titolo la testimonianza di millie fontana

 

postato: 14 settembre 2022

 

madri lesbiche

 

 

Premessa

 

Quella che segue è la trascrizione parziale di un discorso che l'australiana Millie Fontana ha tenuto nel 2015. Si tratta naturalmente di una testimonianza sgradita a chi si batte per i «diritti» delle coppie omosessuali, ma essa pone delle domande scomode alle quali la società (e anche questi attivisti) dovrebbe fornire risposte eque ed accettabili. Le persone dovrebbero innanzi tutto capire che non solo le coppie gay, ma che soprattutto i figli hanno dei diritti inalienabili. Uno di questi è essere cresciuti da una madre e da un padre come natura comanda e non da due persone dello stesso sesso desiderose di provare l'esperienza della genitorialità a spese di poveri innocenti.

 

Ci dovremmo poi chiedere: se un bambino soffre terribilmente a causa della separazione o del divorzio dei genitori eterosessuali perché vede dissolversi il suo ambiente familiare, perché mai non dovrebbe rimanere traumatizzato per l'assenza di un vero padre o di una vera madre? Sia ben chiaro che in queste vicende umane, ancor prima che di attinenza religiosa, sono questioni dettate dalla natura e dal buon senso.

 

E giacché i media silenziano metodicamente storie come quella di Millie, la riproponiamo nella speranza che la voce di questi figli vittime di un sistema ingiusto possa giungere alle orecchie di chi (per allinearsi alle ultime tendenze più che per convinzione) crede ingenuamente che l'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali sia un segno di civiltà e di progresso sociale.

 

contro la famiglia

 

  Paolo Baroni

 

 

 

Mi chiamo Millie Fontana, ho ventitre anni e sono figlia di due lesbiche, concepita tramite un donatore. Le mie madri sono atee e io sono stata cresciuta senza particolari convinzioni religiose. Sono qui con il supporto di tutti e tre i miei genitori. Questa è una testimonianza che, di sicuro, non si sente molto spesso giacché nessuno vuole sentir parlare dell'altro aspetto dell'Arcobaleno, il lato non adatto per allevare dei bambini felici, perché crescono con l'idea sbagliata di come una struttura familiare dovrebbe essere.

 

millie fontana

 

Crescendo, volevo un padre... Sentivo dentro di me che mi mancava un padre prima ancora che potessi concepire quello che significava avere un padre. Sapevo di amare entrambe le mie mamme, ma non riuscivo a capire ciò che mancava dentro di me. Quando ho affrontato la scuola ho iniziato a realizzare, attraverso l'osservazione degli altri bambini e dei loro legami d'amore con i loro padri, che mi stavo perdendo qualcosa di speciale. Mi è stato mentito durante tutta la scuola; mi è stato detto che non avevo un padre... Per questa ragione è stato molto difficile per me affermare un'identità stabile. E la mia stabilità comportamentale ed emotiva ha sofferto molto a causa di tutto questo.

 

Sono cresciuta atea e senza alcuna affiliazione religiosa... ma supporto i cristiani perché finora, in questo dibattito, sono gli unici che si pongono la questione e seguono i loro figli. I cristiani sono gli unici che cercano di accendere i riflettori sulle storie come la mia. Nessuno nella lobby LGBT vuole ascoltare qualcuno come me perché «Love is love» («L'amore è amore»), giusto?

 

love is love - lgbt

Sopra: uno degli slogan più in voga

tra la propaganda omosessualista.

 

Per loro noi non esistiamo. Crescendo mi guardavo allo specchio e pensavo: «Da dove ho preso questi occhi verdi? Da dove ho preso un certo aspetto della mia personalità o certi talenti che nessuno ha nella mia famiglia»? La risposta è semplice: «Da mio padre»! Ma in realtà non è soltanto il padre o il donatore (come a loro piace chiamarlo), ma probabilmente «ho anche una zia, uno zio, una nonna e tanti cugini»? Sono tutte cose che fanno parte di me. Chi erano le mie madri per decidere quali parti di me fosse bene che potessi conoscere e quali no?

 

Ho conosciuto mio padre quando avevo undici anni ed è stata probabilmente la prima volta nella mia vita in cui mi sono sentita una bambina stabile. L'ho guardato negli occhi e ho pensato: «Questa è la mia parte mancante», non perché avessi fantasticato sull'avere un padre, ma perché ho potuto dare un volto a chi ero io, ho potuto guardare chi è egualmente responsabile della mia esistenza, ho potuto affermare la mia identità basata su quell'uomo.

 

padre e figlia

 

Voglio parlare della vera «uguaglianza». Sento sempre parlare di «uguaglianza» dalla lobby LGBT, ma mi chiedo quale sia la loro idea di uguaglianza perché, per me, uguaglianza significa dire la verità, significa essere rispettati per quello che si è per intero e non solo in base a quello che i genitori gay decidono che tu debba sapere. Uguaglianza è guardare entrambi i lati della mia famiglia genetica e capire chi sono veramente. Uguaglianza non significa che, poiché alcuni studi su famiglie gay e sui loro figli avrebbero dimostrato un esito positivo, quindi questo debba valere per tutti; tutto ciò è completamente irrealistico.

 

manifestanti LGBT

Sopra: manifestanti LGBT.

 

Spesso ho sentito questa menzogna della lobby LGBT: ai bambini non importa da chi è composta la loro famiglia; uomini e donne sono intercambiabili. Considero  di per sé questa affermazione come una forma di discriminazione di genere. Uomini e donne offrono ruoli complementari nell'allevare il bambino e dovrebbero essere rispettati con «uguaglianza». É buffo il modo in cui la lobby gay parla di omofobia. Ho racconti di amici gay che mi spiegano che altri omosessuali li chiamano omofobi perché preferiscono che i bambini crescano con un padre e una madre: è totalmente ridicolo!

 

 

Ero omofoba quando mi guardavo allo specchio e mi chiedevo dove fosse mio padre? Ero omofoba quando supplicavo i miei genitori di dirmi chi fossi? Assolutamente no! Io amo i miei tre genitori con «uguaglianza». In realtà, quella che viene definita «omofobia» è semplicemente un'avversione per un certo comportamento. Sono profondamente in disaccordo nell'equiparare l'omofobia al razzismo. Mi sento offesa dall'idea che di essere considerata razzista per aver parlato di queste cose.

 

Perché il governo sta cercando di portare avanti un programma che non è basato sull'onestà? Perché in realtà in ogni relazione tra persone dello stesso sesso ci vuole sempre una terza persona per «produrre» un bambino. Perché come società dovremmo ignorare questa verità? Io non sono qui grazie a due donne, ma tre persone hanno fatto la scelta di farmi venire al mondo. La scienza viene sostituita dai desideri di alcuni adulti.

 

 

In Canada sul certificato di nascita c'è scritto «genitori legali» e non più genitori biologici. Il certificato di nascita sta cambiando da documento della storia del figlio a documento di intenti degli adulti. Sono gli adulti che decidono: io mi prendo cura di questo bambino. Ma quali informazioni questo documento fornisce al bambino? Non è realistico. Nessuno fa un certificato basato sulle intenzioni.

 

Un giorno mia madre mi ha fatto una domanda: cosa sarebbe successo se io e la mia partner avessimo deciso di sposarci? Se avessimo potuto avere un ambiente familiare stabile come tutti gli altri? Le ho risposto con un'altra domanda: che tipo di terapia mi avrebbero somministrato gli psicologi per i miei comportamenti dovuti alla mancanza di un padre se l'assenza del padre fosse stata considerata come una forma di discriminazione? Nessuna risposta.

 

La cosa divertente è che Barack Obama ha detto che adesso tutti gli altri Paesi si dovranno evolvere, ma da quello che ricordo, l'evoluzione è durata un po' più di un decennio e anche che ha coinvolto tutti. L'evoluzione non è stata fatta con un'agenda politica che sta silenziando anche una parte della comunità LGBT. Quest'ultima è per lo più una piccola minoranza estremista che sta spingendo, da quello che mi sembra, all'estinzione del genere in se stesso. Io non vedo «gender equality»; vedo l'intenzione di sbarazzarsi del tutto del genere umano.

 

barack obama gay

Sopra: nel 2015, l'ex presidente Barack Obama ha posato per Out, la più famosa rivista della comunità gay statunitense.

 

Finché noi, come società, non intavoliamo una discussione che includa i bambini come me per i quali non va bene che i genitori decidano quali sono le parti (di vita) che si devono rivelare al figlio, finché questa discussione esclude tutti quelli che sono stati allevati senza padre o senza madre, finché questa discussione azzittisce svergognandoli i bambini che sono sulle mie posizioni, non dovremmo promuovere il matrimonio gay, e non ho intenzione di venire zittita da persone che devono dire a me come è accettabile che io mi senta, che sono una brutta persona perché volevo un padre, che forse non amavo abbastanza le mie madri se volevo un padre.

 

Grazie per il sostegno a questa causa perché tutti meritano avere voce e non lascerò che si incuta vergogna ai cristiani o a qualunque persona di fede solo perché si mobilita per i bambini… è ridicolo! È il colmo e non lo sopporterò.

 

 

 


banner centro culturale san giorgio

 

Note

 

1 Sunto e traduzione dall'originale inglese a cura di Paolo ultimo. Articolo era reperibile alla pagina web

https://thembeforeus.com/millie-fontana/

https://www.youtube.com/watch?v=2qPyCvA71tk

 

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