di Don 1
Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, venne eletto al soglio pontificio regnando dal 1958 al 1963. Egli indisse e aprì il Concilio Vaticano II (1962-1965). In questa sede esamineremo alcuni fatti riguardanti il suo pontificato. Roncalli nacque nel 1881 e da Vescovo ricoprì incarichi diplomatici in Bulgaria, Turchia e Francia. Fu anche Patriarca di Venezia.
Per anni il Sant'Uffizio aveva conservato un dossier su Angelo Roncalli in cui figurava come «sospettato di modernismo». Il dossier risaliva al 1925, quando Roncalli, noto per i suoi insegnamenti eterodossi, fu improvvisamente rimosso dalla sua cattedra al Seminario Lateranense a metà semestre (per accuse di modernismo) e trasferito in Bulgaria.
Sopra: un giovane don Angelo Roncalli.
Questo trasferimento segnò l'inizio della sua carriera diplomatica. Di particolare preoccupazione per Roma era la continua e stretta amicizia di Roncalli con don Ernesto Buonaiuti (1881-1946), un sacerdote che fu scomunicato per eresia e ridotto allo stato laicale nel 1926 3.
Già in quella data, Mons. Roncalli scrisse ad uno scismatico ortodosso:
Sopra: Mons. Angelo Roncalli.
Questa affermazione significa che l'unica vera Chiesa non è ancora stata stabilita. Nel 1935, Mons. Roncalli arrivò in Turchia e strinse amicizia con il sottosegretario del Ministero degli Esteri, Naman Rifat Menemengioglu 5. Questi disse a Roncalli: «La laicità dello Stato è il nostro principio fondamentale e la garanzia della nostra libertà». Roncalli rispose: «La Chiesa avrà cura di non violare la vostra libertà» 6.
Durante il suo soggiorno in Turchia, Roncalli affermò:
Ecco un'altra citazione che dimostra le opinioni eterodosse di Roncalli:
Desmond O'Grady (1929-2021), ex corrispondente vaticano del Washington Post, riferì che, mentre era di stanza a Istanbul nel 1944, Roncalli «tenne un sermone su un Concilio che si sarebbe tenuto nel dopoguerra» 9. Quando Roncalli era nunzio in Francia, fu nominato Osservatore per la Santa Sede presso l'agenzia culturale delle Nazioni Unite, l'UNESCO. Nel luglio del 1951, egli tenne un discorso «in cui elogiò profusamente l'UNESCO...» 10. Egli definì l'UNESCO «questa grande organizzazione internazionale» 11.
Quando Roncalli era Nunzio in Francia, nominò un massone di 33º Grado e suo caro amico, il barone Yves Marsaudon (1899-1985), a capo della branca francese dei Cavalieri di Malta, un Ordine laico cattolico 12.
Yves Marsaudon, il già citato massone e scrittore francese, sosteneva anche che Roncalli divenne massone di 33º Grado mentre era Nunzio in Francia. Mary Ball Martinez scrisse che le Guardie Repubblicane francesi, mentre erano in servizio, videro
Anche la rivista 30 Giorni ha rilasciato un'intervista diversi anni fa al capo della Massoneria italiana. Il Gran Maestro del Grand'Oriente d'Italia, Virgilio Gaito, dichiarò:
Una volta a Parigi, Mons. Roncalli partecipò ad un banchetto e fu seduto accanto ad una donna che indossava un abito scollato e piuttosto scandaloso. La compagnia di Roncalli si sentì leggermente a disagio. Gli ospiti lanciarono occhiate al Nunzio Apostolico. Roncalli ruppe il silenzio affermando con umorismo:
Quando Giovanni XXIII fu in seguito elevato al Collegio Cardinalizio, insistette per ricevere la berretta rossa dall'ateo e notoriamente anticlericale e socialista Vincent Auriol (1884-1966), Presidente della Repubblica Francese, che Roncalli aveva descritto come «un onesto socialista» 16. Roncalli si inginocchiò davanti ad Auriol, e quest'ultimo gli pose la berretta cardinalizia sul capo. Auriol poi appese «un ampio nastro rosso al collo del Cardinale, baciandolo su entrambe le guance con un piccolo abbraccio che conferiva calore personale al protocollo formale» 17.
Sopra: tre fotografie che immortalano il Nunzio Angelo Roncalli con il massone Vincent Auriol.
Auriol dovette asciugarsi le lacrime con un fazzoletto quando Roncalli uscì per assumere la sua nuova dignità di Cardinale 18. Durante le cerimonie mondane a Parigi, Roncalli fu spesso visto socializzare anche con l'ambasciatore sovietico, Alexandre Bogomolov (1900-1969), sebbene il suo governo avesse ripreso la sua politica prebellica di brutale sterminio dei cattolici in Russia.
Giovanni XXIII era anche conosciuto come un «buon amico e confidente» di Edouard Herriot (1872-1957), segretario dei socialisti radicali francesi 19, nonché un feroce anticattolico. «Forse il più grande amico di Roncalli era il grande vecchio socialista e anticlericale, Edouard Herriot» 20.
Sopra: un paio di fotografie del Nunzio Angelo Roncalli in compagnia del radicale massone Edouard Herriot.
Prima di lasciare Parigi, Roncalli offrì una cena d'addio per i suoi amici. «Tra gli invitati c'erano politici di destra, di sinistra e di centro, uniti in questa occasione dall'affetto per il loro ospite cordiale» 21. Quando Roncalli fu nominato Patriarca di Venezia «non offrì ai comunisti alcun motivo per criticarlo. I consueti insulti anticlericali lasciarono il posto ad un rispettoso silenzio» 22. Durante il suo soggiorno a Venezia, il Cardinale Roncalli «esortò i fedeli ad accogliere i socialisti di tutta Italia, che celebravano a Venezia il loro trentaduesimo Congresso» 23.
Poco dopo essere stato eletto ed essersi trasferito in Vaticano, «Giovanni XXIII trovò un'antica statua di Ippolito, un antipapa del III secolo. Fece restaurare la statua e la collocò all'ingresso della Biblioteca Vaticana» 26.
Quando Giovanni XXIII promulgò l'Enciclica sulla penitenza Pænitentiam agere, del 1º luglio 1962, non proclamò alcun digiuno né alcun giorno obbligatorio di astinenza dal cibo o dai piaceri della tavola 30. Giovanni XXIII disse di sé: «Sono il papa che continua a premere sull'acceleratore» 31. Il padre di Giovanni XXIII era un viticoltore. Parlando di suo padre, Roncalli ebbe a dire: «Ci sono solo tre modi in cui un uomo può rovinarsi: le donne, il gioco d'azzardo e... l'agricoltura. Mio padre scelse il più noioso dei tre» 32.
Giovanni XXIII descrisse quello che, a suo avviso, avrebbe dovuto essere l'atteggiamento del Concilio Vaticano II nei confronti delle sètte non cattoliche con queste parole:
Le sue istruzioni al Cardinale Augustin Bea (1881-1968), capo del Segretariato del Concilio per l'Unità dei Cristiani, furono: «Dobbiamo lasciare da parte, per il momento, quegli elementi su cui differiamo» 34. Una volta un «deputato improvvisamente esclamò: "Sono battista"'. Sorridendo, Giovanni XXIII disse: "Beh, io sono Giovanni"» 35.
Roncalli XXIII disse al protestante Roger Schutz (1915-2005), fondatore della comunità ecumenica di Taizé: «Siete nella Chiesa, siate in pace». Schutz esclamò: «Ma allora, siamo cattolici»! Giovanni XXIII rispose: «Sì; non siamo più separati» 36. Ciò è palesemente un'eresia.
Papa Eugenio IV (1383-1447), durante il Concilio di Firenze, nella Bolla Cantate Domino, del 1441, afferma:
Giovanni XXIII ricevette in Vaticano l'Arcivescovo di Canterbury, il primo «prelato» della Chiesa episcopaliana degli Stati Uniti e la più alta carica della religione shintoista 38. Roncalli una volta osservò: «Se fossi nato musulmano, credo che sarei sempre rimasto un buon musulmano, fedele alla mia religione» 39. Uno dei primi atti di Giovanni XXIII fu quello di ricevere in udienza lo scià di Persia Mohammad Reza Pahlavi (1919-1980). Quando lo scià - un musulmano - stava per andarsene,
Sopra: Giovanni XXIII e lo scià di Persia.
Riformulando la benedizione, Giovanni XXIII eliminò la Santissima Trinità dalla benedizione, affinché non offendesse il miscredente, e impartì una benedizione «apostolica» ad un membro di una falsa religione. Ciò è contrario all'insegnamento del Magistero della Chiesa che proibisce di impartire benedizioni ai non credenti, come ribadito d'altronde da Papa Pio XI. Quest'ultimo, nell'Enciclica sull'ecumenismo Mortalium Animos (§ 9), del 6 gennaio 1928, afferma:
Sotto il pontificato di Papa Gregorio XVI (1765-1846), la Sacra Congregazione dei Riti emise una decisione pienamente favorevole alla venerazione di Santa Filomena; inoltre, Papa Gregorio XVI le conferì i titoli di «Grande Taumaturga del XIX secolo» e «Patrona del Rosario Vivente» 43. Essa venne canonizzata dallo stesso Papa nel 1837. La canonizzazione di un santo è
Giovanni XXIII affermò: «Chi grida contro qualcuno è ingiusto! Dobbiamo sempre rispettare la dignità dell'uomo che ci sta di fronte, e soprattutto la libertà di ogni uomo» 45. Egli desiderava che il clero delle Chiese pseudo-ortodosse della Russia (la maggior parte del quale era formato da agenti del KGB) partecipasse al Concilio Vaticano II. Gli «ortodossi» risposero che alcuni membri del loro clero avrebbero partecipato, a condizione che al Concilio non venisse pronunciata alcuna condanna del comunismo. Pertanto, Giovanni XXIII mediò il «grande accordo» Vaticano-Mosca. Roncalli accettò di non condannare il comunismo durante il Concilio, in cambio - udite udite - della possibilità per gli scismatici orientali di assistere alle sessioni conciliari! 46. Che bel patto, vero?
Giovanni XXIII fu chiaramente un simpatizzante di massoni e comunisti; fu lui a dare inizio alla massiccia apostasia dei fedeli nell'era post-conciliare. Egli vide dove si sarebbero seduti gli osservatori non cattolici al Concilio e dichiarò: «Non va bene! Mettete i nostri fratelli separati vicino a me». Come disse un anglicano compiaciuto: «Eccoci lì, in prima fila» 47. L'11 ottobre 1962, Roncalli tenne il suo discorso di apertura al Concilio:
Sopra: Giovanni XXIII firma la bolla con cui viene indetto il Concilio Ecumenico Vaticano II. Il vaso di Pandora viene aperto...
Come abbiamo visto sopra, nel suo discorso di apertura del Concilio, Giovanni XXIII affermò che la Chiesa storicamente si era opposta e aveva condannato gli errori, ma disse che lui non avrebbe emesso alcuna condanna. Egli pronunciò anche l'eresia secondo cui «tutta la comunità dei cristiani non ha ancora pienamente e perfettamente raggiunto questa visibile unità nella verità». In primo luogo, «tutta la comunità cristiana» è composta solo dai cattolici. Affermare che «tutta la comunità cristiana» includa i non cattolici, come fece Giovanni XXIII, è un'eresia.
In secondo luogo, Giovanni XXIII affermò che la comunità cristiana (che è la Chiesa cattolica) «non ha ancora pienamente e perfettamente raggiunto questa visibile unità nella verità». E anche questa è un'eresia. È la negazione dell'unità della vera Chiesa di Cristo, la Chiesa cattolica. La vera Chiesa (la Chiesa cattolica) è una nella fede. La Chiesa cattolica ha già raggiunto e manterrà sempre una «visibile unità nella verità». Papa Leone XIII (1810-1903), nella su Enciclica Satis Cognitum (§ 4), del 29 giugno 1896, ha affermato: «La Chiesa ebbe in sorte una sola natura, ed essendo una, gli eretici vogliono scinderla in molte». Lo stesso Romano Pontefice nella medesima Enciclica (§ 5) ha dichiarato:
Sopra: Papa Leone XIII e l'Enciclica Satis Cognitum.
Giovanni XXIII modificò anche le rubriche del Breviario e del Messale. Egli ordinò la soppressione delle Preghiere Leonine, le preghiere prescritte da Papa Leone XIII da recitare alla fine della Messa. Queste preghiere erano state prescritte anche da Papa San Pio X (1835-1914) e da Papa Pio XI 48. Tra queste, la preghiera a San Michele Arcangelo, una preghiera che menziona specificamente la battaglia che la Chiesa conduce contro il diavolo. Roncalli rimosse il Salmo Judica me che si recita all'inizio della Messa. Egli soppresse anche l'Ultimo Vangelo, il Prologo di San Giovanni che i recita alla fine della Messa prima delle preghiere leonine.
Questo passo del Vangelo viene usato anche negli esorcismi 49. Successivamente, Giovanni XXIII eliminò il secondo Confiteor nella Messa, che si recita poco prima della Comunione dei fedeli. Solo dopo tutti questi cambiamenti introdusse un cambiamento nel Canone della Messa inserendo il nome di San Giuseppe 50. La richiesta di inserire il nome di San Giuseppe nel Canone della Messa era già stata ufficialmente respinta da Papa Pio VII (1742-1823,) il 16 settembre 1815 51, e da Papa Leone XIII, il 15 agosto 1892 52.
Gli altri cambiamenti principali riguardanti il santo Sacrificio della Messa (che precedettero il Novus Ordo Missæ di Paolo VI del 1969) entrarono in vigore la prima domenica di Avvento del 1964.
Il «papa buono» scrisse una lettera elogiando Marc Sangnier (1873-1950), il fondatore del Sillon. Quest'ultimo, un predecessore della Democrazia Cristiana, fu un'organizzazione condannata da Papa Pio X per le sue idee liberali e prossime a quelle socialiste. Giovanni XXIII scrisse di Sangnier:
Nell'Enciclica Mater et Magistra, sul cristianesimo e sul progresso sociale, del 15 maggio 1961, Giovanni XXIII promosse gli ideali socialisti e non condannò la contraccezione o il comunismo nemmeno una volta. Alla domanda sul perché rispondesse al saluto di un dittatore comunista, Giovanni XXIII rispose: «Sono Papa Giovanni, non per merito personale, ma per un atto di Dio, e Dio è in ognuno di noi» 54.
«Giovanni si divertiva molto con i comunisti; si sarebbe potuto pensare che fossero suoi fratelli» 55. Il comunismo fu condannato 35 volte da Papa Pio XI e 123 volte da Papa Pio XII 56. Il 6 marzo 1963, Giovanni XXIII ricevette il membro del Partito Comunista sovietico Aleksei Adzhubei (1924-1993) e sua moglie, Rada, in un'udienza speciale. Rada era la figlia del premier dell'URSS Nikita Kruscev (1894-1971). Rada raccontò del suo incontro con Giovanni XXIII: «Egli consegnò ad Aleksei e a me un paio di doni simbolici, destinati anche a mio padre, e disse: "Questo è per tuo padre"» 57.
Sopra: Aleksei Adzhubei e la moglie Rada.
In occasione del suo ottantesimo compleanno (caduto il 25 novembre 1961), Giovanni XXIII ricevette un telegramma da Kruscev che gli porgeva le sue «congratulazioni e i suoi sinceri auguri di buona salute e di successo nelle sue nobili aspirazioni di contribuire alla pace sulla terra» 58. Il Segretario Generale del Partito Comunista Britannico, John Gollan (1911-1977), di fronte alle telecamere, il 21 aprile 1963, affermò che «l'Enciclica "Pacem in Terris" [di Giovanni XXIII] lo aveva sorpreso e rallegrato» e, pertanto, aveva esternato la sua «più sincera soddisfazione al recente 28° Congresso del Partito» 59.
Uno dei buoni amici di Giovanni XXIII era il comunista e vincitore del Premio Lenin per la Pace, lo scultore ateo Giacomo Manzù (1908-1991) 60. Giovanni XXIII ebbe a dire:
La Chiesa cattolica ha condannato ufficialmente il comunismo in più di 200 occasioni 62.
Nell'Enciclica Pacem in terris (§ 8), dell'11 aprile 1963, Roncalli ha scritto: «Ognuno ha il diritto di onorare Dio secondo il dettame della retta coscienza; e quindi il diritto al culto di Dio privato e pubblico». Questa è un'eresia. Non è diritto dell'uomo adorare falsi déi in pubblico. Questo concetto è stato condannato da molti Pontefici. Quando il teologo del Sant'Uffizio, Padre Mario Luigi Ciappi o.p. (1909-1996), fece notare a Giovanni XXIII che la sua Enciclica Pacem in Terris contraddiceva l'insegnamento dei Papi Gregorio XVI e Pio IX sulla libertà religiosa, Giovanni XXIII rispose: «Non mi offenderò per qualche macchia se la maggior parte brilla» 63.
L'Enciclica Pacem in Terris fu elogiata dagli stessi leader massonici come se fosse un loro documento. Eccone alcuni esempi. Una citazione estratta dal Masonic Bulletin 64, l'organo ufficiale del Supremo Consiglio del 33° Grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, per il Distretto Massonico degli Stati Uniti e del Messico:
Nel libro del 1975 La Resurgence De L'Ordre Du Temple Et Sa Mission («La rinascita dell'Ordine del Tempio e la sua missione), pubblicato e curato da sedicenti «Cavalieri Templari» francesi (massoni?), a pag. 149, è interessante la seguente citazione: «La direzione della nostra azione: la continuazione dell'opera di Giovanni XXIII e di tutti coloro che lo hanno seguito sulla via dell'universalismo templare» 66.
Una volta Giovanni XXIII salutò alcuni visitatori ebrei con queste parole: «Io sono Giuseppe, vostro fratello» 67. Sebbene questa misteriosa affermazione di Giovanni XXIII agli ebrei sia stata citata frequentemente, il suo significato non è stato mai spiegato. Crediamo che ci sia una buona spiegazione del suo significato: questa affermazione di Giovanni XXIII è una citazione presa dal Libro della Genesi (Gn 45, 4). Fu fatta dal patriarca Giuseppe, figlio di Giacobbe, ai suoi fratelli quando giunsero in Egitto durante il periodo della carestia.
Chi ha familiarità con il racconto biblico sa che Giuseppe era stato venduto come schiavo dai suoi fratelli molti anni prima, ma era salito ad una posizione più elevata nel regno d'Egitto (anche se non era uno di loro) perché aveva interpretato con successo il sogno del Faraone. Avendo raggiunto la posizione più elevata nel regno degli egizi, era libero di distribuire i tesori del regno a suo piacimento, ad esempio ai suoi fratelli. Egli donò generosamente ai suoi fratelli, senza pretendere nulla in cambio. Se consideriamo le prove che ci indicano che Giovanni XXIII era vicino alla Massoneria, che diede inizio al processo di rivoluzione all'interno la Chiesa cattolica con il Concilio, e che il suo pontificato diede inizio al nuovo atteggiamento nei confronti degli ebrei, tra le altre cose, il significato di quella affermazione all'indirizzo degli israeliti diventa più chiaro.
Proprio come Giuseppe, che non era un egiziano, si ritrovò al vertice della gerarchia egizia e lo rivelò ai suoi fratelli con l'affermazione: «Io sono Giuseppe, vostro fratello», forse Giovanni XXIII voleva dire agli ebrei che lo ascoltavano di essere «Giuseppe, vostro fratello», perché in realtà era un infiltrato al vertice della Gerarchia cattolica (o almeno così sembrava). Fu il modo criptico di Giovanni XXIII di rivelare ciò che era veramente: un cospiratore al servizio dei nemici della Chiesa. Poco prima della sua morte, Giovanni XXIII compose una preghiera per gli ebrei. Questa preghiera fu confermata dal Vaticano come opera di Roncalli 68.
Sopra: Gesù interrogato da Caifa nel film La Passione di Cristo.
Giovanni XXIII ha affermato che gli ebrei sono ancora il popolo eletto, il che è eretico. L'espressione «perfidi ebrei» era usata dai cattolici nella liturgia del Venerdì Santo fino a quando Roncalli non la eliminò nel 1960 70. In realtà, parola «perfido» in latino significa semplicemente «privo di fede» (in Gesù Cristo»).
Papa Benedetto XIV (1675-1758), nell'Enciclica A Quo Primum, del 14 giugno 1751, scrive:
Ad un ragazzo ebreo appena battezzato, Giovanni XXIII disse: «Diventando cattolico non diventi meno ebreo» 72. La notte della morte di Giovanni XXIII, il rabbino capo di Roma e altri leader della comunità ebraica si riunirono con migliaia di persone in Piazza San Pietro per piangere la sua scomparsa 73. Alden Hatch, autore di A Man Named John: The Life of John XXIII, affermò di Giovanni XXIII:
Dopo la sua morte, il Vaticano mandò a chiamare Gennaro Goglia, che con i suoi colleghi imbalsamò la salma di Giovanni XXIII. Goglia iniettò dieci litri di liquido per l'imbalsamazione nel polso e nello stomaco di Giovanni XXIII per neutralizzare qualsiasi processo di decomposizione 75. Questo spiega perché il corpo di Giovanni XXIII non si è decomposto come i corpi normali. Nel gennaio 2001, il corpo di Giovanni XXIII fu riesumato e posto in una nuova bara di cristallo antiproiettile, ora esposta nella basilica di San Pietro. Anche il volto e le mani di Giovanni XXIII furono ricoperti di cera 76.
Dopo la morte di Giovanni XXIII, numerosi documenti di comunisti, massoni ed ebrei furono inviati al Vaticano per esprimere il loro dolore per la morte di Giovanni XXIII. Persone come «Fidel Castro e Nikita Kruscev inviarono messaggi di lode e di cordoglio» 77. Dall'edizione del 4 giugno 1963 di El Informador:
Charles Riandey (1892-1986), Gran Maestro della Gran Loggia Nazionale Francese, nella sua prefazione ad un libro del già citato Yves Marsaudon, dichiarò:
Una seconda prefazione al libro era indirizzata al «suo augusto successore, Sua Santità Papa Paolo VI» 80. Il massone di alto Grado Carl Jacob Burckhardt (1891-1974) scrisse sul Journal de Geneve:
Il Cardinale John Heenan (1905-1975), presente al conclave del 1958 che elesse Giovanni XXIII, una volta affermò:
Sopra: Giovanni XXIII e il Cardinale Giovanni Battista Montini (il futuro Paolo VI).
Il 27 aprile 2014, Giovanni XXIII è stato canonizzato da Francesco I (insieme a Giovanni Paolo II). Come afferma l'Autore di questo articolo, la canonizzazione è un «giudizio della Chiesa infallibile e irreformabile», ossia nel compiere questo atto il Romano Pontefice gode di una particolare assistenza da parte dello Spirito Santo che gli impedisce di commettere errori. Inoltre, tale giudizio è irreformabile, ovvero nessuno, nemmeno un suo successore o un Concilio, possono mutare quel giudizio che è inappellabile, anche dopo secoli o millenni. Né si può modificare quel giudizio ritenuto troppo vetusto o non più al passo con i tempi; Papa Pio XII ha condannato questa dottrina detta «storicismo» nell'Enciclica Humani Generis, del 22 agosto 1950. Questa è la fede della Chiesa.
Nel processo che precede il giudizio di canonizzazione, una Commissione preposta vaglia minuziosamente tutte le testimonianze, le dichiarazioni e gli eventi del beato che si vuole canonizzare. Prima ancora dei miracoli post mortem richiesti, tale Commissione indaga se quel beato ha praticato eroicamente le virtù cristiane. Il Catechismo ci insegna che la prima delle virtù teologali è la fede; non intesa come l'intensità del credere o del fervore, ma l'oggetto della fede, ossia - come recita l'Atto di Fede - ciò che Dio ha «rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere». Le fonti della fede cattolica sono due: la Rivelazione (la Bibbia) e la Tradizione (che comprende il Magistero). Come insegna San Paolo, senza la fede non si può piacere a Dio (Eb 11, 6).
Leggendo questo articolo è impossibile non notare come Roncalli, fin dalla giovinezza, abbia espresso opinioni contrarie al Magistero perenne della Chiesa. Dalle sue affermazioni e dai suoi atti emerge lo spirito tipico del modernista, con un disprezzo malcelato per il passato della Chiesa, per la sua intransigenza e il desiderio di rompere con tutta Tradizione ecclesiastica per creare una nuova «chiesa». Solo un cieco (o uno struzzo che per non vedere mette la testa sotto la sabbia) non si avvede di questa realtà, dolorosa ma lampante. Lo stridore tra il Magistero precedente e le sue convinzioni è troppo rumoroso per non sentirlo.
Certamente, Mons. Roncalli ha spesso dissimulato le sue vere convinzioni comportandosi in maniera lodevole agli occhi dei suoi superiori. Come si dice in Massoneria, dopo la condanna del modernismo da parte di San Pio X e la scomunica del suo amico Buonaiuti, Roncalli (come tanti altri modernisti) entrò «in sonno» non manifestando apertamente le sue idee progressiste, almeno fino all'elezione. Dietro il suo aspetto bonario e il sorriso accattivante (così lontani dall'aria austera e ieratica di Pio XII), Roncalli ha nascosto a tutti la sua reale intenzione di rivoluzionare la Chiesa mediante un Concilio che indisse, ma che non portò a termine. Tale Concilio, che doveva essere la primavera della Chiesa, «una ventata d'aria fresca» per usare le sue parole, si è rivelato essere un rigido inverno: chiese vuote, drastico calo delle vocazioni, un'ignoranza religiosa abissale nei fedeli, e, in definitiva, un'apostasia generale. Dai frutti si riconosce l'albero... (Mt 7, 16).
E allora, dopo tutto questo, nel cuore di chi non ha perso il sensum fidei sorge spontanea una domanda: com'è potuto accadere che un uomo in odore di eresia abbia potuto salire la scala gerarchica della Chiesa fino a sedere sul trono di Pietro? Per quale ragione Dio abbia permesso che un personaggio del genere giungesse fino ai vertici della Chiesa rimane un mistero. Quel che invece è chiaro è che - se vogliamo rimanere cattolici - non possiamo assolutamente dare la nostra adesione a dottrine erronee già condannate dal Magistero ecclesiastico (come l'ecumenismo (*)), al quale siamo già legati fin dal giorno del nostro battesimo. San Gaspare del Bufalo (1786-1837), convocato in prefettura a Roma il 13 giugno 1810 durante l'occupazione della città da parte delle truppe napoleoniche, rispose ai funzionari francesi che gli chiedevano di firmare un giuramento di fedeltà: «Non debbo, non posso, non voglio». Prendiamo esempio da questo grande Santo.
(*) Anche se non con il termine «ecumenismo», Papa Pio XI (che usò il vocabolo «pancristianesimo»), nell'Enciclica Mortalium animos, del 6 gennaio 1928, condannò tutti i tentativi di organizzare incontri di preghiera con i non cattolici, e l'idea che la Chiesa cattolica debba essere messa sullo stesso piano delle sètte protestanti. Oggi si è andati ben oltre organizzando incontri interreligiosi (pensiamo ad Assisi) invitando anche i non cristiani!
Note
1 Traduzione dall'originale inglese The Scandals and Heresies of John XXIII, a cura di Paolo Baroni. Articolo reperibile alla pagina web https://vaticancatholic.com/anti-pope-john-xxiii/ 2 Cfr. Y. Marsaudon, L'oecuménisme vu par un franc-maçon de tradition («L'ecumenismo visto da un massone di tradizione»), Vitiano, Parigi 1964; cit. in R. Coomaraswamy, The Destruction of the Christian Tradition («La distruzione della tradizione cristiana»), pag. 247. 3 Cfr. L. Elliott, I Will Be Called John («Sarò chiamato Giovanni»), 1973, pagg. 90-92. Buonaiuti partecipò alla prime Messa del novello sacerdote don Giuseppe Roncalli, suo intimo amico. Buonaiuti fu l'unico caso nella storia della Chiesa di scomunica ad vitandi, ossia privato della possibilità di entrare in una chiesa (N.d.T.). 4 Cfr. L. Accattoli, When A Pope Asks Forgiveness («Quando un papa chiede perdono»), Alba House and Daughters of St. Paul, New York 1998, pagg. 18-19. 5 Cfr. A. Hatch, A Man Named John («Un uomo di nome Giovanni»), Hawthorn Books Inc., New York 1963, pag. 93. 6 Ibid., pag. 94. 7 Cfr. A. Hatch, op. cit., pag. 96. 8 Ibid., pag. 98. 9 Cfr. St. Anthony’s Messenger, novembre 1996. 10 Cfr. A. Hatch, op. cit., pag. 117. 11 Ibid., pag. 118. 12 Cfr. P. I. Murphy-R. R. Arlington, La Popessa, 1983, pagg. 332-333. 13 Cfr. M. Ball Martinez, The Undermining of the Catholic Church («L'indebolimento della Chiesa cattolica»), Hillmac, Mexico, 1999, pag. 117. 14 Cfr. G. Cubeddu, 30 Giorni, nº 2, 1994, pag. 25. 15 Cfr. K. Klinger, A Pope Laughs. Stories of John XXIII («Un papa ride. Storie di Giovanni XXIII»), Rinehart and Winston, New York 1964, pag. 90. 16 Cfr. A. Hatch, op. cit., pag. 121. 17 Ibid., pag. 123. 18 Cfr. K. Klinger, op. cit., pag. 99. 19 Cfr. P. F. Murphy, John XXIII Comes To The Vatican («Giovanni XXIII arriva in Vaticano»), 1959, pag. 139. 20 Cfr. A. Hatch, op. cit., pag. 114. 21 Ibid., pag. 125. 22 Cfr. K. Klinger, op. cit., pag. 104. 23 Cfr. M. Fellows, Fatima in Twilight («Fatima al crepuscolo»), Marmion Publications, Niagra Falls 2003, pag. 159. 24 Cfr. K. Klinger, op. cit., pag. 105. 25 Cfr. P. P. Hebblethwaite, John XXIII, The Pope of the Council («Giovanni XXIII, il papa del Concilio»), Doubleday, 1988, pag. 271. 26 Cfr. P. Johnson, Pope John XXIII («Papa Giovanni XXIII»), pagg. 37, 114-115, 130. 27 Cfr. K. Klinger, op. cit., pag. 24. 28 Cfr. «1962 Man of the Year: Pope John XXIII» («Uomo dell'anno 1962: papa Giovanni XXIII»), in Time, del 4 gennaio 1963. 29 Cfr. K. Klinger, op. cit., pag. 49. 30 Cfr. R. Amerio, Iota Unum, Angelus Press, 1998, pag. 241. 31 Cfr. K. Klinger, op. cit., pag. 134. 32 Ibid., pag. 110. 33 Cfr. A. Hatch, op. cit., pag. 192. 34 Ibid. 35 Ibid., pag. 194. 36 Cfr. L. Accattoli, op. cit., pag. 19. 37 Cfr. H. Denzinger, The Sources of Catholic Dogma («Le fonti del dogma cattolico»), B. Herder Book. Co., Edizione XIIIª, 1957, nº 705. 38 Cfr. «1962 Man of the Year: Pope John XXIII», in Time, del 4 gennaio 1963. 39 Cfr. R. Allegri, Il Papa che ha cambiato il mondo, Reverdito, 1998, pag. 120. 40 Cfr. A. Hatch, op. cit., pag. 193. 41 Cfr. L. Accattoli, op. cit., pag. 20. 42 Cfr. P. F. X. Lasance, My Prayer Book («Il mio libro di preghiere»), 1938, pag. 520a. 43 Cfr. P. P. O'Sullivan o.p., Saint Philomena, The Wonder Worker («Santa Filomena, l'operatrice di meraviglie»), Tan Books, Rockford 1993, pagg. 69-70. 44 Cfr. A Catholic Dictionary («Un dizionario cattolico»), Donald Attwater, Tan Books, 1997, pag. 72. 45 Cfr. K. Klinger, op. cit., pag. 135. 46 Cfr. M. Fellows, op. cit., pag. 180. 47 Cfr. A. Hatch, op. cit., pag. 14. 48 Cfr. The Reign of Mary («Il regno di Maria»), Spokane 1986, vol. XXIX, nº 93, pag. 10. 49 Ibid., pag. 16. 50 Ibid. 51 Ibid., pag. 8. 52 Ibid., pagg. 9-10. 53 Cfr. A. G. Roncalli, John XXIII, Mission to France, 1944-1953 («Giovanni XXIII, missione in Francia, 1944-1953), pagg. 124-125. 54 Cfr. The Reign of Mary, pag. 9. 55 Cfr. K. Klinger, op. cit., pag. 57. 56 Cfr. P. Compton, The Broken Cross («La croce spezzata»), Veritas Pub. Co., Cranbrook 1984, pag. 45. 57 Cfr. K. Klinger, op. cit., pag. 24. 58 Cfr. M. Fellows, op. cit., pag. 177; P. Compton, op. cit., pag. 44. 59 Cfr. P. J. Arriaga, The New Montinian Church («La nuova Chiesa montiniana»), Brea, pag. 170. 60 Cfr. C. B. Pepper, An Artist and the Pope («Un artista e il Papa»), Grosset & Dunlap, Inc., Londra, pag. 5. 61 Cfr. P. J. Arriaga, op. cit., pag. 570. 62 Cfr. M. Davies, Pope John’s Council («Il Concilio di Papa Giovanni»), Angelus Press, Kansas City 1992, pag. 150. 63 Cfr. Catholic Restoration, marzo-aprile 1992, Madison Heights, pag. 29. 64 Anno XVIII, nº 220, maggio 1963. 65 Cfr. P. J. Arriaga, op. cit., pagg. 147-148. 66 Cfr. A.D.O. Datus, «Ab Initio», pag. 60. 67 Cfr. B. McDowell, Inside the Vatican («Dentro il Vaticano»), National Geographic Society, Washington D.C. 1991, pag. 193; vedi anche Time, del 4 gennaio 1963; Questa frase è stata riportata abche nell'opera The Bible, The Jews and the Death of Jesus («La Bibbia, gli ebrei e la morte di Gesù»), a cura del Comitato Ecumenico dei Vescovi per gli Affari Interreligiosi, Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, 2004, pag. 59. 68 Cfr. The Reign of Mary, «John XXIII and the Jews» («Giovanni XXIII e gli ebrei»), Primavera 1986, pag. 11. 69 Cfr. B'nai B'rith Messenger, del 4 novembre 1964. 70 Cfr. L. Accattoli, op. cit., pag. 15. 71 Cfr. A. Hatch, op. cit., pag. 192. 72 Cfr. Catholic Restoration, maggio-giugno 1993, pag. 24. 73 Cfr. D. O' Brien, The Hidden Pope («Il papa nacosto»), Daybreak Books, New York 1998, pag. 10. 74 Cfr. A. Hatch, op. cit., pag. 238. 75 Cfr. W. Reardon, The Deaths of the Popes («La morte dei papi»), McFarland & Co. Inc., Jefferson 2004, pag. 244. 76 Ibid. 77 Cfr. A. Hatch, op. cit., pag. 238. 78 Cfr. P. J. Arriaga, op. cit., pag. 148. 79 Cfr. P. Compton, op. cit., pag. 50. 80 Ibid. 81 Cfr. A.D.O. Datus, «Ab Initio», pag. 60.
82
Cfr. J. C. Heenan,
A Crown of Thorns. An Autobiography 1951-1963 («Una corona
di spine. Un'autobiografia 1951-1963»), Hodder & Stoughton, Londra
1974.
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