titolo la società senza padre

di Alexandre de Willebois 1

 

postato: 13 novembre 2022

 

società senza padre

 

 

Premessa

 

Nel 1985, l'Action Familiale et Scolaire ha incontrato il dr. Alexandre de Willebois (1928-1987), in occasione della pubblicazione del suo libro, La société sans pèreLa società senza padre») 2. Esiste forse un modo migliore per attirare l'attenzione sul colpo fatale inferto alla famiglia dalle leggi che l'hanno indebolita e dalle prossime a venire?

 

alexandre de willebois - la société sans père

Sopra: Alexandre de Willebois e la

sua opera La société sans père.

 

Il rifiuto della realtà

 

Nel 1981, il dr. Pierre Simon (1925-2008), ex Gran Maestro della Gran Loggia di Francia e autore del libro De la vie avant tout choose («La vita innanzi tutto») 3, ha scritto sul Quotidien de Paris (del 17 febbraio 1981):

 

«Il padre onnipotente è morto. Ma la legge francese poggia ancora su questa nozione. C'è una cronologia di fatti che ha trasformato i nostri concetti di vita, e soprattutto quelli di padre e di famiglia. La legislazione dovrebbe essere adattata».

 

pierre simon - de la vie avant tout choose

Sopra: Pierre Simon e il suo

libro De la vie avant tout choose.

 

La sètta massonica ha continuato il suo lavoro: il legislatore si prepara al colpo finale, cancellando completamente il ruolo del padre, sconvolgendolo così da cima a fondo la filiazione. È partendo da questa «società senza padre», gradualmente istituita, che abbiamo intervistato il dr. Alexandre de Willebois, psichiatra e direttore del dipartimento di Neurologia dell'Ospedale Saint-Antonius di Utrecht, in Olanda.

 

Uomo di cultura, egli ha dimostrato che la concezione cristiana della famiglia è stata l'unica che ha permesso la riuscita dell'uomo nel quadro del bene comune della società. Ciò che colpisce nel rileggere queste parole trent'anni dopo che sono state pronunciate, è in primo luogo la loro attualità: sono le parole di uno scrittore davvero preveggente.

 

Ma è soprattutto da notare l'incredibile rifiuto da parte delle nostre élite politiche, giornalistiche, educative, ecc... di accettare la realtà così ben descritta e argomentata dal dr. de Willebois. Tale negazione della realtà dimostra o un'incommensurabile cecità intellettuale, oppure un'incapacità viscerale di ragionare semplicemente sui fatti..., o la volontà di distruggere questa realtà per rimodellarla secondo le idee della Massoneria («Solve et coagula»), un'operazione già tentata da alcuni regimi nel secolo scorso. Dobbiamo quindi leggere questa intervista per convincerci che attualmente il nostro destino è nelle mani di feroci nemici dell'umanità e di agire di conseguenza.

 

Sopra: la figura del Baphomet, il demone androgino (contemporaneamente maschio e femmina) che sulle braccia ha inciso il motto alchemico (ripreso dalla Massoneria) «Solve et Coagula», ossia distruggi l'ordine antico per poi ricostruire tutto da zero secondo le tue idee.

 

 

I

Il punto di vista di uno

psichiatra sull'argomento 4

 

 

Action Familiale et Scolaire: Nel 1985 lei ha pubblicato un libro su ciò che, insieme ad altri, definisce «la società senza padre». Come mai si è interessato a questo fenomeno?

 

Alexandre de Willebois: Mi sono interessato alla «società senza padre» quando, negli anni '60 ho intrapreso uno studio sistematico su cento alcolisti ricoverati in una clinica specializzata. Raccogliendo i dati anagrafici dei miei pazienti, mi sono reso conto che la psicopatologia delle condizioni della loro gioventù era in gran parte incentrata sulla questione di un padre «assente» (in senso figurato).

 

Quasi tutte queste persone avevano un'immagine del padre eccessivamente negativa, mentre la loro madre era, per così dire, solo troppo presente. L'aumento dell'alcolismo in una data società va sempre di pari passo con un deterioramento dell'autostima virile; che può comportare, tra l'altro, l'assenza di identificazione con il padre o una disarmonia in questa identificazione.

 

padre assente

 

Va sottolineato che si tratta di un'assenza in senso psicologico. Può essere anche il caso di un padre letteralmente assente - che è deceduto o che lavora fuori casa - soprattutto attraverso la madre, potentemente «presente». Possiamo evocare, ad esempio, il caso del padre geloso e inconsistente che a volte cerca la complicità del figlio contro la moglie, il quale ben presto lo respinge bruscamente, ma che non è mai presente quando si tratta di affrontare insieme i problemi della vita quotidiana.

 

Questo tipo di fuga del padre di fronte alle sue responsabilità gli fa perdere tutto il rispetto di cui aveva diritto, tanto che la sua presenza diventa per il figlio indifferente o fastidiosa. Di solito, i padri deboli sono rozzi o troppo molli, incapaci di svolgere un vero ruolo di padre e condurre una famiglia in modo conveniente, fallendo drammaticamente nel servire da modello per i proprî figli.

 

- «Papà....»

- «Dopo, ora non ho tempo»...

 

In tutti questi casi, il figlio in questione è rimasto privo di un esempio, rispettato e fidato, su cui dirigere lo sviluppo della propria personalità, in un rapporto di fiducia reciproca, almeno in casa e nell'età in cui i figli ne hanno più bisogno. Questa situazione produce molto spesso un attaccamento malsano del figlio alla madre e un blocco del suo sviluppo verso uno stadio narcisistico di dipendenza infantile che può facilmente predisporre all'alcolismo.

 

padre esempio e guida

 

Questo spiega, almeno in parte, la ragione per cui vediamo un'alta percentuale di alcolisti in una civiltà come la nostra, in cui il ruolo maschile è difficilmente supportato da un'infrastruttura istituzionalizzata, in cui lo status e il prestigio del padre sono relativamente deboli e ci si aspetta che l'uomo non cessi di mettersi alla prova a titolo personale.

 

Ciò che è notevole è che l'alcolismo è in aumento anche tra le donne, a causa del fatto che, sotto l'influenza dell'emancipazione, sono in procinto di perdere il loro posto tradizionale e si trovano in una situazione competitiva, paragonabile a ciò che provoca la fuga dalla realtà degli uomini (nell'alcolismo, ad esempio). Ciò potrebbe essere un segnale che il cambio di ruoli, che fa svanire la finalità biologica e storica dei sessi, non giova a nessuno dei due gruppi.

 

emancipazione della donna

Sopra: il movimento di liberazione della donna degli anni '60, uno dei frutti marci della dialettica marxista applicata alle categorie uomo-donna (oppressore-oppressa, sfruttatore-sfruttata, padrone-serva, ecc...).

 

Mi sembra che questi esempi forniscano una buona idea della confusione e della distruttività del carattere regressivo in cui possono perdersi i figli, quando il padre non occupa più il suo posto all'interno della famiglia. Quando non è lì nella sua qualità di marito per sostenere e delimitare la posizione della moglie, smette di essere un esempio per formare il fulcro da cui i suoi figli impareranno a strutturare il loro universo.

 

Tutto ciò ci spiega cosa succede quando nelle famiglie, come nella società in generale, l'autorità paterna e la polarità netta ed equilibrata tra uomo e donna sono assenti. Una polarità che però non per nulla è sacra e fondamento della creazione: l'unità dal doppio aspetto del Cielo e della Terra, dello Spirito e della Natura e, da un punto di vista cristiano, di Cristo e della sua Chiesa.

 

Maschio e femmina, uno dei quali è il capo, ma sempre al servizio degli altri. Maschio e femmina, complementari ed equivalenti, ma completamente diversi e quindi necessari per costituire una differenza visibile nel loro modo di vestire, nel loro comportamento e nel loro ruolo sociale.

 

marito e moglie

 

 

II

Conseguenze visibili

dell'assenza del padre

 

 

Action Familiale et Scolaire: L'alcolismo le sembra l'unica manifestazione, l'unica conseguenza di questa assenza psicologica del padre?

 

Alexandre de Willebois: No. E i risultati che ho raggiunto sull'alcolismo mi hanno portato a conclusioni simili a quelle del fenomeno dell'omosessualità maschile. Questa conclusione viene da una squadra di psicanalisti canadesi che, nel 1952, avviò uno studio riguardante, al momento della sua pubblicazione, più di 1.000 omosessuali maschi.

 

I risultati hanno indicato che questi pazienti, tutti, senza eccezione, avevano un'immagine eccessivamente negativa del padre. Nella loro vita il padre è stato praticamente inesistente, ostile, brutale, riottoso e non ha fatto nulla per neutralizzare l'influenza di una madre troppo fagocitante, che ha mostrato, nei suoi rapporti con il figlio preferito, un'intimità esageratamente intima e talvolta apertamente sensuale.

 

padre assente

 

Nel figlio in questione - secondo gli autori - si sviluppa una dipendenza esagerata dalla madre. Tale dipendenza rimane quasi sempre al centro della sua vita. Essa è anche la persona che ama di più. Una delle conseguenze che cade su questi padri, che non sono mai riusciti a dare ai loro figli né la minima presenza, né l'amore, né il rispetto, è la seguente:

 

«I ragazzi che diventano omosessuali provano durante la loro giovinezza angoscia e un profondo odio per il padre ma, allo stesso tempo tempo, una profonda nostalgia della cordialità e dell'approvazione paterna rimane la principale dominante del loro orientamento omosessuale. Al contrario, fanno notare gli autori, la presenza di padri cordiali e costruttivi impedisce l'omosessualità».

 

gay pride

 

Action Familiale et Scolaire: Ha altri esempi di fenomeni che derivano dall'assenza del padre verso i figli?

 

Alexandre de Willebois: Il terzo esempio è quello dell'ebefrenia 5, che è caratterizzata dall'indifferenza, dall'autismo, dalla mancanza di energia e di iniziativa. Secondo lo psichiatra tedesco Hubertus Tellenbach (1914-1994), questa sindrome è dovuta all'assenza di un padre a cui il figlio può opporsi. L'autore segnala anche l'assenza umiliante del padre nell'epoca delle rivolte studentesche del '68.

 

hubertus tellenbach

 

Assenza soprattutto nella vita dei leader della prima ora, che spesso provenivano dalle famiglie più agiate. I padri che si erano chiusi nel loro lavoro, che sentivano che non era necessario mantenere le distanze dai proprî figli, e assicuravano loro una paghetta spropositata che permetteva ai figli una discutibile indipendenza. In una parola, i padri che hanno evitato ogni difficoltà, che hanno schivato le proprie responsabilità nei confronti dei loro figli.

 

maggio 1968 a parigi - rivolta studentesca

Sopra: gli studenti in rivolta a Parigi nel maggio del 1968. I capi del

movimento appartenevano per lo più alle famiglie dell'alta borghesia.

 

«Il padre puzza», scrivevano sui muri gli studenti ribelli del '68, in accordo con la letteratura sociologica, in cui da molto tempo si parlava del «padre in decomposizione», specialmente negli Stati Uniti. Lo psicologo americano Abraham Maslow (1908-1970) diceva che il padre americano non contento di temere la moglie, teme anche i suoi figli, sui quali, vedendo se stesso come un ragazzo cresciuto, non ha più alcuna influenza strutturante.

 

abraham maslow

 

Infine, non sorprenderà nessuno che colleghiamo l'aumento della criminalità giovanile a questa mancanza di fermezza e di coerenza paterna che, quando presenti, costituiscono appunto un elemento strutturante. L'ostilità dei figli, che sono diventati ansiosi e insicuri, è il prezzo che hanno dovuto pagare i padri che hanno lasciato senza risposta i bisogni di valori normativi dei loro figli.

 


III

Storia della paternità

 

 

Action Familiale et Scolaire: Lei ha appena citato «un fondamento della creazione». Se questo dato esiste davvero, va scoperto da chi scruta la Storia umana. Ha mai spinto il suo pensiero in questa direzione? Cosa ci insegna la Storia sullo stato di paternità?

 

L'antico Egitto

 

Alexandre de Willebois: In realtà, mi sono interessato a tale questione, pensando che un'analisi del significato dell'immagine del padre avrebbe potuto aiutarmi a scoprire quei valori che, diffusamente, tutti cerchiamo, ma che spesso cerchiamo dove non sono. Cominciamo dall'antico Egitto; la famiglia regolava, come focolare, il ritmo della vita quotidiana, proprio come da noi in Europa.

 

Nell'antico Egitto non si sapeva granché sui rapporti familiari risalenti ad un antenato comune, né della grandezza ancestrale, né di vaste strutture genealogiche, né di tribù, né di clan; nemmeno un cognome. Il bambino riceveva il suo nome dalla madre e poiché il nome rappresentava l'essere e il cuore della persona, questa struttura matrilineare dimostra che l'esistenza del figlio era in primo luogo attribuita alla madre, e che al padre non veniva riconosciuto un ruolo principale nella riproduzione, come invece avveniva nel sistema patriarcale.

 

famiglia egizia

Sopra: antica scultura egizia

che rappresenta la famiglia.

 

Né l'uomo era considerato superiore alla moglie, nel senso che l'uomo e la donna avevano pari diritti dal punto di vista giuridico ed economico. Tuttavia, la figura socialmente modesta e discreta del padre di famiglia era investita di una notevole autorità, poiché era lo strumento della tradizione, a causa della sua posizione centrale nella trasmissione della cultura, poiché questa avveniva prima di tutto all'interno della famiglia.

 

La voce del padre era quella della tradizione, per mezzo della quale egli trasmetteva ai suoi figli le regole e le leggi divine che erano state fissate alla sacra origine del tempo, e grazie alle quali avevano imparato a vivere in armonia, sia con gli dèi che con la società e la sua civiltà. Non è privo di interesse sottolineare qui due aspetti di questa posizione paterna.

  • Il primo era che il padre era investito di un'autorità che non lo era sua, nel senso che non rientrava nelle sue qualità personali. Era un'autorità che trascendeva la persona, ossia quella della tradizione, che era lo standard oggettivo al quale lui stesso non era meno sottomesso dei suoi figli.

  • Il secondo aspetto è che il ruolo del padre era quello di trasmettere l'eredità culturale; sembra che sia sempre stato considerato come suo compito specifico quello di essere un precursore della realtà storica e culturale.

famiglia egizia

Sopra: antica scultura egizia che raffigura la

famiglia tipica: il padre, la madre e due figlie.

 

Comunque sia, nell'antico Egitto il significato della paternità era molto più culturale che biologico. La generazione spirituale del figlio ne costituiva l'essenziale, mentre era tacitamente inteso che in definitiva il figlio avrebbe potuto superare il padre nell'arte del vivere. Poiché il padre scompariva di fronte a ciò che trasmetteva, cosicché la distanza, che era solo graduale, tra padre e figlio, a poco a poco scomparve a favore del secondo. Ciò costituì, infatti, una soluzione armoniosa al conflitto tra le generazioni, dove il nuovo, unendosi a ciò che già esisteva, a sua volta diventava una tradizione.

 

L'antico Israele

 

Action Familiale et Scolaire: Prima di parlare di quello che è successo tra i romani, può raccontaci come gli israeliti dell'Antico Testamento consideravano il concetto di paternità?

 

Alexandre de Willebois: Con il popolo d'Israele, ci troviamo in un mondo patriarcale per eccellenza, con tutti i drammatici conflitti tra padre e figlio che genera questo sistema. Abbiamo a che fare con una società basata interamente sulle dinastie paterne ampiamente ramificate, dominate dai dodici patriarchi fondatori del popolo a cui appartenevano le dodici tribù d'Israele (dei quali presero in prestito il loro nome).

 

L'idea di paternità così espressa costituiva per l'israelita l'essenza stessa della sua esistenza e la grandezza del suo popolo, e ogni identità sociale e religiosa si basava sul principio genealogico, ossia sulla parentela della casa paterna di appartenenza. Tuttavia, se il padre costituiva davvero il centro di questa struttura familiare, non appariva mai come un despota.

 

antica famiglia ebraica

 

Egli nominava il Dio d'Israele, il Signore al quale anche lui era soggetto; mentre dal punto di vista umano, a livello di vita quotidiana, il padre non occupava un rango superiore alla moglie che era sua pari. La madre non era meno onorata del padre poiché alla fine essi erano considerati una sola carne.

 

L'antica Roma

 

Action Familiale et Scolaire: E tra i romani?

 

Alexandre de Willebois: Tra i romani la dignità del pater familias abbracciava una doppia funzione: quella di Pater nei confronti dei figli, e quella di Dominus verso gli schiavi. In origine, queste due funzioni avevano lo stesso contenuto. Ma la nozione di Dominus è stata progressivamente associata all'idea di equa severità, mentre la funzione di Pater si identificava piuttosto con la tutela e le cure paterne. È una dualità in cui troviamo l'immagine divina cristiana: da un lato, l'aspetto giusto e severo del Signore, e dall'altro quella del Padre pieno di amore e di misericordia.

 

Sopra: la tipica famiglia romana: il pater familias,

la moglie, i figli e gli schiavi.

 

Mentre in Egitto e in Israele la parola «padre» si riferiva ancora al padre individuale, al rapporto familiare e tribale, nel periodo romano essa acquisisce il senso più ampio e generale di uno statuto ben definito. Non solo l'autorità paterna era la personificazione della tradizione e dei costumi - come avveniva anche tra gli egizi e gli israeliti - ma generalmente era anche la caratteristica dell'autorità di cittadino romano rappresentativo. L'uso del vocabolo «padre», impiegato come titolo che indicava un certo status, era lungi dall'aver letteralmente contribuito a minimizzare la posizione del padre di famiglia. Al contrario, il pater familias godeva anche di una posizione monarchica.

 

I figli, a prescindere dall'importanza della posizione che esercitavano, finché il padre era vivente, rimanevano in una posizione giuridica di dipendenza. La forza della tradizione, ancorata nell'autorità paterna, era grande, e altrettanto grande era d'altronde la fiducia che i romani avevano in se stessi e nelle loro istituzioni, che non gli era mai venuta in mente l'idea che i figli avrebbero potuto superare i loro padri.

 

pater familias

 

Questo senso imperturbabile e portato all'estremo di autorità e di stabilità (dato il pericolo di immobilità che essa comporta) era in netto contrasto con la mentalità della nostra società attuale che rischia di perdersi nell'estremo opposto. Senza voler denigrare il dinamismo europeo, credo di poter affermare che attualmente l'idea di cambiamento occupa un posto di tipo importante tra le priorità dell'Occidente che si direbbe quasi che esso costituisca un obiettivo in sé.

 

Una delle caratteristiche della società senza padre in cui viviamo è che essa sottolinea così fortemente ciò che è nuovo, vale a dire la gioventù, che i più vecchi finiscono per cedere in anticipo il posto ai più giovani, causando così una mancanza di fiducia in se stessi e nei proprî valori, fino a dare carta bianca alle nuove generazioni, che non esitano a fare di testa loro, senza il minimo riguardo per le generazioni precedenti, e quindi per la tradizione, a scapito della continuità e della stabilità. Indubbiamente, i più saggi erano gli antichi egizi, che pensavano che le nuove generazioni si sarebbero unite ai più anziani perseverando nell'ordine esistente per rinnovarlo e migliorarlo.

 

Il Medioevo

 

Action Familiale et Scolaire: Una carrellata attraversi i secoli! Quindi nel frattempo non è successo nulla?

 

Alexandre de Willebois: C'è stato il Medioevo, il cristianesimo. Non mi sembra impensabile che una madre medievale, sentendo la parola «padre» per la prima volta abbia pensato ai religiosi benedettini del vicino monastero, ai quali sperava di poter affidare l'educazione spirituale dei suoi figli. Perché questi sono stati per lo più i padri spirituali che hanno dato forma alla paternità cristiana e che, una volta per tutte, hanno determinato la sede dell'autorità nel rapporto padre-figlio, insegnante-studente, datore di lavoro-dipendente, ecc..., come la conosciamo in Occidente.

 

monaci benedettini

Sopra: monaci benedettini mangiano

nel refettorio insieme al loro abate.

 

Secondo la regola di San Benedetto (480-547), l'abate non regna con l'autorità assoluta dei pater familias. Al contrario, egli è tenuto ad ascoltare i consigli dei monaci a lui soggetti, dei quali dovrà inoltre rendere conto a Dio. In aggiunta, egli non è - non meno di loro - obbligato ad obbedire alla Regola che è la norma a cui egli è sottomesso, proprio come i suoi figli, che sono anche i suoi fratelli, secondo la Regola. In altre parole, l'abate regna solo per servire; e se è padre, è anche figlio in relazione al padre fondatore, San Benedetto, con il quale egli stesso è figlio insieme ai suoi figli in relazione al Padre celeste.

 

san benedetto

Sopra: San Benedetto accoglie i

monaci dell'Ordine da lui fondato.

 

La Regola del patrono d'Europa ha plasmato la nostra civiltà fino ai nostri giorni. Grazie a questa Regola, la struttura della relazione gerarchica in questione non segue più il modello del paternalismo romano e non ha dato luogo alla tendenza a prendere - com'è spesso accaduto in Oriente - la natura malsana di una relazione tra maestro e discepolo. Laddove solo Cristo è padrone, tutti i legami gerarchici tra le persone sono relativi.

 

Perché tutti insieme sono figli, discepoli e servi dello stesso Dio e della stessa causa. In nome dello stesso principio, la posizione del padre di famiglia è stata salutarmente relativizzata. Tanto che gli è permesso di sbagliare e sbagliare ancora senza perdere il rispetto dei figli. Perché alla fine non è lui che conta e non lo è lui l'immagine ultima verso cui i figli devono orientarsi. L'immagine finale a cui, in qualche modo, si devono riferire, è l'immagine del Padre «da cui ogni paternità, in cielo e in terra, prende il suo nome».

 

padreterno

L'Eterno Padre, figura del Padre per eccellenza.

 

Il Settecento

 

Action Familiale et Scolaire: In quale epoca possiamo situare la sfida al concetto di paternità come l'ha appena descritta?

 

Alexandre de Willebois: Fu dopo il Rinascimento e la Riforma protestante, e il processo di secolarizzazione che ne seguì, che questo principio divenne sempre più caricaturale, anche se, d'altra parte, questo fu anche il periodo durante il quale è apparsa ciò che, nella letteratura sociologica pertinente, viene chiamata la «famiglia tradizionale». E tuttavia, fu proprio verso la fine del XVIII secolo che apparve la crisi della paternità.

 

La rivoluzione democratica e la rivoluzione industriale hanno coinciso con ciò che oggi chiamiamo «rivoluzione demografica»: un'esplosione demografica che diede origine, per un certo periodo di tempo, ad un numero sproporzionato di giovani. Ne è seguita una grande mobilità sociale e geografica, una forte aumento dell'urbanizzazione, una perdita dei valori tradizionali e, infine, uno spirito di progresso e di competizione che ha dato alla generazione di allora l'impressione di essere migliore e più forte di tutte le generazioni precedenti.

 

Sopra: 1793; Luigi XVI, re di Francia, viene ghigliottinato. Con questo gesto, la Rivoluzione non uccide solo un re, considerato dalla popolazione come un padre, ma rivela la sua natura parricida e deicida, in quanto il monarca rappresenta prima di tutto Dio e la Sua autorità da cui proviene qualsiasi potere sulla terra.

 

Le idee che hanno sostenuto questa rivolta dei figli furono inizialmente prese in prestito da correnti come l'Aufklärung 6, il romanticismo tedesco e il darwinismo. In generale, le persone di quell'epoca sono rimaste affascinate dall'apertura di nuove e sconosciute possibilità, dall'irresistibile avanzamento del progresso e dalla libertà dell'uomo autonomo.

 

libertà totale

 

Anche se, dopo questo primo attacco, la posizione del padre è rimasta intatta grazie all'enfasi su parole chiave come «religione», «patria» e «famiglia», in realtà era suonata la sua ultima ora. Alla fine, questo processo di la democratizzazione, di emancipazione e di secolarizzazione ha portato a quella che è stata chiamata, sin dalla pubblicazione nel 1963 del libro Auf dem Weg zur vaterlosen Gesellschaft. Ideen zur Sozialpsychologie («La società senza padre: un contributo alla psicologia sociale»), dello psicologo tedesco Alexander Mitscherlich (1908-1982) 7, la «società senza padre».

 

alexander mitscherlich - auf dem weg zur vaterlosen gesellschaft

Sopra: Alexander Mitscherlich e il suo libro

Auf dem Weg zur vaterlosen Gesellschaft.

 

 

IV

La paternità attuale

 

 

Action Familiale et Scolaire: E dunque, come si presenta attualmente la questione?

 

Alexandre de Willebois: Sia che ci rallegriamo o che ci allarmiamo, possiamo solo constatare una cosa assolutamente certa: il carattere del pater familias, nel senso storico e cristiano della parola, non ha più l'autorità naturale che ha avuto durante il suo periodo di massimo splendore. Non solo il paternalismo è caduto in disuso per ragioni comprensibili; non solo la democrazia attuale è allergica all'autorità paterna, ma i padri, anche loro, in una mal concepita solidarietà con il movimento rivoluzionario, hanno spesso volontariamente abdicato al potere e alla responsabilità che gli competevano.

 

L'abbandono del principio paterno significa in pratica l'apertura alla via che porta all'inconsistenza e all'anarchia. E poiché una vera anarchia non è mai esistita e non esisterà mai, la vita troverà sempre la strada del ritorno dell'ordine gerarchico. Ma poi, quando viene sacrificata totalmente l'immagine divina del padre, essa si ripresenta sotto forma di pseudo-paternità di una dittatura, o sotto forma di potere sociale e politico anonimo: lo Stato affidatario.

 

stalin piccolo padre della russia

Sopra: il sanguinario dittatore Stalin sostituisce la figura dell'odiato zar, divenendo a sua volta il «piccolo padre» della Russia. Ogni popolo sente così forte la necessità di un uomo che sia padre della nazione, che la Rivoluzione stessa è stata costretta a rinunciare al suo principio di egualitarismo. La stessa cosa è accaduta per tutti gli altri dittatori che si sono visti nel corso della Storia.

 

Infatti, osserviamo nella storia che il vuoto lasciato dal padre - un'autorità personale, vigile e responsabile - è stato sostituito da poliziotti, da ideologi di partito o dal potere anonimo dello Stato. Lo Stato e la sua burocrazia sono le forze che vogliono organizzare e regolare tutti i dettagli dell'esistenza, privando così i cittadini della loro dignità e riducendoli ad uno stato infantile di impotenza o di violenza.

 

democrazia totalitaria

 

Questo stato di cose - come afferma lo psichiatra e antropologo francese Gérard Mendel (1930-2004) nel suo libro del 1968 La révolte contre le père («La rivolta contro il padre») - si ritorce contro l'autorità paternalistica, ma si compie infatti in nome di un'«autentica paternità».

 

gérard mendel - la révolte contre le père

Sopra: Gérard Mendel e il suo libro La révolte contre le père.

 

Tutti i sostituti dei padri, come gli anonimi funzionari dello Stato, restano sfuggenti e inaccessibili, e tendono a porsi al di sopra della legge a cui sottopongono gli altri. Mi sembra che sia per queste colpe che molti padri hanno peccato nella loro presunzione patriarcale. I loro i figli (che potrebbero essere unicamente antiautoritari) si allontanano nella direzione opposta: questi padri si rendono invisibili, si nascondono dietro i loro figli e diventano così ai loro occhi inaccessibili e disprezzati.

 

Comunque sia, dal momento che stiamo parlando di sostituti del padre, e che vediamo sempre, in una forma o nell'altra, l'immagine del padre - se non altro nella forma del guru, del dittatore o del diavolo - un motivo in più per concludere con Ernst Michel che gli esseri umani non possono rinunciare all'esperienza effettiva dell'autorità paterna. In altre parole, ognuno di noi porta dentro di sé un'immagine archetipica del padre, e ciò perché tutti abbiamo bisogno della presenza nel nostro universo di una figura paterna che risponda a questa immagine.

 

affetto paterno

 

E infatti constatiamo che un bambino che non ha mai conosciuto suo padre è comunque capace di farsi un'idea precisa di un padre buono e giusto. Spesso vediamo che negli orfanotrofi non appena si fa avanti qualcuno che è in grado di assumere questo ruolo di responsabilità e di affetto, i bambini gli chiedono il permesso di chiamarlo papà. Inutile dire che questo aiuta a rimettere le cose al loro posto nel loro universo.

 

Se a questo aggiungiamo la confusione creata tra i ruoli di uomo e donna - e su questo torneremo - lo Stato diventa quel genere di personaggio problematico e ambiguo che è l'essere androgino. Ma questo stato di cose ha ripercussioni anche negli asili nido in cui è consigliato agli educatori di non fare più la minima differenza tra i ragazzini e le bambine, così come nelle biblioteche da cui, a quanto pare, sono stati banditi i libri il cui contenuto è mutuato dalla struttura familiare, come «Papà e mamma topo».

 

papà e mamma topo

 

Mi sembra che potremmo essere in grado di opporci alla segregazione dei sessi senza perdere lo spirito di discernimento. In ogni caso, quindi, a tutti i livelli e anche nella famiglie, osserviamo la crescente interazione dell'«anonimato», la cancellazione della differenza tra uomo e donna e l'impotenza dell'individuo, fenomeni che sono accompagnati da confusione di identità, aggressività e stress emotivo.

 

 

V

Il ruolo del padre e della madre

 

 

Il dramma dell'egualitarismo

 

Action Familiale et Scolaire: Torniamo indietro, se non le dispiace, alla confusione tra i ruoli di uomo e donna. Qual è l'origine di tale confusione e quali pensa saranno le conseguenze?

 

Alexandre de Willebois: La nostra epoca è ossessionata dalla nozione di eguaglianza, che si esprime tra l'altro nella tendenza al livellamento di base. É indubbio che ciò venga attuato per il bene dell'uguaglianza sociale, ma anche, ahimè, e forse ancor di più, per uno spirito di gelosia. Per quanto riguarda il dominio dei generi, alcuni portano l'ossessione per l'uguaglianza e l'uniformità al punto di voler eliminare la differenza stessa tra uomo e donna.

 

transgenderismo

 

Come se si volesse trasformare il mondo in un caos paludoso e informe, per non sentirsi più imbarazzati dalla differenza tra l'acqua e la terra. La cosa può sembrare abbastanza esagerata, e tuttavia è vero che anche quando non si arriva al punto di neutralizzare la differenza tra uomo e donna con l'uso di termini come «unisex» e «androginia», c'è la tendenza a desiderare che la natura e le capacità maschili e femminili possano trasformarsi in ruoli intercambiabili, invece di riconoscere un rapporto reciproco in cui l'identità di ciascun genere determina e completa l'altro.

 

boy george

Sopra: Boy George, uno dei primi cantanti pop-rock a

manifestare apertamente la sua natura androgina,

 

È certo che questa ambivalenza e questa confusione nei confronti della distinzione tra uomo e donna contribuiscono largamente a ciò che viene chiamato la diffusione dell'identità che è, all'inizio, una confusione rispetto all'identità sessuale. Se questo non spiega tutto, contribuisce notevolmente a creare l'ansia e il sentimento di insicurezza che caratterizzano la crisi d'identità di cui soffrono molti giovani.

 

bill kaulitz

Sopra: Bill Kaulitz, leader del gruppo emo-pop tedesco Tokio Hotel. Negli anni 2000, la scena musicale ha contribuito tantissimo a diffondere la cultura androgina.

 

Per questo è necessario ripetere, nel nostro tempo in cui tutto va ripensato, l'evidenza che il ragazzo e la ragazza hanno bisogno di un padre da cui emani almeno qualcosa che è specificamente maschile, e di una madre che esprima caratteristiche specificamente femminili. In psicologia, l'immagine del padre è considerata il principio strutturale che garantisce il dinamismo dell'azienda, e ne costituisce la controparte necessaria per un modello prettamente materno di sollecitudine preventiva e che livella, relativizza e anticipa i rischi o la rovina, che protegge e include, fino alla perdita di ogni indipendenza personale e di ogni responsabilità individuale.

 

Sopra: Jacques Attali, banchiere francese, ex consigliere del presidente François Mitterand, nonché esponente di spicco dell'élite globalista, è a favore della scomparsa dell'identità sessuale e di una società asessuata in cui finalmente scomparirà ogni diversità tra i ruoli maschile e femminile.

 

I limiti del modello materno

 

Action Familiale et Scolaire: Non si può negare l'importanza fondamentale del ruolo della madre, soprattutto durante l'infanzia. Come vede la sintesi dei ruoli materno e paterno, il passaggio dall'uno all'altro, all'interno di un'educazione equilibrata?

 

Alexandre de Willebois: La psicologia dello sviluppo dell'essere umano ci dice che la dipendenza del figlio nei confronti della madre è sempre e necessariamente composta da due aspetti. Se la presenza della madre significa sicurezza, benessere e vita, la sua assenza periodica, e quindi il rifiuto indispensabile a soddisfare tutti i bisogni del figlio, lascia quest'ultimo in preda a sentimenti di insicurezza, di rabbia e di abbandono. In tal modo si creano nell'inconscio del figlio due immagini materne ben distinte, e questo in modo del tutto indipendente dal comportamento della madre concreta e individuale.

 

Una è l'immagine di una madre buona e nutrice: la fonte di vita; l'altra è quella della megera divoratrice: il principio della distruzione. Sono simboli archetipici, entrambi percepiti dal figlio come onnipotenti, e che si trovano in tutte le favole del mondo (sotto forma di fate buone o di streghe malvagie, o di dee dell'amore, che rappresentano sia la fertilità che la distruzione).

 

madre ossessiva

 

In una parola, una sensazione di totale felicità e di terrore della morte sono i due estremi che necessariamente si toccano nella simbiosi in cui il figlio si fonde ancora con la madre: un'onnipresenza materna che, da un lato gli offre sicurezza, e dall'altro minaccia la sua stessa identità, e che il figlio può superare solo identificandosi con il padre.

 

Se vuole liberarsi dalla presa illimitata, al contempo euforica e angosciante delle acque materne, il figlio deve seguire i movimenti del padre; solo allora troverà sotto i suoi piedi la roccia che tocca il cielo, la terraferma della realtà: la realtà del divenire e della trascendenza. Solo allora potrà assumere la sua indipendenza e iniziare a compiere il proprio destino personale e storico.

 

padre guida

 

La trasmissione dei valori

 

Action Familiale et Scolaire: È ancora necessario che il padre sia davvero padre e che il figlio, soprattutto l'adolescente, debba appoggiarsi a lui? Che il padre sia davvero il portatore e il trasmettitore di qualcosa? Ma al momento, quanti padri, quanti adulti hanno ancora qualcosa da trasmettere ai proprî figli?

 

Alexandre de Willebois: Ai nostri tempi è di un'evidenza incontestabile - ma non per questo indiscutibile - che è consigliabile crescere dei figli che diventino indipendenti il ​​prima possibile e di dare loro quanta più libertà possibile. In generale, si può dire che più i genitori sono incerti circa i loro valori e il loro stile di vita, tanto più tenderanno a rimanere in disparte, pensando che i figli abbiano ragione.

 

padre assente

 

Più deboli sono le loro convinzioni, più difficile sarà per loro indirizzare i proprî figli verso un certo stile di vita, verso certe prospettive future; e più saranno tentati di lasciarli andare alla deriva verso un'indipendenza e una libertà che possono comportare decisioni premature. In breve, più l'esempio dei genitori mancherà di sicurezza e di convinzione, tanto più la fede che i padri hanno in se stessi e nella loro eredità spirituale sarà debole, più i figli saranno guidati da qualcosa di esterno alla famiglia.

 

padre presente

 

Action Familiale et Scolaire: Non crede che ci sia il rischio di sottovalutare la personalità e la dignità del figlio?

 

Alexandre de Willebois: Certo, educare presuppone il rispetto della natura del figlio. Ma ci si può chiedere se la natura di quest'ultimo non richieda anche che sia sottoposto ad un'effettiva autorità paterna, al fine di recepire i valori e l'insostituibile arte di vivere, che gli permetterà di adattarsi alla continuità delle generazioni, su una base che non sia puramente biologica.

 

Educare un figlio non può essere ridotto ad crescerlo in un ambiente protetto assicurandogli una dentatura sana. Ecco perché penso il padre pecca per mancanza di senso di responsabilità e di autostima facendosi da parte e rifugiandosi dietro il figlio. Sicuramente non è a vantaggio del figlio avere un padre che, per eccesso di pudore, lo priva un'influenza ferma e formativa, relativizzando o nascondendo il valori e lo stile di vita che gli stanno a cuore. Rispettare le proprî convinzioni non significa necessariamente cadere nel dispotismo paternalistico.

 

padre assente

 

Il compito naturale dei genitori, in un'educazione propriamente intesa, dovrebbe essere recitare un Padre Nostro con i proprî figli, per condividere insieme a loro i valori che ci sono sacri, per interpretare insieme la realtà e il senso della vita. Privati ​​di questo, i figli vengono consegnati al nulla insondabile di un'esistenza priva di doveri (o ricca di falsi valori).

 

greta thunberg

Sopra: Greta Thunberg, una pifferaia magica manipolata e partorita dall'élite globalista, che in nome della salvaguardia dell'ambiente e della transizione ecologica sta imponendo all'Occidente un'austerity energetica senza precedenti destinata a distruggere la nostra economia.

 

non border no nation just people

Sopra: senza nemmeno saperlo, i giovani vengono intruppati in movimenti che, in nome della fratellanza universale, mirano all'abolizione dei confini e del concetto stesso di nazione («No ai confini, no alle nazioni, solo persone»), che non per nulla è l'obiettivo dell'élite globalista che persegue l'instaurazione di un Governo Mondiale.

 

legalizzazione droghe leggere

Sopra: i giovani vengono spinti, dalle forze politiche progressiste e più radicali, a manifestare in favore della legalizzazione delle droghe cosiddette «leggere» come la marijuana. Ecco i «valori» che auto-distruttivi che vengono inculcati alle nuove generazioni. E i padri dove sono?

 

Senza un passato alle spalle, senza un futuro davanti a loro, in una povertà nichilista che li consegna alla moda del momento, all'ubriachezza, o alla prima ideologia che si presenta con una certa forza persuasiva. Infine, la coesione, la forza interiore e il carattere di una società sono determinati dai valori che la loro i membri sono pronti a difendere e a trasmettere, se necessario a rischio della loro vita. E tutto sommato, questa è l'essenza della paternità.

 

antenati

Sopra: se i padri non trasmettono ai loro figli i valori ricevuti dagli antenati che li hanno preceduti, i giovani crescono come individui sradicati, senza un passato e con la falsa promessa di un futuro chimerico di libertà assoluta.

 

 

V

L'AUTORITà PATERNA

 

L'autorità sociale

 

Action Familiale et Scolaire: Ma su cosa si basa l'autorità paterna?

 

Alexandre de Willebois: Risponderò che essa ha bisogno di almeno due pilastri:

  • Uno sotto forma di qualità impersonale, ovvero la funzione sociale che consente il diritto di parola e il diritto al rispetto unicamente per la posizione che occupa;

  • L'altro nella forma di una qualità personale, ossia l'atteggiamento con cui pone la sua credibilità di funzione sociale.

Il primo è per definizione basato su un'autorità che supera la persona. Questa è, ad esempio, l'autorità dell'ufficiale di polizia insieme alla sua uniforme. Ma è anche, come abbiamo visto, il ruolo e l'autorità del padre nell'antico Egitto, dal momento in cui la sua voce è quella della sacra tradizione. Abbiamo incontrato questo stesso principio con l'abate benedettino, la cui autorità non poggia primariamente sulle sue qualità personali, ma è mutuato dalla Regola a cui anch'egli è sottomesso.

 

Sopra: Carlo Magno (742-814), primo imperatore del Sacro Romano Impero, incarnazione di quel potere sottomesso alla legge di Dio e della Sua Chiesa e al contempo garante del suo rispetto in una società non assolutista grazie all'esistenza di corpi intermedi.

 

Questa autorità emana dall'alto e nessuno può prevaricarla. Poiché, come ogni dignità delegata che non poggia sul merito personale, essa è fondamentalmente una funzione che si adempie in uno spirito di obbedienza. È da questa forma di autorità impersonale che nasce il patriarca di famiglia del passato - e quindi ogni uomo di governo - che era investito di questo incarico.

 

Ma, ahimè, non era raro che qualcuno se ne approfittasse, e questo spiega in parte perché le attuali idee democratiche non si fidano di questo sistema e lo rifiutano. Non si apprezza più che qualcuno venga messo su di un piedistallo e che la sua funzione sia trattata con rispetto.

 

L'autorità personale

 

Tuttavia, attualmente, se vogliamo ancora accettare di sentire parlare di autorità, si tratta solo della seconda, ossia di quella che si fonda esclusivamente sull'integrità personale e sui meriti. Un padre della nostra epoca non può che prendere in prestito la sua autorità dalla sua personalità, dalla fiducia che ispira nei suoi figli, in un rapporto di amore e di stima reciproca, praticamente senza l'aiuto di una società che confermi il suo ruolo di autorità paterna.

 

Il vantaggio di questa situazione è che il figlio ascolta suo padre - se lo ascolta ancora! - guidato non da una obbedienza cieca, ma con sincera fiducia. Questo padre dovrà necessariamente dimostrare la veridicità dell'esempio dato ai suoi figli, e di sapere in nome di chi e di cosa potrà chiedere o proibire loro certe cose; in breve, non potrà porsi al di sopra della legge e dovrà vivere ciò che gli è dato di trasmettere. Uno dei conflitti più strazianti nella vita di un figlio, dice lo psicologo tedesco Erik Erikson (1902-1994),

 

«è l'odio ispirato da un padre che, dopo avergli servito da modello e da voce della sua coscienza, si permette di commettere errori che il figlio non può più tollerare».

 

erik erikson

 

Gli abusi di potere da parte dei leader politici hanno indubbiamente sulla popolazione lo stesso effetto. Può succedere che, testimone di ipocrisia e di mancanza di integrità personale a livello nazionale, la generazione emergente perda ogni fiducia, metta nello stesso sacco l'autorità paterna, l'oppressione e l'arbitrarietà, e distrugga i simboli paterni.

 

Ma il risultato è anche una rottura nel susseguirsi delle generazioni rispetto alla perdita dei valori collettivi. E la paternità, come ogni esistenza individuale, diventa un'avventura solitaria. Sradicato dalla tradizione, privato del dialogo costruttivo con gli antenati, tagliato fuori dalla Storia, egli non può basarsi che sull'intuizione e sull'esperienza personale.

 

La paternità è una sintesi delle due autorità

 

Action Familiale et Scolaire: Se vogliamo riassumere, cosa possiamo dire dell'autorità paterna?

 

Alexandre de Willebois: Mi sembra che si possa affermare che un'autorità paterna affidabile è essenziale. Indispensabile per un sistema sociale equo e strutturato, al susseguirsi armonico delle generazioni e ad un'educazione equilibrata all'interno di una struttura familiare stabile. Tuttavia, questo non significa che tale autorità debba essere autonoma e assoluta. Al contrario, essa è una forma di autorità al servizio degli altri.

 

E chi ne è investito ne è responsabile verso la sua discendenza, verso la società in generale e, infine, nei confronti del Padreterno, dal quale ogni paternità prende il suo nome. Questa responsabilità significa quindi in primo luogo che cercheremo di realizzare nella nostra vita l'esempio da dare ai figli. Questa è la condizione primaria anche come fondamento dell'autorità sui due pilastri che ho appena citato. Non è difficile da capire perché entrambi sono essenziali.

 

preghiera in famiglia

Sopra: la preghiera in famiglia realizza quell'unità basata sui valori spirituali. «Tradizione» significa infatti trasmissione di ciò che si è rivenuto. E in questo campo, i genitori hanno una responsabilità stringente.

 

Senza il secondo - la personalità propria del titolare dell'autorità - il primo porta ad una facciata più o meno imponente che nasconde il vuoto interiore e finisce per esercitare un potere arbitrario o assoluto. È la posizione di colui che si identifica con la maschera del suo ruolo pubblico lasciando che la sua personalità appassisca.

 

Al contrario, senza il primo, il secondo corre il rischio di diventare un'autorità senza prestigio, che a lungo andare dovrà cedere alle masse, sopraffatte dall'opinione dei benpensanti; è la situazione di un buon attore a cui non viene più concesso un ruolo nella commedia. Iniziamo a renderci conto che è proprio il primo che la nostra concezione anti-autoritaria della democrazia ha reso sospetto, il che accade per effetto del disorientamento della paternità.

 

Quando un padre medio non sa quale santo votarsi quando si vede obbligato a ricorrere unicamente alla sua personalità, la forza non è sempre sufficiente. Semplificando, possiamo dire che egli ha solamente due possibilità:

  • O abdicare ai suoi doveri di padre e lasciare i figli liberi in tutto: la triste libertà della massima tolleranza;

  • O ricorrere alla caricatura dell'autorità personale che è la tirannia.

padre autoritario

 

Per prendere le cose in un altro modo, diremo che la nozione di paternità di cui parliamo generalmente si muove su almeno due livelli, e salta dall'uno all'altro e viceversa. C'è il padre come entità culturale e religiosa: la voce della tradizione, il detentore dell'autorità, della legge e dei santi Comandamenti.

 

I «padri» rappresentano quindi il passato che devono essere rispettati, le generazioni che ci hanno preceduto e che è necessario imitare, e a cui resta concesso il disegno del futuro personale. In una parola, questa immagine del padre significa coscienza morale e continuità. Accanto a questo, c'è il padre concreto, il padre individuale, il suo ruolo nella famiglia, la sua posizione sociale, le sue qualità personali, e in una parola il padre con cui i figli hanno a che fare ogni giorno.

 

È chiaro che potrebbe esserci un'enorme differenza tra quel padre e l'immagine del padre determinata dalla cultura. È innanzitutto questo valore culturale che ne risente, sia nel rappresentazione che ne hanno i figli che in quella dei padri stessi, che non è priva di conseguenze nei rapporti tra i genitori e figli.

 

 

VI

Padre, civiltà e ordine naturale

 

 

Alexandre de Willebois: Il primo fatto importante in questo caso è la contestazione della paternità divina e la perdita di fiducia nella tradizione in essa contenuta e strettamente correlata; in altre parole, ciò comporta la perdita del senso di necessità e del significato della tradizione come custode della continuità.

 

Lo slancio rivoluzionario che ha spinto le nuove generazioni a rifiutare il passato, ha lasciato dietro di sé un'atmosfera che suggerisce che una generazione non è più obbligata a trasmettere qualcosa a quella successiva, né che la nuova generazione ha dei doveri nei confronti degli appartenenti alla prima, né tantomeno che l'esperienza delle generazioni precedenti possa essere utile a quelle successive (tranne, ovviamente, per quanto riguarda la conoscenza tecnologica, che peraltro forma il baricentro della nostra civiltà). Le tempeste rivoluzionarie si sono più o meno calmate, forse perché questa visione è stata accettata da entrambe le parti. Non dobbiamo dimenticare che i padri di oggi sono i figli ribelli di ieri.

 

Sopra: i padri di oggi sono i figli ribelli di ieri. Non solo il padre non trasmette più i valori della vita, ma al contrario, essendo lui stesso stato in gioventù un ribelle, in certi casi da un pessimo esempio ai figli.

 

Il divario generazionale non ha più il carattere di conflitto tra generazioni, caratterizzato da ostilità e ribellione. Si tratta molto più di indifferenza e indipendenza, di una discontinuità di valori e di interessi. E i figli? Mah! Risponderemo che i figli fanno ciò che vogliono. I giovani adolescenti non sono più socializzati principalmente dalla famiglia, ma dal gruppo di giovani coetanei che frequentano, il che non impedisce loro di visitare di tanto in tanto i genitori, con i quali mantengono relazioni amichevoli.

 

Ma normalmente attribuiscono poca importanza alle idee di chi li ha cresciuti (ad esempio, per ciò che riguarda il concetto di bene e male, ecc...). Essi non si sentono più gli anelli della catena delle generazioni. È a questo proposito che abbiamo potuto parlare di «massa solitaria», alludendo alle generazioni di giovani che non si lasciano più guidare dalla loro convinzioni e dai loro orientamenti interiori, né dalla bussola della tradizione e della coscienza, ma solo dagli atti e dai gesti del gruppo di appartenenza.

 

sradicato

 

Questi giovani non sono più diretti dall'interiorità, ma dall'esterno. Ai giovani di oggi poco importa di vivere secondo un finalismo interiore, che valorizzi la loro vita e che persista nonostante le circostanze. Anzi, essi si sentono a malapena legati al passato; per quanto riguarda il futuro, essi rimandano senza fare progetti a lunga scadenza o prefissarsi degli scopi, mentre si orientano con la sensibilità di un radar sulle circostanze, sull'ultima moda e soprattutto su cosa il gruppo (la subcultura) a cui appartengono si aspetta da loro. Pensate quello che volete, ma questa rottura nella continuità padre-figlio è incompatibile con l'elaborazione di una civiltà.

 

gothic

Sopra: esempio di subcultura gothic.

 

Action Familiale et Scolaire: In breve, fino al ripristino della nozione di paternità e di autorità paterna, la nostra società continuerà a scivolare verso il baratro. In questo percorso di restaurazione, c'è un grosso ostacolo a cui lei ha già accennato: la confusione tra i ruoli maschile e femminile, che oggi imperversa nel nostro mondo disorientato. Può parlarcene in chiusura?

 

Alexandre de Willebois: In effetti, è un aspetto delle cose che in gran parte condiziona la soluzione alle nostre difficoltà. Il pensiero laico secolarizzato porta a non vedere più molta differenza tra l'uomo e la donna; anzi, non si sa nemmeno più cosa sia un uomo e cosa sia una donna. In ogni caso, questo pensiero considera la differenza come una circostanza accessoria e non come un dato antropologico essenziale.

 

In definitiva, sotto l'influenza della propaganda militante dei clan femministi e omosessuali, il Creatore viene accusato di una sorta di discriminazione incongrua, che gli fece creare prima Adamo, dal quale successivamente trasse Eva. Ma se avesse fatto il contrario, cosa ci avremmo guadagnato? É probabile che questo pensiero derivi dal desiderio di neutralizzare i sessi. Sfortunatamente, il movimento di emancipazione, o almeno la sua corrente più virulenta, ha iniziato ad affrontare il problema in termini di potere.

 

poster femminista

Sopra: poster femminista americano in cui una donna mostra i muscoli e dice: «Noi possiamo farlo»! Come appena detto, la questione del rapporto uomo-donna viene posta in termini di potere.

 

Ne ha fatto una lotta per l'influenza e si rifiuta di riconoscere l'esistenza del comportamento maschile e del comportamento femminile, così come rinnega l'esistenza di predisposizioni e i compiti specificatamente femminili e di ruoli e compiti specificamente maschili.

 

Le cose andranno meglio in futuro se abbandoniamo la nozione di potere e accettiamo la differenza tra uomo e donna come un dato salutare e la struttura della realtà umana, che comporta una diversità naturale di attitudini e di natura. Non è ragionevole pensare che un uomo possa essere ben attrezzato come una donna nel coccolare un neonato e nel prendersi cura dei figli più piccoli. La natura, che ha dotato la donna della capacità di partorire figli, non ha mancato di fornirle allo stesso tempo certe qualità psicofisiologiche più adatte di quelle dell'uomo medio nel curare, educare o comprendere la prole.

 

mamma - neonato

 

Qualità essenziali per la socializzazione affettiva dei figli. Si tratta di una particolarità femminile insostituibile. Ma questo non costituisce un buon motivo per incolpare la natura di essere ingiusta, né in questo caso, né in quello della superiorità dell'uomo in ambito socio-politico. Ancora una volta, ciò non significa che l'uomo sia superiore alla donna, ma solo che in certe aree è mediamente superiore ad essa, nel senso che le sue capacità e le sue tendenze, così come le sue possibilità, vengono esercitate in modo diverso, ferme restando naturalmente tutte le possibili eccezioni e le diversità individuali.

 

Probabilmente faremmo meglio ad mantenere questo stato di cose, piuttosto che attaccare un ordine naturale che appare solo dannoso a coloro che considerano il successo sociale e l'autorità politica il summum dei valori umani, e che di conseguenza tengono in scarsa considerazione il valori prettamente femminili.

 

In definitiva, e in conclusione, credo che la crisi della famiglia e della maternità che attraversiamo con la famiglia postmoderna, sia iniziata, in ordine cronologico, dalla crisi della paternità. Una crisi che può, in una certa misura, essere spiegata da cambiamenti socio-economici, ma che alla fine può essere intesa come la conseguenza del processo di desacralizzazione e di secolarizzazione di cui è vittima l'Occidente.

 

corpus hypercubus - salvador dalì

Sopra: il quadro di Salvador Dalì (1904-1989) Corpus Hypercubus (1954), un esempio artistico che rispecchia in modo simbolico il processo di desacralizzazione dell'Occidente cristiano.

 

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Note

 

1 Traduzione dall’originale francese La société sans père (Action Familiale et Scolaire, Parigi 2020, 2ª Ed.), a cura di Paolo Baroni. L'intervista è stata pubblicata sul nº 69 della rivista dell'Action Familiale et Scolaire (febbraio 1987), ed è stata poi oggetto di un opuscolo che qui trovate tradotto.

2 éditions de Clairval, 1985 (ristampato nel 2013, 296 pagg.), con una prefazione di Padre Yannick Bonnet.

3 Vedi l'opuscolo dell'Action Familiale et Scolaire intitolato Les étapes maçonniques d’une politique de la mort («Le tappe massoniche di una politica della morte»).

4 I titoli sono redazionali.

5 L'ebefrenia (conosciuta anche con il nome di psicosi della giovinezza) è una delle forme in cui può presentarsi la schizofrenia. Questo disturbo psichiatrico fa la sua comparsa generalmente nei giovani. La forma ebefrenica è caratterizzata da comportamenti confusionali e incoerenti; l'ebefrenico rivela la volontà di abbandonare la lotta, di non crescere psicologicamente per non dover competere e esser sottoposto al giudizio o alla disapprovazione degli altri o confrontarsi con la loro aggressività; crescendo con l'età digredisce mentalmente.

https://it.wikipedia.org/wiki/Ebefrenia

6 Un movimento filosofico del XVIII secolo caratterizzato da una vivace messa in discussione dell'autorità, un vivo interesse per le questioni di politica e cultura generale e un'enfasi sul metodo empirico nella scienza.

https://www.wordnik.com/words/aufkl%C3%A4rung

7 Alexander Mitscherlich, autore del libro Vers la société sans pères: essai de psychologie sociale («Verso la società senza padri: saggio di psicologia sociale»). Mitscherlisch era un medico e uno psicanalista tedesco. Egli è conosciuto per i suoi lavori sulla psicosomatica.

 

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