dossier del centro culturale san giorgio

titolo il feto è umano?

di Eric Pastuszek 1

 

postato: 24 giugno 2018

ultima modifica: 9 settembre 2020

 

il feto è umano?

 

I ricercatori coinvolti in questo articolo hanno condotto un lavoro indipendente raccogliendo, analizzando e validando diverse prove riguardanti il feto. La definizione scientifica del feto abbraccia l'embrione in sviluppo dalle dodici settimane di gestazione alla nascita. Le prove fornite da questo scritto riguardano lo sviluppo umano dal concepimento alla nascita. Sul piano strettamente biologico, molti ex abortisti propongono il loro onesto punto di vista in merito alla procedura dell'aborto. Inoltre, vengono presentate fotografie di feti abortiti raramente apparse sulla stampa. Altre prove svelate nel testo riguardano un'intervista personale con una donna che si è sottoposta ad un aborto, l'utilizzo commerciale e a scopo di ricerca del feto e la crescente disobbedienza civile a supporto dei non nati.

 

L'uso delle immagini di vittime è un tema molto controverso. La ragione fondamentale per cui abbiamo deciso di mostrarle è la seguente: le immagini risvegliano la coscienza, quella stessa che i sostenitori dell'aborto vorrebbero diligentemente mettere a tacere. Di fronte a certe fotografie questi ultimi sono costretti ad ammettere l'aspetto violento e criminale di ciò che essi definiscono un «diritto», mentre altri spettatori sono costretti a riconoscere il loro silenzio colpevole di fronte a questo terribile olocausto. I corpi smembrati delle vittime, figlie della nostra cultura di morte, gridano più potentemente di qualsiasi parola. La Storia offre ampia evidenza dell'efficacia di tali immagini. La guerra del Vietnam non sarebbe finita se non ci fossero stati i reportage a mostrare alla TV nelle case americane cosa accadeva realmente laggiù ai loro figli.

 

http://www.createdequal.org/abortion-photos/

 

I

Prove Biologiche

 

- Intervistatore: «Durante i vostri colloqui all'interno della clinica, lei o i suoi colleghi facevate riferimento all'abortito come ad un maschio o ad una femmina o come ad un bambino»?

- Carol Everett: «Non menzionavamo mai se si trattasse di un maschio o una femmina. Parlavamo di un bambino. Eravamo soliti dire: "Quanto bambini uccideremo oggi"»? 2.

 

carol everett

Sopra: Carol Everett, un medico che ha lavorato come direttrice di quattro cliniche abortiste a Dallas, nel Texas, dal 1977 al 1983. La sua è dunque la preziosa testimonianza di una insider.

 

Battito cardiaco ben visibile, patrimonio genetico umano unico, capacità di muoversi, di percepire suoni e perfino di rilevare la luce; questi sono solo alcuni dei numerosi aspetti biologici che caratterizzano il feto in utero. Il battito cardiaco può essere rilevato fin dal 18° giorno.

 

 

 

Il patrimonio genetico (ad esempio, quarantasei cromosomi, il corredo genetico unico caratteristico di tutti gli adulti) è presente nel feto fin dal concepimento. Il feto inizia a muoversi nel primo trimestre; a diversi stadi della gravidanza vengono sviluppati vista e udito. Il feto sviluppa perfino il senso del dolore. Gli argomenti che verranno trattati in questo capitolo sono:

  • Biologia e fetologia;

  • Dati biologici di base sul feto;

  • Patrimonio genetico del feto;

  • Prova scientifica della vita umana in utero;

  • Dichiarazione di ex abortisti;

  • Resti di un aborto: parti del corpo nella spazzatura;

  • Utilizzo del feto a scopi commerciali;

  • Utilizzo del feto a scopi scientifici;

  • Ricerca sui feti finanziata a livello federale;

  • Utilizzo di feti abortiti vivi.

Biologia e fetologia

 

Una documentazione biologica sul feto esisteva certamente anche prima del XX secolo. Quella presentata in questo studio riguarda dati scientifici, medici e ulteriori prove in merito alla domanda se il feto sia o no un essere umano. Un ex abortista ha scritto che

 

«il XIX secolo ha prodotto un numero di scoperte a livello biologico che indubbiamente ha influenzato le opinioni dei medici in merito alla moralità dell'aborto. L'idea che la vita intrauterina iniziasse nel momento in cui la donna sentiva per la prima volta i movimenti del feto è stata smentita dall'embriologia, materia che si è sviluppata dopo che nel 1827 Von Baer ha dichiarato di aver visualizzato per la prima volta un ovulo di mammifero» 3.

 

feto umano

Sopra: feto umano al 56º giorno di gestazione.

 

Anche la documentazione biologica moderna recentemente raccolta è convincente. Ad esempio, il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Sandra Day O'Connor ha scritto:

 

«Man mano che le scienze mediche diventano in grado di assicurare un'esistenza del feto separata dal grembo materno, il momento di viabilità arretra sempre più verso il concepimento» 4.

 

Sopra: Sandra Day O'Connor è stata giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti d'America dal 1981 al 2006. È stata la prima donna a far parte di tale Corte.

 

Il termine «viabilità» si riferisce alla capacità del feto di sopravvivere al di fuori dell'utero, situazione che ora può verificarsi a metà della gravidanza, grazie alle scoperte nel campo della medicina che permettono ai bambini di sopravvivere a nascite sempre più premature. Il campo della fetologia è solo uno degli esempi delle ricerche attualmente condotte sulla vita in utero. Il fetoscopio, un apparecchio che scatta fotografie del feto in utero, ora ci permette di esplorare la vita prima della nascita.

 

fetoscopia

Sopra: gli strumenti utilizzati per la fetoscopia.

 

Dati biologici di base sul feto

 

Quelle che seguono sono alcune delle caratteristiche biologiche fondamentali che riguardano il feto 5:

  • Il cuore inizia a battere già dal 18° giorno;

  • La struttura dell'intero sistema nervoso è già presente al 20° giorno;

  • A quarantadue giorni lo scheletro è completato e sono presenti i riflessi;

  • Il cervello e tutti gli apparati sono presenti all'ottava settimana;

  • A otto settimane il naso del feto può essere stimolato e ritrarrà la testa per sfuggire allo stimolo;

  • Tra la 9ª e la 10ª settimana il feto chiude le palpebre, deglutisce e muove la lingua; se gli si tocca il palmo, reagisce facendo il pugno;

  • Tra l'11ª e la 12ª settimana, si succhia il pollice con vigore e respira il liquido amniotico per sviluppare gli organi della respirazione;

  • Le unghie sono presenti tra l'11ª e la 12ª settimana, mentre le ciglia compaiono alla 16ª settimana;

  • Il feto si muove in utero prima che la madre lo percepisca;

  • Alla 12ª settimana tutti gli apparati sono funzionanti;

  • Il feto ha un apporto di sangue separato da quello della mamma.

Altri dati biologici (riportati dalla scrittrice Melody Green) sono i seguenti: il feto

 

«alla sesta settimana muove le braccia e le gambe e a quarantatre giorni dal concepimento si possono registrarne le onde cerebrali» 6. «All'ottava settimana, il bambino presenta le proprie impronte digitali, può urinare, stringere forte il pugno e può sentire il dolore. Ogni stadio di sviluppo, dalla fertilizzazione all'età adulta, è semplicemente lo sviluppo di ciò che è presente già dall'inizio» 7.

 

vita nel grembo materno

Sopra: un breve filmato mostra i movimenti del bambino nel grembo materno. Cliccare sull'immagine per vedere il video o per scaricarlo.

 

Un altro autore, il ministro evangelico Bob Larson, ha fornito ulteriori informazioni sui primi stadi dello sviluppo fetale:

 

«A una settimana dal concepimento iniziano a formarsi le vertebre, la spina dorsale, i reni, il fegato e l'apparato digerente. Al diciottesimo giorno, un cuore primitivo inizia a pompare il proprio sangue. Al tredicesimo giorno, compare un abbozzo di labbra. A un mese e mezzo, si completa lo scheletro e iniziano i primi movimenti. A cinque settimane, il cervello si suddivide in tre parti e cresce rapidamente. Il feto di otto settimane misura appena 2,5 cm. e la maggior parte dei suoi organi interni sono presenti. Il bambino afferra oggetti, nuota, si succhia il dito, ha il singhiozzo, si sveglia e dorme con regolarità» 8.

 

melody green

bob larson

Melody Green Bob Larson

 

Inoltre, Larson ha affermato che «a undici settimane, tutti gli apparati sono formati e funzionanti» 9. Nonostante non sia completamente formato, il feto può essere paragonato ad un bambino di due anni. Le ossa del bambino, ad esempio, non si sono ancora interamente formate; così come il feto, nonostante presenti tutte le parti del corpo, il bambino si trova in un processo di sviluppo.

 

Il patrimonio genetico del feto

 

Nonostante alcuni scienziati affermino che il feto o l'embrione possa essere paragonato ad un pesce o ad un girino, il feto assomiglia maggiormente ad un essere umano avendo organi di natura umana che gli scienziati «raccolgono» per esperimenti dichiaratamente umani. Il feto è un'unica entità biologica che, alla pari di un bambino, non è ancora completamente cresciuta; in ogni caso, ogni persona contiene il medesimo patrimonio genetico dal concepimento all'età adulta.

 

Una cellula fetale presenta il medesimo numero di cromosomi delle cellule di un adulto e i cromosomi contengono le caratteristiche genetiche uniche che determineranno le caratteristiche di ogni essere umano. Ogni essere umano sano ha un corredo di quarantasei cromosomi. Ci sono delle eccezioni: ad esempio, un bambino con la sindrome di Down ha quarantasette cromosomi.

 

In un articolo intitolato Human Life Begins at Conception («La vita umana inizia dal concepimento»), Landrum B. Shettles (1909-2003) e David Rorvik hanno verificato la prova genetica che la cellula di un feto contiene lo stesso numero di cromosomi della cellula di un adulto.

 

landrum b. shettles

david rorvik

Landrum B. Shettles David Rorvik

 

Il dottor Shettles «per primo ha scoperto e distinto tra lo sperma che genera un maschio e quello che genera una femmina e continua ad effettuare ricerche nel campo della fecondazione in vitro» 10. Il loro articolo si può riassumere come segue:

  • La natura delle cellule in un essere umano;

  • La fusione di una cellula sessuale maschile e femminile (concepimento);

  • Il feto come vita umana distinta.

- La natura delle cellule in un essere umano

- Cellule somatiche (dal greco «corpo»): la maggior parte dei miliardi di cellule presenti nel nostro corpo sono cellule somatiche; queste cellule compongono la pelle, gli organi, i muscoli, ecc...;

- Cellule sessuali (cellule riproduttive maschili e femminili, sperma e ovulo):

 

«Sia negli uomini che nelle donne, ci sono tuttavia altre cellule, molto più rare, conosciute come "cellule germinali" o "cellule sessuali" o ancora "gameti". Quando una cellula sessuale di un uomo si unisce ad una cellula sessuale di una donna, si concepisce una nuova vita umana» 11.

 

- Cromosomi. Ogni tipo di cellula, che sia somatica o sessuale, contiene i cromosomi, che formano una sorta di schema che definisce le caratteristiche uniche di ogni essere umano. Un fatto interessante è che ogni cellula somatica contiene tipicamente quarantasei cromosomi, mentre ogni cellula sessuale presenta ventitre cromosomi.

 

«è unicamente con la ricombinazione, tramite fusione, che le cellule sessuali raggiungono il completamento delle unità ereditarie che definiscono un essere umano» 12.

 

cromosomi

Sopra: da sinistra, cromosomi maschile e femminile.

 

- Unione di un uomo e una donna. Cellula riproduttiva (concepimento)

- Concepimento. Il concepimento ha luogo quando una cellula sessuale maschile si unisce ad una cellula sessuale femminile, formando uno «zigote». Uno zigote, contrariamente alle cellule singole sessuali (maschile o femminile), è un'entità umana unica 13.

- Unicità. Ad ogni concepimento viene creato un essere umano unico in quanto

 

«il genotipo – l'insieme delle caratteristiche ereditarie di un essere umano unico – si stabilisce col concepimento e rimarrà tale per l'intero corso della vita dell'individuo. Non vi è alcun altro evento nella vita biologica che sia decisivo come lo è questo; non vi è alcuna ulteriore combinazione di circostanze che possa anche solo lontanamente essere paragonata al genotipo nel "contribuire a farci come siamo» 14.

 

concepimento

Sopra: uno spermatozoo sta cercando di penetrare nell'ovulo per fecondarlo.

 

Shettles e Rorvik hanno affermato:

 

«Il concepimento conferisce la vita e la rende unica. A meno che tu non abbia un gemello identico, non c'è praticamente nessuna possibilità, nel corso naturale delle cose, che ci sia un altro "tu", nemmeno se gli esseri umani insistessero per miliardi di anni» 15.

 

 

Sull'unicità del concepimento Bob Larson ha scritto:

 

«Al concepimento viene creato un essere umano unico e totalmente diverso con quarantasei cromosomi (come ogni altro essere umano) con la capacità di sostituire le proprie cellule morte» 16.

 

ovulo fecondato

Sopra: l'ovulo fecondato (zigote) si annida nella parete uterina.

 

Anche i moderni testi medici confermano che il risultato del concepimento è un individuo unico:

 

«Pertanto, dall'unione di un gamete maschile e di un gamete femminile si forma una nuova cellula. La cellula, definita zigote, contiene una nuova combinazione di materiale genetico, un individuo diverso sia da entrambi i genitori che da chiunque altro nel mondo» 17.

 

- Il feto come vita umana distinta

Numero fisso di cromosomi in età adulta. Sia che il feto sia appena concepito (zigote) o all'ottava settimana, l'unicità dei suoi cromosomi rimane; dal concepimento all'età adulta non variano. Shettles e Rorvik scrivono: «Qualunque sia la terminologia utilizzata, il bambino non nato è sempre un'entità distinta, una vita umana individuale a pieno titolo» 18. Il feto supervisiona la gravidanza.

 

«Il fetologo Albert W. Liley ha affermato: "è il feto che è responsabile della gravidanza". Anche coloro che si oppongono a restrizioni sull'aborto sottoscriverebbero questa affermazione. Ad esempio, Daniel Callahan, direttore dell'Institute of Society, Ethics and Life Sciences ("Istituto di Società, Etica e Scienze della Vita"), ha affermato: "Geneticamente, a livello ormonale e per tutti gli aspetti organici, ad eccezione per la sua fonte di nutrimento, un feto e perfino un embrione sono separati dalla donna"» 19.

 

 

Concludendo, basandosi sull'evidenza genetica, come riportato sopra, una valutazione onesta e oggettiva del corredo genetico del feto indica che questi è un nuovo essere umano le cui cellule sono portatrici dei medesimi cromosomi unici, vale a dire del medesimo materiale genetico dal concepimento all'età adulta.

 

Prova scientifica della vita umana in utero

 

Il dottor Bernard Nathanson (1926-2011), un ex abortista, ha affermato che «praticamente nessuno nella comunità medica nega ancora apertamente che il bambino prima della nascita sia biologicamente umano» 20. Il dottor Nathanson ha ricordato che grazie ai progressi nel campo della medicina nei primi anni '70, si è sviluppata una finestra biologica sull'utero e ha riassunto questo sviluppo come segue:

 

«Nei primi anni '70, abbiamo iniziato ad utilizzare macchinari, apparecchi e strumenti che ci hanno permesso di aprire una più grande e sofisticata finestra sull'utero. Ma per la prima volta, in quanto medico e persona etica, ho iniziato a capire che nelle procedure di aborto non si trattava semplicemente di risucchiare una massa cellulare, pochi grammi di tessuto. Ho iniziato a rendermi conto che in gioco c'era qualcosa che aveva una densità morale che richiedeva rispetto» 21.

 

bernard nathanson

Sopra: il Dr. Bernard Nathanson.

 

Nathanson ha inoltre affermato: «Non ho più alcun serio dubbio che vi sia vita umana nell'utero dalle primissime fasi della gravidanza» 22. La testimonianza del Dr. Hymie Gordon (1927-1995) ha confermato il convincimento di Nathanson che il feto sia ben di più che «pochi grammi di tessuto».

 

Il Dr. Gordon, presidente del Dipartimento di Genetica Medica alla Clinica Mayo, ha testimoniato davanti al Senato degli Stati Uniti che «seguendo il criterio della moderna biologia molecolare, la vita è presente dal momento del concepimento» 23. L'ammissione forse più eclatante è stata quella di un articolo del California Medicine del 1971; vi si affermava infatti che, avendo inventato la nuova espressione «interruzione di gravidanza», invece di «uccisione di un bambino», «si è curiosamente evitato il dato scientifico, che ognuno in realtà conosce, che la vita umana inizia dal concepimento ed è continua sia dentro che fuori dall'utero, fino alla morte» 24.

 

Altrettanto sconvolgenti sono le parole del Dr. Alan Guttmacher (1898-1974), già presidente della Planned Parenthood, che nel suo libro Planning Your Family («Come pianificare la tua famiglia») ha affermato che con la fecondazione inizia una «nuova vita» 25. Un medico, citando prove biologiche dell'umanità del feto, ha dichiarato:

 

gravidanza extra-uterina«Undici anni fa, mentre somministravo un anestetico per la rottura di una gravidanza extrauterina (a due mesi di gestazione) mi si presentò quello che credevo fosse il più piccolo essere umano vivente che avessi mai visto. Il sacco embrionale era intatto e trasparente. Dentro al sacco c'era un piccolo essere umano maschio che nuotava con vigore nel liquido amniotico, attaccato alla parete dal cordone ombelicale. Il piccolo essere era perfettamente sviluppato, con lunghe dita affusolate, piedi e dita dei piedi. La pelle era praticamente trasparente e le arterie e le vene erano visibili alle estremità delle dita. Il bambino era estremamente vitale e si muoveva nuotando all'interno del sacco più o meno con un movimento al secondo, con un'andatura tipica del nuotatore. Questo piccolo essere umano non assomigliava in alcun modo alle foto, ai disegni e ai modelli di "embrione" che avevo visto, e neppure assomigliava agli embrioni che avevo avuto occasione di osservare fino ad allora, chiaramente perché questo era vivo! [...]. Quando il sacco venne aperto, il piccolo essere umano morì immediatamente e iniziò ad acquisire le sembianze che vengono solitamente riconosciute ad un embrione a questo grado di sviluppo (estremità smussate ecc...). Penso che se il legislatore e la gente si rendessero conto della vita vigorosa presente a questo stadio, l'aborto forse troverebbe maggiori obiezioni che l'eutanasia» 26.

 

hymie gordon - alan fred guttmacher

Sopra: da sinistra, Hymie Gordon e Alan Guttmacher. Entrambi, seppur da fronti opposti, hanno confermato che la vita umana inizia fin dal concepimento.

 

La prova scientifica più convincente ci è stata fornita negli anni '80 dal fetoscopio, un microscopio molto evoluto che riproduce immagini a fibre ottiche del feto in utero. Fino a pochi anni fa, era impossibile produrre immagini a fibre ottiche. Diamo una scorsa a questa narrazione dall'interno dell'utero ricca di dettagli:

 

piedini umani«Tante decisioni per l'aborto si basano sulla deduzione "lontano dagli occhi, lontano dal cuore", senza realmente comprendere quello che sta accadendo o senza nemmeno visualizzare il bambino che sta crescendo nell'utero della mamma. Ma, con l'utilizzo di una microscopio altamente sofisticato, il fetoscopio, possiamo vedere questo bambino iniziare l'avventura della vita [...]. Egli ha solo poche settimane, ma fino a pochi anni fa, queste immagini a fibre ottiche erano impossibili da riprodurre. Notate i vasi sanguigni sulla pelle delicata, la mano e le dita. Questa struttura a spirale è il cordone ombelicale. È la linea che collega il bambino alla madre assicurandogli la vita. È un maschio. Si riesce a distinguere perfettamente l'orecchio. Si è dimostrato che negli ultimi mesi di gravidanza il bimbo reagisce ai suoni. Qui c'è il naso [...], la bocca. Questo tipetto lo si può anche vedere deglutire acqua. Le sopracciglia. E le palpebre ancora chiuse. Purtroppo, quelle che state vedendo sono le riprese drammatiche in preparazione ad un aborto che ha posto fine in modo brutale alla giovane vita. Non posso farvi vedere il resto di questo orrendo filmato. I dettagli visivi di questa procedura di meno di otto minuti non sarebbero appropriati in una trasmissione televisiva. Queste scene sono estratte dal documentario "Eclipse ofaborto = omicidio Reason" ("Eclissi della ragione") [...], uno sguardo impressionante sulla realtà dell'aborto. Il risultato di quella procedura di aborto è stata una pila di materiale insanguinato e la distruzione della giovane vita del bambino. L'aborto comporta senza dubbio la distruzione di una vita umana. Molti hanno cercato di respingere la prova scientifica utilizzando un approccio che è l'equivalente di una teoria volta a dimostrare che la terra sia piatta. Grazie alle scoperte della scienza medica attuale e della tecnologia, la comprensione della vita dal concepimento è molto più chiara rispetto ad un tempo» 27.

 

 

 

Albert W. Liley, conosciuto come il padre della fetologia, ha dato un notevole contributo alla comprensione della vita in utero. Di particolare importanza a questo proposito è l'articolo intitolato «The Foetus as a Personality» («Il feto come personalità»). L'autrice Suzanne M. Rini ha così descritto il suo lavoro:

 

«Con [...] strumenti semplici, A. W. Liley, morto nel 1983, ha esplorato il mondo del feto in utero. Nei suoi "viaggi" con strumenti semplici, non ha concluso che il feto è una tabula rasa o un girino, un subumano o un alieno, un estraneo, bensì che, con crescente stupore, il feto è cosciente, reattivo nell'apprendere e agli stimoli, è già sia una persona che un paziente. È interessante che A. W. Liley abbia rivolto il suo discorso ai suoi colleghi alla vigilia della decisione in merito all'aborto in Australia. È stato un tentativo nobile di esplicitare a tutti questi contenuti nel momento in cui tutto stava per diventare relativo e vendibile» 28.

 

banner aborto

Sopra: banner pubblicitario di una delle tante cliniche

statunitensi in cui si pratica l'aborto procurato.

 

Le credenze, basate sull'ignoranza della società, dipingono il feto come un'entità inattiva; perfino alcuni scienziati, negando le prove evidenti portate dalla fetologia, tentano spudoratamente di ridurre il feto a pesce o a girino. Comunque, Albert W. Liley è stato uno dei tanti scienziati che hanno fornito una prova evidente che il feto è cosciente, membro vigile della razza umana. Il succitato articolo di Liley, porta i seguenti dati scientifici:

  • Il feto supervisiona la gravidanza;

  • Il feto è cosciente (ad esempio, già dall'ottava settimana si muove);

  • Il feto è vigile;

  • Il feto vede;

  • Il feto sente.

Molte persone credono che il feto sia un «passeggero inerte». Nulla potrebbe discostarsi maggiormente dall'evidenza scientifica. Albert W.Liley ha ricusato le «congetture» sul feto e ha affermato quanto segue, basandosi sui suoi studi scientifici:

 

vita intrauterina«Se, con rammarico, dobbiamo abbandonare una congettura così affascinante, spero che possiamo sostituirla con una prova parimenti interessante, dato che scoperte recenti nella diagnosi e nella terapia fetali hanno fornito sia la tecnologia che l'opportunità di comporre una nuova immagine del feto. Lungi dall'essere un passeggero inerte nella madre gravida, il feto è un vero manager della gravidanza. È il feto che garantisce il buon funzionamento endocrino della gravidanza e che induce i cambiamenti nella fisiologia della madre per far sì che diventi un buon ospite. È il feto che, autonomamente, risolve il problema dell'allotrapianto – cosa non facile se riflettiamo che, biologicamente, la madre è in grado di ospitare, nel periodo della gravidanza, bambini che pesino più del suo stesso peso, tutti estranei dal punto di vista immunologico. È il feto che determina la durata della gravidanza. È il feto che decide come si posizionerà in gravidanza e come si presenterà al momento del parto» 29.

 

bambino non nato

Come si può dire che il feto è un «grumo di cellule»?

 

Ancora più importante, gli studi di Liley si basano su progressi medici che forniscono un'immagine accurata del feto. Ad esempio, il feto può essere descritto come un essere conscio. Come ricorda Liley,

 

bambino nel grembo materno«nel suo microclima caldo e umido, il feto non si trova né in stato di paralisi né di coma ipossico. Dai pochi studi dell'elettroencefalogramma, mostra attività clinica in cui i periodi di maggiore quiete corrispondono nel neonato ad una veglia tranquilla da cui viene prontamente scosso da una varietà di stimoli. Come tutti gli organi interni, l'utero è insensibile al tatto e a tutti gli stimoli ad eccezione dello stiramento. Pertanto i movimenti fetali non vengono percepiti nell'utero bensì nella parete addominale e questo spiega perché il movimento non venga percepito fino alla 16/20ª settimana di gestazione. Il feto muove gli arti e il tronco dall'8ª settimana, ma devono passare altre dieci settimane perché questi movimenti siano forti abbastanza per essere trasmessi alla parete addominale» 30.

 

Prove biologiche all'interno dell'utero rivelano inoltre che il feto è vigile. Ad esempio, il feto si ruota (utilizzando la spina dorsale), definisce la propria posizione in utero (o per il parto) e reagisce a pressioni e stimoli tattili. Il dottor Liley ha affermato quanto segue:

 

feto 10 settimane«Il meccanismo tale per cui il feto cambia estremità all'interno dell'utero è molto semplice: si muove con i propri piedi e gambe. Il meccanismo per il quale cambia lato è molto più sottile: si muove tramite un'elegante rotazione spirale longitudinale e nel mezzo della rotazione avvolge la sua spina dorsale di 180°. Esso [...] può assumere delle posture che risultano difficili o impossibili per il bambino o l'adulto [...]. Il feto risponde a pressioni e stimoli tattili. Solleticare il cuoio capelluto del feto durante l'induzione chirurgica del parto provoca movimento, colpire il palmo di un braccio prolassato induce un riflesso di prensione e alla stimolazione plantare il podalico reagisce alzando le dita dei piedi» 31.

 

Il dottor Liley ha inoltre notato che il feto deglutisce liquido amniotico e ha il singhiozzo. Questo e altri fatti indicano che il feto è cosciente e vigile, e non un passeggero inerte. I suoi dati indicano che il feto ha un senso dell'udito sviluppato e presenta il senso visivo. Ad esempio, Liley ha affermato:

 

«Quello che manca al feto è un'illuminazione adeguata e un'immagine per poter esercitare la vista. Alla nascita vede, ma non sa quello che sta guardando» 32.

 

occhio del feto

 

La vista del feto, nonostante sia presente, non è affinata neppure alla nascita. Cionondimeno, il feto ha una capacità visiva all'interno dell’utero. Quella che segue è un'analisi di Liley che descrive il senso dell'udito del feto:

 

«Un improvviso rumore in una stanza silenziosa - il vaso che cade o la voce materna – fà sussultare il feto posizionato sotto ad un intensificatore di immagini, e almeno dalla 25ª settimana il feto salterà in sincronia con l'intervento di un timpanista in una performance d'orchestra» 33.

 

è interessante notare che perfino le strutture dell'orecchio interno del feto ad uno stadio iniziale sono molto simili a quelle di un adulto. Inoltre, il feto sente rumori interni (in utero) oltre ai suoni esterni. In conclusione, il Dr. Liley ha scritto:

 

«Questa è quindi la nostra descrizione del feto. Non vive in un bozzolo ovattato e immutato in uno stato di privazione sensoriale totale, bensì in una struttura plastica e reattiva che protegge e filtra, forse distorce, ma non elimina il mondo esterno. Neppure il feto stesso è inerte e in uno stato stuporoso, bensì attivo e reattivo» 34.

 

donna gravida

 

Alcune delle migliori prove mediche che confermano le affermazioni del Dr. Liley sul fatto che il feto sia attivo e reattivo (e non inerte) sono state pubblicate il 26 gennaio 1980 sul British Medical Journal in un articolo intitolato What the Fetus Feels («Quello che sente il feto»). L'articolo inizia affermando che l'ambiente «del feto viene disturbato da suoni, luci e esperienze tattili e reagisce a queste fonti di disturbo muovendosi» 35.

 

Questo articolo propone le prove scientifiche che dimostrano che il feto è un essere attivo, reattivo e non semplicemente un ammasso di tessuto «inerte». L'articolo illustra l'acquisizione da parte del feto di capacità particolari (come ad esempio il tatto) in periodi specifici dello sviluppo fetale. A titolo di esempio di tali capacità, l'articolo asserisce:

 

- Suono. «Fino alla fine del diciannovesimo secolo, si credeva che i bambini nascessero sordi e ciechi. In realtà, l'orecchio interno del feto è completamente sviluppato a metà gravidanza, e il feto risponde a un'ampia varietà di suoni» 36.

- Vista. «I muscoli nell'orbita sono presenti già nei primissimi stadi della gravidanza e gli occhi del feto si muovono quando questi cambia posizione e durante il sonno» 37.

- Tatto. «Il feto può toccare le parti del proprio corpo con le mani e con i piedi, e anche il cordone ombelicale viene a contatto con tutte le parti del suo corpo» 38.

- Movimenti spontanei. «Nonostante il feto inizi a compiere movimenti spontanei a circa sette settimane dal concepimento, le mamme non sentono i loro bambini muoversi che tra la 16ª e la 21ª settimana» 39.

- Dolore. «La frequenza cardiaca fetale e il movimento aumentano per qualche minuto in seguito allo stimolo tattile durante l'amniocentesi 40. Il feto torna poi a calmarsi nuovamente pochi minuti dopo il termine della procedura. Le alterazioni della frequenza cardiaca e l'aumento del movimento suggeriscono che questi stimoli sono dolorosi per il feto» 41.

 

 

La lista che segue riporta alcune dichiarazioni del medesimo articolo che rilevano come una determinata capacità sia mostrata dal feto durante una specifica età gestazionale:

  • Deglutizione. A undici settimane, il feto deglutisce il liquido amniotico che lo circonda e lo emette urinando 42.

  • Percezione del suono. A metà della gravidanza, rumori forti provenienti dall'esterno dell'utero, come lo sbattere di una porta o la musica forte, raggiungono il feto, che reagisce 43.

  • Tatto. Alla nona settimana, il feto può avvolgere con le dita un oggetto nel palmo della mano. A dodici settimane, il feto può chiudere le dita e il pollice e «aprirà la bocca in risposta alla pressione esercitata sulla base del pollice» 44.

feto succhia pollice

 

Questa prova biologica mostra che il feto ha mani, piedi, ecc..., ad uno stadio iniziale all'interno dell'utero e che risponde agli stimoli (suono, luce e tatto) a vari stadi dello sviluppo. Si può perfino dire che il feto risponde a stress emozionali della madre. Prendiamo in considerazione la seguente affermazione dal succitato articolo:

 

«Il livello di attività del feto cresce quando la madre è sottoposta a stress emozionale. Ad uno stress prolungato corrisponde un aumento dei movimenti del feto, fino a dieci volte superiore rispetto al loro normale livello. L'attività del feto sembra crescere anche quando la madre è stanca» 45.

 

legge assurda

 

Dichiarazioni di ex abortisti

 

- Bernard Nathanson

Il Dr. Bernard Nathanson, ex direttore di una delle più grandi cliniche abortiste del mondo e uno dei fondatori della National Abortion Rights Action League, dopo aver iniziato a ricercare nel campo della fetologia, ripudiò le sue posizioni abortiste e abbandonò il proprio lavoro come abortista. Senza dubbio, egli è stato uno dei maggiori proponenti del diritto alla vita per i nascituri.

 

- Carol Everett

Carol Everett, che è stata proprietaria e direttrice di due cliniche abortiste, venne intervistata dall'Autore martedì 14 Aprile 1989. Seguono alcune delle domande-chiave poste alla signora Everett e le sue relative osservazioni.

 

- Eric Pastuszeck: «Basandosi sulla sua esperienza passata di aborti, concorderebbe con l'asserzione che il feto è un essere umano biologico»?

- Carol Everett: «Si può distinguere il bambino fin dal momento in cui la donna si accorge della gravidanza».

- Eric Pastuszeck: «Quando si accorge una donna della gravidanza»?

- Carol Everett: «Circa due settimane dopo la mancata mestruazione».

- Eric Pastuszeck: «Di nuovo, basandosi sulla sua esperienza, alcune metodologie abortive (ad esempio la D&C - Dilatation and Curettage 46) richiede che vengano individuate parti del corpo umano distinguibili (ad esempio la testa) al fine di poter completare l'aborto? Se sì, può specificare quali»?

- Carol Everett: «Bisogna che vi siano tutte le parti del corpo perché la procedura d'aborto sia completata».

- Eric Pastuszeck: «Le donne hanno mai riferito di parti del corpo rimaste in utero»?

- Carol Everett: «Una donna venne da noi dopo venti settimane e ci disse che aveva un piede del bimbo in utero. So di altri casi in cui una donna, in seguito ad un aborto, ha chiamato dicendo: "Ho appena espulso un piede", oppure "ho appena espulso una mano"».

- Eric Pastuszeck: «C'erano altri movimenti o espressioni fetali (durante o dopo l'aborto) che confermavano che il feto fosse un essere umano»?

- Carol Everett: «Si può vedere il bimbo che si muove. Quando si esegue un aborto eco-guidato, si riesce a vedere il bimbo che si ritrae quando gli strumenti vengono inseriti in vagina».

- Eric Pastuszeck: «Nelle conversazioni all'interno della clinica con i suoi colleghi, parlavate del sesso del bambino o parlavate semplicemente di "bambino"»?

- Carol Everett: «Non facevamo mai riferimento al sesso. Parlavamo di bambino. Eravamo soliti dire: "Quanti bambini uccideremo oggi"»?

- Eric Pastuszeck: «C'è qualche altra prova, in modo particolare biologica o medica, dedotta da esperienza diretta, che ci potrebbe fornire per affermare che il feto è un essere umano»?

- Carol Everett: «Erano bambini. Avevano tutti gli organi e i tessuti. Non so di che altra prova abbia bisogno».

 

feto umano ucciso

 

Altri abortisti hanno dato testimonianza sulle parti del corpo derivate da un aborto 47:

  • La Dr.ssa Beverly McMillan, ex attiva sostenitrice del diritto all'aborto, ha affermato: «Sono arrivata al punto in cui semplicemente non riuscivo più a vedere quei piccoli corpi» 48.

  • Il Dr. Anthony Levatino, che eseguiva aborti come medico interno all'ospedale, ha dichiarato che mentre lui e sua moglie cercavano di adottare un bambino, «ne buttava nella spazzatura nove-dieci alla settimana». Alla fine smise di effettuare aborti 49.

  • Debra Harry, un ex assistente abortista in una clinica del Michigan, passava gli strumenti al dottore durante gli aborti. Ha sentito «il rumore del cranio di un bambino frantumarsi» 50. Inoltre, la Harry ha affermato: «Ero là e ho visto questi bimbi completamente formati all'età di dieci settimane [...] senza una gamba o senza la testa [...], ho visto le piccole gabbie toraciche» 51.

beverly mcmillan

anthony levatino

Beverly McMillan Anthony Levatino

 

aborto per dilatazione ed evacuazione

Sopra: nella terza fase dell'aborto per dilatazione ed evacuazione (effettuato nel 2º trimestre di gravidanza), la testa del bambino viene afferrata con un forcipe dentato e schiacciata. Ecco perché la Harry sentiva «il rumore del cranio di un bambino frantumarsi».

 

I resti di un aborto: parti del corpo nella spazzatura

 

I racconti degli ex abortisti hanno descritto le parti del corpo tirate fuori dall'utero durante una procedura di aborto. Anche al termine della procedura, quando ormai le parti fetali sono diventate rifiuti, perfino la spazzatura ci svela la prova dell'umanità del feto: ci sono corpi o parti di corpi nell'immondizia nei pressi o all'interno delle cliniche. Il resoconto che colpisce maggiormente è quello della Dr.ssa Olga Fairfax:

 

«"Richmond's shame" ("La vergogna di Richmond") ha segnato un nuovo punto basso nello smaltimento dei rifiuti. Una clinica per aborti riempiva un alto cassonetto nel retro della sua proprietà con i resti delle terribili procedure svoltesi nell'arco della giornata. Il suo compattatore di rifiuti pressava con cura cento corpi di bambini al giorno che venivano poi messi in sacchetti di plastica e gettati sul cassonetto. I cani affamati arrivavano e trascinavano via le sporte. C'erano frequenti liti e il contenuto veniva sparso su e giù per la strada fino a quando i cani non separavano la garza, le spugne e i tamponi e divoravano la placenta, le ossa e la carne dei bambini» 52.

 

Sopra: un cane si allontana da una discarica di una clinica abortista con un feto

morto tra le fauci. Questa è la terribile fine di molti bambini uccisi dall'aborto.

 

Forse l'incidente più grottesco (tuttavia rivelatore) conosciuto è la tragedia di Woodland Hills. Si tratta di un fatto avvenuto in California, di cui ha parlato la stampa; alcuni uomini scoprirono i resti di migliaia di corpi (e parti di corpi) in un container marittimo. Questo tragico avvenimento è stato riportato in dettaglio in un libro pubblicato nel 1980 intitolato The Woodland Hills Tragedy. Come ultimo esempio, un ministro battista scoprì la prova di corpi umani in una discarica comunale ad Odessa, nel Texas. Olga Fairfax ha riportato quanto segue:

 

«A Odessa, nel Texas, l'ordinanza comunale 69-91 vieta di mettere un animale morto in un cassonetto. Questo però non ha impedito ad un abortista di depositare grandi sporte di plastica marrone piene di sporte di garze nella discarica cittadina ogni sera prima della chiusura» 53.

 

olga fairfax

Sopra: la Dr.ssa Olga Fairfax.

 

Il pastore battista ha aperto le sporte e con grande ribrezzo vi ha trovato

 

«piccole mani e piedi, perfettamente formati, di un bambino di tredici settimane e il corpo completo, a pezzi, di un bambino di diciassette settimane. C'era tutto al di fuori di un piede: la cassa toracica, gli organi sessuali, la testa, le unghie delle mani e dei piedi» 54.

 

Sopra: feti umani a diversi stadi di crescita gettati nell'immondizia. E pensare che le leggi comunali in vigore attualmente vietano di gettare il corpo di un animale morto nei rifiuti!

 

Uso commerciale del feto

 

Alcune società, in particolare aziende cosmetiche e farmaceutiche, utilizzano il collagene, un tessuto simile alla gelatina che si trova nel tessuto, nelle ossa e nella cartilagine. Il collagene si può anche trovare nella placenta; comunque, ad eccezione di prodotti con collagene animale e collagene bovino, prodotti contenenti collagene (ad esempio trucchi, shampoo) possono contenere collagene umano prelevato da feti.

 

Oltre al collagene, a volte nell'industria cosmetica si utilizzano anche altri tessuti umani del feto. Ad esempio, il giro d'affari del tessuto fetale, nel 1984, era di almeno un milione di dollari per feti abortiti con isterectomia (in epoca gestazionale avanzata). Tra gli altri impieghi a livello commerciale dei feti ha trovato posto anche l'inserimento di embrioni umani e organi nella plastica e la loro vendita come fermacarte alla moda.

 

soldi sporchi di sangue

 

Inoltre, Olga Fairfax ha riferito che, in Gran Bretagna, (reminescenza della Germania nazista) è stato ricavato sapone dal grasso di bimbi abortiti 55. Numerosi sono i dettagli in merito all'uso commerciale del feto. Le parti fetali vendute (o trasformate e poi vendute) dimostrano come i vendor considerino il feto come umano. In un catalogo di una società francese è stato pubblicizzato «un embrione umano integro» e diversi organi fetali inalterati 56.

 

Il Chicago Sun-Times ha riferito che una società di ricerche mediche americana testava cuori, cervelli e altri organi di cento feti nell'ambito di un contratto di ricerca del valore di 350.000 dollari per un pesticida. Secondo una persona, vi era anche «qualche discussione» in merito al fatto se i feti fossero vivi o morti 57.

 

mani sporche di sangue

 

Nel suo libro Beyond Abortion: A Chronicle of Fetal Experimentation («Oltre l'aborto: cronaca della sperimentazione fetale»), la giornalista Suzanne M. Rini ha riferito quanto riportato dal Cork (Ireland) Examiner in merito alla sperimentazione di feti umani da parte dell'industria cosmetica. L'articolo del giornale recitava:

 

«Laboratori in Europa, che lavorano per l'industria cosmetica nella preparazione di prodotti di bellezza, stanno effettuando esperimenti su feti umani vivi. Questa terribile affermazione si trova in un rapporto non ancora pubblicato per un comitato del Parlamento Europeo [...]. Nel suo rapporto al Parlamento Europeo, il parlamentare italiano Alberto Ghergo sostiene che in laboratori embriologici europei (non citati) vengono condotti esperimenti su feti di dodici-ventuno settimane. Questi vengono rimossi interi e vivi per mezzo dell'isterectomia (taglio cesareo) [...]. Gli embrioni sono sezionati per rimuovere alcuni organi (pancreas, timo, cervello, ecc...) che vengono congelati con vapori di azoto liquido. Altri embrioni vengono congelati una volta estratti dall'utero materno per essere messi da parte per vari usi» 58.

 

beyond abortion: a chronicle of fetal experimentation

Sopra: il libro di Suzanne M. Rini

Beyond Abortion: A Chronicle of Fetal Experimentation.

 

sperimentazione su feti vivi

Qualcuno può spiegarmi gentilmente che differenza

c'è tra questo «scienziato» e il nazista Dr. Mengele?

 

Vale la pena di sottolineare la presenza di pancreas, timo e cervello (prelevati dal feto) quando esaminiamo l'umanità del feto. C'è la prova che vi sono feti abortiti vivi e che vengono fatti morire senza assistenza medica e dai cui vengono prelevati organi e tessuti 59. Molti altri sono gli esempi di utilizzi commerciali del feto. Una società ha elencato feti (qualificandoli come «embrioni») di tre mesi tra i prodotti dei propri cataloghi.

 

Il catalogo descriveva i feti come «separati lungo l'arteria mediana, riordinati e rimontati naturalmente». Alla stessa voce veniva indicato: «Specificare età desiderata» 60. I feti ben preservati (spesso ricavati da aborti) sembrano essere abbastanza richiesti a livello commerciale. Indipendentemente dalla loro popolarità, questi modelli forniscono ulteriore riprova di quello che è il risultato di un aborto e poggiano sull'umanità del feto. Una società con sede a Cannes, in Francia, ha promosso questa pubblicità:

 

«La bellezza tramite il congelamento: un trattamento rivoluzionario di rigenerazione cellulare tramite congelamento. Dal lavoro del dottor Alexis Carrel sappiamo che cellule giovani applicate a tessuti vecchi sono capaci di rigenerarle. Queste cellule sono molto più efficaci se viventi» 61.

 

Nel 2017 è scoppiato lo scandalo dei feti venduti negli Stati Uniti dal Planned Parenthood, un'associazione privata che gestisce l'industria dell'aborto. Sopra: il listino prezzi degli organi fetali provenienti da aborti provocati, venduti dal Planned Parenthood alle industrie per la sperimentazione.

 

incasso planned parenthood

Sopra: la montagna di denaro che ogni anno finisce nelle casse dell'industria dell'aborto gestita dal Planned Parenthood sia mediante la vendita delle parti dei corpi dei bambini abortiti che dalle sovvenzioni statali. Un affare da 520 milioni di dollari all'anno!

 

Lo stesso depliant pubblicizza: «La bottiglia rossa contiene la placenta, la milza, il fegato e il timo del feto» 62. In sintesi, l'utilizzo a livello commerciale del feto consiste nel commercializzare parti del corpo. Tutto il materiale prelevato (ad esempio, placenta, pelle, collagene e grasso) viene considerato di valore in quanto umano.

 

Utilizzo del feto a scopi scientifici

 

Un'ulteriore area di interesse per il nostro studio è l'utilizzo del feto a scopi scientifici. La base logica per l'utilizzo del feto a scopi di ricerca di alcuni ricercatori è che i feti sono umani e non animali. Il feto presenta infatti delle parti del corpo (ad esempio, polmoni e fegato) che sono perfetti per la ricerca e la sperimentazione. Olga Fairfax e Suzanne Rini hanno riferito i seguenti casi, che hanno coinvolto l'utilizzo di feti umani:

 

- «Secondo la FDA 63, un vaccino per la rabbia viene prodotto da virus che si riproducono nei polmoni di bimbi abortiti, così come un vaccino per la poliomelite, preparato per mezzo di colture costituite da cellule di bambini abortiti» 64.

- «Cellule del cervello verrebbero "prelevate" da bambini abortiti a scopo di trapianto» 65.

- «Secondo quanto riportato dal Journal of the American Medical Association, del 26 marzo 1973, degli antigeni umani fetali sono stati ottenuti dall'omogeneizzazione di corpi di feti» 66.

- «Grazie a una sovvenzione di 600.000 dollari da parte dell'NIH, l'Istituto Nazionale di Sanità statunitense, si è potuto arrivare a sezionare un bambino senza anestetico (tra i molti altri coinvolti negli esperimenti effettuati in Finlandia) in modo da poterne ricavare il fegato. Il ricercatore incaricato ha affermato che il bambino era completamente formato e addirittura secerneva urina. Ha negato la necessità di un anestetico, sostenendo che un bambino abortito è solo spazzatura» 67.

- «È stato inoltre riferito di uno studio su teste decapitate di dodici bambini partoriti con taglio cesareo e tenuti in vita per mesi» 68.

 

Sopra: feto di dieci settimane tenuto in vita artificialmente per la sperimentazione. Sfuggiti alla morte per aborto, questi bambini sono destinati a morire a causa dei pesticidi o dei nuovi farmaci testati su di loro. Il dramma di questi piccoli venne rivelato dalla rivista Life negli anni '70.

 

I casi elencati sopra rappresentano soltanto alcune delle molte occorrenze dell'utilizzo scientifico di un feto abortito, sia esso vivo o morto. L'utilizzo scientifico del feto si presta a diversi ambiti di discussione, in questa sede ne prenderemo in esame due: la ricerca finanziata a livello federale e l'utilizzo di feti abortiti vivi.

 

La sentenza Roe vs. Wade che nel 1973 aprì la strada all'aborto su richiesta, ha costituito un vero e proprio lasciapassare per l'utilizzo, negli anni a seguire, di feti morti (e vivi) per la sperimentazione. I feti utilizzati spaziavano da bambini sani abortiti in età gestazionale avanzata (di cui si sono prelevati gli organi in quanto era intenzione abortire il feto) a tessuti nel primo stadio di sviluppo embrionale nonché organi da aborti per aspirazione.

 

bambino morto

Sopra: un piccolo essere umano abortito destinato

all'industria cosmetica o a chissà quale altro utilizzo...

 

I feti non sani, che cioè presentavano difetti, costituivano una categoria a sé 69. Molti feti con anomalie, rifiutati dai proprî genitori e abortiti a causa di un difetto, sono stati utilizzati per la sperimentazione.

 

Ricerca fetale finanziata a livello federale
 

Prima di illustrare alcuni esempi di ricerca finanziata a livello federale su feti morti (e a volte vivi) vittime di aborti, è necessaria una riflessione preliminare. Lo sviluppo della scuola di pensiero cosiddetta «tissue» (che sostiene che i feti siano unicamente tessuto e non esseri umani vivi), unitamente all'argomentazione che abortire un feto può salvare o migliorare la vita di feti «voluti», sono diventati le premesse per la ricerca fetale, compresi stanziamenti economici per aborti e sperimentazione su feti vivi.

 

Gli esperimenti fetali presentati di seguito mostrano come molti «scienziati» siano impegnati a fare sciacallaggio di organi (in gran parte provenienti da feti ottenuti da aborti indotti) per contribuire al sapere biomedico e al progresso scientifico senza considerare se il feto abbia o meno dei diritti.

 

bambino abortito

 

- Ricerca finanziata dall'Istituto Nazionale di Sanità

L'Istituto Nazionale di Sanità (NIH) è stata una fonte primaria di finanziamenti federali nel campo della ricerca fetale. I dettagli di questi esperimenti documentano un utilizzo scientifico di parti del corpo e organi, tutti provenienti da feti. Segue una lista di alcune ricerche sul feto finanziate dall'Istituto Nazionale di Sanità:

  • «Lo studio "Normal and Abnormal Utero-Vaginal Development" ("Sviluppo normale e anormale utero-vaginale") è stato condotto utilizzando tratti riproduttivi di feti abortiti. Il Dr. Gerald R. Cunha, dell'Università della California, a San Francisco, ha ricevuto 229.382 dollari per condurre questa ricerca negli anni 1984-1985» 70.

  • Sempre nel biennio 1984-1985, il Dr. Thomas Shepard, dell'Università di Seattle, ha ricevuto 100.975 dollari per la «24-hour collection of fresh abortuses» («24 ore di prelievo su feti appena abortiti»).

  • Campioni di pelle fetale sono stati utilizzati dalla Dr.ssa Karen Holbrook, dell'Università di Washington, Seattle, per uno studio sulla biologia della pelle fetale («Fetal Skin Biology») che ha ricevuto fondi per l’importo di 239.740 dollari nel biennio 1984-1985. I campioni comprendevano «sessanta embrioni umani [...] ottenuti per isterectomia, isterotomia o aborto salino» 71.

gerald r. cunha

thomas shepard

karen holbrook

Gerald R. Cunha Thomas Shepard Karen Holbrook

 

E questi sono solo alcuni degli esempi di ricerca fetale sostenuta a livello federale negli ultimi vent'anni. Da uno sguardo dettagliato alle specifiche di queste ricerche possiamo riconoscere le caratteristiche umane del feto. Il Dr. Cunha ha riferito di aver utilizzato tratti riproduttivi «completamente non vitali» da campioni derivati da aborti al primo trimestre per dilatazione e raschiamento o aborti al secondo trimestre per dilatazione ed evacuazione; in entrambe le metodologie il feto viene triturato.

 

Ha poi preso dei topi nudi e trapiantato alcuni tratti riproduttivi del feto nel topo 72. Sicuramente un «tratto riproduttivo fetale» è una caratteristica umana. Non è certo l'unico caso in cui è possibile individuare la presenza di parti umane dal punto di vista biologico. I campioni della Dr.ssa Holbrook, come ricordato, erano sessanta embrioni umani derivati da aborti. Si può proseguire a descrivere i suoi esperimenti in questo modo: per poter utilizzare pelle fetale nel suo lavoro, la Holbrook ha ottenuto biopsie di pelle fetale da due fonti.

 

feto tritato

 

La prima costituita da normali aborti del primo, secondo e terzo trimestre. «Quando le venne chiesto di indicare lo stato abortivo dei feti, essa commentò: "è auspicabile che i feti non nascano vivi e che la pelle venga prelevata dopo la morte del feto"» 73. Di certo, «la pelle [...] prelevata dopo la morte del feto» indica una parte del corpo prelevata dopo un decesso.

 

L'ironia delle argomentazioni abortiste è che il feto non è considerato un essere umano durante la procedura di aborto, ma una volta richiesto per la sperimentazione, viene fornito agli scienziati per i suoi organi umani e le sue parti del corpo. Anche i ricercatori stessi ammettono che il feto permette alla scienza di effettuare sperimentazioni su modelli umani. Forse può rendere meglio l'idea questa affermazione del Dr. Cunha:

 

«Esistono modelli animali per studiare qualsiasi nostra ricerca. C'è la probabilità che il lavorare sugli animali non ci condurrà ad alcuna informazione nuova. Ma quando si ottiene un risultato positivo lavorando sugli umani, lì non ci sono dubbi» 74.

 

Sopra: bambino ucciso in nome (com'è scritto sulla moneta) dell'imprescindibile «libertà» di scelta della donna. Sulla stessa moneta è scritto: In God we trust («Noi confidiamo in Dio»...).

 

Utilizzo di feti abortiti vivi

 

La giornalista Suzanne Rini ha riferito di alcuni casi di utilizzo di corpi di feti vivi per la sperimentazione medica:

 

- «In un test atto a sviluppare una placenta artificiale, un medico ha verificato e testato l'apparecchiatura su bambini vivi, abortiti, i quali, tra l'altro, non erano comunque destinati a sopravvivere all'esperimento». In pratica, egli «ha volontariamente fornito assistenza terapeutica sperimentale ad un bambino abortito al settimo mese di gestazione, ma alla fine non gli ha permesso di sopravvivere» 75.

- «Un'inchiesta del quotidiano inglese "Cambridge Evening News" ha riferito come si fosse scatenata "una forte protesta nel Paese quando un parlamentare venne a sapere che cliniche abortiste private avevano venduto bambini vivi per la ricerca". Uno dei medici coinvolti ha affermato: "Stiamo semplicemente impiegando qualcosa destinato all'inceneritore a vantaggio dell'intera umanità"» 76.

- «Un feto che presentava movimenti e secrezioni, ottenuto da un aborto per isterotomia è stato utilizzato da un medico dell'ospedale Yale-New Haven per ricavarne organi. Lo studente in medicina che ha assistito all'operazione è impallidito e ha accusato dolori allo stomaco subito dopo l'operazione» 77.

- «Secondo quanto riferito da un osservatore, il Magee Women's Hospital di Pittsburgh "ha imballato bambini abortiti nel ghiaccio mentre ancora si stavano muovendo e li ha spediti ai laboratori di sperimentazione"» 78.

- «Wester Anderson ha citato un servizio pubblicato sul Washington Post il 15 aprile 1973 in cui si affermava che un certo Dr. Gaull aveva iniettato "materiale chimico radioattivo nei cordoni ombelicali dei feti". Mentre il cuore batteva ancora, ne ha rimosso cervello, polmoni, fegato e reni a fini di ricerca» 79.

 

Sopra: Hillary Clinton, grande sostenitrice dell'aborto, afferma:

«Le persone non nate non hanno diritti costituzionali».

 

Questi sono solo alcuni dei casi di sperimentazione scientifica su feti vivi. È importante sottolineare come lo sviluppo delle prostaglandine, una sostanza abortiva utilizzata per aborti in epoca gestazionale avanzata il cui risultato è la nascita di un bambino integro e a volte vivo, ha incrementato la sperimentazione su feti vivi e integri.

 

II
Prove mediche

 

Le fotografie di questo capitolo mostrano i prodotti di un aborto, nel caso specifico tre feti abortiti legalmente negli stati Uniti. Nonostante la definizione scientifica ci dica che il nascituro è definibile come feto all'incirca dalla 12ª settimana di gravidanza (prima viene classificato come embrione), lo sviluppo umano è un processo continuo. Le fotografie riportate ritraggono feti di sei settimane e mezzo, di diciannove e di ventiquattro settimane e mezzo di gestazione.

 

In un feto all'8ª-10ª settimana di gestazione tutti gli organi sono presenti. Il feto più giovane che viene mostrato, nonostante non abbia tutti gli organi, possiede quelli principali, come l'organo riproduttivo maschile e il corredo genetico che è unicamente umano. Gli altri feti hanno caratteristiche umane marcate (come, ad esempio, capelli, naso e sopracciglia). Sette sono le procedure principalmente utilizzate per portare a termine un aborto 80. Descriviamo di seguito le sette procedure.

  • L'aborto per dilatazione e curettage (D&C) impiega un coltello di forma circolare per tagliare a pezzi il feto prima di rimuoverlo dall'utero. Questa metodologia viene utilizzata su feti di dodici settimane (o più) di gestazione.

aborto via dilatazione ed evacuazione

Sopra: feto ucciso con aborto D&C.

  • L'aborto per dilatazione ed evacuazione utilizza un forcipe dentato. È un metodo simile al D&C. Dato che questa metodologia viene utilizzata su feti di epoca gestazionale più avanzata (da dodici a venti o più settimane di gestazione), il cranio del feto dev'essere schiacciato e il corpo lacerato per poterli estrarre dall'utero.

  • L'aborto per isterotomia è simile ad un taglio cesareo sia perché il feto viene rimosso tramite un'incisione addominale e perché spesso viene estratto un bambino vivo. Il feto viene poi messo in un secchio dove viene lasciato morire. Metodo usato su feti di otto-diciannove settimane di gestazione.

Sopra: bambino soppresso mediante isterotomia.

  • L'aborto con prostaglandine avviene tramite iniezione e conseguente induzione del travaglio. Usato su feti di dodici-venti settimane di gestazione e oltre, è pratica diffusa anche per aborti al settimo, ottavo o nono mese di gravidanza. Se il bambino espulso è vivo (come spesso accade), quasi sempre sarà lasciato morire.

aborto prostaglandine

Sopra: feto ucciso mediante assunzione di prostaglandine.

  • L'aborto per avvelenamento salino consiste nell'iniettare una soluzione salina concentrata in modo da avvelenare e bruciare il feto, che viene solitamente partorito morto spontaneamente. Questo metodo viene utilizzato per feti di quattordici o più settimane di gestazione.

aborto salino

Sopra: due bambini uccisi mediante avvelenamento salino.

Notate come la pelle è totalmente bruciata.

  • Il curettage per aspirazione è un aborto che utilizza un aspiratore per smembrare il feto nell'utero ed aspirarne i pezzi che vengono raccolti in un contenitore. Questo metodo è utilizzato per feti di tredici (o meno) settimane di gestazione.

aborto per suzione

Sopra: corpicini di feti tritati dall'aborto per suzione o metodo Karman.

Questa tecnica abortiva viene usata in Italia fino al 90 giorno di gestazione.

  • La procedura per dilatazione ed estrazione impiega un catetere di estrazione per rimuovere il materiale cerebrale da un feto vivo la cui testa è ancora dentro all'utero (il resto del corpo è già stato rimosso), alla fine del secondo trimestre e perfino all'inizio del terzo. L'operazione permette la riduzione di volume del cervello per facilitarne la rimozione ed azzera il rischio che nasca un feto vivo. Il materiale cerebrale fetale potrà poi essere utilizzato per la sperimentazione.

aborto partial birth

Sopra: aborto per «nascita parziale»; la testa del bambino

viene svuotata mediante una cannula come fosse un uovo.

 

Stephen (così chiamato da chi si è occupato del feto) era più o meno a sei settimane e mezzo di gestazione, misurava all'incirca cinque centimetri e pesava da 28 a 85 grammi. Il suo corpo è stato immerso in una soluzione di formaldeide per essere conservato. A questo stadio dello sviluppo il feto presenta la maggior parte degli organi. Gli arti sono ben visibili e sono presenti minuscoli genitali maschili vicino al cordone ombelicale.

 

stephen

 

Esther era più o meno alla diciannovesima settimana di gestazione, misurava trentacinque centimetri e pesava 283 grammi. L'aborto era avvenuto per iniezione di una soluzione salina ad alta concentrazione che le ha bruciato lo strato più esterno della pelle e l'ha avvelenata. Nella fotografia sono visibili capelli e unghie. Le zone nere sono bruciature della pelle. A questo stadio il feto è pienamente sviluppato e con tutti gli organi presenti.

 

esther

 

Grace era a circa ventiquattro settimane e mezzo di gestazione, misurava quarantotto centimetri e pesava 519 grammi. Grace è stata abortita con le prostaglandine. In fotografia sono visibili capelli e unghie. Si può inoltre ben riconoscere come il feto a questo stadio sia pienamente sviluppato, nel senso che tutti gli organi sono presenti.

 

grace

 

III

Prove emotive

 

- Eric Pastuszeck: «Hai avuto l'impressione che venisse distrutta una vita umana? Se sì, potrebbe spiegare»?

- Pamela Carr: «Ricordo che mi era stato chiesto di firmare un modulo in cui si affermava che la struttura aveva il diritto di eliminare qualsiasi tessuto o materiale fetale. Mi ero chiesta perché questo modulo fosse necessario. Dopo essere stata portata in sala operatoria e aver fatto due più due mettendo insieme altri segnali, è caduto il velo di ignoranza. Ho capito che avevo ucciso il mio bambino» 81.

 

pamela carr

Sopra: Pamela Carr, una ragazza di colore

che abortì quando aveva diciassette anni.

Oggi è una attivista pro-life.

 

Le donne che si sono sottoposte ad un aborto, i loro mariti o compagni, così come il personale medico preso in esame in alcuni studi, hanno rivelato un senso di perdita umana e altre emozioni negative relative all'aborto. Dopo un aborto si sperimentano anche pensieri suicidi.

 

I documenti e le testimonianze riportati di seguito illustrano le emozioni che entrano in gioco quando una donna abortisce, assieme ai riscontri psicologici nei diversi momenti critici, cioè prima, durante e soprattutto dopo l'aborto. Riportiamo anche estratti di un’intervista personale.
Le sezioni del capitolo sono:

  • Trauma post aborto;

  • Donne e aborto;

  • L'effetto dell'aborto sui padri mancati;

  • Il disturbo post traumatico da stress;

  • Dichiarazioni del personale medico;

  • Prove emotive: una testimonianza personale

sindrome post-abortiva

 

Trauma post aborto

 

Il trauma post aborto comprende quelle emozioni tipiche che seguono un aborto. Il termine «trauma post aborto» comprende, fra gli altri, quanto segue:

  • Depressione;

  • Rimorso;

  • Tristezza;

  • Senso di colpa;

  • Senso di smarrimento;

  • Orrore (sperimentato in incubi e/o flashback).

Donne e aborto
 

Resoconti apparsi di recente su giornali e riviste svelano le condizioni emotive e psicologiche delle donne in seguito ad un aborto. Questi racconti, pur differenziandosi fra loro, sono stati raccolti partendo dalle molte donne che hanno espresso emozioni negative sulla loro decisione di abortire. Queste emozioni si manifestano con gravi depressioni, sensi di colpa, rimorso, tristezza, senso di smarrimento, ecc...

 

Sebbene alcuni dei resoconti mostrino che le donne coinvolte non presentavano sintomi di trauma post aborto, molti studi concludono che queste spesso sopprimono o reprimono le emozioni dolorose in seguito ad un aborto. Ad esempio, uno studio canadese ha verificato come le donne che durante l'intervista hanno negato qualsiasi rimorso in seguito ad un aborto, spesso sopprimevano o reprimevano conseguenze emotive/psicologiche. La citazione che segue, tratta da AbortionQuestions and Answers («Aborto… Domande e risposte») di John C. (1925-2015) e Barbara Willke (1923-2013), analizza questo studio:

 

- Domanda: «Ma la maggior parte delle risposte rilevano pochi problemi a livello emotivo, solo un senso di sollievo».

- Risposta: «Sì, ma "quello che le donne realmente provano in seguito ad un aborto non è quello che dichiarano rispondendo ai questionari". Uno studio canadese ha preso in considerazione un gruppo di donne, le ha sottoposte al questionario e poi ne ha scelte a caso la metà per una psicoterapia introspettiva, nonostante negassero ogni tipo di problema» 82.

 

john c. - barbara willke

Sopra: i coniugi pro-life John C. e Barbara Willke.

 

I risultati dello studio canadese hanno rilevato che «quello che è emerso dalla psicoterapia era in forte contrasto (rispetto ai questionari), anche se la donna aveva razionalmente accettato l'aborto come soluzione inevitabile, l'unica strada percorribile». È stato dimostrato che la decisione consapevole e razionale per l'aborto può coesistere con un forte rigetto a livello più profondo 83.

 

Lo stesso articolo continuava affermando che «nonostante quello che appare in superficie, l'aborto lascia sentimenti più profondi, di intenso dolore e che coinvolgono lutto e un senso di identificazione con il feto» 84. Seguono alcuni esempi dei molti casi che hanno presentato sintomi a livello emotivo/psicologico riferiti da donne reduci da un aborto:

 

- Depressione

In seguito ad un aborto, le donne soffrono di depressione, a volte perfino di pensieri suicidi. Sono stati documentati migliaia di casi, incluse le testimonianze che seguono. Una donna ha affermato:

 

«È stato difficile quando ho iniziato a soffrire di depressione. Il pensiero dell'aborto ha iniziato ad affiorare. Era stato represso per molti anni. Mio marito non sapeva quello che avevo fatto. Era qualcosa di cui non avevo mai parlato ad alcuno. Era semplicemente parte del mio passato. È arrivato però un momento in cui ho dovuto dirglielo perché ero essenzialmente "fuori servizio". Non facevo nulla se non stare seduta su una sedia guardando il muro tutto il giorno, pensando a come avrei potuto uccidermi» 85.

 

trauma post aborto

 

Un'altra donna ha confessato:

 

«A quel tempo ho lasciato la scuola. Ho tentato il suicidio. Non riuscivo a portare avanti alcun tipo di relazione, né con la mia famiglia, né coi ragazzi, né con gli amici. A causa di questo tutto andava in pezzi» 86.

 

Una terza testimonianza mostra un caso di depressione altrettanto grave: «Studiavo in una famosa Università e ancora non riuscivo a liberarmi di questo odio per me stessa. Così ho deciso di uccidermi, dopo che la mia famiglia mi aveva respinta» 87. Una relazione ha perfino riportato come due madri adolescenti in seguito al loro aborto «abbiano tentato il suicidio nelle date in cui i loro bambini sarebbero nati» 88. Come ultimo esempio della moltitudine di donne che hanno sperimentato una depressione grave, spesso accompagnata da impulsi suicidi in seguito ad un aborto, proponiamo il ricordo di una donna in merito al suo stato post aborto:

 

«Verso la fine del mio quinto semestre al college, saltavo tutte le lezioni. Ero diventata dipendente da droga e alcool, e spesso avevo spinte suicide. Mi odiavo e non avevo alcuna ambizione o desiderio di vivere» 89.

 

nessuna pietà per i bambini non nati

 

Ricerche scientifiche mostrano come una donna in seguito ad un aborto sia più incline alla depressione durante una seconda gravidanza. Willke descrive un altro studio:

 

«È interessante che all'inizio della gravidanza "in otto delle ventun donne che avevano abortito in passato sono state clinicamente rilevate ansia e depressione. Al contrario, solo otto delle novantotto che non avevano abortito erano depresse» 90.

 

post abortion syndrome

 

- Rimorso, tristezza

Altri sintomi spesso rilevati in donne che hanno abortito sono rimorso e tristezza.

 

«Dopo il mio aborto, al mio risveglio, provavo rimorso e angoscia, e mi ricordo di aver gridato e non riuscivo a sopportarlo. Dovevo andare via da lì» 91.

 

Un'altra donna ha affermato:

 

sindrome post-aborto«Sentire il mio bambino venire strappato via dal mio utero è stata una delle sensazioni peggiori che io abbia mai sperimentato. Mentre la macchina cercava di aspirare quello che avevo dentro, tutto nel mio ventre spingeva verso l'alto per evitare di essere strappato fuori. La vibrazione mi ha creato un forte senso di nausea. Non ero certa di quanto avrei potuto sopportare. La counselor deve aver compreso la mia sensazione di panico perché mi ha rassicurato che era quasi finito tutto. Le ho afferrato la mano e l'ho stretta fino a quando la macchina non si è spenta [...]. Mentre uscivo da quella clinica, mi sentivo come se avessi appena avuto un incubo. Mi sentivo umiliata, degradata, rovinata, trattata con sufficienza, provavo vergogna; tutte le sensazioni peggiori che una donna può sperimentare. Stavo così male che non riuscivo nemmeno a sentirmi sollevata» 92.

 

- Senso di colpa

Il senso di colpa è un altro sentimento doloroso che le donne sperimentano frequentemente in seguito ad un aborto. Una donna riferisce:

 

«Il dolore con cui avevo cercato senza successo di convivere per tre, quattro mesi dopo l'aborto, l'odio per me stessa e il tremendo senso di colpa che era nato in me e di cui non riuscivo in alcun modo a liberarmi» 93.

 

Anche ricerche mediche confermano che spesso dopo un aborto compare un senso di colpa. Ad esempio, l'American Journal of Psychiatry ha affermato che «le pazienti non presentavano problemi prima dell'aborto e più tardi hanno sperimentato psicosi causate dal senso di colpa rispetto all'aborto» 94.

 

mi pento del mio aborto

Sopra; queste donne portano un cartello su cui è scritto: «Mi pento del mio aborto».

 

- Senso di smarrimento, flashback, incubi e altre emozioni negative

In seguito ad un aborto, le donne sperimentano un senso di perdita, che implica flashback, incubi ecc... Nel suo libro Choices in Matters of Life and Death («Scelte in materia di vita e di morte»), parlando delle «complicazioni di un aborto», Judie A. Brown afferma:

 

«Uno studio della Dr.ssa Anne Speckhard, dell'Università del Minnesota, ha rilevato che più della metà delle donne che hanno abortito soffrono di incubi e flashback relativi alla loro esperienza dell'aborto. Circa un quarto ha avuto allucinazioni; il 35% crede che il bambino morto torni a visitarle nei sogni o per mezzo di visioni» 95.

 

judie a. brown

Sopra: Judie A. Brown, presidente e

co-fondatrice dell'American Life League.

 

Un'attenta analisi di altri studi psicologici su questo argomento fornisce ulteriore prova del disturbo chiamato «stress post aborto».

 

Gli effetti dell'aborto sui padri mancati: disturbo post-traumatico da stress

 

Cosa dire degli uomini che sarebbero stati padri di un bambino se non vi fosse stato un aborto? Le ricerche indicano che anche un uomo, specialmente quando realizza che la sua prole è stata abortita, sperimenta gravi emozioni negative. Per vari motivi, l'uomo coinvolto nel concepimento a volte non viene mai a sapere dell'aborto. Questo innanzitutto per il desiderio della donna di mantenere l'aborto segreto.

 

Per questo sono pochi i racconti delle reazioni degli uomini all'aborto dei propri figli. Segue il racconto tipico dell’effetto traumatico dell'aborto su un uomo consapevole che il suo bambino è stato abortito. Ancora più importante, la seguente testimonianza fornisce un'ulteriore prova dell’umanità del feto.

 

«Probabilmente avrete letto di cosa il senso di colpa e le emozioni represse abbiano fatto ai veterani del Vietnam. Viene definito "disturbo post-traumatico da stress". È praticamente il risultato del tentativo di cancellare o sopprimere la reazione intensa alla morte e alla violenza che li ha circondati. È lo stesso tipo di reazione che ho avuto quando mia moglie ha abortito. Per me non era finito tutto quando siamo usciti dalla clinica dopo l'intervento» 96.

 

Questo mancato futuro padre, che ha acconsentito alla decisione della moglie di abortire, ha paragonato l'esperienza vissuta entrando in clinica al subbuglio di emozioni che lo pervadeva nella guerra del Vietnam. Ha raccontato:

 

«Non dimenticherò mai cos'è stato fare il mio ingresso in quella sala d'attesa [...]. Sono dovuto uscire a causa delle sensazioni che provavo [...]. Avevo già sperimentato sulla mia pelle quello che provavo in quel luogo. Ero stato un soldato in Vietnam (1970-1973) dove avevo lavorato in squadre di salvataggio dopo aver lasciato l'esercito. Quello che percepivo in quella clinica abortista era un'aria di morte. L'assenza di speranza e la disperazione impregnavano la sala d'attesa come fossero nebbia. Non riuscivo a sopportare di essere lì. E non volevo nemmeno che mia moglie fosse lì» 97.

 

clinica abortista

Sopra: clinica abortista negli Stati Uniti.

 

L'uomo e sua moglie hanno lasciato la clinica senza abortire; tuttavia, avevano deciso di andare da un medico che praticasse aborti nel proprio ambulatorio. All'inizio, l'atmosfera «amichevole» e «gradevole» dello studio medico sembrava splendida. L'intervento si è concluso «senza intoppi e quel pomeriggio che io e mia moglie abbiamo passato insieme è stato uno dei momenti di maggiore vicinanza nel nostro matrimonio. Era tutto finito, o perlomeno così pensavamo» 98. Come molti degli uomini che hanno acconsentito all'aborto, quest’uomo ha «soppresso» o «sepolto» i proprî sentimenti. Egli ha affermato:

 

«Ma fin dalla nostra visita nella prima clinica abortista, nel profondo sapevo che quello che volevamo fare non era giusto. Non riuscivo davvero a trovare pace nella nostra decisione» 99.

 

aborto

 

Come per tanti uomini e donne, gli effetti emotivi persistenti dell'aborto hanno distrutto il matrimonio di questa coppia. Si svilupparono rabbia e amarezza, che il marito descrive così:

 

«Durante tutto quel tempo il senso di colpa mi consumava dentro fino a quando non ho dovuto fare quello che avevo imparato bene nell'esercito; ho indurito il cuore e sepolto i miei sentimenti. Ma non riuscivo a tenerli sempre sotto controllo. Come il dolore e il risentimento del mio servizio militare, che tenevo sepolti e a volte esplodevano come un vulcano, così succedeva con l'amarezza di aver perso un bambino» 100.

 

medico abortista

 

La coppia si è separata un anno dopo l'aborto e ha divorziato dopo pochi mesi. Nonostante non sia stato l'unico motivo del divorzio, l'aborto ha contribuito alla rottura 101. Nel concludere il suo racconto, l'uomo ha affermato:

 

«Quando io e mia moglie stavamo affrontando (la decisione in merito all'aborto), gli elementi non ci sono stati forniti né dallo studio medico, né dalla clinica abortista. Nessuno ci ha informati di quali sarebbero stati gli effetti a lungo termine dell'aborto. Nessuno ci ha detto quante persone coinvolte in aborti soffrono di senso di colpa, depressione e rimorso, molto tempo dopo l'intervento di aborto» 102.

 

medico abortista

 

Lo stesso uomo è arrivato a credere che l'aborto sia «una di quelle decisioni della vita che hanno conseguenze di vasta portata» 103.
 

Dichiarazioni del personale medico

 

Le emozioni negative (ad esempio, tristezza e senso di perdita di vita) sono evidenti anche nelle dichiarazioni del personale medico implicato in interventi di aborto. Queste informazioni avvalorano ancora di più le prove emotive. Prendiamo ad esempio in considerazione il racconto sincero della procedura di aborto da parte di un'infermiera:

 

«Qui facciamo aborti; è tutto quello che facciamo. Ci sono momenti pesanti e cupi in cui sento di non poter sopportare un'altra bacinella di resti sanguinosi o pronunciare un'altra frase gentile di rassicurazione. Così mi lascio dietro la stanza dell'intervento e prendo un'altra cartella clinica. Mi preparo a un'altra bacinella, un'altra breve e terribile sensazione di perdita» 104.

 

aborto

 

L'infermiera ha inoltre ammesso: «Guardo la pancia rigonfia delle donne diventare molle in pochi istanti e sento la mia sussultare dal dolore» 105. E ha continuato: «Ma una fonte di dolore sembra aprirsi in molte donne quando sentono quel rumore sordo» 106. Un altro articolo ha mostrato come il feto non sia semplicemente «una forma indistinta». L'articolo riguarda un medico che compiva aborti e affermava:

 

«In seguito ad un aborto, il medico deve ispezionare i resti per verificare che tutte le parti fetali siano state rimosse. Qualsiasi tessuto lasciato dentro all'utero può essere causa di infezione. Il Dr. Bours ha rovesciato il contenuto della sacca in una bacinella e l'ha rigirato con un dito e ha detto: "Si può vedere una pallida manina"» 107.

 

Sopra: le cantanti Cyndi Lauper e Debbie Harry (dei Blondie) manifestano pubblicamente nel 1992 a New York in favore della libertà di aborto. Esse non sono che due delle tante celebrità che appoggiano l'infanticidio.

 

Il 5 giugno 2019, la popstar Miley Cyrus ha postato sul suo profilo Instagram una fotto in cui sta leccando una torta su cui è scritto «L'aborto è assistenza sanitaria», schierandosi inoltre in favore della Planned Parenthood.

 

Un altro dipendente dello stesso ambulatorio ha dichiarato: «Tutti noi vorremmo fosse informe, ma non lo è [...], e fa star male. Ne scaturisce tanto dolore» 108. Queste dichiarazioni confermano il senso di perdita umana in un aborto. Il personale medico descrive spesso sentimenti di tristezza e altre emozioni negative.

 

Magda Denes, medico, ha affermato nella ricerca da lei condotta pubblicata che l'aborto è sia disperazione che necessità: necessità perché le donne ne hanno bisogno, e disperazione perché viene spezzata una vita umana 109. Un altro medico, dopo aver visto un filmato ben noto di un'ecografia, The Silent Scream («L'urlo silenzioso»), un video sulla procedura d'aborto, ne è rimasto completamente disgustato.

 

Questo medico è stato un collega del creatore del filmato, il Dr. Nathanson. Comunque, mentre il Dr. Nathanson ha smesso di eseguire aborti, questo medico ha continuato, fino a quando non ha preso visione di The Silent Scream. L'effetto emotivo del film su questo medico è stato descritto dal giornalista Jim Edwards:

 

«È bastato vedere una volta il filmato. Come il tecnico ecografista, il medico che aveva eseguito l'aborto è rimasto talmente disgustato da quello a cui aveva assistito sullo schermo che è stato obbligato a voltarsi per ricomporsi. Non ha mai più eseguito un altro aborto» 110.

 

 

Interessanti sono anche le dichiarazioni dell'American Journal of Obstetrics and Gynecology e dal Family Planning Perspective rispettivamente:

 

«Le infermiere faticavano emotivamente soprattutto negli aborti per amniocentesi (avvelenamento salino o prostaglandine) in cui a loro spettava anche un compito di sostegno e incoraggiamento alla paziente, oltre a quello di assistenza nella procedura abortiva» 111.

 

La ricostruzione di sezioni fetali dopo la rimozione è necessaria per assicurare la completezza della procedura di aborto. È chiaro come la procedura per dilatazione ed evacuazione trasferisca gran parte del possibile trauma psicologico dal paziente al personale medico 112. Infine, un articolo dell'Obstetrics and Gynecology News, del 1978, ha presentato un'ammissione sincera di un abortista:

 

«L'agitazione che dal punto di vista emotivo la procedura suscita inevitabilmente su medici e personale [...]. Non c'è possibilità di negare che sia un atto di distruzione da parte dell'operatore [...]. Le sensazioni di smembramento corrono lungo il forcipe come fosse corrente elettrica» 113.

 

aborto

 

Prova emotiva: una testimonianza

 

Quello che segue è un aborto in retrospettiva: l'intervista dell'Autore con Pamela Carr nel settembre del 1990. La signora Carr ha raccontato le sue emozioni prima, durante e dopo l'aborto. Essa fà parte attiva dei Black Americans for Life e American Victims of Abortion, così come di altre organizzazioni.

 

- Questionario emotivo/psicologico sull'aborto

 

1. Prima dell'aborto

 

- Eric Pastuszeck: «Quali sono stati i tuoi pensieri iniziali e le emozioni che hai provato quando hai preso in considerazione un possibile aborto»?

- Pamela Carr: «Il mio primo pensiero nei confronti di un possibile aborto è stata la negazione della mia gravidanza. Veramente non credevo che avrei abortito perché ero in stato di shock. Non riuscivo a credere di essere incinta».

- Eric Pastuszeck: «Riassumeresti le tue emozioni prima dell'aborto come più negative (ad esempio tristezza) che positive (ad esempio felicità) o viceversa»?

- Pamela Carr: «Prima dell'aborto avevo sentimenti contrastanti. Ero triste perché ero incinta e credevo che la mia vita intera sarebbe stata rovinata se fossi diventata madre. La tristezza è arretrata quando ho iniziato a negare il fatto che c'era un bambino che stava crescendo dentro di me. Ridurre il mio bambino ad una massa informe di tessuto mi ha fatto sentire meglio rispetto a quello che avevo intenzione di fare».

- Eric Pastuszeck: «Ti sei sentita spinta dal punto di vista emotivo o psicologico ad abortire»?

- Pamela Carr: «Sì, mi sono sentita sotto pressione. Sentivo di non avere altra scelta, prima di tutto perché non volevo che la mia famiglia e i miei amici lo scoprissero. In quel momento l'aborto era una scelta accettabile e la mia unica alternativa».

- Eric Pastuszeck: «Ti sentivi a disagio emotivamente e/o psicologicamente riguardo la possibilità di abortire? Se sì, puoi descrivere»?

- Pamela Carr: «Mi sentivo estremamente a disagio. Continuavo a combattere contro l'idea che stavo privando qualcuno della vita. Rifiutavo di permettere a me stessa di credere che potesse essere così. Cercavo di razionalizzare che era solo una massa informe di tessuto e non un bambino».

- Eric Pastuszeck: «Prima del giorno dell'intervento, eri preoccupata per la vita che avevi in grembo»?

- Pamela Carr: «Ero molto preoccupata. Volevo sapere con certezza se dentro di me avevo un bambino. Sembrava che la mia curiosità non potesse essere soddisfatta. Ero tormentata da quello che provavo. Mi ricordo che la notte prima non sono riuscita a dormire perché la decisione che avevo preso mi faceva stare male».

 

2. Durante l'aborto

 

- Eric Pastuszeck: «Puoi riassumere il tuo vero stato emotivo/psicologico durante l'aborto»?

- Pamela Carr: «Durante la procedura ero sedata pesantemente e inconsapevole di quello che stava succedendo. Pochi istanti prima ero terrorizzata. Mi ricordo che il medico mi invitava a non avere paura o essere nervosa, vedendo l'espressione di terrore sul mio volto. Ero spaventatissima»!

- Eric Pastuszeck: «Hai pianto durante l'intervento? Perché»?

- Pamela Carr: «Durante l'intervento non ho pianto perché ero addormentata. Quando mi sono svegliata ero però molto depressa perché sapevo che avevo tolto la vita al mio bambino. Mi odiavo per quel che avevo fatto, ma non c'era nulla che io potessi fare per riportare indietro il mio bambino. Ero così affranta. Piangevo. Non riuscivo a sopportare il senso di colpa».

- Eric Pastuszeck: «Avevi la sensazione che fosse stata distrutta una vita umana? Se sì, puoi spiegare»?

- Pamela Carr: «Ricordo che mi è stato chiesto di firmare un modulo in cui si affermava che la struttura aveva il diritto di scartare qualsiasi tessuto o materiale fetale. Mi ero chiesta perché questo modulo fosse necessario. Dopo essere stata portata in sala operatoria e aver fatto due più due mettendo insieme altri segnali, è caduto il velo di ignoranza. Ho capito che avevo ucciso il mio bambino».

 

donna aborto

 

3. Dopo l'aborto

 

- Eric Pastuszeck: «Nel 1989, i più importanti giornali hanno scritto dei sentimenti e delle emozioni di parecchie donne in seguito al loro aborto. Nonostante alcune delle donne dichiarino di non provare alcun senso di colpa o rimorso (o altre emozioni negative) per la loro scelta di abortire, molti studi indicano che le donne spesso tendono a sopprimere o reprimere emozioni negative per un passato aborto. Tendendo questo in considerazione, hai provato alcune delle emozioni elencate di seguito (che molte donne dichiarano di aver provato perfino ad anni di distanza)? Se sì, utilizzando una scala da 1 a 10 (10 rappresenta la maggiore intensità), puoi classificare e commentare le tue risposte relative alla lista proposta di seguito. Scala: 1=minore intensità; 10=maggiore intensità».

 

4. Prima, durante e dopo l'aborto

 

- Eric Pastuszeck: «Ripensando alla tua decisione di abortire, ti ricordi di aver cercato di sopprimere o reprimere emozioni negative (ad esempio tristezza, senso di colpa, rimorso) in qualsiasi momento prima, durante o dopo l'intervento? Se sì, puoi descriverlo»?

- Pamela Carr: «Ho represso le emozioni negative per riuscire a convivere con la perdita del mio bambino. Immediatamente dopo l'aborto rifiutavo di pensare al fatto che avevo ucciso il mio bambino».

 

post-aborto

 

5. Conclusioni

 

Le informazioni riportate in questo capitolo confermano che uomini e donne coinvolte nella procedura di aborto provano emozioni negative (e spesso molto negative). Queste emozioni indicano che il feto è molto di più che un oggetto; infatti, il feto abortito è spesso causa di trauma emotivo.

 

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno nel mondo ci sono circa 40-50 milioni di aborti. Ciò corrisponde a circa 125.000 aborti al giorno. In Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT e la relazione del Ministero della Salute, 60.000 figli di mamme italiane sono morti per aborto. Il numero totale di aborti eseguiti nel 2016 (dati più recenti) è stato di 84.874. Si tratta di 232 bambini morti al giorno, in media. Quasi 10 bambini ogni ora, circa un bambino ogni 5 minuti. Dal 1978, anno in cui è entrata in vigore la legge 194, al 1997 (più di vent'anni fa), in Italia ci sono stati 5.814.625 aborti. Peggio di una guerra! E meno male (?!) che ci sono i figli dei migranti a colmare questo vuoto!

 

sacro cuore di gesù nel getsemani

Nell'orto del Getsemani, Nostro Signore si è addossato sulle spalle - come se li avesse compiuti Lui - tutti i peccati dell'umanità, compresi milioni di aborti. Quale tremendo dolore avrà provato il Salvatore nel vedere tutte quelle vite innocenti spezzate nel grembo materno? Preghiamo, dunque, cercando di riparare alla tristezza che questo peccato personale e sociale provoca al Sacro Cuore di Cristo, e affinché Egli si degni di interrompere al più presto questa carneficina che grida vendetta al suo cospetto come il sangue di Abele.

 

Link utile:

 

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- La vita umana nel grembo materno
- I Pearl Jam, l'occultismo e l'aborto

 

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Note

 

1 Estratto (pagg. 1-41) dall'opera Is the Fetus Human? («Il feto è umano»?), Tan Books Publishers, Rockford 1991. Traduzione a cura di Giulia Lazzaretti, che ringraziamo.

2 Questa domanda e relativa risposta è stata estratta da un'intervista con Carol Everett, che in passato è stata proprietaria e ha condotto due cliniche abortiste. Il grassetto è sempre redazionale.

3 Cfr. B. Nathanson, Aborting America, Doubleday, Garden City 1979, pagg. 174-175.

4 Cfr. Akron v. Akron Center for Reproductive Health, 462 U.S., da 416 a 458.

5 Termine che in latino significa «giovane essere».

6 Cfr. M. Green, Children... Things We Throw Away?, Pretty Good Printing, Lyndale 1986, pag. 2.

7 Ibid.

8 Cfr. B. Larson, Larson's Book of Family Issues, Tyndale House, Wheaton 1986, pag. 297.

9 Ibid.

10 Cfr. L. B. Settles-D. Rorvik, «Human Life Begins at Conception», in Rites of Life, Zondervan, Grand Rapids 1983; cit. in Abortion: Opposing Viewpoints, Greenhaven Press, St. Paul 1986, pag. 16.

11 Ibid.

12 Ibid., pag. 17.

13 Ibid.

14 Ibid.

15 Ibid., pagg. 17-18.

16 Cfr. B. Larson, op. cit., pag. 297.

17 Cfr. S. B. Olds, Obstetric Nursing, Addison-Wesley Publishing, Menlo Park 1980, pag. 136.

18 Cfr. L. B. Settles-D. Rorvik, op. cit., pag. 19.

19 Ibid.

20 Citato nel film Massacre of the Innocence, Reel to Real Ministries, Gainesville.

21 Cfr. J. Kennedy, Abortion: A reflection on Life, Coral Ridge Ministries, Lauderdale 1989, pag. 5.

22 Cfr. B. Nathanson, Aborting America, pag. 164.

23 Citato nel film Massacre of the Innocence.

24 Ibid.

25 Cfr. A. Guttmacher, Planning your Family, Macmillan, New York 1964, pag. 28.

26 Cfr. P. Rockwell, Consider This Observation by a New York Doctor, Pregnancy Center, 1988.

27 Cfr. J. Kennedy, op. cit., pag. 4.

28 Cfr. S. M Rini, Beyond Abortion: A Chronicle of Fetal Experimentation, Magnificat Press, Avon 1993, pag. 162.

29 Cfr. A. W. Liley, «The Fetus as a Personality», in Australian and New Zeland Journal of Psychiatry, vol. VI, nº 2, giugno 1972, pagg. 99-100.

30 Ibid., pag. 100.

31 Ibid., pag. 100-101.

32 Ibid.

33 Ibid., pag. 103.

34 Ibid.

35 Cfr. H. B. Valman-J. F. Pearson, «What the Fetus Feel», in British Medical Journal, 26 gennaio 1980, pag. 233.

36 Ibid.

37 Ibid.

38 Ibid., pag. 234.

39 Ibid.

40 Ad esempio, l'estrazione chirurgica del liquido dal sacco amniotico del feto (N.d.R.).

41 Ibid., pag. 233.

42 Ibid.

43 Ibid.

44 Ibid.

45 Ibid., pag. 234.

46 Tecnica abortiva utilizzata nei primi mesi di gravidanza in cui il bambino viene fatto a pezzi e raschiato via dall'utero materno (N.d.T.).

47 A volte il feto veniva estratto intero.

48 Cfr. M. Meehan, «The Ex-Abortioniist: They Have Confronted the Reality», in Washington Post, del 1º aprile 1988, pag. A21.

49 Ibid.

50 Ibid.

51 Ibid.

52 Cfr. O. Fairfax, «101 Uses for a Dead (or Alive) Baby», in ALL About Issues, gennaio 1984, pagg. 6-7.

53 Ibid., pag. 7.

54 Ibid.

55 Ibid., pag. 9.

56 Cfr. S. M Rini, op. cit., pag. 27.

57 Ibid., pag. 28.

58 Ibid., pag. 33.

59 Ibid., pag. 34.

60 Ibid., pag. 36.

61 Ibid., pag. 39.

62 Ibid.

63 Agenzia Statunitense per gli Alimenti e i Medicinali (N.d.T.).

64 Cfr. O. Fairfax, art. cit., pag. 8.

65 Ibid.

66 Cfr. S. M Rini, op. cit., pag. 33.

67 Cfr. O. Fairfax, art. cit., pagg. 8-9.

68 Ibid., pag. 9.

69 Cfr. S. M Rini, op. cit., pagg. 119, 160.

70 Ibid., pag. 42.

71 Ibid., pag. 44.

72 Ibid.

73 Ibid., pag. 42.

74 Ibid., pag. 43.

75 Ibid., pag. 74.

76 Ibid., pag. 76.

77 Ibid., pagg. 76-78.

78 Ibid., pag. 81.

79 Ibid.

80 Ne è stata introdotta una nuova, quella con il farmaco RU-486, che è stato sviluppato recentemente, ma non è trattato in questa sede. Nel 1992 non ne era ancora stato autorizzato l'uso negli Stati Uniti.

81 Questa domanda e la relativa risposta provengono dall'intervista del 1990 dell'Autore con Pamela Carr, che si era sottoposta ad un aborto.

82 Cfr. J. C.-B. Willke, Abortion... Questions and Answers, Hayes Publishing, Cincinnati 1986, pag. 124.

83 Cfr. I Kent, «Abortions Has a Profound Impact», in Family Practice, giugno 1980, pag. 80; cit. in J. C.-B. Willke, op. cit., pag. 124.

84 Ibid.

85 Cfr. D. J. Kennedy, Abortion: Reflection on Life, Coral Ridge Ministries, Lauderdale 1989, pag. 13.

86 Ibid.

87 Ibid., pag. 12.

88 Cfr. C. Tishler, «Adoloescent Suicide Attempt: Anniversary Reaction», in Pediatrics, vol. LXVIII, 1981, pagg. 670-671; cit. in J. C.-B. Willke, op. cit., pag. 126.

89 Cfr. R. Terry, Operation Rescue, Whitaker House, Springdale 1989, pag. 276.

90 Cfr. R. Kumar-K. Robson, Psychol. Med., vol. VIII, 1978, pagg. 711-715; cit. in J. C.-B. Willke, op. cit., pag. 131.

91 Cfr. D. J. Kennedy, op. cit., pag. 13.

92 Cfr. R. Terry, op. cit., pagg. 273-274.

93 Cfr. D. J. Kennedy, op. cit., pag. 12.

94 Cfr. J. Spaulding-J. Cavernar, «Psychosis Following Theraputic Abortion», in American Journal of Psychiatry, vol. CXXXV, nº 3, marzo 1978, pag. 364; cit. in J. C.-B. Willke, op. cit., pag. 131.

95 Cfr. J. Brown, Choices in Matters of Life and Death, Magnificat Press, Avon 1987, pag. 33.

96 Cfr. «A Man's Viewpoint on Abortion», in Great Expectations, Autunno 1988, Pegnancy Center, pagg. 1, 4.

97 Ibid., pag. 1.

98 Ibid.

99 Ibid.

100 Ibid.

101 Ibid.

102 Ibid., pag. 4.

103 Ibid.

104 Cfr. S. Tisdale, «We Do Abortions Here», in Harper's Magazine, ottobre 1987, pag. 66.

105 Ibid.

106 Ibid., pag. 67.

107 Cfr. D. Clendinen, «The Abortion Conflict: What it Does to One Doctor», in New York Times, dell'11 agosto 1985, pag. 26.

108 Ibid., pagg. 26-28.

109 Cfr. M. Denes, In Necessity and Sorrow: Life and Death at an Abortion Hospital, Basic Books, New York 1976.

110 Cfr. J. Edwards, «Ultrasound Videotape Shows Unborn in Death Throes», in Union Leader, del 20 novembre 1984.

111 Cfr. N. Kaltreider, «The Impact of Midtrimester Abortion Techniques on Patients and Staff», in American Journal of Obstetrics and Gynecology, vol. CXXXV, 1979, pag. 235; cit. in J. C.-B. Willke, op. cit., pag. 135.

112 Cfr. J. Roaks-W. Cates, «Emotional Impact of D&E vs. Instillation», in Family Planning Perspective, dicembre 1977, pagg. 276-277; cit. in J. C.-B. Willke, op. cit., pag. 195.

113 Cfr. W. Hern, «Meeting of Amer. Assoc. Planned Parenthood Physicians», in Obstetrics and Gynecology News, 1978; cit. in J. C.-B. Willke, op. cit., pag. 196.

 

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