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titolo lo spirito di assisi e il vero san francesco di assisi

di John Vennari 1

 

postato: 6 novembre 2020

 

san francesco d'assisi

 

Presentazione

 

Non c'è alcun dubbio che tra i Santi la cui figura è stata più deturpata e alterata dopo il Concilio, il primo posto spetti sicuramente a San Francesco d'Assisi. In questi ultimi decenni, infatti, il Santo che ha ricevuto le stigmate è stato presentato dagli uomini di Chiesa (specialmente dai più sinistrorsi) come un ambientalista, un pacifista, un animalista, un ecumenico e un promotore della fratellanza umana e del dialogo, ecc...

 

Niente di più lontano dalla verità, come dimostra questo bellissimo - seppur breve - articolo di John Vennari (1958-2017) pubblicato sul sito Catholic Family News nell'aprile del 2002. In realtà, il Santo era pieno di zelo per la salvezza delle anime, soprattutto per quelle più lontane da Cristo che rischiavano, come dice nel Cantico delle Creature, la «morte secunda» (di andare all'inferno). Possa questo breve articolo illuminare coloro che non hanno paura di misurarsi con la verità e non temono di andare controcorrente in questo momento di grande crisi all'interno della Chiesa.

 

san francesco d'assisi

 

Lo «spirito di Assisi»

 

Sta diventando sempre più ovvio che all'interno della Chiesa, dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965), siamo entrati nell'era degli slogan: slogan vuoti e privi di significato che in realtà non hanno molta sostanza e non trasmettono il vero quadro di ciò che viene effettivamente promosso. Conosciamo tutti quegli slogan: la promessa di una «nuova primavera, di una «nuova civiltà dell'amore», di una «nuova Pentecoste», e ora, di un nuovo orientamento chiamato «lo spirito di Assisi» 2.

 

concilio vaticano II

Sopra: il Concilio Vaticano II, la «nuova Pentecoste», la «nuova primavera»,

che nel tempo si è dimostrato un rigido inverno per la fede dei cattolici.

 

In una recente conferenza intitolata «The New Pentecost vs. The True Pentecost» («La "nuova" Pentecoste contro la vera Pentecoste»), ho spiegato che l'unico modo in cui possiamo definire qualsiasi cosa come una «nuova Pentecoste», è di confrontarla con la vera Pentecoste; cioè, con la prima Pentecoste, quella registrata negli Atti degli Apostoli. In quell'occasione ho descritto come, punto per punto, la cosiddetta «nuova Pentecoste» non riesca a misurarsi con la prima, soprattutto per quanto riguarda la conversione degli ebrei.

 

bergoglio - hassidici

Sopra: Francesco I incontra in Vaticano l'8 maggio 2017 Edgar Gluck

(il secondo da sinistra), rabbino-capo della Galizia.

 

Spesso, la cosiddetta «nuova Pentecoste» è l'esatto opposto di ciò che vediamo nella vera Pentecoste. Lo stesso bisogna fare con il cosiddetto «spirito di Assisi», un termine recentemente entrato in voga negli ambienti cattolici (più progressisti). Il termine richiama automaticamente l'idea che ci sia una collegamento tra questo «spirito» e San Francesco d'Assisi (1181-1226).

 

Che cosa c'entra lo «spirito di Assisi» con San Francesco?

 

Nulla! In realtà, si tratta di spiriti inconciliabili tra loro. Ma in un contesto cattolico, non è possibile contemplare uno «spirito di Assisi» che sia separato da San Francesco d'Assisi. E tuttavia, la «spirito di Assisi» è esattamente uno spirito pan-religioso. È qualcosa che San Francesco d'Assisi avrebbe guardato con orrore assoluto.

 

Lo «spirito di Assisi» è nato il 27 ottobre 1986, quando per volontà di Giovanni Paolo II (1920-2005), cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani, animisti, induisti, zoroastriani, sciamani e vari altri esponenti religiosi si sono riuniti ad Assisi nella Basilica di San Francesco per pregare insieme «per la pace».

 

assisi 1986

Sopra: il primo meeting di Assisi, il 27 ottobre 1986.

 

I cattolici, che adorano il vero Dio, si sono uniti ai membri di religioni false che hanno pregato i loro falsi dèi. Potrebbe esserci qualcosa di più contrario allo spirito di San Francesco d'Assisi? Mettere l'unica vera religione di Gesù Cristo sullo stesso piano dei falsi credi? Per quanto riguarda le religioni non cristiane, la Sacra Scrittura insegna che «tutti gli dèi delle nazioni sono demoni» (Sl 45, 5).

 

Per quel che invece riguarda le religioni eretiche, San Paolo ci dice che le false religioni sono «dottrine diaboliche» (1 Tm 4, 1). Pertanto, la Rivelazione divina e la Sacra Tradizione hanno sempre proibito ai cattolici di impegnarsi in un cameratismo religioso con gli esponenti delle false religioni 3.

 

karol wojtyla - voodoo

Sopra: Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986 incontra

uno stregone vudù, adoratore del «dio serpente»...

 

San Francesco: cavaliere della Chiesa militante

 

San Francesco d'Assisi era fermamente convinto della verità secondo cui fuori della Chiesa cattolica non c'è salvezza. Non era un apostolo del dialogo, come quello inaugurato dalla Costituzione conciliare Gaudiem et spes (del 7 dicembre 1965). Era un apostolo di Cristo che predicava il Vangelo:

  • Per la salvezza di quelle anime che erano già cattoliche, ma che si erano allontanate dall'ideale evangelico;

  • Per la salvezza degli infedeli e dei non credenti, che sapeva si sarebbero persi se non avessero abbracciato Cristo e la sua unica vera Chiesa.

 fuori della chiesa non c'è salvezza»

 «Extra Ecclesiam nulla salus»

(«Fuori della Chiesa non c'è salvezza»).

 

Uno dei sui biografi, il cappuccino Padre Laurence Anthony Hess Cuthbert o.s.f.c. (1866-1939), scrisse nel 1916 che San Francesco «tendeva ad essere impaziente con i ficcanaso e gli eretici ostinati» 4. San Francesco, infatti, ha pronunciato parole dure contro coloro che non accettano la verità cattolica. Non ha parlato in termini vaghi dei «semi di verità presenti in tutte le religioni».

 

cuthbert - life of st. francis of assisi

Sopra: la copertina dell'opera di Padre Cuthbert dalla

quale sono state estratte diverse citazioni.

 

Né ha compiuto il suo famoso viaggio in Terra Santa per predicare ai musulmani «un invito al dialogo tra le grandi religioni monoteiste al servizio della famiglia umana» 5. No. San Francesco ha predicato la necessità per la salvezza della conversione degli acattolici all'unica vera Chiesa di Cristo. In una delle sue più antiche Admonitiones ai frati del suo Ordine, San Francesco disse quanto segue a riguardo di coloro che non accettano la verità cattolica:

 

«Tutti coloro che hanno visto Gesù nella carne, ma non Lo hanno visto secondo lo Spirito e nella sua Divinità, e non hanno creduto che Egli fosse veramente il Figlio di Dio, sono condannati. Lo sono anche quelli che vedono il Sacramento della Corpo di Cristo, che è consacrato con le parole del Signore sull'altare, e per mano del sacerdote, sotto forma di pane e vino, ma non lo vedono nello Spirito e nella Divinità e non hanno creduto che è realmente il Santissimo Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo» 6.

 

gesù e i farisei

Secondo San Francesco, i giudei che hanno visto Gesù Cristo

nella carne e non hanno creduto sono stati condannati.

 

Pertanto, coloro che cercano di ritrarre San Francesco d'Assisi come un apostolo del nuovo tipo di dialogo ecumenismo inaugurato dal Vaticano II semplicemente non dicono la verità. Tanto più che l'ecumenismo di oggi, di cui lo «Spirito di Assisi» è l'elemento più radicale, non cerca la conversione dei non cattolici all'unica vera religione, ma cerca solo di collaborare con tutte le religioni in una «diversità riconciliata» per il «miglioramento della famiglia umana» 7. Non c'è contrasto più netto con questo nuovo ed effeminato ecumenismo dell'incontro di San Francesco con il Sultano e dello zelo missionario dei suoi frati tra i musulmani.

 

San Francesco contro l'islam

 

Intorno al 1219, dopo un Capitolo Generale dell'Ordine, San Francesco decise di intraprendere una missione presso i maomettani in Egitto, dove si stava combattendo una Crociata. Durante questo periodo, il Santo rimase con l'esercito cristiano, per poi andare oltre le linee musulmane. Una volta fuori dalle linee cristiane, fu catturato dai soldati islamici. Francesco disse loro che voleva predicare Cristo al Sultano, e quest'ultimo gli permise di entrare nell'accampamento.

 

Quando fu davanti dal Sultano, San Francesco disse: «Sono stato inviato da Dio Altissimo per mostrare a te e al tuo popolo la via della salvezza annunciandoti le verità del Vangelo» 8. E mentre San Francesco predicava, il Sultano si sentì molto attratto da Francesco e dalla forza delle sue parole, tanto che invitò Francesco a rimanere con lui. Rispose il Santo: «Volentieri, se tu e il tuo popolo vi convertirete a Cristo» 9.

 

san frnacesco e il sultano

Sopra: San Francesco predica il Vangelo al Sultano.

 

San Francesco, quindi, propose la sua famosa sfida. Disse: «Se ancora vacilli tra Cristo e Maometto, ordina che si accenda un fuoco e io vi entrerò con i tuoi sacerdoti affinché tu possa vedere qual è la vera fede». 10. Il Sultano non era disposto a permettere questa prova del fuoco, così Francesco chiese il permesso di andarsene. E il Sultano diede ordine che Francesco fosse ricondotto nel suo campo con gentilezza.

 

san francesco e la sfida del fuoco

Sopra: San Francesco, il Sultano

e la famosa sfida del fuoco.

 

Mentre questo accadeva in Egitto, cinque frati francescani pieni di zelo sollevarono un polverone nel Marocco musulmano, tanto che tutti e cinque furono messi a morte. Si chiamavano Fra Berardo, Ortho, Pietro, Accurso e Aduto. Prima erano andati in Spagna, nella Siviglia musulmana. E poiché avevano cercato di predicare il Vangelo in quella città, erano stati flagellati, imprigionati ed espulsi da quel regno. Poi si erano recati nel Marocco musulmano nel tentativo di convertire gli infedeli.

 

Quando arrivarono, questi frati fecero molto di più che predicare per le strade. Entrarono direttamente in una moschea e denunciarono le falsità di Maometto all'interno di quel luogo 11. I frati furono catturati, imprigionati e flagellati, ma ciò non mitigò il loro zelo. Mentre erano in prigione, tentarono ripetutamente di convertire i carcerieri. I governanti del Marocco cercarono di trovare una via d'uscita diplomatica, e così decisero che questi frati zelanti fossero espulsi dal paese. E come risposero i cinque francescani? Padre Cuthbert ce lo racconta:

 

«Ma i cinque frati non sapevano nulla di diplomazia e non avevano la tempra di "vivere e lascia vivere". Ai loro occhi Maometto era il nemico di Cristo, e le anime di questo popolo erano il giusto bottino per il loro Divin Redentore. Rinunciare alla loro missione sarebbe equivalso a tradire e deviare dalla loro fedeltà al Salvatore» 12.

 

Furono nuovamente catturati, gettati in prigione e torturati. Mentre erano in attesa della condanna, i carcerieri promisero ai frati che le loro vite sarebbero state risparmiate e che avrebbero ricevuto de doni se avessero rinnegato Cristo e accettato Maometto. I frati risposero pronunciando le lodi di Nostro Signore ed esortando i torturatori a rinunciare a Maometto e ad accettare Gesù Cristo. I maomettani risposero decapitandoli e gettando i loro corpi fuori dalle mura perché fossero cibo per cani.

 

martiri francescani

Sopra: il martirio dei cinque

frati francescani in Marocco.

 

Un dignitario portoghese organizzò un'operazione furtiva per recuperare i loro corpi. Furono portati in Portogallo e, con grande riverenza, furono deposti nella Chiesa dei Canonici Regolari (agostiniani) a Coimbra.

 

Tra tutte le persone che accorsero per pregare e onorare i francescani martiri, c'era un giovane canonico agostiniano rapito dallo zelo e dall'amore di Cristo che ardeva in quei frati. Cercò i francescani locali e pregò di essere ammesso nell'Ordine. Quel giovane agostiniano, divenuto francescano, e ora è noto come Sant'Antonio da Padova (1195-1231), l'operatore di miracoli, che i cattolici onorarono per secoli con il titolo di «martello degli eretici».

 

sant'antonio da padova

Sopra: Sant'Antonio da Padova.

 

Per quanto riguarda San Francesco ci chiediamo: cosa pensava di questi cinque frati che erano entrati in una moschea e avevano predicato contro Maometto? Che avevano esortato i musulmani a non seguire il falso profeta Maometto per la propria salvezza? Forse che San Francesco organizzò il 12 marzo successivo un mea culpa per chiedere scusa dell'insensibilità dei suoi frati che non avevano capito che «i musulmani, insieme a noi, adorano lo stesso Dio»? No! San Francesco gridò in un trasporto di gratitudine al Cielo: «Ora posso davvero dire di avere cinque fratelli» 13. Questo è il vero spirito di Assisi!

 

benedetto XVI - moschea blu

Sopra: nel dicembre del 2006, Benedetto XVI, accompagnato dalle aautorità islamiche, ha pregato verso la Mecca all'interno della Moschea Blu di Istanbul. Come siamo lontani dal vero spirito di San Francesco d'Assisi!

 


banner centro culturale san giorgio

 

Note

 

1 Traduzione dall'originale inglese The «Spirit of Assisi» & The Real Saint Francis of Assisi, a cura di Paolo Baroni. Articolo reperibile alla pagina web

http://catholicapologetics.info/modernproblems/ecumenism/assisi.html

2 Questo breve articolo è solo un estratto di un discorso più dettagliato e ampio dell'autore intitolato «The Spirit of Assisi vs. Saint Francis of Assisi» («Lo spirito di Assisi contro San Francesco d'Assisi»).

3 Per il miglior riassunto della costante condanna dell'ecumenismo da parte del Magistero, consultare l'Enciclica Mortalium Animos, del 6 gennaio 1928, di Papa Pio XI

http://www.vatican.va/content/pius-xi/it/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19280106_mortalium-animos.html

4 Cfr. P. E. Cuthbert, osfc, Life of Saint Francis of Assisi, («Vita di San Francesco di Assisi»), Longmans, Green and Co., New York 1916, pag. 12.

5 Purtroppo, questa è una citazione di Giovanni Paolo II. Vedi «On Pilgrimage to Mt. Sinai», in Origins, del 9 marzo 2000. Riguardo al deludente impegno di Giovanni Paolo II per le novità ecumeniche, Padre Joseph de Sainte Marie (1931-1985), che era un teologo e un figlio fedele della Chiesa, ha emesso il lamento dal cuore spezzato e un ammonimento: «Ai nostri giorni, ed è uno dei segni più evidenti del carattere straordinariamente anormale dell'attuale stato della Chiesa, molto spesso accade che gli atti della Santa Sede esigano da parte nostra prudenza e discernimento» (cfr. Apropos, Isle of Skye, Scozia, 1994, pag. 5).

6 Cfr. Admonto Prima de Corpore Christi (Quaracchi Ed., pag. 4); cit. in J. Jorgensen, St. Francis of Assisi, Longmans, Green and Co, New York 1912, pag. 55.

7 Un esempio specifico tra tanti. Il Cardinale Walter Kasper, ora nominato da Giovanni Paolo II Prefetto del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ha recentemente affermato: «Oggi non si intende più l'ecumenismo nel senso di un ritorno, con il quale gli altri dovrebbero "convertirsi" e tornare ad essere "cattolici". Ciò è stato espressamente rigettato dal Vaticano II» (cfr. Adisti, 26 febbraio 2001). Vedi anche l'opera Iota Unum (capitolo XXXV), dove Romano Amerio dimostra che la conversione degli acattolici all'unica vera Chiesa non è l'obiettivo della pratica odierna dell'ecumenismo.

8 Cfr. Lives of Saints, «St. Francis of Assisi», John J. Crawley & Co., 1954.

9 Cfr. P. E. Cuthbert, osfc, op. cit., pag. 280.

10 Cfr. Lives of Saints.

11 Cfr. P. E. Cuthbert, osfc, op. cit., pag. 283.

12 Ibid., pag. 284.

13 Ibid., pag. 285.

 

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