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dossier del centro culturale san giorgio

titolo le forze in campo nella battaglia tra dio e satana

di Christian Lagrave 1

 

postato: 20 novembre 2019

 

teutonico vs saraceno

 

 

I

INTRODUZIONE

 

La lotta tra le due Città

 

In questa sede studieremo le forze coinvolte nella lotta attuale. Vedremo che queste forze si affrontano nelle sfere politica ed economica - quindi sul piano dell'ordine naturale - ma anche nella sfera spirituale e religiosa - e quindi sul piano dell'ordine soprannaturale. E constateremo assai rapidamente che quest'ultimo è più importante del primo, perché solo l'ordine soprannaturale permette di capire cosa sta realmente succedendo nell'ordine naturale.

 

In effetti, la caratteristica comune a tutti i grandi movimenti che oggi determinano la politica mondiale è di natura religiosa: è il rifiuto della salvezza apportata da Nostro Signore Gesù Cristo e la pretesa di imporre all'umanità un'altra salvezza e un altro «salvatore». Questo sforzo, che è una rivolta contro il piano di Dio, è simile alla ribellione di Satana e degli angeli decaduti. Ascoltiamo il Cardinale Louis-Edouard-François-Desiré Pie (1815-1880), il quale ci spiega la ragione per cui Satana non ha voluto accettare che Dio si sarebbe incarnato nella natura umana, cioè in una natura che egli considerava inferiore alla sua:

 

«Satana, sentendosi ferito nella dignità della sua condizione nativa (di angelo), si trincerò nel diritto e nell'esigenza dell'ordine naturale (secondo i quali gli angeli sono per natura superiori agli uomini). Egli non avrebbe mai adorato in un uomo la maestà divina, né avrebbe mai accettato un accrescimento di splendore e di felicità derivanti da questa umanità divinizzata. Al mistero dell'Incarnazione egli oppose la Creazione. All'atto libero di Dio egli contrappose un diritto personale. Infine, contro lo stendardo della grazia egli innalzò la bandiera della natura».

 

cardinale pie

 

In questo caso vediamo agire «l'amore per se stessi spinto fino al disprezzo di Dio», come scriveva Sant'Agostino (354-430). Ma questo rifiuto della grazia divina non è riservato unicamente al Diavolo. Ascoltiamo Sant'Agostino:

 

«Due amori quindi hanno costruito due città: l'amore di sé spinto fino al disprezzo di Dio ha costruito la città terrena, l'amore di Dio spinto fino al disprezzo di sé la città celest 2.

 

sant'agostino di ippona

 

Con le parole «città terrena», il santo Vescovo di Ippona designa questo mondo di cui Nostro Signore ci dice che Satana ne è il principe, e quindi la città senza Dio, vale a dire quella di Satana.

 

Il demonio e i suoi collaboratori

 

Nel 1989, Padre Jean Galot s.j. (1919-2008), gesuita e teologo a Roma, scrisse in un articolo sui demoni:

 

«L'influenza satanica non si limita solamente sugli individui. Essa si è manifestata fin "dagli inizi" della Storia della società umana per cercare di dominare questa stessa Storia, che tuttavia rimane nelle mani di Dio: secondo le parole di Gesù. il diavolo è sempre stato fin dal principio omicida e bugiardo, colui che continua a diffondere menzogne e morte. Lo fa cercando di influenzare, secondo le sue stesse intenzioni, la vita sociale degli uomini. Studiando nel Nuovo Testamento il ruolo dei Principati e delle Dominazioni, notiamo che questi Principati tendono ad impadronirsi "del mondo - in blocco e nel dettaglio - degli uomini, degli elementi, delle istituzioni politiche e sociali, delle circostanze e delle situazioni storiche e delle correnti spirituali e religiose 3.

 

padre jean galot.

 

È ovvio che per poter dominare «il mondo, in blocco e nel dettaglio», gli angeli ribelli non possono agire da soli, ma hanno necessariamente bisogno di collaboratori umani. Quindi, al di sotto di questi poteri superiori del male ci sono individui che possono essere definiti «i poteri inferiori del male» - vale a dire degli uomini che rifiutano deliberatamente la grazia divina, che si oppongono consapevolmente alla volontà di Dio e che fanno volontariamente le opere del loro padre, Satana.

 

Essi costituiscono ciò che può essere definito un «contro-corpo mistico» o una «Contro-Chiesa» che, ad immagine dell'insieme dei demoni, non è unito dall'amore reciproco, ma dalla ribellione e dall'odio contro Dio e il Suo Cristo. Tuttavia, questi servitori coscienti e volontari del diavolo - il cui numero è ovviamente impossibile da stimare - sono infinitamente meno numerosi della massa dei servitori inconsci e involontari, vale a dire coloro che sono animati dall'odio o dalla volontà di potere e che credono di perseguire i proprî obiettivi, mentre in realtà vengono manipolati secondo il piano dei demoni.

 

contro-chiesa

La Contro-Chiesa...

 

I servitori consci o inconsci del Principe di questo mondo non sono buoni compagni d'arme che lavorano in pace e nell'unione dei cuori; al contrario, essi sono feroci concorrenti perpetuamente in guerra tra loro per appropriarsi dei benefici delle loro azioni. Dunque, il regno di Satana è diviso in sé stesso (nei cuori, ma non negli intenti), ed è questa una delle ragioni per cui è destinato a perire.

 

I nostri nemici e i loro obiettivi

 

Essi si sono coalizzati unicamente perché hanno obiettivi comuni: rifiutare il vero Redentore - che ha il torto di aver promesso un paradiso solamente celeste - e costruire un nuovo paradiso terrestre nella forma di una mostruosa Torre di Babele che non sarà edificata servendosi di mattoni o pietre, ma con gli uomini stessi; essa sarà una società globale, collettivista e totalitaria, dalla quale Dio sarà escluso perché il suo culto verrà sostituito prima dal culto dell'Uomo, e in seguito dal culto di Satana. Si tratta di elaborare deliberatamente l'avvento del regno dell'Anticristo. Per raggiungere questo punto, i poteri inferiori del male si sono posti alcuni obiettivi intermedi:

 

Demolire totalmente la Chiesa cattolica e la civiltà cristiana fondata sul Decalogo;

Distruggere tutti gli Stati nazionali suddividendoli in piccole unità indipendenti che saranno poi riunite in grandi federazioni artificiali;

Instaurare un unico Governo Mondiale che raggrupperà queste federazioni;

Stabilire una civiltà mondiale collettivista e totalitaria che eroderà tutte le differenze etniche, culturali e sociali;

E infine radunare tutta l'umanità attorno ad una spiritualità luciferina, cioè alla religione del diavolo.

 

non prævalebunt

«...et portæ inferi non prævalebunt

adversus eam» (Mt 16, 18).

 

Questo immenso esercito di combattenti ostili a Nostro Signore Gesù Cristo, il cui slogan comune è «non vogliamo che Egli regni su di noi», attacca direttamente le tre virtù teologali che sono i pilastri del cristianesimo: la fede, la speranza e la carità. Ciò significa che possiamo suddividere approssimativamente il nemico in tre corpi d'armata:

 

Le forze anti-teologiche che combattono principalmente contro la fede attaccando direttamente il Dio Creatore e Redentore (la Gnosi, la Massoneria, la Rivoluzione e il panteismo New Age);

Le forze messianiche che combattono principalmente contro la speranza predicando una salvezza diversa da quella apportata da Nostro Signore Gesù Cristo (messianismo ebraico, anglosassone e islamico);

Le forze sovversive nell'ordine politico-economico che combattono principalmente contro la carità; il loro scopo è di far scomparire nell'umanità l'amore di Dio e del prossimo, e ridurre gli uomini in schiavitù (Alta Finanza internazionale, capitalismo liberale, democrazia totalitaria, imperialismo anglosassone e comunismo).

 

non serviam tibi

«Non serviam tibi»!

 

Queste forze convergenti, ma spesso in lotta tra loro, sono state distinte per praticità di presentazione, ma è ovvio che da un lato hanno confini molto vaghi e dall'altro si compenetrano costantemente, per cui è più che possibile che lo stesso individuo appartenga a più di uno di questi corpi d'armata.

 

Inoltre, può accadere che chi combatte principalmente contro una delle virtù teologali combatta accidentalmente anche contro le altre due. Di fronte a queste forze ostili al Redentore c'è il piccolo esercito di coloro che combattono per il regno sociale di Cristo: cosa possono fare? Questo argomento sarà l'oggetto della nostra conclusione.

 

 

I

I NEMICI DELLA FEDE

 

 

La Gnosi

 

Inizieremo con una definizione di una storica cattolica, Nelly émont:

 

«In generale, si distingue lo gnosticismo dalla Gnosi. Il primo designa dottrine precise, storicamente rilevabili, che Sant'Ireneo ha condannato come eretiche [...]. La seconda deriva una posizione più specifica in relazione alla salvezza: lo gnostico è colui che "conosce" perché ha ricevuto una rivelazione. Ed è attraverso questa "conoscenza" che viene salvato. Non "crede": per lui la fede è inferiore alla conoscenza. Egli sa perché è un iniziato [...]. La Gnosi è una tentazione perpetua all'interno del cristianesimo» 4.

 

iniziazione massonica

Sopra: iniziazione massonica

ai «Misteri» dello Gnosticismo...

 

La religione dell'Uomo che si fa Dio

 

Giacché dobbiamo saperne un po' di più sull'argomento, riassumerò ciò che è stato detto da Dom Adelin Rousseau (1913-2009), un benedettino contemporaneo che ha pubblicato e scritto la prefazione al capolavoro di Sant'Ireneo di Lione (130-202) Adversus hæreses («Contro le eresie»): la Gnosi, che afferma di essere cristiana, è caratterizzata dalla pretesa di elevarsi al di sopra della fede, da un rifiuto di Dio Creatore e della Sua opera, e da un rigetto dell'Incarnazione e della Redenzione mediante il sacrificio di Cristo. Per gli gnostici, la semplice fede non è la condizione necessaria per ottenere la salvezza e l'accesso alla vita eterna.

 

dom adelin rousseau

Sopra: Dom Adelin Rousseau e l'opera di

Sant'Ireneo di Lione Adversus hæreses.

 

La fede - essi dicono - è solo uno stadio imperfetto, riservato alla massa dei cristiani ordinari, mentre gli gnostici affermano di avere accesso a conoscenze superiori che garantiranno loro la salvezza. Secondo loro, questa «scienza» ha origine da una tradizione segreta comunicata da Cristo agli apostoli e trasmessa, occultamente, a piccoli gruppi di iniziati. Mediante questa cosiddetta «scienza» superiore lo gnostico è «illuminato». Improvvisamente, egli diventa consapevole della sua vera natura che è divina. Per gli gnostici, infatti, il Dio dell'Antico Testamento, colui che ha creato il cielo e la terra, non è il vero Dio, ma una divinità inferiore, il Demiurgo, vale a dire un semplice architetto, e maldestro per giunta!

 

Il vero Dio - secondo loro - è il Principio supremo, o Grande Abisso, un Dio inconoscibile che non ha creato nulla, ma che ha emanato esseri inferiori, gli Eoni; il meno intelligente di questi eoni, il Demiurgo (che secondo loro sarebbe il Dio della Bibbia), ha creato il mondo materiale e imprigionando nella materia le anime umane, che altro non sono che scintille divine emanate del Principio supremo e prigioniere di un mondo che è irrimediabilmente malvagio. Lo gnostico sa di essere una scintilla divina, un frammento di questa divinità inconoscibile e infinitamente superiore al Creatore, vale a dire il Demiurgo che i semplici fedeli scambiano per Dio.

 

gnosticismo

 

Per lo gnostico, solo il corpo carnale è stato creato dal demiurgo; è quindi, per lo gnostico il corpo umano (e tutto ciò che è materiale) è solo un contenitore temporaneo e malvagio per natura. Ma la sua anima è rimasta intatta, poiché è divina, e non può essere contaminata dal contatto con la materia. Lo gnostico sa che qualunque cosa accada, la sua salvezza è assicurata: la scintilla divina, che non smette mai di esistere in lui, dovrà infallibilmente ritornare al Principio supremo, il Pleroma della luce.

 

Qual è dunque il vero significato della venuta di Cristo in questo mondo? Prima di tutto Egli non si sarebbe mai incarnato, e il Suo corpo non sarebbe stato che pura apparenza; secondariamente, sarebbe venuto per portare alle scintille divine, prigioniere della materia, un messaggio di rivelazione per ricordare alla loro coscienza il loro status divino, e mediante ciò di potere giungere alla salvezza.

 

pleroma

Sopra: simbolo del Pleroma

usato dagli attuali gnostici.

 

Dalla blasfemia alla rivolta

 

Ciò che costituisce il fondo del pensiero gnostico è prima di tutto una bestemmia contro l'unico vero Dio, che è il Creatore dell'Universo, una blasfemia accompagnata da un rifiuto di Cristo Redentore che per lo gnostico non è necessario alla salvezza in quanto si sente definitivamente salvato dalla Conoscenza (in greco «Gnosis»). Quindi, vi è un rifiuto sprezzante della creazione: prima di tutto, la nostra umanità carnale è ritenuta malvagia in se stessa e radicalmente incapace di salvezza; di conseguenza, tutto il mondo materiale è cattivo.

 

Da questo rifiuto del Dio Creatore deriva il rigetto dell'ordine naturale creato da Dio, dal momento che la pseudo-divinità degli gnostici, il loro Principio supremo o Grande Abisso, che non ha creato nulla, non si occupa dell'uomo o della creazione e non ha dato all'uomo alcuna regola morale, né un ordine naturale. È stato il Demiurgo maldestro - dicono gli gnostici - che ha imprigionato le anime umane nei corpi materiali e che ha dato agli uomini - che sono divini per natura - Comandamenti che li schiavizzano.

 

gnosi

Sopra: l'uomo divinizzato

della Gnosi.

 

Dobbiamo quindi respingere tutti i Comandamenti di Dio. Da ciò scaturisce un atteggiamento permanente di protesta e di sovversione contro la società cristiana. In seguito, vedremo molti altri esempi. In definitiva, la Gnosi è una corrente di pensiero che ci riguarda da vicino. In passato, essa ha creato forze ostili alla Chiesa, forze che tuttora sono gravemente pericolose e che resistono nel tempo. La Gnosi si è infiltrata nell'ebraismo post-biblico con l'avvento della Kabbalah 5.

 

Essa ha fondato sètte eretiche contro la Chiesa di Cristo come il marcionismo e il manicheismo; è stata alla base delle grandi eresie anti-trinitarie come l'arianesimo; è stata uno dei fattori che hanno permesso la nascita dell'islam e ha impregnato le potenti correnti contemporanee di questa religione: lo sciismo, il sufismo, ecc... Essa ha costantemente cercato - e cerca anche oggi - di sovvertire la Chiesa e la società cristiana infiltrandosi nelle sue idee e presso i suoi fedeli; essa è stata l'ispiratrice e il veicolo delle idee occultiste che hanno portato alla creazione della Massoneria, ed è quindi, attraverso quest'ultima, una dei principali protagonisti del mondo contemporaneo.

 

san nicola schiaffeggia ario

Sopra: San Nicola di Bari (270-343) partecipò al Concilio di Nicea, convocato nel 325 dall'imperatore Costantino. Lì incontrò il Vescovo Ario (256-336), che sosteneva che la natura del Figlio non fosse uguale a quella del Padre. Ario difese con vigore la sua posizione, e i Vescovi lo ascoltarono. Tutti quanti tranne Nicola, che perse la pazienza e nel bel mezzo del Concilio tirò uno schiaffo ad Ario.

 

La Massoneria

 

La Massoneria moderna è nata ufficialmente il 24 giugno 1717 con la fondazione della Gran Loggia di Londra. Ma a quel tempo esisteva già ufficiosamente da quasi un secolo. La sua genesi è indiscutibilmente legata all'Ordine della Rosacroce, una fratellanza segreta di cabalisti, alchimisti, maghi e teosofi gnostici che avevano iniziato a raggrupparsi in Germania verso la fine del XVI secolo, e che era diventa nota all'inizio del XVII secolo con la diffusione di tre manifesti diffusi in tutta Europa.

 

La sua origine gnostica

Sembra che da quel momento la Massoneria sia stata concepita come il fulcro di un grande progetto politico-religioso mondiale che ha iniziato a prendere forma nel XVI secolo: quello di abbattere le monarchie cattoliche a vantaggio delle monarchie protestanti e di federare tutta l'Europa in una Repubblica Universale la cui religione sarebbe stata la Gnosi.

 

Per quanto incredibile possa apparire, questo è ciò che emerge dallo studio dei testi dell'epoca, e in particolare dall'opera di due protestanti Rosacroce: il moravo illuminato Jan-Amos Komensky (1592-1670), noto come Comenius (considerato uno dei padri fondatori dell'attuale Comunità Europea), e il medico francese Nicolas Barnaud (1535-1601), consigliere di re Enrico IV (1553-1610).

 

comenius - nicolas barnaud

 

Secondo l'opera The Masonic Initiation, scritta dall'eminente massone inglese Walter Leslie Wilmshurst (1867-1939), esiste nella storia inglese ed europea del XV secolo una forte corrente sotterranea che secondo lui

 

«ha la sua fonte nella perpetuazione della scienza massonica segreta e nella sua apparizione pubblica nella forma altamente diluita ed elementale della moderna Massoneria speculativa».

 

walter leslie wilmshurst

Sopra: Walter Leslie Wilmshurst e

il suo libro The Masonic Initiation.

 

E aggiunge:

 

«La riforma religiosa del XV secolo fu il primo episodio di un movimento rivoluzionario di vasta portata nella vita intellettuale, sociale e politica dell'Occidente, un movimento il cui risultato non è ancora stato raggiunto [...]. La decisione sembra quindi essere stato presa da menti illuminate che progettavano di far rivivere la vecchia Gnosi mistica tradizionale in una forma semplice capace di interessare una piccola parte del pubblico» 6.

 

Dunque, la Massoneria è solo una volgarizzazione della Gnosi.

 

Il suo scopo religioso

I fondatori della Gran Loggia d'Inghilterra ebbero l'abilità di fare affidamento sull'alta nobiltà britannica e sulla dinastia protestante degli Hannover per forgiare quella che apparentemente sembrava un'arma da guerra contro la religione «papista». In realtà, essi riuscirono a creare una Contro-Chiesa che mira non solo ad eliminare il cattolicesimo, ma a sostituire gradualmente il cristianesimo, perché, come dice Léon de Poncins (1897-1975), seguendo Wilmshurst

 

«la Massoneria inglese del 1723 non era affatto cristiana, ma razionalista, vagamente deista e, in segreto, gnostica» 7.

 

simboli gnostici massonici

 

Perché questa data del 1723? Perché è quella della pubblicazione delle Costituzioni di James Anderson (1679-1739), la «bibbia» della cosiddetta Massoneria «regolare», i cui redattori hanno approfittato della rottura del protestantesimo in più sètte per professare non il cristianesimo, ma il minimo comun denominatore di tutte le diverse religioni, ossia il deismo, che accetta l'esistenza di un Dio, ma rifiuta ogni rivelazione e dogma. Dicono le Costituzioni:

 

«È stato ritenuto più conveniente vincolarle solo a quella religione su cui tutti gli uomini concordano, lasciando a ciascuno le proprie opinioni [...]. Di conseguenza, la Massoneria diventa il centro dell'Unione e il mezzo per formare un'amicizia fedele tra persone che avrebbero potuto rimanere perpetuamente distanti» 8.

 

james anderson - costituzioni

Sopra: il ministro protestante James Anderson

e le Costituzioni della Massoneria da lui redatte nel 1723.

 

Inoltre:

 

«Nessuna lotta [...] deve superare la soglia della Loggia, nessuna lite religiosa, nazionalistica, politica o statalistica, essendo noi, in quanto massoni, aderenti alla religione universale di cui sopra, e al di sopra di tutte le nazioni, lingue, parentele, espressioni...» 9.

 

Si tratta quindi di riunire l'umanità attorno alla Massoneria e non a Gesù Cristo. Il rifiuto di quest'ultimo è ancora più marcato nella seconda versione delle Costituzioni di Anderson, che furono rielaborate nel 1738; lì si chiede che i massoni siano costretti

 

«a quella religione su cui tutti gli uomini concordano [...] perché tutti si ritrovino nei tre articoli di Noè, quanto basta per preservare il collante della Loggia. Di conseguenza, la Massoneria è il centro dell'Unione...» 10.

 

Se i tre precetti di Noè (non adorare gli idoli, non bestemmiare e non uccidere) fossero stati sufficienti per l'umanità, Cristo sarebbe venuto nel mondo inutilmente. Aggiungiamo che il noachismo dev'essere, secondo la Kabbalah, la religione dei goym, cioè dell'umanità non ebraica.

religione noachide

Sopra: l'Arcobaleno, il simbolo

della religione noachide.

 

Scrive San Giovanni: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1, 9). Cristo stesso disse: «La pietra che i costruttori hanno scartata, è diventata testata d'angolo» (Lc 20, 17). I massoni affermano di ricevere la «luce» attraverso l'iniziazione e di fare affidamento a quella «testata d'angolo» che è l'«amore fraterno» (Costituzioni di Anderson). È evidente che né quella luce né quella pietra sono Cristo.

 

Il suo scopo politico

La Massoneria non solo forma una Contro-Chiesa, ma anche un contro-Stato, poiché i massoni non proclamano unicamente una religione anticristiana universale, ma professano anche l'internazionalismo. Affermano le Costituzioni di Anderson: «Siamo anche di tutte le nazioni, lingue, parentele ed espressioni» 11. E questo cosmopolitismo - ereditato da Comenius e dai Rosacroce - era perfettamente chiaro fin dalle origini tra i più alti leader della Massoneria. Ecco come si espresse a riguardo nel 1740 Louis de Pardaillan (1688-1712), duca di Antin, Gran Maestro della Massoneria francese dal 1738 al 1743:

 

«Il mondo intero non è che una grande Repubblica di cui ogni nazione è una famiglia. Fu per diffondere queste massime essenziali che la nostra società è stata fondata» 12.

 

louis de pardaillan

 

Qualche anno più tardi, nel 1744, apparve un opuscolo favorevole alla Massoneria, che pretendeva di confutare i suoi accusatori; esso era intitolato La Franc-maçonnerie e conteneva il seguente passo:

 

«È dunque più che probabile, ne concludo, che si occupino solo di una Massoneria puramente simbolica, il cui segreto è quello di costruire in maniera impercettibile una Repubblica Universale e democratica, la cui regina sarà la Ragione, e il Consiglio Supremo l'Assemblea dei Saggi. Il progetto di una simile Repubblica merita di essere nascosto nel seno del mistero; perché più grandi sono le imprese, più segretezza è necessaria affinché abbiano successo [...]. Quindi, riflettendo sull'ordine della natura, che ci dà l'uso comune della luce e degli elementi, ritengo che i massoni, proponendo l'esempio di questa madre equa, hanno indubbiamente formulato il progetto di instaurare un ordine politico che metterà in comune tutto ciò che la terra e i talenti dei suoi abitanti sono in grado di produrre» 13.

 

la franc-maçonnerie

 

In questo testo troviamo i riferimenti ad una Repubblica Universale, democratica e razionalista, ad una direzione dell'Assemblea dei Saggi, vale a dire di iniziati, e alla messa in comune delle produzioni della terra, ossia al socialismo universale, che nel 1744 meritava davvero di essere accuratamente «nascosto nel seno del mistero», tanto era il bisogno di segretezza segreto per far sì che l'impresa avesse successo!

 

La Rivoluzione

 

La nozione di socialismo universale ci porta alla Rivoluzione. Nel 1747 apparve ad Amsterdam un'opera anonima intitolata Les francs-maçons écrasés. Suite du livre intitulé l'ordre des francs-maçons trahi («I massoni schiacciati. Seguito del libro intitolato l'ordine dei massoni tradito»), che fu ristampata più volte. L'autore - che era o Padre Gabriel-Louis Pérau (1700-1767) o Padre Larudan - spiega che l'idolatria della libertà e dell'uguaglianza, praticata nelle Logge, ha portato i Fratelli al sogno di una primitiva era d'oro, che sarebbe stata inghiottita dall'instaurazione della tirannia e che sarebbe tornata se i Fratelli fossero stati in grado di strappare ai tiranni la libertà e l'uguaglianza che erano comuni all'inizio dell'umanità, e quindi di ricostruire l'ordine sociale.

 

liberté égalité fraternité - massoneria

Sopra: medaglia emessa dal Grand'Oriente di Francia

per commemorare gli ideali della Rivoluzione Francese.

 

Questo obiettivo viene chiaramente rivelato solo agli iniziati accuratamente selezionati, e rimane nascosto ai massoni di Grado inferiore. In effetti, ristabilire l'era d'oro, eliminare i tiranni, ricostruire l'ordine sociale sulla libertà e sull'uguaglianza è la pretesa di ogni rivoluzione, è - come abbiamo appena visto - il risultato dell'ideologia massonica; ma è anche la conseguenza naturale degli insegnamenti della Gnosi. Poiché, rifiutando l'ordine naturale e i Comandamenti di Dio, la rivoluzione si ispira alla Gnosi, di cui, in un certo senso, è una volgarizzazione.

 

La rivolta contro Dio

«Il mondo è cattivo», dicevano gli gnostici dell'antichità, quindi dobbiamo lasciarlo, se necessario anche per mezzo del suicidio. «Il mondo è sbagliato», dicono i rivoluzionari moderni, e quindi dobbiamo cambiare il mondo e sostituire l'ordine naturale che ha voluto il Creatore con un ordine artificiale, un'utopia partorita dalla nostra mente. L'accademico francese Albert de Mun (1841-1914) aveva visto molto bene quando nel 1875 disse che la Rivoluzione

 

«si manifesta in un sistema sociale, politico ed economico, nato nel cervello dei filosofi, senza riguardo per la tradizione e caratterizzato dalla negazione di Dio nella società pubblica» 14.

 

albert de mun

 

L'uomo - dicevano gli gnostici dell'antichità - è schiavo dei Comandamenti del Creatore, questo falso dio tirannico, e quindi dobbiamo violarli sistematicamente facendo l'opposto di ciò che il Decalogo comanda. L'uomo - dicono i rivoluzionari moderni - è schiavo delle regole morali e sociali imposte dalla religione e dai poteri politici, e quindi dev'essere liberato da ogni autorità e da tutte le regole che ci sono state date da osservare. Questo concetto è stato espresso molto bene dal socialista Jean Jaurès (1859-1914):

 

«Il bene inestimabile conquistato dall'uomo [...] è l'idea che non esiste una verità sacra, ossia qualcosa su cui l'uomo non possa indagare [...], è che tutta la verità che non viene da noi è una bugia, è che - anche quando aderiamo a qualcosa - il nostro senso critico deve rimanere sempre vigile e che una rivolta segreta dev'essere mescolata a tutti le nostre affermazioni e a tutti i nostri pensieri» 15.

 

jean jaurès

 

La Rivoluzione, quindi, è prima di tutto una ribellione contro Dio, e di conseguenza una rivolta contro ogni potere legittimo che applica le leggi divine; si tratta di una «rivolta eretta in linea di principio e di diritto», come ha scritto Mons. Louis-Gaston de Ségur (1820-1881). Il risultato di questa rivolta è la sostituzione delle leggi divine nella società con leggi umane, ispirate alla negazione di Dio e quindi dal principe di questo mondo. Come diceva Albert de Mun nel 1878:

 

«La Rivoluzione è una dottrina che pretende di basare la società sulla volontà dell'uomo, invece di basarla sulla volontà di Dio» 16.

 

mons. louis-gaston de ségur

 

Ogni tentativo di basare la società su qualsiasi cosa tranne che sui Comandamenti di Dio è rivoluzionario e contrario all'ordine naturale voluto da Dio. Non è quindi necessario che questi tentativi violenti siano rivoluzionari; è sufficiente che si oppongano alla volontà divina. La legge che autorizza il divorzio, ad esempio, è stato uno dei fattori essenziali nella scristianizzazione dell'Europa; tuttavia, essa non è stata accompagnata da alcuna violenza.

 

Rivoluzione e conservatorismo

Ecco un atteggiamento che trae in inganno molte persone: poiché le cose accadono apparentemente nell'ordine, nella legalità e nella calma, esse non pensano che possa essere in atto una rivoluzione. La legalizzazione dell'aborto è stata una misura legislativa raggiunta senza alcuna violenza o turbamento (tranne che una pesante campagna mediatica per influenzare l'opinione pubblica), ma fu un trionfo per la Rivoluzione: il crimine contro Dio è diventato legale perché è stato sancito dal parlamento, magari con il consenso di un governo moderato.

 

Questo ci aiuta a capire che ci possono essere conservatori che al contempo sono fondamentalmente dei rivoluzionari! Il conservatore vuole mantenere l'ordine stabilito. Ma dobbiamo distinguere tra l'ordine stabilito e l'ordine naturale. Se l'ordine stabilito è contrario all'ordine naturale, quindi alla volontà divina, è solo un disordine stabilito, e chi vuole preservarlo è un vero rivoluzionario, mentre il vero controrivoluzionario lo vuole abbattere.

 

conservatore

 

Quindi, qualsiasi potere che non rispetti l'ordine naturale, voluto da Dio, attacca allo stesso tempo l'ordine soprannaturale; si tratta di un potere rivoluzionario, anche se il suo modo di procedere sembra essere conservatore, anche se appare come un male minore o un baluardo contro rivoluzionari più minacciosi. Bisogna sempre ricordarlo e non sostenere la peste per paura del colera. Va anche ricordato che al momento non esiste un singolo potere politico al mondo che rispetti l'ordine naturale, che rispetti il Decalogo e che voglia costruire la società partendo dalla volontà di Dio e non da quella del'l'uomo.

 

Nessun potere sfida il dogma fondamentale della sovranità del popolo. Ora, questo dogma è il dogma rivoluzionario per eccellenza: il potere viene dal popolo, afferma la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo. No! Il potere viene da Dio: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra» (Mt 28, 18), ha detto Nostro Signore Gesù Cristo. Se il potere viene dal popolo, il popolo è libero di decidere sovranamente cosa è vero e cosa è giusto; decide liberamente sul bene e sul male, e così facendo si mette al posto di Dio.

 

no ai comandamenti

 

Il panteismo del movimento New Age

 

Che cos'è il panteismo? Secondo questa dottrina, Dio è tutto e tutto è Dio; non c'è alcuna differenza tra l'Universo e Dio; la materia è divina; l'uomo è divino. Non c'è stata alcuna creazione ma solo emanazione: Dio ha emanato l'Universo che quindi fa parte della sostanza divina. Il panteismo è anche chiamato «monismo», dal greco «monos», ossia «uno solo», perché esiste un'unica sostanza. La Nuova Era non è un'organizzazione strutturata, ma piuttosto uno stato d'animo comune ad una moltitudine di gruppi e correnti, ed è spesso ispirata dal buddismo.

 

Una spiritualità gnostica

Nel 1981, lo studioso di sètte, Mark Albrecht, ha presentato il pensiero New Age in un articolo intitolato «La spiritualité du Nouvel Âge; données générales» («La spiritualità della Nuova Era: dati generali»). In esso, l'Autore propone il seguente riassunto:

 

- «Dio. In generale, Dio viene percepito come un essere impersonale, come una legge, un'energia o una forza creativa. Il concetto cristiano di un Dio personale e trascendente è respinto o modificato per essere compatibile con il monismo o il panteismo.

 

- L'umanità. Gli uomini sono considerati come parte del divino o dell'essenza divina. Poiché l'Universo stesso è divino - il presupposto del monismo e del panteismo - ogni individuo è una scintilla del fuoco universale o un'onda dell'oceano divino. Il corpo fisico è generalmente percepito come una realtà distinta, una dimora temporanea.

 

- Il mondo. Il mondo è spesso considerato come un campo da gioco illusorio e temporaneo, al quale non ci si deve attaccare troppo, poiché i mondi e gli universi partecipano ad un ciclo di rinnovamento perpetuo. La materia è solo una manifestazione grossolana o un'emanazione del puro spirito; essa si dissolverà e riapparirà un numero infinito di volte.

 

- La salvezza. La salvezza (nel senso spirituale del termine) si realizza attraverso l'illuminazione o l'abbandono dell'attaccamento al mondo e al pensiero. In altre parole, si tratta di diventare consapevoli del fatto che si è veramente divini - o parte di Dio - e di concretizzare questa unità mediante tecniche e rituali specifici. Essa è collegato ad una qualche forma di reincarnazione, che, essendo il processo di realizzazione della salvezza dipendente da sforzi personali, comporta generalmente molte reincarnazioni.

 

- Bene e male. Il bene e la bontà sono generalmente sinonimo della summenzionata illuminazione; il male è invece associato all'ignoranza e, di conseguenza, la nozione morale del male viene spiritualmente aggirata da un ragionamento del tipo: "Una persona illuminata trascende la cruda dualità del bene e del male e realizza che l'uno e l'altro fanno parte dell'equilibrio cosmico"» 17.

 

new age

 

Naturalmente, non tutti i gruppi New Age sottoscrivono pienamente questi cinque punti dottrinali, ma la stragrande maggioranza di essi li approva complessivamente. É evidente che questi concetti sono molto simili a quelli della Gnosi; l'unica differenza è che per la Nuova Era il mondo è divino, o più esattamente una parte integrante della divinità. Come la Gnosi, la New Age rifiuta la salvezza portata da Cristo e ne promette un'altra. Mons. Jean Vernette (1929-2002), che è stato per anni specialista delle sètte, vide benissimo che la New Age rifiuta «in primo luogo la religione cristiana e la Chiesa di Gesù Cristo».

 

La cospirazione per un nuovo mondo

Marilyn Ferguson (1938-2008), una delle principali «profetesse» della New Age, scrisse un vero e proprio manifesto intitolato The Aquarian Conspiracy («La cospirazione acquariana»), In esso, la Ferguson proclama:

 

«Dopo un'era di oscurità e violenza - quella dei Pesci - entriamo in un millennio di amore e di luce, l'"Era dell'Acquario", il tempo della "vera liberazione dello spirito 18.

 

marilyn ferguson - the aquarian conspiracy

Sopra: Marilyn Ferguson e il suo

bestseller The Aquarian Conspiracy.

 

Per gli iniziati, l'Era dei Pesci è il tempo del cristianesimo: il pesce (in greco «ichthys») è il simbolo di Cristo 19, mentre quello dell'Acquario sembra proprio essere quello dell'Anticristo. Ai nostri giorni queste idee sembrano avere un successo mondiale; Caryl Matrisciana (1947-2016), un ex attivista New Age, ne descrive l'estensione:

 

«Milioni di persone, che oggi sono influenzate dalla New Age, non si rendono conto di essere condizionate da un potere religioso e da una struttura politica: l'obiettivo è il globalismo e l'esca è la pace [...]. Nel mondo degli affari, i programmi di formazione utilizzano sempre più spesso tecniche New Age. Nel frattempo, il sistema educativo è sempre più impregnato dal pensiero acquariano. La sua influenza è inconfondibile nei media. I nostri governi usano la loro filosofia nelle loro politiche, sia nazionali che estere. Ovviamente, anche molte confessioni cristiane la diffondono» 20.

 

caryl matrisciana

 

Questo discorso dell'ex presidente francese Nicolas Sarkozy alle Nazioni Unite conferma le osservazioni di Caryl Matrisciana:

 

«È un nuovo stato d'animo di cui il mondo ha bisogno. È un vero "New Deal" su scala planetaria che è necessario. Un "New Deal" ecologico ed economico. A nome della Francia, invito tutti gli Stati a riunirsi per fondare il Nuovo Ordine Mondiale del XXI secolo sull'idea forte che i beni comuni dell'umanità debbano essere posti sotto la responsabilità di tutti» 21.

 

nicolas sarkozy

 

In questo discorso viene implicitamente annunciato il necessario avvento di un Governo Mondiale, in nome di una presunta necessità ecologica. Perché l'incredibile clamore della propaganda ecologica, basato sul riscaldamento globale e i cambiamenti climatici, è un frutto dello spirito New Age, e il giornalista francese Pascal Bernardin aveva ragione a scrivere:

 

«Le previsioni più allarmanti degli ecologisti mascherano il vero scopo dell'attuale rivoluzione ecologica in corso: la creazione di una spiritualità globale, pagana e panteistica volta a distruggere il cattolicesimo e la preparazione del regno dell'Anticristo» 22.

 

cambiamenti climatici

 

 

II

I NEMICI DELLA SPERANZA

 

 

Messianismo spirituale e messianismo temporale

 

Che cos'è il messianismo? Nella sua edizione del 1977, il dizionario Le Petit Robert offre la seguente definizione: «Convinzione secondo cui un messia personale verrà per liberare gli uomini dal peccato e stabilire il regno di Dio sulla terra», e aggiunge: «Figurativo e letterario: messianismo rivoluzionario».

 

Possiamo concludere che esiste da un lato un messianismo puramente religioso che spera in una liberazione spirituale, mediante la liberazione dal peccato, e quindi si attende dal Messia l'istituzione di un regno spirituale in cui i Comandamenti di Dio saranno rispettati, ma che ci sono anche messianismi temporali, come ad esempio il messianismo rivoluzionario, che pretende di instaurare sulla terra non il regno di Dio, ma una società che sperimenterà una felicità perfetta, un'«era d'oro», un «nuovo paradiso terrestre». Prima dell'avvento di Nostro Signore Gesù Cristo esisteva un messianismo ebraico perfettamente legittimo che ha preparato gli israeliti ad accogliere il loro Salvatore, il Messia annunciato dai profeti.

 

Ma, al tempo di Gesù Cristo, questo messianismo era già stato deviato dalla maggior parte dei farisei e dei maestri della Legge che concepivano il Messia come un liberatore politico degli ebrei e un futuro re temporale delle nazioni. Come sappiamo dalla Storia, ciò ebbe come risultato che il Messia «venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto» (Gv 1, 11). Dopo la venuta del Salvatore, esiste un legittimo messianismo altrettanto legittimo («predicate il Vangelo a tutte le nazioni»); ma questo precetto divino non ha lo scopo di instaurare un paradiso terrestre («il mio regno non è di questo mondo»), ma solo di portare tutte le nazioni e tutti i popoli a riconoscere la regalità di Nostro Signore («Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta»).

 

cristo re

«Rex Regum et Dominus Dominantium» (Ap 21, 23).

 

Questo messianismo è più spirituale che temporale perché si aspetta la vita eterna dopo questa vita e non un paradiso terrestre; esso non è ottimista perché conosce la natura umana e sa che la Storia dell'umanità, lungi dall'instaurazione di un nuovo paradiso terrestre, si concluderà certamente con il glorioso ritorno del Messia, un ritorno che sarà preceduto da un'apostasia quasi generale e dal tanto breve quanto abominevole regno dell'Anticristo.

 

Ma il messianismo cristiano si scontra con altri messianismi anticristiani che vogliono eliminare il cristianesimo e conquistare il mondo, il più delle volte per stabilire una cosiddetta «età dell'oro». C'è un messianismo ebraico, un messianismo anglosassone, un messianismo musulmano, un messianismo rivoluzionario e così via... Questi messianismi sono spesso rivali tra loro, ma sono uniti da un rifiuto comune: quello della salvezza portato da Cristo.

 

Il messianismo ebraico

 

Quando parliamo di messianismo ebraico, non pretendiamo ovviamente che esso sia condiviso da tutti i membri del popolo ebraico in quanto ci sono molti ebrei il cui unico sogno è quello di vivere una vita tranquilla senza dover sentirsi responsabili del destino dell'umanità. Ma, sfortunatamente, questo non è il caso dei seguaci di un certo messianismo temporale, basato sulla Kabbalah e sul Talmud, che concepisce il popolo ebraico come il vero messia che deve salvare l'umanità.

 

Un popolo santo

Nel 1894, lo scrittore ebreo Bernard Lazare (1865-1903), che fu un precursore del sionismo, espose in questi termini le tesi degli ebrei talmudisti (che egli stesso detestava):

 

talmud babilonese«Senza la legge, senza Israele che la pratichi, il mondo non sarebbe, Dio lo farebbe finire nel nulla; e il mondo conoscerà la felicità solamente quando sarà soggetto al dominio universale di questa legge, ossia all'impero degli ebrei. Pertanto, il popolo ebraico è il popolo scelto da Dio come depositario delle sue volontà e desideri; è l'unico con cui la divinità ha stretto un patto, è il prescelto dal Signore. Nel momento in cui il serpente ha tentato Eva, dice il Talmud, l'ha corrotta con il suo veleno. Israele, ricevendo la rivelazione del Sinai, si è liberato dal male; le altre nazioni non possono guarire. Inoltre, se da una parte esse hanno il loro angelo custode e le loro costellazioni protettive, Israele è stato posto proprio sotto l'occhio di Geova; è il figlio prediletto di Geova, l'unico che ha diritto al suo amore, alla sua benevolenza, alla sua speciale protezione, e gli altri uomini sono posti sotto gli ebrei; solo essi hanno diritto per pietà alla munificenza divina, poiché solo le anime degli ebrei discendono dal primo uomo. In effetti, i beni dati alle nazioni appartengono ad Israele» 23.

 

bernard lazare

 

Quindi, per i talmudisti, tutto Israele è libero dal peccato originale e non ha alcun bisogno di un redentore, e dunque non alcun c'è necessità di Gesù Cristo. Il messia che essi aspettano è colui che regnerà su Israele e che governerà le nazioni con uno scettro di ferro.

 

Una missione sacra

Troviamo una conferma dell'analisi di Bernard Lazare in un libro contemporaneo scritto dall'ebreo Abraham Livni (1925-1985) e intitolato Le retour d'Israël et l'espérance du monde («Il ritorno d'Israele e la speranza del mondo»), pubblicato nel 1984. Si tratta di una presentazione del moderno messianismo israelita la cui idea dominante è che Israele è il «giusto sofferente» annunciato dai profeti (in particolare da Isaia, cap. 53), e quindi il messia che deve salvare l'umanità:

 

«Israele non è solo il guardiano di un passato prestigioso, ma è l'artefice del futuro dell'uomo e della salvezza dell'umanità» 24.

 

le retour d'israël et l'espérance du monde

 

 Ecco in che cosa consiste questo futuro e questa salvezza:

 

«Un'immensa speranza anima la visione di quel Maestro dei Lumi che fu rav Kook, la guida ispirata che scopri la via del Ritorno all'Unità d'Israele. L'unità di Israele, abbiamo detto, ma anche l'unità delle nazioni e dell'umanità. Perché il ritorno d'Israele e la sua risurrezione sulla Terra ritrovata devono fare di questo popolo un polo di santità e luce, sia particolare che universale, capace di servire come centro di raduno e comprensione per tutti i popoli» 25.

 

Secondo il rabbino Abraham Isaac Hacohen Kook (1865–1935),

 

«l'intera umanità mira a riunirsi in un'unica famiglia. Quando ciò accadrà cesserà ogni discordia e scompariranno tutte le gelosie e le rivalità provocate dalle divisioni dei popoli e dalle loro frontiere. Per arrivare a questo, il mondo ha bisogno di un catalizzatore polare di tutte le perfezioni, perché, senza questo polo, l'umanità non potrebbe perfezionare la sua evoluzione, nonostante la ricchezza e la varietà delle attitudini particolari di ogni popolo. Questo polo è costituito dalla collettività d'Israele, a causa della sua vocazione di essere come un immenso tesoro spirituale che raccoglie tutti i talenti e tutte le aspirazioni superiori dello spirito [...]. Quindi, tutte le persone si riuniranno in un'unica famiglia e riconosceranno, nel "regno dei sacerdoti e dei santi", il polo unificante, al di sopra di loro, il complemento della santità, "il tesoro scelto tra tutti i popoli", secondo la parola del Signore» 26.

 

rabbino abraham kook

 

Il rabbino Kook non è un pensatore isolato, Abraham Livni ci dice:

 

«L'onore della tradizione autentica di Israele, in tutto il suo vigore creativo, è stato tuttavia salvato da quello che potrebbe essere chiamato il flusso profetico [...]. Il suo rappresentante più prestigioso, la cui statura spirituale è paragonabile a quella dei più grandi saggi del passato, è evidentemente il rabbino Abraham Isaac Hacohen Kook, che venne in Israele nel 1904 e morì a Gerusalemme nel 1935. Al suo fianco, suo figlio e successore, il rabbino Tsvi Yehuda Hacohen Kook, viveva nello stesso afflato di suo padre [...]. Non dobbiamo credere che la loro voce sia quella di chi è isolato. Essa è saldamente radicata nella conoscenza talmudica e nella tradizione dei saggi. Rinasce in particolare l'insegnamento del rabbino Judah Halevy, del Maharal di Praga e del Gaon di Vilna 27. La sua unica novità è l'inserimento vigoroso e decisivo nei nuovi problemi della restaurazione dello Stato d'Israele 28. Niente è quindi meno egoistico del particolarismo di Israele, e nulla può essere di portata più universale del suo Ritorno. Per 4.000 anni, infatti, il popolo di Israele è stato portatore dell'identità universale e cosmica dell'uomo, quando gli altri popoli recano solo espressioni parziali e particolari [...]. Israele è chiamato a riaffermare una posizione centrale nel cuore della storia umana e a confermare il valore universale della sua missione» 29.

 

rabbi tsvi yehuda hacohen kook

 

E potremmo fornire altre centinaia di citazioni dello stesso tipo.

 

Un messia politico

Scrive Hervé Ryssen nel suo libro Psychanalyse du judaïsme («Psicoanalisi dell'ebraismo»):

 

«Il giudaismo non è solo una religione. È anche un progetto politico basato su un'idea dominante: la scomparsa dei confini, l'unificazione della terra e l'istituzione di un mondo di "pace". Tra gli ebrei religiosi, questo desiderio di un mondo pacifico, unificato e globalizzato si fonde con l'attesa febbrile di un messia che stanno aspettando da 3.000 anni e che verrà per ripristinare il "Regno di Davide". Tra gli ebrei non credenti, questo messianismo ha preso la forma della militanza politica a favore di tutte le utopie mondialiste» 30.

 

hervé ryssen - psychanalyse du judaïsme

Sopra: Hervé Ryssen e il suo

libro Psychanalyse du judaïsme.

 

Concluderò questa parte dedicata al messianismo ebraico con una dichiarazione dell'ebreo Jacques Attali, millenarista e cabalista, pubblicata su L'Express, il 26 ottobre 2006:

 

«Gerusalemme è oggi il luogo di tutti i conflitti. Se un domani ci sarà un Governo Mondiale, e ci sarà sicuramente, avrà per capitale quella città» 31.

 

jacques attali

 

Il messianismo anglosassone

 

Vi sono altri messianismi oltre a quello del Talmud e della Kabbalah. Uno dei meno conosciuti è quello che anima molti anglosassoni e che non è esplicitamente anticristiano - in quanto protestante - ma che lo è implicitamente a causa della sua forte impregnazione massonica.

 

Il British-Israel

Questo messianismo ha dato origine ad una considerevole organizzazione politico-mistica, la British-Israel World Federation, nota come British-Israel, che ha filiali negli Stati Uniti, in Australia, in Canada, in Sudafrica, in Rhodesia e in Nuova Zelanda. Il suo credo è che i popoli anglosassoni in generale, e gli inglesi in particolare, siano di origine ebraica, poiché sarebbero i discendenti diretti delle tribù perdute di Israele.

 

british-israel

 

Ne consegue che gli inglesi sono i veri eletti, ai quali Dio ha promesso supremazia politica e spirituale, protezione e prosperità, se rimane fedele alle sue leggi. Naturalmente, non tutti i plutocrati e gli oligarchi anglosassoni sono membri del British-Israel, ma è certo che le idee diffuse da questa sètta esercitano una notevole influenza sulle società anglosassoni e sulle varie sètte protestanti. Ecco, ad esempio, ciò che l'americano Herbert W. Armstrong (1892-1986), fondatore e leader di una sètta americana protestante chiamata Worldwide Church of God («Chiesa mondiale di Dio»), ha dichiarato nel 1982:

 

«Affermiamo che i Paesi anglosassoni - e in particolare l'Inghilterra e il Nord America - rappresentano le tribù di Efraim e Manasse, che sono gli eredi per diritto di nascita» 32.

 

Ecco come Armstrong spiega questa convinzione:

 

«Nel trasmettere la promessa del diritto di primogenitura, il morente Giacobbe disse di Efraim e Manasse, i figli di Giuseppe: "Sia ricordato in essi il mio nome" (Gn 48, 16). Pertanto, sono loro - i discendenti di Efraim (gli abitanti delle isole britanniche) e di Manasse (il popolo americano) - e non gli ebrei, a cui si fa riferimento nelle profezie inerenti Giacobbe o Israele 33 [...]. Questo diritto di primogenitura [...] conferisce l'eredità materiale più ricca ed estesa mai tramandata da un padre a suo figlio, la più colossale di tutte le ricchezze e il potere più imponente che gli uomini o qualsiasi impero, abbiano mai conosciuto» 34.

 

herbert w. armstrong

 

I «Livellatori»

La dottrina del British-Israel apparve nel XVII secolo, durante la guerra civile inglese, tra i «Livellatori», che costituivano una fazione ultra-repubblicana del partito parlamentare e che, interpretando a loro modo la Bibbia, voleva di stabilire l'uguaglianza assoluta non solo dei diritti politici, ma anche dei beni. Ecco cosa ha scritto Abel-François Villemain (1790-1870), uno storico di Oliver Cromwell (1599-1658):

 

«Si formò una nuova sètta composta da questi "Livellatori" [...]. I loro leader [...] sostenevano che gli inglesi appartenevano alla razza degli ebrei, che tutte le libertà del popolo erano state abrogate da Guglielmo il Conquistatore, e che la gente aveva sperimentato un'oppressione più dura di quella con cui gli egizi avevano schiacciato i loro antenati; ma che alla fine Dio li avrebbe liberati» 35.

 

oliver cromwell

 

In questa sede dobbiamo ritenere tre idee essenziali: gli inglesi appartengono alla razza degli ebrei e discendono da una delle tribù perdute di Israele; sono stati oppressi dai loro successivi governi; Dio li libererà. Aggiungete a questo l'assoluta uguaglianza di diritti politici e dei beni, il che significa democrazia e socialismo assoluti. Le affermazioni dei «Livellatori» trovarono ampia risonanza nell'Esercito, e provocarono una rivolta nel 1649.

 

Nello stesso anno, un libro intitolato Rights of the Kingdom, o Customs of Our Ancestors («Diritti del regno, o usanze dei nostri antenati), fu pubblicato da John Sadler, nato nel 1615, che sedeva in Parlamento come rappresentante di Cambridge, ed era uno dei favoriti di Olivier Cromwell. Quest'ultimo gli affidò un compito importante. Sadler fu uno dei promotori del piano di riammissione degli ebrei in Inghilterra (dalla quale erano stati espulsi nel 1290), un evento successivo agli accordi del 1655 tra Cromwell e il rabbino Manasseh ben Israel (1604-1657) 36.

 

Sadler era interessato alla teoria della politica e della letteratura orientale, e trovò certe somiglianze tra la Costituzione inglese e quella dell'antico regno d'Israele. Nel suo libro egli suggerisce che parte della popolazione inglese potrebbe discendere dalle tribù perdute d'Israele che sarebbero giunte sull'isola di Albione insieme ad emigranti fenici.

 

rabbino manasseh ben israel

 

Genesi di una sètta

Queste idee furono regolarmente ribadite e trasmesse in Gran Bretagna da vari personaggi, a volte da rozzi illuminati come il marinaio Richard Brothers (1757-1824) alla fine del XVIII secolo, e a volte da fanatici religiosi come il quacchero William Bryan (1733-1780), che pubblicò a Londra nel 1795 un libro intitolato A Testimony on the Spirit of Truth («Una testimonianza sullo spirito di verità»), ma persino da persone colte, come il parlamentare e orientalista Nathaniel Brassey Halhed (1751-1830), o l'avvocato scozzese John Finleyson (1770-1854), che pubblicarono numerosi opuscoli sull'argomento nella prima metà del XIX secolo.

 

nathaniel brassey halhed - john finleyson - a testimony on the spirit of truth

Sopra: da sinistra, Nathaniel Brassey Halhed, John Finleyson

e l'opera A Testimony on the Spirit of Truth.

 

Tuttavia, il fondatore della sètta del British-Israel era figlio di un povero tessitore di Kilmarnock, John Wilson (1804-1875), che sosteneva che l'Inghilterra fosse la moderna erede di Israele nel campo spirituale, il che non impediva agli inglesi essere - nel vero senso del termine - i discendenti delle tribù perdute. Egli presentò la sua tesi in una serie di conferenze, prima in Irlanda, che visitò nel 1840, poi in Inghilterra e in Scozia.

 

«Egli aveva un grande talento come oratore, attirando in particolare le classi medie, e il libro in cui sviluppò le sue teorie, intitolato "Le nostre origini ebraiche", ebbe un enorme successo. Wilson fondò anche le prime riviste di quello che in seguito sarebbe divenuto un movimento su larga scala, ma che, nella sua vita, non superò i limiti di un gruppo piuttosto libero di simpatizzanti e discepoli. Morì nel 1871. Solo dopo la sua morte, i suoi discepoli svilupparono la loro attività di propaganda come parte di un'associazione missionaria [...]. Ci vollero molti anni per mettere un po' d'ordine nei ranghi della sètta e per stabilire una parvenza di unità dottrinale. Nacque così la "Federazione Mondiale degli Israeliti Britannici", una sorta di collegamento tra i diversi gruppi sorti in tutti i Paesi occupati dalle popolazioni anglosassoni» 37.

 

john wilson

 

Vedremo in seguito come questo messianismo ha influenzato la politica mondiale.

 

Il messianismo islamico

 

L'ex presidente libico Muammar Gheddafi (1942-2011) tenne una conferenza a Timbuctù il 10 aprile 2006, in cui disse:

 

«Tutti devono diventare musulmani. Oggi, qui a Timbuctù stiamo rettificando la storia. Abbiamo 50 milioni di musulmani in Europa. Ci sono segni che Allàh ci garantirà una grande vittoria: niente spade, niente fucili, niente conquiste. I 50 milioni di musulmani in Europa trasformeranno quest'ultima in un continente musulmano. Allàh mobilita la Turchia, una nazione musulmana, e consentirà il suo ingresso nell'Unione Europea. Ci saranno quindi 100 milioni di musulmani in Europa. L'Europa sta subendo il nostro proselitismo, così come l'America. Essa deve scegliere se diventare musulmana o dichiarare guerra ai musulmani» 38.

 

muammar gheddafi

 

Questa idea secondo cui l'islam deve conquistare il mondo intero è condivisa da tutti i musulmani, sunniti o sciiti, fanatici o moderati. Gli sciiti stanno aspettando il Mahdi (il «Promesso»), un essere umano puro e perfetto che riempirà questo mondo di giustizia e di pace, ovviamente islamica! Il desiderio di egemonia dell'islam non è nuovo; è noto fin dalle sue origini e grandi pensatori hanno ricordato, nel XX secolo, la sua tragica attualità.

 

L'inizio di una colonizzazione a rovescio

Ecco ciò che il saggista francese Charles Maurras (1868-1952) scrisse sulla rivista L'Action Française (del 13 luglio 1926), in un articolo intitolato «La mosquée», quando la moschea di Parigi era stata appena inaugurata in occasione della visita del sultano del Marocco, Moulay Youssef (1881-1927):

 

islamici corano«Probabilmente stiamo facendo una grande sciocchezza. Questa moschea in piena Parigi non mi dice nulla di buono [...]. Se c'è in corso un risveglio dell'islam - e non credo che ciò possa essere messo in dubbio - un trofeo della fede coranica sulla collina di Sainte-Geneviève dove tutti i più grandi dottori del cristianesimo hanno predicato contro l'islam, più che un'offesa per il nostro passato mi sembra una minaccia per il nostro futuro. Si potrebbero garantire all'islam - a casa sua - tutte le garanzie e il rispetto dovuto [...]. Ma in Francia, tra protettori e vincitori, dal semplice punto di vista politico, la costruzione ufficiale della moschea e soprattutto la sua inaugurazione con grande fasto repubblicano, esprimono qualcosa che sembra una penetrazione del nostro Paese [...]. Essi ci conquisteranno inevitabilmente mediante un'oscura ammissione di debolezza. Qualcuno mi ha detto ieri: "Chi stabilisce ora chi è colonizzato? Loro o noi"? Vedo qua e là sorrisi di superiorità. Ho sentito, ho letto queste affermazioni sull'uguaglianza dei culti e delle razze. Sarà saggio non lasciarli diffondere da altoparlanti troppo potenti. Il conquistatore, troppo attento alla fede del conquistato, è un conquistatore che non dura a lungo. Abbiamo appena trasgredito i giusti limiti della tolleranza, rispetto ed amicizia. Abbiamo appena commesso il crimine di eccesso. Voglia il cielo che non dobbiamo pagarlo per molto tempo, e che i nobili popoli del passato ai quali dobbiamo un contributo così prezioso, non siano mai state inebriate dal sentimento della nostra debolezza».

 

musulmani

Sopra: manifestanti musulmani a Londra nel 2013 mostrano cartelli su cui è scritto: «L'islam dominerà il mondo» o «I musulmani si risolleveranno e stabiliranno la shariah» (la legge coranica).

 

Maurras era un buon profeta!

 

Riconquistare o arrendersi?

Alcuni anni dopo, lo storico cattolico Louis Bertrand (1866-1941) scrisse nella sua Histoire d'Espagne («Storia della Spagna»), pubblicata nel 1932:

 

crociate«Questa storia lontana, questo interminabile duello dello spagnolo contro il moro, è solo un episodio dell'eterna lotta dell'Oriente contro l'Occidente. Da segni infallibili, si ritiene che questa lotta riprenderà con un risveglio d'intensità. Sarebbe un grave errore credere che il ruolo globale dell'islam sia finito. Tredici secoli fa, approfittando del declino della civiltà nel mondo mediterraneo, dell'irreparabile indebolimento e disintegrazione dell'Impero, della rovina delle istituzioni e dell'anarchia universale, l'islam è stato in grado di diffondersi con la rapidità di un incendio e propagarsi, come vincitore, in tre continenti. C'è da temere che una tale possibilità sfruttata dai suoi leader, con tutte le armi della civiltà in declino e tutte le energie intatte del barbaro, che un giorno o l'altro si ripresenti. Quindi, se l'Occidente non vuole morire, dovrà, come la Spagna d'El Cid, di Alfonso e Ferdinando, iniziare la battaglia e il lavoro sfibrante della Riconquista» 39.

 

louis bertrand - histoire d'espagne

Sopra: lo storico Louis Bertrand

e il suo libro Histoire d'Espagne.

 

Per quanto riguarda i politici francesi odierni, avremo una buona idea della loro lungimiranza ascoltando ciò che ha dichiarato l'ex Primo Ministro Dominique de Villepin, il 14 giugno 2003 al Senato di Francia:

 

«I mondi dell'islam e dell'Occidente sono intrecciati. I cinque milioni di musulmani in Francia ci dimostrano che la dimensione islamica è parte integrante dell'Europa [...]. I musulmani europei, autentici traghettatori culturali, rappresentano un'opportunità che le nostre società devono cogliere per proiettarsi nel futuro. Sì, l'islam ha il suo posto in Europa, e lo avrà ancor di più in futuro».

 

dominique de villepin

 

Questo ottimismo è anche imposto dalla legge repubblicana giacché un decreto della Corte d'Appello di Parigi, del 9 ottobre 1997, stabilisce che

 

«prospettare la presenza della comunità musulmana come una nuova invasione e una minaccia per la Francia contiene gli estremi di un crimine razzista» 40.

 

NOTA DEL CENTRO CULTURALE SAN GIORGIO

 

Senza dubbio, spinto dalla sua volontà di potenza l'islam coltiva da sempre un progetto di conquista globale. Tuttavia, allo stato attuale delle cose, è evidente che la religione di Maometto - grazie soprattutto ad ondate migratorie incontrollate - è divenuta uno strumento nelle mani dell'élite dell'Alta Finanza e del turbocapitalismo per distruggere l'identità della società occidentale e cristiana.

 

 

III

I NEMICI DELLA CARITÀ

 

 

L'Alta Finanza internazionale e suoi strumenti

 

Ecco un testo, pubblicato nel 2004, di un Generale russo, Leonid Ivashov, in cui analizza con grande rilevanza la situazione attuale del mondo:

 

banksters«Ho parlato in diverse occasioni dell'emergere di una nuova materia, di natura sovranazionale, sulla scena mondiale. Si tratta dell'élite finanziaria e delle multinazionali, unite per dominare il mondo, per controllare tutti i Paesi e tutti i rapporti tra i vari Paesi. Questo nuovo fenomeno geopolitico è interessante perché collega le persone più ricche del pianeta e una rete di istituzioni finanziarie (oltre 500 tra le più potenti multinazionali possiedono più di 16 trilioni di dollari e sono responsabili di oltre il 25% della produzione industriale globale). Senza dubbio, gli attori principali sono le 358 persone più ricche del mondo, che possiedono più denaro dei tre miliardi di persone che vivono nel Terzo Mondo. Le "élite" russe e quelle degli ex Paesi dell'Est hanno aumentato il numero dei loro membri. La particolarità di queste "élite" è che abbandonano gli interessi del loro Paese e li sostituiscono con il sistema di valori di una singola oligarchia globale. Per loro, lo Stato è semplicemente un altro modo per diventare ancora più ricchi, uno strumento per schiacciare ogni resistenza e controllare il mondo. Gli strumenti di controllo e di dominio del mondo sono, tra gli altri, gli strumenti finanziari (in particolare la piramide finanziaria virtuale), la rete di istituzioni finanziarie internazionali, le commissioni, i club e i governi di molti Paesi. L'ideologia di questo ordine geopolitico è una miscela di due modelli di relazioni internazionali: liberalismo radicale, frontiere aperte per l'espansione da un lato, e regimi "democratici" uniformi che obbediscono alla volontà degli oligarchi dall'altro. I media, chiave di volta di questo sistema, alterano fondamentalmente la visione e la psicologia del pubblico imponendo allo Stato e agli individui un modello "permissivo" di comportamento sociale» 41.

 

leonid ivashov

 

Dobbiamo prima concordare sulle parole: nel gergo dei marxisti e dei socialisti di ogni tipo, il capitalismo è la proprietà privata dei mezzi di produzione, e quest'ultimo è accusato di essere responsabile di tutti i mali che tormentano l'umanità. Ma non è così, perché la proprietà privata è perfettamente conforme all'ordine naturale, e la costituzione di un patrimonio familiare è una delle condizioni necessarie per la sopravvivenza delle famiglie e della loro indipendenza di fronte all'onnipotenza dello Stato. La Chiesa lo ha sempre riconosciuto.

 

Una concezione pagana della proprietà

Ma il diritto di proprietà nelle società autenticamente cristiane non è identico a quello dei pagani. Per quest'ultimo, la proprietà è il diritto di usare e abusare, mentre per i cristiani è il diritto di usare rispettando i requisiti di giustizia e carità. Abbiamo quindi due valori dal Decalogo che trascendono il diritto di proprietà e ne limitano l'esercizio. In una società ben ordinata, questi valori si traducono in leggi che regolano il capitalismo per prevenirne gli abusi.

 

turbocapitalismo

 

La sventura è che a partire dalla Rivoluzione Francese, le società occidentali hanno iniziato a rifiutare il Decalogo e sono gradualmente tornate al paganesimo: la proprietà è il diritto di usare e abusare senza rispettare né la giustizia né la carità, in nome della libertà e dell'efficienza. La proprietà privata è legittima, il capitale è legittimo; l'abuso del capitale è letteralmente capitalismo, ma poiché questo abuso è commesso in nome del liberalismo che sostiene la totale libertà nelle relazioni sociali («la volpe libera nel pollaio libero», come ha detto un umorista), è meglio chiamarlo «capitalismo liberale» per evitare di confonderlo con la proprietà privata, come vorrebbe la definizione marxista di capitalismo.

 

Un'eresia antisociale

Sentite cosa dice in proposito lo scrittore cattolico inglese Gilbert Keith Chesterton (1874-1936):

 

«Le ho detto che le eresie e le false dottrine sono diventate banali e ripetitive; tutti si sono abituati e nessuno ci fa più caso. Credeva che mi riferissi al comunismo? Bene, era esattamente il contrario [...]. Certamente, il comunismo è un'eresia, ma non è un'eresia che si accetta ad occhi chiusi. È il capitalismo che non vedi più, o meglio i vizi di un capitalismo che ha assunto le caratteristiche di un darwinismo fuori moda. Ricordi, tutti avete detto [...] che la vita è solo una lotta, che la natura richiede la sopravvivenza del più adatto e che non importa se il povero riceve o meno un salario ragionevole. Bene, questa è l'eresia a cui vi siete abituato, amico mio; ed è un'eresia proprio come il comunismo. È la morale o l'immoralità anticristiana che non ti sconvolge» 42.

 

gilbert keith chesterton

 

Un grande economista cattolico tedesco, il barone Karl von Vogelsang (1818-1890) non esitò a scrivere:

 

«Il capitalismo ha ottenuto una vittoria completa sul principio dell'ordine sociale cristiano dei popoli d'Occidente [...]. Il regime capitalista, che, avendo posto il suo dominio assoluto su tutto il mondo civilizzato, sembra ora essere andato oltre la vetta e mira alla sua rovina. Questo regime è in assoluta contraddizione con il corpo morale del cristianesimo. Tra i due sistemi è impossibile stabilire una coesistenza in modo duraturo [...]. L'ordine considerato come tale nel regime capitalista non è nient'altro che opera del peccato e della debolezza umana. Questo sedicente ordine non è, tutto sommato, che il disordine di una plutocrazia anarchica, che è più pericoloso dell'anarchia rivoluzionaria» 43.

 

karl von vogelsang

 

I precursori del comunismo

Non possiamo immaginare che questo capitalismo liberale - che tende a concentrare tutta la ricchezza del mondo nelle mani di un numero sempre più sparuto di individui - sia un baluardo contro il socialismo o il comunismo. Al contrario, si sta preparando per la sua vittoria futura perché il capitalismo liberale è fondamentalmente altrettanto rivoluzionario e distruttivo quanto il comunismo. Questo è ciò che ha spiegato il grande scrittore cattolico Louis Bertrand nel 1933:

 

capitalismo - comunismo«Quali sono i due grandi nemici della civiltà di cui ci vantiamo di essere i detentori? Vi sono due cause, terribili in modo diverso, ma più efficaci del malessere globale: la finanza o capitalismo internazionale da un lato, e il bolscevismo o comunismo dall'altro. Quest'ultimo è spesso solo la forma brutale del primo. In ogni caso, essi mantengono legami strettissimi tra loro, aiutandosi l'un l'altro mediante sovvenzionamenti. Entrambi creano panico, sono preludio al terrore attraverso la diffusione di notizie false da parte di una stampa asservita, che demoralizza l'avversario e scoraggia la resistenza. Entrambe assoldano le rivoluzioni, rovesciano i governi e depongono i sovrani. Entrambi organizzano la spoliazione del risparmio e della proprietà. Entrambi producono o impongono l'uguaglianza nella rovina e nella miseria. Spinto da istinti di lucro o di dominio, fuorviato anche dall'impossibile sogno di una Babele umanitaria, il capitalismo internazionale impatta brutalmente sul mondo povero; rovescia, sconvolge e saccheggia per la gratificazione dell'avidità più grossolana, o la realizzazione di assurde chimere. Con tutti i suoi calcoli, il capitalismo agisce come una forza cieca, producendo e distruggendo con l'incoscienza della natura. Se da una parte il capitale è saggio, regolato, conservatore, e preveda in linea di principio, dall'altra il capitalismo internazionale è rivoluzionario per essenza, incurante della misura, della stabilità come del futuro, ignaro del bene e del male e amoralista assoluto. Fino a che punto il comunismo bolscevico può fare a meno di questa finanza distruttiva, seminatrice di rivoluzioni, guerre atroci e rovine? Ecco ciò che dovremmo essere in grado di esaminare da vicino. Coloro che giocano a questo sinistro gioco non si mostrano a viso aperto» 44.

 

Liberalismo e comunismo: stessa lotta, stessi obiettivi, stesso risultato finale, come aveva ben visto quel grande conoscitore della storia contemporanea che era noto in letteratura con il nome di Pierre Nord (1900-1985). Ecco cosa scrisse nel 1961:

 

«Il trust, la concentrazione dei beni, il monopolio statale o privato preparano la via al comunismo? Karl Marx disse l'ultima parola sulla questione. È certo che l'estrema centralizzazione dei mezzi di produzione e distribuzione renda facile il passaggio dal capitalismo al comunismo. Basta sostituire il consiglio d'amministrazione con un curatore, che abbia davanti a sé solo impiegati, per i quali il cambiamento non è vitale. I commissari del popolo non hanno a che fare con una folta classe media di combattenti, determinati a difendersi perché le loro riserve o il loro capitale non provengono dal furto, ma dal lavoro, il frutto della loro opera sacra» 45.

 

 

pierre nord

 

È quindi perfettamente normale che oggi, negli Stati Uniti come in Francia, gli ultra-liberali di destra siano ex militanti di sinistra che usano il capitalismo come strumento di rivoluzione. In Francia, la Fondation pour l'Innovation Politique è il loro strumento 46.

 

Democrazia totalitaria

Il braccio armato del capitalismo liberale è la democrazia totalitaria, in quanto formidabile e molto più efficace di qualsiasi dittatura. Ascoltate ciò che lo scrittore Georges Bernanos (1888-1948) ha scritto a questo proposito:

 

«Affermo che un'organizzazione è stata totalitaria e concentrata fin dall'inizio, quando ha assunto la maschera e il nome della libertà, dal momento che il liberalismo ha schiavizzato l'uomo all'economia in modo che lo Stato - o questa specie di parassita al quale non abbiamo ancora il coraggio di dare questo nome - potrebbe impadronirsi di tutto, quando verrà il momento dell'uomo e dell'economia, il capitalismo dei trust aprirà la strada al trust supremo, al trust unico: allo Stato tecnocratico e divinizzato, al dio di un universo senza Dio» 47.

 

georges bernanos

 

Lo storico francese Jacques Bainville (1879-1936) aveva visto molto chiaramente ai suoi tempi il carattere essenziale dei governi della Repubblica francese:

 

«Una democrazia come la nostra ha per ambizione spirituale l'istituzione di una sorta di unità morale, una vaga religione di Stato diretta principalmente contro il cattolicesimo. Come ambizione materiale, essa persegue il livellamento delle condizioni di tutti i cittadini e la mediocrità generale» 48.

 

jacques bainville

 

Per la democrazia totalitaria il cattolicesimo è il nemico da sconfiggere. Lo ha affermato in un discorso alla Camera dei Deputati René Viviani (1863-1925), socialista e massone, Ministro della Pubblica Istruzione, e nel 1914 Presidente del Consiglio:

 

«La IIIª Repubblica ha chiamato attorno a sé i figli dei contadini, i figli degli operai, e in questi cervelli oscuri, in queste coscienze ottenebrate, essa ha gradualmente riversato il germe rivoluzionario dell'educazione. Tutto ciò non è bastato. Tutti insieme, in passato, ci siamo dedicati ad un'opera di anticlericalismo, ad un'opera di irreligione. Abbiamo strappato le coscienze alla credenza. Quando quel disgraziato, stanco del peso della giornata, sempre inginocchiato, lo abbiamo sollevato e gli abbiamo detto che dietro alle nuvole c'erano solo chimere, insieme e con un gesto magnifico, abbiamo spento, nel cielo, le stelle che non riaccenderemo mai più [...]. Questo è il nostro lavoro, il nostro lavoro rivoluzionario» 49.

 

rené viviani

 

La manipolazione degli spiriti

La democrazia totalitaria forma i cittadini per manipolarli meglio; essa usa i media - principalmente la televisione - ma soprattutto la scuola. Ecco ciò che uno specialista in questioni educative ha osservato di recente:

 

pensiero unico«La democrazia assoluta e ideologizzata, generalmente ostile all'esistenza della scuola libera, tende a monopolizzare lo Stato, a stabilire il monopolio della scuola statale e a rendere la democrazia assoluta una specie di religione laica. La democrazia assoluta è una forma originale di governo totalitario. La sua originalità risiede in un interessante carattere paradossale. Ad esempio, essa è una società permissiva, ma estremamente restrittiva, anti-autoritaria, ma totalmente oppressiva, super-critica, ma incapace di uscire dal suo "pensiero unico", anti-dogmatica in religione, ma al contempo super-dogmatica, in quanto è assolutamente obbligatorio rifiutare l'obbligo e obbedire ad un principio di disobbedienza universale. La democrazia assoluta e ideologizzata ha la sua scuola: la scuola ideologica. Il principale contenuto di insegnamento della scuola ideologica è il relativismo dogmatico. La vera forma della pedagogia è il rifiuto del principio d'autorità. I risultati sono analfabetismo, ignoranza, cretinismo pretenzioso ed abiezione morale. Certo, non ci sarebbe nulla di più manipolabile di simili "cittadini". Il governo democratico tenderebbe quindi a ridursi alla manipolazione dei cosiddetti zombi autonomi da parte di un'oligarchia cinica e libertina. La passione e il pregiudizio dell'autonomia assoluta sarebbero le due principali leve che consentirebbero all'oligarchia ideologica di condurre al guinzaglio una massa incolta che non sarebbe più nemmeno un popolo» 50.

 

democrazia totalitaria

 

Verso l'apostasia universale

Già nel 1910, Papa San Pio X (1835-1914) aveva profetizzato le conseguenze fatali del trionfo della democrazia universale, che fu preparata congiuntamente, sia al di fuori della Chiesa che nella Chiesa, dalla Massoneria e dal Sillon di Marc Sangnier (1873-1950). Il Sillon, scrisse il Papa,

 

«forma solo un misero affluente del grande movimento di apostasia, organizzato, in tutti i Paesi, per l'instaurazione di una Chiesa universale, che non avrà né dogmi né gerarchia, né regole per lo spirito, né freno per le passioni, e che, con il pretesto della libertà e della dignità umana, ristabilirebbe nel mondo, qualora potesse trionfare, il regno legale dell'astuzia e della forza, e l'oppressione dei deboli, di quelli che soffrono e che lavorano» 51.

 

marc sangnier - san pio X

Sopra: a sinistra, Marc Sangnier, fondatore del Sillon; a destra,

Papa San Pio X, il Pontefice che condannò Sangnier e il suo movimento.

 

L'imperialismo anglosassone

 

Inizierò con un aneddoto rivelatore: alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il Maresciallo sudafricano Jan Christiaan Smuts (1870-1950), un ex combattente boero, e quindi un calvinista di origine olandese e un ex nemico degli inglesi, dichiarò ufficialmente che la Francia era finita e che

 

«la cosa migliore che le vecchie democrazie dell'Europa occidentale potrebbero fare sarebbe di rinunciare alle idee obsolete di razza, nazionalità e sovranità, al fine di preservare l'essenza delle loro libertà entrando nel Commonwealth britannico» 52.

 

jan christiaan smuts

 

Potremmo pensare che si sia trattato di una una tesi bizzarra partorita da uno spirito stravagante; in realtà, l'idea era già nell'aria da un bel po' di tempo e, poiché non era stata realizzata nel 1940, ci riprovarono nel 1956.

 

Manovre globaliste abortite

Già nel 1939, apparve negli Stati Uniti un libro del giornalista atlantista Clarence Kirschmann Streit (1896-1986) intitolato Union Now («Unione ora»), che preconizzava la federazione delle quindici democrazie parlamentari più grandi al mondo attorno alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti.

 

clarence kirschmann streit - union now

Sopra: Clarence Kirschmann Streit

e la sua opera Union Now.

 

Questo libro venne ampiamente diffuso negli ambienti economici da un tecnocrate di nome Emmanuel Monick (1893-1983), ispettore delle finanze, addetto finanziario all'ambasciata francese a Washington nel 1930, poi a quella di Londra dal 1934 al 1940; dopo la liberazione, egli divenne Ministro delle Finanze, poi governatore della Banca di Francia, e infine presidente della Banca di Parigi e dei Paesi Bassi. Monick fu un convinto attivista dell'ideologia sovranazionale, che ispirò il politico francese Jean Monnet (1888-1979) con l'idea che l'unità dell'Europa sarebbe stata il preludio ad un Governo Mondiale.

 

Il piano fallì, ma i suoi promotori non persero di vista il loro obiettivo, e nel 1956 il massone e socialista Guy Mollet (1905-1975), Presidente del Consiglio della Quarta Repubblica, durante una visita al suo omologo britannico Anthony Eden (1897-1977), propose a quest'ultimo di creare la «Franghilterra», unendo politicamente i due Paesi. Alla fine questa idea di «unione» venne respinta, ma Guy Mollet fece un'altra proposta, quasi altrettanto radicale: l'adesione della Francia al Commonwealth, un fatto che avrebbe reso la regina Elisabetta II (1926-2022) capo dello Stato francese.

 

jean monnet - guy mollet - anthony eden

 

La proposta venne accolta con entusiasmo dal governo britannico, ma non venne mai realizzata. Questo progetto, francese e socialista, asservì la Francia all'Inghilterra e la dice lunga sul grado di corruzione intellettuale dei politici francesi. Tutto ciò è stato accuratamente tenuto segreto dal governo francese, ed è stato rivelato solo nel gennaio del 2007, dopo che la BBC che rinvenne e rese pubblici i documenti ufficiali britannici sull'argomento.

 

Se il piano fallì, probabilmente non fu certo a causa della prevedibile opposizione dell'opinione pubblica britannica e francese, ma per via di una strategia costante degli oligarchi anglosassoni che tende da sempre all'unione e all'egemonia esclusiva della razza anglosassone, secondo l'ideologia diffusa dal British-Israel.

 

Il potere globale anglo-americano

Abbiamo trovato questa traccia grazie alle informazioni fornite nel 2001 dal giornalista franco-israeliano Michel Gurfinkiel al settimanale francese Valeurs Actuelles:

 

«L'idea di una federazione di nazioni di lingua inglese è stata in auge per diversi anni a Washington, Londra, Ottawa e Canberra. Essa venne sostenuta dal canadese Conrad Black, patron dell'editrice Hollinger, e dall'inglese Paul Johnson, un brillante intellettuale di destra» 53.

 

michel gurfinkiel

 

Ma al giorno d'oggi non è più la Gran Bretagna che deve esercitare la sua leadership prima sul mondo anglosassone e in seguito su tutto il mondo; questa missione è stata naturalmente affidata agli Stati Uniti, che dal 1944 è la prima potenza mondiale. Sentiamo di nuovo Michel Gurfinkiel:

 

«All'inizio del 1943, il progetto americano per il dopoguerra, il "grande disegno", come lo chiamava Roosevelt, era a grandi linee già pronto [...]. Due conferenze internazionali lo avrebbero coinvolto nei fatti. Preparate nell'ottobre del 1943, esse si svolsero durante l'estate del 1944 [...]. A luglio, i rappresentanti di quarantaquattro Paesi alleati riuniti nella tranquilla località estiva di Bretton Woods, a tre ore d'auto da New York, esaminarono un piano per riorganizzare l'economia globale preparato da esperti americani e britannici. Keynes era presente, ovviamente, e la sua influenza era palpabile in ogni fascicolo. In sostanza, la conferenza venne indetta per ratificare il trasferimento del potere economico mondiale da Londra - dove si era stabilito a partire dal XVIII secolo - a Washington» 54.

 

governo mondiale usa

 

L'informazione è cruciale: per Michel Gurfinkiel, che conosce molto bene questa materia, esiste una potenza economica mondiale che è stata insediata a Londra nel XVIII secolo e che ora è a Washington.

 

Liberalismo politico e sincretismo religioso

Questo potere economico è al servizio di un'ideologia al tempo stesso imperialista, repubblicana e libertaria, che è direttamente derivata dagli padri fondatori puritani del XVII secolo, eredi dell'ideologia dei «Livellatori», che è stata mantenuta dalla Massoneria e che ha conquistato l'intera società americana. Ecco un paio di citazioni interessanti su questo argomento:

  • In primo luogo, una profezia di Mons. John Ireland (1838-1918), Arcivescovo di St. Paul (nel Minnesota) e principale predicatore di quell'«americanismo» 55 che Papa Leone XIII (1810-1903) ha condannato nel 1899:

«Lo spirito della libertà americana diffonde il suo prestigio sugli oceani e sui mari, e pone le basi per la diffusione di idee e costumi americani [...]. In un futuro non molto lontano, l'America guiderà il mondo [...]. Essa sarà la regina, il conquistatore, l'amante, l'insegnante dei secoli a venire» 56.

 

mons. john ireland - leone XIII

  • Allo stesso tempo, il Tablet, un giornale cattolico inglese, difese la memoria di Padre Isaac Hecker (1819-1888), figura di spicco dell'americanismo, definendolo «l'araldo dell'idea». Ecco cosa ha scritto Padre Berthe a questo riguardo:

«L'idea è che la razza anglosassone, l'America - in compagnia dell'Inghilterra - presto governerà il mondo intero e avrà una grande influenza sulle idee, sulle aspirazioni e persino sulle virtù caratteristiche del popolo cristiano del futuro [...]. La Chiesa insisterà meno sull'obbedienza all'autorità e più sullo sviluppo della personalità; meno sulla docilità del bambino e più sul ruolo dell'uomo libero» 57.

 

padre isaac hecker

  • Come si poteva prevedere, questo liberalismo massonico-clericale avrebbe porterebbe all'anarchia religiosa. Padre Berthe scrisse a Mons. Henri Delassus (1836-1921) 58:

«Siate certo che l'America confermerà pienamente la vostra tesi. Questo Paese di tutti i culti e di tutte le libertà deteriorerà sempre più le religioni per fonderle nell'Alleanza Universale predicata da Israele, o piuttosto nell'indifferentismo assoluto, che equivale alla stessa cosa [...]. Guai al mondo se l'America diventerà, come si può facilmente prevedere, la conquistatrice dei popoli e l'istruttrice dei secoli a venire» 59.

 

mons. henri delassus.

 

Dal messianismo nazionale alla dominazione mondiale

Ma il clero americano stava solo riproponendo le idee messianiche che sono alla base della nazione americana:

  • «Il mantenimento del fuoco sacro della libertà e il futuro del modello di governo repubblicano si basano sull'esperienza affidata al popolo americano e rimessa nelle sue mani»;

  • «Ogni passo che abbiamo fatto verso l'istituzione di una nazione indipendente sembra essere stato realizzato tramite una mediazione provvidenziale».

Queste due citazioni sono del primo presidente degli Stati Uniti, il massone George Washington (1732-1799). Questo messianismo democratico e liberale ha naturalmente portato ad un desiderio di dominio mondiale. Le manovre politico-economiche in atto dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 sono spiegate molto meglio dal disegno di egemonia che gli Stati Uniti non si preoccupano nemmeno di nascondere.

 

george washington massone

Sopra: il massone

George Washington.

 

Nel 1993, Zbigniew Brzezinski (1928-2017), ex Ministro degli Esteri dell'amministrazione Carter, membro del Council on Foreign Relations (CFR) e del Gruppo Bilderberg, fondatore, insieme a David Rockefeller (1915-2017), della Commissione Trilaterale, ha affermato nel suo libro Out of Control: Global Turmoil on the Eve of the 21th Century («Fuori controllo: scompiglio globale alla vigilia del XXI secolo») che

 

«se l'America vuole controllare il mondo - e lo vuole - allora deve esercitare la supremazia sull'Eurasia, in particolare sulla sua periferia occidentale (l'Unione Europea) e sul suo cuore (la Russia), sul Medio Oriente, sull'Asia centrale e sulle riserve di petrolio presenti in questi territori» 60.

 

zbigniew brzezinski

Sopra: il mondialista Zbigniew Brzezinski e il suo libro

Out of Control: Global Turmoil on the Eve of the 21th Century.

 

Queste idee sono state riportate apertamente dalla stampa americana, poiché, secondo Michel Gurfinkiel, già nell'agosto 2001 la rivista americana Science aveva previsto una carenza di idrocarburi per il 2010, tanto che il Wall Street Journal spinse il governo degli Stati Uniti ad assumere un «ruolo imperialista» nel controllo del Medio Oriente attraverso un «mandato internazionale» 61.

 

Una sintesi mondialista

Ciò che è accaduto sotto i nostri occhi a partire dagli anni '90 è stata una sintesi di socialismo e di capitalismo liberale che mira ad installare, sulle rovine delle nazioni, il Governo Mondiale pianificato dagli iniziati. Questo progetto, come abbiamo visto, esiste da diversi secoli, ma il processo di realizzazione mediante una sintesi di socialdemocrazia e comunismo è più recente.

 

 

CONCLUSIONE

COSA POSSONO FARE COLORO CHE SI BATTONO

PER IL REGNO SOCIALE DI GESù CRISTO?

 

 

Sorge ora una domanda cruciale: la lotta intrapresa dal nemico in questo momento procede senza intoppi e ci porta dritti al governo dell'Anticristo, oppure il nemico sta andando incontro - com'è spesso è successo nel corso della Storia - ad una bruciante sconfitta? In altre parole, i due secoli di disfatte successive che abbiamo subito a partire dal 1789, finiranno con il regno dell'Anticristo o con quello del Sacro Cuore?

 

Combattimento spirituale o combattimento temporale?

La rivista Le Sel de la Terre 62, ha pubblicato una notevole analisi di una conferenza tenuta il 24 febbraio 1959 dal filosofo francese Louis Jugnet (1913-1973) sul tema «La fine di una civiltà». Jugnet si è posto una domanda concreta: cosa fare? È qui ha risposto che vi sono diverse opinioni tra coloro che hanno compreso che è in atto il crollo del cosiddetto «mondo moderno».

 

Sta a noi cercare di capire i diversi atteggiamenti e di vedere se possiamo armonizzarli. Jugnet ha quindi distinto cinque posizioni tra i controrivoluzionari del tempo. Ma da allora la situazione è notevolmente peggiorata e se proviamo ad adattare l'analisi di Louis Jugnet alla nostra situazione attuale, possiamo vedere che ci sono solo tre posizioni ragionevolmente concepibili, che possiamo così riassumere:

 

La fine dei tempi e la Parusia sono vicine (troviamo segni sempre più convergenti, come l'apostasia diffusa, l'ascesa del mondialismo, il carattere proteiforme e molteplice dell'errore e del male, ecc...). Conseguenza: la lotta temporale è inutile, tutto andrà sempre peggio, e quindi dobbiamo concentrare i nostri sforzi sul piano spirituale;

Il crollo globale della civiltà moderna consentirà la nascita di una nuova civiltà cristiana, grazie alle attuali isole di resistenza;

Le forze temporali dell'Occidente sono ancora «salvabili»; una resistenza temporale può ancora risultare efficace;

 

louis jugnet

 

Tuttavia, queste tre posizioni non sono contraddittorie, ma complementari e possono essere armonizzate. Le opere di Jean Vaquié (1911-1992) - e specialmente Réflexions sur les ennemis et sur la manœuvre - ci possono essere di grande aiuto. Può darsi che i tempi della fine e della Parusia siano vicini, ma non è certo. Jean Vaquié, da parte sua, non ci credeva.

 

Pensava che il tempo dell'Anticristo non fosse ancora arrivato, ma che la «Grande Opera» della moderna Babele (l'instaurazione di un Governo Mondiale ispirato allo spiritualismo luciferino) era destinato a crollare miseramente dopo essersi avvicinato alla vittoria totale. Di conseguenza, anche se tutto continuerà ad andare male per un po', non abbiamo il diritto di concludere che la lotta temporale sia inutile; tuttavia, poiché Dio deve essere «servito per primo», dobbiamo dare la priorità ai nostri sforzi sul piano spirituale, ossia mediante la conversione personale, la preghiera e il combattimento nella sfera religiosa.

 

Infatti, se il nostro combattimento temporale non si basa sulla vita eucaristica, se non conduce alla vita soprannaturale di Cristo in noi e quindi alla nostra unione con Dio attraverso la grazia santificante, allora non ha senso. Osserviamo e preghiamo che tutte le nostre azioni siano guidate dalla grazia divina e tendiamo solo a rispettare le regole della giustizia divina.

 

jean vaquié

Sopra: lo scrittore cattolico Jean Vaquié e il numero monografico della rivista francese Lecture et Tradition (nº 126, luglio-agosto 1987) intitolato Réflexions sur les ennemis et sur la manœuvre («Riflessioni sui nemici e sulla manovra»).

 

Le condizioni della resistenza

Se l'opera perversa della Contro-Chiesa è destinata al collasso, quest'ultimo sarà probabilmente accompagnato da altre due disfatte: quella della civiltà moderna (che i Papi hanno costantemente condannato fino al Concilio Vaticano II) e quella della nuova religione inaugurata dal Concilio Vaticano II (che è stato solo un tentativo di sposare la Chiesa con la civiltà moderna). Ciò consentirà la nascita di una nuova civiltà cristiana, grazie alle attuali isole di resistenza. Ma questo suppone che questi isolotti siano mantenuti e persino rafforzati, il che deve comportare due tipi di combattimenti da parte nostra:

 

In primo luogo, una lotta incessante in campo intellettuale per evitare la sovversione di queste isole da parte di dottrine perverse che la Chiesa ha sempre condannato, dottrine che costantemente rinascono sotto maschere diverse, che sono supportate da tutti i poteri temporali e che vengono diffuse da tutti gli agenti della Contro-Chiesa infiltrati nei nostri ranghi; l'essenziale è mantenere la rettitudine dottrinale: diffondere la buona dottrina e combattere quelle cattive.

Un combattimento temporale, se è necessario, non dev'essere offensivo (che sarebbe una follia data la sproporzione dei nostri mezzi paragonati a quelli dell'avversario), ma difensivo in quanto si tratta di mantenere le forze temporali che consentono l'esistenza di isole di resistenza. In altre parole, quando la persecuzione minaccerà di distruggere fisicamente queste isole, se vengono soddisfatte le condizioni stabilite dalla teologia classica per la legittimità della resistenza all'oppressione, si può prendere in considerazione il combattimento temporale. Ma due virtù sono necessarie per svolgere efficacemente la buona battaglia: prudenza e umiltà. Sono sempre state indispensabili e sfortunatamente sono state - e lo sono ancora - raramente praticate da combattenti anti-sovversivi.

 

Sopra: Davide affronta il gigante e Golia, un'immagine che ben riflette

l'attuale situazioni di chi si oppone al Nuovo Ordine Mondiale.

 

Controrivoluzione e prudenza

La prudenza consiste nel praticare sempre una stima adeguata delle nostre forze e di quelle dell'avversario, il che richiede sempre di avere la preoccupazione dell'intelligenza di conoscere, per quanto possibile, gli uomini e le tattiche impiegate dal nemico giacché queste tattiche non variano. Fondamentalmente esse si riducono a tre:

 

Infiltrazione del nemico nei nostri ranghi da parte di agenti intelligenti e astuti (spesso massoni);

La corruzione delle nostre idee da parte di una propaganda intelligente (spesso gnostico-occultista);

L'esaurimento delle nostre forze in azioni condannate al fallimento (ad esempio, la lotta elettorale).

 

Ecco ciò che scrisse nel 1930 la Revue internationale des sociétés secrètes (RISS), di Mons. Ernest Jouin (1844-1932):

 

«La Massoneria ha sempre sconfitto i suoi avversari con gli stessi mezzi: l'infiltrazione di elementi di disturbo abilmente mimetizzati negli organismi creati contro di essa; tali elementi segreti agiscono con forza e nascostamente per distruggere il potere dell'azione antimassonica. Quindi prudenza! Solo gli elementi sicuri dovrebbero essere accettati e il nuovo lavoro dovrebbe iniziare solo dopo aver cercato consulenza e mantenuto uno stretto contatto con coloro che si sono già messi in mostra e sono al di sopra di ogni sospetto» 63.

 

Sopra: Mons. Jouin e la sua

Revue Internationale des Sociétés Secrètes.

 

Questo consiglio risulterà particolarmente utile per i giovani militanti.

 

Controrivoluzione e umiltà

In generale, la controrivoluzione deve procedere con discrezione in campo politico; essa deve condurre la lotta dei deboli contro i forti, vale a dire una sorta di guerriglia; per essere agli occhi del nemico meno visibile essa deve agire con saggezza e certamente, dopo un'attenta preparazione, combattere solo sul terreno intellettuale che ha scelto e non su quello su cui il nemico vuole che si vada. Dovremmo sempre tenere presente il consiglio dello stratega cinese Sun Tzu (544-496 a.C.) nella sua opera L'arte della guerra:

 

«La tattica suprema consiste nel non presentare una forma che può essere chiaramente ben definita. In questo caso, sfuggirai alle indiscrezioni delle spie più perspicaci e le menti più sagaci non potranno elaborare un piano contro di te» 64.

 

Questo desiderio di oscurità sarà anche un eccellente esercizio di umiltà; questa virtù ci ricorderà sempre che davanti a Dio siamo solo servi inutili. Possa Dio Onnipotente essere in grado di sconvolgere i piani del demonio e dei suoi servitori, e se è la Sua volontà che combattiamo prima di tutto per la nostra santificazione. La lotta che stiamo combattendo deve sempre avere Dio come principio e fine: Dio primo servito!

 

Non per nostra vanità, per il nostro orgoglio o con le nostre sole forze. L'opera di Dio dev'essere compiuta prima di tutto nelle nostre anime; ma se siamo pieni di noi stessi non ci sarà posto per Dio! E se siamo tentati, a volte, di scoraggiamento, ricordiamo sempre la promessa di Nostro Signore Gesù Cristo fatta durante le apparizioni del Sacro Cuore a Paray-le-Monial nel 1689: «Regnerò nonostante i miei nemici», e l'annuncio della Vergine SS.ma a Fatima nel 1917: «Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà». Queste promesse non sono state fatte invano. Sta a noi, ancorati alla fede, animati dalla speranza e ispirati dalla carità, lottare per giungere alla loro realizzazione.

 

sacri cuori di gesù e maria

 

 

APPENDICE
PAROLE PROFETICHE DEL FUTURO PIO XII
65

 

«Assisteremo all'invasione di tutto ciò che è spirituale, la filosofia, la scienza, la legge, l'educazione, l'arte, la stampa, la letteratura, il teatro e la religione [...]. Sento intorno a me degli innovatori che voglio smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, respingere i suoi ornamenti, darle il rimorso del suo passato storico [...]. Verrà un giorno in cui il mondo civile rinnegherà il suo Dio, in cui la Chiesa dubiterà come dubitava di Pietro. Essa sarà tentata di credere che l'uomo sia diventato Dio, che il suo Figlio sia solo un simbolo, una filosofia come tante altre, e nelle chiese i cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li attende, come la peccatrice che piange davanti alla tomba vuota: "Dove l'avete messo"? Sono ossessionato dalle confidenze della Vergine alla piccola Lucia di Fatima. Questa ostinazione della Buona Signora di fronte al pericolo che minaccia la Chiesa è un divino avvertimento contro il suicidio rappresentato dall'alterazione della fede nella sua liturgia, nella teologia e nella sua anima».

 

eugenio pacelli

Sopra: il Cardinale Pacelli, futuro Pio XII.

 

 

banner centro culturale san giorgio

 

Note

 

1 Traduzione dell'originale francese Les forces en presence dans le combat actuel (Action Familiale et Scolaire, 2018, nº E055), a cura di Paolo Baroni.

Sito web Action Familiale et Scolaire: https://www.afs.ovh/

2 Cfr. Sant'Agostino, De civitate Dei, XIV, 28.

3 Cfr. Esprit et Vie, L'Ami du Clergé, Anno IC, 10ª serie, n° 15, del 13 aprile 1989, pagg. 209 e 216.

4 Cfr. N. Émont, La Franc-Maçonnerie («La Massoneria»), Pion-Marne, 1995, pagg. 340-341). In tutto l'articolo il grassetto nelle citazioni è nostro.

5 Molti studi sulla Gnosi hanno adottato un tesi diversa sulle relazioni tra Gnosi e Kabbalah, che è supportata da molti autori, secondo cui la Gnosi sarebbe un derivato della Kabbalah.

6 Cfr. W. L. Wilmshurst, The Masonic Initiation («L'iniziazione massonica»), Rider & Co, Londra s.d., pag. 190; cit. in L. de Poncins, Christianisme et Franc-maçonnerie («Cristianesimo e Massoneria»), DPF, Chiré-en-Montreuil 1975, pag. 158.

7 Cfr. L. de Poncins, op. cit., pag. 152.

8 Dal testo inglese del 1723 delle Costituzioni di Anderson, EDIMAF, Parigi 1998, pag. 179.

9 Ibid., pag. 187.

10 Cfr. Encyclopédie de la Franc-Maçonnerie («Enciclopedia della Massoneria»), Le Livre de Poche, Parigi 2000, voce «Constitutions d'Anderson», pag. 183.

11 Ibid., pag. 187.

12 Cfr. Mons. E. Jouin, La Guerre de 1914 et la judéo-maçonnerie («La guerra del 1914 e la giudeo-Massoneria»), in Revue Internationale des Sociétés Secrètes, vol. XIX, n° 25, del 22 giugno 1930, pag. 588.

13 Cfr. J. M. Roberts, La mythologie des sociétés secrètes («La mitologia delle società segrete»), Payot, 1979, pag. 93.

14 Cfr. A. de Mun, Discours au 3e Congrès des cercles catholiques («Discorso al 3º Congresso dei circoli cattolici), pronunciato il 22 maggio 1875.

15 Cfr. J. Ousset, Pour qu'il règne («Affinché Egli regni»), La Cité Catholique, 1959, pag. 97, nota nº 30.

16 Discorso alla Camera dei Deputati, novembre 1878.

17 Cfr. M. Albrecht, «La spiritualité du Nouvel Âge; données générales», in New Religious Up-Date, vol. V, nº 2, agosto 1981, Université d'Aarhus; cit. in C. Matrisciana, Les dieux du Nouvel Âge («Gli dèi della Nuova Era»), EBV, Bâle 1990, pagg. 21-22.

18 Cfr. P. J. Vernette, Jésus dans la nouvelle religiosité. Ésotérisme, gnoses et sectes d'aujourd'hui («Gesù nella nuova religiosità. Esoterismo, gnosi e sètte odierne»), Desclée, 1987, pag. 92.

19 Per i cristiani dell'antichità, la parola «ichthys» era un acronimo di Iēsous Christos, Theou Yios, Sōtēr, ossia «Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore».

20 Cfr. M. Ferguson, The Aquarian Conspiracy, Jeremy P. Tarcher, 1980, pag. 15.

21 Cfr. Faits et Documents, n° 244, del 15 ottobre 2007, pag. 4.

22 Cfr. Lectures Françaises, maggio-giugno 2007.

23 Cfr. B. Lazare, L'antisémitisme, son histoire et ses causes («L'antisemitismo, la sua storia e le sue cause»), Documents et témoignages, 1969, pag. 14.

24 Cfr. A. Livni, Le retour d'Israël et l'espérance du monde, Éd. du Rocher, Monaco 1984, pag. 340.

25 Ibid., pag. 346. Abraham Isaac Hacohen Kook è stato un rabbino e filosofo russo, ebreo aschenazita, fondatore della Yeshiva sionista religiosa Merkaz HaRav, rabbino-capo durante il mandato britannico della Palestina, intellettuale halakhista, cabalista e rinomato studioso della Toràh. È stato uno dei rabbini più famosi e influenti del XX secolo (N.d.T.). Egli è l'autore di numerose opere in ebraico: Rrot, Oral haquodesh, Orot hatorah, Orot hatéchouvah, ecc...

26 Cfr. A. I. Kook, Orot, pag. 156; cit. in A. Livni, op. cit., pag. 346.

27 Si tratta di tre talmudisti celebri nell'ebraismo: i Maharal di Praga è rabbi Yéhouda Lœw ben Betsalel (1512-1609), nato a Poznan, che fu rabbino di Praga e che pretendeva di discendere da re Davide; il Gaon di Vilnus è il rabbino Eliahou ben Chlomo Zalmane (1720-1797), che fu rabbino di Vilnius, oggi in Lituania.

28 Cfr. A. Livni, op. cit., pag. 339.

29 Ibid., pag. 346.

30 Cfr. H. Ryssen, Psychanalyse du Judaïsme, pag. 5. Un'antologia rivelatrice può essere trovata nelle due recenti opere di Hervé Ryssen Les Espérances planétariennes (Baskerville, 2005) e Psychanalyse du judaïsme (Baskerville, 2006). Consigliamo vivamente di leggere, ma con una riserva, il primo libro, per il fatto che - probabilmente a causa dell'ignoranza e anche perché l'Autore non ha la fede cattolica - attacca l'Antico Testamento in alcuni punti con argomenti tratti da Voltaire e smentiti da lungo tempo dagli apologeti cristiani.

31 Cfr. Faits et Documents, n° 225, del 15 novembre 2006, pag. 13.

32 Cfr. H. W. Armstrong, Les Anglo-Saxons selon la prophétie («Gli anglosassoni secondo la profezia»), La Pure Vérité, Pasadena 1982, pag. 101.

33 Ibid., pag. 117.

34 Ibid., pag. 35.

35 Cfr. A.-F. Villemain, Histoire de Cromwell, d'après les mémoires du temps et les recueils parlementaires («Storia di Cromwell secondo le memorie del tempo e le raccolte parlamentari»), Maradan, Parigi 1819, vol. I, pagg. 242-243.

36 Manasse ben Israel (o Meneehe ben Yisrael) era figlio di un marrano che era sfuggito dalle mani dell'Inquisizione. Egli visse ad Amsterdam e scrisse molte opere di difesa dell'ebraismo. Pubblicò Speranza d'Israele, un'opera in cui sosteneva che gli indiani d'America fossero d'origine ebraica, perché dopo la conquista del regno d'Israele da parte degli assiri nel 721 a.C., le dieci tribù disperse si sarebbe stabilite in America.

37 Cfr. E. Larsen, Sectes et cultes étranges («Sètte e culti strani»), Payot, 1973, pagg. 124, 126.

38 Cfr. Faits & Documents, n° 216, 1-15 giugno 2006, pag. 9.

39 Cfr. L. Bertrand, Histoire d'Espagne, Arthème Fayard, 1932, pag. 18.

40 Cfr. Faits et Documents, n° 132, del 15 maggio 2002, pag. 12.

41 Testo apparso sulla rivista Sovetskaya Rossiya (dell'8 aprile 2004); tradotto dal russo da S. Girier-Dufournier e pubblicato su Nexus, gennaio-febbraio 2005.

42 Cfr. G. K. Chesterton, Le scandale du père Brown («Lo scandalo di padre Brown»), Éd. Ch. Bourgeois, coll. 10/18, 1990, pag. 184.

43 Cfr. P. de Pascal, Morale et économie sociale («Morale ed economia sociale»), Bloud, Parigi 1908, pagg. 15 e 54.

44 Cfr. L. Bertrand, Le livre de consolation («Il libro di consolazione»), Fayard, 1933, pagg. 64-66.

45 Cfr. P. Nord, Vols de vautours sur le Congo («Voli degli avvoltoi sul Congo»), Fayard, 1961, pag. 187.

46 Cfr. E. Ratier, «La Fondation pour l'Innovation Politique», in Faits & Documents, n° 176, del 15 giugno 2004, pag. 6.

47 Cfr. P. Simon, L'Esprit et l'Histoire. Essai sur la conscience historique dans la littérature du XIX' siècle («Lo spirito e la storia. Saggio sulla coscienza storica nella letteratura del XIX secolo»), Armand Colin, 1954, pag. 108.

48 Cfr. J. Bainville, La France, Les îles d'or, éditions Self, Parigi 1947, vol. I, pag. 6.

49 Cfr. J. Ousset, Pour qu'Il règne («Affinché Egli regni»), DMM, 1998.

50 Cfr. H. Hude, «101 thèses sur la liberté de l'éducation» («101 tesi sull'a libertà dell'educazione»), in Liberté politique, n° 5, Estate 1998, pag. 92.

51 Cfr. San Pio X, Lettera Apostolica agli Arcivescovi e ai Vescovi francesi, Notre charge apostolique, Roma, 25 agosto 1910. Il Sillon (in francese «solco») era un movimento politico francese simile alla nostra Democrazia Cristiana (N.d.T.).

52 Cfr. H. Bordeaux, Histoire d'une vie. XII Lumière au bout de la nuit («Storia di una vita. XII luce alla fine della notte»), Plon, 1970, pag. 207.

53 Cfr. M. Gurfinkiel, «Au-delà de Kaboul» («Aldilà di Kabul»), in Valeurs Actuelles, del 26 ottobre 2001.

54 Cfr. M. Gurfinkiel, «Notre monde est né en juin» («Il nostro mondo è nato in giugno»), in Valeurs Actuelles, del 4 giugno 1994.

55 L'americanismo è stato definito come «il principio protestante al servizio del liberalismo totale». «Americanismo» è un termine coniato nel XIX secolo nell'uso cattolico romano ed è riferito ad un gruppo di eresie correlate, che furono definite come l'approvazione della separazione tra Chiesa e Stato. Gli ecclesiastici conservatori europei pensavano che loro rivelassero i segni del modernismo o del liberalismo del tipo che il Papa aveva condannato nell'Elenco degli Errori del 1864. Temevano che queste dottrine fossero mantenute e insegnate da molti membri della gerarchia cattolica negli Stati Uniti d'America negli anni 1890. Esso si traduceva anche in un abbandono della vita spirituale interiore a vantaggio di attività esterne.

56 Cit. in una lettera di Padre Berthe a Mons. Henri Delassus, del 15 aprile 1899.

57 Ibid.

58 Mons. Delassus aveva appena pubblicato l'opera L'Américanisme et la conjuration anti-chrétienne («L'americanismo e la congiura anti-cristiana).

59 Cit. in una lettera di Padre Berthe a Mons. Henri Delassus, del 15 aprile 1899.

60 Testo del Generale russo Ivashov apparso sulla rivista Sovetskaya Rossiya (dell'8 aprile 2004).

61 Cfr. M. Gurfinkiel, «Au-delà de Kaboul».

62 N° 47, pagg. 212-213.

63 Cfr. Revue internationale des sociétés secrètes, vol. XIX, Anno 1930, n° 37, del 14 settembre 1930, pag. 878.

64 Cfr. Sun Tzu, L'arte della guerra, art. VI, Del pieno e del vuoto.

65 Cfr. D. Le Roux, Pierre m'aimes-tu? («Pietro mi ami tu»?), éd. Fideliter, 1988, pag. 1. Così il Cardinale Eugenio Pacelli al conte Pietro Enrico Galeazzi.
 

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