titolo il gran reset

di Christian Verdier 1

 

postato: 16 marzo febbraio 2021

 

 

 

«Perché le genti congiurano,
perché invano cospirano i popoli?
Insorgono i re della terra
e i prìncipi congiurano insieme
contro il Signore e contro il suo Messia:
"Spezziamo le loro catene,
gettiamo via i loro legami".
Se ne ride chi abita i cieli,
li schernisce dall'alto il Signore»
(Salmo 2, 1-4).

 

 

Premessa

 

Nel bel mezzo della crisi del COVID-19 nell'estate del 2020, si è registrato un evento passato quasi inosservato che merita di essere messo in luce: l'annuncio di un «Gran Reset» 2 mondiale da parte di Klaus Schwab 3, presidente e fondatore del World Economic Forum di Davos 4, Di che cosa si tratta? Perché ora? Quali sono gli obiettivi visibili o nascosti dell'élite mondiale che si riunisce a Davos? Tante domande a cui è necessario rispondere, se non altro a causa dell'influenza esercitata sull'economia e sulla politica planetaria da questo Forum e dal suo fondatore, le cui affermazioni non sono mai banali.

 

world economic forum di davos

 

 

 

I

Il Gran Reset

 

 

Presentazione generale

 

Il Gran Reset è un'idea esposta da Schwab in un libro apparso a metà del 2020 intitolato COVID-2019: the Great Reset 5. Quanto alla forma, il libro è solo uno saggio in stile tecnocratico, visto che abbonda nelle biblioteche delle organizzazioni internazionali. In fondo, il titolo del libro è volutamente provocatorio, senza far sapere subito al lettore se si tratta di una decisione già presa da organismi mondialisti o di una proposta ancora da attuare.

 

klaus schwab - the great reset

Sopra: Klaus Schwab e il suo libro COVID-19: the Great Reset.

 

A tal proposito, il titolo non è per nulla rassicurante: resettare cosa? Ripartendo da zero? Chi decide? Qual è la posta in gioco? La lettura del libro fornisce alcune risposte, giacché l'idea principale dell'autore è quella di approfittare della crisi provocata dal COVID-2019 per ripensare il mondo e ricominciare da capo su nuove basi. Ma diversi punti rimangono sospetti:

  • La parola reset («resettaggio») non è stata una scelta felice, giacché sebbene la crisi provocata dal COVID sia uno shock, il mondo  resta al momento in un continuum: i governanti sono gli stessi rispetto a prima (ahimè), e lo sono anche i beni economici (sebbene colpiti) e le popolazioni (sebbene vittime). Si tratta infatti di una «riconfigurazione» e non di un reset, a meno che non si tratti dei nostri conti in banca..., ma l'idea non viene menzionata nel libro;

  • Tale riconfigurazione del mondo dev'essere imposta dall'alto, e all'occorrenza da cenacoli segreti o da pensatori privi di alcuna legittimità politica 6, oppure proveniente dal basso, cioè da parte di coloro che sono stati eletti (i governanti) e da chi la subisce (le popolazioni)? Sarebbe quindi necessario parlarne in dibattiti pubblici, proporre referendum e ricordare il principio di sussidiarietà, parole che fanno ribrezzo ai globalisti («La gente, che orrore»!);

  • «Ripensare il mondo» è un'idea prometeica degna di cervelli pieni di orgoglio, che esistono solo in prossimità di piccole cerchie vicine al nemico dell'umanità. Dio non ha chiesto all'uomo di «ripensare il mondo», ma di prendersene cura e di usarlo a proprio vantaggio.

prometeo

Sopra: Prometeo, il personaggio della mitologia greca che rubò il fuoco

agli dèi, divenendo così il simbolo della ribellione contro Dio.

 

Potremmo anche rimanere sorpresi dalla pubblicazione di questo libro subito dopo la «prima ondata» della pandemia, prima che le lezioni tratte da questo evento fossero comprese dagli Stati, come se tutte le analisi in esso contenute fossero state scritte in anticipo e il libro fosse già pronto da molto tempo 7. La su uscita è caduta al momento giusto, ossia in occasione del Forum di Davos, che ha festeggiato l'anniversario dei suoi cinquant'anni nel 2021, durante la sessione di gennaio (dal 25 al 29).

 

Il contenuto del libro 8

 

Il libro è strutturato in tre parti, assai rivelatrici, in cui primeggia l'economia:

  • Il reset visto da un'angolazione molto generale («The macro reset») nei settori dell'economia, della società, della geopolitica, dell'ambiente e della tecnologia;

  • il reset visto da un'angolazione più sottile («The micro reset») che riguarda principalmente il mondo degli affari e dell'industria;

  • Il reset visto da una prospettiva individuale (con i suoi effetti sulla nostra natura e sulla nostra salute), che in effetti non è che una suddivisione della seconda parte («analyse micro»).

time - the great reset

Sopra: la rivista Time, del 2 novembre 2020, ha dedicato

un numero doppio speciale al Gran Reset.

 

In materia economica, l'Autore sottolinea che storicamente ci sono state epidemie che si sono rivelate delle opportunità per rilanciare l'economia. Egli pensa che la decrescita che esse generano sia un'opportunità per riflettere sul mito della crescita; l'opportunità per realizzare un'economia più verde. Schwab è preoccupato per le conseguenze monetarie generate dalla crisi, dall'aumento del deficit e dalla distribuzione incontrollata di denaro («l'elicottero monetario»), ma non ritiene che per ora ciò possa produrre inflazione.

 

In materia sociale, il COVID ha rivelato anche i difetti dei sistemi liberali, come i sistemi anglosassoni (Stati Uniti e Gran Bretagna), che offrono una copertura sociale troppo debole per i più poveri. Essa rischia di accentuare le disuguaglianze e aggravare le tensioni sociali, in particolare quando esse erano già preesistenti (l'esempio dei gilet gialli in Francia), soprattutto da parte dei giovani, vittime in larga misura di questa crisi (istruzione, occupazione e risorse).

 

 

Il Financial Times già il 16 settembre 2019 era uscito con un sorprendente titolone a tutta pagina: «Capitalismo. È tempo di un resettaggio». Questa sembra essere «la nuova agenda» dell'élite.

 

Si dovrebbe anche rafforzare il ruolo degli Stati e dei governi in fase di ripresa, che dovrà andare di pari passo con tassazioni sempre più elevate. In termini di geopolitica, l'Autore esce dalla sua neutralità esponendo immediatamente il pericolo del nazionalismo, «la fine caotica dei multilateralismi» 9, e «l'erosione della globalizzazione» 10. Egli sottolinea il pericolo di questo sviluppo accresciuto dall'emergenza COVID, rappresentato dalla chiusura delle frontiere e dall'aumento del protezionismo 11.

 

Prendendo atto del fallimento dell'ipermondializzazione 12, egli offre una posizione di ripiegamento, focalizzata su una maggiore presa di coscienza sociale e ambientale. Schwab deplora coloro che parlano di rischio di inefficacia da parte di una governance globale, illustrato in particolare durante la crisi COVID in cui ogni Stato ha cercato di trovare una risposta nazionale, o quando gli Stati Uniti hanno denigrato l'OMS. Egli indica il pericolo di un confronto tra Stati Uniti e Cina, il disimpegno graduale degli Stati Uniti sulla scena internazionale e il rischio di un «deficit di ordine mondiale» 13, incoraggiando una posizione mediana, quella della regionalizzazione.

 

schwab - great reset

 

In materia ambientale, il COVID si aggiunge ai rischi dovuti ai cambiamenti climatici e alla distruzione del nostro ecosistema. L'Autore vede i collegamenti tra questi tre rischi poiché il pangolino (sic!), fuori dal suo habitat naturale, avrebbe trasmesso il virus COVID, e che l'inquinamento atmosferico promuoverebbe la malattia. Ne deduce quindi che la crisi determinata dal COVID dev'essere un'opportunità per ripensare l'equilibrio tra uomo e natura, e incoraggiare un'economia più verde e senza emissioni di carbonio.

 

In campo tecnologico, la crisi determinata dal COVID ha cambiato il modo di vivere e ha accelerato la digitalizzazione della vita economica: smart working, uso intensivo dello smartphone, ecc... Le applicazioni che hanno sopperito alle carenze dovute al COVID hanno sottolineato il fragile confine che esiste tra interesse comune e vita privata. Questa crisi ha anche rafforzato tutti i mezzi di monitoraggio remoto. Ricordando che le misure prese dopo l'11 settembre 2001 erano ancora in vigore negli Stati Uniti, l'Autore sottolinea il rischio di distopia, ossia di un'invasione di un regime scandalosamente totalitario a danno della privacy.

 

fine della privacy

 

A livello microeconomico, l'Autore vede ancora una volta nel COVID l'opportunità per il settore di ripensare a come funzionare 14, pur dicendosi pessimista per alcuni settori (turismo, industria alberghiera e svaghi). I settori che producono beni o prodotti alimentari dovrebbero adattarsi alla computerizzazione (ad esempio per la consegna). La fine dell'iperglobalizzazione ha messo in discussione le delocalizzazioni e le catene di approvvigionamento; la sicurezza dovrà avere la meglio sul profitto. Questa tendenza dovrebbe anche rafforzare il ruolo dello Stato (nazionalizzazioni, diritto al lavoro e gestione delle scorte).

 

A livello individuale, infine, la pandemia ha una doppia conseguenza: sviluppa sia l'isolamento (confinamento) che la solidarietà. Ad un livello più ampio, l'Autore punta ancora una volta il dito sul rischio del nazionalismo e sulla ricerca di capri espiatori 15. Egli sostiene ovviamente una maggiore collaborazione, che va nella direzione di una maggiore inclusione globale 16. Schwab evidenzia anche l'effetto della pandemia sulla salute fisica e mentale delle popolazioni, in forte diminuzione. E conclude con alcune note positive considerando che questa crisi può aiutarci a sviluppare più creatività 17, rapporto con il tempo, frugalità, ritorno alla natura.

 

Sopra: la Brexit è stato uno dei segni più importanti

del fallimento dell'iperglobalizzazione.

 

Conclusione

Le idee contenute in questo libro sono spesso condivisibili e di buon senso, ma le sue conclusioni sono deviate dall'obiettivo principale del libro, ripetuto capitolo dopo capitolo: ogni crisi globale dev'essere l'occasione per far avanzare il mondo verso un Governo Mondiale:

 

«Le possibilità di cambiamento e il conseguente nuovo ordine sono ora illimitate e dipendono solo dalla nostra immaginazione» 18.

«Dovremmo approfittare di questa opportunità unica per reimmaginare il nostro mondo» 19.

«Non c'è tempo da perdere. Se non miglioriamo il funzionamento e la legittimità delle nostre istituzioni globali, il mondo diventerà presto ingestibile e molto pericoloso. Non ci può essere una ripresa sostenibile senza un quadro strategico di governance mondiale» 20.

 

mondialismo massonico

 

Che equivale a volere un Governo Mondiale. Questo leitmotiv è accompagnato da un avvertimento: non sbagliare la strada da percorrere! Il mondo sta dicendo no alla globalizzazione e al globalismo, che per l'Autore sarebbe un errore drammatico. C'è dunque una speranza in questo libro: l'élite globalista ammette il suo fallimento, e questo è molto incoraggiante! Ora diamo uno sguardo più da vicino a quello che era il piano mondialista originale.

 

 

II

UN PIANO GLOBALISTA

CHE FA ACQUA DA TUTTE LE PARTI

 

 

Questo desiderio ideologico di andare risolutamente avanti verso un mondo più globalizzato è noto da tempo.

 

Un antico piano verso il Governo Mondiale

 

Senza tornare ai farisei che hanno manifestato ben presto il loro desiderio di governare il mondo attraverso un Messia terreno, l'idea di dominio del mondo (per il bene dell'umanità, ovviamente!) risale almeno nel XVI secolo con i Rosacroce, e in particolare con Comenius (Jan Amos Kominsky; 1592-1670), nel XVII secolo, con il suo «areopago del mondo», e le realizzazioni anglosassoni del XIX e del XX secolo, compresa la creazione della Società delle Nazioni nel 1919 e delle Nazioni Unite nel 1945.

 

comenius - rosacroce

Sopra: Comenius e uno dei simboli usati dai Rosacroce.

 

Anche l'idea di un «Nuovo Ordine Mondiale»  21 sta fiorendo in questo periodo, e il termine è stato ufficialmente pronunciato per la prima volta nel 1990 dal presidente americano George Bush Sr (1924-2018) 22, come preludio alla prima guerra del Golfo (1991). Da quella data, con una sospetta regolarità decennale, un avvenimento particolare 23 serve da innesco per l'istituzione di nuove misure di coercizione globalista 24. La crisi scatenata dal COVID non fa eccezione a questa regola.

 

george bush sr

 

Le tappe del piano globale

 

Le tappe che stanno per essere realizzate sono state citate a lungo in molti tipi di documenti 25, qualificati generalmente come falsi o «cospirazionisti» da coloro che sono interessati a zittirli in tutta fretta, e che tuttavia esistono 26. È giusto notare che gli obiettivi descritti in questi piani si sono sempre realizzati o sono in procinto di esserlo, il che tende a confermare la loro autenticità, indipendentemente dalla loro origine.

 

Le tappe già raggiunte

Tra le più significative possiamo citare:

mali sociali

  • Pervertire i giovani attraverso la musica e la droga;

droga - heavy metal fan

  • Abolire le feste religiose (i negozi aperti la domenica...), per dissacrare il calendario;

  • Prendere possesso della stampa e dei media, per controllare l'opinione pubblica;

  • Creare crisi economiche per indebolire gli Stati, rendendoli dipendenti del Fondo Monetario Internazionale attraverso il debito pubblico;

  • Promuovere il commercio internazionale per isolare i Paesi nazionalisti;

  • Trasferire le riserve di manodopera verso nuovi Paesi (Cina);

  • Promuovere l'immigrazione di massa per destabilizzare i Paesi di accoglienza;

immigrazione di massa

  • Creare una sensazione di insicurezza e di paura, in particolare attraverso il terrorismo;

isis - esecuzione

  • Fomentare guerre, privilegiando la forza rispetto alla legge 27.

Qualsiasi osservatore intellettualmente onesto può solo osservare che questi obiettivi sono già stati raggiunti, senza essere per questo un «cospirazionista».

 

Le tappe in fase di attuazione

Se nel 2019 avessimo detto ai francesi che il signor Emmanuel Macron si stava preparando a rinchiuderli agli arresti domiciliari, con l'obbligo di presentare un Ausweiß alla Gestapo nazionale per lasciare la propria casa, saremmo passati per dei «cospirazionisti» (fascisti-populisti-reazionari, questi sono i mantra di oggi!).

 

emmanuel macron

 

Eppure lo stiamo vivendo... Allo stesso modo, gli annunci dei globalisti di ieri sono indicazioni dei risultati di oggi. Così, tra le fasi scritte decenni fa, le seguenti sono in fase di attuazione:

  • Controllare l'istruzione pubblica e abolire l'istruzione privata;

  • Promuovere l'eutanasia;

  • Ridurre l'accesso all'informazione (soprattutto su Internet e sui social) approvando leggi liberticide che limitano o annullano la libertà di espressione;

censura su internet

  • Limitare la libertà di spostamento (lockdown, zone rosse, arancioni, ecc...);

  • Reprimere con la violenza, se necessario, qualsiasi manifestazione di protesta;

  • Assorbire le fortune della classe media con tasse e tributi;

  • Ridurre la circolazione del contante e promuovere la moneta elettronica, per una maggiore sorveglianza;

  • Incoraggiare l'ambientalismo per accaparrarsi territori in cambio della cancellazione del debito o delle tasse sul carbonio;

  • Distruggere l'autonomia industriale dei Paesi avanzati, e in particolare la loro indipendenza energetica (nucleare);

  • Ridurre il divario salariale e promuovere il salario universale 28;

  • Estendere la sorveglianza generalizzata delle popolazioni 29;

  • Controllare il commercio delle armi da fuoco per ridurre la capacità di resistenza dei popoli;

  • Creare in laboratorio malattie mortali (come a Wuhan);

  • Controllare il clima e provocare terremoti in Paesi industrializzati (Fukushima?);

  • Creare un Tribunale mondiale 30 per stabilire la supremazia globalista.

Ancora una volta dobbiamo constatare che l'attuale evoluzione non è verso un mondo più libero e sereno, ma più controllato e oppresso. In questo contesto, la crisi COVID funge da formidabile acceleratore di questa tendenza e facilita il raggiungimento di molti obiettivi mondialisti:

  • L'eliminazione dei più vulnerabili;

  • La limitazione dei viaggi;

  • La sorveglianza generalizzata;

  • Il trasferimento dei beni (dalla classe media all'oligarchia regnante).

Le tappe che restano da raggiungere

Sulla base dell'osservazione che le fasi precedenti sono già state completate, non possiamo fare altro che individuare le rimanenti tappe rimaste da implementare:

  • Ridurre la popolazione mondiale 31;

depopulation

  • Limitare le famiglie a due figli o addirittura sottrarre i bambini ai loro genitori;

  • Abolire la categoria dei medici privati;

  • Sopprimere le religioni (soprattutto il cristianesimo) e fonderle in un'unica religione mondiale;

religione mondiale

Sopra: Roma, gennaio2014. Incontro interreligioso.

A grandi passi verso la religione mondiale

  • Trasferire il comando delle forze armate nazionali sotto l'egida dell'ONU;

  • Stabilire un governo dispotico, se necessario attraverso una guerra 32;

  • Detenere il potere mondiale e costringere le persone ad accettarlo.

Questi obiettivi costituiscono le tappe finali che dovrebbero consentire all'élite globalista di realizzare finalmente il sogno di dominio del mondo con la forza, stringendo tra le proprie mani l'economia, la giustizia e la religione. È questa fase del piano che attualmente sta facendo acqua da tutte le parti, perché le persone non sono ancora pronte a questa dittatura rampante e iniziano a ribellarsi: i popoli d'Europa diffidano sempre più dell'élite imposta dall'alto e della mancanza di interesse per il bene comune.

 

Essi diffidano dell'Unione Europea, considerata un Moloch freddo e inutile; essi diffidano a riguardo della disoccupazione, dell'immigrazione e del terrorismo innescati dalla globalizzazione. Il fatto che Schwab riconosca che il COVID abbia permesso un significativo passo in avanti è la prova che l'ingranaggio per asservire i popoli perde colpi. Questo è il punto che affronteremo ora.

 

 

III

LE ILLUSIONI E LE INCONSISTENZE

DELL'éLITE MONDIALISTA

 

 

Una cecità e un radicalismo dovuti all'orgoglio

 

Non è abitudine dei globalisti nutrire dei dubbi. Giacché sono convinti di lavorare per il bene dell'umanità, come potrebbero essersi sbagliati? È questo orgoglio di avere sempre ragione (supportato dal fatto che il loro potere materiale permette loro di andare nella direzione del loro convinzioni) che li conduce a nutrire un'insopportabile certezza, che Cristo già denunciava ai suoi tempi («popolo dalla dura cervice»; Es 32, 9), e che oggi troviamo nella loro dichiarazioni e nei loro scritti, tracotanti e presuntuosi:

 

- James Warburg (1896-1969), banchiere israelita:

 

«Avremo un Governo Mondiale, vi piaccia o no. L'unica domanda è se sarà creato mediante conquista o per consenso» 33.

 

james warburg

 

- Nicolas Sarkozy, ex presidente francese:

 

«Andremo insieme verso questo Nuovo Ordine Mondiale e nessuno, dico nessuno, potrà opporvisi» 34.

 

nicolas sarkozy

 

- Klaus Schwab:

 

«Molti di noi si chiedono quando le cose torneranno ad essere normali. La risposta è breve: "mai"»! 35;

«Il mondo che abbiamo conosciuto nei primi mesi del 2020 non esiste più, si è dissolto nel contesto della pandemia. Stanno per arrivare dei cambiamenti radicali di una tale portata che alcuni esperti pontificano già di un periodo "prima del coronavirus" (BC) e "dopo il coronavirus" (AC)» 36.

 

Possiamo anche notare l'apparente «onniscienza» globalista, che in effetti non consiste in nient'altro che nel descrivere in anticipo quanto previsto dalla loro agenda, e che può suscitare degli interrogativi sulle reali cause di certi eventi. Scrive ancora Schwab:

 

«(Questo libro) è stato pubblicato nel bel mezzo della crisi e mentre sono previste diverse ondate di infezione» 37;

«Questi tre scenari plausibili si basano tutti sul presupposto di base che la pandemia potrebbe continuare ad interessarci fino al 2022» 38.

«Questo libro è strutturato in tre capitoli principali, che forniscono una panoramico sul paesaggio futuro» 39.

«(Alcuni stanno valutando) un ritorno al lavoro come avveniva prima. Ciò non accadrà» 40.

 

lockdown

 

 In definitiva, sembra proprio il tono arrogante di chi sa tutto o di chi pensa di sapere tutto perché sente di padroneggiare ogni cosa. E infine, come sembra indicare il libro di Schwab, non esisterebbero nemmeno le trame di un'élite che vorrebbe governare il pianeta...

 

Un'ipocrisia mal dissimulata e diversi errori

 

Ipocrisia

Possiamo notare che Klaus Schwab non si pone mai alcuna domanda sull'origine del virus e sulla sua natura, né il motivo per cui è apparso in Cina in un laboratorio fornito dalla Francia, quando in realtà questa domanda è essenziale. Il pangolino è un'ottima scusa.

 

the economist - pangolino

Nel novembre 2018, uscì il numero di The Economist intitolato The World in 2019 (ossia «Il mondo nel 2019»), la cui copertina era costituita da una sorta di collage predittivo con la presenza di un pangolino, un animale assai poco conosciuto in Occidente fino a poco tempo fa. Come noto, il pangolino, secondo la narrativa ufficiale, è ritenuto responsabile del passaggio da animale a uomo del Covid-19, assieme al pipistrello. A questo punto una domanda sorge spontanea: come facevano a saperlo nel 2018 quelli di The Economist?

 

Saremo anche sorpresi di vedere che Klaus Schwab non si meraviglia del fatto che l'OMS ha riclassificato le condizioni che determinano la pandemia 41, anche se sottolinea giustamente che tale statistica dimostra che COVID-19 non è una pandemia in termini di letalità.

 

organizzazione mondiale della sanità - oms

 

Questo punto, mai menzionato dai media, è essenziale:

 

«Alla fine di giugno 2020 [...], il COVID-2019 aveva ucciso meno dello 0,006% della popolazione mondiale [...], mentre la peste nera (1347-1351) si ritiene che abbia ucciso tra il 30 e il 40% della popolazione mondiale in quel momento» 42.

 

peste nera

Sopra: gli effetti della peste nella Roma rinascimentale.

 

Saremo anche sorpresi dal fatto che Klaus Schwab deplori l'evoluzione anarchica del mondo, ma non riconosce mai che la responsabilità di questa anarchia appartiene a lui e ai suoi amici. Perché le crisi che il mondo ha sofferto per cinquant'anni (guerre, terrorismo, crisi economiche e sanitarie a ripetizione) sono solo il risultato di un mondo più globalizzato, più terrorizzato, più finanziarizzato, dove i politici non hanno più il controllo sul destino del loro Paese che dovrebbero guidare, perché hanno delegato la loro responsabilità già da tempo ad un'élite di tecnocrati incapaci, perché guidati da un'ideologia, insomma agli amici di Klaus Schwab.

 

Dunque, per «ripensare il mondo», dobbiamo fidarci di chi lo ha distrutto? In effetti, l'intero libro COVID-19: The Great Reset è un bel esercizio di ipocrisia, poiché se l'Autore deplora per oltre 200 pagine le conseguenze disastrose del COVID-19, alla fine è felice di ammettere che è una grande opportunità per «ripensare il mondo». Questo ci ricorda le parole di quei cinici globalisti che hanno espresso la stessa idea prima di lui:

 

- David Rockefeller (1915-2017):

 

«Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una vera e propria crisi, e allora nazioni accetteranno il Nuovo Ordine Mondiale» 43.

 

david rockefeller

 

- Jacques Attali, uomo di affari israelita:

 

«La Storia ci insegna che l'umanità non si evolve in modo significativo se non quando ha veramente paura [...]. La pandemia che sta iniziando potrebbe innescare una di queste paure strutturali; si dovrà organizzare una polizia mondiale, uno stoccaggio mondiale dei farmaci e quindi una fiscalità mondiale. Si arriverà allora, molto più rapidamente di quanto non l'abbia consentito la sola ragione economica, a gettare le basi di un effettivo Governo Mondiale» 44.

 

jacques attali

 

Tutto ciò fa pensare al noto motto massonico: «Solve et coagula» («Dissolvi e ricostruisci»). Klaus Schwab ci chiede quindi di applicare questo motto, senza batter ciglio e con il sorriso sulle labbra...

 

Errori

A livello filosofico, Klaus Schwab dimostra di essere un seguace della libertà di coscienza e del relativismo giacché dichiara:

 

«Come tutte le nozioni di filosofia morale, l'idea di bene comune è difficile da definire ed è quindi discutibile» 45.

 

Insomma, a ciascuno la sua verità... (come affermano i massoni!). Soprattutto per quanto riguarda Klaus Schwab, fervente sostenitore dell'evoluzionismo. Secondo lui, l'uomo avrebbe 200.000 anni mentre i virus sarebbero apparsi sulle Terra 300 milioni di anni fa 46. 190.000 anni ad intagliare del silicio è molto tempo...

 

Questo mostra che quando guardiamo l'elenco dei partecipanti ai circoli globalisti (Bilderberg, Forum di Davos, ecc...), non abbiamo a che fare con una vera élite intellettuale che merita la nostra considerazione, ma con una serie di persone intelligenti sì, ma intellettualmente deformate, che hanno fatto proprie le idee della Rivoluzione mentale che affligge le nostre Università ormai da 200 anni e che non sanno più ragionare a partire dalla realtà dei fatti.

 

ideologia globalista

 

Essi partono da se stessi, dal loro spirito, dall'ideologia che è stata loro inculcata e che cercano di applicare, così come il libro COVID-19: The Great Reset parte dal punto di vista MACRO (quello della loro mente) e non dal punto di vista MICRO (quella della realtà). Le opinioni fornite da queste persone sono quindi irrilevanti, perché guidate dal loro interesse e non da quello dei popoli.

 

La falsa padronanza di un'agenda scivolosa

 

Mentre le «certezze» dell'élite mondialista vengono sbandierate senza sosta 47 e il treno pazzo globalista sembra andare verso un avvenire radioso, quel treno sembra deragliare sempre di più:

  • Le guerre americane nel mondo si sono rivelate dei fallimenti rispetto agli obiettivi dichiarati (portare pace e la democrazia nei Paesi «oscurantisti»), in Iraq, in Afghanistan, in Siria 48, nel Venezuela, ecc...;

  • La lotta contro il terrorismo di matrice islamica portata avanti dai leader europei (Macron e Merkel in testa) in realtà è stata accompagnata (in maniera incongruente) da un'intensificazione dell'immigrazione grazie al ricchissimo uomo d'affari George Soros (György Schwartz). Ma la gente inizia a rifiutare l'ipocrisia e questa politica innaturale;

george soros

  • La marcia forzata verso il mondialismo (verdi l'allargamento perpetuo dell'Unione Europea) ha raggiunto i suoi limiti, e nel 2016 ha visto il suo primi fallimenti prima con la BREXIT, e in seguito con l'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti;

  • L'ipermondializzazione non ha portato alcun beneficio alle persone (ma lo ha portato alle multinazionali) e ha contribuito solo a far lievitare il debito pubblico di tutti gli Stati del pianeta, un fatto che diventa sempre più visibile e difficile da gestire.

 

Da lì a pensare che la crisi causata dal COVID sia arrivata al momento giusto per mascherare a meraviglia questa somma di incompetenze è un passo che non possiamo fare... Ma forse ciò potrebbe spiegare perché ogni crisi che arriva sia sempre più intensa della precedente; se il paziente resiste occorre somministrare una dose sempre più elevata di veleno...

 

Dopo l'11 settembre 2001 e il terrorismo, il mondo ha vissuto una crisi finanziaria senza precedenti (2008), poi da una crisi sociale dovuta all'immigrazione (2015), seguita da crisi sanitaria. Che cosa manca se non una guerra civile o una guerra mondiale da imporre ai popoli che rifiutano l'egemonia mondialista?

 

11 settembre 2001 - torri gemelle

 

La reazione dei popoli al totalitarismo

 

La buona notizia è che le persone iniziano a stancarsi di essere scambiate per delle pecore pronte per la tosatura. Le manifestazioni civiche e le rivolte contro i governi sono sempre più numerose in molti Stati d'Europa (anche se i media non ne parlano...). La reazione dei gilet gialli in Francia è rimasta famosa, anche se il governo non solo non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte in quel momento 49, ma al contrario ha intensificato la repressione.

 

occupy wall street

Sopra: foto emblematica delle proteste messe in atto negli Stati Uniti

dal movimento Occupy Wall Street nel 2013 e della repressione.

 

Ma un governo non può resistere a lungo usando costantemente la forza, le coercizioni, il confinamento e la privazione delle libertà; l'esempio dell'Unione Sovietica è lì a dimostrarci l'intrinseca aspirazione dei popoli alla libertà. Questa reazione si riflette sempre di più nelle urne, con l'aumento in Europa di nuovi nazionalismi o le aspirazioni alla sovranità, con sommo dispiacere dei globalisti, i quali sostengono che i popoli non devono decidere il loro destino.

 

Ciò è ancora ben poca cosa rispetto all'energia che dovrebbe essere spesa per scrollarsi di dosso il giogo mondialista che pesa sulle nostre spalle (credere nella neutralità delle nostre istituzioni significa avere già perso), ma ciò va nella giusta direzione.

 

La reazione divina

 

C'è ancora un parametro che i globalisti non controllano: Dio. E Questi ha già fatto sapere in più occasioni che la misura dei peccati è colma. Ha inviato la Vergine Maria a dirlo a La Salette nel 1846 e a Fatima nel 1917, che sono le apparizioni dal carattere profetico più importanti degli ultimi secoli. Egli ci ha fatto sapere le cause più importanti che chiedono la punizione delle nazioni sono l'apostasia, le bestemmie, la corruzione della morale, tutto cose incoraggiate dai nostri governi apostati.

 

femministe

Sopra: 8 marzo 2021, Piazza Sempione, a Roma; le femministe dei centri sociali hanno dato vita ad una sorta di «processione» in cui portavano a braccio una grande vagina in carta pesta. L'intento blasfemo (oltre che di cattivo gusto) è evidente. Poi non ci si deve stupire dei castighi che piovono sull'umanità per via di questi peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio!

 

 

IV

CONCLUSIONE

 

I globalisti di ogni genere, di cui Klaus Schwab è uno dei portavoce il più eminente, non intendono fermarsi qui e contano di realizzare il piano per la cui realizzazione sono pagati. Per loro è irrilevante che le persone muoiano a causa dei virus, che perdano il lavoro o che la governance mondiale che intendono stabilire porterà sulla Terra l'abominio della desolazione. Non si può fare la frittata senza rompere le uova!

 

Ci saranno sempre dei vincitori e dei perdenti nelle riforme, nelle riorganizzazioni e nei resettaggi che devono accompagnare il nostro mondo! Questa visione cinica non è la nostra e non è quella di Cristo, per il quale ogni essere conta e ogni pecora smarrita dev'essere ricondotta all'ovile. No, non lasceremo che i nostri anziani muoiano negli ospizi! No, non lasceremo che la nostra gioventù resti senza un ideale che non sia la laicità!

 

oligarchi contro la famiglia

 

No, non lasceremo i nostri amici, gli artigiani e i commercianti senza un altro futuro che non sia il fallimento perché Schwab e i suoi amici hanno deciso così! No, non «resetteremo» il pianeta a vantaggio delle multinazionali, di Big Pharma per un mondo più inclusivo e più totalitario, per una natura più verde e con più aborti, per un mondo più sicuro e più invasivo, tutto naturalmente per il nostro «bene».

 

vaccino covid-19

 

Se dobbiamo resettare il mondo inizieremo de-globalizzandolo e lasciando che le persone decidano da sé il loro destino. No, signor Schwab, non è perché la globalizzazione ha fallito che abbiamo più bisogno di globalizzazione! Se il Gran Reset deve avvenire, sarà quello dell'élite globalista che lei rappresenta, che fallirà nel breve o nel medio termine, e che dovrà essere spazzata via. Signor Schwab, lei è già un uomo del passato e noi siamo il futuro!

 

no al nuovo ordine mondiale

 

  «Dall'uomo iniquo, liberateci o Signore»!

 


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Note

 

1 Traduzione dall’articolo originale francese Le Great Reset: une nouvelle étape mondialiste?, estratto (pagg. 36-54) dalla rivista Action Familiale et Scolaire, n° 272, febbraio 2021, a cura di Paolo Baroni.

Sito web: https://afs.ovh/

2 O «Grande Resettaggio».

3 Klaus Schwab è nato a Ravensburg (in Germania) nel 1938 (quindi ha 82 anni), di formazione scientifica ed economica, che in seguito si è stabilito in Svizzera. Nel 1971, egli ha fondato il Forum di Davos, che ufficialmente vuole essere un luogo (privato) di scambi tra personalità politiche ed economiche di grosso calibro, ma che è soprattutto un luogo in cui l'élite globalista trasmette le proprie istruzioni ai proprî ripetitori. Nel 2016, Schwab ha pubblicato The 4th industrial revolution (digital revolution).

4 O WEF (World Economic Forum).

Vedi https://fr.weforum.org.

Davos è una stazione sciistica svizzera.

5 Cfr. K. Schwab-T. Malleret, COVID 2019: The Great Reset, Agentur Schweiz, luglio 2020, pagg. 212.

6 La caratteristica propria dell'élite globalista è di essere cooptata e di non essere eletta. Al giorno d'oggi, viene eletto con il voto solo il Parlamento Europeo, ma esso non rappresenta un gran che; il vero esecutivo, che è nella Commissione Europea, non viene eletto. Quanto alle Nazioni Unite, sono inclusi solo i tecnocrati nominati dai rispettivi Paesi, non eletti. Il Bilderberg, la Commissione Trilaterale e il Forum di Davos sono strutture private, che non hanno alcuna responsabilità nei confronti del pubblico e che fanno tutto in forma segreta, a porte chiuse.

7 Questa sorprendente conoscenza anticipata compare anche in diversi romanzi: quello di Dean Koontz intitolato Eyes of Darkness («Occhi delle tenebre»), che nel 1981 descrisse un virus che contamina il mondo che viene chiamato Wuhan-400 (edizione del 1989; Wuhan è il nome della città cinese da cui è partito il COVID-19), e quello di Alexandre Adler intitolato Le nouveau rapport de la CIA: comment sera le monde en 2025? («Il nuovo rapporto della CIA: come sarà il mondo nel 2025?»), che scriveva nel 2009: «La comparsa di una nuova malattia respiratoria, umana virulenta, estremamente contagiosa [...] potrebbe innescare una pandemia globale» (Edizioni Robert Laffont, pag. 240). Caso o premonizione?

8 Le idee presentate in questa sezione sono quelle di Klaus Schwab. Esse saranno oggetto di nostri commenti solo nella parte III.

9 Ossia le relazioni che attualmente prevalgono tra Stati-nazioni; cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 79.

10 Cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 80.

11 «Il risveglio del nazionalismo rende inevitabile il declino della globalizzazione nella maggior parte del mondo, una tendenza particolarmente evidente in Occidente. Il voto della Brexit e l'elezione del presidente Trump su base protezionistica sono due indicatori importanti del contraccolpo occidentale contro la globalizzazione» (cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 82).

12 «L'ipermondializzazione ha perso tutto il suo capitale politico e sociale, e difenderla non è più politicamente sostenibile» (cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 86).

13 Cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 80.

14 «Per queste aziende, la pandemia è l'unica opportunità per ripensare al loro organizzazione e a instillare un cambiamento positivo e duraturo» (cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 131).

15 «Ciò provoca un aumento dei sentimenti patriottici e nazionalistici, con preoccupanti considerazioni religiose ed etniche» (cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 164), il che la dice lunga sulla sua posizione rispetto alla religione.

16 «Siamo tutti collettivamente consapevoli che senza un maggiore collaborazione, non saremo in grado di affrontare le sfide globali che incontreremo collettivamente» (cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 165).

17 Egli cita in particolare il caso di Newton, di Shakespeare e di Pushkin che raggiunsero l'apice della loro arte durante i periodi di reclusione a causa della peste.

18 Cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 16.

19 Ibid., pag. 17.

20 Ibid., pag. 86.

21 Vedi l'articolo Storia del «Nuovo Ordine Mondiale».

22 Discorso al Congresso dell'11 settembre 1990.

23 Ecco le date più importanti:

- 1991: prima guerra del Golfo (guerra del petrolio);

- 2001: attacco dell'11 settembre e guerra globale contro il terrorismo sotto gli auspici degli Stati Uniti;

- 2011: primavere arabe volute dagli Stati Uniti (guerra d'immigrazione contro l'Europa);

- 2021: guerra sanitaria  globale, a seguito del COVID-2019; viene dichiarato lo stato di pandemia.

Facciamo notare che per i cabalisti i numeri e le date sono importanti perché hanno una valenza magica (N.d.T.).

24 Sebbene Osama Bin Laden sia stato ucciso (sarà vero visto che non esistono prove?), gli americani sono ancora in Afghanistan e in Iraq, e il Patriot Act è ancora attivo negli Stati Uniti. Allo stesso modo, in Francia, grazie alla legge n. 2015-912 relativa all'intelligence, che rafforza gli attacchi alla privacy, ma che non ha reso più efficace la lotta al terrorismo, tale normativa non ha impedito gli attacchi di novembre del 2015 (Bataclan...). La caratteristica delle leggi liberticide prese dalle «democrazie moderne» non devono mai essere abrogate; possiamo quindi temere che lo stato di emergenza dovuto alla crisi sanitaria rimarrà in vigore a tempo indeterminato.

25 Disponibili in gran parte su Internet; da qui la furia dei cerberi del pensiero.

26 Ricordiamo i Protocolli dei Savi di Sion (un falso che si sta puntualmente avverando...), l'ordine dei barbari, il Comitato dei 300 (del 1991), i Protocolli di Toronto e la Red Dawn. Questi ultimi due piani sono stati denunciati dal canadese Serge Monast nel 1995, morto in circostanze misteriose nel 1996.

27 Ad esempio le continue guerre illegittime scatenate dagli Stati Uniti (Iraq, Kosovo, Afghanistan, Libia, Siria, Ucraina, ecc...). Da qui la decisione di Donald Trump di porre fine a questa pessima abitudine.

28 Per instaurare la «dipendenza universale».

29 Il riconoscimento facciale attivo in Cina funge da test per l'intero pianeta.

30 I Tribunali Penali Internazionali (TIC) ne sono un'anticipazione.

31 Secondo il monumento The Georgia Guidestones, la popolazione mondiale non dovrebbe superare i 500 milioni di individui...

32 Ma se riescono ad arrivarci più lentamente con elezioni fittizie, come il caso delle elezioni europee, perché preoccuparsi? E anche se le persone non vogliono l'Unione Europea, continueranno ad imporgliela!

33 Discorso alla Commissione Senatoriale per gli Affari Esteri, del 17 febbraio 1950.

34 Discorso agli ambasciatori, del 16 gennaio 2009.

35 Cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 11.

36 Ibid. L'intento delle sigle usate è quello di fare un parallelo con gli acronimi inglesi «BC» (Before Christ) e «AC» (After Christ), in cui la «C» non rappresenta più Cristo, ma il coronavirus

37 Cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 17.

38 Ibid., pag. 33.

39 Ibid., pag. 17.

40 Ibid., pag. 131.

41 In particolare rimuovendo ogni legame quantitativo con la mortalità per non conservare che l'aspetto territoriale della malattia. Ma in questo caso anche l'influenza sarebbe una pandemia, ma essa non ha provocato il confinamento globale. Allora?

42 Cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 188.

43 In un discorso pronunciato il 23 settembre 1994.

44 Cfr. J. Attali, «Avancer par peur» («Progredire a causa della paura», in L'Express, del 17 maggio 2009, pag. 138. La pandemia in questione fu quella causata dall'H1N1 che in quel momento si temeva potesse scoppiare, cosa che non avvenne.

45 Cfr. K. Schwab-T. Malleret, op. cit., pag. 166.

46 Ibid., pag. 17.

47 Lo specialista del settore è Jacques Attali, il quale afferma di sapere tutto del futuro (vedi le sue opere Brève histoire de l'avenir: demain qui gouvernera le monde? o la sua dichiarazione fatta il 27 agosto 2014 su BFMTV: «Penso di conoscere chi verrà dopo di lui (dopo Macron)».

48 Secondo Alain Juppé, la guerra in Siria avrebbe dovuto durare quindici giorni, e invece va a avanti da nove anni…

49 Riforma delle istituzioni, accesso facilitato ai referendum, abolizione di alcune tasse, ripristino dei servizi pubblici nelle regioni, ecc...

 

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