della Dr.ssa Monica Monaco 1

 

postato: 1º novembre 2012

 

dipendenza televisiva

 

 La diffusione della televisione tra gli strumenti di comunicazione di massa ha gradualmente trasformato le abitudini quotidiane di molte persone. É entrata nelle case occupando inizialmente il tempo libero e ricevendo ben presto una promozione da bene di lusso, in possesso di pochi, a bene di largo consumo e alla portata di tutti. L'utilizzo di questo mass media si è guadagnato un posto di primo piano tra le attività quotidiane più diffuse, uno spazio che qualche volta finisce per trasformarne l'uso in abuso da parte di chi ne usufruisce per intere giornate, lasciando poco spazio ad un atteggiamento critico di fronte ai contenuti ricevuti.

 


Alle radici della teledipendenza

 

teledipendenzaLa TV, sempre più spesso, è additata come responsabile di numerose conseguenze negative sul pubblico e dell'origine di numerosi mali che affliggono la nostra attuale società. Ciò tuttavia non può far dimenticare i suoi meriti e le sue capacità informative e, indubbiamente, non si può attribuire ad essa tutta la responsabilità della crescita, negli ultimi anni, del fenomeno della teledipendenza. Come ogni strumento di comunicazione, anche la televisione può essere utilizzata bene o male e può diventare oggetto da cui dipendere quando si ricercano soddisfazioni ai propri bisogni e quando, in una società come quella attuale, si assiste a numerose crisi delle istituzioni che hanno finito per delegare a questo mezzo di comunicazione compiti che non dovrebbe svolgere e per i quali la televisione non è stata progettata adeguatamente. La teledipendenza, come molte altre moderne forme di dipendenza, rappresenta infatti il prodotto dell'incontro tra alcuni moderni fattori psico-sociali e determinati fattori comportamentali; i primi predispongono un terreno fertile su cui si possono sviluppare comportamenti errati che possono degenerare in diverse forme di dipendenza che, qualche volta, si ritrovano co-presenti nella stessa persona. Quando sono presenti moderne dipendenze come quella dal mezzo televisivo, infatti, si possono ritrovare anche altre forme di cosiddette dipendenze senza sostanze che spesso si associano ad essa, come la dipendenza da Internet o la dipendenza dagli acquisti, magari di prodotti pubblicizzati attraverso la stessa TV (Alonso-Fernandez F., 1999).

 

Fattori psico-sociali

 

I principali fattori psico-sociali che hanno alimentato il proliferare dei comportamenti di abuso televisivo riguardano alcune trasformazioni delle funzioni sociali assolte dalla televisione, che è passata dall'essere considerata uno strumento di informazione e di intrattenimento nel tempo libero all'essere trasformata in un vero e proprio educatore di bambini e modello per gli adulti, divenendo uno strumento umanizzato, al punto da rappresentare una vera e propria compagnia virtuale, talvolta preferita in parte o in tutto a quella reale. In tal modo, i due propositi tradizionali della televisione, quello di informare e di intrattenere, sono stati amplificati fino al punto da giungere alla creazione di due atteggiamenti piuttosto diffusi:

  • il primo, secondo il quale quello che è detto in televisione assume il valore di realtà assoluta, incontestabile e inopinabile;

  • il secondo, per il quale si è creata un'equazione tempo libero=uso dei mezzi di comunicazione di massa, fra i quali la televisione ha sempre un posto in prima fila.

Tutto ciò ha comportato, nella sfera individuale di numerose persone, un impoverimento di esperienze dirette di confronto con la realtà, a vantaggio del proliferare delle attività di conoscenza della realtà mediate dai mezzi di comunicazione di massa, un processo che frequentementezapping tende a generare la confusione tra realtà virtuale e realtà concreta (AA.VV., 2001). La realtà televisiva ha cominciato a produrre dei veri e propri modelli di vita che sono diventati esempi da imitare, non solo per i bambini e per gli adolescenti, sempre più spesso educati e cresciuti dalla TV-genitore, ma anche per gli adulti, sempre più conquistati dai personaggi che spiccano nelle telenovele, nei film d'azione e nei varietà. La mancanza di modelli reali ha lasciato spazio al consumo di modelli televisivi, con cui identificarsi e di cui studiare approfonditamente, per ore ed ore, gli schemi comportamentali da interiorizzare e da riprodurre (Popper K., Condry J., 1994). La presenza di persone che si possono vedere, ascoltare, di cui si conosce una storia (vera o pseudo-reale non importa) ha comportato l'umanizzazione della televisione ed ha assegnato ad essa un ruolo sociale di compagnia spesso molto importante, come nella terza età, e altre volte abusato in fasce di età in cui sarebbe più facile e naturale lasciare spazio alle compagnie reali di amici e conoscenti. Pertanto, se la televisione conquista sempre più spazio nella vita delle persone è perché contemporaneamente la famiglia, la scuola e le agenzie di socializzazione sono spesso entrate in crisi o hanno accolto con troppa disponibilità le potenzialità di un mezzo che, rappresentando la realtà in modo così completo, sembra possa sostituirla, aiutando a trovare i pezzi che mancano per rispondere continuamente al bisogno di costruire e ri-costruire l'Identità.

 

A questo si aggiunge l'aumento sempre crescente della complessità dell'organizzazione sociale, di fronte alla quale la dimensione virtuale diventa uno spazio dove è facile rifugiarsi alla ricerca di nuovi modi per adattarsi, di modelli alla moda, che consentano di stare al passo con i tempi per mantenere alte le possibilità di successo (La Barbera D., 2002). Le importanti ricadute di questi fattori sociali hanno trasformato le abitudini quotidiane di molte persone, facendo leva anche su alcuni fattori comportamentali che predispongono alla dipendenza.

 

Fattori comportamentali


Tra questi ultimi, assumono grande rilevanza nello sviluppo della teledipendenza due atteggiamenti comportamentali: il teleabuso e la telefissazione.

 

- Il teleabuso

Si intende fare riferimento ad una contemplazione quantitativamente eccessiva della televisione, che viene esercitata in modo regolare, sistematico e quotidiano. A questo proposito occorre sottolineare quanto l'ingresso tra le abitudini quotidiane di tutti dell'uso della televisione abbia reso difficile tracciare la linea di confine tra utilizzo normale della televisione e suo abuso, che può predisporre alla teledipendenza.

 

telefissazione- La telefissazione

É un'altra fonte comportamentale di propensione alla teledipendenza e coincide generalmente con una tendenza alla contemplazione anomala della televisione, in stanze semibuie, con un atteggiamento silenzioso e immobile, da soli o ignorando le persone presenti. Il comportamento descritto è estremamente determinante nell'etiologia della teledipendenza, in quanto comporta una propensione a lasciarsi catturare completamente dal messaggio televisivo, che può diventa facilmente ipnotico. Il potere conferito allo strumento di comunicazione televisivo, attraverso questo atteggiamento passivo di fissazione, raddoppia le potenzialità naturalmente ipnotiche della televisione, che possiede l'intrinseca capacità di saturare tutti i nostri canali sensoriali, creando una situazione di sovraccarico che è un'ottima base per ottenere facilmente una, più o meno lieve, alterazione dello stato di coscienza (Gamberoni G., 2002). Quest'ultima non deve essere considerata né una violenza televisiva, né uno stato negativo, ma può diventarlo se abitualmente diviene una condizione psicologica che media i messaggi televisivi che, in questo stato, non vengono controllati e selezionati attivamente. Il linguaggio televisivo comprende infatti immagini, suoni e sensazioni che possono impegnare tutti i nostri sensi e, soprattutto in soggetti predisposti e in condizioni ambientali adeguate come la penombra e il silenzio che inducono naturalmente uno stato crepuscolare, possono attivare una confusione sensoriale che attiva la parte emotiva del nostro cervello (l'emisfero destro), lasciando meno spazio alle aree del pensiero razionale.

 

Per le stesse ragioni esposte, un comportamento altrettanto errato è quello della fissazione anomala, ossia quello costituito dall'abitudine di guardare la televisione mentre si svolgono altre attività intellettuali, non tanto perché si possono limitare queste ultime, bensì per il rischio di mantenere troppo impegnato l'emisfero cerebrale sinistro, deputato alla logica e alla critica e molto utile nel filtrare i messaggi ricevuti dalla TV.

 

Le differenze individuali nella suggestionabilità televisiva, la frequente presenza di televisione anche nei locali pubblici frequentati e il suo utilizzo quotidiano per diverse ore, rendono sempre molto difficile comprendere quando si stia abusando della TV e quando si sia soggetti inconsapevolmente alla telefissazione. La difficoltà maggiore nell'individuare i comportamenti di vera e propria teledipendenza sta poi nella iniziale tendenza a negare il problema da parte di chi vi è soggetto in prima persona.

 

Riconoscere la dipendenza televisiva

 

Esistono degli indicatori qualitativi e quantitativi importanti per comprendere se il consumo del mezzo di comunicazione televisivo è eccessivo, di cattiva qualità e se, rispondendo ad alcuni bisogni psicologici, rischia di sfociare persino in una vera e propria dipendenza. L'abuso e la telefissazione, infatti, non coincidono direttamente con la teledipendenza, che si manifesta con una serie di comportamenti simili ad una vera e propria dipendenza da una sostanza e con la presenza persino di crisi di astinenza in assenza del suo consumo. Di seguito vengono descritti alcuni comportamenti che devono far sospettare di essere in presenza di teledipendenza.

 

Principali segni di teledipendenza

Abuso televisivo, con contemplazione della TV superiore alle 2-3 ore quotidiane;
Telefissazione o fissazione anomala;
Euforia o esaltazione nella contemplazione delle immagini televisive dei programmi preferiti;
Riduzione delle attività di svago alternative alla visione televisiva;
Rarefazione dei rapporti sociali, con apatia di fronte ad inviti allettanti e sostituzione della comunicazione con i presenti con consumo di programmi televisivi, sui quali non si tollera l'interferenza e il commento;
Appiattimento delle capacità critiche e passività mentale di fronte ai contenuti mediati dalla TV;
Confusione tra realtà e descrizione televisiva della realtà, con accettazione di quanto detto in televisione come realtà assoluta e superiore alle altre; (ricorrenti affermazioni di certezze, durante le conversazioni, testimoniate da frasi come «l'hanno detto in televisione»!);
Crisi di astinenza con nervosismo, irritabilità e agitazione ansiosa, nel momento in cui il soggetto non ha disponibile una televisione o tenta di resistere all'impulso di accenderla;
Desiderio di acquistare prodotti pubblicizzati attraverso il mezzo televisivo;
Preoccupazione abnorme e ricorrente associata a notizie apprese in televisione.

 

La teledipendenza non è un fenomeno tutto-o-nulla, che o è presente o non lo è. Spesso esistono manifestazioni intermedie, legate alle caratteristiche di personalità di un individuo, in cui l'astinenza si manifesta in modo più contenuto e più come sofferenza interiore. In altri casi, ilcervello prigioniero problema può comportare comportamenti eclatanti e irrazionali come l'affitto di un televisore o la richiesta di un prestito televisivo ad un amico, nei casi di guasto al proprio apparecchio televisivo, o anche il consumo contemporaneo di più programmi con diversi apparecchi televisivi. Inoltre, non tutti i teledipendenti sono uguali perché, sebbene i fattori comportamentali che predispongono alla teledipendenza siano sempre presenti, esistono delle differenze individuali legate ai motivi psico-sociali che hanno alimentato questo tipo di comportamento, intrecciandosi alla storia individuale della persona che ne è vittima. Infatti, mentre alcune persone non tollerano alcun tipo di interferenza nel corso di programmi televisivi che rappresentano fonte di modelli da apprendere o strumenti per soddisfare virtualmente i propri bisogni frustrati, altri utilizzano la teledipendenza per vincere la solitudine e sono meno interessati ai contenuti veri e proprî, ponendo maggiore attenzione alla compagnia virtuale nella quale consentono con piacere le interferenze di amici reali. I comportamenti descritti come sintomi della dipendenza televisiva lasciano chiaramente intendere come siano naturalmente predisposte alla teledipendenza le persone che hanno una storia personale connotata da una rete sociale reale ridotta o di cui fruiscono poco. Questo spiega perché le categorie maggiormente a rischio siano gli anziani, le persone con insicurezze relazionali o che per particolari ragioni (stanchezza lavorativa, esigenze emotive o personali di stare soli per un periodo…) riducono i contatti relazionali con il mondo esterno.

 

Inoltre, esistono due rischi importanti che la teledipendenza, come l'abuso televisivo, porta con sé: la predisposizione ad altre moderne dipendenze nei confronti delle quali la televisione può svolgere un'azione induttiva (ad esempio, dagli acquisti o dal sesso) e la vulnerabilità alle notizie catastrofiche, con conseguente propensione a lasciarsi coinvolgere nelle psicosi collettive, come la paura del contagio di alcune malattie o il terrore di guerre e catastrofi imminenti (Ricciardi M., 2003).

 

Verso la tele-indipendenza: prevenzione, limitazione e cura della teledipendenza

 

A questo punto si possono tracciare alcune regole che possono aiutare a stabilire un rapporto equilibrato nella fruizione della televisione, al fine di prevenire o ridurre la teledipendenza, soprattutto se si ritiene di rientrare nelle categorie a rischio, anche temporaneamente. Le stesse regole sono utili per migliorare il consumo televisivo nell'infanzia, affinché la TV non diventi quello che è stato più volte chiamato provocatoriamente il terzo genitore, nonché per limitare gli effetti negativi che si associano all'abuso televisivo, tra i quali i più noti sono la passività mentale, il pensiero sintetico, l'obesità, la propensione ad imitare modelli inadeguati e le fobie di eventi catastrofici (D'Amato M., 1997).

 

Regole per prevenire o ridurre gli effetti della teledipendenza

Limitare la dose massima di esposizione giornaliera televisiva a due-tre ore. Nei bambini è importante la mediazione degli adulti nella codifica dei messaggi televisivi;

Evitare ogni forma di telefissazione o di fissazione anomala della TV, guardando la televisione con una idonea postura e luminosità, senza svolgere contemporaneamente lavori intellettuali;
Coltivare altri hobbies alternativi e lasciare spazio ad attività creative e attive nel corso della settimana;
Mantenere attivi i contatti sociali;
Confrontare le notizie televisive con quelle provenienti da altre fonti, mantenendo un atteggiamento logico e una visione globale dei fenomeni.

 

Quanto detto fino a questo momento consente di comprendere come la teledipendenza possa rappresentare un fenomeno temporaneo o semplicemente il risultato di abitudini sbagliate e di modalità compensatorie con cui si affrontano alcuni bisogni personali. In alcuni casi è possibile regolare le proprie abitudini autonomamente per far scomparire il fenomeno nel giro di poco tempo, lasciando spazio anche ad altre attività più creative. In altri casi, soprattutto quando questa dipendenza si associa ad altre, diventa necessario un trattamento specifico che può richiedere anche un cambiamento globale delle proprie abitudini di vita.

 

Bibliografia

 

- AA.VV. (2001). 2° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia, della Preadolescenza e dell'Adolescenza, Eurispes - Telefono Azzurro;

- Alonso-Fernandez F., Le altre droghe, Edizioni Universitarie Romane, Roma 1999;

- D'Amato M., Bambini e Tv, Il Saggiatore, Milano 1997;

- Gamberoni G., Ipnosi, Demetra, Firenze 2002;

- La Barbera D., «Dipendenze tecnologiche e abusi mediatici: psicopatologia e psicodinamica», in Psichiatria e mass media, CIC, Roma 2002;

- Popper K., Dry J., Cattiva maestra televisione, Reset, Milano 1994;

- Ricciardi M., «La paura della SARS», in La protezione civile italiana, 2003, nº 4, pagg. 26-28;

- Withey S., Abeles R. P., Television and Social Behaviour. Beyond Violence and Children, Lawrence Erlbaun Associates, New Jersey 1980.


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Note

 

1 Articolo reperibile alla pagina web

http://www.benessere.com/psicologia/arg00/dipendenza_tv.htm
 

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