titolòo la lobby ebraica e il fenomeno dell'immigrazione

a cura di Hervé Ryssen 1

 

postato: 5 giugno 2019

 

pro-immigrazione

Sopra: 1º marzo 1917; l'attivista pro-immigrazione Michele Freed (al centro) manifesta davanti alla Casa Bianca in favore della libera immigrazione negli Stati Uniti. Essa milita nella HIAS (Hebrew Immigrant Aid Society), un'organizzazione ebraica americana per l'aiuto ai rifugiati.

 

Premessa

 

Quando si indaga sulle origini delle società segrete e sul loro disegno comune di giungere all'instaurazione di un Governo Mondiale - naturalmente dopo aver fatto tabula rasa della Chiesa di Roma e della cristianità - ci si imbatte inevitabilmente nell'influenza che certi ebrei hanno esercitato sulle idee professate da questi gruppi occulti (Rosacroce, Massoneria, Teosofia, New Age, club Mondialisti, Illuminati, ecc...).

 

Sopra: la presenza costante dell'Esagramma in molti simboli dell'occulto o di società segrete (Ordine Martinista, Società Teosofica, Golden Dawn, ecc...) testimonia l'enorme influenza esercitata su questo mondo dalla Kabbalah ebraica.

 

Quello che lascia sconcertati è la doppia politica praticata da questi cosmopoliti per vocazione. Se è doveroso constatare che in Europa, questa potente lobby si batte affinché i singoli governi europei e la UE accolgano un numero sempre crescente di immigrati (soprattutto islamici) in vista di un «meticciato globale», dall'altra non si può chiudere gli occhi sulla politica messa in atto dal governo israeliano, il quale ha le frontiere sigillate e non è certo un esempio di tolleranza e di accoglienza verso i non ebrei (pensiamo alla sorte dei palestinesi...).

 

Non può nemmeno sfuggire all'osservatore attento la martellante propaganda rabbinica contro l'assimilazione degli israeliti, che si realizza principalmente nel vietare o sconsigliare i matrimoni cosiddetti «misti» (con non ebrei/e). Questo duplice atteggiamento, così intrinsecamente contraddittorio, pone alla coscienza degli europei, sempre più disorientati dalla politica suicida portata avanti dai loro governanti e dagli uomini di Chiesa, una domanda di importanza capitale: per quale ragione questa lobby predica in Occidente l'edificazione di una società multietnica e multireligiosa mentre in casa propria non accetta intrusi e non vuole il «meticciato»? Due pesi, due misure... Qualcosa non quadra.

 

Sopra: spot pubblicitario che invita gli ebrei americani a non assimilarsi e a recarsi in Israele. Sotto la fotografia di una donna sposata con un goy (un non ebreo) è scritto «lost» («perduta»).

 

Ma per chi possiede una conoscenza anche solo approssimativa del Talmud (il libro-guida di ogni pio ebreo), e soprattutto dell'odio di cui trasuda questo libro verso la religione cristiana e la mentalità occidentale, la risposta è semplice: l'antico sogno ebraico di dominio planetario non potrà mai realizzarsi se prima l'Occidente non rinuncerà alla propria identità religiosa e culturale. Le citazioni di importanti politici, finanzieri o intellettuali israeliti che seguono vanno tutte in questa direzione: l'instaurazione di un Governo Mondiale (la Repubblica Universale dei massoni) sotto l'egida dell'unico «popolo eletto» di Dio, che si serve per raggiungere questo scopo di enormi ricchezze e del controllo pressoché totale dei mass media. I soliti pregiudizi o stereotipi antisemiti? Leggete e giudicate da voi stessi.

 

no assimiliazione

Sopra: attivisti ebrei anti-assimilazionisti.

 

 

Paolo Baroni

 

 

jacques attali

Sopra: Jacques Attali.

 

- Jacques Attali (economista e saggista francese, liberale ed ex socialista): la Germania dovrà «aprire all'immigrazione per compensare l'attuale deficit demografico. Sarebbe necessario che la quota della popolazione straniera naturalizzata raggiungesse un terzo della popolazione globale, e metà della popolazione delle città» 2. In Francia: «Sarà necessario in breve tempo acquisire i mezzi per un netto ringiovanimento, accettando l'entrata di un gran numero di stranieri» 3.

 

 

daniel cohn-bendit

Sopra: Daniel Cohn-Bendit.

 

- Daniel Cohn-Bendit (ecologista ed ex anarchico francese, protagonista del Sessantotto): «Ciò che mi piace della Francia è il suo cosmopolitismo. I neri, gli arabi, gli ebrei. Adoro la Francia specialmente per questo» 4. Sarebbe bene che «la percentuale di stranieri raggiungesse un terzo della popolazione globale [...]. La barca è lungi dall'essere piena, anzi, è fin troppo vuota [...]. Per fermare la xenofobia, la cosa migliore sarebbe  aumentare e non cercare di ridurre il numero degli stranieri» 5.

 

 

bernard-henri lévy

Sopra: Bernard-Henri Lévy.

 

- Bernard-Henri Lévy (filosofo, giornalista e saggista francese): «Naturalmente, siamo risolutamente cosmopoliti. É chiaro tutto ciò che è territoriale, tipico, locale, in breve sciovinista o patriottico ci è estraneo, ossia odioso» 6.

 

 

alain finkielkraut

Sopra: Alain Finkielkraut.

 

- Alain Finkielkraut (ex intellettuale francese di sinistra): «Il rischio mortale che fa pesare sul mondo il culto dell'appartenenza, la segmentazione dell'umanità e l'isolamento degli individui nella loro razza o nella loro cultura, potrebbe essere definitivamente scongiurato solamente mediante l'instaurazione di società multietniche» 7.

 

 

jacques derrida

Sopra: Jacques Derrida.

 

- Jacques Derrida (1930-2004; ideologo marxista francese): «C'è molto più spazio di quello che si dice per ospitare più stranieri»; «L'immigrazione non è aumentata, al contrario di quanto viene affermato» 8.

 

 

guy sorman

Sopra: Guy Sorman.

 

- Guy Sorman (economista liberale francese): «Non sarebbe la presenza degli stranieri che provocherebbe il razzismo, ma la loro assenza: il fantasma dell'immigrato sarebbe foriero di violenza molto più di quanto lo sarebbe l'immigrato stesso» 9.

 

 

jack lang

Sopra: Jack Lang.

 

- Jack Lang (ex ministro socialista francese): intervistato durante il talk-show Tout le monde en parle («Tutto il mondo ne parla»), mandato in onda sabato 3 settembre 2005:

- Thierry Ardisson: «Non pensa che ci siano troppi immigrati in Francia»?

- Jack Lang: «No, sa che la Francia è il Paese con il numero più basso di immigrati in Europa»?

 

 

alain minc

Sopra: Alain Minc.

 

- Alain Minc (saggista liberale francese): La popolazione di immigrati è «più ridotta di quanto qualcuno pretenderebbe»; «i numeri sono ben al di sotto di ciò che certa propaganda politica cerca di far credere». Il numero di immigrati clandestini «non dev'essere molto più alto di quanto lo era nel 1981». Occorre «combattere il delirio xenofobico per porre fine a questa «paranoia francese» 10.

 

 

jean daniel

Sopra: Jean Daniel.

 

- Jean Daniel (direttore giornalistico francese): «Niente fermerà i movimenti di popolazioni povere verso un Occidente vecchio e ricco [...]. Ecco perché la saggezza e la ragione consistono ormai nell'agire come se avessimo intenzione di ricevere sempre più immigrati la cui accoglienza dev'essere preparata» 11. È «inevitabile». È inutile combattere.

 

 

edgar morin

Sopra: Edgar Morin.

 

- Edgar Morin (pseudonimo di Edgar Nahoum, filosofo e sociologo francese): «Noi siamo favorevoli allo sviluppo delle reti nel tessuto planetario, e auspichiamo il meticciato» (degli altri popoli, naturalmente, non degli ebrei; N.d.R.) 12.

 

 

alexander adler

Sopra: Alexander Adler.

 

- Alexander Adler (liberale, sostenitore della guerra in Iraq, direttore del Courrier international, ex comunista): La Turchia, che ha «libere elezioni, una stampa libera, intellettuali che non hanno nulla da invidiare ai nostri, stupende Università aperte al mondo», rappresenta un'«opportunità insperata» per l'Europa 13.

 

 

pierre lellouche

Sopra: Pierre Lellouche.

 

- Pierre Lellouche (deputato liberale di destra e presidente dell'Assemblea della NATO): «Poiché la Turchia è un Paese musulmano, mi auguro che essa entri a far parte dell'Unione Europea» 14.

 

 

nicolas sarkozy

Sopra: Nicolas Sarkozy.

 

- Nicolas Sarkozy (ex presidente della Francia, un marrano, ossia un ebreo travestito da cattolico) ha dichiarato appena tornato da Israele: «Il problema non è la Turchia, ma l'identità dell'Europa. Se vogliamo davvero espanderci in questa regione del mondo dovremmo prima integrare Israele» 15. E ancora: «Penso che i francesi stiano aspettando una Francia in cui l'espressione "nativo francese" sarà scomparsa» 16.

 

 

paul wolfowitz

Sopra: Paul Wolfowitz.

 

- Paul Wolfowitz (direttore della Banca Mondiale, ex «falco», sostenitore della guerra in Iraq nel 2003). A novembre del 2005, un rapporto della Banca mondiale ha incoraggiato la Russia ad aprire i suoi confini: «L'immigrazione è una delle principali condizioni per una crescita economica stabile in Russia. La popolazione del Paese sta invecchiando ed è in declino [...]. Per compensare completamente lo spopolamento, sarebbe necessario un flusso annuale di un milione di immigrati».

 

 

steven cohen

Sopra: Steven Cohen.

 

- Steven Cohen: i finanzieri ebrei sono i re di Wall Street. Questa indiscussa supremazia finanziaria è illustrata, ad esempio, in un articolo apparso sul quotidiano Le Point (del 9 febbraio 2006) intitolato «Steven Cohen, le manitou de Wall Street» («Steven Cohen, il pezzo grosso di Wall Street»). Steven Cohen, si può leggere, ama mantenere il segreto:

 

«Il vero boss di Wall Street non vive a Manhattan, ma vive recluso in una casa di Greenwich (nel Connecticut) circondata da un muro alto quattro metri. Steven Cohen, quarantanove anni, non appare in pubblico quasi mai [...]. Nel 2005, egli ha intascato 500 milioni di dollari! Il suo segreto: sapere tutto prima di tutti gli altri. L'occhio inchiodato sui monitor di controllo, Cohen analizza migliaia di dati e ha degli scatti d'ira quando gli analisti di Wall Street non gli passano la primizia delle informazioni. Gli investitori che si affidano a lui pagano a caro prezzo questo servizio: Cohen preleva il 3% di queste somme per le spese di gestione e il 35% dei guadagni. Cohen professa un capitalismo totale: "Mangiate ciò che uccidete", dice ai suoi operatori finanziari, pagati per le loro prestazioni».

 

 

george soros

Sopra: George Soros.

 

- George Soros è uno degli uomini più ricchi al mondo e il simbolo della speculazione internazionale. Quando compra miniere d'oro, il metallo giallo sale nelle quotazioni. Se l'oro va giù significa che le ha vendute. Nel 1992, egli ha messo a segno uno degli colpi finanziari più grandi del secolo mobilitando circa dieci miliardi di dollari contro la sterlina. La Banca d'Inghilterra vacillò sotto l'assalto della speculazione e alla fine dovette svalutare e far uscire la sua moneta dal Sistema monetario europeo.

 

Soros divenne «l'uomo che ha fatto crollare la Banca d'Inghilterra». Egli ha intascato più di un miliardo di dollari in una settimana. La sua fortuna personale è stimata (nel 1998) intorno ai 70 miliardi di dollari, ma è alla sua Open SocietySocietà Aperta»), che ora egli dedica la maggior parte del suo tempo. Soros difende i principî della democrazia e dei diritti umani (droga libera, sostegno alla comunità LGBT, ecc...), «per preservare la pace, l'ordine e la legge su scala planetaria» 17.

 

open society foundation

 

 

samuel pisar

Sopra: Samuel Pisar.

 

- Samuel Pisar (1929-2015): prima di George Soros, il guru di Wall Street era un altro finanziere ebreo: Samuel Pisar. Ma ecco ciò che ha rivelato questo ricchissimo uomo d'affari:

 

«C'è un guru a Wall Street che si occupa del dollaro e degli amanti del dollaro. Egli è l'economista a capo della potente banca Salomon Brothers, che vende al pubblico le obbligazioni della maggior parte dei governi e delle imprese di tutto il mondo. Si chiama Henry Kaufman. Quando parla, e non ha bisogno di molte parole, le borse di tutto il mondo cominciano a sperare o ad agitarsi. Le sue previsioni sono seguite ogni quarto d'ora, registrate dalle banche e interpretato dalle cancellerie. Le fortune si fanno e si disfano» 18.

 

henry kaufman

Sopra: il miliardario ebreo Henry Kaufman.

 

 

albert einstein

Sopra: Sopra: Albert Einstein.

 

- Albert Einstein (1879-1955; fisico, membro del B'nai B'rith): «Un Governo Mondiale, così come lo concepisco, dovrebbe essere competente per giudicare qualsiasi questione militare» 19.

 

 

- Ancora Jacques Attali:

 

«Bisogna aprirsi alle culture degli altri, per favorire tutti i meticciati (tranne che per gli ebrei; N.d.R.), imparare a pensare globalmente [...]. Dopo aver creato le istituzioni europee continentali, può darsi che si presenti la necessità di un Governo Mondiale» 20. «Contemporaneamente ipocondriaci, paranoici e megalomani, narcisisti ed egocentrici, gli ipernomadi [...] inventeranno così il meglio e il peggio di una società globale volatile, incurante, egoista e precaria. Arbitri dell'eleganza, padroni delle ricchezze e dei media, essi non si riconosceranno in alcuna fedeltà, né nazionale, né politica, né culturale» 21.

 

Possiamo dire che in poche parole Attali ha riassunto buona parte del delirio isterico di un certo ebraismo.

 

 

albert memmi

Sopra: Albert Memmi.

 

- Albert Memmi (scrittore francese): «Viviamo nell'attesa entusiasta di tempi nuovi inauditi, e crediamo di averne già intravisto i segni precursori: l'agonia delle religioni, delle famiglie e delle nazioni. Non nutriamo altro che rabbia, disprezzo e ironia per i ritardati della Storia che si aggrappano a questi residui» 22.

 

Parlando della religione cristiana Albert Memmi ha affermato: «La vostra religione è una bestemmia e una sovversione allo sguardo degli ebrei. Per noi il vostro Dio è il diavolo, vale a dire il simbolo e l'essenza del male sulla terra».

 

(cfr. A. Memmi, Portrait d'un juif, Gallimard, Parigi 1962, pagg. 188-189).

 

 

manes sperber

Sopra: Manes Sperber.

 

- Manes Sperber (1905-1984; intellettuale di sinistra ed ex marxista): «Fin dall'antichità, scopriamo che essi (gli ebrei) non si considerano mai veramente sconfitti, ma che, al contrario, credono che gli sia stato promesso un futuro successo che sarà definitivo. Dicono di essere uniti ad un alleato invincibile, il loro Dio, l'unico vero Dio, che regna sull'intero Universo» 23.

 

 

dominique strauss-kahn

Sopra: Dominique Strauss-Kahn.
 

- Dominique Strauss-Kahn (ex presidente del Fondo Monetario Internazione, socialista): «Ritengo che ogni ebreo della diaspora debba aiutare Israele; ecco perché è importante che gli ebrei si assumano responsabilità politiche» 24.

 

 

- Ancora Bernard-Henri Levy: «Sono un ebreo che vive in Francia. Sono ebreo e francese, sono ebreo e amo la Francia». La cosa sembra appianata. Ma lo sfondo della sua identità è ovviamente monocromatico: «Sono ebreo, lo sono in tutte le mie fibre. Lo sono per i miei lapsus. Lo sono per le regole alimentari che mi sono imposto [...]. Lo sono per il mio modo di scrivere [...]. Sono ebreo per questo patto invisibile che mi lega agli ebrei di tutto il mondo [...]. Sono ebreo per la mia pazienza messianica» 25.

 

 

albert caraco

Sopra: Albert Caraco.

 

- Albert Caraco (1919-1971; filosofo): «Ciò che li salva (gli ebrei) dalla morte è che appaiono al contempo deboli e colpevoli, tanto essi non sembrano capaci di essere coerenti». Egli insiste su questo punto: «La loro forza consiste nel sembrare deboli. Essi non si vantano mai della loro forza, ma si lamentano sempre di essere deboli, ed è gemendo che conquisteranno l'Universo, il quale darà loro l'elemosina il giorno prima del loro trionfo» 26.

 

 

Troviamo queste stesse idee presso tutti gli intellettuali ebrei del mondo intero, in ogni momento, che siano marxisti o liberali, da Karl Marx a Karl Popper, a Primo Levi, Hannah Arendt, Emmanuel Levinas, Vassili Grossman, Sigmund Freud, Heinrich Heine, Wilhelm Reich, Herbert Marcuse, Theodore Wiesenthal Adorno, Bernard Kouchner. Elisabeth Badinter, Marek Halter, Françoise «Giroud»; lo stesso avviene per i romanzieri come Mario Vargas Llosa, Bernard Werber, Philip Roth, Arthur Miller, Albert Cohen, Paul-Loup Sulitzer, ecc...

 

Nel mondo del cinema, i film di cineasti cosmopoliti si riconoscono facilmente. Troviamo sempre gli stessi ingredienti: multiculturalismo, meticciato, omosessualità, incesto, travestitismo, colpevolezza dell'uomo europeo, accuse anticattoliche, apologia della democrazia e di un mondo senza frontiere, ecc... Vedi a questo riguardo i film di Claude Berri, Steven Spielberg, Stephen Frears, Roman Polanski, Claude Lelouch, Roland Emmerich, Alexandre Arcady, Matthieu Kassovitz, Edouard Molinaro, Bernard Stora, Alain Berberian, Olivier Dahan, Costa-Gavras, Richard Donner, Barry Sonnenfeld, Peter Weir, Milos Forman, ecc...

 

 

pascal bruckner

Sopra: Pascal Bruckner.

 

- Pascal Bruckner (scrittore e saggista francese):

 

«Il pianeta ha raggiunto uno stadio senza precedenti della sua avventura; l'unificazione del globo, già realizzata tecnicamente e materialmente, sta per diventarlo anche politicamente. L'idea stessa di pace universale sta per lasciare i sogni degli utopisti per iscriversi nei fatti. Tutto ciò che abbiamo subito nel nome della Storia non erano nient'altro che scosse e convulsioni per arrivare a questa gloriosa tappa» 27.

 

 

Il popolo ebraico sta portando avanti un progetto per tutta l'umanità; un progetto grandioso che ha perseguito per secoli, contro tutti: l'instaurazione sulla terra della pace universale, propiziata dall'arrivo del «messia». La nozione di «pace» è davvero centrale nell'ebraismo, e non è una coincidenza che questa parola (shalom, in ebraico) si trovi spesso in tutti i discorsi degli ebrei di tutto il mondo. In questo mondo perfetto che essi stanno costruendo, tutti i conflitti spariranno finalmente dalla faccia della Terra, e in primo luogo i conflitti tra le nazioni.

 

Questa è la ragione per cui, ovunque siano, gli ebrei fanno campagne instancabili per la rimozione delle frontiere e la dissoluzione delle identità nazionali. Poiché le nazioni, che sono la causa delle guerre e dei disordini, devono essere indebolite, e in definitiva, soppresse a favore di un Governo Mondiale, l'unico che può far prevalere sulla Terra la felicità e la prosperità. Quando tutte le identità saranno scomparse, non resterà che il popolo ebraico, che sarà riconosciuto da tutti come il «popolo eletto» di Dio.

 

multietnica

Sopra: una delle tante pubblicità di Benetton in cui si

esalta la società multietnica contemporaneamente aperta alle unioni gay.

 

Gli ebrei sono naturalmente i migliori propagandisti della società pluralista e del meticciato planetario. É per questa ragione che essi incoraggiano sempre l'immigrazione in tutti Paesi in cui vivono, non solo perché la società multiculturale corrisponde al loro progetto politico-religioso, ma anche perché la dissoluzione dell'identità nazionale che ne risulterà preserverà un possibile rigurgito nazionalista contro il potere che sono stati in grado di acquisire, soprattutto in campo politico e mediatico. Tutti gli intellettuali ebrei, senza alcuna eccezione, si sono dunque focalizzati sulla questione della società «pluralista» ed esercitano una «vigilanza antirazzista» permanente, al di là delle loro divergenze politiche.

 

anti-defamation league

Sopra: il logo dell'Anti-defamation League, un'organizzazione ebraica il cui scopo è vigilare a livello mondiale per reprimere i rigurgiti di «antisemitismo» e combattere il razzismo, l'odio e l'intolleranza.

 

 

banner centro culturale san giorgio

 

Note

 

1 Traduzione dell'originale francese Ce que veulent les Juifs, a cura di Paolo Baroni. Scritto reperibile alla pagina web

https://www.fichier-pdf.fr/2012/03/03/ce-que-veulent-les-juifs-herve-ryssen/

2 Cfr. J. Attali, Dictionnaire du XXe siècle («Dizionario del XX secolo»), Fayard, 1998.

3 Cfr. J. Attali, L'Homme nomade («L'uomo nomade»), Fayard, 2003, pag. 436.

4 Cfr. A. Harris, A. de Sédouy, Juifs et Français («Ebrei e francesi»), Grasset, 1979, pag. 188.

5 Cfr. Xénophobies, Grasset, 1998, pagg. 14, 43, 45.

6 Cfr. Globe, 1985.

7 Cfr. A. Finkielkraut, Humanité perdue («Umanità perduta»), Seuil, 1996, pag. 147.

8 Cfr. J. Derrida, É. Roudinesco, De quoi demain... («Di quale domani...»), Fayard, 2001, pag. 104.

9 Cfr. G. Sorman, En attendant les barbares («Attendendo i barbari»), Fayard, 1992, pagg. 52-56.

10 Cfr. A Minc, La Vengeance des nations («La vendetta delle nazioni»), Grasset, 1990, pagg. 155-160, 208.

11 Cfr. Le Nouvel Observateur, del 13 ottobre 2005.

12 Cfr. E. Morin, Terre-Patrie («Terra-Patria), Seuil, 1993, pagg. 138-143.

13 Cfr. Le Figaro, del 13 ottobre 2004.

14 Cfr. Actualités juives, del 23 dicembre 2004.

15 Ibid.

16 Cfr. N. Sarkozy, Témoignage («Testimonianza»), 2005, pag. 280.

17 Cfr. G. Soros, La Crise du capitalisme mondial («La crisi del capitalismo globale»), Plon, 1998, pag. 151.

18 Cfr. S. Pisar, La Ressource humaine («La risorsa umana»), Lattès, 1983, pagg. 24, 313.

19 Cfr. The Naked Power, Hermann, 1991 (novembre 1945).

20 Cfr. J. Attali, Dictionnaire du XXe siècle, voce «Mondialisation», pagg. 15-17.

21 Cfr. J. Attali, Une brève Histoire de l'avenir («Una breve storia dell'avvenire»), Fayard, 2006, pag. 282.

22 Cfr. A. Memmi, Portrait d'un Juif («Ritratto di un ebreo»), éd. Gallimard, Parigi, 1962, pag. 186.

23 Cfr. M. Sperber Être Juif («Essere ebreo»), Odile Jacob, 1978, 1994, pag. 133.

24 Cfr. France-Inter, 13 maggio 2004.

25 Cfr. B. H. Levy, Récidives («Recidivi»), Grasset, 2004, pagg. 413-415.

26 Cfr. A Caraco, Apologie d'Israël (Apologia d'Israele»), L'Age d'Homme, 2004, pagg. 180, 186, 181.

27 Cfr. P. Bruckner, La mélancolie démocratique («La malinconia democratica»), Seuil, 1990, pag. 13.

 

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