz (1580-1623), Vescovo e martire, ne è un esempio famoso, ma ce ne sono stati molti altri. San Giosafat convertì molti scismatici orientali alla fede cattolica, finché non fu assassinato da loro per i suoi sforzi di riportare il popolo all'unione con il Romano Pontefice. Pio XII, nella sua già citata Enciclica (§ 15), insegna:
Molti altri furono multati, frustati, torturati, annegati e uccisi perché non vollero diventare scismatici orientali. Ancora Pio XII nella medesima Enciclica (§ 20, 46, 49) scrive:
Con il suo insegnamento eretico secondo cui gli scismatici «ortodossi» non sono al di fuori della Chiesa e non hanno bisogno di conversione per la salvezza, la Gerarchia del Vaticano II deride completamente i Santi e i martiri che hanno sofferto orribilmente per non diventare scismatici. La Dichiarazione di Balamand del Vaticano con gli scismatici orientali, approvata da Giovanni Paolo II il 24 giugno 1993, respinge la conversione di questi non cattolici come «ecclesiologia superata del ritorno alla Chiesa cattolica». Si tratta di un'eresia incredibilmente audace! Questo documento, approvato dalla Gerarchia del Vaticano II, è sicuramente una delle peggiori eresie della «chiesa conciliare». Essa menziona senza mezzi termini, e poi respinge totalmente, il dogma tradizionale della Chiesa cattolica secondo cui gli scismatici devono convertirsi alla fede cattolica per conseguire l'unità e la salvezza. Giovanni Paolo II ha definito la Dichiarazione di Balamand un
Si noti in particolare i punti nº 15, che affermano che «nello sforzo di ristabilire l'unità non si tratta di ricercare la conversione delle persone da una Chiesa all'altra per assicurare la loro salvezza». Si noti il punto nº 22, che afferma che la Chiesa cattolica «sia latina che orientale non tende più a far passare i fedeli di una Chiesa all'altra; cioè non mira più al proselitismo fra gli ortodossi». E il punto nº 30, che rifiuta «l'ecclesiologia superata del ritorno alla Chiesa cattolica». Si noti come tutto ciò respinga senza mezzi termini la verità cattolica secondo cui i non cattolici devono tornare alla Chiesa cattolica per la salvezza e l'unità dei cristiani. Papa Pio XI, nella già citata Enciclica Mortalium Animos (§ 10), afferma:
È quindi un fatto che Giovanni Paolo II e la sua falsa religione respingano parola per parola questa verità della fede cattolica: l'unità dei cristiani si raggiunge solo con la conversione al cattolicesimo. Ritroviamo questo rifiuto del dogma cattolico nella citazione successiva.
Giovanni Paolo II, nell'omelia dl 25 gennaio 1993, ha dichiarato:
È quindi un fatto che Giovanni Paolo II abbia insegnato che la fede di Roma non deve essere professata dai non cattolici; pertanto, non si può ritenere che egli sia stato un vero sostenitore della fede cattolica. Papa Leone XIII, nella sua Enciclica Satis Cognitum (§ 13), del 29 giugno 1896, insegna: «Non credere di avere la vera fede cattolica, se non insegni la necessità di avere la fede romana». Coloro che affermano, di fronte a questi fatti, che Giovanni Paolo II debba essere considerato un vero sostenitore della fede cattolica (in altre parole, un autentico Papa cattolico) negano questo insegnamento della Chiesa cattolica e de facto si pongono al di fuori dai confini visibili della Chiesa.
Nella sua Enciclica Slavorum Apostoli, sui Santi Cirillo e Metodio (§ 27), Giovanni Paolo II ha nuovamente ribadito che gli scismatici orientali non dovrebbero convertirsi alla Chiesa cattolica, ed ha affermato che l'unità con gli scismatici «non è assorbimento e neppure fusione», il che significa che non si ottiene attraverso la conversione. Karol Wojtyla ha confermato la sua eresia in innumerevoli altri incontri con gli scismatici.
Il 24 febbraio 2000, Giovanni Paolo II ha incontrato il Vescovo scismatico di Alessandria, «Papa» Shenuda III (1923-2012). Nel suo messaggio al Vescovo scismatico, del 24 febbraio 2000, Giovanni Paolo II lo ha chiamato «Santità» e ha detto: «Sono grato per tutto ciò che ha detto, Santità [...]. Dio benedica la Chiesa di Papa Shenouda. Grazie» 47.
Sopra: Giovanni Paolo II e «papa» Shenuda III.
In altre parole, Giovanni Paolo II ha affermato: «Dio benedica la Chiesa scismatica»! Questo è un rifiuto della fede cattolica. La Sacra Scrittura ci dice specificamente che non possiamo familiarizzare con gli eretici e gli scismatici. Insegna infatti l'Apostolo San Giovanni:
Un articolo del World News, in data venerdì 17 novembre 2000, ha rivelato che Giovanni Paolo II ha donato 100.000 dollari a Teoctist Arăpașu (1915-2007), il Patriarca scismatico della Romania per la costruzione di una cattedrale che avrebbe ospitato almeno 2.000 persone. Il 12 ottobre 2002, Giovanni Paolo II e il Patriarca scismatico di Romania hanno condannato congiuntamente il tentativo di conversione reciproca in una dichiarazione comune in cui hanno affermato: «Il nostro obiettivo e il nostro ardente desiderio è la piena comunione, che non è assorbimento» 48.
Sopra: Giovanni Paolo II e Teoctist Arăpașu.
Ciò significa non attraverso la conversione. Giovanni Paolo II ha usato frequentemente l'espressione «né assorbimento, né fusione» per indicare che l'unità con gli scismatici non si ottiene convertendoli. Papa Pio IX, nell'Enciclica Nostis et Nobiscum (§ 10), dell'8 dicembre 1849, insegna:
Nello stesso discorso al Patriarca scismatico di Romania, Giovanni Paolo II ha fatto sua questa incredibile affermazione:
Tanto questo per il Papato! Tutto questo per gli ultimi 1.000 anni di dichiarazioni dogmatiche che gli scismatici rifiutano! Tutto questo per il divorzio e la possibilità di risposarsi! Tutto questo per la Chiesa cattolica! Secondo questo apostata, tutto ciò non significava nulla e, di fatto, non dovrebbe essere creduto poiché la «chiesa conciliare» non desidera altro che mantenere queste persone nello scisma e al di fuori dei suoi insegnamenti. Al contrario, Papa Gregorio XVI, il 27 maggio 1832, ha espressamente insegnato: «Non ti ingannare, fratello mio; se qualcuno segue uno scismatico, non raggiungerà l'eredità del regno di Dio» 50. Similmente, Papa Leone XII (1760-1829), il 24 maggio 1824, così si è espresso:
Lo stesso Pontefice, il 5 maggio 1824, ha insegnato:
Papa Pio XI, nella già citata Enciclica Mortalium Animos (§ 11), insegna:
In occasione del loro incontro, Giovanni Paolo II e Teoctist Arăpașu si sono seduti su scrani posti allo stesso livello. Karol Wojtyla ha dichiarato implicitamente di accettare l'eresia «ortodossa» secondo cui tutti i Vescovi sono uguali tra loro. In altre parole, Giovanni Paolo II ha sostenuto che negare il primato di giurisdizione su tutti fedeli del Vescovo di Roma è lecito. Nell'estate del 2003, Giovanni Paolo II ha ripudiato nuovamente il proselitismo tra gli scismatici orientali. Nell'Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in Europa, del 28 giugno 2003, Giovanni Paolo ha affermato:
Durante il Concilio Vaticano I (Sess. IV, cap. III), Papa Pio IX ha dichiarato:
Questa definizione infallibile del Concilio Vaticano I dichiara che chiunque si discosti dal dogma del Papato (ossia che il Papa di Roma detiene il potere sovrano su tutta la Chiesa di Cristo), come gli scismatici «ortodossi» e i protestanti, non può conservare la propria fede e quindi ottenere la salvezza. Eppure, Giovanni Paolo II ci dice che gli scismatici ortodossi e i protestanti non solo possono mantenere la loro fede e salvarsi pur negando il Papato, ma non devono nemmeno credere nel Papato. Quest'uomo era un eretico assoluto che rifiutava i dogmi della Chiesa.
tessa fede delle sètte non cattoliche otto volte. Nella stessa Enciclica (§ 62), parlando del Patriarca non cattolico e scismatico d'Etiopia, ha affermato:
Papa San Leone Magno, (nel Sermone nº 129) ha insegnato:
Quando Giovanni Paolo II ha affermato di avere la stessa fede e di essere in comunione con le sètte non cattoliche, ha implicitamente dichiarato di essere un non cattolico. Egli ha donato una reliquia di San Gregorio Illuminatore allo scismatico armeno Karekin II e ha dichiarato che la sua sètta è la «Sposa di Cristo». Il 10 novembre 2000, nel corso dell'omelia davanti al Patriarca scismatico Karekin II, Wojtyla ebbe a dire:
San Gregorio Illuminatore (257-332) fu l'«apostolo dell'Armenia», colui che propagò la vera fede (la fede cattolica) in Armenia:
Donando la reliquia di questo grande Apostolo cattolico dell'Armenia agli scismatici, Giovanni Paolo II indicava chiaramente di considerare gli scismatici come detentori della vera fede cristiana, la vera fede che San Gregorio Illuminatore professava. Inoltre, nell'omelia riportata sopra, possiamo vedere che Giovanni Paolo II ha definito la Chiesa ortodossa scismatica «Sposa di Cristo», un titolo riservato unicamente alla Chiesa cattolica!
Poiché Margaret Clitherow (1556-1586) si rifiutò dopo lo scisma di Enrico VIII (1491-1547) di accettare la chiesa anglicana e la sua «messa», ma invitò diversi sacerdoti cattolici a casa sua, violando le leggi penali, fu martirizzata, schiacciata a morte sotto una grande porta carica di pesi. Questo stile di esecuzione era così doloroso che veniva definito «punizione severa e aspra». Ella soffrì tutto questo perché non voleva accettare l'anglicanesimo.
Sopra: Margaret Clitherow e il suo martirio.
Tuttavia, la Gerarchia del Vaticano II insegna che gli anglicani sono «cristiani» che non hanno bisogno di conversione, e i cui «vescovi» - pur essendo ordinati invalidamente - sono in realtà veri vescovi della Chiesa di Cristo. Dunque, la «chiesa conciliare» insegna che il martirio di Margaret Clitherow (e degli altri numerosi inglesi martirizzati per lo stesso motivo) fu inutile.
Sopra: i quaranta martiri d'Inghilterra e del Galles uccisi in odio alla fede cattolica dal 1535 al 1679.
Il 29 maggio 1982, nella Cattedrale anglicana, Giovanni Paolo II si è inginocchiato recitando una «preghiera interreligiosa» con (il falso) «arcivescovo» di Canterbury, Robert Runcie (1921-2000), prendendosi così gioco del martirio di tanti Santi cattolici che coraggiosamente versarono il loro sangue piuttosto che accettare la sètta protestante anglicana o prendere parte a false cerimonie.
Papa Pio IX, nell'Enciclica Neminem vestrum (§ 5), del 2 febbraio 1854, insegna:
Nel 2003, Giovanni Paolo II ha baciato l'anello a Rowan Williams, l'«arcivescovo» anglicano di Canterbury. Per chi non lo sapesse, la sètta anglicana non cattolica non ha nemmeno sacerdoti o vescovi validi.
Sopra: Giovanni Paolo II bacia l'anello al laico eretico Rowan Williams.
Papa Leone XIII ha dichiarato infallibilmente nella Lettera Apostolica Apostolicæ Curæ, del 13 settembre 1896, che le ordinazioni anglicane sono invalide:
Ne consegue che i «sacerdoti» e i «vescovi» anglicani sono solo dei laici, oltre ad essere eretici e scismatici. Eppure, dopo l'elezione del nuovo «arcivescovo» anglicano di Canterbury (Rowan Williams), Giovanni Paolo II inviò l'apostata Cardinale Walter Kasper a consegnare a questo laico non cattolico una croce pettorale e un telegramma di congratulazioni! Questo atto è così eretico che non ci sono parole per descriverlo. L'«arcivescovo» anglicano di Canterbury, Rowan Williams, scrisse a Giovanni Paolo II, il 4 ottobre 2003:
La croce pettorale è un simbolo cattolico tradizionale dell'autorità episcopale. Conferendo la croce pettorale all'apostata Rowan Williams, che è anche favorevole all'ordinazione di donne e di omosessuali, Giovanni Paolo II non solo ha negato categoricamente, con il suo gesto, l'infallibile definizione di Papa Leone XIII secondo cui le ordinazioni anglicane sono invalide, ma si è fatto beffa dei dogmi cattolici sul Papato e sulla vera Chiesa di Cristo.
E ciò che rende questa azione di Giovanni Paolo II ancora più incredibile è il fatto che allo stesso Williams è stato vietato di celebrare i servizi di «Comunione» in 350 parrocchie anglicane per la sua posizione a favore delle donne sacerdote e del movimento LGBTQ+! 58. Ma questo non ha fermato Giovanni Paolo II; egli ha continuato semplicemente nel suo percorso di apostasia. Giovanni Paolo II ha persino indicato che il laico non cattolico Williams è il vescovo legittimo della «Sede di Canterbury». In una lettera «al Reverendissimo e Onorevolissimo Rowan Williams, Arcivescovo di Canterbury», del 4 ottobre 2003, Karol Wojtyla ha affermato:
Come detto più sopra, durante un incontro con Rowan Williams, Giovanni Paolo II ha baciato anche il suo anello, il che dimostra ancora una volta che Giovanni Paolo II riconosceva questo laico non cattolico come «vescovo» legittimo nella Chiesa di Cristo. Egli ha deriso Gesù Cristo, la Chiesa cattolica e tutti i martiri inglesi che subirono orribili torture per essersi rifiutati di abbandonare il cattolicesimo e convertirsi all'anglicanesimo. Con questa azione, Giovanni Paolo II ha rigettato l'insegnamento della Chiesa cattolica sull'episcopato, sulle ordinazioni sacerdotali, sulla successione apostolica e sull'unità della Chiesa.
L'11 dicembre 1983, Giovanni Paolo II ha visitato un tempio luterano di Roma in occasione del 500° anniversario della nascita di Martin Lutero (1483-1546) e ha dichiarato: «Oggi vengo a voi verso l'eredità spirituale di Martin Lutero, vengo come pellegrino». Ecco un altro atto eretico: partecipare alle cerimonie di culto di una religione non cattolica e celebrare un eresiarca, il che dimostra inequivocabilmente che Giovanni Paolo II non era cattolico.
Giovanni Paolo II ha lodato anche i più grandi nemici che la Chiesa cattolica abbia mai conosciuto, inclusi i protestanti Lutero e Calvino. Nell'ottobre 1983, Giovanni Paolo II, parlando di Martin Lutero, ha affermato: «Il nostro mondo sperimenta ancora oggi il suo grande impatto sulla storia» 60. E il 14 giugno 1984, Giovanni Paolo II ha elogiato Giovanni Calvino (1509-1564) come colui che ha cercato di «rendere la Chiesa più fedele alla volontà del Signore» 61. Patrocinare, sostenere e difendere gli eretici significa essere eretici. Lodare i peggiori nemici della storia della Chiesa, come Lutero e Calvino, è al di là dell'eresia.
Papa Gregorio XVI, nell'Enciclica Inter præcipuas, dell'8 maggio 1844, ha insegnato:
Giovanni Paolo II è giunto ad elogiare anche i famigerati eretici Huldrych Zwingli (1484-1531) e Jan Hus (1371-1415). Ẻ arrivato persino ad affermare che quest'ultimo, condannato come eretico dal Concilio di Costanza, era un uomo di «infallibile integrità personale»! 62.
Il 31 ottobre 1999, il Cardinale Edward Cassidy (1924-2021) e il «vescovo» luterano Christian Krause (1940-2024) si sono stretti la mano dopo la firma della Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione ad Augusta, in Germania. Questo accordo, approvato da Giovanni Paolo II, insegna che la Giustificazione avviene per «sola fede» (Allegato, 2, C); che i Canoni del Concilio di Trento non si applicano più ai luterani (§ 13); che nessuno degli insegnamenti luterani contenuti nella Dichiarazione Congiunta, inclusa l'eresia della Giustificazione per sola fede e numerose altre eresie luterane, è condannato da Trento (§ 41).
Sopra: il Cardinale Edward Cassidy e il «vescovo» luterano Christian Krause.
In breve, questo accordo tra la chiesa di Giovanni Paolo II e la sètta luterana rigetta categoricamente il Concilio di Trento. È una vera e propria Dichiarazione in cui si ammette che la chiesa di Giovanni Paolo II è una sètta protestante! Karol Wojtyla, il 19 gennaio 2004, incontrando i luterani della Finlandia, ha affermato:
Giovanni Paolo II ha anche affermato che i non cattolici possono ricevere lecitamente la Santa Comunione. Il canone § 844.3 del suo Codice di Diritto Canonico, emanato nel 1983, afferma:
L'idea che i non cattolici possano ricevere lecitamente la Santa Comunione o gli altri sacramenti è contraria all'insegnamento bimillenario della Chiesa cattolica. Papa Pio IX, nell'Enciclica Amantissimus humani generis, dell'8 aprile 1862, insegna: «Chi l'abbandona, vanamente confida di appartenere alla Chiesa; fuori di essa, è profano chi si ciba d'Agnello» (ossia riceve la Santa Comunione). Ciò che è particolarmente significativo di questa eresia di Giovanni Paolo II (secondo cui è lecito dare la Santa Comunione ai non cattolici) è il fatto che essa compare anche nel suo nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica (§ 1401). Questo documento è stato promulgato dalla cosiddetta suprema autorità apostolica di Giovanni Paolo II.
Nella sua Costituzione Apostolica Fidei Depositum, dell'11 ottobre 1992, Giovanni Paolo II ha promulgato il suo nuovo Catechismo usando la sua «autorità apostolica» per dichiarare che si tratta di una «norma sicura per l'insegnamento della fede». Il Catechismo di Giovanni Paolo II non è affatto una norma sicura per l'insegnamento della fede. È una norma sicura per l'insegnamento dell'eresia. Pertanto, poiché Giovanni Paolo II ha preteso di dichiarare dalla Cattedra di Pietro che il suo Catechismo è norma sicura per l'insegnamento della fede quando non lo è, sappiamo che egli ha occupato la Cattedra di Pietro senza averne l'autorità.
Sappiamo con certezza che un Pontefice non può sbagliare quando parla dalla Sede Apostolica, cioè con la sua autorità apostolica dalla Cattedra di Pietro. Papa Pio IX, durante il Concilio Vaticano I, ha insegnato: «Nella Sede Apostolica la religione cattolica è sempre stata preservata incontaminata e la santa dottrina celebrata» 64. E ancora: «Questo dono di verità e di fede indefettibile è stato dunque divinamente conferito a Pietro e ai suoi successori su questa cattedra» 65. Giovanni Paolo II ha rinnegato questo insegnamento nell'Enciclica Ut Unum Sint (§ 58):
In questo passo, egli sottolinea la «dimensione ecclesiologica» della partecipazione dei sacramenti con gli «ortodossi». La sua affermazione equivale a dire che essi fanno parte della stessa Chiesa.
In sintonia con il Concilio, anche Giovanni Paolo II ha insegnato che le sètte non cattoliche sono un mezzo di salvezza, il che è un'eresia. Nel suo nuovo Catechismo (§ 819), parlando delle Chiese non cattoliche, si afferma: «Lo Spirito di Cristo si serve di queste Chiese e comunità ecclesiali come di strumenti di salvezza». Papa Pio IV, nella Professione di fede, approvata al Concilio di Trento, insegna: «Questa vera fede cattolica, al di fuori della quale nessuno può essere salvato [...], io ora professo e ritengo veramente» 66.
Karol Wojtyla ha ripetutamente insegnato che le sètte non cattoliche possono vantare «santi» e «martiri». Ecco cosa ha affermato in proposito nella già citata Enciclica Ut Unum Sint (§ 84):
Questa è un'eresia innegabile, chiara e manifesta. È un articolo di fede divina e cattolica che coloro che non appartengono alla Chiesa cattolica, anche se versano sangue nel nome di Cristo, non possono essere salvati. Papa Eugenio IV, al Concilio di Firenze, ha dichiarato:
Questo dogma, solennemente definito dal Concilio di Firenze, fu ribadito da Papa Pio XI, nell'Enciclica Rappresentanti in terra (§ 99), del 31 dicembre 1929:
È difficile immaginare una negazione più specifica ed esplicita di questo particolare dogma di quella appena citata di Ut Unum Sint. Papa Gregorio XVI, nel Breve Apostolico Summo Iugiter Studio, del 27 maggio 1832, insegna:
Sempre Giovanni Paolo II, in Ut Unum Sint (§ 83), ha dichiarato:
Nel suo discorso al Patriarca scismatico Karekin II, del 9 novembre 2000, Karol Wojtyla ha affermato:
Un'altra citazione da Ut Unum Sint (§ 1):
Notate come si parli di comunità «non in piena comunione», ossia di una comunione imperfetta con la Chiesa cattolica. In realtà, o si è uniti alla vera Chiesa o non lo si è affatto! Nella sua Lettera Apostolica Salvifici Doloris (§ 22), dell'11 febbraio 1984, Karol Wojtyla ha affermato:
Quindi, anche i non cristiani e gli atei che soffrono meritano la «gloria»! Giovanni Paolo II, nel discorso all'Angelus, del 19 settembre 1993, ha affermato:
Nella Lettera Apostolica Tertio Millennio Adveniente (§ 37), del 10 novembre 1994, Giovanni Paolo II ha dichiarato:
Nella stessa Lettera Apostolica leggiamo:
Durante l'Udienza generale, del 12 maggio 1999:
Tutto questo è un'eresia ripetuta, pubblica e formale. E pensare che alcuni (sedicenti) «tradizionalisti» o cattolici «conservatori» hanno l'audacia di affermare che Giovanni Paolo II non ha mai rinnegato un dogma! Che oltraggio e che menzogna! Questa eresia da sola, senza nemmeno considerare tutte le altre, dimostra che egli non era cattolico. Papa Pelagio II (520-590), nell'Epistola Dilectionis vestræ (del 585), insegna:
Karol Wojtyla ha ammesso anche la presenza di chierichette, un'abitudine dilagante nelle chiese del Vaticano II. Tale pratica fu condannata come malvagia da Papa Benedetto XIV, da Papa San Gelasio e da Papa Innocenzo IV. Papa Benedetto XIV, nell'Enciclica Allatæ sunt, insegna:
Oltre a ciò, Giovanni Paolo II ha condannato anche le Crociate. Esse furono solennemente approvate da quattro Concilî e da più di dieci Pontefici, tra cui Papa Urbano II (1040-1099), Papa Callisto II (1060-1124), Papa Alessandro III (1100-1181), Papa Callisto III (1378-1458), Papa Clemente V (1264-1314) e altri.
Nel dicembre 1996, il Grand'Oriente della Massoneria italiana ha offerto a Giovanni Paolo II la sua massima onorificenza, l'Ordine di Galileo Galilei, in segno di ringraziamento per l'impegno profuso a sostegno degli ideali massonici. Il rappresentante della Massoneria italiana ha osservato che Giovanni Paolo II meritava tale onorificenza per aver promosso «i valori della Massoneria universale: la fratellanza, il rispetto della dignità umana e lo spirito di tolleranza, punti centrali della vita dei veri massoni» 71.
Il 24 ottobre 2001, Giovanni Paolo II si è scusato con il satanico regime comunista cinese per i presunti torti commessi dai cattolici! Ha elogiato persino la giustizia sociale della Cina comunista e ha dichiarato:
La «giustizia sociale» in Cina include la politica del figlio unico per famiglia, imposta attraverso l'aborto forzato e la contraccezione. Il governo cinese ha massacrato milioni di bambini (soprattutto femmine) ogni anno, oltre ad imprigionare, torturare e assassinare i cattolici che si rifiutano di aderire alla chiesa scismatica creata dal regime comunista. Giovanni Paolo II ha affermato che la Chiesa cattolica e la Cina sono due antiche istituzioni «non in opposizione tra loro» 73. Elogiare la giustizia sociale della Cina comunista non è eretico, ma satanico.
Sopra: un esempio di come viene esercitata la «giustizia sociale» verso i dissidenti nella Cina comunista: con i plotoni di esecuzione!
Il 22 ottobre 1996, Karol Wojtyla ha affermato che non si può più considerare la teoria dell'evoluzione «una mera ipotesi» 74. Ciò indica che egli considerava il trasformismo darwinista come vero.
Sopra: screenshot dell'intervento Intervento di Giovanni Paolo II davanti ai membri della Pontificia Accademia delie Scienze riuniti In Assemblea Plenaria (Fonte).
In una serie di discorsi dell'estate del 1999, riportati sul quotidiano L'Osservatore romano, l'organo ufficiale del Vaticano, Giovanni Paolo II detto che paradiso, inferno e purgatorio non sono luoghi reali. Durante l'Udienza generale del 21 luglio 1999, Karol Wojtyla ha affermato che il paradiso non è un luogo reale 75. Sempre lui, il 28 luglio 1999, ha dichiarato:
Questo discorso di Giovanni Paolo II costituisce di per sé un'eresia formale. Egli afferma che non sappiamo se ci siano degli esseri umani che sono dannati. È una verità divinamente rivelata del Vangelo che gli esseri umani sono coinvolti nella dannazione eterna, come Gesù afferma ripetutamente. Ad esempio, nel Vangelo di San Matteo si legge:
In una breve Udienza in polacco a suoi connazionali, Giovanni Paolo II ha ripreso l'insegnamento del teologo eretico Hans Urs von Balthasar (1905-1988) secondo cui «esiste un inferno, ma potrebbe essere vuoto» 77. Il 4 agosto 1999, Giovanni Paolo II ha affermato che il purgatorio non è un luogo reale 78.
Papa Pio IV, al il Concilio di Trento (Sessione XXV, 3-4 dicembre 1563), ha insegnato:
Nella riunione di Assisi, del 24 gennaio 2002, Giovanni Paolo II ha pubblicato il Decalogo di Assisi. La parola «Decalogo» significa «i dieci comandamenti». In un discorso del 21 maggio 2002 egli ha affermato:
Dunque, Giovanni Paolo II ha affermato che le persone devono proclamare i nuovi «dieci comandamenti» da lui emanati ad Assisi (l'indifferentismo religioso e il sincretismo).
Karol Wojtyla ha cambiato anche il Rosario. Nell'ottobre 2002, egli ha aggiunto cinque nuovi misteri al Rosario, chiamati «Misteri Luuminosi». Nel documento che ha promulgato tale cambiamento, Giovanni Paolo II ha affermato: «Chiunque contempli Cristo attraverso le diverse fasi della sua vita non può non percepire in Lui la verità sull'uomo» 81. Quando contempliamo i misteri della vita di Cristo, non percepiamo in Lui la verità sull'uomo. Giovanni Paolo II ha affermato questo perché ha insegnato che l'uomo è Dio; e specificamente, che la verità sull'uomo è che egli è Gesù Cristo.
Nota a cura
del
Centro Culturale San
Giorgio
La preghiera del
Rosario è una forma devozionale che risale al Medioevo.
Secondo la tradizione, San Domenico da Guzman
(1170-1221) ricevette la corona direttamente dalle mani della
Vergine SS.ma. Il numero delle Ave Maria del Rosario
con i 15 misteri (150) non è casuale. A quel tempo, infatti, i
sacerdoti e i religiosi recitavano il Breviario che
era composto proprio da 150 salmi. Introducendo questi nuovi
misteri Giovanni Paolo II ha variato una preghiera
tradizionale vecchia di secoli senza che ce ne fosse la
reale necessità.
D'altronde, sempre lui
nel 1991 introdusse nuove stazioni della Via Crucis,
un'altra pratica che risale al XIII-XIV secolo e che fu
fissata nella sua forma definitiva nel Settecento.
Trattandosi di pratiche devozionali, di per sé non si
tratta di cambiamenti gravi in campo liturgico o che vanno contro la dottrina
della Chiesa, ma lasciano certamente trasparire la smania di
cambiamento di tutto ciò è antico, un atteggiamento tipico
dei modernisti e di tutti gli eretici.
Nella sua prima omelia, di domenica 22 ottobre 1978, che ha segnato per sempre l'inizio del suo ministero pastorale, egli ha affermato:
«"Tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16). Queste
parole furono pronunciate da Simone, figlio di Giona,
nel distretto di Cesarea di Filippo [...]. Queste
parole segnano l'inizio della missione di Pietro nella
storia della salvezza [...]. In questo giorno e
in questo luogo queste stesse parole devono essere
nuovamente pronunciate e ascoltate: "Tu sei il Cristo,
il Figlio del Dio vivente". Sì, fratelli e figli, queste
parole prima di tutto [...]. Vi prego di
ascoltare ancora una volta, oggi, in questo luogo sacro,
le parole pronunciate da Simon Pietro. In queste parole
è la fede della Chiesa. In quelle stesse parole è
racchiusa la nuova verità, anzi, la
verità ultima e definitiva sull'uomo: il
Figlio del Dio vivente: "Tu sei il Cristo, il Figlio del
Dio vivente"» 82.
Dunque, nella sua prima omelia nel 1978, Giovanni Paolo II ha proclamato al mondo che l'uomo è il Cristo, il Figlio del Dio vivente! Ha affermato addirittura che questa è una «nuova verità», una nuova verità che era lì per rivelare. Secondo Giovanni Paolo II, «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», pronunciate da San Pietro a proposito di Nostro Signore Gesù Cristo, sarebbero le parole che descrivono la verità sull'uomo!
In effetti, Giovanni Paolo II ha predicato che l'uomo è Cristo in molti modi. A volte in modo sottile e intelligente, altre volte in modo ovvio e audace. Ecco solo alcune citazioni:
La «comunità cattolica» in Tunisia non ha altra ambizione che quella di testimoniare la dignità dell'uomo? Con tale affermazione Giovanni Paolo II intendeva ancora una volta indicare che la comunità «cattolica» in Tunisia non desidera affatto convertire i non cristiani, ma solo testimoniare la dignità dell'uomo.
Ciò significa che nell'uomo si può trovare tutta la creazione. Nel suo Discorso ai Missionari del Preziosissimo Sangue, del 14 settembre 2001, Karol Wojtyla ha dichiarato:
«E nel momento della
Pasqua questa gioia ha raggiunto la sua pienezza, mentre la
luce della gloria divina risplendeva sul volto del Signore
Risorto, le cui ferite brillano per sempre come il Sole.
Questa è la verità su chi siete, cari Fratelli»
94.
Nella sua prima Enciclica, la Redemptor Hominis (§ 10), Giovanni Paolo II ha affermato: «In realtà, quel profondo stupore riguardo al valore ed alla dignità dell'uomo si chiama Vangelo, cioè la Buona Novella. Si chiama anche cristianesimo». Il Vangelo è Gesù Cristo (la sua vita e il suo insegnamento) è la religione di fede e morale che Egli ha rivelato al mondo. Affermare che il Vangelo, la Buona Novella e il cristianesimo sono il «profondo stupore» per la dignità dell'uomo significa equiparare l'uomo a Gesù Cristo; ma è proprio per questo che Giovanni Paolo II lo ha detto 95.
Ma ecco cosa insegna San Paolo: «Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema»! (Gal 1, 8). Giovanni Paolo II era anatema. Predicava un nuovo Vangelo, non quello di Gesù Cristo, ma dell'uomo al posto di Cristo: il Vangelo dell'Anticristo. Ascoltiamo le parole di Papa San Papa Pio X (1835-1914), nell'Enciclica E Supremi Apostolatus (§ 10), del 4 ottobre 1903:
«E invero, con
un atteggiamento che secondo lo stesso Apostolo è
proprio dell'"Anticristo", l'uomo,
con inaudita temerità, prese il posto di Dio,
elevandosi "al di sopra di tutto ciò che porta il nome
di Dio"».
Quindi, la domanda che chiunque si professi cattolico deve porsi è questa: Giovanni Paolo II è stato il capo legittimo della Chiesa cattolica? O Giovanni Paolo II apparteneva ad un'altra religione? Se Giovanni Paolo II apparteneva ad un'altra religione - e chi oserebbe negarlo alla luce delle prove innegabili e schiaccianti che abbiamo appena presentato? - allora non avrebbe potuto essere il capo della Chiesa cattolica. Scrive San Francesco di Sales (1567-1622), Vescovo di Ginevra e Dottore della Chiesa: «Sarebbe davvero uno dei mostri più strani che si possano vedere se il capo della Chiesa non fosse nella Chiesa» 96.
Abbiamo dimostrato senza ombra di dubbio che Giovanni Paolo II era un eretico manifesto. Essendo un eretico, non avrebbe potuto essere un Papa legittimo. Nella Sua Bolla Cum ex Apostolatus officio, del 15 febbraio 1559, Papa Paolo IV (1476-1559) ha insegnato solennemente che un eretico manifesto non può ascendere al trono di Pietro, e se eletto dev'essere immediatamente deposto.
Postfazione a cura di Paolo Baroni
Con l'articolo su Giovanni Paolo II si chiude il ciclo dei «papi conciliari» canonizzati. La prima considerazione che viene alla mente leggendo questo articolo dopo i primi due è che ciò che in Giovanni XXIII si intuisce ed emerge negli atteggiamenti e nei discorsi più che negli atti, appare sempre più chiaro e ben definito in Paolo VI, ed infine si rivela in tutta la sua portata in Giovanni Paolo II. Colui che secondo alcuni ingenui conservatori avrebbe dovuto essere un «papa restauratore» che avrebbe cacciato il fumo di Satana entrato da qualche fessura nel sacro recinto Chiesa, un fumo che offuscò il pontificato delle «chiavi pesanti» di Montini, si rivelò ben presto uno strenuo continuatore dell'opera iniziata dai primi due (d'altronde, lo rivela anche la scelta del nome da pontefice...).
Sopra: il 27 aprile 2014, insieme a Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II è stato proclamato «santo» da Francesco I.
Tale continuità è sconcertante, e sembrerebbe quasi che egli avesse ricevuto l'incarico di portare avanti a lunghi passi l'«autodemolizione» della Chiesa di montiniana memoria. Non a caso diversi autori che hanno trattato della crisi nella Chiesa parlano di processo, di percorso a tappe in cui ognuno avrebbe dovuto spingere in avanti l'agenda di distruzione dettata dai nemici della Sposa di Cristo. Di tutti gli errori di Karol Wojtyla, quello su cui l'Autore di questo articolo insiste particolarmente è l'ecumenismo. Qualche difensore d'ufficio, sempre pronto a sminuire la gravità delle varie eresie pronunciate da Giovanni Paolo II, ha fatto notare che quest'ultimo ha combattuto contro l'aborto condannandolo in più occasioni.
A costoro rispondiamo che in primo luogo il peccato di aborto, come tutti gli omicidi e i delitti contro la persona, ancor prima di andare contro i Dieci Comandamenti di Dio va contro il Diritto naturale, e quindi potrebbe essere deplorato anche da un ateo. Secondariamente, ricordiamo che, come dice l'antica locuzione latina, «bonum defendentis ex integra causa, malum ex quolibet defectu», ossia affinché una causa sia buona lo deve essere integralmente, senza che le manchi nulla. Poche gocce di arsenico sono sufficienti ad avvelenare una bottiglia di buon vino. Inoltre, vorremmo sottolineare che per la Chiesa l'eresia è il peccato più grave, anche dell'aborto, poiché mette in pericolo la salvezza delle anime e non dei corpi.
In realtà, gli errori che l'ecumenismo porta con sé sono gravissimi perché finiscono inevitabilmente per ridefinire la Chiesa stessa, i suoi confini e cosa bisogna credere per farne parte. In questa opera di trasformazione radicale e di manipolazione delle coscienze, ha rivestito una grande importanza l'uso di una neolingua che potremmo definire «politicamente corretta». Qualche esempio: quelle che prima del Concilio erano chiamate «sètte protestanti» sono divenute le «comunità ecclesiali cristiane», i «fratelli separati»; le chiese scismatiche sono diventate le «Chiese sorelle», gli atei sono diventati i «non credenti»; la separazione stessa dalla Chiesa cattolica è divenuta la «comunione imperfetta», ecc.... Il tutto per indorare la pillola ai fedeli cattolici che avrebbero dovuto accettare quella che ha tutta l'aria di sembrare una nuova religione in totale rottura con la fede cattolica che abbiamo ricevuto nel santo Battesimo e che non possiamo rinnegare senza cadere nell'apostasia.
Note
1 Traduzione dall'articolo originale inglese The Heresies of John Paul II, the most traveled man in history and perhaps the most heretical, a cura di Paolo Baroni. Articolo reperibile alla pagina web https://vaticancatholic.com/heresies-of-john-paul-ii/ 2 Cfr. Denzinger-Schönmetzer, The Sources of Catholic Dogma, B. Herder Book. Co., 13ª Edizione, 1957, § 464. Il Denzinger è una raccolta di tutte le definizioni di fede dei Papi e dei Concilî (N.d.T.). 3 Cfr. L'Osservatore Romano, del 1º luglio 1985, pag. 3. Per chi non lo sappia L'Osservatore Romano è l'organo ufficiale della Santa Sede. Non avendo a disposizione i numeri di questa rivista nell'originale italiano, ho provveduto alla traduzione dei testi dall'articolo in inglese (N.d.T.). 4 Cfr. Denzinger-Schönmetzer, § 795. 5 Cfr. L'Osservatore Romano, del 23 giugno 1980, pag. 3. 6 Cfr. L'Osservatore Romano, del 1º gennaio 1979, pag. 8. 7 Questa citazione è estratta dalla Bibbia di San Girolamo (la Vulgata). Nelle nuove traduzioni della C.E.I. la parola «demoni» è stata sostituta per motivi ecumenici: «Tutte gli dèi delle nazioni sono nulla». 8 Cfr. L'Osservatore Romano, del 7 maggio 1984, pag. 3. Wonhyo e Sosan furono filosofi buddisti coreani. 9 Cfr. L'Osservatore Romano, del 14 maggio 1984, pag. 7. 10 Cfr. L'Osservatore Romano, del 18 gennaio 1995, pag. 11. 11 Cfr. L'Osservatore Romano, del 16 aprile 1997, pag. 3. 12 Cfr. D. Le Roux, Peter, Lovest Thou Me? («Pietro, mi ami tu»?), Angelus Press, 1988, p. 147. 13 Cfr. L'Osservatore Romano, del 12 ottobre 1986. 14 Cfr. L'Osservatore Romano, del 29 maggio 2002, pag. 4. 15 Cfr. Decrees of the Ecumenical Councils, Sheed & Ward and Georgetown University Press, 1990, vol. I, pagg. 550-553; Denzinger-Schönmetzer, § 39-40. 16 Cfr. Our Sunday Visitor, del 17 aprile 2005. 17 Cfr. L'Osservatore Romano, del 26 agosto 1985, pag. 9. 18 Cfr. Associated Press, «Religious Leaders denounce Extremism» («I leader religiosi denunciano l'estremismo»), del 29 ottobre 1999. 19 Cfr. Decrees of the Ecumenical Councils («Decreti dei Concilî Ecumenici»), vol. I, pag. 625. 20 Cfr. A. G. Cicognani, Canon Law («Il canone della Legge»), The Dolphin Press, Philadelphia 1935, pag. 177. 21 Cfr. L'Osservatore Romano, del 9 dicembre 1980, pag. 5. 22 Cfr. L'Osservatore Romano, del 1º marzo 2000, pag. 5. 23 Cfr. L. Von Pastor, History of the Popes («Storia dei Papi»), vol. II, pag. 346. 24 Cfr. L'Osservatore Romano, del 29 marzo 2000, pag. 2. 25 Cfr. «World Watch» («Uno sguardo sul mondo»), in The Catholic World Report, giugno 2000, pag. 16. 26 Cfr. L'Osservatore Romano, dell'8 maggio 2001. 27 Cfr. W. H. Carroll, A History of Christendom («Una storia del cristianesimo»), vol. II, pag. 298. 28 Cfr. L'Osservatore Romano, del 23 ottobre 1989, pag. 12. 29 Cfr. L'Osservatore Romano, del 19 febbraio 1990, pag. 12. 30 Cfr. L'Osservatore Romano, del 23 maggio 2001, pag. 11. 31 Cfr. L'Osservatore Romano, del 12 maggio 1999, pag. 11. 32 Cfr. Cfr. Denzinger-Schönmetzer, § 73. 33 Cfr. Cfr. Cfr. Denzinger-Schönmetzer, § 712. 34 Cfr. L'Osservatore Romano, del 9 dicembre 1980, pag. 6. 35 Cfr. The Angelus, febbraio-marzo 2004, pag. 70. 36 Cfr. The Sunday Sermons of the Great Fathers («I sermoni domenicali dei grandi Padri»), Regnery Press, Chicago 1959, vol. I, pag. 92. 37 Cfr. Decrees of the Ecumenical Councils («Decreti dei Concilî Ecumenici»), vol. I, pag. 78. 38 Cfr. D. O'Brien, The Hidden Pope («Il papa segreto»), Daybreak Books, New York 1998, pagg. 368-369. 39 Cfr. G. Levine, Interview with CBS's 60 Minutes. 40 Cfr. R. Amerio, Iota Unum («Non uno iota»), Angelus Press, Kansas City 1998, pag. 578. 41 www.cnn.com, Archives of Larry King Live show, del 4 aprile 2005. 42 Cfr. Catholic Family News, Niagra Falls, settembre, 2002, pag. 3. 43 Cfr. L'Osservatore Romano, del 29 maggio 2002, pag. 5. 44 Cfr. ADISTA, 26 febbraio 2001. 45 Cfr. Information Service, nº 84 (1993/III-IV), pag. 145. 46 Cfr. L'Osservatore Romano, del 27 gennaio 1993, pag. 2. 47 Cfr. L'Osservatore Romano, del 1º marzo 2000, pag. 5. 48 Cfr. L'Osservatore Romano, del 16 ottobre 2002, pag. 5. 49 Ibid., pag. 4. 50 Cfr. The Papal Encyclicals («Le Encicliche papali»), vol. I, (1740-1878), pag. 230. 51 Ibid., pag. 207. 52 Ibid., pag. 201. 53 Cfr. Denzinger-Schönmetzer, § 1827. 54 Cfr. Sacerdotium, nº 2, Instauratio Catholica, Madison Heights, pag. 64. 55 Cfr. L'Osservatore Romano, del 15 novembre 2000, pagg. 6-7. Comunicato congiunto di Giovanni Palo II e Karekin II. 56 Cfr. W. H. Carroll, op. cit., vol. I, pag. 539. 57 Cfr. L'Osservatore Romano, dell'8 ottobre 2003, pag. 9. 58 Cfr. CWNews, dell'8 settembre 2003. 59 Cfr. L'Osservatore Romano, dell'8 ottobre 2003, pag. 9. 60 Cfr. L'Osservatore Romano, del 14 novembre 1983, pag. 9. 61 Cfr. L'Osservatore Romano, del 9 luglio 1985, pag. 5. 62 Cfr. 30 Days, nn. 7-8, 1995, pag. 19. 63 Cfr. L'Osservatore Romano, del 28 gennaio 2004, pag. 4. 64 Cfr. Denzinger-Schönmetzer, § 1833. 65 Ibid., § 1837. 66 Ibid., § 1000. 67 Ibid., § 714. 68 Cfr. L'Osservatore Romano, del 15 novembre 2000, pag. 5. 69 Cfr. L'Osservatore Romano, del 19 maggio 1999, pag. 11. 70 Cfr. Denzinger-Schönmetzer, § 247. 71 Cfr. The Remnant, del 30 aprile 2000, pag. 6. 72 Cfr. L'Osservatore Romano, del 31 ottobre 2001, pag. 3. 73 Cfr. L'Osservatore Romano, del 31 ottobre 2001, pag. 4. 74 Cfr. Discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze, del 22 ottobre 1996. 75 Cfr. National Catholic Register, 1-7 agosto 1999, pag. 4. 76 Cfr. L'Osservatore Romano, del 4 agosto 1999, pag. 7. 77 Cfr. National Catholic Register, 8-14 agosto, 1999, pag. 4. 78 Cfr. National Catholic Register, 15-21 agosto, 1999, pag. 5. 79 Cfr. Decrees of the Ecumenical Councils, vol. II, pag. 774. 80 Cfr. L'Osservatore Romano, del 19 giugno 2002, pag. 9. 81 Cfr. L'Osservatore Romano, del 23 ottobre 2002, pag. 5. 82 Cfr. L'Osservatore Romano, del 2 novembre 1978, pag. 1. 83 Cfr. L'Osservatore Romano, del 27 febbraio 1984, pag. 1. 84 Cfr. L'Osservatore Romano, dell'8 gennaio 1992, pag. 9. 85 Cfr. L'Osservatore Romano, del 22 gennaio 1990, pag. 6. 86 Cfr. L'Osservatore Romano, del 2 settembre 1985, pag. 3. 87 Cfr. L'Osservatore Romano, del 1º gennaio 1979, pag. 1. 88 Cfr. L'Osservatore Romano, del 2 gennaio 2002, pag. 1. 89 Cfr. L'Osservatore Romano, del 6 gennaio 1986, pag. 1. 90 Cfr. L'Osservatore Romano, del 2 aprile 1991, pag. 1. 91 Cfr. L'Osservatore Romano, del 30 gennaio 2002, pagg. 6-7. 92 Cfr. L'Osservatore Romano, del 16 giugno 2004, pag. 8. 93 Cfr. L'Osservatore Romano, del 29 agosto 1988, pag. 10. 94 Cfr. L'Osservatore Romano, del 19 settembre 2001, pag. 10. 95 Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno tutti portato un pastorale su cui c'era una croce il cui significato pochissimi hanno compreso: la sinistra croce piegata o spezzata su cui il Corpo di Cristo è esposto come una figura ripugnante e distorta. Questa croce piegata o spezzata fu usata da maghi neri e stregoni nel VI secolo per rappresentare il termine biblico «marchio della Bestia». Gli occultisti del V e VI secolo, così come i maghi neri e gli stregoni del Medioevo usavano tali statuette per rappresentare il loro odio per il cristianesimo. Il fatto che la croce spezzata fosse usata per scopi occulti è visibile al Museo della Stregoneria di Bayonne, in Francia (cfr. P. Compton, The Broken Cross, pag. 72). 96 Cfr. San Francesco di Sales, The Catholic Controversy («La controversia cattolica»), Tan Books, Rockford 1989, pag. 45.
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